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Fondazione Nicola Trussardi
Da martedì 2 a domenica 14 aprile 2019, la Fondazione Nicola Trussardi presenta A Friend, un’imponente installazione concepita appositamente per i due caselli daziari di Porta Venezia dall’artista ghanese Ibrahim Mahama (Tamale, Ghana, 1987), a cura di Massimiliano Gioni. L’installazione è realizzata in occasione dell’Art Week milanese, coordinata dal Comune di Milano, e rimarrà visibile anche per l’intera durata della Design Week.
Dopo i suoi grandi interventi all’interno di importanti rassegne internazionali di arte contemporanea – dalla 56. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia (2015) a Documenta 14 (2017) a Kassel e Atene – la Fondazione Nicola Trussardi ha invitato Mahama a realizzare a Milano un’installazione su scala urbanistica che coinvolgerà interamente un luogo simbolo della città: il crocevia di Porta Venezia, una delle sei porte principali della cinta urbana, che sorge sullo stesso asse viario su cui erano sorte in precedenza le omonime porte di epoca romana, medievale e spagnola. Per secoli Porta Venezia è stata per Milano la porta d’Oriente, segnando il confine che delimitava il territorio urbano rispetto alla campagna, luogo che storicamente ha contribuito a definire la topografia di Milano e la relazione tra la città e il mondo esterno, ricorrente tanto nella vita quanto nelle cronache: dall’ingresso della peste che devastò la città con l’epidemia del XVII secolo, passando per le descrizioni nelle pagine de I Promessi Sposi, fino ad arrivare ai quartieri multietnici che oggi si articolano intorno a questo snodo fondamentale. A Friend vuole innescare una riflessione sul concetto stesso di soglia, quel luogo di passaggio che definisce l’interno e l’esterno, il sé e l’altro, l’amico e il nemico.
Come già avvenuto per le numerose opere pubbliche realizzate da Ibrahim Mahama nelle capitali dell’arte contemporanea in musei, biblioteche, palazzi governativi, teatri e stazioni ferroviarie, anche a Milano l’artista avvolgerà i caselli neoclassici di Porta Venezia con sacchi di juta, creando una seconda pelle che conferirà ai due edifici una nuova identità, portandoci a riguardarli non più come semplici monumenti, ma alla luce della loro origine storica e della loro funzione simbolica ed economica come luogo di scambio commerciale. Rivolgendosi a tutte le persone che quotidianamente abitano e frequentano la città, Mahama metterà in scena in uno snodo nevralgico per la viabilità cittadina uno spettacolo temporaneo capace di confrontarsi con il passato e il presente di Milano. In questa presentazione milanese, l'opera di Mahama sembra anche ricollegarsi esplicitamente agli interventi urbanistici dell'artista Christo, che negli anni Settanta aveva impacchettato i monumenti a Leonardo da Vinci e a Vittorio Emanuele in Piazza Scala e Piazza Duomo. Se in quegli anni le azioni di Christo sembravano criticare il mondo dei consumi, oggi le "dimostrazioni civili" – come le descrive l'artista – di Mahama raccontano un mondo assai più complesso di tensioni globali.
Attraverso la ricerca e la trasformazione dei materiali, Ibrahim Mahama indaga alcuni dei temi più importanti della contemporaneità: la migrazione, la globalizzazione e la circolazione delle merci e delle persone attraverso i confini e le nazioni. Le sue installazioni su larga scala impiegano materiali raccolti da ambienti urbani, come frammenti architettonici, legno, tessuti e, in particolare, sacchi di juta che vengono cuciti insieme e drappeggiati su imponenti strutture architettoniche. Come i sacchi americani usati per la distribuzione in Europa degli aiuti alimentari del piano Marshall furono probabilmente alla base dell'ispirazione di Alberto Burri, così i sacchi di Mahama sono elementi fondamentali della sua ricerca: simbolo dei mercati del Ghana, sono fabbricati Asia e importati in Africa per il trasporto su scala internazionale di merci alimentari e di vario genere (cacao, fagioli, riso, ma anche carbone).
