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Recensioni

LONGARONE, APRE LA 64ESIMA LA MOSTRA DEL GELATO

 

LA CREATIVITÀ DEI PIÙ GRANDI MAESTRI DEL MONDO INCONTRA L’INNOVAZIONE SCIENTIFICA E TECNOLOGICA

 

 

La MIG riapre al pubblico e punta su processi produttivi naturali e sulla valorizzazione dei prodotti tipici in gelateria.

Più di 130 espositori da 19 Paesi del mondo, le più avanzate innovazioni – tecnologiche e nutrizionali – per il comparto, e soprattutto la creatività e la maestria dei grandi gelatieri. Si è aperta oggi la Mostra Internazionale del Gelato Artigianale (MIG) di Longarone, tra i più importanti appuntamenti mondiali per il comparto. In fiera, fino a lunedì, negli oltre 10mila metri quadri di area espositiva, saranno protagoniste le eccellenze agroalimentari del made in Italy e non solo, trasformate dall’estro di alcuni importanti maestri gelatieri, anche esteri. Ampio spazio anche all’innovazione con le più avanzate tecnologie per la lavorazione e conservazione del gelato e tanti appuntamenti di approfondimento tecnico professionale. In questa veste la fiera quest’anno riapre al pubblico generale, e non solo agli addetti del comparto, nella sua interezza.

Giunta alla 64esima edizione, la MIG cambia volto e si concentra sulla promozione e la tutela del gelato artigianale prodotto con l'utilizzo di prodotti che mettono in evidenza tradizione e professionalità del gelatiere. 

 

A popolare l’area espositiva 134 marchi – 99 in rappresentanza di 15 regioni italiane e 35 di 18 Paesi esteri: Germania, Austria, Spagna, Croazia, Belgio, Slovenia, Argentina, Paesi Bassi, Grecia, Lussemburgo, Serbia, Polonia, Bulgaria, Slovacchia, Colombia, Giappone, Francia e Cina. Per la fiera una dimensione internazionale testimoniata anche dalla presenza dei buyer e stakeholder del settore coinvolti da Venicepromex, l'Agenzia per l'internazionalizzazione del sistema camerale veneto, che aggiungono alla lista di Paesi rappresentati, oltre ai già citati, anche Norvegia, Slovenia e Taiwan. 

Il presidente di Longarone Fiere Dolomiti, Michele Dal Farra, spiega: «La MIG 2024 ha due grandi novità, da un lato l’ingresso del pubblico e dei consumatori – ci siamo messi dalla loro parte per dare loro il prodotto più buono e salubre del mondo – dall’altro ci siamo messi anche dalla parte dei maestri gelatieri, coloro che il gelato lo trasformano sul serio, con materie prime di primissima qualità. Credo davvero che a questa Mostra internazionale del gelato si possa mangiare il gelato più buono del mondo».

 

Il programma

Oltre alle numerose masterclass e cooking show, che proseguiranno nell'arco dei tre giorni di fiera, c’è il prestigioso Concorso “Coppa d’Oro”, giunto alla 54esima edizione, nonché il concorso dedicato all'individuazione di un gelato che possa rappresentare e coinvolgere il mondo degli sport invernali.

 

Altro evento di richiamo è l’apertura della mostra dedicata all’Archivio di Luca Caviezel che il grande maestro del gelato aveva donato qualche anno fa proprio alla MIG di Longarone.

Due masterclass di Alta Gelateria saranno protagoniste durante la fiera, con la partecipazione di chef stellati e gelatieri di fama internazionale. Le sessioni si concentreranno su temi di grande rilevanza come la valorizzazione del territorio e l’importanza del recupero e della sostenibilità nella creazione di nuove ricette, offrendo ai partecipanti un’occasione unica per apprendere dai migliori.

 

 

Su questa scia uno dei punti salienti della manifestazione sarà il “Percorso del gusto”, un evento che vedrà protagonisti 24 Maestri Gelatieri; la partecipazione è internazionale, con gelatieri provenienti da Italia, Francia, Bulgaria, Germania, Cina, Giappone e da altri Paesi, ciascuno dei quali presenterà un gusto unico, espressione del proprio territorio: dal gusto bottarga e sedano candito dalla Sardegna, fino al riso, tè e gelsomino dalla Cina, passando dalla rosa damasceana lavorata da una chef bulgara e dall’italianissimo zabaione al Barolo chinato. Durante i tre giorni della fiera, i visitatori potranno degustare queste creazioni grazie a speciali tessere di degustazione, votando il Miglior gusto naturale 2024. Il Percorso del Gusto rappresenta l’essenza del gelato artigianale e la sua connessione con la cultura e la biodiversità.

 

E ancora, le proposte dei gusti gelato realizzati con i prodotti a marchio DOP e IGP, nonché presidi Slow Food e Tipicità regionali, presenti con i relativi produttori in Fiera, presentate in particolare negli spazi della Regione Veneto, di Confartigianato Dolciario Nazionale e del GAT-Gelatieri Artigiani Triveneto.

