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Recensioni

AGRIPIZZERIA PRIANO

Di Mara Daniela Musante e Virgilio Pronzati

 

Foto di Mara Daniela Musante

 

La storia della pizza è certamente antica ma incerta. Le origini del nome "pizza" risalgono al latino volgare di Gaeta nel 997 e in un contratto di locazione con data sul retro 31 gennaio 1201 a Sulmona,  ed in seguito in quello di altre città italiane del centro Italia. Nel XVI secolo a Napoli, ad un pane schiacciato venne dato il nome di pizza che deriva dalla storpiatura della parola "Pitta".

 

La pizza marinara risale al 1734, mentre la pizza margherita è degli anni 1796-1810; ben  prima del giugno 1889,  epoca in cui, come si narra, per onorare la Regina d’Italia Margherita di Savoia, il cuoco Raffaele Esposito preparò la "Pizza Margherita", condita con pomodori, mozzarella e basilico, simbolizzando il tricolore della bandiera italiana.

 La pizza assaporata nel giorno della nostra visita  

Le pizzerie in Italia sono oltre 46 mila, quelle con asporto circa 27 mila che, con i 7400 bar, pub e chioschi estivi che servono la pizza, raggiungono la quota di 81.376 nel 2018. Nell’ultimo decennio le pizzerie hanno avuto una sicura crescita qualitativa, tanto che  è sempre più difficile distinguere le pizzerie dai ristoranti-pizzerie. In quest’ultimi, la pizza fa parte integrante del menù. 

 

La sua notorietà è pressoché mondiale. Come la paella è sinonimo di Spagna, la pizza lo è dell’Italia. Non a caso nel nostro Paese sono nate le manifestazioni più importanti: Giropizza d’Europa e il Campionato Mondiale della Pizza, che nel corso del 2019 raggiungeranno rispettivamente la sedicesima e la ventottesima edizione.

 Maria Regina Ferrando e Luigi Cambiaso 

Diverso il discorso commerciale. I maggiori profitti dalla commercializzazione della pizza nel mondo vanno agli USA e alla Francia.  In Liguria, un tempo terra di torte di verdure, focacce salate e farinata, oggi la pizza è diffusa ovunque. Tasto dolente, quelle di qualità, purtroppo, sono ancora la minoranza.  

 

Ma cercando minuziosamente nelle strade di Genova e nelle sue delegazioni, si trovano golose sorprese. Una di queste, l’abbiamo scoperta recentemente. Un locale fuori dagli schemi abituali, caratterizzato da precisi motivi d’interesse, partendo già dal nome, Agripizzeria Priano. 

 Attestati, diplomi e premi vinti da Luigi Cambiaso 

Ossia dove le pizze sono farcite con i prodotti coltivati in loco? Sì, io e Mara ne abbiamo constatato la veridicità. L’agripizzeria e ristorante aperto nell’agosto del 2017, è situato all’interno dell’omonima azienda agricola, dove sottostante, ci sono campi coltivati ad  ortaggi, basilico, frutti e zafferano, tutti da agricoltura naturale. Una  storica villa poderale o meglio, come si diceva un tempo, un vero e proprio “scito”.  

 

La pizza che abbiamo assaporato era decisamente di ottima qualità, caratterizzata da prodotti stagionali. Nel nostro caso oltre un misto di insalate, un buon caprino, zafferano, un pesto di cavolo nero e salumi di aziende artigianali. Speciale la base: leggera, soffice e appena croccante sul bordo. Giusta anche la dimensione. Per i ghiottoni, è possibile fare il giropizza, una ricca sequenza di tranci di pizza con diversi ingredienti. 

 Agriturismo Priano:  antichi mortai, zucche, peperoncini sopra i troggi  

Ad esempio, a novembre non è mancata la pizza con la zucca. Ovviamente oltre alle pizze, si possono gustare i classici piatti genovesi e liguri. Due parole sul locale e i suoi gestori. Attualmente sarete accolti in due piccole salette (altre sono in via di finitura) per complessivi quaranta coperti, di cui nella prima troneggia il forno rigorosamente a legna. Simpatici, volonterosi e fattivi i gestori: Luigi Cambiaso il patron con la sua fidanzata, Maria Regina Ferrando. Due giovani che assommandone gli anni, non raggiungono il minimo per andare in pensione.  