Strappati, rattoppati e marcati con vari segni e coordinate, i sacchi con le loro drammatiche ricuciture raffazzonate diventano garze che tamponano le ferite della storia, simbolo di conflitti e drammi che da secoli si consumano all’ombra dell’economia globale. I sacchi di Mahama racchiudono allo stesso tempo un significato più nascosto che riguarda la forza lavoro che si cela dietro la circolazione internazionale delle merci. Il sacco di juta, spiega l’artista, “racconta delle mani che l’hanno sollevato, come dei prodotti che ha portato con sé, tra porti, magazzini, mercati e città. Le condizioni delle persone vi restano imprigionate. E lo stesso accade ai luoghi che attraversa”. Per assemblare i sacchi, spesso Mahama collabora con decine di migranti provenienti da zone urbane e rurali in cerca di lavoro, senza documenti né diritti, vittime di un’esistenza nomade e incerta che ricorda le condizioni subite dagli oggetti utilizzati nelle proprie opere.
L'installazione A Friend di Ibrahim Mahama è stata commissionata dalla Fondazione Nicola Trussardi e prodotta in collaborazione con miart, fiera d’arte moderna e contemporanea di Milano, nell'ambito dell'Art Week milanese 2019, un programma di eventi, inaugurazioni e aperture straordinarie nei musei e nelle istituzioni pubbliche e private, che raccoglie i principali operatori milanesi con la regia del Comune di Milano.
Si ringraziano per il sostegno: Confcommercio Milano; Spada Partners; Apalazzogallery.
Sponsor tecnico: Belluschi 1911.
Media coverage: Sky Arte HD.
Un ringraziamento speciale va al Festival Cinema Africano, d’Asia e America Latina di Milano, la cui ventinovesima edizione si terrà dal 23 al 31 marzo 2019.
A Friend di Ibrahim Mahama fa parte di una serie di incursioni realizzate dal 2013 dalla Fondazione Nicola Trussardi in occasione di miart: una serie di progetti speciali, mostre temporanee, performance e interventi pop-up che hanno portato a Milano artisti internazionali tra cui Jeremy Deller, Sarah Lucas, Gelitin, Darren Bader e Stan VanDerBeek.
La Fondazione Nicola Trussardi è un’istituzione no profit privata, un museo nomade per la produzione e la diffusione dell’arte contemporanea in contesti molteplici e attraverso i canali più diversi, che nasce a Milano nel 1996. Le sue attività sono rese possibili, oltre che dalle tre socie fondatrici Beatrice, Maria Luisa e Gaia Trussardi, anche grazie alla generosità di un gruppo di sostenitori che ne supportano i progetti.
Con A Friend continua così il percorso intrapreso dalla Fondazione nel 2003 con la Presidenza di Beatrice Trussardi e la Direzione Artistica di Massimiliano Gioni, portando l’arte contemporanea nel cuore della città di Milano, riscoprendo e valorizzando luoghi dimenticati o insoliti. Dopo importanti mostre personali tra cui quelle di Allora & Calzadilla, Pawel Althamer, Maurizio Cattelan, Tacita Dean, Michael Elmgreen & Ingar Dragset, Urs Fischer, Peter Fischli e David Weiss, Paul McCarthy, Paola Pivi, Pipilotti Rist, Anri Sala e Tino Sehgal e le due grandi mostre a tema La Grande Madre (2015) e La Terra Inquieta (2017), Beatrice Trussardi e Massimiliano Gioni sono ora orgogliosi di presentare questa grande installazione di Ibrahim Mahama, nel sedicesimo anno di attività nomade della Fondazione Nicola Trussardi.
IL 25 Febbraio a BALNEARIA: al di là delle parole, i #FATTI
E' tutto pronto per il convegno della Base Balneare con Donnedamare che si svolgerà il 25 febbraio alle ore 14.00 nella Sala Bernini presso la Fiera di Balnearia a Marina di Massa.
Dopo Frits Bolkestein la Base Balneare presenta i professori spagnoli Manuel Fernández Salmeròn e Egea David Villalba nel convegno dal titolo " Fatti e non parole, presentazione dello studio di un modello concessorio"
Insieme ai due avvocati spagnoli anche il Vicepresidente della Base Balneare Avv. Nicolò Maellaro e il Prof Avv Angelo Orofino che ringraziamo per l'immenso impegno
"Lo studio - afferma Bettina Bolla, Presidente della Base Balneare - commissionato a proprie spese dalla Base Balneare e con le donazioni dei balneari ha lo scopo di comparare la legislazione della "Ley de Costas" spagnola, che ha ottenuto per i balneari iberici una proroga fino a 75 anni ed è stata accettata senza problemi dalla UE, con la legislazione italiana.
