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Calici di Stelle nelle Città del Vino della Liguria
Dal 3 al 14 agosto le celebrazioni per Calici di Stelle, iniziativa ultra ventennale di Mtv organizzata in collaborazione con Città del vino e in partnership con l'Unione astrofili italiani, si sposteranno in tutta Italia. Da Nord a Sud il vino sarà il trait d’union di un calendario di eventi tra musica, arte, gastronomia e astronomia che richiamerà circa un milione di enoappassionati.
Secondo il XIII Rapporto Città del Vino/Università di Salerno, il turismo del vino nel nostro Paese è in costante crescita, con un valore che oscilla dai 2,5 ai 3 miliardi di euro per 14 milioni di arrivi l’anno.
“Quest’anno le Città del Vino hanno deciso di dedicare Calici di Stelle a un progetto di solidarietà verso il comune di Matelica, danneggiato dal sisma dello scorso ottobre, ma questo non metterà in ombra l’obiettivo principale della più grande manifestazione enoturistica dell’estate: promuovere la qualità della vita, l’educazione al bere consapevole e le tante bellezze dei nostri territori – ha dichiarato il presidente Floriano Zambon -. Non ci dimentichiamo che oggi il turismo del vino, come dimostrato dal XIII Rapporto Città del Vino/Università di Salerno, vale 2,5-3 miliardi di € e 14 milioni di arrivi. E c’è ancora spazio per crescere e creare occupazione in un settore promettente e gratificante per tantissimi giovani”.
Ecco alcuni eventi su Calici di Stelle in Liguria. Aggiornamenti su www.cittadelvino.it
SESTRI LEVANTE (Genova) - 10 agosto. Degustazioni con l'Accademia dei Sapori
Degustazione guidata da sommelier, presso il Convento dell'Annunziata, di vini del territorio ligure a cura dell'Accademia dei Sapori, con osservazione del cielo stellato in collaborazione con l'Associazione Il Sestante. Dalle ore 18:00 alle ore 24:00.
INFO: tel. 0185478600 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.mediaterraneo.it
PARCO NAZIONALE DELLE CINQUE TERRE - MONTEROSSO (La Spezia) - 17 agosto. La Musica della terra.
La Musica della Terra è il titolo della degustazione enologica e musicale a cura del Maestro Bacchetti, pianista, in collaborazione con AIS, organizzata dal Parco Letterario Eugenio Montale e delle Cinque Terre nell'ambito del XXXVI Festival Internazionale di Musica Cinque Terre. L'evento si svolgerà presso il Santuario di Nostra Signora di Soviore a Monterosso al Mare. Il 17 agosto, dalle ore 19:00 in poi.
INFO: tel.3468299811 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. –
ORTOVERO S - 8 agosto. Suonando sotto le stelle Concerto "Suonando sotto le stelle" e osservazione astronomica del cielo in collaborazione con il Gruppo Astrofili di Albenga: Dalle ore 21:00 alle ore 24:00. Presso l'Oratorio di San Bernardino in via Lunghi Scarena. Tel. 3336701254 Anna Artiato; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. -www.comune.ortovero.sv.it - Per info e programmi: www.cittadelvino.it e www.movimentoturismovino.it - Per info sul fenomeno astronomico: http://divulgazione.uai.it/index.php/Calici_di_stelle.
Ufficio stampa Associazione Nazionale Città del Vino
Massimiliano Rella - 347.8872490 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Il Grand Tour delle Marche fa tris
Candele sotto le stelle
Ascoli Piceno, Pesaro e Castignano celebrano il clou dell’estate con coinvolgenti esperienze
In agosto il Grand Tour svela il lato inedito di borghi e città!
Godere il lungomare di Pesaro al lume di candela, conoscere Ascoli Piceno seguendo i suadenti richiami dell’oliva, entrare nel borgo di Castignano accompagnati dai Templari!
Sono le suggestioni proposte dalle prossime tappe del Grand Tour delle Marche, il circuito di eventi esperienziali studiato da Tipicità in collaborazione con ANCI Marche per far conoscere al mondo, attraverso la piattaforma www.tipicitaexperience.it, le meraviglie nascoste nelle comunità locali.
