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IL CASTRATO DI VIVALDI
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IL LIBRO DEL RISO ITALIANO
IL RISOTTO È IL PIATTO PIÙ RICHIESTO DAI TURISTI ESTERI IN ITALIA
Le nuove preferenze nel sondaggio fra i ristoranti della guida GattiMassobrio incoronano il risotto tra i piatti preferiti dai turisti in Italia. In questi giorni l'uscita della nuova monografia Il libro del riso Italiano, che narra le ragioni dell'eccellenza del riso made in Italy.
C'è grande sorpresa per i dati sul turismo enogastronomico che sono emersi dal sondaggio de ilGattiMassobrio, presentato ai ristoratori lombardi durante la tavola rotonda “Le leve del turismo enogastronomico” (l'evento si è tenuto mercoledì 29 alle cantine Guido Berlucchi di Franciacorta, relatori il giornalista Paolo Massobrio e l'assessore allo Sviluppo Economico e al Turismo, Mauro Parolini).
Gli esiti del sondaggio, tenuto su un campione rappresentativo di ristoratori lombardi inseriti nella Guida (che sono ben 675), confermano l'aumento del flusso turistico dopo Expo e il tramonto definitivo del menu all'Italiana composto da 4 piatti. Il 50% dei turisti stranieri infatti sceglie due portate e solo il 4% opta per il menu completo. Mentre il piatto più richiesto tra i primi è il risotto (13%) che batte ampiamente gli spaghetti (5%) tradizionale simbolo della cucina italiana.
Anche se l'Italia non è conosciuta come il paese dove si mangia il riso, l'eccellenza del riso italiano, con le sue numerose varietà, e l'abilità dei ristoratori Italiani nel prepararlo inizia forse a farsi conoscere anche ai turisti?
Sulla qualità del riso italiano l'agronomo, esperto nella selezione varietale di riso, Massimo Biloni ha dichiarato:
La risicoltura italiana è fatta di produttori eccellenti e questo è dimostrato dall’abilità che i nostri agricoltori hanno saputo dimostrare nell’adattarsi a coltivare le sempre nuove varietà di riso. Varietà che non si limitano più semplicemente ai risi da risotto, ma spaziano verso risi mai coltivati prima...
Oggi più che mai scegliere riso italiano significa qualità. In nessun altro paese d’Europa e del mondo ci sono norme così dettagliate sulla coltivazione, sulla lavorazione e sull’etichettatura...
Il riso non è nato in Italia, gli Italiani ne hanno importato la coltivazione dall’estero diversi secoli fa; ma hanno saputo adattarla molto bene al proprio clima e anche al proprio gusto, selezionando varietà a granello grosso e perlato adatte alla preparazione dei risotti. È così che il miglioramento genetico italiano si è differenziato da ogni altra attività simile condotta nel resto del mondo, con la produzione di risi originali e oggi famosi in tutto il mondo.
Massimo Biloni con Valentina Masotti, sommelier del riso esperta in comunicazione e marketing, sono autori de Il libro del riso Italiano, un testo voluto e promosso da Paolo Massobrio (Coedizione Cairo-Comunica, collana i libri de ilGolosario; prezzo: € 17,90; pagine 320) in cui il riso italiano e la sua eccellenza vengono spiegati al pubblico in modo ricco ed esauriente, attraverso un racconto semplice e divulgativo, illustrato da immagini a colori e infografiche chiarificatrici.
Tanti gli argomenti trattati: il riso nel mondo, la storia della sua coltivazione in Italia, la rassegna delle principali varietà di riso italiane, le principali normative che regolano la sua etichettatura, il processo della lavorazione del cereale in riseria, fino al capitolo dedicato alla sua degustazione e a quello dedicato lavoro dei sommelier del riso, in cui viene spiegato come valutare la qualità del prodotto che ci portiamo a casa, con pochi semplici passaggi sensoriali, proprio come si fa nella degustazione del vino. Alla degustazione segue poi una ricca sezione dedicata alla cucina: ai principali metodi di preparazione e alla scelta delle varietà di riso adatte ai diversi usi.
