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CALUSO ALLA RIBALTA: VINO, RICERCA & TURISMO
What’s is going on nelle terre dell’Erbaluce di Caluso DOCG, Carema e Canavese DOC
Presentazione calendario eventi secondo semestre 2018, il progetto “Capannine meteo” e novità sugli aromi varietali dell’Erbaluce di Caluso Docg.
Si è conclusa questa mattina la conferenza stampa del Consorzio per la Tutela e la valorizzazione dei vini DOCG di Caluso e DOC di Carema e Canavese, tenutasi a Caluso, durante la quale sono stati presentati il calendario eventi del secondo semestre 2018 e il nuovo “Progetto Capannine meteo”. Inoltre, sono stati divulgati, in anteprima, i risultati ottenuti dalla ricerca “Gli aromi varietali dell’Erbaluce di Caluso Docg” condotta insieme a Fabrizio Torchio - ricercatore dell’università di Viticoltura ed Enologia di Piacenza e in collaborazione con il laboratorio Grape srl di Alba.
Al tavolo dei relatori oltre a Maria Rosa Cena - Sindaco di Caluso e a Caterina Andorno – Presidente del Consorzio per la Tutela e la valorizzazione dei vini DOCG di Caluso e DOC di Carema e Canavese, si sono passati il testimone nel raccontare le novità: Diego Baro, Presidente del Consorzio Operatori Turistici Valli del Canavese, Franco Ferrero - Direttore del Consorzio Operatori Turistici Valli del Canavese, Ivo Actis Dana - Presidente della Cantina della Serra e Vittorio Garda - Enologo. Calendario eventi:
Primo argomento di discussione, i principali appuntamenti del secondo semestre del 2018 che prevedono diverse attività rivolte ad un pubblico allargato, non solo addetti ai lavori e stampa, ma con coinvolgimento del grande pubblico, italiano ed estero, al fine di diffondere una maggiore conoscenza della realtà del Consorzio e far vivere in prima persona esperienze di degustazione e incontro diretto con i produttori. “Questi eventi sono per noi un’importante occasione per confrontarci con le varie realtà locali, crescere seguendo un percorso comune e soprattutto trasmettere la passione per il nostro prodotto e territorio” commenta Caterina Andorno, Presidente del Consorzio. Ad aprire il calendario, il 23 luglio il seminario “Scopri l’oro del canavese in rosa” organizzato ad Asti in collaborazione con ONAV Asti e volto a raccontare le tre declinazioni dell’Erbaluce di Caluso Docg (fermo, spumante e passito). La giornata è aperta non solo agli associati Onav, ma a tutti gli appassionati che possono iscriversi tramite il sito Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Nel mese di novembre, è prevista una serata a tema “La casa delle denominazioni piemontesi” organizzata presso “Home Piemonte” la sede istituzionale della Regione Piemonte a Bruxelles. Il fil-rouge è il racconto del Canavese, non solo attraverso l’eccellenza dei suoi vini, ma rafforzando il connubio con gli altri prodotti agricoli e tipici, nonché la ricca proposta turistica, culturale, paesaggistica. “Abbiamo sempre creduto nelle eccellenze enogastronomiche e nel vino in particolare come occasione privilegiata di scoperta del nostro territorio. La collaborazione attiva con il Consorzio dei vini del Canavese, con il quale abbiamo programmato un’ampia serie di eventi ed iniziative, è per noi vitale al fine di avviare un circuito virtuoso di conoscenza e scoperta del territorio.” aggiunge Franco G. Ferrero - Direttore del Consorzio Operatori Turistici Valli del Canavese.
