Recensioni
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12 GIUGNO 2018: BAIA BENIAMIN A VENTIMIGLIA RINASCE CON LA CENA FIRMATA EMANUELE DONALISIO E DANIEL CANZIAN
Daniel Canzian ed Emanuele Donalisio, entrambi giovani chef membri JRE dal 2017, celebrano l’arrivo della bella stagione con una cena a quattro mani e un menu con i loro migliori piatti, martedì 12 giugno 2018 presso la storica e suggestiva Baia Beniamin di Ventimiglia (IM), una delle location più belle della Riviera di Ponente.
Il mare azzurro e cristallino della Liguria farà da sfondo a una serata pensata per essere una festa d’estate. Non a caso, il titolo scelto per l’evento è “Baia, mare e bollicine”, per raccontare in poche parole i punti forti dell’evento, cui fa da contrappunto il menu creato dai due chef, fatto di abbinamenti e contrasti che si alternano con eleganza durante le sei portate che comporranno la degustazione.
IL MENU
Canapè di benvenuto
Crudo di surallo, rossa di tropea in saòr, croccante al carbone vegetale
Ombrina fumè al legno di ulivo, nuvola di riso, cipria di barbabietola e finocchio
Risotto al limone, sugo d'arrosto e liquirizia
Midollo alla brace, branzino, trombetta e olandese al cipollotto
Geometria di ricotta, frutti rossi mandorle e timo
Emanuele Donalisio, piemontese con un bagaglio di emozioni e passioni culinarie raccolte durante le esperienze condotte nelle grandi cucine nel mondo, è uno chef eclettico, con uno stile nato dal connubio tra il punto fermo della tradizione e le realtà internazionali. Il punto di forza della sua cucina, che esprime a pieno nel suo ristorante “Il Giardino del Gusto” di Ventimiglia, è la diffusione dei saperi e dei sapori del territorio, specialmente i meno noti, per preservarne la biodiversità, a cui accosta volentieri profumi e suggestioni del mondo, per intrigare e trasmettere originali emozioni gustative.
Daniel Canzian, veneto di origine ma milanese di adozione, in cucina non prescinde mai da semplicità, stagionalità e italianità, pilastri della sua filosofia: ai fornelli lo chef non reinventa ma alleggerisce, fedele alle stagioni, per esaltare la parte più nobile di ogni piatto e creare un menù in costante evoluzione, mediterraneo e sincero. Per otto anni accanto al suo maestro Gualtiero Marchesi, con esperienze fondamentali in Italia e in Francia, riceve nel 2010 il premio “Pellegrino Artusi” come migliore giovane Chef dell’anno. Dal 2013 dirige a Milano il suo “Ristorante Daniel”, con una passione e una creatività che si rinnovano ogni giorno.
Insieme i due chef, che già condividono l’esperienza nella delegazione italiana dei Jeunes Restaurateurs d’Europe, hanno deciso di dare vita a una serata speciale e per farlo hanno scelto la bellissima Baia Beniamin, per mezzo secolo sede di uno dei ristoranti più rinomati della Riviera. In una simile atmosfera l’accostamento con le “bollicine” era d’obbligo: quelle dell’ottimo Berlucchi ’61, selezione di Franciacorta spigliati ed eleganti, animeranno la serata grazie alla partnership con la storica casa vinicola.
Prezioso e imprescindibile anche il supporto dei partner Coffeel di Ventimiglia, fornitrice di gustose miscele di caffè, di AIS delegazione di Imperia e dell’l’Istituto Alberghiero E.Ruffini, i cui studenti avranno l’opportunità di toccare con mano tutti gli aspetti professionali di una serata tanto impegnativa quanto bella.
A Sergio Portioli, musicista di Bordighera, è affidato l’accompagnamento musicale di una serata per cui sono attese circa 150 persone.
Il costo della cena, che comprende una bottiglia della selezione Berlucchi ogni due persone, è di 110 euro a testa.
Le prenotazioni possono essere effettuate chiamando “Il Giardino del Gusto” al numero 0184/355244.
