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L’Enoteca Italiana che non c’è più è una mazzata che ti stordisce. Di Lena ripercorre gli anni d’oro dell’Ente che ha fatto grande il vino italiano
Lo storico segretario generale di Enoteca Italiana, Pasquale Di Lena * (anche collaboratore di agricultura.it) racconta gli anni d’oro dell’Ente vini che in queste settimane, in un silenzio generale ed assordante, chiude i battenti con la messa in liquidazione, interrompendo una storia iniziata nel 1933 che ha contribuito a fare grande il vino italiano nel mondo. Un altro pezzo della Siena che non c’è più.
La notizia dell’Enoteca, anche se preannunciata alla fine di settembre da qualche telefonata di amici, è arrivata comunque come una mazzata che ti stordisce e ti lascia senza fiato. Per me che ho avuto la fortuna di vivere, grazie all’Ente Mostra Vini che ho diretto, dal 1982 al 1995 e dal 2001 al 2004, nella veste di segretario generale, la più bella esperienza professionale della mia vita e, con essa, avere la possibilità di nutrirmi della cultura del vino e di conoscere un mondo, quello della vite e del vino, nel momento della sua più profonda trasformazione, una vera e propria rivoluzione, che ha caratterizzato gli ultimi venti anni del secolo scorso.
In pratica tre anni prima dell’uscita del Dpr 930 del 1963, che, a fatica, ma con grande determinazione di quanti hanno guidato e collaborato al nascente Comitato nazionale vini a d.o., la struttura operativa del Ministero (allora) dell’Agricoltura e Foreste, che ha tracciato un percorso, risultato vincente nel corso degli anni, soprattutto quando sono state riconosciute (1980) le quattro Docg (Barbaresco, Barolo, Brunello di Montalcino e vino Nobile di Montepulciano), con quest’ultimo che, per i minori anni d’invecchiamento, fa da apripista agli altri tre.
L’Enoteca diventa il punto di riferimento del Comitato e luogo d’incontro con la Settimana dei Vini di giugno, la manifestazione che tracciava il bilancio di un anno di attività e indicava il programma del’anno successivo e rendeva Siena, ancor più, la grande protagonista dell’immagine del vino italiano.
Il Comitato presieduto dal Senatore Desana, con i segretari Berardinelli, prima, e Camilla, dopo dal Sen. Desana, dal dottor Camilla e dal mio maestro, onorevole Oddino Bo,componente del Comitato, ho imparato il significato ed il valore del territorio, l’origine della qualità, con i vini che ne diventano, una volta riconosciuti doc, i principali testimoni. Il territorio, la vera e sola miniera d’oro che abbiamo, quella che è stata e continua ad essere devasta dalla scarsa o nulla lungimiranza di chi, ai vari livelli, lo governa e dall’avidità di denaro di chi lo trasforma in cemento e asfalto, deposito di veleni. E’così che si riduce la superficie di terreno fertile destinato al vino e all’ energia vitale, il cibo, di cui abbiamo, prima di ogni altra, bisogno.
Un’idea geniale, dicevo, che ha prodotto esempi in altre regioni italiane e, con la Maison du Vin, anche in Francia. Un tempio, l’Enoteca, un luogo capace di raccogliere e rappresentare la cultura e la civiltà del vino di un Paese che, in questo campo, vanta dei primati a livello mondiale. Quando, vincitore di un concorso, ho salito le scale di tre piani della Camera di Commercio di Siena, a ricevermi con i due impiegati rimasti, una segretaria e un contabile, c’era il presidente, il professor Luciano Mencaraglia, davanti alla porta del mio nuovo ufficio, che era anche la sua.