A Pesaro, dal 10 al 12 agosto, va in scena Candele sotto le Stelle. Nella notte di San Lorenzo, l’estate e la voglia di star insieme si celebrano al lume di… candela! Per chilometri e chilometri la spiaggia s’illumina della fioca luce di bianche candele che, a perdita d’occhio, si specchiano sul mare. Un lungo, interminabile banchetto delinea la battigia, tra il risuonar di musiche e la pioggia di stelle.
Festa Templaria
La festa, che si svolge in concomitanza con il rinomato Rossini Opera Festival, continua nelle serate successive con il concerto di Samuel dei Subsonica, in programma venerdì 11, e con tanti altri momenti per vivere la città da protagonisti, come il Tipicità Village, nella serata di sabato 12, per degustare cibi, conoscere antichi mestieri e partecipare a performance musicali. Il tutto rigorosamente Made in Marche!
Ad Ascoli Piceno, dal 10 al 20 agosto, la luminosa città del travertino si accende di verdi atmosfere per la festa di Sua Maestà “l’oliva ripiena all’ascolana”. L’invito a corte è certamente tra i più golosi ed irresistibili! Ascoliva è il Festival mondiale dell’oliva ripiena all’ascolana, un percorso gourmand tra le 100 torri dell’affascinante città picena, alla scoperta di questa rinomata prelibatezza a marchio DOP conosciuta in tutto il mondo, sia nella versione “nature” che nella succulenta variante ripiena e fritta.
Ad accogliere ospiti prestigiosi e visitatori golosi nell’elegante cornice di Piazza Arringo, un vero e proprio Villaggio dell’Oliva, con un fitto programma di degustazioni, laboratori ed eventi speciali dedicati al verde frutto della terra ed alla gastronomia picena.
Olive all'Ascolana
Poco distante da Ascoli, a Castignano, dal 17 al 21 agosto si torna nel fascino del Medioevo con Templaria. In questo suggestivo centro piceno ogni pietra racconta qualcosa che parla di storia e che cammina sulle orme dei Templari!
La manifestazione, dedicata quest’anno ai “sette vizi capitali”, propone un magico tuffo nel passato, uno spaccato di vita medievale da vivere tra mostre, performance che ripropongono scene di vita dell’epoca, botteghe di artigiani, banchetti e taverne con menù di quei tempi.
Sapore di Valtellina all’Antica Posteria dei Sabbioni
Domenica 30 luglio protagonista l’Accademia del pizzocchero e la Casa vinicola Triacca
A partire dalle ore 19.00 di domenica 30 luglio si apre nuovamente l’aperitivo firmato Antica Posteria dei Sabbioni (Loc. Sabbione, 1 San Martino Siccomario) con una serata a tema valtellinese.
Per gli amanti del pizzocchero della Valtellina, e per chi è curioso di provarlo per la prima volta, l'aperitivo domenicale sarà animato da uno chef dell’Accademia del pizzocchero di Teglio, una libera associazione creata per celebrare il principale piatto della cucina valtellinese, talmente amato e rispettato che da alcuni anni è tutelato dall’accademia stessa.
Le mani esperte dello chef scarrelleranno gli sciatt in diretta: una tipologia di pasta realizzata a mano a base di grano saraceno e condita come vuole la tradizione con formaggio Casera DOP, verze e patate, il tutto degustato sorseggiando un bicchiere di vino della Casa vinicola Triacca (Via Nazionale, 121 Villa di Tirano).
Durante la serata l’azienda svizzera a conduzione familiare con sede a Campascio, in Valposchiavo (Svizzera) metterà in degustazione i vini tipici della Valtellina a marchio La Gatta. Questi vini hanno ottenuto ed ottengono tutt’ora ottimi punteggi nelle più rinomate guide enologiche.
Come di consueto la serata sarà accompagnata dalla musica di DJ Trentani e Jack Dennis, i quali sicuramente sapranno far divertire il pubblico.
Gli appuntamenti estivi continuano anche nel mese di agosto con l’obiettivo di rinnovare il “solito aperitivo” grazie a nuove idee che possano unire allegria, musica, buon cibo e tanta passione. Questa è la sfida che Mario ed Elena, i proprietari del locale, vogliono vincere.
