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VINO, UIV: 50 MLN DI ETICHETTE GIÀ STAMPATE IN ITALIA, CAVILLO UE INTEMPESTIVO E DANNOSO
Sono oltre 50 milioni le etichette di vini italiani già stampate secondo il modello inizialmente condiviso e poi sconfessato dalle linee guida della Commissione Ue. Lo afferma l’Unione italiana vini (Uiv), ribadendo come l’intempestivo intervento della Commissione, a 2 anni dalla stesura del Regolamento comunitario (2021/2117) e ad appena 2 settimane dal varo della nuova etichettatura europea (8 dicembre), sia un danno imprevisto e importante per il settore.
Uiv rileva inoltre che le precisazioni fatte ieri dal portavoce Agricoltura della Commissione, Olof Gill, non soddisfano le imprese del vino e non risolvono il caos determinato dall’ultimo cavillo voluto dall’esecutivo europeo (la parola “ingredients” anziché l’acronimo “i” a fianco al QR code sulla lista degli ingredienti). È impossibile, tra l’altro, per i produttori procedere, nelle tempistiche di legge, con adeguamenti, ordini e ristampe.
Secondo Unione italiana vini (Uiv) e il Comitato europeo delle aziende vitivinicole (Comité Vins – CEEV), la nuova interpretazione fornita dall’istituzione si presta a diverse violazioni, a partire dal testo legislativo, poiché non spetta alla Commissione apportare nuove norme a livello di orientamento interpretativo. In aggiunta, si prospetta una violazione dei principi generali dell’Ue, come la certezza del diritto e la proporzionalità: è infatti giurisprudenza consolidata che gli enti non possano adottare nuovi obblighi senza un termine ragionevole per attuarli. C’è poi, secondo le due organizzazioni, una violazione delle norme procedurali: imporre una diversa interpretazione del Regolamento a pochi giorni dall’adozione della norma lede infatti il principio comunitario inserito nel programma di lavoro della Commissione che ha come obiettivo la riduzione degli oneri amministrativi inutili. Con buona pace di milioni di etichette già state stampate, in buona fede e nel rispetto della Legislazione, destinate al macero. Atteggiamento questo contrario anche alle politiche sulla tutela dell’ambiente.
Per tali motivi Uiv chiede un’immediata sospensione in merito alla principale criticità contenuta nelle linee guida della Commissione (Q&A n.38), al fine di rivederne il contenuto e garantire certezza giuridica alle imprese. Contestualmente, sarà necessario ottenere il consenso all’utilizzo di tutte le etichette stampate prima della pubblicazione delle linee guida e fino a esaurimento scorte.
Marta De Carli (393.4554270 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)
Affetti & Sapori
Cosa portare in tavola, durante le festività, per assaporare gusti ricercati e sofisticati?
Come poter realizzare piatti di alta cucina, direttamente a casa, anche senza attrezzature particolari?
Sperimentare ricette tipiche di ristoranti stellati è davvero un’impresa impossibile?
Quali sono le ricette stellate ideali per piatti vegani e vegetariani?
L’alta cucina si può sposare con il benessere e la salute?
A queste domande risponde lo chef Antonio Scaccio con la nuova edizione ampliata e aggiornata di “Affetti&Sapori” (Edizioni Lswr), da dicembre in libreria.
Nel suo libro il noto chef, partendo dalle solide tradizioni culinarie della sua terra di origine (la Sicilia), propone piatti a base di verdure (sia vegetariani che vegani) e di pescato che guardano verso il futuro.
I suoi piatti puntano l’attenzione ai sistemi di produzione biologici e biodinamici.
Gli ingredienti e i sistemi di cottura sono scelti con cura, così da ottenere delle ricette che sono veri toccasana di salute, con sapori unici e ricercati.
L’alta cucina per chiunque, con abbinamenti ricercati e sofisticati
Con “Affetti&Sapori” lo chef guida il lettore nella preparazione di piatti di alta cucina, con abbinamenti ricercati, sofisticati e realizzabili da chiunque, senza bisogno di particolari attrezzature.
Il libro parte dagli antipasti per presentare, poi, primi, secondi, salse e ricette di base e si potrà scegliere tra piatti a base di pesce, vegetariani e vegani.
