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A CREMONA LA RIPRODUZIONE IN TORRONE DELL’UOMO VITRUVIANO
Mirco Della Vecchia
Stefano Pellicciardi titolare di Sgp Events che organizza la Festa del Torrone dal 16 al 24 novembre: “L’evento servirà a non lasciare l’amaro in bocca agli amici francesi per la sentenza del Tar. Li aspettiamo a Cremona”
Se per ammirare Monna Lisa bisogna mettersi in fila al Louvre, per l’Uomo Vitruviano di Leonardo non servirà prenotare un biglietto aereo per la città dell’amore. Dopo il ricorso presentato da Italia Nostra, infatti, il Tar del Veneto ha sospeso il prestito alla Francia dell'opera che resterà conservata nelle Gallerie dell'Accademia di Venezia.
La mostra parigina, prevista per il 24 ottobre, dovrà fare a meno dell’uomo perfetto che sarà invece riprodotto in torrone dal maestro pasticcere veneto Mirco Della Vecchia insieme al suo team per un omaggio speciale a Cremona in occasione della Festa del Torrone.
Stefano Pellicciardi titolare di Sgp Events che organizza la Festa del Torrone dal 16 al 24 novembre, lancia un appello: «La Festa del Torrone servirà a non lasciare l’amaro in bocca agli amici francesi per la sentenza del Tar. Per celebrare Leonardo verrà anche realizzata sulla pavimentazione di Piazza Pace una riproduzione pop della Gioconda mentre degusta un torroncino.
Li aspettiamo a Cremona». Più probabile, dunque, un gemellaggio con il nougat più alla moda di Francia per evitare l’incidente diplomatico con i vicini di casa francesi. «La maxi riproduzione dell’Uomo Vitruviano in torrone, 2 metri di altezza e 2,5 metri di diametro- spiega Della Vecchia - può essere un modo dolce per accogliere il popolo francese ad una mostra del gusto e dell’arte italiana.
Così il mancato prestito artistico dalla sezione veneta del tribunale amministrativo al Louvre verrebbe colmato dallo stesso Veneto». Dopotutto è necessario non prendersi mai troppo sul serio, o per dirla con Oscar Wild “L’arte è l’unica cosa seria al mondo. E l’artista è l’unica persona che non è mai seria”. La maxi costruzione di torrone verrà svelata domenica 24 novembre a Cremona. Ça va sans dire.
Alessia Testori
ELOGIO A VITTORIO GASSMAN
A COMPAGNA
MARTEDI’ 15 OTTOBRE 2019 ALLE ORE 17.00 NELL’AULA SAN SALVATORE IN PIAZZA SARZANO A COMPAGNA ORGANIZZA L’INCONTRO PUBBLICO SUL TEMA «VITTORIO GASSMAN (1999-2019): A VENT’ANNI DALLA SCOMPARSA DI UN “GENOVESE”» A CURA DI ANDREA PANIZZI
Martedì 15 ottobre 2019 alle ore 17.00 nell’Aula San Salvatore in piazza Sarzano, dall’uscita della metropolitana, A Compagna nell’ambito delle conferenze I Martedì de A Compagna, che l’antico sodalizio cura da oltre quarant’anni, promuove il IV appuntamento del ciclo 2019-2020: Andrea Panizzi: «Vittorio Gassman (1999-2019): a vent’anni dalla scomparsa di un “genovese”».
INGRESSO LIBERO
A vent'anni dalla sua scomparsa, Vittorio Gassman viene rievocato da Andrea Panizzi nel suo tanto intenso quanto versatile percorso di protagonista del cinema, del teatro e della televisione. Un omaggio, quindi, a “il Mattatore” e, con il contributo e la testimonianza di foto e filmati (anche inediti), viene ricostruita la carriera artistica di uno dei più rappresentativi attori italiani, ricordato per l’assoluta professionalità, cultura e magnetismo. Viene fatto particolare riferimento ai film brillanti, al periodo d’oro della “commedia all’italiana”, di cui rappresenta sicuramente uno dei capostipiti. Un ritratto professionale ma anche personale, che fa emergere l’uomo come tale, al di fuori della grande personalità artistica, con la sua vulnerabilità e la sua riservatezza. In particolare, sarà ricordato il suo rapporto con Genova, città di nascita e sempre presente nelle sue tournée teatrali ed in varie manifestazioni della città.
Andrea Panizzi, educatore e pedagogista, storico del Cinema e del Teatro, saggista e scrittore, giovane e, come ama definirsi, “orgoglioso” socio de “A Compagna”, ha tenuto conferenze su Gilberto Govi, Paolo Villaggio, e, molto importante, a novembre, a Palazzo Ducale, avverrà la presentazione del primo libro e della prima mostra dedicata interamente a Carlo Dapporto, grande attore ligure, in occasione del trentennale della sua morte, con la presenza dei figli Giancarla e Massimo.
La conferenza si tiene nell’Aula San Salvatore della Scuola Politecnica dell’Università di Genova in Sarzano (350 posti a sedere). Si tratta della chiesa sconsacrata che è sulla piazza ed è raggiungibile, oltre che con la metropolitana, da piazza Carignano percorrendo il ponte di Carignano (via Ravasco) oppure lungo la direttrice piazza Dante, Porta Soprana, via Ravecca, Sarzano.
Franco Bampi, Presidente de A Compagna
KUM! Festival Curare, Educare, Governare III Edizione
La Mole, Ancona, 18-20 ottobre 2019
Giunto alla sua terza edizione, KUM!, il festival che ha la direzione scientifica dello psicoanalista Massimo Recalcati, torna alla Mole Vanvitelliana di Ancona da venerdì 18 a domenica 20 ottobre. È organizzato dal Comune di Ancona e dal Fondo Mole Vanvitelliana, con il sostegno della Regione Marche e della Fondazione Cariverona, con le attività sul territorio a cura di Jonas Onlus, e il coordinamento scientifico del filosofo Federico Leoni (www.kumfestival.it).
KUM! è la parola che Dio rivolge a Giona e Gesù a Lazzaro: Alzati! In questa parola antica è riassunto il senso generale di ogni pratica di Cura: il rinnovamento della vita laddove la vita sembra morta, finita.
E da questa parola prende avvio la riflessione del festival, che le affianca il sottotitolo Curare, Educare, Governare, i tre mestieri impossibili secondo Freud, ampliando il campo dell’analisi della Cura a tutte le sue pratiche, cliniche e non.
La settecentesca Mole Vanvitelliana – isola artificiale a forma di pentagono, situata nel porto di Ancona – è la casa ideale per la manifestazione: nata originariamente come lazzaretto, è emblema della Cura e diviene quindi un luogo di dialogo aperto non solo a specialisti della clinica – psicoanalisti, psichiatri, medici – ma anche a filosofi, antropologi, scrittori e poeti, teologi e biologi che, con uno sguardo trasversale e pluriprospettico, si confrontano sul tema del 2019: l’origine della vita.