Progetto Capannine meteo:
A seguire Ivo Actis Dana - Presidente della Cantina della Serraha illustrato il “Progetto Capannine meteo” avviato dalla Campagna 2018, che consiste nel monitoraggio di tutta l’area viticola canavesana (80% della DOCG Erbaluce – 160 ettari, 75% della DOC Canavese - 80 ettari e 50 ettari di vigneti non appartenenti a denominazioni) attraverso 8 capannine meteo al fine di raccogliere dati meteo (temperatura, umidità relativa, precipitazioni, bagnatura fogliare, punto di rugiada) e, attraverso la loro rielaborazione e analisi, poter effettuare delle previsioni legate allo sviluppo delle principali malattie fungine della vite (pernospora, oidio, botrite e black-rot) e avere un ulteriore supporto nelle decisioni del tecnico di campo per l'esecuzione dei trattamenti. Ciascuna capannina copre uno specifico settore (circa 3 kmq), ma comunica con tutte le altre. La rilevazione avviene ogni 5 minuti e la trasmissione una volta l’ora. In più ciascun viticoltore può accedere ai dati relativi alle proprie vigne sia tramite PC che dal cellulare scaricando l’apposita app. Il progetto, ad oggi, è previsto su 4 anni e con un investimento totale di circa 30.000 euro. L’adesione da parte dei consorziati è attualmente del 60%.
“Crediamo fortemente in questo progetto in quanto grazie a questo monitoraggio continuo e costante è possibile agire in modo tempestivo, mirato ed efficace sulla reale problematica rilevata o che, secondo i dati, potrebbe svilupparsi a breve. Il che si traduce in una migliore gestione dei trattamenti, che vanno a diminuire, permetto all’azienda di ampliare le azioni legate all’impiego del sistema di lotta biologica.” commentaIvo Actis Dana - Presidente della Cantina della Serra. Prendere sempre più consapevolezza del luogo in cui si opera e si vive permette anche una miglior gestione e impiego delle risorse umane ed economiche che ciascuna azienda impiega nel quotidiano e da una sua ottimizzazione ne traggono beneficio anche le realtà più piccole.
Tra i primi risultati ottenuti, dall’avvio del progetto la riduzione di 1 trattamento rispetto ad una gestione convenzionale. Questo consente dunque anche un maggior incentivo allo sviluppo della viticoltura biologica, nell’avere la massima resa dalla vite aumentando la qualità del prodotto e la propria competitività non solo sul mercato italiano. “Da non dimenticare che soprattutto negli ultimi anni i mercati internazionali hanno iniziato a inserire tra i parametri di valutazione anche i “dati meteo dell’annata” come marcatore di qualità” prosegue Ivo Actis Dana. “Questa è la prima iniziativa che prevede l’impiego di tecnologia specializzata messa a sistema su quasi tutta la superfice vitata del Consorzio (80%). Un ulteriore passo per attivare una sinergia attiva e pro-vigneto sviluppata come Consorzio e non come entità singole.”conclude Caterina Andorno, Presidente del Consorzio.
Scoperto un aroma varietale dell’Erbaluce di Caluso Docg:
La conferenza si conclude con i primi risultati del progetto “Gli aromi varietali dell’Erbaluce di Caluso Docg” sviluppata dal Consorzio per la Tutela e la valorizzazione dei vini DOCG di Caluso e DOC di Carema e Canavese in collaborazione con Fabrizio Torchio dell’università di Piacenza ed il laboratorio “Grape” di Alba. La prima fase della ricerca ha portato alla luce un importante risultato: il profilo aromatico dell’Erbaluce di Caluso Docg è caratterizzato anche da un tiolo responsabile dell’aroma di pompelmo (CIS3ESANOLO). A tale risultato si è arrivati tramite una collaborazione tra i viticoltori e il laboratorio universitario “Grape” vinificando in un diverso modo le uve Erbaluce ed analizzandone i risultati enologici con avanzate strumentazioni.
“La seconda fase della sperimentazione sarà volta alla definizione del metodo di vinificazione migliore per esaltare tale aroma e renderlo dunque maggiormente identificabile all’assaggio anche da un pubblico più ampio perché caratteristico del nostro vino” commenta l’enologo Vittorio Garda.
