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TORNA LA NOTTE DEI VINI ROSATI AL CASTELLO REALE DI MONCALIERI
3a Edizione
Sabato 20 luglio 2024 dalle ore 19 alle 24
Dal Piemonte alle cantine di tutta Italia, una serata sotto le stelle di Moncalieri per raccontare la grande varietà e le eccellenze dei vini rosati. Più¹ di 50 cantine oltre alla esclusiva partecipazione del Consorzio Vini Bardolino.
Giardino delle Rose - Castello Reale di Moncalieri
Piazza Baden Baden 4 - Moncalieri
Al via la terza edizione della Notte dei Vini Rosati, la più¹ grande manifestazione dedicata al patrimonio dei vini rosati in Piemonte, sabato 20 luglio dalle ore 19 alle 24, al Giardino delle Rose nel Castello Reale di Moncalieri.
L’ Italia, dopo la Francia e la Spagna,¨ diventata il maggiore produttore di vini rosati in Europa, con una grandissima varietà di declinazioni, attraverso la vinificazione in rosa dei grandi vitigni autoctoni del nostro territorio.
I vini rosati hanno trovato un'ampia diffusione e un forte interesse nel pubblico grazie alla loro versatilità e freschezza, diventando il wine trend dell'estate 2024.
La Notte dei Vini Rosati sarà l'occasione per conoscere questo grande patrimonio, da nord a sud, attraverso oltre 50 cantine: dal mare Adriatico con la Cantina De Antonis, all’oristanese, sulla penisola del Sinis, con Franco Ledda, dalla riviera di Levante di Ca Ferrua, al Parco nazionale del Vesuvio con Casa Setaro e poi l'appennino umbro con la Tenuta Baroni Campanino, l'agro pontino con Casale del Giglio, il Molise con Di MajoNorante, la viticoltura eroica imperiese di Fontanacota e il Parco nazionale dei monti Sibillini con Coppacchioli Tattini. Il viaggio continua, infine, con Masciarelli da San Marino, Russo & Longo da Crotone, attraversa il Trentino con Tenuta San Leonardo, le terre del Chianti classico con Vignamaggio e la Puglia con la cantina San Marzano.
Il Piemonte sarà al centro, con le sue declinazioni, dalle Langhe al Monferrato, dall’astigiano all’alessandrino, attraverso la partecipazione di Castelvej, Rigo, Cantina sociale Barbera dei sei castelli, Cascina Gilli, Cordara, Cournaja, Diego Pressenda, Franco Ivaldi, Cantina Maranzana, Marco Bonfante, Cantina Mascarello Michele e Figli, Paschetta, Pietro Rinaldi, Tenuta Genevrina, Tre Secoli, Vaudano Enrico e Figli, Venturello Ezio.
Protagonista della Notte dei Vini Rosati sarà il Chiaretto di Bardolino, il rosato più venduto d’Italia e autentica espressione del territorio del Lago di Garda, grazie alla collaborazione con il Consorzio Vini Bardolino che ci racconterà i vini di più¹ di 25 cantine.
Celebre per il suo colore rosa chiaro con sfumature arancio, ottenuto con la vinificazione in rosa delle uve di Corvina, con fragranze che spaziano dai fiori alle erbe aromatiche, dagli agrumi alle albicocche e ai frutti di bosco, il Chiaretto di Bardolino, al palato, risulta fresco e con caratteristiche note minerali e saline tipiche dei vini che provengono da vigne allevate su suoli di origine morenica, che lo rendono leggero e versatile.
Durante la Notte dei Vini Rosati si potrà ascoltare il dj set di FORMINA e visitare il Castello Reale di Moncalieri, gli appartamenti reali oltre a degustare le eccellenze culinarie di Egregio.