Alessandra Gasparini +39 3939713009 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
POKER DI STELLE AL RISTORANTE PARTICOLARE DI SIENA
Venerdì 8 giugno il ristorante senese ospiterà la cena ‘stellata’ con gli chef Daniel Calosci, Katia Maccari, Umberto de Martino e Francesco Baldissarutti
Le proposte creative rendono omaggio alla bella stagione seguendo come filo conduttore il colore rosso
Il Ristorante Particolare di Siena festeggia la bella stagione con una cena speciale, in programma venerdì 8 giugno, che vedrà alternarsi ai fornelli ben 3 chef stellati. Per la prima volta insieme a Siena sarà possibile assaggiare le creazioni degli chef stellati Umberto de Martino, Katia Maccari e Francesco Baldissarutti con Daniel Calosci, padrone di casa del Ristorante Particolare di Siena che si cimenteranno in un menù inedito dedicato al colore rosso.
Le proposte creative della serata. La serata gourmet intitolata “I Sogni Del Particolare. Il Rosso Relativo” si aprirà con benvenuto degli chef e con un brindisi con lo Spumante Brut Rosé, Metodo Classico della cantina Fèlsina. Seguirà la ‘Lingua di vitello fondente, rapa rossa, carote allo zenzero e coriandolo’ dello chef stellato Umberto de Martino. Come primo piatto saranno serviti ‘Ravioli di ricotta e basilico, pappa al pomodoro, cialda di melanzana affumicata’ di Katia Maccari. La serata gustosa continuerà, sempre sulle tracce del colore rosso, con la proposta di Daniel Calosci.
Lo chef del ristorante il Particolare di Siena delizierà i palati dei commensali con ‘Piccione, foie-gras, lamponi, rabarbaro’. Gran finale in dolcezza con le golose proposte dello chef stellato Francesco Baldissarutti che porterà in scena il suo ‘Croccantino all’amarena con salsa alle rose, tagete e lamponi’ e la sua piccola pasticceria. Pane e lievitati saranno a cura di Daniel Calosci e i vini in abbinamento a ogni portata sono stati scelti dalla cantina Fèlsina.
‘I Sogni del Particolare. Rosso Relativo, è stata organizzata dal Ristorante Particolare di Siena in collaborazione con Nieva Zanco, autrice de 'La Consiglieria. Guida gastronomica non convenzionale' e cantina Fèlsina. Per informazioni è possibile consultare il sito www.particolaredisiena.com, telefonare al numero 0577/1793209,
robespierre
GIULIANO BALDESSARI E RICHIE HAWTIN: UNA CENA PER RISVEGLIARE I SENSI
Domenica 10 giugno il deejay Richie Hawtin presenta il progetto ENTER.Sake al ristorante Aqua Crua. In abbinamento un menù ad hoc creato da Giuliano Baldessari
Un'esperienza di sake, alta cucina e musica. Domenica 10 giugno a partire dalle ore 20 al ristorante Aqua Crua di Barbarano Vicentino Giuliano Baldessari e il Dj Richie Hawtin proporranno una cena dove saranno protagonisti tutti i sensi.
Richie Hawtin, deejay e produttore canadese, icona della musica elettronica già dagli anni '80, presenterà ENTER.Sake, la selezione di sake che cura personalmente, abbinata ad un menù realizzato per l'occasione dallo chef Baldessari. Tra i piatti proposti ci saranno La Muffa, (carne di fassona marinata e lasciata a 25 gradi per tre settimane con Penicillium candidum), La Trippa di Vitello preparata con l'alga spirulina, Lo Spaghetto al miso, Il Risotto al Cactus e Il Pesce Gatto al Tamarindo. La serata sarà accompagnata dalla selezione musicale di Hawtin.