"Il convegno - aggiunge la Bolla - aperto a tutti, tratterà inoltre anche due problemi attualissimi: l'erosione di spiagge e coste oltre alla possibilità di reperire fondi europei per combattere i primi, per migliorare l'offerta turistica e quindi riportare il turismo balneare italiano al posto che gli spetta: in testa alle classifiche europee.
Questo argomento sarà trattato dalla Dott.ssa Chirico esperta nell'accesso ai fondi europei, invitata dalla Base Balneare che giungerà da Bruxelles".
Tante ancora le illustri partecipazioni che interesseranno il convegno e che gli iscritti e non solo avranno occasione di incontrare tra i quali spiccano il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e del Turismo Gian Marco Centinaio, i Senatori Stefania Pucciarelli Paolo Ripamontie Francesco Bruzzone (Lega) l’onorevole Sara Foscolo (Lega), l’onorevole Carlo Fidanza (Fratelli D’Italia) i Senatori Virginia Tiraboschi - Senatore della Repubblica Italiana, Massimo Mallegni(Forza Italia) On.le Roberto Bagnasco (Forza Italia) ed il Consigliere Vaccarezza Angelo (Forza Italia), in rappresentanza della Regione Liguria.
A moderare il Convegno saranno Bettina Bolla Presidente di Donnedamare e Diego Pistacchi Giornalista del Il Giornale
Bettina Bolla
TartufLanghe
Dalle Langhe alle vette dell’Andorra, il tartufo impazza sulle piste da sci
I prodotti di saranno tra i protagonisti di un evento in programma Sabato 23 febbraio. Ai fornelli lo chef campano Giuseppe Iannotti e il catalano Carles Tejedor
TartufLanghe, azienda piemontese a conduzione familiare che da oltre 35 anni commercializza tartufo fresco e produce specialità di alta gastronomia a base di tartufo, sarà protagonista per il prossimo fine settimana di uno dei più importanti appuntamenti enogastronomici organizzati al Grandvalira, l’esclusivo resort di Andorra, il piccolo principato indipendente situato sui Pirenei, tra Francia e Spagna.
Dalle colline patrimonio dell’Unesco delle Langhe alle piste sciistiche dell’Andorra il tartufo e i prodotti di Tartuflanghe saranno i protagonisti dei piatti elaborati dagli chef Giuseppe Iannotti del Kresios di Telese Terme (BN) e Carles Tejedor, contemporaneamente cuoco, insegnante, imprenditore e personalità eclettica del panorama gastronomico catalano.
Partner dello Snow Club Gourmet Grandvalira, TartufLanghe, in collaborazione con Veuve Cliquot, Sabato 23 febbraio alle ore 13.00 proporrà un aperitivo ideato da Iannotti, mentre la sera, sarà la volta di una cena, a La Trattoria del settore El Tarter de Grandvalira, accompagnata da un cooking show dello stesso Iannotti affiancato da Tejedor. Si partirà dai Gua Bao con funghi porcini e tartufo e delle Capesante con spuma di zafferano e perlage di tartufo nero proposte da Iannotti per proseguire con delle Frittelle di gamberi con emulsione al pesto create da Tejedor. Lo chef spagnolo farà quindi uscire dalle cucine una Zuppa di cipolle con uovo di fattoria e Parmigiano tartufato seguito da Foie gras d’anatra con mela e miele d’acacia con tartufo bianco d’Alba. Lo chef campano invece presenterà un Risotto con succo di tartufo nero e Champagne e un’Anatra, ciliegia e tartufo nero. Si chiude in bellezza con il Tocinillo de cielo con salsa inglese tartufata in bianco di Tejedor e con il Gelato al tartufo bianco con frutto della passione di Iannotti.
I vini in abbinamento alla cena saranno della cantina piemontese Chiarlo: la Barbera Cipressi (91/100 wine spectator) e il Barbaresco Reyna (#1 100 best wines of the year– Wine Enthusiast).