Quindi 100 ricette, tra cui oltre 35 tipi di risotti, scritte da cuochi Italiani di ristoranti celebri della guida GattiMassobrio e foodblogger di ogni parte d’Italia. A completare il testo non poteva mancare una guida all’acquisto del “riso in cascina”, con gli indirizzi di oltre 130 produttori in tutta Italia che commercializzano direttamente questo prezioso cereale che “sfama” ogni giorno quasi metà della popolazione mondiale, ma che riserva ancora numerose sorprese da scoprire agli Italiani e ai turisti che visitano il nostro paese.
Ufficio Stampa Comunica Edizioni
Silvia Benzi IQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.';document.getElementById('cloak15534a7d2cbf25f3d0b3d04294c2dba1').innerHTML += ''+addy_text15534a7d2cbf25f3d0b3d04294c2dba1+'<\/a>';
Federica Borasio I Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
CANTINE D'ITALIA 2018 LA GUIDA GO WINE PER IL TURISTA DEL VINO
Presentata a Milano la nuova edizione della Guida Go Wine
CANTINE D'ITALIA 2018
Per coloro che ritengono che il vino valga un viaggio…
Oltre 400 persone presenti, circa 80 aziende vinicole rappresentate in sala,
giornalisti ed enoappassionati per discutere di turismo del vino e
premiare la grande accoglienza italiana in cantina
Cantine d’Italia 2018, la Guida a cura di Go Wine che si propone di promuovere la grande accoglienza italiana in cantina, è stata presentata ieri a Milano con un grande evento.
Alcuni numeri del volume: oltre 700 cantine selezionate, 230 “Impronte d’eccellenza” per l’enoturismo, oltre 4.000 vini segnalati, 1.500 indirizzi utili per mangiare e dormire.
Un volume che racconta luoghi e storie di uomini e donne del vino. Conduce al vino attraverso la cantina come sito da visitare e come fattore che concorre alla promozione del turismo del vino.
Una sorta di omaggio alla grande accoglienza italiana in cantina!
A tenere a battesimo la nuova edizione Alessandro Scorsone (giornalista e sommelier), Antonio Cabrini (campione dello sport), Magda Antonioli Corigliano (docente di economia per il turismo all’Università Bocconi di Milano): costoro hanno anche firmato tre interventi che aprono il volume e che accrescono la natura di una Guida che ha nel racconto il suo punto di forza.
In sala oltre 80 aziende vinicole rappresentate, con moltissimi uomini e donne del vino provenienti da ogni parte d’Italia.
Massimo Corrado, presidente di Go Wine, ha presentato le linee generali del volume e le sue principali novità.
La Guida tende a valorizzare la cantina come luogo inserito nel contesto di un territorio vinicolo e come dimora ove uomini e donne operano. Essi realizzano quella virtuosa opera di promuovere il territorio mentre promuovono se stessi.
Una Guida che pertanto non vuole rivolgersi soltanto ai “super appassionati”, ma che desidera essere un’occasione per creare cultura a favore del vino e dei suoi territori.
“Continua la crescita di investimenti e attenzioni da parte delle aziende vinicole verso il turismo del vino – ha evidenziato Corrado nel suo intervento. In Guida sono numerose le realtà che si presentano sia attraverso attività parallele come agriturismo, b&b, sia attraverso iniziative che rendono la cantina un luogo aperto per incontri, eventi culturali, manifestazioni legate al gusto.
Al contempo la Guida richiama una maggiore attenzione per l’enoturista italiano: in questa direzione si segnala il fattore “D”: D come domenica. Ovvero un simbolo posto a fianco di quelle cantine che manifestano disponibilità effettiva ad accogliere i visitatori alla domenica: direttamente o su appuntamento.
Un modo per richiamare l’attenzione a favore dell’enoturista italiano che – a differenza degli stranieri – organizza spesso itinerari ed escursioni nel corso dei week-end”.
Sono 230 le “Impronte Go Wine” nella edizione 2018: rappresentano un segno di “eccellenza” nel campo dell’enoturismo nazionale e costituiscono una sorta di segno ideale che Go Wine assegna alle cantine che hanno conseguito un alto punteggio nella valutazione complessiva su sito, accoglienza e profilo produttivo.
