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INCREMENTO DELLE INTOLLERANZE ALIMENTARI
Incremento record di episodi controllati da intolleranze alimentari durante il periodo natalizio
Quello che va da Natale all’Epifania è uno dei periodi più amati dell’anno dalla maggior parte delle persone. C’è chi ama l’atmosfera e lo stare insieme, eppure tutto questo può diventare una dura prova per chi soffre di intolleranze alimentari. Effettivamente sotto Natale si passa tantissimo tempo a tavola con un ricco menù, e si viene spesso invitati a casa di amici e parenti, non potendo così scegliere cosa mangiare in base alle proprie esigenze. Insomma, le mangiate sono pressoché inevitabili e fare gli antipatici della situazione che boicottano le buonissime pietanze non è sicuramente piacevole.
Sono sempre di più gli italiani che, per disturbi più o meno marcati, si vedono costretti a eliminare dalla propria tavola il glutine e i latticini: almeno uno su cento soffre di celiachia e ben 7 su 10 non digeriscono il lattosio, lo zucchero del latte.
Dati su cui fa il punto il Comitato Scientifico dell’Associazione il Mondo delle Intolleranze, al termine del periodo dell’anno in cui è più difficile stare attenti al proprio regime alimentare. Durante le vacanze natalizie si è registrato un incremento record degli episodi legati alle intolleranze alimentari.
Sugli scaffali della grande distribuzione, come nei negozi specializzati, oggi compaiono molti alimenti gluten-free e senza
a lattosio,
un mercato in espansione con vendite in costante aumento.
Oggi fortunatamente sono aumentate le diagnosi rispetto a qualche anno fa, le persone sono più sensibilizzate e sono disponibili test specifici.
Ed è proprio per un’informazione costante e una maggiore consapevolezza che l’Associazione Il Mondo delle Intolleranze ha dato vita all’Accademia de Il Mondo delle Intolleranze nella nuova sede di Basiano (MI), concepita e strutturata in modo da diventare uno spazio concreto dedicato alla formazione sul campo.
L’obiettivo è quello di migliorare la vita delle persone intolleranti attraverso la conoscenza che porta alla consapevolezza di ciò che accade nei processi fisiologici di chi soffre di intolleranze alimentari, e di come si può prevenire o far fronte alle criticità che ne derivano, a cui chiunque sia intollerante o allergico può rivolgersi per reperire informazioni e notizie e per imparare a cucinare le giuste pietanze senza rinunciare al gusto.
Ora chiediamo al vastissimo popolo degli intolleranti di riflettere… la vostra alimentazione è già sana ed equilibrata? E a voi ristoratori... siete pronti a formarvi per soddisfare le esigenze dei vostri clienti? Vi aspettiamo in Accademia per i corsi professionali a cura di grandi Chef.
Comitato Scientifico:
Dott.ssa Cacciola Maria Stella - Biologo nutrizionista
Dott.ssa Facioni Maria Sole - Biologo
Dott.ssa Manuela Mapelli - Biologo nutrizionista
Dott. Marco Giovanni Monzani - Medicina Generale
Dott. Stefano Uberti - Osteopata
Prof. Di Stefano Michele - Gastroenterologo
Prof. Matteo Goss - Gastroenterologo
ESCLUSIVE RADIOCOR - TARTUFO: STAGIONE CHIUSA COL IL BIANCO D'ASTI A 200 EURO L'ETTO (AGRISOLE)
Tartufo: stagione chiusa con il bianco d'Asti a 200 euro l'etto (Agrisole)
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Roma, 14 gen
Ha chiuso con una quotazione in linea con il trend della stagione, la Borsa nazionale del Tartufo di Asti: da 100 a 150 euro l’ettogrammo le pezzature medio-piccole (quelle che vanno dai 100 ai 150 grammi) e dai 150 ai 200 euro, quelle medio-grandi (dai 150 ai 200 grammi). Lo riporta Agrisole, portale del Gruppo 24Ore. Cifre di poco superiori alle quotazioni registrate al debutto della stagione, a ottobre, quando la richiesta era da 130 a 200 euro per le pezzature medio-grandi e dagli 80 ai 130 euro per i medio-piccoli. Per il pregiato tartufo bianco del Piemonte (che il 13 gennaio ha salutato la stagione a Canale, in provincia di Cuneo con la IX edizione del Raduno nazionale dei Trifulau e dei cani da tartufo), è stata una annata positiva, che ha fatto dimenticare le quotazioni stellari del 2017, quando - a causa della siccità - un bianco d’Alba ha toccato quota settemila euro.