Alessandra Zaco Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
GUSTI.A.MO.17 FA IL BIS: IL 30 SETTEMBRE E IL 1 OTTOBRE A MODENA VANNO IN SCENA I SAPORI DEL TERRITORIO
La manifestazione, in programma in Piazza XX Settembre, è organizzata da Piacere Modena e coinvolge ben nove Consorzi rappresentativi di altrettante eccellenze locali
Gusti.a.Mo.17 ancora una volta i sapori del territorio modenese con un evento speciale, dove protagonisti sono ben otto prodotti di eccellenza agroalimentare: la data da tenere a mente è il fine settimana del 30 settembre e 1 ottobre e il luogo in cui si svolgerà è naturalmente Modena, nella centralissima Piazza XX Settembre. Nella Food Valley emiliana torna infatti nell’ultimo week end di settembre l’appuntamento con il gusto, pardon con Gusti.a.Mo.17, in cui Piacere Modena - organizzatore dell’evento con il patrocinio del Comune e della Provincia di Modena, della Regione Emilia Romagna e del Ministero delle Politiche Agricole e dei Beni Culturali – è riuscita a coinvolgere i consorzi rappresentativi di otto eccellenze: Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP, Consorzio del Parmigiano Reggiano, Consorzio del Prosciutto di Modena, Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena e Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi, Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP e, new entry rispetto all’edizione 2016, il Consorzio Zampone Modena e Cotechino Modena e il Consorzio Ciliegia di Vignola. Quattro le tipologie di attività previste nell’ambito di Gusti.a.Mo.17: sabato 30 settembre un convegno la mattina alla Camera di Commercio di Modena sul tema del cibo come forma d’arte ed il main event in Piazza XX settembre con showcooking, gazebi con i Consorzi e degustazione di prodotti tipici, una degustazione narrativa sensoriale a cura di Koiné per finire con un aperitivo in musica insieme al “non chef dei panini” Daniele Reponi e il gruppo musicale modenese “Perfetti Sconosciuti”. Domenica 1 ottobre invece, attività al mattino con la fattoria dei 5 sensi e la Cooperativa La Lumaca, laboratori per bambini con i ragazzi della Scuola Alberghiera Spallanzani e laboratorio del Tortellino con le sfogline dell’Associazione La San Nicola. La possibilità per gli appassionati dell’enogastronomia di visitare le strutture aperte sul territorio con il “Passaporto del Gusto” che permetterà l’accesso presso i produttori inseriti negli appositi percorsi di degustazione studiati con Modenatur, partner della manifestazione insieme al Consorzio Modena a Tavola con i suoi ristoranti.
Info: Ufficio Stampa Marte Comunicazione snc., via Grocco 5, 59110 Prato, ph./fax 0574 464837, web www.martecomunicazione.com, cell. 3356130800 Marzia Morganti, cell. 3398655400 Niccolò Tempestini; mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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Cheese 2017 - Formaggi e salute: ecco i falsi miti sui prodotti lattiero-caseari marketing oriented
Formaggi e salute: la "caciotta" dalle due facce
Dal lattosio ai fermenti, ecco i falsi miti sui prodotti lattiero-caseari marketing oriented
Sono al centro della nostra tradizione gastronomica, le loro origini risalgono alla nascita stessa della cultura mediterranea e il loro consumo moderato è contemplato nei regimi alimentari ufficiali. E poi quelli buoni, fatti con latte crudo, in alpeggio e salvaguardando i saperi dei casari tramandati di generazione in generazione, sono i protagonisti di Cheese 2017, a Bra dal 15 al 18 settembre. Su www.slowfood.it tutte le info e il programma della manifestazione.