 

A Luigi la Coldiretti ha conferito il prestigioso Oscar Green. Non solo, al Campionato Mondiale della Pizza a Due, dopo un attestato di partecipazione, Luigi si è aggiudicato meritatamente il secondo posto. Il locale è anche consigliato da Tripadvisor.  Infine parliamo del conto, per una pizza a persona come quella che abbiamo mangiato noi, più una buona birra artigianale, una bottiglia d’acqua minerale, un dolce e un caffè, è di poco più di venti euro, decisamente ben spesi.  

 Le birre dell'agribirrificio artigianale Altavia di Sassello 

Fin quì tutto OK. Meno piacevole, appena finito di mangiare, l’invito a lasciare il posto per i nuovi clienti arrivati, visto che al venerdì e al sabato sera sono previsti due turni. Come raggiungere da Genova l’Agripizzeria Priano: arrivati a Sestri Ponente, passate da Via Giotto e proseguite per Borzoli. Giunti al primo crocevia, girate a sinistra e poi prima del torrente Chiaravagna girate a destra,  salendo la via fino ad arrivare davanti alla Chiesa di Virgo Potens, fate alcune decine di metri di strada, svoltate a destra e percorrete una salita per un centinaio di metri. Parcheggiate l’auto, più o meno nelle vicinanze, dipende dalla fortuna, poi proseguite a piedi per una “creuza” per circa 10 minuti, purtroppo non sono presenti cartelli o altre indicazioni, ma una volta raggiunta la destinazione vi attende Luigi con il forno caldo e pronto a deliziare il vostro palato.

 

Agriturismo Priano: Via Molotto 2 - 16153 Genova Sestri Ponente (GE)

Orari - Dal Mercoledì al Venerdì : 19:00–22:00

Sabato e Domenica : Pranzo 12:00–14:00. Cena 19:00–22:00

Consigliata la prenotazione telefonica 

Tel. 010/6513722. Cellulare 3473823428  

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IL MENU' DI SAN VALENTINO AI TRE CRISTI

Il menu di San Valentino “due innamorati in città”
 
Foto dei piatti, dello staff e della sala
 
Franco Aliberti, nuovo chef del ristorante Tre Cristi nel quartiere futurista di Porta Nuova Varesine a Milano dedica alla festa degli innamorati un menu ad hoc

MILANO
panettone & zabaione
BRERA
casera, bietole, pancetta, cipolla
PORTANUOVA
cavolo cappuccio viola, trota affumicata, panna acida
SARPI
ravioli
CITTA’ STUDI
biancostato, pane e cime di rapa
DERGANO
fernet, cioccolato bianco, carbone vegetale
DUOMO
marroni, cioccolato bianco, meringa

€ 60 a persona
€ 100 con vini in abbinamento, a persona
 
 
7 portate che sono un omaggio di piatti a Milano, dedicati non solo ai prodotti della tradizione ma anche alle persone che hanno arricchito e hanno presentato un cambiamento nella città, a chi ha “fatto innamorare” lo chef. Uno slalom tra i quartieri più e meno conosciuti e i simboli della città: da Brera a Isola, da Porta Nuova a Città Studi, senza dimenticare la periferia con il rione di Dergano.  (€ 60 a persona- € 100 con vini in abbinamento, a persona).
Si tratta del primo menu “circolare” dove all’interno gli stessi ingredienti vengono usati in toto in diversi piatti, in un’ottica di ecosostenibilità , utilizzando anche le parti meno nobili degli stessi.

LA CUCINA

La parola chiave è cucina attenta all’ambiente ed ecosostenibile: ogni piatto esalta le singole materie prime, presentate in diverse consistenze e utilizzando tutte le parti commestibili di frutta e verdura,  in un puro “gioco di apparenze” che ingannano i sensi con giochi visivi e gustativi. Un occhio di riguardo per la scelta di materie prime povere e per il riutilizzo anche delle parti meno nobili delle stesse. Una innata curiosità e voglia di sperimentare: Franco Aliberti si avvale delle più moderne tecniche di cottura ma predilige un ritorno all’uso di cucina ancestrale, materica, come quella della griglia, che diviene garanzia di una cucina personale e decisamente creativa.
“ Sotto i riflettori il singolo ingrediente, bilanciato al massimo da altri due di supporto, perché amo colpire con la semplicità più che con la complessità, reinterpretando anche un semplice broccolo con  una vena giocosa,  senza perdere  di vista la sostanza del piatto” racconta Franco Aliberti.
Sorpresa, divertimento e un gioco sensoriale che viene esaltato da una studiata linea di oggetti di design che vede lo skyline e la tradizione milanese come fonte ispiratrice: un piccolo tram, come nell’immaginario collettivo di una Milano anni ’50, sarà il veicolo per portare agli avventori una delle prime portate, come un divertente ingresso alla città.
“Ho una visione da pasticcere: tutto deve essere calcolato al millimetro, per essere perfettamente replicabile in ogni momento e da ognuno. Un esempio: la pasta al pomodoro, è la classica ricetta non scritta. Per me deve essere scritta anche quella, con tutte le possibili variazioni. Questo è un pensiero da pasticcere” racconta lo chef.
 