«È sempre un onore – ha dichiarato Paolo Montanaro, CEO di TartufLanghe, che sarà a disposizione di tutti gli ospiti del Grandvalira per raccontare i misteri del tartufo – partecipare ad eventi che coinvolgono territori, culture e cucine differenti. La contaminazione è alla base del pensiero libero e l’idea di fondere le cucine di Iannotti e Tejedor in un contesto fantastico come quello del comprensorio sciistico di Grandvalira è qualcosa che non stimola solo le papille gustative».
Ezio Zigliani Press Officer
E’ MANCATO SOLDERA, RE DEL BRUNELLO DI MONTALCINO
Di Alessandra Pocaterra
E’ MORTO SOLDERA RE DEL BRUNELLO DI MONTALCINO
E’ deceduto dopo un malore avuto in auto, in mezzo alle Sue vigne. Uno dei vignaioli più grandi dei nostri tempi.
La prima volta che sono stata in Azienda mi sono trovata davanti ad uno dei più incantevoli paesaggi della Toscana e a Gianfranco Soldera, un grande personaggio (che, devo dire, mi ha un po' intimorita all’inizio) innamorato delle sue vigne come se fossero bambini da crescere con assoluto amore e dedizione, pieno di iniziative, in continuo movimento e in continua evoluzione insomma mi ha letteralmente conquistata con i suoi racconti!
I suoi territori a Case Basse sono da molti anni un concentrato di studi e sperimentazioni da parte delle varie Università: le collaborazioni con il Prof Fregoni, (Università Cattolica di Piacenza ), con il prof. Scienza (Università di Milano) e ancora con il Prof. Surico patologo vegetale che tengono le loro lezioni agli studenti proprio qui a Case Basse. Tante sono le tesi di Laurea incentrate su questo splendido angolo di Paradiso.
La cantina, ideata da Gianfranco è frutto di un progetto totalmente rispettoso della natura un connubio di invenzioni ingegneristiche e attaccamento alla tradizione. Il giardino, parte integrante della tenuta, è curato dalla signora Graziella (moglie di Gianfranco) un tripudio di colori, una gioia per gli occhi insomma .
E ll suo vino è l’ espressione incontrastata del territorio meraviglioso di questa Toscana indimenticabile, indimenticabile come lui …. Ci mancherà con la sua tenacia e con la sua inesauribile energia.
IN ITALIA, OLTRE 1 MILIONE 300 MILA MINORI SONO A RISCHIO DENUTRIZIONE
HELPCODE LANCIA LA CAMPAGNA “C’ERA UNA VOLTA LA CENA”, PER GARANTIRE UN’ALIMENTAZIONE ADEGUATA AI BAMBINI DELLE FAMIGLIE IN POVERTA’
Nel nostro Paese, la malnutrizione infantile rappresenta un fenomeno sempre più diffuso e paradossale:
da un lato, ci sono quasi 1 milione e 300 mila minori a rischio denutrizione; dall’altro, 1 bambino su 3 risulta obeso o in sovrappeso.
Garantire un’alimentazione adeguata ai bambini delle famiglie in povertà e fornire supporto medico per monitorarne lo stato di salute è l’obiettivo principale della campagna di raccolta fondi
“C’era una volta la cena”, promossa da Helpcode Italia Onlus con la consulenza scientifica del Gaslini.
Dal 20 gennaio al 3 febbraio 2019, è possibile sostenerla con un sms al numero solidale 45585.
Testimonial della campagna è Claudia Gerini, da anni al fianco di Helpcode.