Nella sezione dedicata ai dessert, i dolci più tradizionali lasciano il posto a invenzioni di prim’ordine, in cui i protagonisti esclusivi sono il sapore e la salute.
La presentazione del libro
Il volume sarà presentato dall’autore il 10 dicembre, alle ore 17, presso la Vineria Beva Boccea (via Federico Galeotti 12 Roma). Per prenotare il proprio posto, occorre contattare il numero 06 86792373.
Le 5 ricette per le festività
Ecco 5 ricette scelte dallo chef e consigliate per le festività natalizie:
- Il primo a base di pesce
Cannoli di pasta alla barbabietola rossa al ragù di rombo gratinati, in salsa di cappesante
Il primo vegano
Quinoa piccante in dadolata di verdure
Il secondo a base di pesce
Guazzetto di pesce misto in filetti con crema di cocco e ratatouille di verdure e ajolì
Il secondo vegano
Strudel di tofu in crosta alla crema di carciofi
Il dessert (anche in versione vegana)
Bavarese di Venere alla vaniglia con terrina al cioccolato all’aroma di arancia e menta
Ricette complete nel file word allegato (in fondo all'email, come link).
Grazia La Paglia
Le 5 ricette per le festività
Ecco 5 ricette scelte dallo chef e consigliate per le festività natalizie:
- due primi, uno a base di pesce e uno vegano
-due secondi, uno a base di pasce e uno vegano
- un dessert goloso, concentrato di dolci sapori invernali, che può essere realizzato anche in versione vegana
Il primo a base di pesce
Cannoli di pasta alla barbabietola rossa al ragù di rombo gratinati, in salsa di cappesante
Ingredienti per 4 persone:
Per la pasta: 250 g di farina di grano duro, più quella per infarinare, ½ barbabietola rossa cruda, 125 ml circa di acqua fredda, 3 g di sale fino, 1 albume d’uovo.
Per il ripieno: 1 filetto di rombo di circa 300 g, 1 zucchina, 1 scalogno piccolo, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato, 3 cucchiai di olio evo, 1 cucchiaino scarso di sale fino, 1 cucchiaio di finocchietto selvatico, 3 g di pepe bianco, 2 g di zafferano.
Per la salsa: 700 ml di brodo di pesce filtrato, 6 capesante sgusciate, 2 cucchiai di olio evo, 1 spicchio d’aglio, 200 g di patate lessate, 13 fettine sottili di zucchina tagliate per il lungo, 1 foglio di alga nori tagliato in 12 strisce e 1 ciuffo di prezzemolo per guarnire.
Procedimento:
Sulla spianatoia mettere la farina a fontana e impastate con il sale, la barbabietola rossa grattugiata e l’acqua, dosandola per ottenere una massa liscia, compatta e asciutta. Lasciate riposare la pasta per almeno un’ora.
Nel frattempo preparate la farcia: tritate il filetto di rombo e la zucchina, metteteli in una padella con l’olio e lo scalogno tritato, rosolate appena, poi aggiungete il prezzemolo e il finocchietto tritati, il sale, e lo zafferano sciolto in poche gocce d’acqua.
Stendete la pasta con uno spessore di circa 2 millimetri e dividetela in 12 rettangoli di 10x5 cm. Riempite con la farcia i rettangoli di pasta, spennellando i bordi con l’albume d’uovo, chiudeteli in modo da formare dei cilindretti, avvolgeteli ciascuno in una fettina di zucchina e poi in una striscia di alga nori. Adagiate i cannoli su una placca da forno con sul fondo della carta da forno.
In un pentolino fate bollire il brodo di pesce con le capesante e l’aglio, a cottura ultimata scartate l’aglio, unite la patata schiacciata e l’olio, frullate con un mixer a immersione e rimettete sul fuoco per circa 5’ a fuoco basso.
Inumidite con un po’ d’acqua i cannoli di pasta e cuoceteli in forno preriscaldato a 200° per 10’.
Presentazione:
Disponete i cannoli nei piatti con la salsa di capesante calda e decorate con una fettina di zucchina e di alga nori arrotolate intorno a un ciuffo di prezzemolo.