 
LE ESPERIENZE DELLO CHEF
 
Tra le esperienze più importanti dello chef- pasticcere quella da Massimo Spigaroli all’Antica Corte Pallavicina, poi Massimiliano Alajmo a Le Calandre di Padova dove ha la possibilità di confrontarsi con professionisti del calibro di Gianluca Fusto, quindi è la volta dell’Erbusco di Gualtiero Marchesi con cui collabora anche all’apertura del Marchesino a Milano. A seguire, l’esperienza pregnante presso il ristorante Vite di San Patrignano, per il progetto di centro della proposta educativa della comunità. Nel 2012 entra a far parte della brigata di Massimo Bottura all’Osteria Francescana, mentre nel 2014 apre il suo ristorante a Riccione, EVVIVA, dolci e cucina a
scarto zero, sua cifra stilistica. Prima di affiancando l’attuale chef Gianni Tarabini a La Preséf
all’interno dell’Azienda Agricola de “la Fiorida” a Mantello, in Valtellina
 
I PREMI
 
Numerose le esperienze alle spalle di Aliberti, la cui carriera è costellata da una serie di riconoscimenti importanti: nel 2010 ha vinto il premio come miglior Chef Pasticcere per la Guida Identità Golose e nel 2011 per Guida ai Ristoranti d’Italia de Il Sole 24 Ore; nel 2012 ha ricevuto il premio come Miglior Chef Under 30 dalla Guida Identità Golose. Dopo un anno  a Parigi nel ristorante di Alain Ducasse, dove si forma attraverso il rigore della scuola francese, si occupa di docenza con Gualtiero Marchesi presso ALMA- la scuola internazionale di cucina di Colorno. Numerose anche le collaborazioni con altri pasticceri di livello come Corrado Assenza, Gino Fabbri e Leonardo Di Carlo.
 
IL DESIGN  

Un ristorante che punta l’attenzione, anche nell’estetica,  all’ingrediente a tutto tondo. Piatti unici nel design ideati partendo dalla pura materia prima, grazie all’utilizzo di una stampante 3D che ne ha realizzato il calco. Un percorso tattile che amplifica i sensi e il gusto puro dei singoli ingredienti, alla riscoperta di sapori puri, eleganti, netti.
 “Giochiamo con le apparenze: non sempre quello che si osserva è simile al gusto che il nostro cervello immagina di provare, ci piace giocare su questa discordanza” racconta Franco Aliberti, che intrattiene uscendo spesso in sala, gli ospiti dei suoi 35 coperti.
 
Per informazioni e prenotazioni presso il ristorante
Via Galileo Galilei, 5
angolo via Marco Polo
20124 Milano
tel. 02 29062923
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trecristimilano.com
 
Ufficio stampa & Comunicazione 
Mediavalue
Camilla Rocca
Via G. Biancardi, 2
20149 Milano
tel. 02 89459725
cell. 392 0531233
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Camilla Rocca
MEDIAVALUE srl - Via Biancardi, 2 - 20149 Milano - tel. +39 3920531233- mediavalue.it

 

MARCO LOCATELLI, DIRETTORE DI CASUAL RISTORANTE*, È IL NUOVO COORDINATORE DI ASPI BERGAMO

 

 

Marco Locatelli è il nuovo coordinatore di ASPI Bergamo. Attualmente direttore e socio dello chef Enrico Bartolini presso Casual Ristorante, una stella Michelin in Città Alta a Bergamo, Marco Locatelli è un volto noto non solo alla realtà locale, ma anche tra i professionisti di tutta Italia, grazie alla pluriennale esperienza nel settore della ristorazione.