«L’origine della vita – affermano Massimo Recalcati e Federico Leoni – è anzitutto il tema della nascita. Nascita di una vita, nascita di un figlio dall’incontro enigmatico del sesso e dall’incanto dell’amore. L’origine della vita è anche l’emergere della vita umana dalla sterminata preistoria della vita animale. Infine l’origine della vita è la comparsa della vita sul pianeta Terra, il suo lento sollevarsi dall’inorganico e il suo graduale organizzarsi in forme via via più complesse e differenziate; ed è l’origine della Terra e la formazione dell’universo: dello spazio e del tempo, della materia e dell’energia.
Grande tema scientifico e antropologico, inesauribile domanda teologica, antica questione filosofica che la contemporaneità eredita e trasforma profondamente, l’origine della vita è il campo vastissimo e intimamente consonante che KUM! esplorerà in questa sua terza edizione».
IL PROGRAMMA
In calendario, nelle tre giornate di festival, 48 incontri con 67 ospiti, divisi in sezioni: 6 Lectio con grandi personalità della psicoanalisi, della filosofia e dell’antropologia; 10 Dialoghi e 5 Conversazioni per confrontare idee e punti di vista; 5 Ritratti di importanti figure del pensiero occidentale; 4 Letture dei classici della letteratura; 4 appuntamenti per conoscere specialisti e pratiche della Cura con Lo sguardo di Ippocrate; 2 Visioni, su psicoanalisi e televisione; i temi cardine della psicoanalisi accompagnati da una bevanda con 3 incontri per Psicologia da The e 3 per Aperipsì; 6 Eventi Speciali.
Lectio magistralis
L’inaugurazione del festival, venerdì 18, sarà seguita dalla prima lectio con Federico Leoni. La filosofia dell’ultimo secolo ha insistito sulla separazione tra la vita umana, appartenente ad un piano superiore grazie al linguaggio, e le altre forme di vita; è però forse tempo di ripensare l’origine della vita umana come profondamente annodata a quella non-umana.
Sempre venerdì il fisico Guido Tonelli, uno dei padri della scoperta del bosone di Higgs, terrà la lectio Genesi. In principio era il vuoto: la storia di un insieme di stati caotici e turbolenti dai quali è emerso un sistema apparentemente ordinato e rassicurante. È questo il grande racconto delle nostre origini più lontane, strumento indispensabile per affrontare le sfide del futuro.
Tre lectio magistralis in programma sabato 19.
Nessuno nasce solo è il titolo dell’intervento della psicoanalista Silvia Vegetti Finzi, in cui spiegherà come la data di nascita che ci viene attribuita sia convenzionale perché siamo già al mondo nove mesi prima, nel grembo materno. Questa fase – insieme all’esperienza del parto – influenza la struttura della nostra personalità, le relazioni con gli altri e il rapporto con il mondo.
Sotto il profilo evolutivo, l’origine della vita umana può essere colta in due grandi acquisizioni: l’abilità di stare e camminare su due piedi e il linguaggio verbale. L’antropologo Francesco Remotti, nell’incontro In principio era il riso (non solo il verbo), suggerirà come i miti di molte società inducano ad aggiungere un terzo fattore: il riso.
Il filosofo Rocco Ronchi ripercorrerà la concezione filosofica di Gilles Deleuze, formulata a partire dalla lettura di Marcel Proust: il pensiero prende avvio dai traumi, comincia sempre con una ferita.
Non è sufficiente essere vivi per voler vivere. La melanconia ci insegna che la vita può essere oggetto di un rifiuto radicale. Ma quali sono le ragioni di questo rifiuto? Qual è la verità profonda della melanconia? A dare risposta a questi interrogativi, domenica 20, sarà Massimo Recalcati.
Dialoghi
La potenza dell’azione umana innesca ogni sorta di relazione di potere e di antagonismo potenzialmente esplosivo. Le società moderne hanno imbrigliato l’instabilità strutturale del potere in un insieme di artifici istituzionali che per qualche secolo si sono rivelati relativamente efficaci. Ma oggi, mettono in guardia il filosofo Massimo De Carolis e il sociologo Mauro Magatti nell’incontro L’origine del potere, si moltiplicano i segni di un cedimento strutturale di quegli artifici.
Il semiologo Stefano Bartezzaghi e il latinista Ivano Dionigi si confronteranno sulla Forza della parola: se ‘simbolica’ essa unisce, consola, salva; se ‘diabolica’, divide, affanna, uccide. Oggi la parola, marca distintiva dell’uomo, corre un duplice rischio: da un lato, essere snaturata e ridotta a vocabolo; dall’altro, essere mandata in esilio dai padroni del linguaggio.
I disagi psicologici dei bambini sono oggi sempre più complessi nel loro manifestarsi e nel loro trasformarsi. Talvolta poi i bambini sono oggetto di abusi, violenze, maltrattamenti: l’adulto si trasforma in carnefice, la casa familiare diventa una trappola. Cosa si può fare per il bambino difficile e per chi lo circonda? E per ridare voce al silenzio dell’infanzia? Daranno una risposta a queste complesse domande gli psicoanalisti Aldo Becce e Uberto Zuccardi Merli.
L’arte nasce nelle caverne. Federico Leoni e Rocco Ronchi racconteranno e interrogheranno il testo di Georges Bataille “Lascaux. La nascita dell’arte”: una delle maggiori interpretazioni del complesso di Lascaux, dove ventimila anni fa i nostri antenati depositarono un tesoro di circa seimila immagini di uomini, animali e misteriosi esseri ibridi che ancora ci affascinano.
Il discorso sull’arte continua con Aldo Grassini e Andrea Socrati del Museo Tattile Statale Omero di Ancona. L'arte si prende cura dell'uomo offrendogli la possibilità di esprimersi qualunque sia la sua condizione; parallelamente è necessario prendersi cura dell’arte, permettendone a chiunque la conoscenza e il godimento.
Sulla poesia dialogheranno invece i poeti Gianni Montieri e Francesco Scarabicchi, nell’incontro La vita di Giacomo.
La nascita di un bambino non coincide con la nascita di un soggetto. Il soggetto nasce molto tempo dopo il bambino, è ciò che diventa grazie all’incontro con l’altro. Gli psicoanalisti Mariela Castrillejo e Uberto Zuccardi Merli spiegheranno l’importanza della clinica del bambino prematuro e della prima infanzia come accesso privilegiato per l’osservazione della fragilità di questa transizione.
La lunga crisi e la difficile rinascita occidentale è il titolo dell’incontro tra l’esperto di biotecnologie genetiche Ernesto Burgio e la psicologa Daniela Lucangeli. Nella storia collettiva, come nella vita individuale, ci sono momenti critici, momenti di morte e di rinascita. Ma la crisi storica nella quale ci troviamo, iniziata tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, sembra protrarsi indefinitamente senza portare a un rinnovamento, forse perché si tratta della vera e propria fine di un mondo.