La MIG 2024 pone anche un forte accento sulla formazione e l'innovazione tecnologica nel settore del gelato artigianale. Il Convegno ADI (Associazione Italiana di Dietetica) esplorerà il ruolo del gelato nella nutrizione clinica, mentre la presentazione del Processo di Mantecazione a cura del prof. Pasquale Massimiliano Falcone offrirà una panoramica sulle più recenti innovazioni tecnologiche per migliorare la qualità del gelato artigianale.

 

Ritorna anche il convegno del CNR (Centro Nazionale delle Ricerche) dove si parlerà di trasferimento di know-how, capace di posizionare il gelato di eccellenza a un livello superiore, e sappia fare bene al palato e alla salute del consumatore.

Spazio importante ci sarà anche per il Premio Letterario Wigwam promosso dall’omonima Associazione Nazionale di Protezione Ambientale e da Vecogel.

Altra novità di quest'anno il "Fuori Salone”, con le Cene del Gusto Circolare (gli appuntamenti sono già sold out), un format che celebra la lotta allo spreco e l'etica del recupero. In collaborazione con il progetto Tempi di Recupero, questi eventi serali vedranno la partecipazione di gelatieri e chef stellati, che proporranno menù basati sull'utilizzo integrale degli ingredienti.

 

Gelato d’alta cucina

Obiettivo della manifestazione è anche raccontare il gelato come prodotto di alta cucina, valorizzando tanto la maestria artigiana quanto l'unicità dei prodotti tipici territoriali, regionali e non solo.

 

Tra i tanti nomi di spicco del settore, la fiera ospiterà anche lo chef taiwanese Arvin Wan, il primo gelatiere stellato Michelin al mondo. Wan ha fondato Minimal nel 2021, conquistando il pubblico e la critica per il suo approccio innovativo al gelato. Tra i sapori più particolari proposti da Minimal si trovano combinazioni come il Yuzu con fiori di magnolia, il prugna rossa con angelica Keiskei e noci o l’osmanto con rum e longan.

 

 

Nuove tecnologie per il gelato

Alla MIG 2024 ampio spazio viene dato ad aziende leader di settore e loro concessionari ufficiali di macchine ed attrezzature per gelateria che oltre alla qualità del prodotto finale pongono sempre più attenzione al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale. 

I visitatori potranno conoscere da vicino le attrezzature più avanzate sul mercato: mantecatori orizzontali e verticali, pastorizzatori, macchine combinate e multifunzione, cuocicrema, tini di maturazione, dosatori, vetrine per gelateria e pasticceria, abbattitori di temperatura, armadi frigoriferi, armadi congelatori, centrali frigorifere, frullatori e attrezzature varie che potranno inoltre essere viste in azione nei laboratori dei concorsi e dei cooking show.

 

Tutte le informazioni sulla 64esima edizione della Mostra internazionale del gelato artigianale (MIG) sono disponibili sul sito www.mostradelgelato.com.

 

Roberto Rafaschieri

LA FIS DI GENOVA PRESENTA I GRANDI VINI DI MASCIARELLI

 di Virgilio  Pronzati

 

 La Presidente FIS Liguria Roberta Bonasegale mentre presenta l’attesa serata 

 

Masciarelli ? L’ambasciatore dei vini abruzzesi nel mondo. Uno dei pochi  produttori ad essere profeta in patria..  

Masciarelli Agricole nasce nel 1981 dall’intuito imprenditoriale di Gianni Masciarelli, protagonista dell’affermazione della vitivinicultura abruzzese moderna. Cuore pulsante della cantina è San Martino sulla Marrucina, in provincia di Chieti, e conta vigneti e uliveti di proprietà nelle quattro province abruzzesi.

Vent’anni dopo in occasione delle celebrazioni dei suoi 40 anni di attività, Masciarelli Tenute Agricole ha lanciato il Masciarelli Art Project, progetto che nasce con l’intento di instaurare un dialogo fecondo con artisti di fama internazionale allo scopo di raccontare con una nuova chiave di lettura il poliedrico mondo Masciarelli che diventa meta d’arte fruibile dal pubblico.Masciarelli Tenute Agricole si è impegnata negli ultimi 30 anni a studiare e valorizzare il territorio agrario regionale, rivelando il potenziale vitivinicolo di una terra di forti contrasti – e quindi di terroir unici – come l’Abruzzo. Con la scomparsa di Gianni, a guidare l’azienda Masciarelli è l’avvenente e dinamica moglie Marina Cvetic, creatrice di una linea di pregiati vini che ne prende il nome.  

 

 Marina Cvetic mentre descrive la storia della sua azienda 

 

Oggi Masciarelli è l’unica azienda capace di leggere la straordinaria biodiversità dell’Abruzzo, con oltre sessanta particelle vitate nelle 4 province abruzzesi. Non solo: L’azienda producendo due milioni e mezzo di bottiglie, riesce a coniugare al meglio il rapporto qualità-quantità.   

A presentare in anteprima a Genova i vini di Masciarelli Tenute Agricole è la Fondazione Italiana Sommelier Liguria, presieduta dalla sommelier Roberta Bonasegale. L’esclusivo tasting di sei vini si è tenuto mercoledì 9 ottobre scorso dalle ore 20 alle 22 nel Salone dell’hotel Holiday Inn di via Milano.   