Il primo vegano
Quinoa piccante in dadolata di verdure
Ingredienti per 4 persone: 300 g di quinoa, 1 carota, 2 gambi di sedano, 1 piccolo cipollotto bianco, 1 zucchina, qualche costa di sedano, 1 cucchiaio di prezzemolo, mentuccia, basilico tritati, 1 punta di peperoncino piccante, 10 g di sale alle erbe, 4 cucchiai di olio evo, 2 cucchiai di shoyu.
Procedimento:
Cuocete la quinoa con il doppio del suo peso di acqua fredda fino a che non sia assorbita completamente, aromatizzatela con il sale alle erbe, il peperoncino e metà delle erbe aromatiche tritate.
Nel frattempo tagliate le verdure a dadini e scottatele in una padella capiente senza acqua né olio, a fiamma bassa e con il coperchio, per qualche minuto. Non appena le verdure risultano cotte ma al dente
aggiungete gli aromi restanti, l’olio, lo shoyu e un pizzico di peperoncino.
Presentazione:
Versare la quinoa nel piatto di portata con le verdure calde, guarnendo a piacere con le erbe aromatiche fresche.
Il secondo a base di pesce
Guazzetto di pesce misto in filetti con crema di cocco e ratatouille di verdure e ajolì
Ingredienti per 4 persone: 900 g di filetti misti di scorfano, gallinella, rana pescatrice, 1 scalogno, 1 spicchio d’aglio, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato, 200 g di vongole veraci ben spurgate, 3 cucchiai di olio evo, 3 mestoli di brodo di pesce, 200 ml di latte di cocco non dolce, 70 ml di vino bianco fermo.
Per la ratatouille: 1 costa di sedano, 2 foglie di coste, 1 zucchina, 200 g di patate a pasta gialla, 1 finocchio piccolo, 200 g di pomodori maturi, 60 g di porro, 1 carota, 3 foglie di basilico, 3 foglie di menta, 1 rapa. bianca da circa 200 g, 1 cucchiaino di sale alle erbe, 5 cucchiai di olio evo, 3 g di peperoncino piccante
Per la salsa aïoli: 5 spicchi d’aglio, 200 ml di aceto di mele, 50 ml di olio evo, 20 ml latte di mandorla.
Procedimento:
In un tegame cuocete con dell’olio lo scalogno e l’aglio schiacciato insieme alle vongole veraci già spurgate.
Quando le vongole sono quasi aperte sfumate con il vino per qualche minuto, togliete il tegame dal fuoco, sgusciate le vongole e mettetele in una ciotola. Nello stesso tegame aggiungete al fondo di cottura
delle vongole i filetti di pesce, coprite e mettete a cuocere a fuoco lento, bagnando di tanto in tanto con il brodo di pesce. Aggiungete le vongole, la crema di cocco e il prezzemolo e lasciate sul fuoco per 1’.
Preparate la ratatouille: affettate finemente tutte le verdure, tranne i pomodori, mettete in un tegame coperto e fate rosolare senza olio a fuoco molto lento, badando che le verdure non attacchino sul fondo; le verdure dovranno rimanere al dente.
Mondate i pomodori e privateli dei semi, tagliateli a cubetti piccoli, aggiungete il peperoncino. il sale e le erbe aromatiche, condite con l’olio.
Preparate l’aïoli: sbollentate gli spicchi d’aglio nell’aceto di mele per 5’, scolate e frullate con il sale, l’olio e il latte di mandorla.
Presentazione:
Servite i filetti di pesce sul piatto con il loro fondo di cottura ridotto, accostatevi la ratatouille ben calda, la salsa fresca di pomodoro e la salsa aïoli.
Il secondo vegano
Strudel di tofu in crosta alla crema di carciofi
Ingredienti per 4 persone: 1 panetto di tofu di circa 400 g, 1 limone, 1 cucchiaino di sale alle erbe, 2 cucchiai di prezzemolo tritato, 2 cipollotti freschi, 2 foglie di bietola, pepe bianco macinato fresco q.b., olio evo q.b.
Per la crema: 2 carciofi di Albenga oppure violetti, 2 spicchi d’aglio, 2 cucchiai di olio evo, ½ cucchiaio di prezzemolo tritato, il succo di 2 limoni, ¼ di porro, 500 ml di brodo vegetale.
Per la crosta: 100 g di farina, 4 cucchiai di olio evo, sale fino q.b.