Il neurobiologo Stefano Mancuso e lo scrittore Daniel Lumera parleranno di Siamo fatti di Terra. Quando la salute del Pianeta e delle persone sono una cosa sola. Per affrontare le sfide più delicate che abbiamo di fronte – spiegheranno – dobbiamo ritornare in armonia con la Terra che ci ospita. Modera l’esperto di sostenibilità ambientale Tommaso Perrone, in collaborazione con Alce Nero.
Nel dialogo Il mito dell’origine, l’origine del mito, l’antropologa Laura Faranda e lo psicoanalista Luigi Zoja spiegheranno come i miti, che si ripresentano simili in epoche e culture diverse, attingano a un inconscio collettivo tuttora presente nelle nostre società ipermoderne. Ne sono un esempio i miti dell’origine, che tentano di dare ordine al cosmo, ma anche quelli della vendetta e della distruzione, riemersi nei fondamentalismi contemporanei e nelle dinamiche terroristiche.
Conversazioni
I filosofi Alessandra Campo, Elena De Silvestri ed Enrico Redaelli ci parleranno di Platone e dei suoi due modi di pensare l'origine della vita: quello del Demiurgo, che la fa scaturire dal gesto di un sommo artigiano che dà forma alle cose, e quello che la vede sorgere dalla materia – Chora in greco – e dal suo movimento inafferrabile, al quale Platone riserva l’ultima parola.
Le psicoterapeute Monica Grigio e Natascia Ranieri conversano con la giurista Tullia Penna sul complesso percorso che conduce una coppia all’esperienza della genitorialità: dalle leggi e ideologie che ogni società costruisce intorno alla nascita di un figlio, alle difficoltà e patologie che talvolta accompagnano la gravidanza, il parto e la prima infanzia.
Di Creazione, invenzione, evoluzione si parlerà con il teologo biblista Mario Cucca e i filosofi della scienza Giulio Giorello e Telmo Pievani. Cosa ci vuole dire il testo biblico attraverso l’immagine della Creazione? Come dobbiamo pensare l’evoluzione guardando alle profonde revisioni che il darwinismo ha attraversato negli ultimi decenni?
Ogni nuova vita che si affaccia al mondo incontra l'Altro: la coppia genitoriale, la famiglia via via più estesa, la società nel suo insieme. E proprio nel confronto con l’Altro, spiegano la psicoanalista Giorgia Fracca, lo psicologo Mauro Grimoldi e lo psicoterapeuta Nicolò Terminio, ogni nuova vita cercherà di fare spazio alla propria irriducibile singolarità.
Ritratti
Il primo ritratto in programma è Lucrezio. Contro la paura e l’ignoranza, dedicato al poeta e filosofo romano. Un apostolo della ragione, secondo Ivano Dionigi, che a Roma ha reciso il doppio cordone che legava l’uomo alla politica e alla religione, smascherato l’inganno dell’amore e del progresso, stigmatizzato i ricatti dell’ignoranza e della paura, svelato gli infiniti mondi possibili.
Di Jean-Paul Sartre e del suo romanzo “La nausea”, attraverso il quale il filosofo si inoltra nel territorio dell’esistenza, parlerà Massimo Recalcati. L’esistenza è dappertutto, noi siamo esistenza, ma non la si incontra mai. “La nausea” è l’esperienza attraverso la quale l’esistenza si svela nella sua più nuda e assoluta presenza.
L’epistemologa Luigina Mortari porta il pubblico alla scoperta della figura della filosofa Maria Zambrano e della sua strada per entrare in contatto con la realtà: la ragione poetica, materna, la ragione innamorata delle cose.
Telmo Pievani tratteggerà il ritratto di Charles Darwin. Il Rivoluzionario riluttante che tenne la sua teoria dirompente in un cassetto per vent’anni prima di renderla pubblica.
Lo psichiatra e psicoanalista Maurizio Balsamo presenta uno degli psicoanalisti contemporanei più noti: André Green, che ha provato a pensare lo sviluppo della psicoanalisi alla luce delle questioni cliniche del tutto nuove poste dal tempo presente.
Letture
Anche quest’anno una sezione del festival è dedicata ai grandi classici della letteratura interpretati da autorevoli voci contemporanee: il biologo Gian Marco Luna con “Moby Dick” di Herman Melville, metafora della lotta per la sopravvivenza negli oceani, oggi forse irreversibilmente danneggiati; il filosofo Riccardo Panattoni con “La preparazione del romanzo” racconta il romanzo che Roland Barthes voleva scrivere, per trovare nella vita, in ogni suo frangente, il fantasma dell’origine; Stefano Mancuso legge “Ascoltare gli alberi”, in cui Henry David Thoreau espone intuizioni sugli alberi o sulle loro capacità di percezione che precorrono i risultati delle ricerche degli ultimi anni; Mario Cucca affronta “Il Cantico dei cantici”, in cui i due amanti fanno esperienza della natura eversiva dell’amore, capace di risignificare l’intero universo simbolico degli amanti.
Lo sguardo di Ippocrate
Uberto Zuccardi Merli spiegherà come l'infanzia, che è l'inizio della vita umana segnato dalla dipendenza, quella dalle cure dei genitori, oggi prosegua anche nella vita adulta. Gli oggetti della tecnologia, che costituiscono la nostra realtà sociale condivisa, generano infatti una dipendenza fortissima e universale.
Di Cure Palliative Pediatriche e Hospice Pediatrici, sempre più necessari con l’aumento dei casi di bambini e adolescenti affetti da patologie inguaribili, parleranno Sergio Amarri, primario di pediatria, la psicoanalista Giorgia Cannizzaro, l’ematologo pediatrico Momcilo Jancovič e la direttrice di Vidas Giada Lonati, in collaborazione con Fondazione Seragnoli.
La psicoanalista Maria Barbuto, il Direttore di Neonatologia dell’Ospedale Salesi di Ancona Virgilio Carnielli e il regista Angelo Marotta guideranno il pubblico in un viaggio nella neonatologia dell’Ospedale Salesi di Ancona, nel reparto di terapia intensiva dedicato ai pazienti più piccoli di tutti.
L’oncologa Rossana Berardi, insieme al filosofo Michele Caporossi, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Ancona, e alla fotografa Francesca Tilio, nell’incontro Bios e antibios parlerà di come una diagnosi oncologica durante la gravidanza – o con bimbi appena nati – e i trattamenti antitumorali che spesso causano infertilità possano rendere il desiderio di genitorialità irrealizzabile.