Ufficio stampa – Consorzio per la Tutela e la valorizzazione dei vini DOCG di Caluso e DOC di Carema e Canavese
Ilaria Bardessono – cell. 391 4916 469 – email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
SINDACATO NAZIONALE LA BASE BALNEARE CON DONNEDAMARE
26 Giugno 2018: nasce il Sindacato Nazionale La Base Balneare con Donnedamare
Il momento è troppo importante. E non si può delegare. La battaglia per fermare le aste previste da un'errata applicazione della direttiva Bolkestein, per impedire che oltre trentamila imprese italiane vengano messe in pericolo, deve essere portata fino in fondo in tempi brevi. E proprio questi anni di speranze tradite, di docce fredde, di incubi ci hanno convinto di quanto sia importante scendere in campo direttamente. E' con questo scopo che nasce La Base Balneare con Donnedamare
Si tratta di un nuovo sindacato di categoria, che raccoglie la voce di tantissimi concessionari balneari italiani, stanchi di essere iscritti a sindacati che in questi anni non hanno rappresentato la loro volontà, quando addirittura non l'hanno tradita sostenendo posizioni diametralmente opposte, sacrificando il destino della “base” sull'altra di accordi con governi e istituzioni ad ogni livello.
Per anni abbiamo subito il ritornello “Ce lo chiede l'Europa”, per giustificare il tentativo di dare vita a una riforma delle concessioni balneari allineata a chi voleva mandare all'asta le spiagge italiane. Quando abbiamo deciso di provare a vedere se era davvero tutto così inevitabile, abbiamo scoperchiato il calderone, abbiamo fatto gettare le maschere a tanti.
Il 18 aprile, grazie alla forza di volontà dell'Associazione Donnedamare e della sua presidentessa Bettina Bolla, siamo arrivati a contattare Fritz Bolkestein, autore della direttiva che tanta angoscia ha procurato alla categoria. Abbiamo fatto quello che nessuno aveva mai pensato o voluto fare: lo abbiamo interpellato, lo abbiamo invitato a Roma in un'aula del Parlamento italiano, e in quell'occasione dalla sua viva voce abbiamo sentito dire che le concessioni balneari non devono rientrare nell'ambito di applicazione della direttiva. Perché sono beni e non servizi, come abbiamo sostenuto, invano (e inascoltati) da anni.
Molti dei sindacati di balneari allineati al progetto delle aste, hanno attaccato o deriso questo intervento, altri hanno iniziato a sostenere questa posizione senza che per anni avessero fatto qualcosa per ottenere un parere tanto semplice quanto illuminante.
Molte forze politiche hanno aperto gli occhi, altre hanno trovato forza per sostenere l'esclusione dei balneari italiani dalla direttiva.
L'incontro con mister Bolkestein del 18 aprile scorso è stato una pietra miliare della battaglia anti aste. E c'è stato solo grazie a un'associazione che non era un sindacato, né aveva la forza e i diritti di un sindacato.
Dalla base, da tanti balneari che hanno riscoperto la speranza grazie a Donnedamare, è partita la richiesta di trasformare l'associazione in sindacato, per dargli la forza di rappresentare finalmente le loro posizioni.
Per costringere le istituzioni e gli altri “rappresentanti” della categoria ad accettare ai tavoli e ai confronti, anche chi finora ne è stato tenuto fuori.
Dalle intenzioni ai fatti, l'associazione Donnedamare si è messa al lavoro, grazie al prezioso contributo dell'avvocato Ettore Nesi, uno dei massimi esperti italiani di diritto amministrativo legato ai temi demaniali, abbiamo redatto lo statuto che riporta questo incipit
“In un contesto di insoddisfazione generale dovuto al comportamento inerte delle Istituzioni nei confronti del turismo balneare e dei problemi ad esso inerenti, si sono spontaneamente formate aggregazioni di imprenditori balneari dislocati su tutto il territorio nazionale, che intendono dar vita ad un Sindacato autonomo di categoria.
L’intento è quello di unire le forze al fine di tutelare tutti i lavoratori e le lavoratrici che, anche da generazioni, lavorano sul mare, dedicando la loro vita ad un impiego duro che richiede energia ed impegno dall’alba al tramonto”.