Un personaggio straordinario per le sue tante e importanti esperienze politico-amministrative (sindaco e presidente della provincia di Siena, Senatore della Repubblica italiana, segretario della gioventù comunista del mondo, premio Lenin), laureato alla normale di Pisa, professore di lettere al Liceo. Originario di Sarzana, la terra degli anarchici, in quel tempo, era anche presidente dell’Azienda di soggiorno e turismo di Siena. Una straordinaria guida per me e uno stimolo a fare quello che era importante fare in quel momento, rilanciare l’Ente e la sua Enoteca ed evitare, così, la chiusura quasi certa di una realtà che sembrava non interessare più nessuno, prima di tutto il mondo del vino.
In poco tempo i primi risultati. Un finanziamento di 50 milioni di lire per la ristampa de La Carta dei Vini e la stampa di un depliant de l’Enoteca da parte della Direzione, allora nelle mani del professor De Fabritiis, delle produzioni agricole del Ministero dell’Agricoltura: la Camera di Commercio, presieduta dal professor Antonio Sclavi, che finanzia la bella pubblicazione “La Terra senese e i suoi vini”; la maggiore attenzione della Provincia di Siena e del Monte dei Paschi; la pubblicazione de “La lista dei vini dell’Enoteca” e, come una manna dal cielo, i 50 milioni posti in bilancio dalla Regione Toscana, che sono serviti per impostare una prima vera programmazione; la collaborazione con la Camera di Commercio e il suo dirigente, il compianto Mario Bianchini, per la prima uscita di un vino Docg, il “Nobile di Montepulciano”. Nell’insieme l’inizio di una ripresa dei rapporti con questi Enti e Istituzioni che trovano un rafforzamento e un allargamento con il nuovo presidente, Riccardo Margheriti, da poco eletto senatore, nel momento in cui sostituisce l’indimenticabile professor Mencaraglia.
Il decollo Con Margheriti, che non sta fermo un minuto, l’Ente Mostra Vini decolla grazie a un programma fitto di decine e decine di iniziative, che hanno fatto storia e dato uno stimolo importante alla svolta che ha rivoluzionato il mondo del vino italiano. Penso alla grande manifestazione “Alimentazione, Vino e Sport” con la Fidal e la Scuola dello Sport, la presenza dei nostri campioni mondiali e olimpionici, a partire da Sara Simeoni che, da allora, diventa madrina dell’Enoteca e del vino italiano doc e docg. Penso anche allo sviluppo dell’idea “Vino e Turismo”, con i Wine Tours di un collaboratore prezioso, Giorgio Guagliumi; l’Associazione nazionale delle Città del Vino di Elio Archimede; Le Donne del vino di Elisabetta Tognana; il Movimento del turismo del vino di Donatella Cinelli Colombini. I premi a tecnici e personalità del mondo del vino e a personaggi, amecari, del mondo dell’Arte, dello Sport, della Musica, come la mitica Sara Simeoni, Salvatore Accardo, Lucio Dalla, Alberto Tomba.
La prima volta all’estero, precisamente a Strasburgo nella sede del Consiglio d’Europa, con la presentazione dei vini e, di una novità editoriale, i “VQPRD, schedario enologico sistematico dei vini a d.o. d’Italia”, finanziata dal Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste. Una prima tappa quella di Strasburgo che porta l’Enoteca a varcare, per la prima volta, non solo i confini di Siena e della Toscana, ma, anche, quelli italiani, per ripetersi, nel mese di agosto del 1986, con la presenza alla Mostra Food Pacific di Vancouver. L’inizio di iniziative nelle varie provincie del Canada che danno, nell’arco di un decennio di costante presenza, un grande contributo alla crescita ( dal 6 a oltre il 35%), dei vini italiani su quel mercato, oggi fra i più importanti, dopo Usa e Germania. L’Incontro con Frank Sinatra, sua moglie Barbara e celebrità del cinema e della musica nel Rancho Mirage di Palm Spring in California. La scoperta dei Country club in America e la collaborazione con l’Associazione dei club più prestigiosi. L’incontro con i più famosi vignettisti italiani e le venti mostre dei disegni da questi realizzati, organizzate dal compianto Gualtiero Schiaffino. E, poi, le innumerevoli pubblicazioni , a partire dalla prestigiosa “Carta dei Vini”, tradotta in cinque lingue e diffuse in ogni parte del mondo, soprattutto in occasione delle grandi Fiere come Vinitaly di Verona, Anuga di Colonia, Sial di Parigi, Prowein di Dusseldorf e altre ancora.