Procedimento:
Pulite i carciofi: eliminate le foglie dure e le barbette interne, lavateli, tagliateli a quarti e metteteli a bagno in acqua
e succo di limone. Sbollentate il tofu in acqua acidulata con succo di limone per qualche minuto, quindi scolatelo e passatelo con un colino o setaccio a trame larghe. Mettetelo in una ciotola e condite con parte del prezzemolo, poco olio, il sale alle erbe, i cipollotti tritati finemente e le foglie delle bietole tritate. Mescolate il tutto con una spatola e lasciate riposare per una mezz’oretta.
Nel frattempo mettete i carciofi in un tegame con olio, aglio e porro e in cottura aggiungete il succo di 1 limone e il brodo vegetale, coprite con un coperchio e cuocete per 10’. Passate il tutto con un mixer a immersione fino a ottenere una crema omogenea, gustate di sale e lasciate riposare in caldo a bagnomaria.
Su una spianatoia fate una fontana con la farina mettendo al centro l’olio, il sale e aggiungendo poco alla volta acqua q.b. e impastando fino a che non avrete formato una palla omogenea, elastica e liscia. Stendetela con un mattarello
allo spessore di 3 mm circa. Dividete la sfoglia in quadrati uguali, distribuite il ripieno su ognuno, quindi avvolgeteli
su se stessi e adagiateli su una teglia antiaderente. Cuocete in forno preriscaldato a 180° per 10-15’.
Presentazione:
A cottura ultimata, trasferite gli strudel sui piatti e metteteci accanto la crema di carciofi. Guarnite con un filo d’olio a crudo e una spolverata di prezzemolo tritato.
Il dessert
Bavarese di Venere alla vaniglia con terrina al cioccolato all’aroma di arancia e menta
Ingredienti per 4/6 persone: 250 ml latte vaccino oppure di soia alla vaniglia, 300 ml di panna montata vaccina oppure di panna di cocco, 4 tuorli (per la versione vegan aggiungere 1 cucchiaio pieno in più di farina di riso Venere), 1 cucchiaio di farina di riso Venere (2 per la versione vegan), 2 cucchiaini di agar-agar, 150 g di zucchero di canna, 1 cucchiaino di scorza di arancia grattugiata, olio di mandorla per ungere.
Per la terrina al cioccolato: 200 g di cioccolato fondente al 70% (100 g per la ricetta e 100 g per guarnire) 100 ml di panna vaccina oppure di panna di riso, 2 cucchiai di malto di riso oppure 1 cucchiaio di zucchero grezzo di canna, 1 cucchiaino di agar-agar
Per l’aroma: la scorza di un’arancia non trattata, 5-6 foglie di menta, 1 cucchiaio di zucchero di canna grezzo, 1 bicchiere d’acqua.
Procedimento:
Preparate l’aroma unendo in un tegamino l’acqua, la scorza d’arancia tagliata a julienne, lo zucchero e la menta triturata. Cuocete fino a formare un caramello chiaro, non troppo denso e lasciate riposare.
In un pentolino mettete a scaldare il latte con la scorza di arancia grattugiata, 50 g di zucchero e l’agar-agar
e portate a bollore per 3’.
Riportate a temperatura di massimo 85° il latte, aggiungete la farina di riso Venere a pioggia setacciandola e rimescolate sempre. Dentro un altro pentolino e mantenendo la temperatura, versate a filo il latte condito e filtrato con un colino su uno zabaione composto dai tuorli montati a spuma con lo zucchero. Per la versione vegan completate solo con la farina di riso in più al posto delle uova. Continuate la cottura a 82° per altri 3’, fino a che il composto non risulti cremoso, mantenendo la temperatura senza portare al bollore. Una volta pronto lasciate raffreddare e aggiungete in più fasi la panna montata incorporandola per bene, distribuite in stampini monoporzione o in uno stampo unico che avrete precedentemente unto con l’olio di mandorla.
Mettete in frigo per circa 4/5 ore.
Sciogliete il cioccolato a bagnomaria in un pentolino. In un altro pentolino riscaldate la panna unita al malto
di riso e all’agar-agar. Portate a bollore per 3’, incorporate il composto con il cioccolato e versatelo in uno stampo rettangolare foderato di carta da forno oppure inumidito con olio di mandorle. Mettete in frigo per qualche ora.