Alcune portate saranno servite in modo alternativo e la luce stessa verrà modulata durante i vari momenti della serata. Ci sarà inoltre la possibilità di scegliere di cenare al tavolo conviviale. "La serata dedicata ad ENTER.Sake – spiega Giuliano Baldessari - è una grande occasione per avvicinarsi a questa bevanda, da noi ancora poco conosciuta, ma che è in grado di regalare ottimi abbinamenti. Se a questo uniamo la cucina di Aqua Crua e la musica di Richie Hawtin, che hanno in comune tra loro la voglia di sperimentare, non può che nascere un'esperienza affascinante".
ENTER.Sake è una collezione di sake boutique. Hawtin ha esplorato il mondo del sake per
vent'anni durante i suoi lunghi viaggi in Giappone e nel 2014 è stato nominato Sake Samurai dalla Japanese Sake Brewers Association, per i suoi sforzi nel promuovere il sake all'estero. Nello stesso anno ha creato il progetto ENTER, attraverso il quale promuove in tutto il mondo le sue due passioni, realizzando incontri, accompagnati da dj set, per presentare al pubblico la bevanda tradizionale giapponese.
Per info e prenotazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o 0444 776096
Davide Cocco
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392 9286448
L’ORTO DI LUME: RIAPRE L’ORIGINALE DEHORS NELLA SUGGESTIVA OASI DI PACE LONTANA DALLA FRENESIA MILANESE
Il ristorante stellato LUME by Luigi Taglienti riapre l’incantevole dehors ‘ORTO DI LUME’: una suggestiva oasi di pace dove potersi rilassare godendo di un’esperienza gourmet sensoriale a 360 gradi.
L’ORTO DI LUME rappresenta un progetto architettonico e decorativo, nato nel 2017, che ha lo scopo di sottolineare ed esprimere due parole chiave che si legano alla filosofia del ristorante e dello chef Luigi Taglienti: EREDITÀ & EVOLUZIONE. Questi due concetti si fondono tra di loro e si raccontano attraverso gli arredi e i colori che caratterizzando questo spazio esterno di 160 mq: una grande struttura total white a forma di voliera del XIX secolo, le decorazioni sui muri e i sanpietrini del pavimento nel giardino sono elementi legati al passato rivisitati in chiave moderna, immersi nelle avvolgenti tonalità bianche grigie e verdi.
Un’oasi di verde e profumi che sorge lontana dalla frenesia milanese, in una zona periferica recuperata e fatta rivivere attraverso un progetto di riqualificazione di un ex area industriale, volto a legare questo luogo al tessuto urbano odierno, mantenendo un equilibrio tra patrimonio storico e contemporaneità. Il concetto che vuole infatti esprimere l’originale dehors passa attraverso tre punti chiave: il richiamo al passato, raccontato in grande stile dalla gabbia ottocentesca rivisitata in dimensioni macroscopiche e da tutti gli altri elementi d’arredo pensati
ed utilizzati per personalizzare lo spazio; l’attenzione al presente, rappresentata dall’area esterna che al posto di essere un normale giardino è invece un autentico orto costituito da tutti elementi edibili; lo sguardo rivolto al futuro, caratterizzato da un nuovo spazio verde in città, dove è possibile degustare una cucina di alta qualità che intende sostenere un concetto nuovo, un linguaggio comune rappresentato dalla memoria dei sapori che ripone però, sempre una forte attenzione alla contemporaneità.
L’architetto Monica Melotti, Chief Design Officer di MB America, commenta così l’ispirazione che l’ha guidata nella progettazione de L’ORTO DI LUME, “Da LUME il nostro obiettivo è quello di regalare agli ospiti un’esperienza indimenticabile ma vogliamo anche incoraggiarli a ricordare il ruolo vitale della memoria per il presente e per il futuro. Ho voluto far rivivere in un distretto metropolitano periferico quei pranzi e cene che nel passato di molti italiani si svolgevano nel tradizionale cortile di casa della nonna. Molti degli elementi che ho scelto ricordano esattamente questo ma sono stati reinterpretati, come i vasi tipicamente color terracotta qui dipinti di bianco, un giardino con piante edibili invece che fiori e la voliera ottocentesca.”