Cresciuto a Bergamo, dove la sua famiglia, da sempre nel settore, gestisce La Caffetteria di Locatelli a Valtesse, Marco Locatelli ha scelto di intraprendere questa strada, mettendo da parte il diploma di ragioneria, muovendo i primi passi tra le mura de La Marianna e del Caffè del Tasso. Seguono le esperienze con lo Chef Antonio Guida al Ristorante Il Pellicano** a Porto Ercole e con lo chef Lorenzo Cogo al Ristorante El Coq* a Marano Vicentino, fino a giungere all’incontro con Enrico Bartolini, prima al Devero Ristorante** di Cavenago di Brianza e poi a Bergamo con Casual Ristorante*. Una sinergia, quella creatasi con Bartolini, che nel 2016 ha permesso di guadagnare la prima stella Michelin, con in cucina lo Chef Alex Manzoni.

«Ho fatto il primo passo verso il mondo del vino per passione prima ancora che per professione. Ed è proprio la mia passione a guidarmi nella scelta delle etichette da inserire nella carta dei vini, che risulta essere in costante movimento – spiega Marco Locatelli. - Il sommelier ha il compito di accompagnare l’ospite all’assaggio di eccellenze italiane ed estere, guidandolo e consigliandolo tra le numerose novità, senza dimenticare l’importanza dei blasoni che hanno reso salda l’enologia mondiale. Ma senza nemmeno dimenticare il vasto mondo delle birre, dei distillati e, in generale, di tutte le bevande: è un universo vasto che esige molto studio e soprattutto grande passione – quella che porto quotidianamente nel mio lavoro e che spero di trasmettere nel ruolo affidatomi da ASPI – Associazione della Sommellerie Professionale Italiana nella mia città».

 

ASPI - Associazione della Sommellerie Professionale Italiana. Si propone come punto di riferimento per la Sommellerie professionale, con l'obiettivo di offrire opportunità di crescita ed affermazione ai Sommelier. Dal 2007, anno della sua nascita, è il solo membro per l'Italia dell'Association de la Sommellerie Internationale, A.S.I. I principali obiettivi di ASPI sono la formazione, a livello professionale, e la diffusione della cultura sul mondo del cibo e delle bevande. ASPI è presente, sul territorio nazionale, con corsi ed attività.

 

 

Alessandra Perrucchini

TOE DRUE: GOLOSITA' TRA LIGURIA E PIEMONTE

 

 

Amici delle Toe, per prima cosa BUON ANNO !!!

 

E’ ora di ricominciare con il nostro menù mensile, oltre i nostri piatti alla Carta da Lunedì a Sabato solo a cena.  Per tutto Gennaio abbiamo scelto di proporvi l’incontro a tavola tra due splendide regioni, La nostra incantevole  Liguria e il Piemonte.  Un goloso mix tra terra e mare per cominciare bene il 2019.

 

Menù di Gennaio: Tra Liguria e Piemonte

 

Panissette di Benvenuto

***

il Vitello tonnato bassa temperatura 

e fiore di cappero

***

Taglierini 20 tuorli con acciughe di Cetara, pinoli e pachino

***

Il nostro Stoccafisso Accomodato

***

Cremoso al Gianduia con vellutata al profumo di arance candite

 

Caffè

 

Proponiamo questo menù a € 32 a persona vini e bevande escluse

 

Vi consigliamo di prenotare…

Un caro saluto

Le Toe  

 

 

 

Toe Drue Antica Osteria

 Via Carlo Corsi 44r

16154 Genova

 nfo: 010/6500100 oppure 347/1641527

 Chiuso la Domenica

 

 www.toedrue.it

LA GABBIA DEL GUSTO ACCENDE I RIFLETTORI

 

Il ristorante “I ragazzi dell’Étoile” di Rossano Boscolo pronto a servire in tavola le vostre cene

 

Da domani al via l’apertura serale de “I Ragazzi dell’Étoile”, il ristorante dello chef Rossano Boscolo, dove all’interno di una “Gabbia del Gusto”, si alterneranno le giovani promesse della cucina Italiana. Dalle 19 alle 24, in Via Velletri 4, sarà possibile scegliere tra i piatti del Menù degustazione (6 portate, € 25, bevande escluse) o direttamente à la carte.

 

I Ragazzi dell’Étoile nasce con lo scopo di dare la possibilità ai ragazzi del campus di mettersi all’opera. Qualità professionale e soddisfazione dei clienti sono tra i punti principali del progetto.

Pasticcere di fama internazionale, chef, e collezionista di antichi e preziosi libri di ricette, Rossano Boscolo è anche il fondatore della Campus Étoile Accademy, considerata la madre di tutte le scuole (nata nel 1985) che nel corso degli anni ha sfornato più di uno chef pluri stellato.