In Italia, sono circa 1 milione e 300 mila i minori[1] che vivono in condizioni di povertà assoluta non riuscendo ad alimentarsi in modo adeguato. E la malnutrizione infantile apre la strada - contrariamente a quanto si pensi - all’obesità: infatti, 1 bambino su 3 in Italia è in sovrappeso o obeso a causa di abitudini alimentari non corrette e uno stile di vita sedentario. Per garantire il giusto sostegno alle famiglie con bambini in condizioni di povertà e contrastare il problema della malnutrizione infantile, Helpcode Italia Onlus – organizzazione no profit da oltre 30 anni impegnata, in Italia e nel Mondo, per migliorare le condizioni di vita dei bambini attraverso attività di sostegno, diretto e indiretto, al loro benessere, alla loro educazione ed al loro sviluppo – lancia la campagna di raccolta fondi “C’era una volta la cena”, realizzata con la consulenza scientifica dell’Istituto Gaslini di Genova e che ha ottenuto il patrocinio del Coni, della Lega Pallavolo Serie A e il sostegno della Lega Arbitri e della Lega Serie A di calcio. Dal 20 gennaio al 3 febbraio 2019, è possibile sostenerla inviando un sms o telefonando da rete fissa al numero solidale 45585.
La malnutrizione infantile rappresenta uno dei maggiori problemi di salute pubblica nel mondo; si tratta di un fenomeno complesso, che presenta due facce: da un lato, quella della denutrizione (nel mondo si contano circa 51 milioni di bambini gravemente denutriti[2]) e dall’altro, quella dell’obesità (negli ultimi 40 anni, il numero dei bambini e adolescenti obesi – tra i 5 e i 19 anni di età - è più che decuplicato, passando da 11 a 124 milioni[3]).
“Denutrizione e obesità non sono condizioni tra loro estranee – dichiara Giorgio Zagami, Presidente di Helpcode Italia Onlus. “È molto probabile che una persona obesa abbia mangiato male durante la sua infanzia. Per questo vogliamo sostenere le famiglie, soprattutto quelle che si trovano in condizioni di difficoltà economica, per aiutarle a far mangiare bene i propri figli. La nostra campagna - C’era una volta la cena - ha l’obiettivo di prevenire ed eliminare la malnutrizione infantile attraverso aiuti concreti e una maggiore educazione alimentare. Non solo vogliamo solo dare consigli e supporto concreto alle famiglie, ma vogliamo anche iniziare un dialogo diretto e costruttivo perché siamo convinti che ‘comprendere’ sia un buon inizio per risolvere”.
Tanto nei paesi ricchi quanto in quelli a basso reddito, il meccanismo alla base della correlazione tra povertà economica e obesità appare ormai consolidato: quando le risorse per il cibo scarseggiano e diminuiscono i mezzi per accedere a un’alimentazione sana, ci si affida ad alimenti meno salutari che possono portare a sovrappeso e obesità. Di fatto, la malnutrizione porta - contrariamente a quanto si pensi - all’obesità, che non è mai sintomo di opulenza, ma di dieta contrassegnata da un consumo preoccupante di junk food, cibo spazzatura, bevande dolci e gassate, alimenti con scarsi nutrienti e alto livello calorico.
Secondo i dati dell’OMS, è proprio la malnutrizione corresponsabile di oltre 3 milioni (pari al 45%) di tutte le morti infantili sotto i 5 anni; inoltre, i bambini e gli adolescenti affetti da obesità e sovrappeso sono esposti fin da piccoli a difficoltà respiratorie, problemi articolari, mobilità ridotta, ma anche disturbi dell'apparato digerente e di carattere psicologico.
Obesità e sovrappeso diventano anche fattori di rischio per le principali malattie croniche che si sviluppano in età adulta. Infatti, chi è obeso in età infantile, lo è spesso anche da adulto; aumenta quindi il rischio di sviluppare precocemente fattori di rischio di natura cardiovascolare (ipertensione, malattie coronariche, tendenza all’infarto) e condizioni di alterato metabolismo (come il diabete di tipo 2 o l’ipercolesterolemia). Conseguenza di ciò è che, nella sola Unione Europea, 2,8 milioni di morti all’anno sono dovute a cause associate con il sovrappeso e l’obesità[4].
LA CAMPAGNA “C’ERA UNA VOLTA LA CENA” CONTRO LA MALNUTRIZIONE INFANTILE
Offrire assistenza concreta ai bambini a rischio malnutrizione a causa del disagio economico delle loro famiglie è la finalità principale della campagna di raccolta fondi “C’era una volta la cena” di Helpcode, ai nastri di partenza.