Con un balzo che lo ha portato a 2.300 euro l'etto, picco della stagione, si e' chiusa anche la stagione del bianco di Acqualagna. La quotazione riguarda le grandi pezzature, mentre medie e piccole mettono a segno rispettivamente una quotazione di 1.800 e 1.300 euro. Si protrarra', invece, fino a meta' marzo, la stagione del tartufo nero che, sulle grandi pezzature, ha registrato un calo a 450 euro, dai 500 euro dell'esordio a novembre. Assolutamente stabile (il grafico del borsino di Acqualagna registra una linea retta) il trend delle piccole pezzature, assestate sui 300 euro l'etto. Intanto il mercato tartuficolo del nostro Paese deve fare i conti con un crollo produttivo preoccupante dovuto "piu' che alle condizioni climatiche di cui tanto si parla - commenta Francesco Loreti Urbani, rappresentante di sesta generazione della famiglia che del tartufo ha fatto un business a livello mondiale - all'abbandono dei boschi e alla distruzione delle
tartufaie disseminate sul territorio mediante zappatura". La speranza e' che il mercato riparta anche grazie al potenziale effetto vola'no che la nuova legge di Bilancio dovrebbe esercitare sul settore, portando dal 10 al 5% l'Iva sul tartufo fresco e dal 22 al 10% quella sui prodotti a base di tartufi. Effetti che si potranno misurare solo tra qualche mese.
Maria Luisa Chioda
Direzione Comunicazione e Relazioni Esterne
Ufficio Stampa Radio 24
Gruppo 24 Ore
Cel: 335 7680704
Tel: 02 3022 3293
IL PIEMONTE GUIDA IL TEAM ITALIA ALLA FINALE MONDIALE DEL BOCUSE D'OR
La regione che ha ospitato la selezione europea prepara, insieme all’Accademia Bocuse d’Or Italia, lo chef Martino Ruggieri e il suo team alla finale della più importante competizione mondiale di alta gastronomia che si terrà a Lione il 29 e il 30 gennaio
Non è un caso che sia il Piemonte a trainare la brigata italiana, capitanata da Martino Ruggieri, alla finale mondiale del Bocuse d’Or. La regione n°1 della classifica “Best in travel” 2019, secondo Lonely Planet, è una destinazione turistica sempre più riconosciuta a livello internazionale, con una forte vocazione all'enogastronomia d’eccellenza e al Made in Italy. Grazie a un importante lavoro di posizionamento, il Piemonte ha saputo valorizzare il ricco patrimonio di eccellenze enogastronomiche che custodisce con contaminazioni tra il mondo culturale e culinario.
Il legame che si è creato tra il Piemonte e il Bocuse d’Or - la più importante competizione mondiale di cucina - sottolinea la volontà della regione di essere riconosciuta come Capitale italiana dell’alta cucina. Torino, infatti, è stata scelta e ha ospitato a giugno del 2018 la selezione europea del concorso, fase preliminare della finale mondiale. Un evento di grande rilievo, che ha permesso al territorio di godere di una vetrina internazionale in cui i migliori chef europei emergenti hanno utilizzato prodotti tipici piemontesi grazie alla collaborazione con l’Assessorato Regionale all’Agricoltura: il Formaggio Castelmagno DOP, fornito dal Consorzio Tutela del Castelmagno, il Filetto di Vitellone di Razza Piemontese, fornito dal Consorzio Carne Qualità Piemonte e promosso dall’organizzazione dei produttori Asprocarne Piemonte, il Riso S. Andrea DOP della Baraggia Biellese e Vercellese, fornito dal Consorzio di Tutela del Riso di Baraggia Biellese e Vercellese, accompagnati da 14 DOCG selezionate tra le più rappresentative a livello regionale dal Consorzio Piemonte Land of Perfection. Un percorso che proseguirà anche a Lione, dove il Piemonte sarà presente, durante i giorni della competizione, con uno stand e offrirà in degustazione alcuni dei prodotti principe dell’enogastronomia regionale.