Ma quale approccio a questo alimento ci permette di salvaguardare gusto e salute senza farci trascinare dalle mode dei prodotti lattiero-caseari marketing oriented? Possiamo raggiungere un apporto equilibrato alle nostre esigenze prediligendo prodotti di qualità? Ne abbiamo parlato con il dottor Andrea Pezzana, direttore di dietetica e nutrizione clinica all'ospedale San Giovanni Bosco di Torino e responsabile Salute di Slow Food Italia: «I formaggi sono alimenti altamente proteici e a elevato contenuto di grassi, ma hanno anche una buona presenza di fosforo, calcio e vitamina D. È senza dubbio consigliabile alternare il loro consumo a proteine di origine animale e vegetale nel corso della settimana, inserendoli in una dieta ricca di frutta e verdura».
Forse però il punto di vista più interessante e meno scontato, in un mondo in cui vengono contemplati solo gli estremi falsamente salutistici dei prodotti light e l’abbondanza sconsiderata del cibo supersize, è quello che considera i formaggi da più angolature e ne articola il consumo in base alle fasce d’età: «Riguardo ai prodotti lattiero-caseari possiamo muoverci suggerendo delle “precauzioni d’uso” a un individuo giovane adulto, consigliando cioè un consumo moderato. Invece, nell’età dell’accrescimento e soprattutto in età senile, quando l’appetito è scarso e il rischio di malnutrizione per mancanza di proteine alto, possiamo suggerire delle “attenzioni all’uso”. Un Parmigiano Reggiano, un pecorino o un altro formaggio a pasta dura ben stagionato è un concentrato di salute che conta fino a 25/28 grammi di proteine per 100 grammi».
Il consiglio per tutti gli amanti del formaggio è dunque di prestare attenzione al momento dell’acquisto: piuttosto che consumarne più volte nell’arco della settimana è meglio ridurre a un paio di porzioni scegliendo bene tipologia, provenienza e tipo di lavorazione. Sulla pizza è meglio una Mozzarella di Bufala piuttosto che un formaggio di fusione, nella minestra una Robiola di Roccaverano piuttosto che una crema spalmabile. E che dire di un gustoso Bra tenero in un’insalata di pasta o di riso al posto di una caciotta senza origine né anima?
Ma quali sono i falsi miti in cui si rischia di cadere in fatto di formaggi?
L’etichetta, ovvero tutti i formaggi sono uguali
Partiamo dalle basi. Nel 99% dei formaggi in commercio troveremo sempre la stessa etichetta: latte, sale, caglio. Ma come è possibile che un generico formaggio a pasta dura e una Fontina d’alpeggio abbiano gli stessi ingredienti? Eppure la legislazione in fatto di formaggi richiede solo queste poche indicazioni. Ma se territorio e alpeggio, alimentazione e benessere degli animali, lavorazione e stagionatura, fanno la differenza in un formaggio, allora varrebbe la pena aiutare i produttori a raccontare la loro attività e il loro approccio alla produzione, che non riguarda solo l’ambito lavorativo ma per ovvi motivi rappresenta una scelta di vita. Dall’altro lato, indicazioni più dettagliate, come le etichette narranti di Slow Food, aiutano il consumatore a scegliere non solo il gusto del formaggio, ma anche il suo impatto sull’ambiente e l’appartenenza territoriale, il modo in cui l’animale vive, magari libero di pascolare a 2000 metri di altitudine, e le ricadute che il suo acquisto ha sull’economia locale.