Si tratta dei tre fattori su cui si compone la presentazione delle aziende vinicole e su cui si va a definire una loro valutazione.
Sito da intendere come luogo ove si trova la cantina, guardando anche alla cantina medesima dal punto di vista architettonico. Ma sito anche come patrimonio di vigneti complessivo di cui dispone la cantina.
Accoglienza per valorizzare la vocazione della cantina verso una parallela attività: sia per attività come agriturismo, B&B o ristorazione, sia per iniziative culturali che denotano un atteggiamento di “apertura” della cantina verso il mondo esterno.
Vino, come profilo produttivo dell’azienda valutato nel tempo, al di là dell’exploit di una singola vendemmia; dunque anche tenendo conto del carattere della produzione, della eccellenza di alcune etichette, di una particolare cura verso specifiche tipologie di vini.
Nella speciale classifica per regioni si conferma ai vertici la Toscana con 49 impronte, seguita da Piemonte (44) e Veneto (34).
Sono 16 le Cantine che raggiungono il vertice delle “Tre Impronte Go Wine”: Badia a Coltibuono (Toscana); Bellavista (Lombardia); Ca’ del Bosco (Lombardia); Capezzana (Toscana); Castello di Modanella (Toscana); Castello di Verduno (Piemonte); Bisol (Veneto); Donnafugata (Sicilia); Ferrari (Trentino); Florio (Sicilia); Fontanafredda (Piemonte); Lungarotti (Umbria); Malvirà (Piemonte); Masciarelli (Abruzzo); Planeta (Sicilia); Tenuta Vicchiomaggio (Toscana).
Uno spazio importante nella cerimonia è stato riservato alla consegna dei 7 “Premi Speciali”, che si rivolgono a Resort e Tavole aziendali d’eccellenza, vini “storici” e “autoctoni”, Enocultura, EnoArchitetture.
Ecco i premi speciali di Cantine d’Italia 2018:
Premio “Alto Confort” per il Relais aziendale dell’anno:
Russiz Superiore per il Relais Russiz Superiore (Capriva del Friuli, Friuli Venezia Giulia);
Premio “Cantine Golose” per la Tavola aziendale dell’anno:
Ristorante 21.9 presso la Tenuta Carretta (Piobesi d’Alba, Piemonte);
Premio “Cantine Meravigliose” per l’EnoArchitettura dell’anno:
Di Marzo (Tufo, Campania);
Premio Enocultura:
Zaccagnini (Bolognano, Abruzzo);
Premio “Autoctono si nasce”:
Lacrima di Morro d’Alba – Mancinelli (Morro d’Alba, Marche);
Premio “Buono…non lo conoscevo!”:
Uvalino – Cascina Castlèt (Costigliole d’Asti, Piemonte);
Premio “Vini Storici d’Italia”:
Vino Nobile di Montepulciano – Contucci (Montepulciano, Toscana).
E’ poi seguita l’esclusiva e straordinaria degustazione dei Vini Top premiati dalla Guida, a beneficio del numeroso pubblico partecipante all’evento.
La Guida Cantine d’Italia 2018 è edita dall’associazione Go Wine; conferma l’impegno dell’associazione volto ad affermare, anche attraverso la Guida, i principi ispiratori dell’attività associativa. La redazione Go Wine cura la redazione di tutto il volume e del repertorio delle cantine selezionate, con i contributi e le segnalazioni di giornalisti e delegati Go Wine in Italia.
Le oltre 700 cantine presenti nel volume sono state scelte in base all'esperienza diretta.
Per ogni cantina una pagina ricca di notizie: dall’anagrafica aziendale ai dati sulla produzione, ai referenti interni da contattare; dai giorni e gli orari di visita alle informazioni stradali; dal racconto delle suggestioni che la cantina e il suo contesto offrono al visitatore a una serie di utili appunti sui vini aziendali con indicazione del vino top e degli altri vini da conoscere.