Come di consueto, a condurre brillantemente l’impegnativa degustazione  è la presidente di FIS Liguria Roberta Bonasegale con interessanti interventi di Marina Cvetic e del suo Direttore commerciale Paolo Dragani. 

Ecco nell’ordine, i vini degustati:  

 

L’intervento del Direttore commerciali Paolo Dragani

 

 

Villa Gemma Abruzzo Bianco 2023

Aspetto: brillante, di colore paglierino scarico con riflessi verdolini. Al naso : discretamente intenso e persistente, fine, con netti sentori floreali e fruttati.  In bocca: secco, sapido e fresco, minerale, pieno e caldo, di buona persistenza. Giovane ma già di buon equilibrio.

 

Castello di Semivicoli Trebbiano d'Abruzzo Doc Superiore 2020

Aspetto: brillante, di colore paglierino vivo. Al naso: molto intenso e persistente, fine, composito, con sentori fruttati e vegetali di mela matura,  pesca di vigna e lieve di erbe aromatiche. In bocca: secco e sapido, caldo, pieno, continuo e di buona armonia.

 

Villa Gemma Cerasuolo Superiore 2023

Aspetto: brillante, di colore rosa antico. Al naso: molto intenso e persistente, fine, con sentori fruttati di anguria matura, melagrana e mora di rovo. In bocca: sapido e fresco, un po minerale, leggermente caldo, di buona struttura e persistenza.

 

Marina Cvetic, Roberta Bonasegale e Paolo Dragani con i vini degustati

 

 

Castello di Semivicoli Rosso Terre di Chieti 2018

Aspetto: limpido, di colore rubino carico con orlo granato scuro. Al naso: molto intenso e persistente, ampio e fine, complesso, con netti sentori fruttati di mora di rovo, ciliegia, sottobosco e note speziate. In bocca: secco, sapido, giustamente tannico, caldo, pieno ma snello,  di molta persistenza e già di buona armonia.

 

Marina Cvetic Montepulciano d'Abruzzo Riserva 2020

Aspetto: limpido, di colore rosso rubino carico. Al naso: molto intenso e persistente, ampio, fine, composito, con netti sentori fruttati e speziati di mora di rovo, ciliegia durona, melagrana, cuoio, tartufo e, lieve, di cannella.e macis. In bocca: secco ma appena morbido, caldo, giustamente tannico, di buona ed equilibrata struttura e  di molta persistenza.

 

 Bonasegale con gli impeccabili sommelier che hanno effettuato il servizio dei vini 

 

Villa Gemma Montepulciano d'Abruzzo riserva 2018

Aspetto: limpido, di colore rosso rubino molto carico. Al naso: molto intenso e persistente, ampio, fine, complesso, con decisi  sentori fruttati e speziati di mora di rovo, ciliegia durona, mirtillo, cuoio, tartufo e, lieve, di cioccolato.e liquieizia. In bocca: secco ma appena morbido, caldo, giustamente tannico, di grande struttura e  persistenza.

 

In sintesi ottimi vini, caratterizzati da vitigni di media e lunga età, basse rese per ettaro, vinificazioni razionali per i bianchi e medio-lunghe fermentazioni con macerazione per i rossi, affinamento in barriques nuove o di un solo passaggio e, non ultimo, un voluto e limitato uso di anidride solforosa. 

A fine degustazione è stato servito un piatto con golosità tipiche abruzzesi.

UN PREMIO SPECIALE PER LA SCOLCA

 

IL RICONOSCIMENTO CONSEGNATO AL FORTE VILLAGE RESORT DI SANTA MARGHERITA DI PULA NELL’AMBITO DELLA SETTIMA EDIZIONE DEGLI AWARDS DI FOOD AND TRAVEL ITALIA

 

“Certi premi si vincono solo se si corre in due e se si arriva insieme al traguardo”. La frase di Fabrizio Caramagna, apprezzato autore di aforismi, sembra coniata apposta per il riconoscimento ottenuto da Chiara Soldati e da suo figlio, Ferdinando Caracciolo di Vietri, nell’ambito della settima edizione degli Awards di Food and Travel Italia, edizione tricolore del magazine internazionale diffuso in 18 Paesi.

 

E’ andato infatti a loro il premio “Coppia Stellare” al termine di una serata che ha visto alternarsi sul palco dei vincitori nomi del calibro di Massimo Bottura, Mario Iaccarino, Franco Pepe, Enrico Bartolini e molti altri protagonisti della scena enogastronomica italiana e internazionale. Senza dimenticare i premi andati a realtà iconiche nello scenario luxury quale l’Hotel Hassler di Roma, il Lido Palace di Riva del Garda, la veneta Villa Cordevigo, lo Splendide Royal di Lugano, Palazzo Fiuggi, la Peschiera in Puglia e il Forte Village di Santa Margherita di Pula, incantevole resort sardo che ha ospitato l’evento.