E ancora:
Visioni
Due incontri speciali con il critico cinematografico e televisivo Andrea Bellavita per intrecciare psicoanalisi e televisione. Nel primo sarà accompagnato da Mariela Castrillejo, dal filosofo Simone Regazzoni e da Massimo Recalcati per analizzare “Lessico Amoroso”, trasmissione che il direttore scientifico ha condotto per la Rai. Nel secondo Bellavita prenderà in esame la capacità della fiction televisiva contemporanea di costruire mondi che possano essere abitati non solo dai personaggi, ma anche dallo spettatore.
Psicologia da The
La psicoanalista Monica Carestia illustrerà il lavoro di Chandra Livia Candiani con la poesia e i bambini migranti e rom che hanno perduto il proprio idioma.
Con la psicoanalista Maria Laura Bergamaschi e la scrittrice Anna Toscano scopriremo come il linguaggio sia l’impalcatura che sostiene la nostra identità.
Infine, la psicoanalista Sara Riccardi guiderà una riflessione sul concetto di maternità in psicoanalisi, a partire da alcuni brani del libro di Erri De Luca "In nome della madre".
Aperipsì
La psicoterapeuta Elena Veri risponderà, grazie alla psicoanalisi, alla domanda La vita ha un’origine?
Gratitudine: muori e divieni, è l’incontro della psicologa Anna Stefi che parte dall’interpretazione di Seneca delle tre Grazie.
La psicoterapeuta Chiara Tartaglione racconterà dell’esperienza traumatica del primo respiro del bambino, dell’incontro con l’aria.
Eventi speciali
La terza edizione di KUM! si apre con Flow, in collaborazione con il format internazionale CreativeMornings: una mini conferenza abbinata alla colazione, per cominciare in maniera stimolante i tre giorni di festival. Con il teologo Andrea Bellavite si scopriranno le implicazioni antropologiche del camminare.
Nell’incontro La città della salute, a cura di Regione Marche, lo psichiatra e psicoanalista Mario Colucci e lo psicoanalista Francesco Stoppa ci spiegheranno come curare bene richieda umanità, ricerca scientifica, pratiche e tecnologie complesse, istituzioni e comunità affidabili, investimenti economici ingenti ma sostenibili.
Jonas Ancona dialoga con gli istituti scolastici, in particolare con l’IIS Podesti Calzecchi Onesti, su una scuola in-vita: una scuola che tende la mano e che si prende cura. Una scuola che non rifiuta, ma accoglie le differenze, argina le forme di disagio contemporaneo perché capace di generare desiderio. Guideranno l’incontro la psicologa e psicoterapeuta Maddalena Boscaro e la professoressa Roberta Furlani, modera Monica Carestia.
I Servizi Sociali del Comune di Ancona, con le associazioni di famiglie affidatarie, propongono un evento per scoprire la magia dell’incontro tra una famiglia e il bambino che accoglie.
Margherita Barocci, esperta di rigenerazione urbana, l’antropologo Giorgio Cingolani, l’architetto Alessio Piancone e Rosita Volani, direttrice artistica di Olinda saranno protagonisti di un confronto sulle pratiche in atto nei quartieri a rischio marginalizzazione per generare partecipazione civica, riqualificazione urbana, integrazione sociale. Modera Maria Laura Bergamaschi.
Nell’incontro La nascita di un libro l’IIS Cambi Serrani di Falconara presenta il libro che raccoglie i contributi degli studenti che attraverso la scrittura si sono interrogati sul senso della vita.
Come l’anno scorso KUM! si conclude domenica con tanta musica nella speciale festa di chiusura in programma alle 20.
I Libri di KUM!
KUM! è anche una collana di libri edita da Melangolo, che trascrive in presa diretta le voci e gli interventi più originali che di anno in anno sono presentati al festival. Ciascun volume raccoglie due tra gli interventi più significativi di ogni edizione: “Risurrezioni”, con i contributi di Stefania Carnevale e Bernard Toboul dall’edizione 2018 e “L’Ingovernabile”, con testi di Rocco Ronchi e Bernard Stiegler. Ne parleranno quest’anno al festival Monica Carestia, Federico Leoni, Simone Regazzoni e Rocco Ronchi.
Tutti gli appuntamenti sono gratuiti e liberi fino ad esaurimento posti, ma per gli incontri più attesi è possibile assicurarsi un posto tramite acquisto di KUM! Card, la fidelity degli amici di KUM! al costo di 30 €. I possessori della card hanno diritto a prenotare un posto riservato agli incontri che preferiscono tra quelli prenotabili: sul sito www.kumfestival.it la lista degli incontri e le modalità di iscrizione.
Per informazioni: www.kumfestival.it – Fondo Mole Vanvitelliana: 0719257388
Telegram: @KumFestival | Facebook: @kumfestival | Twitter: @KumFestival
Instagram: @kumfestival | YouTube: KUM! Festival
Ufficio stampa: Delos – 02.8052151 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
I MOCA: COSA SONO?
Materiali a contatto con gli alimenti: le normative e le buone pratiche per la filiera alimentare
I cambiamenti nello stile e nei consumi alimentari, la globalizzazione delle filiere, la richiesta di sicurezza in ambito alimentare, relativa oltre che al prodotto stesso anche al packaging e a tutti quei materiali con i quali i cibi vengono in contatto, hanno reso la sicurezza alimentare un aspetto complesso ed articolato per tutti i protagonisti della filiera “dal campo alla tavola”.
In occasione della giornata mondiale della sicurezza alimentare, lo scorso 7 giugno l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha presentato il rapporto 2018 dedicato all’Europa, che mette in evidenza come nel nostro continente, nell’arco di un anno, oltre 23 milioni di persone, 44 ogni minuto, si sono ammalate a causa di cibo contaminato da batteri, virus, parassiti e sostanze chimiche. Una situazione che impatta, non solo sulle persone colpite, ma anche sull’economia e sull’ambiente.
Le abitudini alimentari che coinvolgono anche i consumatori italiani, e che il Rapporto COOP 2018 ha fotografato fornendo informazioni interessanti, stanno cambiando velocemente, con un incremento nell’ultimo decennio del 7,8% del settore della ristorazione e l’affermarsi negli ultimi anni dei piatti confezionati acquistati nella GDO che crescono del 5,6%.
I MOCA: cosa sono
I dati dell’OMS indicano come le sostanze chimiche rappresentino un rischio per la nostra salute. Queste sostanze possono trovarsi nel cibo anche a causa della migrazione dai materiali con i quali è venuto in contatto nel processo produttivo, in quello di trasporto e distributivo o in quello di consumo. Questi materiali, definiti sinteticamente MOCA (Materiali e Oggetti destinati a venire a Contatto con gli Alimenti), sono parte integrante della filiera e per essi valgono gli stessi criteri e principi di sicurezza che si applicano agli alimenti. Tra loro ricadono prodotti utilizzati nell’imballaggio come carte, cartoni, pellicole e plastiche; contenitori come pentole e scatole; utensili e stoviglie; componenti utilizzati nelle attrezzature per le lavorazioni alimentari come macchine per il caffè o presenti negli impianti di produzione.