Veronica Sisinni
https://bit.ly/NotteRosati_ACCREDITI
Accesso / Piazza Baden Baden 4
Ingresso 19:00 23:30
Accesso alla visita guidata del Castello : +5€
MENU DEGUSTAZIONE
Ingresso fino alle 20: 5 calici a 20€
Ingresso + 3 Calici: 20€
Ingresso + 5 Calici: 25€
Ingresso + 10 calici: 40€
Ingresso + 15 calici : 50€
Un evento organizzato da
Torino Wine Week
Ozio Intelligente
Grazie alla collaborazione del Consorzio Vini Bardolino
L’ALTA CUCINA SI FA POP
Lo chef stellato Chicco Cerea dialoga con la scrittrice Camilla Baresani alla XXI edizione del Festival della Mente
Nell’ambito della XXI edizione del Festival della Mente, domenica 1 settembre alle 17.15 lo chef stellato Chicco Cerea salirà sul palco del Teatro degli Impavidi con la scrittrice enogastronomica Camilla Baresani.
Il festival diretto da Benedetta Marietti e promosso dalla Fondazione Carispezia e dal Comune di Sarzana, si terrà dal 30 agosto al 1 settembre e quest’anno avrà come tema la gratitudine.
Nell’incontro Essere pop con l’alta cucina
Cerea e Baresani si confronteranno su come un piatto in apparenza semplice e popolare possa diventare una vera e propria icona gastronomica, come nel caso dei famosi “Paccheri alla Vittorio”, lanciati cinquant’anni fa dal fondatore del ristorante bergamasco Vittorio Cerea. Il testimone oggi è stato passato ai tre figli che ne tramandano la tradizione. Attraverso il dialogo si ripercorrerà il successo di una famiglia che ha contribuito in modo significativo alla storia della cucina italiana.
Chicco Cerea cresce nelle cucine del primo ristorante Da Vittorio a Bergamo, sotto la guida esperta dei genitori. Matura esperienze nei più blasonati ristoranti del mondo, per poi ritornare nel tristellato Da Vittorio, nell’olimpo della ristorazione dal 2010 e riferimento per gourmet e appassionati. Ha avuto l’onore di cucinare per i grandi della terra come Bill Clinton, la regina d’Inghilterra e Barack Obama.
Camilla Baresani, bresciana, scrittrice e gourmet. L’ultimo romanzo pubblicato è Gelosia (Nave di Teseo, 2019). Ha condotto il programma Mangiafuoco di Radio1. Per Rai3 ha ideato il format del programma Romanzo italiano. Collabora con Il Corriere della sera, Il Foglio e Grazia. Insegna scrittura all’Accademia Molly Bloom. È presidente del Centro Teatrale Bresciano.
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LE CANTINE DI VITE IN RIVIERA IN EVIDENZA AL 31° PREMIO VERMENTINO
Secondo posto assoluto e miglior etichetta della Liguria per i Viticoltori Ingauni. Riconoscimenti e apprezzamenti anche per gli altri produttori della rete. Proseguono intanto, presso la sede di Ortovero dell’Enoteca Regionale, con i consueti tre appuntamenti alla settimana, i “percorsi di degustazione” di vini liguri. Diverse sono anche le esperienze proposte direttamente presso le sedi delle aziende e nelle vigne.
Grandi soddisfazioni per le cantine della rete di imprese Vite in Riviera al 31° Premio Vermentino di Diano Castello, cui hanno aderito 94 produttori da sette regioni (Liguria, Toscana, Sardegna, Umbria, Lazio, Puglia e Sicilia), con ben 145 etichette in concorso, di cui 128 nella categoria principale e 17 nella sezione particolari e innovative produzioni. La Cooperativa Viticoltori Ingauni di Ortovero, con il suo “Vermentino 2023”, ha ottenuto un prestigiosissimo 2° posto assoluto, il premio di miglior etichetta della Liguria e la lona (medaglia) d’oro. A salire sul palco del teatro Concordia per ritirare il premio e ricevere i complimenti delle varie autorità presenti è stato Massimo Enrico, presidente della Cooperativa Viticoltori Ingauni e di Vite in Riviera. Ad aggiudicarsi il primo premio, bissando il risultato dello scorso anno, è stata la sarda Siddura con il suo “Spèra 2023”.
Premiate anche altre quattro aziende di Vite in Riviera: all’azienda Enrico Dario di Albenga è andata la lona d’argento, quella di bronzo è stata assegnata a RoccaVinealis di Roccavignale (sezione speciale), Cascina Nirasca e Tenuta Maffone di Pieve di Teco.