 

In questo contesto assume un significato particolare, già a partire dalla motivazione, il premio consegnato a Chiara Soldati e al giovanissimo figlio Ferdinando. “Albert Einstein diceva che se vuoi che i tuoi figli siano intelligenti, leggi loro delle fiabe. Se vuoi che siano più intelligenti, leggi loro più favole. E così Chiara Soldati cominciò a raccontare a suo figlio la favola della Tenuta La Scolca, acquistata nel 1919 dal bisnonno di Giorgio Soldati, padre di Chiara, quarta generazione con lo sguardo già rivolto al terzo millennio. Ferdinando è cresciuto amando quella torre antica che sovrasta la tenuta, osservando la mamma che coltivava sogni e passioni… e ora insieme, mamma e figlio, regalano a tutti noi calici di intense emozioni”.

 

Belle parole che hanno portato all’applauso del pubblico presente nella suggestiva Sala Cristalli delForte Village e che non hanno mancato di emozionare i due protagonisti.

 

“I premi fanno sempre piacere – ha commentato Chiara Soldati – ma questo riveste diversi significati. In primis è un riconoscimento al nostro stile di vita, alla filosofia con la quale interpretiamo il nostro lavoro e, soprattutto, al senso di famiglia e di appartenenza che ha contraddistinto il nostro percorso. Inoltre credo che per una mamma non ci sia nulla di più gratificante che condividere un successo con i propri figli, soprattutto se questi ne sono artefici essi stessi”.

 

E Ferdinando Caracciolo di Vietri ha in effetti già intrapreso la propria strada all’interno della maison di famiglia, ricoprendo diversi ruoli e seguendo già in autonomia alcuni aspetti della vita aziendale.

 

“Ho imparato sin da piccolo il valore del lavoro, l’importanza di impegnarsi con costanza e passione – ha sottolineato Ferdinando – e non poteva essere diversamente visto gli esempi dei nonni e della mamma. Anche per questo ricevere un premio con una simile motivazione mi ha riempito di orgoglio e di emozione. Farlo avendo accanto mia madre è qualcosa di unico, che non dimenticherò facilmente”.

 

LA BLUE WAY AD ECOMONDO 2024

 

A Rimini, dal 5 all’8 novembre, Tipicità e Polo Tecnologico dell’Alto Adriatico esplorano il futuro blu

Il mare inizia dalla montagna! È con questa prospettiva che Tipicità, insieme al Polo Tecnologico dell’Alto Adriatico, propone una quattro giorni di “immersione” nel futuro green & blu!

Tutto da vivere, l’intenso programma degli appuntamenti che saranno proposti nel padiglione B8 della Fiera di Rimini per l’intera durata di Ecomondo, la manifestazione leader in Europa e nel bacino del Mediterraneo per la transizione ecologica e per i nuovi modelli di economia circolare.

S’inizia già da martedì pomeriggio con “Avannotti”, autentico Open Science Meeting con protagonisti i talenti, i progetti in itinere, le visioni, il confronto tra gli esperti di oggi e di domani. Si prosegue mercoledì 6 novembre con il “social day”, dedicato alla presentazione a stampa e blogosfera delle novità 2025, con l’anteprima di Tipicità Festival, in programma a Fermo da 7 al 9 marzo, e di Tipicità in Blu, che si terrà ad Ancona dal 16 al 23 maggio.

Nella mattinata di giovedì 7 novembre, spazio alla multifunzionalità nelle attività di pesca e acquacoltura, mentre nel pomeriggio saranno protagonisti gli esempi virtuosi di economia circolare legate all’idrosfera.

Molto intensa la giornata conclusiva di venerdì 8 novembre con, in mattinata, un focus dedicato al futuro delle aree interne, con la rete degli sportelli Europe Direct. Le attività terminano nel pomeriggio con il Forum ufficiale “The Blue Way”, realizzato da Tipicità e Polo Tecnologico dell’Alto Adriatico, insieme al Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo. Con il coordinamento dell’inconfondibile voce di Marco Ardemagni, conduttore RAI, alle 14:00 sono in programma interventi a cura degli Esperti di APRE, nonché del responsabile relazioni istituzionali del Parlamento Europeo in Italia, Fabrizio Spada, ai quali seguiranno i contributi e le testimonianze dei partner del progetto già in atto nell’area individuata come Polo del Mare Adriatico, che Tipicità in Blu e Polo Tecnologico Alto Adriatico stanno sviluppando come piattaforma di condivisione fisica e digitale per stimolare un’ampia alleanza di talenti, energie e competenze.

Tutte le info ed il programma delle quattro giornate su www.theblueway.it.

 

ANGELO  SERRI

ANALISI PAMBIANCO: IL CALO DEL VINO ONLINE: DOPO IL BOOM DELLA PANDEMIA, IL MERCATO RALLENTA TRA NUOVE ABITUDINI E PRESSIONI ECONOMICHE

 

L’e-commerce enologico, che durante la pandemia aveva raggiunto traguardi storici, mostra oggi segnali di rallentamento, con un giro d’affari che nel 2023 ha subito una contrazione significativa.