A questo straordinario e intenso lavoro, la presidenza Tattarini, ha dato continuità, aggiungendo al tema del Turismo del Vino, le Strade del Vino; nuove interessanti pubblicazioni e, cosa importante, la realizzazione di due progetti di grande attualità “Vino e Giovani” e “Vino è”. Ha dato forza alle due “Settimane”, quella dedicata al vino e quella dedicata all’olio, con altri personaggi coinvolti, come la Carla Fracci, Rita Levi Montalcini, Alfonso Iaccarino, il grande “don Alfonso” di Sant’Agata dei due Golfi . Intenso lavoro, sopportato da un apparato ricco di professionalità, che si è decuplicato negli uffici, ed è aumentato all’Enoteca, prima con Ciatti responsabile e, poi, con Fausto Virgilio. Sopportato, anche, da tanti bravi collaboratori. A questi personaggi, ai bravi collaboratori, all’impegno profuso, agli amici, alla capacità di pubbliche relazioni e di fare comunicazione, e, soprattutto, all’intelligenza messa a disposizione si deve la fama nel mondo dell’Enoteca italiana e la rabbia di oggi di tanti amici della Stampa estera in Italia, dei Consolati, della Fao, degli enti di tante Regioni con i quali l’Enoteca ha collaborato , delle Università. Soprattutto dei tanti amici, sparsi nel mondo, che hanno collaborato ai successi di un Ente e della sua struttura, oggi precipitati per mancanza di attenzione da parte, innanzitutto, delle istituzioni senesi e toscane e per una scarsa capacità di proposta da parte di chi doveva, con le idee, i progetti e le iniziative, incalzare queste istituzioni e, con esse, le Regioni e il Ministero dell’Agricoltura, l’intero mondo del Vino. Un mondo che riscuote successi e, sicuramente, anche grazie ai tanti campi dissodati e seminati dall’intenso lavoro dell’ente Mostra Vini di Siena e della sua Enoteca. Le opportunità, come la fortuna, non arrivano mai per caso e si colgono solo se si ha la voglia e la capacità di fare.
Pasquale Di Lena * Nato a Larino. Nel 1964 arriva a Firenze dove si laurea in agraria e vive intensa attività politica e sindacale fino al 1982, quando, vincitore di concorso, diventa Segr. Gen Ente Mostra Vini-Enoteca Italiana di Siena. Ruolo che svolge fino al 2004. Promotore vini ed eventi in Italia e nel mondo,collabora con quotidiani e periodici(vincitore Premio giornalistico “Vini di Toscana”). Collabora alla nascita di Associazioni: Città del vino, che dirige fino al 2001; “Enoteche pubbliche”; “Donne del Vino”; “Giovani del vino”; “Movimento turismo del vino”, “Forum del vino”, “Palazzo Vini” di Firenze; relatore a incontri naz.li e internazionali. Padre dì “Vino e turismo”, “Vino e Giovani”, “Vino è”, “Vigne storiche”, “Città dell’Olio”, “MolisExtra”. Ha collaborato con Ministero politiche agricole, Regioni, enti istituzioni anche internazionali,e, ultimamente con la Fidal. Componente di vari enti e organismi. Membro del Comitato Vini. Accademico Vite e Vino e Olivo e Olio. Pres. onorario Città dell’Olio; socio on. Stampa estera. Pandolea, Ais, Onav, Aspi. Pubblica libri di poesie e sull’agroalimentare e turismo. . Più volte eletto consigliere comunale (Larino) e regionale (Molise).