Pur non ottenendo premi, hanno comunque ben figurato e ricevuto apprezzamenti, da parte della giuria (presieduta dal noto giornalista ed esperto Paolo Massobrio) e del pubblico, le altre aziende di Vite in Riviera che hanno preso parte alla storica rassegna di Diano Castello: Lombardi di Terzorio, Foresti Marco di Camporosso, BioVio e Dell’Erba (che nel 2023 si era aggiudicata il 3° posto e il riconoscimento di miglior etichetta del Ponente Ligure) di Albenga.
Il concorso ha confermato il crescente gradimento del pubblico per il Vermentino, una delle denominazioni che a livello nazionale ha dimostrato maggior dinamicità in questi ultimi anni, e l’elevata qualità raggiunta dalle aziende liguri, il cui prodotto non teme ormai più confronto con quello delle altre regioni.
Il Premio Vermentino, oltre alla parte concorsuale, comprendeva, nelle giornate di sabato 13 e domenica 14 luglio, una vasta serie di iniziative di valorizzazione del prodotto, tra cui l’esposizione e la degustazione guidata di tutte le etichette partecipanti, e del territorio. Tantissimi i visitatori, tra cui numerosi addetti ai lavori. L’iniziativa, promossa dal Comune di Diano Castello, è stata realizzata con la partecipazione di Regione Liguria e Camera di Commercio Riviere di Liguria, con il patrocinio del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
LA CASA DEI VINI LIGURI. La sede di Ortovero dell’Enoteca Regionale della Liguria, gestita dalla rete di imprese Vite in Riviera, è il posto più adatto per conoscere e apprezzare la qualità e la varietà dei vini liguri. La location, sita in viale Chiesa 18, è aperta nei giorni di giovedì, venerdì e sabato, dalle ore 18 alle 21, per effettuare un “viaggio”, con la guida di un esperto sommelier, tra le etichette Doc e Igt della nostra regione. Insieme ai vini (percorsi di 5 o 7 calici, al costo di 20 o 25 euro) vengono serviti sfiziosi stuzzichini preparati con materie prime a km0. E’ gradita la prenotazione e, su richiesta, sono previste aperture extra e percorsi personalizzati. Possibilità di acquisto sul posto, scegliendo tra decine e decine di referenze di tutta la regione. ESPERIENZE IN CANTINA E IN VIGNA. Numerose sono le proposte di esperienze (visite, degustazioni, picnic, ecc.) da effettuare nella bella stagione direttamente presso le sedi e le vigne delle aziende della rete. A questo il link sono elencate tutte le iniziative in programma in questo periodo: https://www.viteinriviera.it/esperienze/
Vite in Riviera
La rete di impresa Vite in Riviera è stata costituita nel 2015 e ne fanno parte aziende produttrici di vino e olio, con la mission di valorizzare e promuovere dei prodotti tipici del territorio del Ponente Ligure: Riviera Ligure di Ponente DOC (Pigato, Vermentino, Moscato, Rossese, Granaccia), Rossese di Dolceacqua, (o Dolceacqua)
DOC, Ormeasco di Pornassio DOC, Terrazze dell’Imperiese IGT, Colline Savonesi IGT, Olio DOP della Riviera Ligure di Ponente. La sede è ad Ortovero.
Le aziende aderenti ad oggi sono: Azienda agricola aMaccia (Ranzo, Im), Azienda agricola Anfossi (Bastia d’Albenga, Sv), Azienda agricola Bruna (Ranzo, Im), Azienda agricola Cascina Nirasca (Pieve di Teco, Im), Azienda agricola Dell’Erba (Albenga, Sv), Azienda agricola Enrico Dario (Bastia d’Albenga), Azienda agricola Foresti Marco (Camporosso, Im), Azienda agricola Innocenzo Turco (Quiliano, Sv), Azienda agricola Lombardi (Terzorio, Im), Azienda agricola Ramoino (Sarola, Chiusavecchia, Im), Azienda agricola Torre Pernice (Albenga, Sv), Azienda Biologica Biovio (Bastia d’Albenga, Sv), Cantine Calleri (Albenga, Sv), Cascina Feipu dei Massaretti (Albenga, Sv), Cooperativa Viticoltori Ingauni (Ortovero, Sv), La Vecchia Cantina (Albenga, Sv), Podere Grecale (Sanremo, Im), Società agricola RoccaVinealis (Roccavignale, Sv), Sommariva Tradizione Agricola (Albenga, Sv) e Tenuta Maffone (Pieve di Teco, Im).