Erbe e alberi da frutto circondano lo spazio de l’ORTO DI LUME: basilico, rosmarino ma in particolar modo gli agrumi, con un’attenzione dedicata al limone, marchio a fuoco dello chef Taglienti, che esprime l’importanza dell’utilizzo delle acidità nelle sue preparazioni, riuscendo nell’intento di ricreare sfumature olfattive ed emotive contestualizzando la tradizione alla contemporaneità. Una contaminazione di sapori e profumi che rappresentano brio, velocità, forza a freschezza e che ricordano allo chef Luigi Taglienti, la sua amata Liguria.
L’Orto di LUME ospita fino a quattro tavoli da quattro persone ciascuno ed è possibile degustare gli stessi menù proposti nelle sale interne, vivendo però un’esperienza sensoriale immergendosi a 360 gradi nella natura. Quest’anno con la riapertura dell’ORTO DI LUME sarà possibile degustare anche tre nuove portate totalmente concepite intorno al mondo vegetale: proposte all’interno del menù à la carte, queste tre ricette sono composte da tre piatti vegetariani che esaltano il concetti di Eredità & Evoluzione.
LUME
Via G. Watt 37 20143 Milano
+39 02 80888624 www.lumemilano.com
Roberta Antonioli +39 338 9104502 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Marta Mazzeo +39 328 2226285 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
BOX CAFFÈ A PADOVA: LA CUCINA GIOVANE CHE AMA I CLASSICI
Tre locali per un unico obiettivo: proporre cibo di qualità e buon bere in modo giovane e informale. In cucina il promettente Riccardo Maffini
Un'idea di cucina semplice con alla base grande materia che ripropone i classici della tradizione italiana. È questa l'idea di cucina di Marco Benetazzo, una solida formazione alle spalle con esperienze in diversi ristoranti stellati della penisola, mente e artefice del terzetto di locali simbolo della giovane ristorazione padovana: Box Caffè in Prato, Box Pizza e Box Caffè in Galleria. Tre realtà diverse, ma che hanno come unico obiettivo quello di proporsi come locali dove trovare cibo di qualità, sano e goloso, e dove bere bene, in un ambiente elegante e con uno stile ricercato, ma informale.
Box Caffè, sorto dove negli anni venti c'era un'autorimessa per auto, si trova a Prato della Valle nel cuore di Padova, in una delle piazze più belle d'Italia. È il primo dei tre locali ad essere stato aperto, un bistrot dall’arredo semplice ma al contempo originale, con pareti in mattoni, bancone di legno e luci soffuse. In poco tempo si è affermato come luogo di riferimento per chi ama la buona cucina e apprezza la spontaneità di questa formula. “Quando abbiamo aperto questo primo locale – dichiara Marco Benetazzo – volevamo proporre qualcosa di diverso dal solito locale per giovani.
Volevamo che al centro della nostra cucina ci fossero i grandi classici della gastronomia italiana, anzi dell'alta cucina. Il mio modello e riferimento in questo è stato sicuramente Da Vittorio a Brusaporto: una cucina semplice ma perfetta, realizzata con grandi materie”.
Nel menu di Box Caffè si trovano i piatti della cucina tradizionale della Penisola reinventati mantenendo l’equilibrio tra semplicità e ricerca dal giovane chef Riccardo Maffini, un passato alle Calandre oltre che al Gabbani di Lugano, con materie prime d’eccellenza e un'esecuzione ai massimi livelli.
La Carbonara-Box, la Tartare di manzo, l’Hamburger gourmet con carne piemontese, il Tiramisù preparato con caffè espresso. E poi lo gnocco fritto servito con crudo e burrata, l'Orecchio di elefante o i freschissimi crudi di pesce. Questi alcuni esempi dei piatti realizzati dalla cucina.La cantina conta oltre 500 etichette selezionate da Marco, spesso introvabili, con predilezione per la Francia, Champagne e Borgogna soprattutto, ma anche un’ampia scelta di vini naturali. Sempre varia la proposta al calice, con etichette che sorprendono ma che garantiscono sempre il miglior rapporto qualità-prezzo.