Ai MOCA si applicano questi principi di sicurezza perché possono trasferire dei loro componenti ai prodotti alimentari, e in alcuni casi causare la contaminazione dei cibi con i quali vengono a contatto. Questo trasferimento è legato ad una serie di fattori che dipendono principalmente dalla natura e dalla composizione dei materiali e delle sostanze con i quali i MOCA sono prodotti, dalla natura e composizione dei cibi, dalla superficie di contatto, dal tempo e dalla temperatura di contatto tra essi ed il cibo.
“La disciplina sui MOCA si basa sul principio che non esiste la migrazione zero, vi è sempre un’interazione fra l’alimento ed i materiali con cui esso viene a contatto”, dichiara Michela Gallo, Food Contact Service Line Manager presso i laboratori pH. “L’articolo 3 del Regolamento 1935, ad esempio, indica infatti che i materiali e gli oggetti non devono trasferire ai prodotti alimentari componenti in quantità tale da costituire un pericolo per la salute umana, comportare una modifica inaccettabile della composizione dei prodotti alimentari o causare un deterioramento delle loro caratteristiche organolettiche. Questo, tuttavia, implicitamente ammette il trasferimento di sostanze che non vadano a compromettere le caratteristiche di sicurezza e salubrità dell’alimento.”
Le norme di riferimento per i MOCA
Il caposaldo europeo in ambito alimentare è il Regolamento UE 178/2002, mentre specificatamente per i MOCA, i Regolamenti fondamentali sono il Reg. UE 1935/2004 (quadro) ed il successivo 2023/2006 sulle Buone Pratiche di Fabbricazione (GMP). Le basi su cui si poggiano i regolamenti sono l’armonizzazione normativa, la valutazione del rischio da parte dell’EFSA, l‘Autorità europea per la sicurezza alimentare, la responsabilità dell’operatore alimentare e la rintracciabilità.
In Italia è il Ministero della Salute che lavora a fianco delle autorità comunitarie nella gestione a livello nazionale anche per l’allerta rapida comunitaria RASFF (Rapid Alert System For Food & Feed) che, istituita ufficialmente dal Reg. UE 178/2002, prevede che, dopo un controllo ufficiale a seguito di una richiesta da parte di soggetti diversi, venga identificato un rischio per la salute correlato ad un prodotto, a seguito del quale si attiva il sistema rapido di allerta, che prevede la procedura di ritiro dal mercato o di richiamo nel caso di rischio grave. Su questo specifico argomento il Ministero della Salute pubblica annualmente una relazione: quella relativa al 2018 evidenzia come le segnalazioni pervenute riguardanti i MOCA sono state 138, in crescita rispetto all’anno precedente, delle quali 50 hanno riguardato ammine aromatiche e formaldeide, 34 metalli pesanti, come nichel, cromo, piombo cadmio, 22 per contaminazione industriale e 3 dovute ad alterazioni causate da frodi, etc.. I prodotti MOCA risultati irregolari provenivano per la maggior parte dalla Cina (96).
Packaging e MOCA
Da alcuni dati presentati all’Economic Packaging Conference 2019 promossa dall’Istituto Italiano dell’Imballagio e CONAI http://www.conai.org/ (Consorzio Nazionale degli Imballaggi) nel 2018 il fatturato del settore è cresciuto del 2,6% raggiungendo i 33,5 miliardi di euro, mentre la produzione è cresciuta del 2,4%, toccando i 16,7 milioni di tonnellate. Carta e cartone rappresentano il 32% della produzione del settore, ma solo il 23% del fatturato, mentre la plastica pesa per il 18% della produzione ma a valore rappresenta il 46% del settore.
Conclude Michela Gallo: “Quando si parla di test sui MOCA, le prime due voci alle quali si pensa sono la migrazione globale, come indice di inerzia chimica, e le migrazioni specifiche con le quali si valuta il tenore di cessione di determinati composti. Questa è tuttavia solo una parte dei requisiti. Deve essere garantita l’inerzia sensoriale mediante test organolettici, come pure l’idoneità tecnologica dei prodotti. Non da ultimo, per numerosi materiali è richiesto il rispetto della conformità della composizione in termini di sostanze autorizzate”.
Oltre ad un’ampia gamma di test chimici e prestazionali, eseguiti dai laboratori pH appartenenti al Gruppo TÜV Italia, le aziende vengono supportate dai tecnici del laboratorio anche nella parte di gestione documentale, sia come controllo di dichiarazioni in ingresso, sia nella stesura della Dichiarazione di Conformità che accompagnerà i materiali.
Errori o inesattezze delle Dichiarazioni di Conformità, oltre a costituire potenzialmente una violazione, possono portare a rallentamenti o blocchi nello sdoganamento dei beni.
Il futuro dei MOCA è già iniziato: non ci resta che attendere i prossimi passi!
Monica Gargiulo
GRAN FONDO DEL GALLO NERO 2019
Granfondo del Gallo Nero 2019. Primo assoluto Mediofondo: Gregory Bianchi, primo assoluto Granfondo Federico Pozzetto
Appuntamento al 20 settembre 2020 per l’ottava edizione
La pioggia all’alba ha scoraggiato alcuni a partire, poi le condizioni meteo hanno permesso lo svolgimento regolare della gara, anche se solo i primi duecento hanno avuto la possibilità di optare per Granfondo, limitazione decisa dall’organizzazione di fronte al tempo ancora incerto. Nonostante questo, in oltre 800 sono partiti in sella alla bici da Radda in Chianti per pedalare tra le colline del Gallo Nero.
A tagliare il traguardo per primo Gregory Bianchi del Team Alpin Beltrami TSA, mentre la Granfondo è stata vinta per la terza volta da Federico Pozzetto, ASD Cicli Copparo.
Un podio particolare, dedicato ai giornalisti in gara per la 19° Coppa della Stampa: per la categoria senior Stefano Salomoni, mentre per la categoria gentlemen Giovanni Fantozzi.
Dopo la gara, al classico pranzo dei corridori e dei loro accompagnatori sono stati serviti oltre 1100 calici di vino Gallo Nero e un migliaio di piatti di pasta con il ragù raddese.
Alessandro Palombo, il neo-eletto presidente della Chianti Classico Company, “Sono molto soddisfatto di poter aprire il mio mandato con un evento di questo tipo, che unisce la bellezza del territorio a uno degli sport più seguiti, il ciclismo. L’intuizione di Francesco Daddi, padre di questa corsa, si è rivelata vincente: molto sono coloro che tornano anno dopo anno, non solo da tutta Italia, ma anche da paesi lontani (circa il 55% degli iscritti vengono da fuori regione, di cui il 19% sono stranieri). Dopo sette anni possiamo dire che ormai il meccanismo è ben oliato, e questo lo dimostra il fatto che neanche le condizioni meteo sfortunate lo hanno potuto inceppare. Devo ringraziare tutte le amministrazioni locali, in primis Comune di Radda in Chianti, partner fondamentale, che hanno supportato l’iniziativa e contribuito attivamente alla sua realizzazione. Ci vediamo alla prossima edizione, l’ottava, il 20 settembre 2020!”