I fondi raccolti attraverso questa campagna hanno l’obiettivo di finanziare un progetto di “Assistenza ed Educazione Alimentare”, tramite un programma di “Cash and Voucher”, per garantire ai bambini bisognosi i mezzi per una sana e corretta alimentazione: ogni famiglia assistita riceverà, infatti, un codice che la collegherà a un supermercato, all’interno del quale verrà preselezionata una lista di prodotti salutari e idonei alla composizione familiare, selezionati dai nutrizionisti dell’Ospedale Gaslini di Genova. Le famiglie beneficiarie potranno recarsi nei supermercati convenzionati, scegliere gli alimenti necessari al proprio fabbisogno e, per pagare, presentare il codice ricevuto da Helpcode.
Helpcode opererà, inoltre, anche nelle scuole tramite laboratori educativi, formazione del personale, diffusione di strumenti informativi (libri, giochi, applicazioni) per promuovere una corretta educazione alimentare e prevenire la malnutrizione.
Per sostenere la campagna Helpcode, dal 20 gennaio al 3 febbraio è possibile effettuare una donazione inviando un sms o chiamando da rete fissa al numero solidale 45585.
Il valore della donazione è di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari Wind Tre, TIM, Vodafone, PosteMobile, Iliad, Coop Voce, Tiscali; di 5 euro per le chiamate da rete fissa TWT, Convergenze, PosteMobile; e infine di 5 e 10 euro da rete fissa TIM, Wind Tre, Fastweb, Vodafone e Tiscali.
La campagna “C’era una volta la cena” sarà veicolata sulle reti Mediaset, Sky e La7 e sostenuta da volti noti dello sport e dello spettacolo, tra cui in primis Claudia Gerini, testimonial storico di Helpcode Italia Onlus.
Infine, anche il mondo del calcio sostiene la campagna Helpcode, a cui è dedicata la prima giornata di ritorno del Campionato Serie A TIM (nelle gare del 19, 20 e 21 gennaio), con iniziative in tutti gli stadi italiani di serie A e appelli di raccolta fondi da parte delle squadre e degli allenatori.
Per maggiori informazioni e richieste di interviste:
Ufficio Stampa c/o INC – Istituto Nazionale per la comunicazione
Elena Mastroieni 06.44160843 - 334.6788706 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Francesca Riccardi 06.44160887 - 335.7251741 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Barbara Cimino 06.44160884 – 335.5445420 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
IL CONSORZIO DELLA FOCACCIA DI RECCO RINGRAZIA IL NEW YORK TIMES
Il Consorzio della Focaccia di Recco ringrazia il New York Times per aver inserito anche la sua focaccia nell’elenco dei 52 luoghi nel mondo da non perdere nel 2019. Ogni anno la prestigiosa testata giornalistica statunitense pubblica l’attesissima lista dei luoghi da non perdere, aggiornata annualmente dai suoi inviati sempre in giro per l’universo.
“I places to go 2019” per il quotidiano americano prevedono un viaggio attraverso Porto Rico, Hampi in India, Santa Barbara, Panama, Giappone, Isole Azzorre … e due in Italia: la Puglia con Lecce e le masserie di charme tra gli ulivi secolari e la Liguria con il Golfo Paradiso e nomina i suoi piccoli paesi: Bogliasco, Pieve Ligure, Sori, Recco e Camogli “affascinante borgo di pescatori” ma li segnala soprattutto per la conosciuta cucina locale: “acciughe, trofie e la FOCACCIA DI RECCO specialità che recentemente ha ottenuto la certificazione I.G.P. riservata alle eccellenze gastronomiche”. Proveniente da fonte così autorevole, la notizia è stata ripresa a catena da una moltitudine di altre testate internazionali, nazionali e locali tanto che veramente il nome della Focaccia di Recco sia girato in tutto il mondo.
Che dire altro?
Orgoglio e soddisfazione per il consorzio e i consorziati, che con l’ottenuta I.G.P. hanno già regalato il giusto prestigio al loro prodotto, reso nel tempo famoso dal lavoro di quei forni e osterie di allora divenuti oggi importanti panifici, asporti e ristoranti. Ora, grazie al riconoscimento del New York Times, primo quotidiano neworkese fondato nel lontano 1851, il cui motto da sempre è “Tutte le notizie che valga la pena di stampare”, con una diffusione di oltre 1.900.000 copie, vedono definitivamente consacrata alla ribalta della cronaca internazionale il loro prodotto straordinario, la FOCACCIA DI RECCO COL FORMAGGIO IGP”, patrimonio per il territorio.