Anna Sperotto
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RICCARDO GASPARI A TREVISO PER “CIBO A REGOLA D’ARTE”
Lo chef del SanBrite di Cortina d’Ampezzo terrà un corso, sabato 2 giugno all’evento ideato dal Corriere della Sera, sulla preparazione dei tortelli
Sessanta minuti per scoprire i segreti della preparazione dei Tortelli alla doppia ricotta. Sabato 2 giugno, alle ore 12.00 nello Spazio Accademy di Palazzo Giacomelli (Piazza Garibaldi, 13 a Treviso), in occasione della prima delle due giornate dell’evento “Cibo a Regola d’Arte”, Riccardo Gaspari, lo chef dell’agricucina SanBrite di Cortina d’Ampezzo (BL), illustrerà tutti i passaggi per realizzare questo piatto speciale.
Il corso, che rientra nel palinsesto dell’edizione trevigiana dell’evento ideato e organizzato dal Corriere della Sera, sarà condotto dal giornalista Antonino Padovese.
Ogni partecipante (il corso ha un costo di 24,50 euro a persona e va prenotato) avrà a disposizione una postazione allestita con gli utensili e le materie prime per la realizzazione della ricetta. Al termine della lezione ogni partecipante potrà portare con sé i tortelli che ha realizzato e cuocerli a casa.
A proposito di SanBrite
A dieci anni di distanza dal fortunato avvio dell’agriturismo El Brite de Larieto, la famiglia Gaspari ha inaugurato una nuova avventura di gusto e di sapienza alimentare a Cortina d’Ampezzo. Si chiama SanBrite: è la prima agricucina della località bellunese e ha aperto nel luglio del 2017 in località Alverà, a due passi dal centro.
Il nome stesso ne rivela la storia: nel dialetto ampezzano “san” significa sano, come la cucina sana della tradizione. La seconda parte del nome, “Brite”, si deve all’azienda di famiglia che dal 2004 ha affondato le radici nel territorio di Cortina e delle Dolomiti, prima con El Brite de Larieto poi con il Piccolo Brite, che proseguiranno la propria attività al fianco del nuovo ristorante. SanBrite è aperto dieci mesi all’anno, marcando così la scelta di offrire un servizio continuativo al territorio, lungo l’arco della stagione vacanziera e anche oltre.
Ezio Zigliani Press Officer
RISTORANTE “D’O” DI SAN PIETRO ALL'OLMO
Le ostriche di I love Ostrica, l’esclusivo format di shop online (www.iloveostrica.it), catering e degustazioni con protagoniste ostriche, crudités di mare e pescato di altissima qualità, entrano nella cucina del rinomato Ristorante “D’O” di San Pietro all’Olmo, Cornaredo (MI), e diventano protagoniste del nuovissimo piatto Ostrica Prestige Des Mers, Piselli, Mandorla e Pepe Agrumato proposto nel menù «Degustazione Armonia» da 9 portate.
Ispirato dall’eccellente qualità dei prodotti proposti da I love Ostrica, realtà nata dall’intuizione dell’imprenditore bergamasco Luca Nicoli, profondo conoscitore del mondo delle ostriche, oggi a tutti gli effetti tra i principali esperti al mondo di questa prelibatezza, il piatto Ostrica Prestige Des Mers, Piselli, Mandorla e Pepe Agrumato ripensa l’ostrica in cucina proponendo, per la prima volta al mondo, l’ostrica destrutturata.
Protagonista del piatto è la Prestige des Mers, produzione che nasce dalla selezione di un grande allevatore e affinatore di ostriche Cédric Roy, de Lamaison, che oltre a essere famoso per l’hûitrés di Marénnes Oleròn, esprime il suo sapiente savoir faire anche in questa produzione, unendo il valore storico dell’ostricoltura normanna e la grande esperienza maturata negli anni. L’ostrica è plasmata dalle maree di Utah beach, in Normandia. Il guscio è bianco e levigato dalla spuma oceanica, la struttura della conchiglia ricorda perle ed eleganti pizzi. Anche se l’ostrica è di piccole dimensioni, le abili mani del produttore hanno permesso di sviluppare una profonda culla di madreperla per il prezioso frutto. All’apertura, stupisce con un suadente aroma di ciboulette caratteristica dell’esposizione a est della penisola del Cotentin, per poi rivelare all’assaggio una spiccata dolcezza e una grande coerenza gusto-olfattiva ritrovando infine il sapore di erbe agliate.