Vite in Riviera
DALL’ANELLO DEI POETI DEL CINGHIO AI “SALTI DEL DIAVOLO”
Fino al Prosciutto di Parma DOP: alla scoperta di Felino e dei colli parmensi tra natura ed eccellenze gastronomiche
Dalla collaborazione tra Citterio, storica azienda di salumi, e Terre Emerse, gruppo di guide ambientali escursionistiche locali, un focus sul territorio parmense
Gli itinerari di Felino: Il percorso del Castello, del Gallo e della Costa
- L’Anello dei Poeti del Cinghio
- La Via degli Scalpellini e i cosiddetti “Salti del Diavolo”
Valorizzare il territorio emiliano alla scoperta di natura incontaminata, paesaggi inaspettati, storia millenaria e buon cibo. Da Felino ai colli parmensi, in estate, durante il weekend ma non solo, sono numerose le esperienze da provare, luoghi in cui Citterio, storica azienda di salumi, produce nei suoi due stabilimenti di Poggio Sant’Ilario, frazione di Felino, e Lesignano de Bagni una delle più famose eccellenze della gastronomia italiana, il Prosciutto di Parma DOP.
Per scoprire e vivere in prima persona le bellezze del parmense, di Felino e non solo, Citterio ha scelto di interpellare Roberto Piancastelli, storico fondatore di Terre Emerse, un gruppo di guide ambientali escursionistiche di Parma che opera da 20 anni sul territorio emiliano, e non solo, per approfondire e vedere da vicino quelle che sono le perle di questi luoghi.
“La zona dei colli parmensi è per noi un territorio ricco di spazi da esplorare, ma non solo dal punto di vista escursionistico - spiega Piancastelli -. Nei nostri percorsi ovviamente parliamo di natura ma anche di Storia, di leggende popolari e senza dubbio di enogastronomia, tutte caratteristiche imprescindibili delle nostre aree che meritano di essere valorizzate tutti i mesi dell’anno”.
Sono numerosi i percorsi che si possono realizzare per visitare da vicino le bellezze naturali e storiche che circondano questi luoghi. A partire da Felino, borgo ricco di storia sorto prima dell’anno mille, che con il suo castello offre ai turisti la sua accezione più medievale. Qui è possibile sfruttare la conformazione dolce e ondulata del territorio per intraprendere tre percorsi:
- Il Percorso del Castello, un anello di 6km che parte dal centro di Felino e attraversa l’area di maggiore interesse storico di tutto il Comune.
- Il Percorso Il Gallo, un anello di 11km che prende il via dal centro di Felino e prosegue verso sud fino a Barbiano con un percorso suggestivo che si snoda tra boschi e prati.
- Il Percorso La Costa, un anello panoramico di 8km da San Michele Tiorre a Barbiano lungo le strade di crinale sulle prime colline di Felino.
Gli itinerari che la guida escursionistica ambientale propone non si limitano al comune di Felino, ma coprono una vasta area. In primis vi è l’Anello dei Poeti del Cinghio, ovvero un percorso che si snoda tra colline, boschi e borghi incrociando la via Longobarda e deve il suo nome ai versi dedicati al torrente Cinghio da diversi poeti nati a inizio del secolo scorso tra cui Attilio Bertolucci.