Poi sono stati individuati consiglieri provenienti da ogni regione costiera.
La Base Balneare con Donnedamare salpa. E' realtà.
➢ Presidente del Sindacato Bettina Bolla (Liguria)
➢ Vice Presidente Avv. Nicolò Maellaro, Segretario Nazionale dell'UDAI (Unione degli Avvocati d'Italia) www.udai.it (Puglia)
➢ Segretario Nazionale Luana Guietti (Emilia Romagna)
➢ Tesoriere Patrizia De Filippo (Liguria)
Consiglieri
1. Anna Acconci (Toscana)
2. Gabriele Boldrini da Rimini(Emilia Romagna)
3. Laura Castello (Liguria)
4. Emanuele Cola (Liguria)
5. Sabrina Crusco (Basilicata)
6. Francesco Ferrigno (Campania)
7. Fulvia Frallicciardi (Lazio)
8. Silvia Frassinelli (Toscana)
9. Patrizia Lerda (Liguria)
10. Nicolò Maellaro (Puglia)
11. Domenico Parisi(Calabria)
12. Edgardo Perino Edi (Liguria)
13. Rita Polacci(Toscana)
14. Vicky Ratto (Liguria)
15. Maria Teresa Silenzii (Marche)
B.B.
TORNA LA NOTTE DEI MAESTRI DEL LIEVITO MADRE A PARMA
Il 23 luglio dalle ore 20,30 torna la quarta edizione della Notte dei Maestri del Lievito Madre, l’appuntamento per incontrare i più grandi Maestri Pasticceri a Parma, una notte dedicata alla degustazione di prodotti lievitati artigianali. L’evento nasce da un’idea del pasticcere Claudio Gatti di Pasticceria Tabiano a Tabiano Terme, famoso proprio per i segreti del suo lievito madre, con cui produce ila Focaccia di Tabiano, il suo dolce simbolo, ed è organizzato da Video Type di Parma.
Anche quest’anno si terrà sotto i Portici del Grano di Piazza Garibaldi, nella eletta città creativa per la gastronomia Unesco, con importanti novità: ospite d’eccezione e premiato con il titolo “Maestro dei Maestri del Lievito Madre” by Belcolade è Iginio Massari, presentato da Carla Icardi, Direttore Progetti Food di MN Holding.
Iginio Massari è considerato il Padre della Pasticceria Italiana, fondatore di AMPI, Associazione Maestri Pasticceri Italiani e della scuola di cucina professionale Cast Alimenti, protagonista del format televisivo The Sweetman Celebrities in onda su Sky Uno HD, le sue creazioni si trovano a Pasticceria Veneto a Brescia e alla Pasticceria Iginio Massari a Milano, a pochi metri dal Duomo. Per questo il titolo “Maestro dei Maestri del Lievito Madre” non poteva essere più appropriato.
Sarà una degustazione libera dove si potranno provare oltre 60 tipologie di lievitati rigorosamente artigianali, realizzati con lievito madre dai Maestri. Un’iniziativa che promuove il consumo dei lievitati tutto l’anno, destagionalizzando un prodotto troppo spesso associato all’immaginario della festa.
Quest’anno saranno ancora più numerosi i Maestri del Lievito Madre che si danno appuntamento a Parma, chiamati dal Maestro Claudio Gatti come colleghi autorevoli per questo evento nel territorio parmense che, non a caso, viene soprannominato la Food Valley italiana. I Maestri presenti potranno interpretare a scelta una farina di gusto firmata Agugiaro&Figna per testarne la duttilità sulle proprie lavorazioni.
A precedere le degustazioni, sul palco, un mini talk-show presentato da Carla IcardiDirettore Progetti Food di MN Italia spiegherà l’importanza della selezione di materie prime di qualità nella realizzazione dei prodotti in degustazione e l’uso di un lievito vivo, che rende quindi il prodotto finito sempre diverso, a seconda delle condizioni atmosferiche, con sfumature e imperfezioni che lo rendono davvero artigianale. Fil rouge in linea con le scorse edizioni è invece la destagionalizzazione di panettoni e lievitati, tanto da vederlo protagonista di merende sotto l’ombrellone.