Un’ostrica dal carattere persistente, capace di rilasciare equilibrata dolcezza per lunghi secondi, che nella degustazione proposta da “D’O” viene ripensata al fine di esplorarne le diverse consistenze e gli infiniti sapori, per condurre gli assaggiatori alla scoperta di gusti nuovi e sorprendenti: ora si gusta il muscolo, ora si apprezza il corpo, in un gioco di rimandi visivi, gustativi e olfattivi di pura emozione. Il piatto si presenta infatti in due dimensioni: da un lato, il guscio dell’ostrica adagiato su un crumble di mandorle e granita al limone disidratata al cui interno riposa una sfera di yogurt che custodisce il muscolo dell’ostrica; dall’altro, una ciotola in cui giace leggermente cotto in CBT con piselli in tre consistenze diverse, il corpo dell’ostrica.
Distinguendosi per essere un ingrediente davvero unico, l’ostrica nella versione proposta da “D’O” consente di ritrovare l’armonia perfetta dei sapori, l’equilibrio dei contrasti, la sorprendente variazione di consistenze, stimolando il palato come mai prima. «Essere scelti da un ristorante simbolo della cucina italiana come “D’O” è per noi motivo di grandissimo orgoglio. La passione e la competenza con cui è stato creato il piatto che ha per protagonista la nostra ostrica dimostrano non solo quanto possa essere versatile, creativo e affascinante questo prodotto ma anche quanto sia importante studiare, approfondire, sperimentare, sempre. Perché la cucina è cultura. E nel nostro caso è: cultura dell’ostrica. Obiettivo che da sempre perseguiamo e che con questa collaborazione rinnoviamo, con emozione e intensità ancora maggiori, nella speranza che sempre più persone possano avvicinarsi al meraviglioso mondo delle ostriche» - ha dichiarato Luca Nicoli, fondatore di I love Ostrica.
Il piatto è inserito all’interno del menù degustazione primaverile da 9 portate. Per info e prenotazioni: Ristorante D’O http://www.cucinapop.do
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I LOVE OSTRICA (www.iloveostrica.it) nasce da La Piazzetta del Pesce, e-commerce e delivery di pesce di alta qualità per ristoranti e privati, realtà fondata nel 2007 da Luca Nicoli, oggi a tutti gli effetti leader nella distribuzione italiana di prodotti di lusso, in particolare ostriche. Considerate che nell’ultimo anno sono quasi un milione le ostriche distribuite in Italia. L’accurata selezione dei fornitori, a cui viene imposto un rigido capitolato di autocontrollo, è alla base dell’alta qualità di ogni prodotto che viene tracciato in tutta la sua filiera produttiva, dal momento in cui viene pescato fino alla consegna. Con I love Ostrica www.iloveostrica.it, il portale di lusso che si occupa di eventi, show cooking, chef a domicilio, serate didattiche, le ostriche diventano vere protagoniste, portando all’attenzione di un pubblico curioso e selettivo un prodotto pregiato, tutto da scoprire.
Emanuela Capitanio - Cell. 347 4319334
TASTING DI 10 ANNATE DEL VINO DU PROFESSU GIOVANNI REBORA
Di Virgilio Pronzati
Foto di Paolo Revello
Rosella e Giambattista Bruzzone, Enrico Sala, Federico Rebora e Franco Roero
U Profesu, Giovanni Rebora è stato un grande genovese. Professore di Storia economica e di Storia agraria medievale e direttore del dipartimento di Storia moderna e contemporanea dell’Università di Genova, nel settore era considerato tra i maggiori esperti di livello internazionale. Chi ha avuto il piacere di conoscerlo, si è reso subito conto della sua straordinaria cultura, sincerità e onestà intellettuale. Fondamentali le sue opere sulla gastronomia. Essendo genovese, Rebora ha esplorato, descrivendola al meglio, la cucina genovese e ligure. Si sa che parlando di mangiare, non si può non parlare di vino.