Presentazione:
Sformate la bavarese già pronta su un piatto, adagiate una fettina di terrina sopra di essa, aromatizzate con lo sciroppo ottenuto di arancia e menta, completate con un cucchiaio di cioccolato fuso versato a filo e foglie di menta fresca.
ORO AL CACIO 24 MESI DEI BARBI
Il Caseificio dei Barbi vince l’oro al Concours International de Lyon - Fromages et Produits Laitiers 2024
Il Caseificio dei Barbi a Montalcino (SI) vince la medaglia d'oro al Concours International de Lyon - Fromages et Produits Laitiers 2024.
Capitale della gastronomia francese, Lione ospita ogni anno il Concorso internazionale dei migliori prodotti al mondo. Sostenuto da partner di rilievo tra cui Les Toques Blanches Lyonnaises, l'Association des Sommeliers Lyonnais et Rhône Alpes e la Région Auvergne-Rhône-Alpes, il concorso comporta la degustazione di migliaia di prodotti e premia i migliori vini, birre, liquori e distillati internazionali, nonché i migliori formaggi e latticini provenienti da tutto il mondo. L’ultima edizione del Concours International de Lyon dei formaggi e dei latticini si è svolta a Lione venerdì 24 novembre 2023 con circa 300 categorie di formaggi e latticini degustati alla cieca e valutati secondo criteri rigidi da una giuria internazionale presieduta dal commissario generale Didier Lassagne, miglior Artigiano di Francia 2007 per il settore caseario e rappresentante della Fédération Française des Fromagers, e dalla Presidente Onoraria Josiane Déal, miglior Artigiano di Francia 2004 per il settore caseario e inserita nel 2010 dal Wall Street Journal tra i 4 migliori commercianti di formaggi d'Europa.
A Lione il Caseificio dei Barbi ha conquistato la medaglia d’oro per il Cacio 24 mesi, medaglia che si va ad aggiungere al palmarés del Caseificio in cui spiccano le 2 medaglie, quella d’oro per il Cacio alla Presura | Eccellenze di Montalcino e la medaglia di bronzo per il Cacio al Miele di Castagno e Polline, vinte a Tours alla sesta edizione de Le mondial du fromage nel settembre 2023 e il bronzo per il Cacio all'aglione conquistato al World Cheese Awards 2022.
Il Cacio 24 mesi è un Pecorino stagionato 24 mesi su tavole di legno di abete e trattato in crosta con olio extravergine d’oliva della Fattoria dei Barbi. Il sapore è inconfondibile: deciso, pungente, leggermente piccante. La pasta dura lo rende perfetto per essere mangiato a tocchi ma anche grattugiato. La produzione annua è di sole 50 forme da 2 kg ciascuna.
Nato dalla mano esperta dei giovani maestri casari sardi Salvatore
Soddu e Angela Zizi, il Cacio 24 mesi fa parte della ricca produzione del Caseificio dei Barbi che continua ancora oggi una lunga tradizione di formaggi di solo latte di pecora e a crosta edibile.
Avviato per la prima volta a metà ‘800 al Molin del Fiore (ancora oggi parte delle tenute della famiglia Colombini), il Caseificio dei Barbi è la più antica attività di produzione di formaggi ancora esistente a Montalcino e fa parte della storica Fattoria dei Barbi, nota cantina produttrice di Brunello.
I pecorini dei Barbi nascono da un'attenta ricerca delle ricette della tradizione (per es. i caci rifermentati nello ziro senese erano introvabili da anni sul mercato) o creandone di proprie, partendo dalle materie prime locali e mantenendo in tutti i passaggi produttivi - fatti esclusivamente a mano - i metodi di lavorazione tramandati dai casari locali. Specializzato nei piccoli pecorini affinati monodose da 330 g, il Caseificio dei Barbi ne propone quindici varietà diverse. Presenti in catalogo anche caci a media e lunga stagionatura e freschi. In base al periodo di lattazione disponibile ricotta fresca, anche al tartufo, e su prenotazione il raviggiolo.