 

In 35 anni di attività la Campus Étoile Accademy - che Boscolo definisce “la Bocconi della Pasticceria” - ha sfornato più di 20.000 cuochi e pasticceri e non ha avuto mai uno studente che non abbia trovato lavoro entro un anno. “Non parleranno l’inglese, non saranno tecnici come i francesi, ma hanno una manualità superiore” spiega Boscolo.

 

 

STRAORDINARIO PIACERE A TAVOLA CON LA 7° EDIZIONE DI INGRUPPO

Dal 15 gennaio al 30 aprile 2019

 

 

CUCINA GOURMET, TERRITORIALITÀ E PREZZI POP SONO GLI INGREDIENTI DELL’INIZIATIVA CHE PER IL 7° ANNO CONSECUTIVO SI PROPONE DI VALORIZZARE IL MODERNO RISTORANTE E IL TERRITORIO, STRIZZANDO L’OCCHIO ALLA CLIENTELA PIÙ GIOVANE O TIMOROSA. NEL 2019 SONO TANTE LE NOVITÀ A PARTIRE DALL’INGRESSO «IN GRUPPO» DI ALTRI TRE FUORICLASSE DELLA RISTORAZIONE LOMBARDA: TRUSSARDI ALLA SCALA, SADLER E CUCINA CEREDA.

 

Torna, attesissimo, dopo il successo riscontrato nelle precedenti edizioni, INGRUPPO il progetto che riunisce 22 chef e patron di alcuni dei più importanti ristoranti d’Italia per far conoscere le meraviglie della cucina di qualità. Appuntamento, come da tradizione, dal 15 gennaio al 30 aprile 2019, per una 7° edizione all’insegna del miglior stile e benessere anche a tavola.

 

NOVITÀ 2019 – Il firmamento delle eccellenze si allarga. Altri tre famosi e prestigiosi ristoranti entrano a far parte di INGRUPPO. Si tratta di Trussardi alla Scala (Milano), 1 stella Michelin, guidato dall’executive chef Roberto Conti, Sadler (Milano), 1 stella Michelin, dello chef di fama internazionale Claudio Sadler e Cucina Cereda (Ponte San Pietro, Bergamo) dello chef Giuseppe Cereda. Tre abili chef che aderiscono all’apprezzata formula di INGRUPPO, presentando raffinati menu che, mescolando tradizione, creatività e innovazione, amplificheranno il prestigio della promozione.

 

Un tocco elegante e contemporaneo quello di INGRUPPO che emerge anche dal nuovo logo e dal nuovo pay off: “Piacere a tavola” scelto per identificare un’offerta di classe, ma soprattutto sottolineare uno tra i maggiori valori della vita moderna.

 

E la valorizzazione del moderno ristorante si ritrova anche nell’adozione di una nuova tendenza: il «Diritto di tappo» o, come lo chiamano nei Paesi anglosassoni dove è abitudine affermata già da tempo, il «Corkage Fee». Cosa vuol dire? Che chi lo desidera potrà portare al ristorante le proprie bottiglie di vino: il ristoratore le servirà alla giusta temperatura e nei calici appropriati (conteggiando sul conto un costo extra di 10 euro a bottiglia per il servizio). Del resto, quale migliore occasione per assaggiare vini che magari da anni riposano in cantina o bottiglie d’affezione che difficilmente si trova l’occasione di aprire se non durante una cena in uno dei ristoranti di INGRUPPO?

 

I PARTECIPANTI – Sono 22 i ristoranti che parteciperanno alla 7° edizione di INGRUPPO per una proposta varia e affascinante: A’Anteprima (Chiuduno – Bg), Al Vigneto (Grumello del Monte - Bg), Antica Osteria dei Camelì (Ambivere – Bg), Casual Ristorante (Bergamo), Colleoni & Dell’Angelo (Bergamo Alta), Collina (Almenno S. Bartolomeo – Bg), Da Vittorio (Brusaporto - Bg), Ristorante Enrico Bartolini al Mudec (Milano), Frosio (Almè), Il Saraceno (Cavernago – Bg), La Caprese (Mozzo – Bg), Lio Pellegrini (Bergamo), Loro (Trescore Balneario - Bg), Osteria della Brughiera (Villa d’Almè - Bg), Posta (S. Omobono Terme - Bg), Roof Garden Restaurant (Bergamo), Tenuta Casa Virginia (Petosino di Sorisole - Bg), Ezio Gritti (Bergamo), Pomiroeu (Seregno – MB), Trussardi alla Scala (Milano), Sadler (Milano) e Cucina Cereda (Ponte San Pietro, Bergamo).