«Pizza, ti mangio solo se mi dici da dove viene la tua mozzarella!» ovvero l’indicazione obbligatoria dell’origine per i prodotti lattiero-caseari
Ormai da qualche mese nei prodotti lattiero-caseari abbiamo cominciato a vedere queste nuove etichette che indicano la provenienza del latte e il paese in cui avviene il condizionamento. “Paese di mungitura: latte di Paesi non Ue”, piuttosto che “Paesi Ue” oppure “Italia” se tutto il latte proviene da allevamenti italiani. Ma quando si parla di latti ci riferiamo a un universo dalle mille sfumature che non riguardano solamente l’animale che li produce. Una bianca modenese e una podolica ci regalano latti dalle caratteristiche diverse, così come non c’è paragone tra una vacca che bruca i prati ricchi di erbe e fiori della Valle d’Aosta e una, anche della stessa razza, allevata in una stalla in pianura e alimentata con insilati. Figuriamoci se una dicitura che copre tutti i Paesi dell’Unione europea o l’intero mondo può essere soddisfacente. Il problema più grosso che l’etichetta non può risolvere sono quei semilavorati dai quali dipendiamo così tanto per soddisfare l’esigenza di Made in Italy a tutti i costi, come la cagliata congelata proveniente dall’estero per la produzione di mozzarella (prodotto non Dop come quella di bufala). Se la compriamo in confezione integra, grazie alla nuova etichetta, potremo scegliere cosa consumare ma se la mangiamo sulla pizza? Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato…
Fermenti industriali: non fanno male, ma nemmeno bene
Sono uno dei focus di quest’anno e ai formaggi che non li contengono Cheese 2017 dedica lo Spazio Libero. I fermenti industriali vengono aggiungi al latte quando le condizioni igienico-sanitarie dei locali di mungitura sono così perfette da azzerare la carica batterica che il latte deve avere per far partire la coagulazione. In alpeggio, quando la mungitura avviene a mano, i batteri naturalmente presenti nella stalla fanno il loro lavoro, ma nei caseifici tutto ciò è impossibile e la cosa più semplice per il casaro è aggiungere i cosiddetti starter. Questi però uniformano il gusto del formaggio, anche quando il latte di partenza è crudo e di ottima qualità. «In base alla bibliografia disponibile fino a oggi, i fermenti industriali non fanno male e inoltre scompaiono nel processo di acidificazione del latte. Scegliendo però un formaggio con starter non autoctoni perdiamo l’occasione di nutrire il nostro corpo con tutta quella carica di fermenti lattici vivi che fanno così bene alla nostra salute. Con il risultato che magari poi siamo costretti ad assumere integratori alimentari per ripristinare l’equilibrio della flora batterica», afferma Pezzana.
Formaggi light (che siccome sono light ne mangi il doppio)
Paste filate (fiordilatte e bocconcini), crescenze, “caprini di vacca”, ricotte nella versione light e altri prodotti che non si rifanno ad alcuna tipologia tradizionale, come i fiocchi di latte, hanno ormai invaso gli scaffali dei supermercati, complici le mode dietetiche e salutistiche degli ultimi anni. Il bersaglio dell’alleggerimento è il grasso, che però non è una componente inerte del formaggio in quanto partecipa alla struttura del coagulo, fornisce quei caratteri di spalmabilità che ci piacciono tanto, di morbidezza e, soprattutto, di sapore. Come si fa quindi? È la tecnologia a venirci in aiuto per aumentare la morbidezza quando vengono ridotti i grassi. Cambiano così i tempi e le temperature della cagliata che viene anche sottoposta a trattamenti particolari o in alcuni formaggi, ad esempio, vengono aggiunti coadiuvanti tecnologici. Il fatto è che si tratta di prodotti manipolati, il cui profilo sensoriale è neutro, la consistenza gessosa, gli additivi contenuti nulla hanno a che vedere con il formaggio. Senza contare che la maggior parte di noi può essere tentata di mangiarne il doppio: tanto è light! Per non rinunciare al gusto e alla qualità, sarebbe certo più saggio mangiare in quantità più consone i prodotti tradizionali.
Sei intollerante al lattosio? Semaforo verde per i formaggi stagionati!
Se è vero che intolleranze e allergie sono in crescita è anche necessario chiarire per bene di cosa si sta parlando e non fare di tutta l’erba un fascio: le uniche intolleranze accertate scientificamente sono quelle al lattosio e al glutine. Le persone gravemente intolleranti al lattosio non producono l’enzima in grado di scindere lo zucchero complesso presente nel latte nelle due molecole, glucosio e galattosio, più facilmente digeribili. Le grandi aziende leader del mercato stanno cavalcando quest’onda lanciando latticini senza lattosio o a basso o ridotto contenuto di lattosio. Ma ha senso acquistare prodotti che hanno subito una manipolazione e hanno anche un costo maggiore o si può scegliere di consumare altro? «Il lattosio negli alimenti è un problema solo nei prodotti lattiero-caseari freschi, nei quali la molecola non ha ancora subito il processo di trasformazione. E quindi, oltre al latte, anche ricotte, yogurt, mozzarelle, robiole. Nei prodotti stagionati anche solo 4 o 5 mesi il lattosio diventa quell’acido lattico fondamentale per determinare le caratteristiche organolettiche di un formaggio. Quindi via libera a Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Pecorino e tutti quei formaggi stagionati a pasta dura che naturalmente non contengono più lattosio. Un valore aggiunto per il gusto e le proprietà nutritive e un’occasione di risparmio per il portafogli», chiarisce Pezzana.