Classifica Mediofondo
1 |
BIANCHI |
GREGORY |
TEAM ALPIN BELTRAMI TSA |
02:11:56.60 |
2 |
LICCIONE |
RODOLFO |
ASD TUTTINSELLA |
02:11:58.56 |
3 |
SCOPETANI |
GIULIO |
VITAMIN CYCLING TEAM ASD |
02:11:58.71 |
4 |
NUCERA |
GIOVANNI DOMENICO |
TEAM PROCYCLING PROMOTECH |
02:11:58.99 |
5 |
BREVI |
FEDERICO |
TEAM MARVILLE |
02:12:27.56 |
Classifica Granfondo
1 |
POZZETTO |
FEDERICO |
ASD CICLI COPPARO |
03:44:33.04 |
2 |
MOTTA |
EMANUELE |
DT BIANCHI |
03:44:36.80 |
3 |
DEBERTOLIS |
MASSIMO |
WILIER 7C FORCE |
03:44:46.44 |
4 |
BELLINI |
DARIO |
OLIMPIA CYCLING TEAM ASD |
03:45:01.45 |
5 |
VANNI |
TOMMASO |
CICLI TADDEI |
03:45:13.05 |
Ufficio Stampa Consorzio Vino Chianti Classico
Silvia Fiorentini - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - 055 8228522 – 348 8278802
GAGGENAU AL SALONE NAUTICO DI GENOVA
Dopo il successo della passata edizione, Gaggenau rinnova la sua partecipazione alla VIP Lounge del Salone Nautico di Genova, dal 19 al 24 settembre 2019, il più grande Salone del Mediterraneo dedicato al mondo della nautica, che giunge quest’anno alla sua 59° edizione.
Presso la VIP Lounge, a ingresso riservato, Gaggenau darà quotidianamente il benvenuto ai propri ospiti allietando la loro permanenza in fiera con showcooking diurni e serali a cura dello Chef Aleandro Polenti, che realizzerà speciali percorsi di degustazione in abbinamento a etichette pregiate.
Il Salone è un appuntamento importante per chi come Gaggenau è attento alla bellezza coniugata alla funzionalità: da oltre 300 anni, il brand è sinonimo di eccellenza nel mondo della cucina, in grado di esprimere altissimo valore estetico, design ricercato e innovazione tecnologica. Il Salone Nautico è l'occasione per ammirare i prodotti Gaggenau inseriti in contesti di valore, capaci di esaltare le linee essenziali del brand tedesco.
Tra gli appuntamenti più attesi della settimana, quello previsto per lunedì 23 settembre: lo chef Ambassador Gaggenau Luigi Taglienti, stella Michelin del ristorante Lume di Milano, proporrà una live dinner experience ispirata alla tradizione ligure per rendere omaggio alla città della nautica e alle sue stesse origini, in abbinamento alla selezione vini proposta dal partner Marchesi Antinori.
Protagonista degli showcooking sarà l’elegante linea Forni serie 400 dall’iconico design con manopole frontali, porta interamente in acciaio inox sotto vetro e apertura automatica con display touch: la combinazione di Forno Tradizionale, Forno Combinato a Vapore e Cassetto Sottovuoto offrirà il massimo delle prestazioni e funzionalità professionali per ogni tipo di cottura, inclusa quella a bassa temperatura. Con il piano Full Induction, gli chef potranno beneficiare della migliore tecnologia Gaggenau nel campo dell’induzione che, grazie a un'unica superficie di cottura completamente flessibile, è in grado di garantire la massima libertà di movimento e il posizionamento fino a 6 pentole contemporaneamente. Completa la linea 400 la Macchina del Caffè, per accogliere con un buon espresso gli ospiti all’interno della Vip Lounge, i quali avranno la possibilità di scegliere secondo i propri gusti tra 8 diverse intensità aromatiche.
Inoltre, Gaggenau è presente al Salone Nautico con Vario Cooling 400, una serie di cantine climatizzate per la conservazione di vini e champagne dal design estremamente curato nei dettagli, dotata di un sistema di controllo elettronico che consente di ospitare le diverse bottiglie alla corretta temperatura, grazie a 3 zone climatiche indipendenti.
Due partner d'eccezione affiancano Gaggenau in questa rinnovata partecipazione al Salone Nautico: Robbe&Berking - dal 1874 maestro nella creazione artigianale di argenteria tedesca - e Hering Berlin - azienda specializzata in Porcellane fatte a mano fondata nel 1992 dalla designer Stefanie Hering. Tradizione e artigianalità sono il denominatore comune delle tre aziende tedesche per la prima volta insieme al Salone Nautico di Genova per portare in tavola l’eccellenza della manifattura, in perfetta sintonia con i valori promossi dalla manifestazione nautica.
Gaggenau produce elettrodomestici professionali, di altissima qualità ed è al contempo simbolo di innovazione tecnologica e design “Made in Germany”. L’azienda, la cui origine risale addirittura al 1683, rivoluziona l’universo degli elettrodomestici portando caratteristiche professionali nelle case di chi ricerca la differenza, anche nella cucina privata. Il successo delle sue soluzioni si fonda sull’innovazione tecnologica e su un design dalle forme pure e lineari, associati a un’elevata funzionalità. Dal 1995 Gaggenau fa parte del gruppo BSH Hausgeräte GmbH, con sede centrale a Monaco, in Germania, ed è presente in più di 50 Paesi in tutto il mondo con 24 flagship store nelle principali metropoli.
La differenza ha nome Gaggenau.
www.gaggenau.it
Nota sui partner
Robbe&Berking, produttore di argenteria tedesco, ha una lunga tradizione artigiana che risale al 1874. Da cinque generazioni, l’azienda ha continuato a perfezionare la propria conoscenza della lavorazione dell’argento, aggiungendovi materiali, ricerca e innovazione, coniugando alto livello di produzione, stile ed eleganza. A Genova sono presenti con “Riva”, collezione dal carattere iconico e dalle linee pulite, ogni elemento appare come una scultura sul tavolo ricordando il mondo della nautica.
Hering Berlin, manifattura fondata nel 1992 dalla designer e maestra d'arte della ceramica Stefanie Hering, è nota per forme impeccabili, uniche e inimitabili, risultanti dalla sperimentazione anche del materiale come conoscenza assoluta della porcellana come sostanza. Hering Berlin parte dall'analisi della tradizione per dare una nuova chiave di interpretazione alla tavola contemporanea, dall'estetica lineare e dalle forme flessibili.