I dati:
Secondo Aidepi (l’associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane) nel nostro Paese ne vengono prodotti ogni anno circa 50 tonnellate che equivalgono circa a 50 milioni di unità (0,82 pro capite) per un giro d’affari complessivo pari a 331 milioni di euro, quasi un panettone a testa. Un trend, quello del panettone, in costante crescita: (+4%) . E anche i numeri dell’export sono positivi come conferma Confartigianato in un report che riguarda il consumo dei lievitati. Secondo Coldiretti 3 italiani su 4 nel 2017 hanno scelto dei panettoni garantiti made in Italy, a conferma di una sempre maggiore sensibilità dei consumatori verso la provenienza di quel che portano in tavola.
I maestri del Lievito Madre:
I Maestri del Lievito Madre presenti vengono da tutta Italia, riuniti per una lunga notte dedicata alla lievitazione:
Marco Avidano- Pasticceria Avidano a Chieri (TO)
Mario Bacilieri- Pasticceria Bacilieri a Marchirolo (VA)
Luigi Biasetto – Pasticceria Biasetto a Selvazzano Dentro (PD)
Maurizio Bonanomi- Pasticceria Merlo a Pioltello (MI)
Renato Bosco- Saporè di San Martino Buon Albergo (VR)
Roberto Cantolacqua Ripani- Pasticceria Mimosa di Tolentino (MC)
Emanuele e Giancarlo Comi- Pasticceria Comi a Missaglia (LC)
Salvatore De Riso- Sal De Riso a Tramonti (SA)
Denis Dianin- D&G Patisserie di Selvazzano Dentro (PD) e Clusone (BG)
Gino Fabbri- Gino Fabbri Pasticcere a Bologna
Francesco Favorito- specialista del Gluten free
Salvatore Gabbiano- Pasticceria Gabbiano di Pompei (NA)
Fabrizio Galla- Fabrizio Galla a San Sebastiano Da Po (TO)
Claudio Gatti- Pasticceria Tabiano a Tabiano Terme (PR)
Stefano Gatti- Il Fornaio a Viareggio (LU)
Emanuele Lenti- Pregiata Forneria Lenti a Grottaglie (TA)
Daniele Lorenzetti- Pasticceria Lorenzetti a San Giovanni Lupatoto (VR)
Grazia Mazzali- Pasticceria Mazzali a Governolo (MN)
Mauro Morandin- Pasticceria Mauro Morandin a Saint-Vincent (AO)
Alfonso Pepe- Pasticceria Pepe a Sant'Egidio del Monte Albino (SA)
Paolo Sacchetti- Il Nuovo Mondo a Prato
Vincenzo Santoro- Pasticceria Martesana di Milano
Anna Sartori- Pasticceria Sartori a Erba (CO)
Attilio Servi- Pasticceria Attilio a Pomezia (RM)
Valter Tagliazucchi- Il Giamberlano a Pavullo Nel Frignano (MO)
Vincenzo Tiri- Tiri 1957 di Acerenza (PZ)
Andrea Tortora- AT/ Patissier San Cassiano in Badia (BZ)
Carmen Vecchione- DolciArte di Avellino
Achille Zoia- La boutique del Dolce a Cologno Monzese (MI)
Agugiaro&Figna Molini
Agugiaro&Figna Molini, azienda molitoria italiana attiva fin dal XV secolo e leader nel mercato italiano per la macinazione del grano tenero anche quest’anno è main sponsor de la Notte dei Maestri del Lievito Madre con la linea “Le Sinfonie” dedicata all’arte dolciaria e le farine di gusto Grano Franto, Mora e Grani Antichi per preparazioni di grandi lievitati sia dolci che salati.
I Maestri pasticceri d’Italia presenti potranno interpretare a scelta una farina di gusto firmata Agugiaro&Figna e testarne la duttilità sulle proprie lavorazioni.