“Vedere riconosciuto dai tanti media, che poi ne hanno ripreso la notizia, tale valore e fama al prodotto è motivo di sprono nel proseguire ancor con maggior determinatezza nel difendere e tutelare la sua fama acquisita, così fortemente ancorata al nostro territorio e soprattutto a Recco, sfortunata cittadina rasa al suolo nel corso del secondo conflitto mondiale e che ha visto nella tradizione gastronomica e soprattutto nella sua focaccia il presupposto di riscatto e fortuna” dicono i recchesi.
“Focaccia di Recco col formaggio” IGP, in Liguria a Recco, Camogli, Sori e Avegno
Ristoranti a Recco: Alfredo • Angelo • Da Lino • Da ö Vittorio • Del Ponte • Manuelina • Vitturin • Focacceria Manuelina. Panifici a Recco: Panifici Tossini • Panificio Moltedo G.B. • Panificio Moltedo L. &C.; Ristoranti a Sori: Edobar • Il Boschetto • Focacceria Tossini. Asporto a Camogli: Revello.
Bernini Daniela
Consorzio della Focaccia di Recco col formaggio
Ufficio Stampa e Relazioni Esterne
Recco (GE) via XXV Aprile 14
Tel.: 0185730748 - 3357274514
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CO-CRISTALLI PER PROLUNGARE LA CONSERVAZIONE DEI PRODOTTI ALIMENTARI: FINANZIAMENTO ALL’UNIVERSITÀ DI PARMA
Progettazione e sintesi di materiali cristallini per ottenere active packaging in grado di estendere la vita dei prodotti confezionati e limitare lo spreco alimentare. Dal MIPAAFT 50mila euro per il progetto PAC/Packaging Attivo Cristallino del gruppo della Prof.ssa Alessia Bacchi
Sviluppare co-cristalli (cioè cristalli formati da molecole diverse) che contengano ingredienti naturali da impiegare per l’active packaging: per realizzare imballaggi che siano capaci di prolungare la conservazione dei prodotti alimentari, dando così una bella mano alla lotta agli sprechi. Questa l’idea di fondo del Progetto PAC/Packaging Attivo Cristallino dell’Università di Parma, finanziato con 50mila euro dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo nell’ambito di una selezione di progetti innovativi di ricerca e sviluppo tecnologico finalizzati alla limitazione degli sprechi e all’impiego delle eccedenze alimentari. Il progetto è stato presentato dal gruppo di ricerca della Prof.ssa Alessia Bacchi del Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale dell’Università di Parma.
PAC/Packaging Attivo Cristallino prevede la progettazione intelligente e la sintesi di materiali solidi cristallini a base di oli essenziali naturali che possano essere integrati nelle catene di produzione di materiali per imballaggio, in modo da ottenere smart materials per l’active packaging in grado di estendere la shelf life dei prodotti confezionati e limitare lo spreco alimentare.
Si ottiene così un active food packaging: i co-cristalli inclusi nel packaging rilasciano gli oli essenziali e i partner molecolari a seguito di una “dissoluzione controllata”, permettendone la diffusione nel cibo e prolungando la sua conservazione.
Ufficio Stampa
U.O. Comunicazione Istituzionale
Università degli Studi di Parma
Via Università, 12 - 43121 Parma
tel.: +39 0521 904004 - 4050 – 4016 – 5005
cell. 329 0186938
fax: +39 0521 347038
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ORTOFRUIT ITALIA
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INNOVAZIONE E ANTISPRECO PREMIANO ORTOFRUIT ITALIA
Il progetto contro lo spreco alimentare dell’OP piemontese è tra i 14 selezionati dal Mipaaf
La lotta allo spreco alimentare è una delle grandi sfide del nostro decennio. Nella filiera ortofrutticola, le perdite maggiori si verificano nella fase post-raccolta, soprattutto in relazione alle referenze caratterizzate da elevata deperibilità, come fragole e piccoli frutti. Proprio in questo ambito, infatti, è particolarmente critico lo step relativo alla permanenza dei prodotti nei magazzini di lavorazione in attesa di confezionamento e commercializzazione, oltre al passaggio logistico verso la distribuzione. Fare “prevenzione antispreco” all'inizio della filiera rappresenta dunque una delle soluzioni più efficaci e, in questo, si colloca la proposta innovativa di Ortofruit Italia, l'Organizzazione di Produttori di Saluzzo (Cn), che si è posizionata tra i 14 progetti italiani finanziati dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo tra oltre 130 domande pervenute.