Ad affascinare maggiormente i turisti potrebbero anche essere la Via degli Scalpellini che porta ai cosiddetti “Salti del Diavolo”. Si tratta di un itinerario che si snoda tra i paesi di Chiastre e di Cassio attraversando il Torrente Baganza grazie alla presenza di un moderno ponte tibetano. Era il percorso che gli scalpellini seguivano tra le due sponde della valle per raggiungere le zone di estrazione della pietra. Il sentiero porta proprio ai “Salti del Diavolo”, una formazione sedimentaria dell’età cretacica (80 milioni di anni), generata da una frana sottomarina di ciottoli e sabbia. Secondo un’antica leggenda medievale queste pietre sarebbero le orme del diavolo messo in fuga da un’eremita che viveva a Cassio.
“La funzione della guida ambientale escursionistica è quella di essere un vero e proprio traduttore simultaneo di quello che è il linguaggio della natura - spiega Piancastelli di Terre Emerse -. Alle persone che accompagniamo, cerchiamo di mostrare i piccoli particolari che normalmente non sono visibili, come la traccia di un animale, oppure un fiore o una pianta cercando sempre di contestualizzarne la presenza proprio in quel luogo, fino a descrivere l’importanza del territorio parmense ed emiliano nel passato e nel presente”.
Natura, storia, leggende, ma anche ottimo cibo da abbinare lungo i vari percorsi perché Parma e i colli parmensi sono da sempre sinonimo di cultura enogastronomica di qualità data non solo dalla presenza di una enorme varietà di prodotti tipici, ma anche grazie alle numerose persone che dedicano tempo e lavoro per la valorizzazione di tutto ciò che nasce da questo territorio.
Citterio si inserisce in modo strategico in questa dinamica, infatti proprio in questi territori realizza il suo Prosciutto di Parma DOP, solamente con l’utilizzo di coscia suina 100% italiana e sale marino, senza nessun conservante. In questi luoghi, la vicinanza dei torrenti e il territorio collinare regalano sempre un flusso d’aria particolare, di aria salmastra che affina il prodotto donandogli un gusto e profumo unico nel suo genere. Citterio produce il Prosciutto di Parma, come da tradizione, una storia che si tramanda da generazione in generazione, scegliendo solo le migliori cosce e lavorandole con cura e passione. Gli stabilimenti sono moderni e all’avanguardia, anche avanzati tecnologicamente e qui si produce il Parma con osso, disossato e anche affettato in vaschetta in diverse linee e grammature.
“Inizialmente il prosciutto deve assorbire il sale e distribuirlo al suo interno - afferma il responsabile dello stabilimento Citterio di Poggio Sant’Ilario, Felino -. Poi si passa alla dissalatura e alla fase di asciugatura, mentre dopo 14 giorni avviene la toilettatura del prosciutto che permette il mantenimento di una buona asciugatura senza infiltrazioni. Successivamente al 90esimo giorno il prodotto viene trasferito in un ambiente più caldo con una temperatura dai 14 ai 16 gradi con finestre aperte regolarmente che favoriscono l’ingresso del microclima che permette di conferire un particolare gusto al prodotto. Dopodichè viene fatta la cosiddetta sugnatura, con un grasso particolare del suino che protegge la parte magra del prosciutto, un’operazione fatta ancora con la mano dell’uomo come 50-60 anni fa. Infine i prosciutti entrano nella fase “estate” con temperature più alte, per terminare la stagionatura, una fase in cui il prodotto raggiunge dai 12 ai 30/36 mesi. L’uomo è ancora parte integrante della creazione - prosegue - perché oltre a passare nelle stagionature, nelle stanze e nelle celle tutti i giorni, deve controllare da vicino l’asciugatura del prosciutto”.
“All’interno delle nostre escursioni la parte enogastronomica è essenziale perché Parma e tutta la provincia non si può conoscere fino in fondo senza assaggiare i prodotti tipici locali e il Prosciutto di Parma DOP è senza dubbio uno di questi - afferma Piancastelli -. Chi normalmente sceglie di utilizzare una guida è perché vuole avere una conoscenza del territorio che va oltre la semplice camminata. Vi è infatti una vera e propria narrazione che riguarda tanti aspetti dell’intero territorio e quindi anche il tema enogastronomico. E’ questo il modo per incuriosire le persone, per rendere la loro passeggiata un cammino esperienziale e far sì che si possano affezionare ai nostri luoghi.”
Isaac Cozzi