GIAPPONE: + 22% PER IL SOAVE BY THE GLASS
la campagna promozionale coordinata dal Consorzio di Tutela in collaborazione con l'agenzia WellCome e l'ufficio Ice di Tokyo, le vendite di Soave crescono del 22% rispetto allo scorso anno. “Lumino Carino” di Ehime, “Il Bacaro” di Tokyo e “Bar Ponte” di Oita vincono il contest dedicato ai locali che hanno stappato più bottiglie di Soave
Aumentano del 22% rispetto all’edizione precedente le bottiglie di Soave vendute nel corso dei 40 giorni di campagna, mentre i locali aderenti hanno registrato una crescita del 41%, passando dai 273 del 2016 ai 385 di quest’anno.
Rispetto alle edizioni precedenti la campagna si è estesa anche geograficamente, arrivando di fatto a coprire l’intero territorio giapponese, da Hokkaido a Kyushu, coinvolgendo tra le altre città anche la capitale Tokyoe Osaka, nella regione del Kansai, seconda metropoli giapponese per numero di abitanti e polo commerciale molto dinamico. Si tratta di risultati molto positivi, che a cinque anni dall'inizio dell'azione promozionale nel mercato nipponico, evidenziano un crescente interesse per il Soave sia da parte dei consumatori sia da parte degli operatori di settore che scelgono di inserirlo sempre più frequentemente in carta vini.
La campagna rientra nell’ambito di una mirata strategia promozionale che comprende appuntamenti sia in Italia che all’estero: in tal direzione il Consorzio ha fatto della pianificazione e della calendarizzazione di eventi e di iniziative il suo punto di forza a tutto vantaggio delle aziende associate. Ecco le cantine che hanno preso parte alla missione:
Cantina del Castello
Cantina di Monteforte
Cantina di Soave
Cantine Vitevis
Corte Adami
Corte Mainente
Corte Moschina
Franchetto
Gianni Tessari
Gini
Le Albare
Le Battistelle
Montetondo
Tenuta Sant Antonio
Vicentini
Villa Erbice
e scelto con lungimiranza dai nostri associati».
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Lucia Vesentini
GEWURZTRAMINER E RIESLING D'ALSAZIA TRA GLI ATTORI DI MILANO | WINE DAYS - CIVILTA' DEL BERE
Domenica e lunedì, 5 e 6 novembre, al Museo dei Navigli (Centro Congressi Museo dei Navigli via San Marco 40) dalle ore 15 alle ore 20.00 i due vitigni più rappresentativi dell’Alsazia, il Riesling e il Gewurztraminer, sveleranno tutti i loro aromi e i profumi ad un pubblico di appassionati all’interno della kermesse enoica organizzata dalla squadra di Civiltà del Bere, la Milano | Wine Days.
Saranno in tutto 7 i vini d’Alsazia presentati e appartenenti a 4 produttori: l’AOC Alsace Riesling 2016 e l’AOC Alsace Riesling 2010 Lieu - dit "Comtes d'Eguisheim" di Léon Beyer, l’Alsace Grand Cru Hengst Gewurzytraminer 2015 e l’Alsace Grand Cru Kaefferkopf Riesling 2012 di Vins d’Alsace Kuehn, l’Alsace Grand Cru Brand Riesling 2014 del Domaine Zind – Humbrecht per terminare con l’Alsace Grand Cru Kastelberg Riesling 2013 e l’Alsace Grand Cru Moenchberg Gewurztraminer 2015 del Domaine Gresser.
Al banco d’assaggio dedicato ai Vini d’Alsazia i wine – lovers e i professionisti avranno modo di degustare l’eccellenza della produzione d’Oltralpe accompagnati anche dai racconti del Marketing Export Manager del CIVA, Foulques Aulagnon.