A ulteriore conferma della vocazione piemontese, la città di Alba ospita dal 2017 l’Accademia del Bocuse d’Or, quartier generale del prestigioso premio in Italia. L’Accademia, dopo aver allenato lo chef finalista e il suo team alle selezioni europee, si prepara ora alla fase conclusiva della competizione mondiale, che si terrà il 29 e 30 gennaio 2019 a Lione.
Un progetto, quello dell’Accademia, con un “cuore” piemontese, voluto e sostenuto, tra gli altri, dall’Assessorato alla Cultura e Turismo della Regione Piemonte, dalla Città di Alba, dall’Ente Fiera Nazionale del Tartufo Bianco d’Alba e dall’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero.
A contribuire alla preparazione del Team Italia sono il Presidente Enrico Crippa - chef tre stelle Michelin - e il Direttore Luciano Tona, oltre a un comitato di 30 chef provenienti da tutta Italia e un gruppo che si sta occupando, oltre che delle preparazioni che Martino Ruggieri e la sua squadra porteranno alla finale mondiale, anche del design del vassoio, all’insegna dell’italianità contemporanea e a cura di Luisa Bocchietto, Presidente della World Design Organization. Inoltre, il team Italia nelle occasioni speciali, vestirà gli abiti realizzati su misura dal Lanificio Cerruti, in collaborazione con Filrus.
Si tratta di un’équipe composita, fatta di professionalità, esperienze, tradizioni e saperi che dall’enogastronomia al design e all’artigianato d’eccellenza, trovano in Piemonte un’espressione compiuta e completa. Sul design vale la pena di citare il Distretto di Omegna e l’area del Novarese, dove sono presenti alcune delle maggiori aziende del settore note a livello internazionale. La grande tradizione tessile è invece espressa nel Biellese.
Un lavoro sulla valorizzazione del cibo e del territorio lungo e importante che, oltre all’Accademia Bocuse d’Or Italia, vede sempre di più chef eccellenti scegliere il Piemonte come propria sede. Un exploit certificato dalla Guida Michelin 2019 che ha assegnato il maggior numero di nuove stelle proprio in questo territorio: cinque, per un totale di ben quarantacinque locali complessivi nella regione, di cui sette solo a Torino. A conferma del fatto che il Piemonte sia diventato punto di riferimento per il settore agroalimentare - anche grazie al lavoro di riscoperta e tutela dei prodotti tipici svolto negli anni da Slow Food - dove le capacità culinarie si uniscono armoniosamente con la sapiente filiera di produzione e trasformazione delle materie prime di qualità.
«Ci sarà molto Piemonte nel team italiano che gareggerà alla finale mondiale del Bocuse d'Or - dichiara Antonella Parigi, Assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte -. Un risultato di cui siamo particolarmente orgogliosi e che è l'esito di un percorso che ci ha visti impegnati in questi anni, anche con investimenti importanti, nel posizionare il nostro territorio come leader a livello nazionale sui temi dell'enogastronomia d'eccellenza. Un lavoro che ha portato, inoltre, alla nascita e allo sviluppo dell'Accademia Bocuse d'Or Italia: un'istituzione che, oltre ad allenare la squadra di Martino Ruggieri, vogliamo diventi un presidio permanente di alta formazione nel campo della cucina e della cultura legata al cibo. Un obiettivo che condividiamo anche con gli altri enti del territorio».