Per maggiori informazioni: Associazione italiana latto-intolleranti, www.associazioneaili.it
Sei intollerante al glutine? Aspetta, cosa c’entra il glutine nei formaggi?
Niente, o almeno dovrebbe... Nel senso che i formaggi con quel “latte, sale, caglio”, non contemplano ingredienti a rischio per i celiaci. Il problema comincia quando si scelgono prodotti lattiero-caseari frutto dell’evoluzione tecnologica, come ad esempio il burro light che può contenere amido e gelificanti, aggiunti in sostituzione del grasso per ottenere un’emulsione di caratteristiche simili a quelle del burro “tradizionale”. Lo stesso vale per i formaggi fusi, a fette, spalmabili e i dessert di formaggio, per il loro contenuto di addensanti, gelificanti e aromi. Occhio anche agli yogurt alla frutta, al “gusto di…”, cremosi, che possono contenere purea e semilavorati di frutta, preparazioni dolciarie, aromi e addensanti. Anche lo yogurt bianco cremoso con aggiunta di addensanti, aromi, preparazioni dolciarie o altre sostanze può contenere potenziali fonti di glutine.
Il fatto è che un intollerante al glutine potrebbe non porsi il problema del rischio per la propria salute relativo ai formaggi e quindi non guardare l’etichetta. Del resto la domanda potrebbe anche sorgere spontanea: cosa ci fa un ingrediente che contiene glutine in un formaggio?
Fonte: Associazione italiana celiachia, www.celiachia.it
“Bianco come il latte” a chi?
Siamo abituati a bere latte intero di vacca bianchissimo e a consumare formaggi e burro che per antonomasia sono bianchi, convinti che il colore sia indice di qualità. E ci abbiamo azzeccato per fortuna. Già, ma quale colore? Non si tratta di una questione di lana caprina, il colore è dovuto alla presenza di beta carotene, di cui è ricca l’erba fresca, che carica di pigmenti il latte regalando al formaggio bellissime sfumature di giallo. E non finisce qui perché il beta carotene, uno dei più importanti antiossidanti e fonte di vitamina A, è solo la punta dell’iceberg. Le erbe e i fiori di montagna sono ricchissimi di queste sostanze che ci regalano aroma e gusto intensi e anche nutrimento di qualità per il nostro corpo. E allora perché non li consumiamo? Perché il latte degli allevamenti intensivi invece è bianco, così come i formaggi che siamo abituati a vedere al supermercato. Il problema come al solito sta nella filiera. Chi glielo fa fare agli allevatori di portare le vacche in alpeggio quando il loro latte non è accettato dai casari, il loro burro o formaggio non è capito dai consumatori? Per rimanere in una piccola nicchia? Guadagnando bene forse ci si potrebbe fare un pensierino. Purtroppo non c’è nemmeno questo, se si pensa che la differenza tra una Fontina d’alpeggio e una di stalla (stiamo parlando anche di quella invernale) è di qualche euro.
Scopri di più sul sito di Cheese:
L’edizione 2017 di Cheese è possibile grazie all’impegno di aziende che credono nei valori e negli obiettivi della manifestazione, tra queste gli Official Partner: Cassa di Risparmio di Bra, Egea, Lurisia, Parmigiano Reggiano, Pastificio Di Martino, Quality Beer Academy, Velier. Official Sparkling Wine: Consorzio Alta Langa.
Visita www.slowfood.it per il programma completo e la possibilità di prenotare.
Ufficio Stampa Cheese
Slow Food Italia: Valter Musso, 335 7422962 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Elisa Virgillito, 345 2598615 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Città di Bra: Elena Martini, Erica Asselle, 0172 438278 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.