 

Un firmamento in cui si distinguono le tre stelle del ristorante Da Vittorio e le due del Mudec di Enrico Bartolini, accompagnate dai premiati con una stella come il Casual di Bergamo (cucina guidata dallo chef Alex Manzoni), Frosio, Il Saraceno, A’Anteprima, l’Osteria della Brughiera, il ristorante LoRo, il Pomiroeu e le novità di Trussardi alla Scala e Sadler – arrivando a contare ben 14 stelle.

 

L’OBIETTIVO E IL FORMAT -
Il successo delle precedenti edizioni parla da sé: partito nel 2013 con 15 ristoranti tra Bergamo e provincia, INGRUPPO è arrivato a contare nel 2018 ben 20 ristoranti, tra le province di Bergamo, Milano e Monza Brianza. Un particolare interesse è dimostrato dai giovani che in coppia o in gruppo sono tra i più affezionati avventori. Resta quindi confermata la fortunata formula: dal 15 al 30 aprile 2019, con l’esclusione del 14 febbraio e dell’21 aprile (giorno di Pasqua), i ristoranti aderenti all’iniziativa offriranno la possibilità di consumare menu completi (composti da almeno un antipasto, un primo, un secondo e un dolce) comprensivi di vino, bevande e caffè, al costo prestabilito di 60,00€ a persona. Fanno eccezione solo A’Anteprima, Da Vittorio, Enrico Bartolini Mudec e Sadler in cui il costo sarà di 120,00€ a persona. Chi dovesse decidere di utilizzare l’opzione “Diritto di Tappo” dovrà prevedere un costo di 10,00€ aggiuntivo a bottiglia. La formula è valida sia a pranzo sia a cena compatibilmente con i giorni di apertura dei locali. La prenotazione può essere effettuata via telefono o via e-mail, contattando direttamente il ristorante prescelto, specificando anticipatamente la richiesta del menu “INGRUPPO”.

 

INGRUPPO PER LA RICERCA – Anche per l’edizione 2019 Ingruppo conferma il sostegno alla ricerca medico-scientifica in occasione della Giornata Internazionale delle Malattie Rare del 28 febbraio 2019, devolvendo il valore simbolico di 15 euro per ogni menu Ingruppo servito in quella serata all’Istituto Mario Negri, che da oltre 20 anni è impegnato nella ricerca sulle malattie rare. Pur interessando ciascuna un piccolo numero di malati, solo apparentemente le malattie rare sono un problema di pochi: l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima ve ne siano circa 7.000 e, solo in Italia, sarebbero un milione e mezzo i pazienti colpiti.

 

I SOCIAL – Per saperne di più circa orari, menu e prenotazioni, o semplicemente per curiosare tra immagini di piatti che – c’è da scommettere – faranno crescere l’acquolina in bocca a ogni click, si può visitare il sito internet www.ingruppo.bg.it, da quest’anno disponibile anche in lingua inglese, e le pagine Facebook e Instagram con la prima che, in particolare, sarà la voce principale dell’esperienza di INGRUPPO per rendere l’iniziativa sempre più condivisa e condivisibile.

 

 

LA GUIDA INGRUPPO 2019

Per orientarsi nell’orizzonte delle stelle a tavola di INGRUPPO si può sfogliare la seconda edizione dell’omonima Guida, un volume fotografico, che presenta una scheda per ciascun ristorante corredata da una ricetta. La Guida racconta le particolarità dei ristoranti aderenti, mettendo sotto i riflettori l’unicità e la personalità di ogni chef e ristoratore ed evidenziando l’eleganza delle proposte gastronomiche, delle location e del servizio di sala. È possibile riceverla gratuitamente presso i Ristoranti partecipanti all’iniziativa. Edizioni Mediavalue. 

 

 

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Claudia Rota +39 348 5100463  - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Federica Crippa + 39 3473741007 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

STELLE & CALICI: SECONDA TAPPA DEL VIAGGIO GOURMET TRA I SAPORI DELLA NOSTRA LIGURIA

 

 

Seconda tappa del viaggio gourmet tra i sapori della nostra Liguria

 

Dopo il grande successo della prima serata con il menù a base di pesce dello Chef Tommaso Arrigoni del ristorante Innocenti Evasioni di Milano (1 Stella Michelin), inauguriamo il nuovo anno con la seconda tappa del nostro viaggio gourmet tra i sapori della Liguria: giovedì 31 Gennaio 2019 vedremo in cucina lo Chef pluristellato Igles Corelli del ristorante romano Mercerie, ideatore della “cucina circolare”.