Rebora sul vino, aveva le stesse considerazioni fatte per i piatti. Ossia genuini, sapidi, profumati, di deciso sapore ma di buona armonia. Tra i tanti vini che Rebora amava, il Barbera d’’Asti Doc di Franco Roero di Montegrosso d’Asti, comune cru dell’astigiano. A farglielo conoscere e apprezzarlo, Lorenzo Tablino, grande amico e enologo di vaglia. Ma ad arrivare al Barbera d’Asti Doc Il Professore, ci ha pensato Federico, figlio dell’indimenticato Giovanni Rebora.
Federico Rebora e Franco Roero
Un gesto di grande affetto e che vuol siglare l’amicizia del padre che aveva con vecchi e nuovi amici. Con questi propositi Federico Rebora con la collaborazione del noto ed esigente gourmet Enrico Sala, organizzò diverse serate enogastronomiche nei ristoranti preferiti da suo padre, tra cui, riuscitissima, quella dal Baccicin du Caru di Mele. Un vero e proprio tempio della cucina genovese e non solo, gestito dai patron Rosella e Gianbattista Bruzzone. In degustazione (e abbinati ai piatti), ben dieci annate del Barbera d’Asti Il Professore, partendo dal 2007 (l’anno che mancò Rebora) arrivando al 2016.
Gli amici di Giovanni e Federico Rebora
Ecco nell’ordine, le annate e i vini:
2007: Molta buona. Vino: granato, dal bouquet fine e complesso, con netti sentori fruttati (ciliegia durona e prugna mature), secco e sapido, caldo, appena tannico, pieno e continuo. Un vino che invita ancora a riberlo. Pronto.
2008: Buona. Vino: ricco al naso e in bocca. Frutti rosi boschivi maturi, caldo, pieno e persistente. Pronto ma ancora intrigante
2009: Buona. Vino: discretamente fine e composito al naso, un po’ largo e di medio corpo e persistenza in bocca. Da bere
2010: Ottima. Vino: composito e complesso: Fruttato e speziato, pieno ma snello e di non comune armonia. Quasi pronto.
2011: Molta buona. Vino: intenso, varietale e fruttato al naso, di equilibrata struttura e persistenza. Quasi pronto.
2012: Buona. Vino: di buon corredo olfattivo e gustativo. Pieno ma snello, continuo.
Quasi pronto
2013: Buona. Vino: ancora esuberante ma di buon livello. Giovane. Da tenere ancora qualche anno in cantina.
2014: Media. Vino: fruttato-vegetale al naso, fresco, sapido, caldo, discretamente pieno e continuo in bocca. Giovane ma gradevole. Può farsi più equilibrato tra alcuni anni.
2015: Buona: Fruttato e composito, di gran corpo e persistenza, Opulento ma di buona longevità. Giovane ma accattivante
2016: Molto buona. Vino: ricco al naso e in bocca. Buone note fruttate e speziate, pieno e molto persistente in bocca. Giovane di grande avvenire
Le bottiglie di Barbera d’Asti Il Professore del decennale: 2007-2016
Presente, oltre a Federico Rebora, un scelto gruppo di amici e conoscenti de u prufessu.
Annamaria Bertuccio, Danilo Bruzzone, Serafino Consigliere, Fiorangela Di Matteo, Giuseppe Doneto, Egle e Beppe Faravelli, Franco Fulce, Rosanna Ghinazzi, Marco Iecle, Gianna Lassa, Luca Morasso, Mauro Pes, Elena Picco, Giuseppe Polonio, Massimo Priocca, Virgilio Pronzati, Paolo Revello, Orietta Rivano, Franco Roero, Maurizio Romeo, Enrico Sala e Marco Vigo.