Parma, il territorio:
Parma è stata nominata, unica in Italia, città creativa per la gastronomia Unesco nel dicembre dello scorso anno. Parma è una città con un centro ricco di capolavori artistici, piccoli e grandi tesori di diverse epoche e grandi aree verdi, si respira un'atmosfera raffinata da piccola capitale. Certo non si può parlare solo della cittadina di Parma, dei suoi monumenti (le cappelle del Correggio, la camera di San Paolo e il battistero nella splendida cornice della piazza del Duomo) e della sua tradizione musicale, senza aver ben presenti i paesaggi che le fanno da corona: le colline tra il Po e il crinale appenninico, con tanti piccoli centri ricchi di storia, castelli, pievi medioevali e teatri.
La “bassa” con i comuni di Mezzani, Sorbolo, Trecasali e Polesine ha ispirato il riottoso carattere di Bernardo Bertolucci e Giovannino Guareschi. Terra ricca di capolavori architettonici come il Castello dei Rossi a S. Secondo, la Reggia di Colorno ora sede di Alma- Scuola internazionale di Cucina Italiana, il castello di Fontanellato, la rocca di Meli Lupi a Soragna e l'abbazia cistercense a Fontevivo. Qui regna la cultura della carne e la lavorazione del suino è considerata un'altra forma d'arte.
L'Appennino parmense raccoglie le valli del Ceno, del Taro e del Parma - i tre principali corsi d'acqua della provincia - costellate da borghi antichi e da meraviglie paesaggistiche che suggeriscono itinerari in mountain bike, passeggiate a cavallo ed escursioni a piedi attraverso i boschi, su sentieri ombrosi e cime a volte impegnative.
Camilla Rocca
CIVA - CONSEIL INTERPROFESSIONNEL VINS D'ALSACE: VERSO UN APPROCCIO COLLETTIVO
Nel 2017 il Conseil Interprofessionnel des Vins d’Alsace ha iniziato un percorso di riflessione rispetto al futuro dei Vini d’Alsazia e, in particolare, alla definizione di un posizionamento marketing che sia marcante e rappresentativo dell’evoluzione che sta avvenendo nei vigneti alsaziani negli ultimi anni.
Per questo motivo numerose sono state le occasioni di confronto in stretta collaborazione con i rappresentanti dei vigneti ossia i viticoltori, le aziende vinicole, i responsabili marketing delle aziende.
Invitando i viticoltori e le case vinicole a far parte del gruppo di lavoro interno all’Interprofessione, il CIVA desidera unire e rafforzare le competenze degli esperti su ciascun mercato di riferimento, le riflessioni legate al terroir e gli sbocchi futuri.
Il marketing non è il solo settore ad essere al centro dell’attenzione da parte dei viticoltori alsaziani in questo momento.
Gli effetti del cambiamento climatico, la volontà affermata di voler preservare l’ambiente e i territori dei vitigni alsaziani e la costante ricerca per un miglioramento continuo per quanto riguarda la qualità dei vini costituiscono gli assi principali sui quali il CIVA rafforza la sua manovra d’azione.
Per condurre al meglio questo cambiamento, il CIVA ha riorganizzato i suoi dipartimenti marketing, tecnico ed economico. È nato così un “servizio dedicato alle aziende” che desidera porsi all’ascolto dei professionisti.
Già da un anno sono in atto importanti progetti all’insegna di uno spirito di squadra, collettivo, che possa essere a stretto contatto con i professionisti della filiera, cominciando dagli stessi viticoltori.
IL DNA DEI VINI D’ALSAZIA. RITORNO ALL’ESSENZIALE
Per essere visibili e riconosciuti dal consumatore, i Vini d’Alsazia devono saper comunicare in modo chiaro il loro valore unico e cosa li contraddistingue rispetto ai vini di altre regioni.
“Un marchio percepito nel modo corretto aiuta a differenziare l’offerta. Diventa un punto di riferimento per il consumatore, è facilmente identificabile e inimitabile!” dichiara Gilles Neusch, direttore del CIVA.