I cinque principali operatori del vino online in Italia hanno totalizzato un fatturato complessivo di 143 milioni di euro, un dato che segna un calo del 7% rispetto ai 155 milioni dell’anno precedente e che si discosta sensibilmente dai 183 milioni del 2021, anno record per il settore. Anche il margine operativo lordo registra una flessione del 6%, confermando un trend in ribasso ormai consolidato. Diverse le cause che contribuiscono a questo rallentamento e che riflettono l’evoluzione del consumo di vino e i cambiamenti in atto nel mercato enologico. In primo luogo, il settore sconta una riduzione nella produzione vinicola nazionale, che per la prima volta dal 2015 ha ceduto alla Francia il primato produttivo mondiale, penalizzando i produttori e influendo sull’offerta e sui consumi. La conseguente riduzione delle bottiglie disponibili sul mercato ha provocato un aumento dei prezzi medi, scoraggiando ulteriormente i consumatori. Allo stesso tempo, il ritorno della ristorazione a pieno regime, con proposte sempre più diversificate e accattivanti, ha sottratto una parte della clientela all’online, complice la crescente tendenza a consumare vino fuori casa. Non è indifferente, poi, il cambiamento nelle abitudini dei giovani, che non solo mostrano una preferenza per bevande a gradazione più bassa ma scelgono di bere vino in quantità ridotte rispetto alle generazioni precedenti. A queste dinamiche di mercato si somma la delusione per aspettative che, durante il picco pandemico, avevano forse sopravvalutato il ruolo dell’e-commerce: si stimava che le vendite online potessero raggiungere il 25% del mercato vinicolo, ma oggi questa quota non supera il 3-4%, rimanendo ben al di sotto delle previsioni.

 

Analizzando le performance dei principali player italiani, emergono differenze significative: Tannico, leader del settore, ha registrato un calo del 6% chiudendo l’anno con un fatturato globale di 64 milioni di euro, mentre Vino.com ha subito una contrazione del 22%, raggiungendo i 27 milioni. Anche Callmewine ha chiuso il 2023 in negativo, riportando una flessione del 16% e totalizzando 14 milioni di euro, e Xtrawine, nonostante un ampio assortimento di oltre diecimila etichette, non ha superato i 10 milioni, registrando un calo del 20%.

Un’eccezione positiva in questo scenario è rappresentata da Bernabei, azienda storica romana fondata nel 1933, che ha registrato una crescita del 23%, chiudendo con un fatturato di 28,5 milioni di euro. Questa performance positiva è frutto di una strategia commerciale mirata, che punta su prezzi accessibili senza forzare l’ingresso nel segmento premium, e su una presenza multicanale. La recente iniziativa "Bernabei Business", lanciata nel febbraio 2023 e rivolta al settore Horeca, ha contribuito ai ricavi con 4 milioni di euro nei primi dieci mesi, portando risultati significativi e rafforzando la posizione dell’azienda in un mercato complesso.

 

Francesca Magrotti

A CASSIANO DAL POZZO  IL PREMIO “ALESSI ALLA CARRIERA” PER IL SUO CONTRIBUTO ECCEZIONALE AL TERRITORIO E AL TURISMO DI LUSSO

 

Il prossimo 28 ottobre, nella cornice incantevole del Lago d'Orta, Cassiano Dal Pozzo, imprenditore visionario e custode delle tradizioni del territorio novarese, sarà insignito del prestigioso Premio Alessi alla Carriera durante la rinomata "Cena delle Stelle sul Lago d’Orta". L'evento, che si terrà all'Approdo di Pettenasco, celebrerà l'eccellenza culinaria e renderà omaggio a personalità di spicco che hanno contribuito allo sviluppo e alla valorizzazione della regione.

Cassiano Dal Pozzo è una figura emblematica del panorama imprenditoriale novarese. Da oltre mezzo secolo, il suo impegno instancabile si è concentrato nel recupero e nella valorizzazione del patrimonio storico della sua famiglia, inserendolo con lungimiranza nell'offerta turistica di alta qualità della zona. Dopo esperienze imprenditoriali internazionali, dal glamping alle House Boats, Dal Pozzo è tornato in Italia per dedicarsi alla sua missione: trasformare il Castello Dal Pozzo in un'eccellenza del turismo di lusso. Un sogno che si è concretizzato nel 2010 con l'apertura dell'elegante hotel a 5 stelle e che continua a crescere, anno dopo anno, attraverso progetti innovativi e ambiziosi. 


Situato sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, il resort Castello Dal Pozzo è molto più di una destinazione di lusso: è un viaggio attraverso secoli di storia, cultura e bellezza. Il complesso comprende tre strutture principali: il Castello in stile Neogotico Vittoriano, il Palazzo e le Scuderie, recentemente ristrutturate in chiave contemporanea. Con le sue 46 camere e spazi dedicati agli eventi, il resort rappresenta un perfetto equilibrio tra il fascino del passato e il comfort moderno. Immerso in un parco di 24 ettari, il Castello offre un'atmosfera di eleganza senza tempo. Passeggiare tra i viali fioriti e i giardini all'inglese è un'esperienza che connette gli ospiti alla storia, mentre l’architettura neogotica e le raffinate decorazioni degli interni riflettono la maestria di un'epoca passata.