Inoltre il rosso alsaziano, il Pinot Noir 2015 di Gilbert Ruhlmann Fils sarà tra i vini in degustazione durante la masterclass di domenica 5 novembre alle ore 15.30 dal titolo Pinot noir: un confronto mondiale tenuta dal giornalista Aldo Fiordelli.
Due giorni di degustazioni guidate e un grande walk-around tasting durante il quale i vini d’Alsazia saranno tra le Special Guest con altre etichette rappresentative della grande enologia d’autore. Una selezione che abbraccia nomi celebri e produzioni di nicchia, uno spaccato della varietà che contraddistingue l’inebriante mondo di Bacco.
Sono 15.500 gli ettari vitati che compongono la DOC (AOC) Alsace con una produzione media annuale pari a 1 Milione di ettolitri ossia 135 Milioni di bottiglie prodotte (90% vino bianco). L’Alsazia conta circa 4.000 viticoltori contadini.
L’export pesa il 26% e l’Italia occupa la dodicesima posizione in volume caratterizzandosi come un mercato dinamico per i grandi bianchi d’Alsazia, in forte e continua crescita in particolare nella zona euro. Negli ultimi 3 anni l’evoluzione dei vini d’Alsazia verso l’Italia si attesta su livelli più che positivi: l’AOC Alsace vini fermi pari a +14% in volume e +26% in valore, mentre l’AOC Crémant d’Alsace ha raddoppiato l’esportazione sia in volume che in valore.
Le attività di comunicazione e promozione dedicate ai Vini d’Alsazia rientrano nel piano delle iniziative volute e promosse dal CIVA, Conseil Interprofessionnel Vins d’Alsace, che ha l’obiettivo di ampliare la conoscenza rispetto ai vini del territorio e alle caratteristiche che li contraddistinguono attraverso iniziative rivolte sia ai professionisti di settore che al pubblico italiano.
Per maggiori informazioni: www.vinsalsace.com
Alessandra Zaco
Mob. 339 6534643
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
GIALLE&CO SI PREPARA AD HALLOWEEN
Per Halloween uno special da Gialle&Co., il nome sarà proprio "Una zucca for Gialle" e costerà 9 euro: al posto della classica baked potato sarà la zucca la base della preparazione di questo ristorante nato da meno di una settimana, lo scorso 26 ottobre
Trancio di zucca con rucola, salsiccia cruda di Bra e scaglie di grana
Ingredienti:
- 1/6 zucca delica
- Rucola
- Salsiccia cruda di Bra
- Grana Padano
- Sale
- Pepe
- Olio evo
Procedimento:
Prendere una zucca delica e tagliarla a metà, ripulirla dai semi e lavare la buccia. Dividere una metà in 3 spicchi e cuocere in forno a 180 gradi per 45 minuti. Lavare la rucola e frullare la stessa aggiungendo sale e olio in modo da ottenere un pesto. Una volta cotta la zucca incidere lo spicchio tra la buccia e la polpa per facilitarne il consumo. Impiattare la zucca aggiungendo qualche goccia di pesto di rucola, un pizzico di sale, pepe e olio. Aggiungere una manciata di rucola in foglia e sopra di essa appallottolate 6/7 palline di salsiccia. Finire con scaglie di grana e un goccio d'olio per lucidare il tutto.
Gialle&Co.
E' il primo ristorante a Milano che trasforma e reinterpreta in chiave italiana la tipica baked potato inglese.
Sarà in zona Moscova il ristorante meneghino interamente dedicato alla patata cotta al forno e declinata in quindici ricette signature e altre stagionali ideate dallo chef Andrea Vigna. Ce n'è per tutti: dalle Fishytariane alle Veggytariane, dalle Meatariane alle Vegane.