Chi desiderasse ricevere il catalogo dei formaggi dei Barbi è sufficiente invii una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. | www.caseificiodeibarbi.it
Stefano Cinelli Colombini
UNA CANTINA COOPERATIVA CHE FA DEL VINO IL CENTRO DI UN PERCORSO A 360°
Essere una cantina cooperativa al centro di un territorio importante ed essere tra le prime aziende ad aver portato avanti la riscoperta di un vitigno come la Barbera, comporta un impegno che non si limita agli aspetti prettamente tecnico-produttivi per quanto essi possano essere importanti. Vinchio Vaglio non si sottrae a questo dovere e nel corso del 2023 ha fatto scelte significative sul piano enologico rinnovando parzialmente il parco botti (legno di rovere da 75 Hl) e installando un nuovo impianto frigo di ultima generazione per migliorare ulteriormente la fase della vinificazione, ma anche per una migliore efficienza energetica e una maggiore sostenibilità. Ma questo fa parte del programma ordinario di una cantina che vuol mantenere e accrescere gli standard produttivi. Non è invece ordinario l’aver ottenuto la certificazione Equalitas che affronta il tema della sostenibilità non riducendolo alla pur fondamentale ricerca di mezzi per diminuire l’impatto di sostanze nocive sull’ambiente, ma si basa su un concetto molto più ampio che affronta il problema non solo sul piano ambientale, ma anche economico e sociale.
Così come non è affatto scontato l’ingresso nel progetto dell’Associazione no profit “Old Vine Conference” nata in UK dall’idea di due Master of Wine e che si è prefissa di salvaguardare e sostenere la promozione di cantine in tutto il mondo che abbiano continuato a coltivare vecchi vigneti dai quali produrre vini di qualità. Con i vigneti di Barbera di 50-80 anni che l’azienda sta preservando grazie all’impegno dei propri viticoltori associati, si producono il Vigne Vecchie (Barbera d’Asti Superiore) e il Vigne Vecchie 50 (Barbera d’Asti). La qualità e l’origine di questi vigneti hanno convinto l’Old Vine Conference ad organizzare l’annuale viaggio stampa e trade proprio a Vinchio Vaglio. Sono stati due giorni intensi di studio e confronto sul vitigno Barbera, sui vecchi vigneti e sui vini che ne derivano. Unanime la sorpresa o la conferma per i presenti intorno ad un vitigno tanto versatile e a vigneti unici. Ma a Vinchio Vaglio si sa che salvaguardare vecchi vigneti è importante, ma se il paesaggio e il territorio circostante non sono preservati il futuro è a rischio. Per questo l’azienda è stata tra coloro che hanno spinto la Regione Piemonte a creare la Riserva Naturale della Val Sarmassa nell’ambito della quale molti dei viticoltori associati operano e ha anche acquistato una porzione di bosco limitrofo alla sede della cantina dove ha ripristinato l’antico sentiero inserendo tavoli, fontane e gli originalissimi “nidi”, strutture in salice intrecciato a mano, che proteggono i tavoli da picnic dal troppo sole e dal vento mantenendo però, le giuste aperture che consentono di godere dello splendido paesaggio circostante in un’atmosfera familiare e raccolta. Il percorso è aperto tutto l’anno, ma la cantina organizza anche giornate dedicate dove è possibile acquistare l’occorrente per un picnic da consumare proprio all’interno dei nidi (https://vinchio.com/visit-vinchio-vaglio/nidi/ ). Per chi preferisce la bicicletta alle passeggiate a piedi la cantina propone ben tre percorsi di diversa difficoltà che si possono trovare qui: https://www.ebiking.it/percorsi.php#vinchiovaglio . Abbiamo parlato dell’impegno sul piano tecnico agronomico, enologico, paesaggistico, ecologico, passiamo ad altri aspetti altrettanto importanti: ludico, formativo, storico e culturale.
Sul piano ludico, ma attento alla storia e alla tradizione di questa terra, nell’arco dell’anno sono tante le occasioni che l’azienda propone a parte la ormai imperdibile giornata di Cantine Aperte: dalle serate dedicate alla “Bagna cauda” (piatto che rappresenta più di tutti la tradizione di quest’area) alle cene “3B – Barbera, Bollito & Bagnet”, ai picnic presso il “casotto” una tipica struttura in muratura che è frequente trovare accanto ai vigneti e che un tempo era usata dai contadini per il riposo nell’arco della giornata. Quello usato dalla cantina è dotato di tavoli esterni, di un forno a legna e di terrazze dalle quali si godono panorami che solo un sito Patrimonio Unesco come quello delle “Colline del Monferrato”) può avere. La cantina crede anche nella formazione e per questo vengono organizzate le “Masterclass con l’enologo” nel corso delle quali la Barbera e gli altri vitigni prodotti dalla cantina vengono presentati e degustati in modo formativo, per aiutare gli appassionati a crescere nella consapevolezza di cosa bevono.