Ogni cantina è presentata attraverso una valutazione in stelle (su scala 5), suddivisa nei tre aspetti che sono ritenuti rilevanti dalla Guida: il sito, l'accoglienza e i vini.
Inalterato è sempre lo spirito dell'opera: spingere l'appassionato a viaggiare per conoscere il fascino del territorio del vino italiano attraverso il racconto di molti suoi interpreti d'elezione.
Per ulteriori informazioni:
redazione Go Wine Editore, rif. Silvia Pezzuto, Elisa Nota, tel. 0173 364631 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
MANOVRA (FILIERA TURISMO VINO): VIA LIBERA A EMENDAMENTO SU ENOTURISMO FONDAMENTALE PER SETTORE
EMENDAMENTO RECEPISCE GRAN PARTE DEL DDL STEFÀNO
E DEL GIOCO DI SQUADRA CON MIPAAF
“Il Movimento turismo del vino esprime grande soddisfazione per l’emendamento, approvato questa notte alla commissione Bilancio del Senato, che riconosce per la prima volta lo status giuridico-fiscale della pratica enoturistica. Un risultato raggiunto soprattutto grazie alla determinazione e alla perseveranza del senatore Dario Stefàno, che ha ben compreso le istanze e le opportunità di un fenomeno in grande espansione con un indotto turistico di quasi 3 miliardi di euro l’anno”.
Lo ha detto il presidente del Movimento turismo del vino (Mtv), Carlo Pietrasanta, a commento dell’emendamento a prima firma Stefàno passato questa notte in commissione Bilancio del Senato, che inquadra per la prima volta l’enoturismo in una cornice normativa propria e assolutamente nuova.
Per Paolo Castelletti segretario generale dell’Unione Italiana Vini: “Siamo ad un passo dal riconoscimento normativo dell’attività enoturistica, un momento storico per il nostro Paese. L’emendamento inserito in finanziaria recepisce i punti principali del ddl Stefàno e definisce il quadro fiscale e legislativo entro cui, finalmente, anche in Italia si potrà essere operatori enoturistici a tutti gli effetti. Grazie al senatore Stefàno, al ministro Martina e a tutte le forze politiche che si sono impegnate a fondo per raggiungere questo risultato. Adesso è necessario un ultimo sforzo per la definitiva approvazione alla Camera. Ma poi, in seguito, vogliamo e dobbiamo continuare a lavorare per vedere approvato integralmente il disegno di legge sul turismo del vino che contiene altri elementi importanti per lo sviluppo di questa attività, strategica per il futuro dei territori e del nostro comparto”. “Ora – ha aggiunto Pietrasanta - confidiamo nel buon senso delle Aule in sede di approvazione della Legge di Bilancio per portare a termine entro Natale un iter legislativo considerato di straordinaria importanza non solo per il settore ma anche per i fruitori dell’enoturismo”.
Per il presidente dell'Associazione Nazionale Città del Vino, Floriano Zambon: "Si tratta di un importante passo avanti per dare al turismo del vino ancor più solide basi operative. Adesso - afferma Zambon - occorre che l'iter della proposta di legge sull'enoturismo, che questo emendamento in parte ha accolto, possa continuare per la sua definitiva approvazione. Il settore ha bisogno di questa legge perché i territori del vino possano esprimere al meglio tutte le loro potenzialità turistiche e di accoglienza. Ringrazio il senatore Stefàno per il suo impegno e rinnovo la condivisione di questi comuni obiettivi con il Movimento turismo del vino".
L’emendamento in Manovra, che anche grazie alla positiva interlocuzione con il ministero delle Politiche Agricole riprende in gran parte le disposizioni proposte nel ddl Stefàno sulla introduzione della disciplina enoturistica, prevede il via libera alle attività realizzate nei luoghi di produzione (degustazioni, didattica, iniziative ricreative, visite in cantina e altro), per cui basterà presentare la Scia (segnalazione certificata di inizio attività) al comune di competenza. Per l’attività le disposizioni fiscali previste saranno quelle contenute nella legge fiscale sull’agriturismo, mentre il regime forfettario dell’imposta sul valore aggiunto sarà applicato solo per i produttori agricoli che svolgono la propria attività nell'ambito di un'azienda agricola.