Manuela Di Mari
IL NUOVO BENETEAU OCEANIS 30.1. PICCOLO E GRANDE ALLO STESSO TEMPO!
A CANNES YACHT FESTIVAL E AL SALONE NAUTICO DI GENOVA IL NUOVO BENETEAU OCEANIS 30.1. PICCOLO E GRANDE ALLO STESSO TEMPO!
Al Cannes Yachting Festival e al Salone Nautico di Genova per scoprire il più piccolo della gamma Beneteau si rivela così essere l’ideale per offrire la più ampia possibilità di programmi!
Grazie al suo profilo fuori tutto di meno di 9 x 3 metri e al suo dislocamento a vuoto di meno di 4 tonnellate, il Beneteau Oceanis 30.1 è trasportabile su strada senza dover utilizzare un trasporto eccezionale. Se si preferisce raggiungere gli specchi d’acqua tramite canali e fiumi, la versione chiglia retrattile e l’albero abbattibile apre ad una varietà infinita di soluzioni.
Perfetto per navigare sui laghi o lungo la costa, questo nuovo Oceanis è robusto e attrezzato com’è per navigazioni al largo.
Beneteau riafferma la sua mission per una nautica da diporto innovativa e sempre più accessibile e il nuovo Oceanis 30.1 ne è testimonianza e mantiene le promesse su tutti i fronti. Forte delle sue dimensioni trasportabili, di un’abitabilità fuori dal comune per la sua taglia e di un utilizzo mirato alla semplicità, il più piccolo modello della gamma crociera Beneteau non dimentica l’eleganza dello stile e dell’estetica. C’è da scommettere su una sua carriera da “best in class”.
Se è ormai raro presentare una barca in base alle dimensioni, il nuovo Beneteau Oceanis 30.1 fa eccezione. La sua concezione si basa infatti su un’equazione che ha permesso di ridurre le dimensioni della barca e allo stesso tempo guadagnare preziosi centimetri in coperta e all’interno, che fanno certamente la differenza in termini di abitabilità e di confort.
DALLE ACQUE INTERNE AL MARE APERTO...
Grazie al suo profilo fuori tutto di meno di 9 x 3 metri e al suo dislocamento a vuoto di meno di 4 tonnellate, il Beneteau Oceanis 30.1 è trasportabile su strada senza dover utilizzare un trasporto eccezionale. Se si preferisce raggiungere gli specchi d’acqua tramite canali e fiumi, la versione chiglia retrattile e l’albero abbattibile apre ad una varietà infinita di soluzioni.
Perfetto per navigare sui laghi o lungo la costa, questo nuovo Oceanis è tutt’altro che una barca a vela di serie B, robusto e attrezzato com’è per navigazioni al largo.
Il più piccolo della gamma Beneteau si rivela così essere l’ideale per offrire la più ampia possibilità di programmi!
SEMPLICE MA VIVACE
Su una carena firmata Finot-Conq, il Beneteau Oceanis 30.1 è un’altra sfida vinta dell’ultima generazione, inaugurata nel 2017 con il 51.1: performance e semplicità di navigazione sono due sue caratteristiche.
La prua sottile che si allarga a spigolo sopra la linea di galleggiamento, il peso ottimizzato, l’avanzamento di bolina, l’offerta di serie di una randa a corno, sono elementi chiave per procedere speditamente a tutte le andature.
La proposta di un timone di rispetto su un doppio timone conquisterà sia gli appassionati di sensazioni forti che i nuovi diportisti provenienti dalla vela leggera.
Chi predilige il comfort opterà per il doppio timone a ruota.
Per iniziare a navigare con equipaggio ridotto, si apprezzerà il fiocco auto virante e il winch unico. Per grandi performance, sarà possibile dotare il proprio Beneteau Oceanis 30.1 di un grande genoa a sovrapposizione, di un code zero su avvolgifiocco o di uno spy asimmetrico (piattaforma di prua integrata al design dello scafo).
SMART QUANTO I SUOI PREDECESSORI
Grazie alla sua carena a spigolo e alla raffinata proporzione tra bordo libero e tuga, il Beneteau Oceanis 30.1 ha l’aspetto di un piccolo yacht.
La larghezza di poppa permette di proporre un doppio timone a ruota che libera completamente il pozzetto. Nella sua configurazione con timone di rispetto retrattile in ormeggio, lo spazio disponibile è ancora più ampio. Oltre all’aspetto elegante, la soluzione albero autoportante/crocette acquartierate elimina il paterazzo e libera la circolazione verso poppa della barca. Lo stesso succede per la scotta randa: posizionata verso prua della discesa libera lo spazio e rende sicure le manovre.
Da entrambi i lati del grande tavolo del pozzetto pieghevole, due comodi divani accolgono senza problemi sei persone. Verso poppa, l’accesso al mare avviene tramite un semplice gradino che può essere completato da una piccola piattaforma.
TUTTO QUELLO CHE SERVE LADDOVE SERVE!
Rispondendo al 100% alle necessità particolarmente esigenti in termini di volumi e abitabilità, il Beneteau Oceanis 30.1 riesce a guadagnare nei punti strategici della barca preziosi centimetri che fanno la differenza rispetto ai suoi concorrenti. L’inserimento dei pagliolati nella struttura della barca permette infatti di raggiungere 1,98 metri di altezza interna nella parte centrale della barca e 1,85 metri nelle due cabine.
I centimetri di lunghezza guadagnati verso prua e verso poppa della barca offrono alle due cabine doppie un prezioso spazio di movimento (un’entrata accogliente per ogni cabina) e un orientamento dei letti disposti lungo la lunghezza della barca.
I due divani da 2 metri del quadrato offrono due cuccette supplementari. Il grande bagno si divide tra wc da un lato e doccia-vasca dell’altro. A piedi della discesa, la cucina a L conta degli alloggiamenti alti e bassi, un frigo da 75 litri oltre che un vero e proprio forno sotto i fornelli a gas. Ancora, per quanto riguarda il confort, il Beneteau Oceanis 30.1 dispone di una discesa dolce (3 gradini a 33°) che rimane un punto forte della gamma crociera Beneteau.
E considerato che rendere la nautica da diporto accessibile passa anche da una politica prezzi accattivante, il Beneteau Oceanis 30.1 pronto a navigare si annuncia a un prezzo inferiore alle barche della sua categoria.