Il progetto denominato “FULL – FrUit Long Life” – firmato dal servizio tecnico di Ortofruit Italia in collaborazione con il DISAFA-Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università degli Studi di Torino, qui coordinato dalla Prof.ssa Cristiana Peano – ha proposto un modello innovativo relativo alla ricerca e allo sviluppo tecnologico finalizzati alla limitazione degli sprechi e all'impiego delle eccedenze alimentari.
“Il posizionamento alto di questo progetto premia anzitutto l’investimento in ricerca che la nostra area tecnica porta avanti da anni parallelamente all’assistenza alle 350 aziende associate – spiega Domenico Paschetta, Presidente di Ortofruit Italia - ma è finalizzato a strutturare un’innovazione di filiera grazie a una diversa gestione del post-raccolta, che consentirà di migliorare la shelf-life della nostra gamma di piccoli frutti puntando interamente sull’innovazione tecnologica e sulla sostenibilità. Questo passaggio epocale avverrà affiancando le metodologie di conservazione tradizionali (utilizzo del freddo) alla gestione delle atmosfere di conservazione (atmosfere controllate e modificate)”.
Un risultato che sarà quindi raggiunto utilizzando un sistema ad Atmosfera Modificata Passiva (MAP) realizzato con pallet-bag costituiti da film a permeabilità controllata. Nessun intervento diretto sulla frutta, ma un lavoro sul packaging: ecco l’aspetto rivoluzionario e più apprezzato del progetto, come commenta la Prof.ssa Peano, già responsabile del Laboratorio di Ricerca Permanente attivato con Ortofruit Italia nel magazzino di Peveragno (Cn): “In questo modo sarà possibile migliorare la conservazione di una materia prima molto delicata come i piccoli frutti, garantendone al contempo la genuinità e la naturalezza originarie e soddisfacendo i requisiti desiderati dal consumatore su un periodo più lungo. Proprio l’allungamento della shelf-life porterà efficienza anche nella gestione commerciale del prodotto, con una consistente riduzione degli scarti in magazzino che sarà individuata in un 1% massimo sul prodotto conferito. Inoltre, il sistema di conservazione in pallet-bag potrà anche essere utilizzato in caso di trasporto del prodotto su lunghe distanze (es. Scandinavia e Regno Unito) mantenendo invariata la qualità del prodotto con scarti parti a zero”.
Nella foto: la Professoressa Cristiana Peano e Domenico Paschetta

L'iniziativa costituisce una tappa fondamentale nel percorso “green” di Ortofruit Italia che - già lo scorso anno, con il suo mirtillo “a zero emissioni” - è diventata una case history internazionale sul tema della sostenibilità per il modello di integrazione virtuosa tra la produzione, la trasformazione, la distribuzione e il consumo sano e consapevole.
“Di qui è maturata la necessità di educare la coscienza ecologica sia da parte di chi produce, sia da parte di chi consuma – conclude Paschetta – Grazie al nostro servizio di “green marketing”, recentemente abbiamo conquistato il consumatore con una guida che unisce piccoli frutti e benessere, dalla cucina allo stile di vita, realizzata in partnership scientifica con il FAB-Fondo Assistenza e Benessere: un compendio di oltre cinquanta ricette a base di frutti di bosco, suddivise in una comoda rubricatura per temi e occasioni di consumo, e analizzate con pratici commenti nutrizionali per andare incontro alle esigenze di tutte le età, tenendo conto delle nuove intolleranze che ormai fanno parte del nostro background alimentare, per le quali la gamma dei “superfrutti” può rappresentare un’ottima opportunità per coniugare gusto e salute per 365 giorni l’anno, da cui il nostro slogan #365DaysOfBerries”.
Domenico Paschetta

INFO:
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