«L’esperienza del Bocuse d’Or è stata una grande avventura - sostiene Enrico Crippa, Presidente dell'Accademia Bocuse d'Or Italia -. Il gruppo di lavoro è diventato un gruppo di amici. L'umanità che si è creata all'interno del team ha favorito un progetto importante con un valore architettonico e di espressione molto forte. Sono soddisfatto del lavoro fatto fino ad oggi e credo in un progetto futuro dell’Accademia che permetterà la valorizzazione dell'alta cucina italiana nel mondo».
Photo credits: Davide Carletti
«Portiamo a Lione la nostra idea di cucina italiana, con tutta la sua creatività e concretezza - spiega lo chef Martino Ruggieri -. Arriviamo a questa finale con molte ore di lavoro alle spalle. Il Bocuse d’Or per i francesi e per i nordeuropei è considerato il concorso per eccellenza. L’Italia è arrivata in ritardo ad appassionarsi al Bocuse d’Or, ma il movimento che si è creato intorno a questa finale mi sembra un segnale interessante. Noi siamo un popolo di creativi; questa competizione ci impone di associare a questa indole una buona dose di capacità esecutiva. Il team è affiatato e concentrato e arriviamo alla finale con una buona carica emotiva e una forte concentrazione».
«Il design viene generalmente interpretato come forma esteriore di un oggetto, ma in realtà si tratta di una ricerca più profonda che coniuga forma e funzione in una struttura armonica e organica - dichiara Luisa Bocchietto, Presidente della World Design Organization -. A questi aspetti più strutturali si aggiunge la cultura, per cui il design italiano ha una propria cifra espressiva, diversa da quella di altri Paesi. Quello che vogliamo trasmettere con il prodotto che porteremo in concorso è l’identità italiana, resa immediatamente riconoscibile anche grazie al vassoio stesso, che sarà in grado di valorizzare l’interpretazione del tema e la maestria dello chef. Sono orgogliosa di partecipare a questo progetto nazionale, realizzato in collaborazione con il Team Italia dell’Accademia Bocuse d’Or, per contribuire con il design e la visione di un progettista piemontese ad una sfida mondiale».
Grazie ad un accordo con l’agenzia fotografica Getty Images, sul sito www.gettyimages.it
sono disponibili alcune immagini sul tema dell’enogastronomia in Piemonte.
‘AL MENI’ IN NOMINATION FRA I ‘BEST EVENT ’ DEGLI OSCAR DELLA CUCINA
Il circo-mercato dei sapori capitanato da Massimo Bottura figura nella lista dei candidati al migliore evento del prestigioso 'World Restaurant Awards' e annuncia le date della prossima edizione: 22 e 23 giugno 2019 a Rimini
C’è anche l’evento riminese ‘Al Meni’ fra le nomination del prestigioso premio gastronomico ‘World Restaurant Awards’, la cui prima edizione si terrà il 18 febbraio a Parigi con una cerimonia in grande stile.
Al Meni - ovvero in dialetto romagnolo ‘le mani’, dal titolo di una poesia di Tonino Guerra - il circo mercato dei sapori capitanato da Massimo Bottura, figura nella lista dei 16 migliori eventi dell’anno di tutto il globo (https://restaurantawards.world/event-year-longlist), selezionati dalla giuria assieme a eventi di fama internazionale come il ‘Mad’ di Copenhagen, ‘Parabere forum’ di Oslo o ‘Ein prosit’ di Malborghetto, l’unico altro evento italiano che compare nella lista.
Una candidatura importante per il circo dei sapori che ogni anno chiama a raccolta 24 top chef fra mercato dei prodotti di eccellenza, street food gourmet e show cooking stellati affacciati sul mare.