La ristorazione è uno dei punti di forza di Castello Dal Pozzo, con il pluripremiato Ristorante Le Fief che unisce innovazione e tradizione. Sotto la guida dell'Executive Chef Enrico Bazzanella e con la collaborazione della Chef Stellata Marta Grassi, Le Fief propone una cucina che valorizza i prodotti locali con un tocco contemporaneo. Il menù autunnale, ad esempio, celebra la stagionalità con piatti che combinano sapori autentici e tecniche moderne, offrendo agli ospiti un’esperienza gastronomica indimenticabile.
Il Premio “Alessi alla Carriera”, che sarà consegnato a Cassiano Dal Pozzo durante la Cena delle Stelle, riconosce non solo il suo contributo imprenditoriale, ma anche il suo ruolo di custode del patrimonio storico e culturale della sua famiglia e della regione. La sua visione, unita a un profondo rispetto per le tradizioni locali, ha trasformato il Castello Dal Pozzo in una destinazione internazionale, rendendolo uno dei resort più affascinanti del Lago Maggiore. 

 

"Sono profondamente onorato di ricevere questo riconoscimento, che riflette non solo il mio impegno personale, ma anche quello della mia famiglia e di tutto il team che lavora ogni giorno per rendere Castello Dal Pozzo un luogo unico. La nostra missione è preservare la bellezza e la storia di questo territorio, condividendola con chiunque voglia scoprirla e viverla," dichiara Cassiano Dal Pozzo.

 

La Cena delle Stelle sul Lago d'Orta, che vedrà protagonisti chef stellati come Antonino Cannavacciuolo, Marco Sacco e Davide Oldani, sarà un’occasione per celebrare l’eccellenza culinaria e onorare coloro che, come Cassiano Dal Pozzo, hanno fatto del territorio una fonte di ispirazione e sviluppo

 

CASTELLO DAL POZZO

Castello Dal Pozzo, situato sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, a Oleggio Castello, vanta una storia che risale fino al IX secolo. Originariamente castrum romano, è stato riedificato nel XVII secolo dai discendenti della famiglia Visconti e trasformato poi nel XIX secolo in un elegante castello neogotico Vittoriano, un unicum in Italia, progettato dall’architetto Richard Popwell Pullan, cognato di William Burgess e seguace della scuola Augustus Pugin. Oggi è diventato un simbolo di eleganza grazie alla famiglia Dal Pozzo d'Annone. Castello Dal Pozzo è la perfetta combinazione di storia, eleganza e lusso moderno. Questo romantico resort, che comprende il Castello, il Palazzo e le Scuderie, offre 46 camere uniche, il ristorante gourmet “Le Fief”, l'American Bar, il “Dan Garden Lounge” e la piscina con il bistrò “Folia Life”. Il tutto immerso in 24 ettari di parco secolare all’inglese.

La Famiglia Dal Pozzo d’Annone da più di sei generazioni è custode del Castello Dal Pozzo. Oggi la proprietà è nelle mani dei tre fratelli, Oberto, Vittorio e Cassiano, mentre l’attività  ricettiva è coordinata dagli eredi di Cassiano, Aimone e Guendalina, assieme a un team di professionisti altamente qualificato. L’ospitalità, da sempre elemento di distinzione per la famiglia, è reinterpretata in chiave moderna, al fine di offrire ai viaggiatori un’esperienza unica nel suo genere. 

Castello Dal Pozzo si trova vicino all'aeroporto di Malpensa (25 minuti - 30 km), Lago Maggiore (2 km), Lago d'Orta (10 km) Stresa (15 km), Milano (60 km), Como (60 km) e Lugano (70 km).

 

Giacomo Tinti

PARMIGIANO REGGIANO: IL CONSORZIO FESTEGGIA AL TEATRO REGIO DI PARMA IL NOVANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE

 

 ALLA PREGIATISSIMA PRESENZA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA

 

Nel corso della serata sono stati presentati in anteprima l’Archivio storico digitale del Consorzio e la nuova Identità sonora del Parmigiano Reggiano. Al Presidente della Repubblica è stato consegnato il riconoscimento “Coltello d’oro”.

Mercoledì 16 ottobre, il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha celebrato il 90° anniversario della fondazione con una serata speciale al Teatro Regio di Parma alla pregiatissima presenza di Sergio Mattarella, presidente della Repubblica Italiana, a riconoscimento dell’importanza della Dop come prodotto fondante del patrimonio italiano e del valore dell’opera di chi ogni giorno partecipa alla sua creazione. L’evento, dal titolo 7 battiti, 90 anni di futuro, con la conduzione di Federico Quaranta, popolare personaggio televisivo e radiofonico della Rai, non è stato solo un momento per celebrare l’importante ricorrenza con tutti i caseifici soci, gli operatori della filiera, le autorità locali, i media nazionali e le rappresentanze degli enti economici della zona di origine, ma anche un’occasione per presentare due importanti progetti che saranno punti di riferimento per il futuro del Consorzio: l’Archivio storico digitale e la nuova Identità sonora del Parmigiano Reggiano. Nell’arco della serata la Gerardo Di Lella Grand Òrchestra ha suonato le note di alcune delle musiche più emblematiche che hanno fatto la storia degli ultimi 90 anni, dalle colonne sonore dei capolavori di Federico Fellini e Franco Zeffirelli a canzoni rappresentative della musica pop quali Figli delle stelle di Alan Sorrenti e Con te partirò di Andrea Bocelli. Dopo la consegna del dono “Coltello d’oro” al Presidente della Repubblica, una rappresentazione di alta oreficeria italiana realizzata in oro dell’iconico coltello a mandorla utilizzato per l’apertura della forma e per scagliare il formaggio, l’evento si è concluso con una cena presso il Complesso Monumentale della Pilotta.