Per riuscire a realizzare il progetto, una delle prime sfide è stata quella di identificare un messaggio di forte impatto e le differenze che distinguono i Vini d’Alsazia dalla concorrenza:
TUTTI I GRANDI TERRITORI DEL MONDO SONO PRESENTI IN ALSAZIA
Su uno stretto cordone composto da vigneti, l’Alsazia concentra una ricchezza geologica senza equivalenti. La maggior parte dei vitigni comuni sono stabiliti su 4 o 5 formazioni geologiche differenti. Tutte le formazioni coesistono e formano un mosaico di suoli singolari, matrice dei grandi vini del territorio.
CAPACITÀ E SAVOIR – FAIRE RICONOSCIUTO PER I VINI BIANCHI
Tutte le nuance del bianco si declinano in Alsazia, rappresentate da 9 bottiglie prodotte su 10: grandi vini secchi e minerali, effervescenti, vini freschi e aromatici o liquorosi d’eccezione. Da secoli i Bianchi d'Alsazia si declinano con precisione secondo i vitigni, il clima, il sole, la sensibilità. Cura e grande ambizione sono qualità che vengono perseguite anche dalle nuove generazioni.
Una pagina della storia che continua a rinnovarsi e che dona lustro a questi vitigni.
UN VITIGNO FAMILIARE E A MISURA D’UOMO
In Alsazia le proprietà vinicole si trasmettono da famiglia in famiglia da ormai 12 generazioni. Questa è senza dubbio la ragione per la quale i viticoltori alsaziani sono così legati alla conservazione dei terreni e alle loro tradizioni. Ne deriva l’innata ospitalità che porta i produttori ad aprire le porte delle proprie cantine ai visitatori per mostrare e condividere il loro "saper fare", i loro prodotti, i terroir.
NUOVA IDENTITÀ GRAFICA PER I VINI D'ALSAZIA
La nuova immagine grafica che contraddistingue i Vini d’Alsazia è stata rivelata in occasione della IV Edizione del Salone Millésimes Alsace, svoltosi a Colmar nel mese di giugno scorso. I visitatori hanno avuto modo di apprezzare la nuova proiezione a grande impatto emozionale che allo stesso tempo è stata lanciata su tutti i Social Network ufficiali del CIVA.
Il logo trova ispirazione dalla natura, dai vitigni alsaziani, dai valori e dai simboli che animano da sempre la cultura di questa regione.
Lo sguardo si rivolge alla vigna, alla verticalità delle travi e al posizionamento delle viti, sottolineando così il rigore dei viticoltori. Il carattere utilizzato per definire le iniziali è solido, come quello dei Crus che si può identificare nelle profondità del suolo alsaziano. Senza dimenticare il simbolo della regione, la cicogna, elegante e maestosa, che vola verso il cielo evocando la finezza di questi vini così eleganti. La ricerca tipografica racconta questo movimento slanciato. Senza dimenticare la scelta dei colori: l’antracite si ispira alle travi e al terreno, l’oro identifica il riflesso cristallino e brillante dei Vini d’Alsazia.
Il nuovo logo dei Vini d’Alsazia è l'equilibrio perfetto tra tradizione e modernità.
MILLESIMES ALSACE:
UN INSIEME DI TERROIR
La IV Edizione di Millesimes d’Alsace, Salone che ha luogo ogni due anni a Colmar, si è chiusa con successo:
- 750 visitatori (di cui 110 invitati)
- 15 i Paesi esteri rappresentati
- Più di 600 vini in degustazione
- Due giornate dedicate alla degustazione e alla scoperta dei terroir
Il primo giorno si è caratterizzato per la presenza unica di 107 produttori alsaziani, i più importanti nomi della produzione regionale. Un’occasione unica per degustare una vasta gamma di Crus appositamente selezionati.
La IV Edizione è stata dedicata al vitigno Riesling, secco, proveniente da grandi terroir d’Alsazia.
La degustazione si è svolta a banco aperto e ogni visitatore ha potuto perciò dedicarsi, ascoltando le proprie esigenze, alla conoscenza delle Maison presenti e all’assaggio dei vini, in tutta libertà.