Lo speciale menù della serata, studiato appositamente per Vite in Riviera dallo Chef, sarà come di consueto a base dei migliori prodotti liguri di stagione, in abbinamento coi vini DOP e IGP della Riviera Ligure di Ponente.

 

Menù Giovedì 31 Gennaio 2019  Chef Igles Corelli

 

Antipasto

Baccalà mantecato, Cono croccante, Crema al Basilico Genovese DOP, in abbinamento con Vermentino RLP DOC 2017

 

Primo

Risotto Gazzani con Fagioli di Conio*, Patate e Gelato di Prescinseua , in abbinamento con Pigato RLP DOC 2017 

 

Secondo

Stinco e Pancia di Cabannina a maturazione spinta© alle visciole selvatiche e morbido di Sedano rapa in abbinamento con Ormeasco DOC Superiore 2016-2017

 

 Dessert

Bignè fritti e caramellati con salsa Chinotto di Savona* in abbinamento con il Passito di Pigato 

*Presidio Slow Food

 

Scopriamo ora chi è il nostro secondo Chef…

 

Autore di undici libri di cucina, Igles Corelli è Coordinatore del Comitato Scientifico di Gambero Rosso Academy, oltre che volto di Gambero Rosso Channel nel il suo programma “Il gusto di Igles”. Si afferma a livello nazionale e internazionale tra gli anni ottanta e novanta, come Chef del mitico ristorante Il Trigabolo di Argenta, in provincia di Ferrara, tra il 1982 e il 1994, ottenendo due stelle Michelin. Qui Igles guida un’anarchica brigata di geniali visionari del gusto, una “rock band” come la definì Bonilli, “un progetto bellissimo e intelligente” come scrisse Cremona, composta da giovani cuochi quali Bruno Barbieri, Mauro Gualandi, Marcello e Luca Leoni, Italo Bassi, tutti destinati carriere più che brillanti.

 

 

 

 

 

Nel 1996 Igles si sposta di pochi chilometri e, con il sostegno di sua moglie Pia Passalacqua, apre il proprio ristorante, La Locanda della Tamerice, immersa nelle valli di Ostellato, nell’oasi naturalistica del Delta del Po, fra salici, biancospini e canne di palude, erbe spontanee e alghe, aironi e germani, anguille, pesci gatto, carpe, tinche. Questi sono gli anni  della cucina della piena maturità di Igles, che non conosce confini fra tradizione e tecniche innovative, fra terra e mare, fra crudo e cotto, fra dolce e salato…

 

«Le sole condizioni che pongo alla mia fantasia sono la bontà di ciò che preparo e l’armonia che riesco a creare»

 

Nei successivi quattordici anni riceve nuovamente una stella Michelin e consolida la sua posizione di Maestro della Cucina Italiana. Dal 2010 è stato l’executive chef del ristorante Atman (“soffio vitale” in sanscrito), a Pescia, in provincia di Pistoia.

A fine 2017 si trasferisce a Roma per l’apertura di un nuovo format di ristorazione, che prende in prestito il nome da un antico negozio di stoffe ubicato nel cuore pulsante della Roma antica. Mercerie è il concept di high street food con cui Corelli dà il via a una vera e propria rivoluzione, proponendo anche al grande pubblico una cucina stellata di alto livello riassunta in piccoli assaggi: praline, bottoni e lasagnette, in ricette sempre diverse in base alle stagioni, con possibilità di take-away.

 

«Proprio come quando entrate in una merceria 

alla ricerca di un prezioso dettaglio per una stoffa,

da noi potrete apprezzare lo stesso amore per i particolari 

e la stessa attenzione per il vostro gusto

 

Non vi resta che affrettarvi a prenotare un tavolo! I posti sono SUPER limitati!  Vi ricordiamo allora di seguito i dettagli per partecipare alla serata:

Dove: Vite in Riviera

presso l’Enoteca Regionale della Liguria, Sede di Ortovero Viale della Chiesa 18

Orario: dalle 19,30

Prezzo: 70 €

Prenotazione obbligatoria: +39 366 872 66 43

Evento Ufficiale: www.facebook.com/events/279974365987859/

Le cene proseguiranno con altri due grandi Chef italiani, entrambi insigniti con la doppia stella Michelin:

Giovedì 28 Febbraio 2019 con Gianpiero Vivalda del ristorante Antica Corona Reale di Cervere (CN)

Giovedì 28 Marzo 2019 con Marco Sacco del ristorante Piccolo Lago di Verbania 

 

Un grazie speciale ai nostri sponsor & partner:

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VITE IN RIVIERA

 

Rete di 25 aziende produttrici di vino e olio per la valorizzazione e la promozione dei prodotti tipici del territorio del Ponente Ligure: Vino Bianco Riviera Ligure di Ponente D.O.C. (Pigato, Vermentino, Moscato, Rossese, Granaccia), Vino Rossese di Dolceacqua D.O.C., Vino Ormeasco di Pornassio D.O.C., Vino Terrazze Dell’imperiese I.G.T., Vino Colline Savonesi I.G.T., olio D.O.P. della Riviera Ligure di Ponente (Riviera del Ponente Savonese).

 

Viale alla Chiesa 18 - 17037 Ortovero (SV)

 

CONTATTI: Viale alla Chiesa: 17037 Ortovero (SV) - 0182/547127

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  -  www.viteinriviera.it

 

CAMBIO DI GUARDIA DA EDIT: LO CHEF MATTEO  MONTI PRENDE IN MANO LE REDINI DELLA CUCINA DELL’EDIT RESTAURANT

 

 

 

EDIT (Eat Drink Innovate Together), neonato polo nello scenario gastronomico, culturale e sociale della ‘nuova’ Torino, ha voluto presentarsi all’appuntamento con il 2019 portando una novità: L’EDIT Restaurant si veste di una rinnovata immagine accogliendo in cucina lo chef emiliano Matteo Monti. EDIT ringrazia i Costardi Bros, Christian e Manuel, per questo anno intenso di lavoro, consulenze, idee e confronti, ma si prepara a un cambio di marcia con l’inserimento in struttura di un Resident Chef.  Una nuova sfida, un interessante passaggio di testimone per continuare a dare risalto allo spazio che si trova al secondo piano della struttura, dove ogni barriera possibile tra cucina e sala è stata annullata, così da accogliere e accompagnare gli ospiti da vicino durante il loro viaggio gastronomico. La cucina centrale a vista e il bancone che la circonda con le sue 16 sedute, creano uno dei più grandi Chef’s Table d’Italia, e saranno il nuovo palco dello chef Monti insieme ai 50 coperti presenti in sala.

 

Matteo Monti, classe 1979, dopo aver frequentato la scuola alberghiera la sua prima esperienza arriva nel 1999, a fianco dello chef Filippo Chiappini Dattilo dell’Antica Osteria Del Teatro di Piacenza. Nel 2004 Paolo Lopriore lo chiama al ristorante Il Canto dell’Hotel Certosa di Maggiano di Siena come capo partita, e lì rimane fino al 2007 quando sente il bisogno di un’esperienza straniera, volando a Oslo per lavorare a fianco dello chef Eyvind Ellstrom del ristorante Bagatelle. Durante il suo soggiorno norvegese riceve una nuova chiamata da Lopriore, che lo vuole come sous-chef. Andrà via alla fine del 2009 per raggiungere Davide Scabin al Combal.Zero di Rivoli, e con lui rimarrà nei tre anni successivi, prima di ricevere ancora una chiamata da Lopriore, che stavolta lo vorrebbe come executive chef al ristorante Il Canto. La sua strada prosegue con il Rebelot di Milano, dove nel 2015 diventa chef e prova per la prima volta l’esperienza di un bancone, entrando in contatto con il cliente in un modo più diretto e profondo. Nel gennaio 2019 inizia la sua esperienza in EDIT, dove ritrova il banco e una struttura in cui la condivisione in tutti i suoi aspetti è all’ordine del giorno. Si porta in dote uno stile di cucina in cui si riconoscono i suoi grandi maestri (Chiappini, Lopriore e Scabin) dal modo in cui maneggia le basi classiche unendole alla capacità di seguire il proprio istinto. Matteo Monti è un cuoco di sostanza che conosce le cucine regionali italiane così come la cucina d’avanguardia internazionale, un artigiano affezionato ai sapori rotondi della nostra tradizione ma capace di tocchi spiazzanti ispirati dal mondo globale. Ceviche, anolini e agnolotti, piada “matta”, tonno di coniglio alla soia… Un menu senza tempo che cambia spesso colori, ma rimane sempre rock dalla prima all’ultima nota.

 

 

Marta Mazzeo 

 

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