Non si tratta, dicono gli organizzatori, di eleggere “i migliori” candidati nelle varie categorie, ma di premiare chi eccelle in qualche specialità, dettaglio, idea. Si tratta di un nuovo punto di vista e un nuovo modo di riconoscere l'eccellenza culinaria perché premia, non tanto il successo, quanto la diversità, la valorizzazione delle culture gastronomiche del mondo e l'etica in 18 categorie. Fra queste - oltre a ‘Event of the year’ - figurano ‘Atmosfera dell’anno’, “Classici Durevoli” (ristoranti che esistono da decenni e sono sempre validi), “Novità dell’anno” (ristoranti appena aperti), ma anche “Pensiero Etico” che premia le attività attente a tematiche sociali e ambientali, oppure “Specialità della Casa” con i migliori piatti rappresentativi dei singoli locali. O, ancora, “Destinazioni fuori mano”, per i ristoranti che si trovano in luoghi difficili da raggiungere ma di grande fascino o la divertente categoria “Chef senza Tatuaggi”. Dunque non la solita classifica ma una mappa ragionata per argomenti, dai connotati del tutto diversi rispetto alla più celebre lista dei migliori, la 50 Best Restaurant.
Della giuria, composta con attenzione alla parità di genere, fanno parte cento persone fra i principali esponenti del mondo della ristorazione e non solo, inclusi alcuni dei migliori chef, scrittori e professionisti del settore.
In attesa di sapere chi vincerà, Al Meni annuncia le date della prossima edizione che si terrà il 22 e 23 giugno 2019. Per due giorni il circo 8 e ½ dei sapori sarà il cuore pulsante del festival enogastronomico più vivace e originale della penisola, guidato dallo chef numero uno al mondo, Massimo Bottura. Dentro al circo si potrà assaggiare uno spicchio di mondo con gli show cooking che vedranno protagonisti 12 chef dell'Emilia Romagna in coppia con 12 fra i giovani cuochi più interessanti del mondo, per proporre al pubblico piatti stellati a prezzi da street food. Attorno al circo speciali punti street food gourmet interpretano la cucina di strada con i migliori ingredienti emiliani e romagnoli e una gelateria ‘stellata’ fa incontrare la creatività degli chef con il sapere dei maestri gelatieri. Sul lungomare, fra il circo e fino al porto, è allestito un vero e proprio mercato delle eccellenze: un percorso del gusto tra piccoli e grandi produttori agricoli, Presìdi Slow Food e Mercati della Terra, da scoprire anche con speciali Personal Shopper di Slow Food, dove poter assaggiare e acquistare il meglio dei prodotti della Regione Emilia Romagna, unica in Europa a vantare un paniere di 44 prodotti Dop e Igp. Davanti al Circo, artigiani e i designer reinterpretano il tema del food per mostrare creazioni contraddistinte dal marchio "fatto a mano”. E poi ancora laboratori, incontri con esperti e degustazioni guidate nei punti Slow Food.
Sono questi gli ingredienti di Al Mèni, la festa del gusto, arrivata alla sua sesta edizione.
Assessorato al Turismo
Comune di Rimini
Piazzale Fellini 3 - 47900 Rimini
tel + 39 0541 704561
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.riminiturismo.it
Natura Nuova & Dersett
Dal 1994 Natura Nuova produce polpe e frullati di frutta naturali, senza l’aggiunta di zuccheri o di conservanti. L’azienda confeziona le puree composte al 100% da frutta in vaschetta o nel pratico formato in sacchetto (doypack). Da sempre Natura Nuova lavora sia la frutta tradizionale che quella proveniente da coltivazioni biologiche e, recentemente, ha introdotto anche la lavorazione delle verdure. Ma non solo: Natura Nuova è anche produttrice di proteine vegetali come il tofu, il tempeh e il seitan. Una linea di prodotti ottenuti da materie prime biologiche di alta qualità.
L'azienda sarà presente a Marca in programma dal 16 al 17 gennaio a BolognaFiera
Dersett
Dersett inaugura a Milano, in zona Porta Ticinese, nell’ottobre 2017 dall’idea di un imprenditore meneghino con ventennale esperienza in Francia. Il concept è molto chiaro: comfort food. Al Dersett, che in dialetto milanese significa “diciassette” riprendendo il civico di Viale Gian Galeazzo, i piatti della tradizione vengono reinterpretati con l’intento di far assumere agli stessi un valore evocativo.
Per entrambe le realtà allego la cartella stampa. Nelle prossime settimane sarà mia cura integrare con delle news.
Ezio Zigliani Press Officer