 

L’Archivio storico digitale del Consorzio del Parmigiano Reggiano racchiude un patrimonio di materiali costituito da oltre 1.500 fotografie, 200 video, 3.000 documenti tra cui i verbali dei Consigli di amministrazione, rassegne stampa, pubblicazioni, disegni e illustrazioni, oggetti e merchandising. L’archivio include anche la storia della comunicazione del Consorzio, dai Caroselli dei primi anni Sessanta con protagonisti Giorgio Gaber e Francesco Mulé, fino alle campagne televisive e i manifesti pubblicitari. Sono inoltre disponibili le testimonianze della partecipazione del Consorzio alle Esposizioni internazionali di Parigi e New York negli anni Trenta. Un lavoro di ricerca e digitalizzazione importante, realizzato dall’azienda italiana Promemoria Group, che rende accessibili questi materiali a tutti coloro che vorranno approfondire la conoscenza di un prodotto che fa parte della vita di ogni italiano, per preservarne l’eredità e tenere memoria delle origini e delle tappe più significative della storia della Dop. Per accedere all’Archivio, basta andare sul sito: https://archiviostorico.parmigianoreggiano.com/it 

 

L’Identità sonora del Parmigiano Reggiano, realizzata dall’agenzia italiana di audio branding BrandMozart e suonata in anteprima durante la serata, è un brano dal titolo 7 battiti che intende sottolineare come non solo il gusto, ma anche il suono abbiano caratterizzato da sempre la storia del Parmigiano Reggiano attraverso il rituale della “battitura”: il controllo di ogni singola forma per verificare la qualità del prodotto a opera di esperti denominati “battitori” mediante il tipico martelletto. Il tema principale, comprensibile e piacevole per simboleggiare la semplicità, genuinità e bontà della Dop, è inteso a rappresentare lo sguardo del Parmigiano Reggiano, rivolto all’indietro per non dimenticare le proprie origini millenarie e mantenere salda l’ancora delle tradizioni e della qualità, ma contemporaneamente proiettato nel futuro.

 

La serata è stata anche un’occasione per riflettere sull’importanza sociale del Parmigiano Reggiano. La Dop è infatti una risorsa economica che alimenta consumi per oltre 3 miliardi di euro all’anno, con 292 caseifici produttori, oltre 2.100 allevatori e conferenti latte, e una filiera produttiva che coinvolge oltre 50.000 persone. Il Parmigiano Reggiano è anche un baluardo della sostenibilità sociale, dato che contribuisce a fortificare l’economia e a preservare l’unicità della dorsale appenninica emiliana, ed è il più importante prodotto Dop ottenuto in montagna. Basti pensare che oltre il 21% della produzione totale, circa 861.000 forme, si è concentrata negli 83 caseifici di montagna, che impiegano oltre 800 allevatori. Ciò ha reso possibile il mantenimento di un’agricoltura in zone altrimenti abbandonate, invertendo una tendenza di decrescita che aveva colpito il comparto fino al 2014, e ha contribuito allo sviluppo di una società modernamente agricola e di un paesaggio riconoscibile e apprezzato sia dai suoi abitanti, sia dal circuito del turismo di qualità. Inoltre, il Consorzio è da sempre un attore in prima fila nella promozione delle Indicazioni geografiche come strumento di sviluppo del settore agroalimentare in Europa, a partire dalla conferenza di Stresa del 1951 fino alla stesura dei recenti regolamenti comunitari sulle Indicazioni geografiche. Oggi il Consorzio costituisce un modello di cooperazione per la gestione del bene comune legato all’IG studiato e imitato da tantissime comunità italiane ed estere.

 

«Siamo fieri che il Presidente della Repubblica ci abbia onorato della sua presenza in questa serata che non è solo una ricorrenza, ma un’occasione per rivivere insieme quella che è stata la nostra storia e scrivere insieme le pagine del nostro futuro», ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano. «Il Consorzio fu fondato il 27 luglio 1934 da 28 produttori animati da una formidabile intuizione: quella di raggiungere obiettivi irraggiungibili dai singoli, grazie all’azione comune. Questo è il perno della nostra storia, il saper “fare insieme” che ha legato i produttori della comunità del Parmigiano Reggiano e ci ha permesso di attraversare e superare le grandi sfide della storia del nostro Paese: dalla Seconda guerra mondiale alla ricostruzione del Dopoguerra; dal terremoto in Emilia del 2012 al Covid. Questo è il più grande insegnamento che viene dal passato e che deve ora guidarci verso gli anni a venire. Questa sera abbiamo preso un impegno, a nome di tutti i produttori e lavoratori della nostra comunità, dinnanzi al Presidente della Repubblica: quello di affrontare le sfide di oggi e del futuro con rinnovata convinzione nella nostra azione basata sul “fare insieme”, che ci ha premiato fino ad oggi. Consapevoli che questa non è solo un’opportunità per tutti noi, ma anche una responsabilità per il ruolo di portabandiera e di esempio che ricopriamo per una parte assolutamente rilevante di imprese, lavoratori e cittadini italiani. Un ruolo che eserciteremo con un’attenzione particolare agli aspetti che ci stanno più a cuore: il rispetto per il territorio, la sostenibilità ambientale e sociale, l’attenzione maniacale alla qualità che contraddistingue da sempre il nostro prodotto. Evviva il Parmigiano Reggiano!».