Inoltre durante il salone si è svolta una conferenza che ha visto protagonisti tre grandi produttori: Maurice BARTHELME - Domaine Albert MANN, Oliver HUMBRECHT - Domaine ZIND-HUMBRECHT e André OSTERTAG - Domaine OSTERTAG.
Il filo conduttore di questo momento è stata la discussione ampia su tre tematiche faro per i tre produttori e la coltura vinicola alsaziana:
- ciò che si può vedere rappresentato dalla nascita del paesaggio, il disegno formato dalle rocce nel tempo, il valore dei differenti tipi di terroir.
- ciò che si può toccare, l’evoluzione di una denominazione e la sua conseguente valorizzazione.
- ciò che non è visibile, quello che fa di un luogo un grande territorio.
La seconda giornata è stata dedicata alla visita dei terroir caratterizzanti la regione, accompagnati dai produttori. Il risultato: 8 percorsi dedicati ai Grands Cru alsaziani.
Per maggiori informazioni:
Alessandra Zaco - Ufficio stampa CIVA Italia
TRAVAGLINO FESTEGGIA LA 150A VENDEMMIA
Travaglino: la tenuta simbolo dell’Oltrepò festeggia la 150° vendemmia con un nuovo spumante
Tenuta Travaglino lancia la nuova etichetta dedicata al cento cinquantenario dell’azienda. Si chiama Riserva del Fondatore 150° e rappresenta al contempo un traguardo e un’opportunità per volgere lo sguardo al futuro.
La Riserva del Fondatore 150° nasce da una selezione di Pinot Nero 95% e Chardonnay 5% delle vigne più storiche della tenuta e riflette pienamente lo stile Travaglino, caratterizzato da tradizione, avanguardia e passione.
Un vino pensato per non essere dosato ed esprimere tutta l’essenza della terra che lo origina: un connubio tra potenza, freschezza ed evoluzione che ben si integrano in un’effervescenza fine ed armoniosa.
“La Riserva del Fondatore 150° è un universo di emozioni racchiuse in una bottiglia, una storia lunga 150 anni che merita di essere celebrata in modo adeguato, ringraziando e dando merito a tutti coloro che hanno contribuito alla crescita dell’azienda della mia famiglia”. Così Cristina Cerri Comi, oggi alla guida della Tenuta, descrive il nuovo spumante e continua “In 150 anni di vita la particolarità di Travaglino è stata quella di essere pioniere, di guardare al futuro in modo coerente con il passato”.
Cristina Cerri Comi rappresenta la quinta generazione di una realtà che vanta 400 ettari di proprietà, a corpo unico, di cui 80 vitati, 12 cascine, un borgo storico e una locanda. 7 vitigni coltivati e 14 etichette prodotte sotto la supervisione dell’enologo Achille Bergami in collaborazione con Donato Lanati ed il suo centro di ricerca Enosis, un lavoro di squadra per racchiudere in ogni bottiglia la straordinaria vocazione di un territorio.
L’azienda ha in serbo un’ulteriore sorpresa per festeggiare questo speciale anniversario: un millesimato 2004, 100% Pinot Noir che uscirà a fine anno. Una creazione unica nel numero e nell’immagine: 150 bottiglie e una confezione impreziosita da due calici creati in esclusiva.
Travaglino è la più antica realtà vitivinicola dell’Oltrepò Pavese. Dal 1868 coltiva i vigneti di proprietà, oggi 80 ettari, situati nella parte centro occidentale dell’Oltrepò, a Calvignano, sulle pendici del Monte Ceresino. Da cinque generazioni Travaglino promuove e crede nelle potenzialità del proprio territorio che si esprime nei suoi vitigni più rappresentativi: il Pinot Nero e il Riesling Renano. L’azienda ha scelto di produrre etichette, che siano capaci di raccontare la storia delle loro origini. Vini sempre eleganti, mai scontrosi, che prediligono la finezza e la piacevolezza della beva.
Marta Sobrino
WELL COM srl