I MIEI NUOVI MENU DI CLAUDIO SADLER - APPUNTAMENTO PER LA FIRMA 6 DICEMBRE ORE 1830
Il 6 dicembre alle ore 18:30 al Megastore Mondadori in Piazza del Duomo a Milano- spazio eventi al 3° piano, vi sarà un breve speech con lo chef Claudio Sadler , stella Michelin milanese e Mario Cucci, editore specializzato nel food&beverage.
Lo chef Claudio Sadler firmerà il nuovo libro, sequel di “Menù per quattro stagioni” del 1999 pubblicato, come l’attuale, da Giunti e redatto da Mediavalue: un caso editoriale di successo e per anni punto di riferimento del settore.
Mediavalue è un editore specializzato nel mondo dell’agroalimentare, già editore dal 1998 della guida Le Soste, la più prestigiosa associazione che promuove i migliori ristoranti di cucina italiana nel nostro Paese e nel Mondo e della guida InGruppo, associazione che riunisce il meglio della proposta gastronomica nell’area del bresciano.
I nuovi menu dello chef Claudio Sadler analizzano le portate con un concetto d’insieme, forti di quell’apporto solido, serio e ragionato di una cucina italiana che non segue le mode, ma le crea.
Il menu diventa un’opera unitaria articolata in diversi piatti, un percorso che nasce da un dialogo continuo con il proprio team, che si esprime attraverso illustrazioni e schizzi dove ogni colore fa riferimento a un ingrediente, le sfumature indicano tipologie di cottura e consistenze diverse.
Il libro, suddiviso in una quarantina di pagine che illustrano trent’anni di vita dedicata alla cucina e alla visione di Claudio Sadler sulla nascita di una ricetta, narra anche dei principi su cui si basa la propria cucina, i propri segni distintivi e i suoi mantra. Nelle pagine successive sono riportate 80 ricette suddivise in 18 menu dedicati alle ricorrenze, un momento di intima condivisione fra parenti e amici, future basi del bagaglio culinario di ogni persona. Ogni ricetta è stata sapientemente abbinata dallo stesso Sadler alle eccellenze vinicole italiane e internazionali, selezionando personalmente i migliori produttori e accostando le migliori etichette che si sposano con i piatti che ha ideato, pensando sempre all’abbinamento anche durante la realizzazione di ogni singolo percorso.
La veste grafica moderna e le foto zenitali dei piatti, poi zoomate sui dettagli, seguono l’impostazione attuale dei nuovi ricettari di cucina come lo ha voluto la redazione Mediavalue, pur mantenendo l’allure e il prestigio di un grande personaggio della cucina italiana premiato da una stella Michelin. Le foto sono state realizzate da Paolo Picciotto, fotografo specializzato nello still life di piatti di alta cucina, da oltre vent’anni al servizio delle migliori tavole italiane ed estere.
“Nel 2016 il ristorante Sadler ha compiuto trent’anni, tre decenni di un menu composito, che tra le sue portate ha allineato gioie e insuccessi accompagnando l’evoluzione della cucina italiana e, almeno in parte, facendosi motore del cambiamento. Sono un pragmatico, non e un segreto per chi mi conosce, e non amo perdere tempo, ma altrettanto mi piace osservare ciò che mi sta intorno: la curiosità è di stimolo alla riflessione. Ripercorrere la mia vicenda su queste pagine mi porta a focalizzare i diversi passaggi storici a cui ho assistito, quantomeno nell’ambito della ristorazione” racconta emozionato lo chef Claudio Sadler. Un nuovo ricettario che riporta anche lo spaccato di una cucina che per trent’anni ha vissuto nel solco della storia culinaria italiana, a stretto contatto con i guru del settore italiani ed internazionali, pur rimanendo sempre fedele a se stessa.
Uscita: lo scorso 25 ottobre 2017
Collana: Giunti Editore
Pagine: 256
Formato: 20x24
ISBN: 70032U
Prezzo: 28 euro
Responsabile editoriale: Marco Bolasco
Fotografie: Paolo Picciotto