ARCHITETTI / DESIGNER
Architetti Nautici: Finot - Conq e associati
Design interno: NAUTA DESIGN
ATTESTAZIONE CE
B6/C8/D10
Lunghezza fuori tutto |
Length overall (standard) |
9,53 m |
31'3" |
Lunghezza scafo |
Hull length |
8,99 m |
29'6" |
Lunghezza al galleggiamento |
LWL |
8,65 m |
28'5'' |
Larghezza scafo |
Hull beam |
2,99 m |
9'10" |
Dislocamento a vuoto |
Light displacement (EC) |
3 995 kg |
8,805 lbs |
Pescaggio bulbo lungo (ghisa) |
Deep draught (cast iron) |
1,88 m |
6'2" |
Peso bulbo lungo |
Deep ballast weight |
973 kg |
2,144 lbs |
Pescaggio bulbo corto |
Shallow draught (cast iron) |
1,30 m |
4'3" |
Peso bulbo corto |
Shallow ballast weight |
1 150 kg |
2,535 lbs |
Pescaggio chiglia mobile ghisa |
Lifting keel version (cast iron) |
0,95 - 2,33 m |
3'1" - 7'8" |
Peso chiglia mobile |
Lifting keel version ballast weight |
1 300 kg |
2,865 lbs |
Altezza massima |
Air draught |
13,66 m |
44'10" |
Serbatoio carburante (Standard) |
Fuel capacity (standard) |
130 L |
34 US Gal |
Capacità acqua dolce (Standard) |
Freshwater capacity (standard) |
160 L |
42 US Gal |
Potenza motore (Standard) |
Engine power (standard) |
15 CV |
15 CV |
Randa a corno |
Square top mainsail |
25 m² |
270 sq/ft |
Fiocco auto virante |
Selftacking jib |
17.2 m² |
185 sq/ft |
Genoa – 105% |
Genoa-105% (optional) |
22,1 m² |
238 sq/ft |
Spi asimmetrico |
Asymmetric spinnaker |
70 m² |
753 sq/ft |
Code 0 |
Code 0 |
30 m² |
323 sq/ft |
Beneteau
Beneteau è uno dei più antichi cantieri navali al mondo. Fondato in Saint-Gilles-Croix-de-Vie nel 1884, Beneteau è stato fin dal principio uno dei pionieri della nautica da diporto. Leader nel mondo con le sue collezioni e i suoi prodotti iconici che offrono capacità diverse e ad alte prestazioni. Con una sola idea in mente: innovare sia in fatto di imbarcazioni sia nei processi produttivi, per consentire a quante più persone possibile di realizzare i loro sogni, rendendo l'avanguardia accessibile.
https://www.dropbox.com/sh/irhcvjdu0pio9xa/AADNlmCXkQdF2hrxmudBy1bPa?dl=0
Ufficio stampa Beneteau
Manuela Caminada
Via Leopardi 2 Milano
Tel 3336217082
SFIDA APERTA NEL BIO
Attratte dalla crescita double digit del comparto entrano in gioco le grandi aziende generaliste
I consumi bio nel 2018 sono cresciuti a doppia cifra (+14% nei primi sette mesi dell’anno nella sola gdo, secondo le ultime rilevazioni di Osservatorio Sana), ma il beneficio derivante da questo boom, per le aziende specializzate nella trasformazione dei prodotti da agricoltura biologica, è limitato.
Ad affermarlo è il primo studio di Pambianco Strategie di Impresa sui fatturati delle dieci aziende italiane leader del comparto BIO che, messe assieme, hanno incassato lo scorso anno oltre 400 milioni di euro, ottenendo una progressione leggermente superiore all’1%. Un piccolo passo in avanti se confrontato con il grande passo fatto dal comparto green, che certamente non soddisfa i diretti interessati, come del resto non li accontenta il risultato legato alla redditività in generale e ancor più se confrontato con quella dell’esercizio precedente: la percentuale di ebitda sul fatturato nel 2018 è stata pari al 6% contro il 7% del 2017.
La spiegazione per questo rallentamento, secondo quanto affermano le aziende specializzate nell’ambito bio, va ricercata nella competizione messa in atto dai produttori generalisti, alcuni dei quali hanno fatto breccia in un mercato sempre più promettente, aprendo una parte di trasformazione bio (pur senza abbandonare il convenzionale) proprio per assecondare le richieste dei consumatori finali. In questo contesto, al di là dei singoli casi, la lieve crescita complessiva è stata ottenuta dagli specialisti proprio sacrificando i margini, scelta necessaria per poter competere con le aziende che operano anche nel convenzionale e che, per dimensioni, possono far leva sul prezzo.
Il leader italiano del biologico è Rigoni di Asiago, con 112,5 milioni di ricavi realizzati al termine di un anno caratterizzato da un lieve calo di vendite, ma durante il quale l’azienda vicentina amministrata da Andrea Rigoni ha posto le basi per la propria crescita futura, inserendo il nuovo socio Kharis Capital (con quota di minoranza rafforzata) in sostituzione del Fondo Italiano di Investimento per poi ottenere, a marzo 2019, un finanziamento di 50 milioni di euro da un pool di banche che verrà utilizzato per potenziare l’export, che vale attualmente quasi il 40% del fatturato complessivo.
Al secondo e terzo posto della
classifica, divisi da meno di un milione di euro, troviamo Alce Nero e Brio. La prima, nome storico del biologico made in Italy, ha incassato 74,3 milioni di euro con un incremento di circa il 2% che dopo due esercizi con il turbo, conclusi rispettivamente al +25% nel 2017 e +45% nel 2016, può essere
interpretato come un ottimo consolidamento.
PAMBIANCO Strategie di Impresa S.r.l., Corso Matteotti 11, 20121 MILANO - P.I. 05861630159 Tel. + 39 02 76388600 - Fax + 39 02 784117 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.pambianco.com
Assolutamente significativo è anche il risultato di Brio, terzo player italiano del bio, che ha chiuso a 73,5 milioni di ricavi con un balzo dell’11,5% anno su anno, ottenendo però la crescita in assenza di marginalità.
Al quarto posto della classifica si posiziona l’azienda protagonista del “colpo” più importante dell’anno ovvero la siciliana Damiano, specializzata nella trasformazione della frutta secca bio, forte di un giro d’affari di oltre 45 milioni di euro. A fine luglio, Damiano è stata acquisita da Progressio Investimenti III, fondo gestito da Progressio sgr, e rappresenta in qualche modo l’eccezione alla regola non solo per capacità di attrazione verso gli investitori, ma anche perché, in un anno complesso, ha ottenuto un incremento del 16,5% di fatturato con una marginalità prossima al 10% dei ricavi.
Al quinto posto si inserisce Probios, realtà ormai consolidata nella distribuzione degli alimenti biologici vegetariani, presente anche in Germania con la consociata Probios Deutschland che ha chiuso l’esercizio con poco più di 25 milioni di ricavi. A seguire, la classifica è completata da Natura Nuova, Sarchio, Scaldasole, Germinal Italia e Poggio del Farro. Tra queste aziende si distingue per risultato Poggio del Farro, realtà di Firenzuola (Firenze) specializzata negli alimenti bio a base di farro, che è stata in grado di realizzare una crescita di quasi il 20% ottenendo al tempo stesso il più importante ebitda percentuale del comparto (18% sul fatturato).
Per informazioni:
PAMBIANCO Communication Lucia La Porta Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Tel 02 76388600
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