Tutto nasce dall'idea di cinque amici, durante un viaggio a Londra. Cercando qualcosa di tipico e poco distante dall'albergo la compagnia approda in un pub dove la proprietaria acclama a gran voce che qui si possono trovare le migliori baked potatoes della città. Ne ordinano diverse, dalla classica burro panna acida e bacon alla variante con pollo e salse, ma il tasting non è soddisfacente: pesantezza e gusto sciapo. Uno di loro decide quindi di sfidare la proprietaria a cucinare una baked potato all'italiana, in cambio di carpire i segreti della ricetta tradizionale. Quella notte nasce la prima ricetta della baked potato di Gialle&Co., la Threecolore con stracciatella, songino e pomodorini.
Le proposte:
Dai 7 agli 11 euro le proposte di Gialle&Co hanno nomi divertenti e ironici, come il concept del locale: si dividono in Fishytariane , per gli amanti del pesce, in Meatariane, per chi non può fare a meno della carne, in Veggytariane e Vegane per il popolo green.
Dodici proposte classiche e altre tre stagionali che arricchiscono la scelta dei menu. I signature dishes di Gialle&Co sono senza dubbio la Controstream (con salmone, crème fraîche allo zenzero, aneto e anacardi); la Mortacci yours (con guanciale croccante, salsa carbonara e pecorino); la Ratatoma (con ratatouille di verdure al forno, toma, origano fresco) per finire la Molto Well (Olio al basilico, crema melanzane, origano fresco e pomodorini confit).
Scarica il menù cliccando qui
Il design:
Per creare Gialle&Co si è riunito un vero e proprio team composto da chef, esperti di marketing, art director ed interior designer, per creare un forte concept, non solo un locale, ma anche un brand con un DNA deciso da assaporare attraverso l’esperienza di tutti i sensi.
Lo studio, curato da The Chic Fish, si è focalizzato sul prodotto, la baked potato, sulla sua genuinità, oltre che sulla capacità tutta italiana di trasformarlo in una prelibatezza, grazie alla creatività culinaria tipica del Bel Paese.
L’interior design del locale si ispira a luoghi rurali e genuini, attraverso l’utilizzo di materiali grezzi, ma che trattati ed accostati nel giusto modo diventano raffinati e inusuali. Un design elegante ma nude, il locale è caratterizzato dalla ricerca di pezzi vintage e dalla sperimentazione attraverso le contaminazioni di materiali antichi con altri ultramoderni. Ma la vera innovazione è la costruzione di una serra all'interno del locale: cucina e bar sono racchiusi all’interno di un artistico collage di vecchie vetrate vintage recuperate in tutta Italia, per trasmettere la sensazione di mangiare all’esterno pur essendo all’interno, in un gioco di dentro e fuori che trasporta in un mondo rurale, lontano dalla caotica Milano.
Nella sala principale dalla fontana liberty da giardino recuperata da un'antica villa nobiliare, l'acqua potabile naturale e frizzante disseta gli amanti delle patate. I banconi ed i tavoli mostrano i segni del tempo e della natura: sono composti da antiche pietre vicentine del Gottardo rimaste all’aperto sotto le intemperie per anni. I muri sono decorati in un voluto unfinished mood, a testimoniare che la materia prima, da Gialle & Co. è la vera protagonista del locale, ancor prima di essere lavorata. La serra si completa con la particolare vetrina, che con un sistema unico nel suo genere studiato nei minimi dettagli permette al locale di aprirsi completamente alla città nelle giornate di bel tempo e diventando contemporaneamente nuovi posti a sedere.
L'aperitivo:
Non mancherà inoltre una proposta per l’aperitivo: le mini baked. Patate più piccole dai 3 ai 14 euro, farcite e servite come finger food, per una degustazione completa, adatta ai più curiosi. Dalle 19:00 alle 20:30 saranno accompagnate da un buon vino o una birra artigianale (è Canediguerra il birrificio di Alessandria selezionato dal team di Gialle).
Orari:
Aperti 7 su 7 dalle 12 alle 23
Contatti:
Gialle&Co
Via A. Volta, 12
20121 Milano
333. 8255507
Per maggiori informazioni ufficio stampa:
Camilla Rocca