 

Fabrizio Raimondi

VIA LIBERA ALLA ZONAZIONE DEL VINO DELL’ALTO ADIGE: IDENTIFICATE E RICONOSCIUTE 86 UNITÀ GEOGRAFICHE AGGIUNTIVE (UGA)

 

Con la conferma ufficiale, arrivata in queste ore da parte del Ministero, di 86 singole zone documentate fin nei minimi dettagli, il settore vinicolo dell’Alto Adige compie un ulteriore passo in direzione dell’unicità.

La zonazione, inoltre, assicura che in futuro in ciascuna delle zone identificate venga coltivato il vitigno ottimale, che venga adottata una riduzione della quantità di raccolto e che venga garantita a consumatrici e consumatori la provenienza del vino, ovvero il vigneto nel quale sono cresciute le uve.

 

Grazie al riconoscimento - da parte del Ministero dell’agricoltura (MASAF) - la zonazione in Alto Adige ottiene, da oggi, uno status giuridico speciale. Di conseguenza, la specifica zona – per esempio Gries, Mazon, Eppan Berg o Brenntal, per citare solo alcune delle 86 ufficialmente riconosciute – potrà in futuro essere indicata in etichetta come “Unità Geografica Aggiuntiva” – UGA – al fianco della denominazione “Alto Adige DOC”.

Si tratta della conclusione definitiva di un impegnativo iter di approvazione avviato dal Consorzio Vini Alto Adige già diversi anni fa. “Nelle varie località vinicole sono state formate commissioni composte da agronomi, enologi, viticoltori, produttori ed esperti di storia della viticoltura”, afferma il presidente del Consorzio Vini Alto Adige nonché presidente della Cantina Kurtatsch Andreas Kofler. “A loro è stato assegnato il compito di suddividere le varie zone e decidere quali fossero i vitigni più adatti alle varie parcelle”.

 

Una suddivisione complessa

Alla base del concetto di zonazione c’è la consapevolezza che la qualità delle uve e del vino è condizionata innanzitutto dal terroir e dal microclima, oltre che dall’altitudine, dalla pendenza del terreno, dall’irraggiamento solare, dalle correnti ascensionali calde, dalla circolazione dell’aria e dalle precipitazioni. Di conseguenza, per definire delle zone omogenee, sono stati valutati dati relativi al microclima, all’irraggiamento solare, all’ombreggiatura, all’altitudine e alle peculiarità del terreno.

“Abbiamo attribuito enorme importanza anche al legame che queste zone hanno con la storia. Grazie al Catasto Teresiano della metà del XVIII secolo siamo stati in grado di risalire ai nomi storicamente attribuiti alle zone di coltivazione”, so

ttolinea il vicepresidente del Consorzio Vini Alto Adige nonché titolare della Tenuta J. Hofstätter di Termeno Martin Foradori.

 

Definiti i vitigni e ridotte le quantità

Oltre alla zonazione geografica, sono stati definiti anche i vitigni più adatti alle singole parcelle. “È importante precisare che il viticoltore potrà comunque continuare a coltivare, anche nelle UGA definite, i vitigni ammessi in Alto Adige”, spiega Eduard Bernhart, direttore del Consorzio Vini Alto Adige. “Tuttavia, a poter essere identificati come vini da unità geografica aggiuntiva, saranno solo quelli prodotti da varietà selezionati dagli esperti. A seconda della UGA, possono anche esserci fino a cinque vitigni diversi, ma ci sono UGA per le quali sono stati selezionati solo uno o due vitigni”, precisa Bernhart.

“Con una riduzione della quantità del 25 per cento rispetto alla quantità ammessa per la DOC Alto Adige, ci assicuriamo anche che la qualità di questi speciali vini subisca un ulteriore incremento”, afferma Andreas Kofler. E Martin Foradori aggiunge: “Il nostro obiettivo è portare nella bottiglia le speciali caratteristiche delle diverse zone. ‘Terroir’ non deve essere solo un concetto per il marketing, ma deve essere riconoscibile anche nel bicchiere”.

Un aiuto al consumatore finale

Un’ulteriore novità è rappresentata dal pittogramma specificamente realizzato dal Consorzio Vini Alto Adige. In etichetta, oltre all’indicazione della zona, il produttore è tenuto a riportare anche questo pittogramma. In questo modo, in futuro, consumatrici e consumatori avranno la possibilità di distinguere questi vini dal resto dell’offerta vinicola.

Andreas Kofler conclude delineando anche la visione perseguita dal settore vitivinicolo altoatesino con questa zonazione: “Se – come già avvenuto per i modelli adottati da altre famose zone vinicole – il nostro progetto riuscirà ad affermarsi, queste zone potranno diventare sinonimo di grandi vini, unici e inconfondibili”.

 

Simonetta Gerra

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