Infine cultura e storia. Sì perché la cantina è parte integrante della storia di questo territorio e infatti quest’anno sono stati festeggiati i 30 anni del suo vino iconico, quello prodotto nel maggior numero di bottiglie, quello che più di tutti tiene in alto la bandiera della qualità unità ad un prezzo eccellente: I Tre Vescovi. Ultimo, ma non ultimo, la promozione culturale delle ricchezze del territorio che quest’anno la vede impegnata accogliendo in barricaia la mostra del pittore piemontese Sergio Unia che ha realizzato bellissimi ritratti di volti che sembrano scolpiti nella storia di queste colline vitate e che sono stati ispirati dagli scritti di Davide Lajolo scrittore, politico e giornalista italiano nato a Vinchio nel 1912, personalità che tanto ha contribuito alla crescita di quest’area del Piemonte e non solo (https://vinchio.com/visit-vinchio-vaglio/degustazioni/). Come dicevamo nel titolo: una cantina che crea un percorso a 360° intorno alla qualità dei propri vini.
Maddalena Mazzeschi
TAPPA NATALIZIA A FRONTONE PER IL GRAND TOUR DELLE MARCHE
Frontone suggestivo borgo ripropone i tradizionali mercatini
Mercatini di Natale, un’affascinante tradizione tipicamente nordica che caratterizza, in particolare, le regioni dell’Italia settentrionale ed i Paesi germanici. Tuttavia, ci si può immergere nella magica atmosfera che si respira in questo genere di manifestazioni anche a latitudini più basse! È il caso di Frontone (PU), pittoresco borgo delle Alte Marche dominato da un’imponente fortezza, il Castello della Porta, un fiabesco “nido d’aquila” che offre al visitatore uno sconfinato panorama esteso tra le cime appenniniche e le coste adriatiche. Infatti, nel periodo prenatalizio, in questa suggestiva cornice va in scena l’evento “Nel Castello di Babbo Natale”, un’iniziativa profondamente caratterizzata dai mercatini natalizi, un appassionante percorso allestito principalmente all’interno della maestosa rocca capace di coinvolgere grandi e piccini.
Il mercatino di Frontone, che fa parte della rete “Il Natale che non ti aspetti” organizzata dalle Pro Loco di Pesaro e Urbino con il patrocinio della Regione Marche, si distingue da tutte le altre iniziative simili in quanto è l’unico a svolgersi al chiuso.
Visto il successo delle edizioni precedenti, la manifestazione è iniziata domenica 26 novembre, in anticipo rispetto al passato, e proseguirà nei giorni 3, 8, 9 e 10 dicembre con orario continuato dalle 11:00 alle 18:30.
Tra le antiche mura castellane verranno proposte originali idee regalo, tra le quali esclusive specialità alimentari ed eccellenti prodotti enogastronomici locali, ma anche artistici oggetti realizzati, in gran parte, da artigiani del territorio.
Ricchissimo il palinsesto degli eventi collaterali programmati in tutte le giornate nelle quali si svolge la manifestazione: musica dal vivo, spettacoli, animazione, concerti, laboratori creativi con la carta per bambini, i quali potranno addirittura visitare la “casa di Babbo Natale”. Nei giorni 8 e 10 dicembre, dalle 15:00 alle 18:30, sarà inoltre possibile assistere a scene del presepio vivente “Le terre del Catria vivono il presepe”.
D’obbligo degustare, nei numerosi ristoranti del paese, la tradizionale “Crescia DE.C.O.”, una squisita specialità che, insieme al Coniglio in porchetta, contribuisce ad aumentare considerevolmente l’appeal di Frontone.
“Nel Castello di Babbo Natale” è un’iniziativa organizzata dal Comune e dalla Pro Loco di Frontone ed è sede di tappa del Grand Tour delle Marche, il circuito di eventi promosso da Tipicità ed ANCI Marche. Info e programma: www.tipicitaexperience.it
Angelo Serri