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Trisobbio:12a FIERA DEL TARTUFO BIANCO E DEL DOLCETTO D’OVADA

 

4a EDIZIONE REGIONALE

Di Virgilio Pronzati

Il sindaco Marco Giovanni Comaschi mentre premia il trifolau Marco Bormida

Trisobbio, ameno e grazioso paesino medievale dell’Ovadese con circa settecento abitanti, vanta un Dolcetto d’Ovada tra i più longevi, buon clima e tranquillità, vestigia storiche, un suggestivo paesaggio e ottimi tartufi bianchi. La particolare condizione pedoclimatica del suo territorio comunale è considerata da sempre, zona vocata di questo prezioso fungo ipogeo, ossia Sua Maestà il Tuber Magnatum.

Senza dubbio il più pregiato della sua specie, ma ancora meno noto di quello di Alba, ormai celebrato in tutto il mondo. Curiosa l’etimologia data al comune. La leggenda racconta che ad attribuirgli il nome siano state tre famiglie di uomini sobri, fratelli di sette uomini ebbri, fondatori di Strevi, da cui Tres sobri. Mentre la ricerca storica ne attesta l’origine a Trexoblo nel 1040-1041, Trexoblio o Trexoblo nel 1202-1206 e infine Trisobio nel 1283-1289.

Il giornalista e scrittore Paolo Massobrio 

Tra le molte iniziative culturali, storiche e gastronomiche che valorizzano il comprensorio dell’intero comune di Trisobbio, spicca l’annuale Fiera del Tartufo bianco e del Dolcetto d’Ovada giunta con successo quest’anno alla dodicesima edizione e, alla quarta, in versione regionale. Lo scorso 25 ottobre il giovane e dinamico sindaco avv. Marco Giovanni Comaschi con la preziosa collaborazione dell’Assessore Daniela Ferrari, ha fatto le cose in grande. Tutto il paese è stato animato da duellanti con armatura dell’epoca, banchi con valenti artigiani del legno e del ferro che realizzavano rispettivamente attrezzi di cucina, utensili e oggetti decorativi, animazioni e giochi per bambini, banchi con produttori di vino, scelti artigiani del gusto di altre regioni d'Italia, stand gastronomico al coperto e angoli degustazione dove si potranno gustare uova e piadine al tartufo, caldarroste, ceci, farinata, focaccia con Cortese e Dolcetto d’Ovada, e di altri prodotti agroalimentari tra cui quelli dei trifolau, con il tartufo bianco di Trisobbio.

 

Brunello De Belath (al centro) con i quattro virtuosi musicisti cantanti

 

Su quest’ultimo, un seguito e affollato convegno dal tema Il Tartufo Bianco e la valorizzazione dell’Alto Monferrato, svoltosi nel Salone del Vecchio Asilo situato nel centro storico, magistralmente condotto dal noto giornalista e scrittore Paolo Massobrio. Dopo i saluti di rito del sindaco, tre relatori, ognuno per il loro settore, hanno disquisito sull’argomento. Nel primo intervento, il dr Delio Barbieri, agronomo specializzato in tartuficoltura, ha illustrato minuziosamente gli studi e risultati ottenuti sulla tartufaia di Trisobbio. Un’opera frutto di anni di studio, che ha portato e porterà ancor più nel futuro, un miglioramento e conservazione dell’ambiente, con ricaduta economica sul territorio, non solo per la vendita del pregiato tartufo, ma per una maggiore presenza annua di visitatori di cui una parte potrebbe investire nel territorio, acquistando immobili e avviando varie attività.

I partecipanti della degustazione

Di seguito, il dott. Mario Palenzona, agronomo e scrittore, ha rilevato come salvaguardare la produzione tartufigena piemontese, fiore all’occhiello delle eccellenze gastronomiche regionali, trainanti tutto il contesto agricolo, fatto di storia, cultura, tradizioni e ricavi economici. Il tutto trasmesso con entusiasmo ed arricchito da molteplici considerazioni e aneddoti che ne hanno siglato il tempo. L’ultimo intervento, svolto da chi ha scritto, ha messo a fuoco l’abbinamento tra tartufo e vino, specificando gli abbinamenti ideali e le negazioni. Durante il convegno, Paolo Massobrio ha presentato l’Assessore Regionale alla Cultura Antonella Parigi, il quale ha sottolineato l’indispensabile ruolo della cultura in tutti i settori della nostra società. Non solo come valore aggiunto ma motore portante di ogni iniziativa. Clou della giornata, la premiazione del tartufo più grande e di qualità, raccolto nella tartufaia di Trisobbio. Raccogliendo i giudizi degli esperti, il sindaco Marco Giovanni Comaschi ha conferito il primo premio a un tartufo di 271 grammi raccolto dal trifulau Marco Bormida, presente col suo stand nello spazio dedicato ai trifolao. “L’ho trovato proprio ieri sera – ha raccontato ricevendo il premio dalle mani del sindaco del paese Marco Comaschi – L’annata non è favorevole? Bisogna essere ottimisti, è piovuto in ritardo. Bisogna dare tempo alla natura. Io cerco trifole da quasi vent’anni”. Un plauso all’amministrazione comunale da Paolo Massobrio: “Con l’istituzione delle De. Co. dei prodotti del territorio, Trisobbio ne trarrà sicuramente dei benefici economici”.

 Il Castello di Trisobbio

Non sono mancate le soste golose con pranzo e cena siglate dal tartufo bianco di Trisobbio, servite nel salone del suggestivo Castello di Trisobbio, nell’Enoteca comunale e nella trattoria SOMS, siti nel cuore del centro storico cittadino. Nel tardo pomeriggio, conclusione della manifestazione con Musica & Vino. Iniziativa di successo con folto pubblico, tenutasi nella stessa sede del convegno sul tartufo, alternando brani di buona musica e degustazioni di vini di pregio. A trasmettere i valori storico-culturali del vino, tecniche di vinificazione, i perfetti abbinamenti col cibo e degustazione guidata di vari vini, il bravissimo sommelier Fisar Brunello De Belath, già alla guida delle delegazioni di Genova e Varazze. Al servizio dei vini, due professionali sommelier entrambe allieve di De Belath: Beatrice Fallabrini e Daniela Ferrari, quest’ultima Assessore comunale di Trisobbio. Per la musica, le coinvolgenti esecuzioni dei quattro virtuosi del complesso Mood Indigo. Infine due parole sul resto. Perfetta l’organizzazione e lo stesso la viabilità. Per non intasare il centro storico cittadino con le centinaia di auto dei visitatori, il comune ha messo gratuitamente a disposizione del pubblico, una navetta che dalle piscine di Trisobbio, ha condotto i turisti nel cuore del paese. Molto gradito, il raffinato pranzo servito nel salone del Castello di Trisobbio, offerto dal Comune ai relatori del convegno.

 

 

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