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SOLIDARIETÀ: CON PROGETTO “ALBA VITAE”
l’Associazione Italiana Sommelier devolve 30mila euro
Il presidente Camilli: “Impegno per i più fragili nel DNA della nostra Associazione”
Trentamila euro raccolti per finanziare numerose iniziative di solidarietà lungo l’intera Penisola: è il risultato dell’iniziativa Alba Vitae, il progetto solidale di Associazione Italiana Sommelier giunto alla tredicesima edizione che ha coinvolto tredici eccellenti vini di Abruzzo, Calabria, Campania, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Romagna, Sardegna, Sicilia, Umbria e Veneto, selezionati dai professionisti delle associazioni regionali di AIS e imbottigliati in una esclusiva versione magnum.
È quanto si legge in una nota diffusa da AIS, Associazione Italiana Sommelier.
Il ricavato della vendita di questi vini – prosegue la nota - è stato devoluto dalle associazioni regionali di AIS per sostenere progetti solidali: dalla Protezione civile dell’Emilia-Romagna all’Associazione Umbra per la lotta contro il cancro, dall’Associazione di volontariato Pulcino Odv all’Associazione Dalla parte delle donne: sono 12 le Associazioni, gli Enti, le Cooperative sociali e le Fondazioni coinvolte protagoniste di iniziative a favore dei più fragili.
Il presidente di Ais, Sandro Camilli, ha sottolineato: “L'adesione al Terzo Settore, avvenuta di recente, rappresenta la formalizzazione di un impegno già presente da tempo nel DNA della nostra Associazione. Alba Vitae rappresenta un esempio emblematico di questo impegno, e la somma raccolta è la testimonianza dell'efficacia di quanto fino a ora realizzato”.
Camillo Privitera, Coordinatore Nazionale dell’Area Eventi e Sociale di AIS: “Il vino unisce le persone, crea momenti di convivialità e di condivisione, e rappresenta un simbolo di gioia e di speranza, valori che sono alla base di Alba Vitae. Desidero ringraziare di cuore i produttori che hanno creduto in questo progetto e che hanno contribuito con la loro generosità e il loro entusiasmo. Invitiamo tutti a brindare con noi a questa importante causa: sostenendo Alba Vitae, farete un brindisi al gusto, alla solidarietà e al futuro”.
Alba Vitae è realizzato nell’ambito di AIS for Aid, l’area dedicata ai progetti di sostenibilità e solidarietà di Associazione Italiana Sommelier.
L’iniziativa è stata illustrata in occasione del Consiglio nazionale di AIS che si è svolto a Milano.
Ufficio Stampa Associazione Italiana Sommelier
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.aisitalia.it
AGROALIMENTARE, ITALIA TERZA PER EXPORT IN USA
VINO, OLIO, SALSE E PASTA: SUPERATA LA FRANCIA
ORA IL MADE IN ITALY VALE 7,3 MILIARDI DI DOLLARI
A MIAMI UN FESTIVAL PER ESPLORARE IL MERCATO
Nevio Boccanera, executive director della Camera di Commercio italiana a Miami: «Per le aziende italiane del food & wine è un’ottima opportunità di entrare in contatto con qualificate controparti commerciali, esplorare un mercato in grande crescita e testare i propri prodotti durante il Grand Tasting conclusivo»
Dopo il Messico e il Canada, l’Italia è il terzo Paese da cui gli Stati Uniti importano più prodotti agroalimentari e bevande. Con un valore di 7,3 miliardi di dollari, l’export food & beverage italiano negli Usa ha superato nel 2023 la Francia, scalzandola dal podio dei maggiori fornitori. A dispetto del cosiddetto “italian sounding” – ovvero i prodotti che richiamano nel nome le tipicità italiane pur essendo in realtà confezionati oltreoceano – gli americani alla copia preferiscono l’originale.
Per dare visibilità alle eccellenze enogastronomiche italiane sull’importante piazza di Miami, la Italy-America Chamber of Commerce Southeast (IACCSE), Camera di Commercio italiana a Miami, organizza la quinta edizione dell’evento “Authentic Italian Food & Wine Festival”. Il 14 e 15 maggio negli spazi del Country Club di Coral Gables, 150 importatori, distributori, ristoratori e chef della Florida parteciperanno a due giornate di incontri, seminari, tasting di prodotti e networking con le imprese italiane.
«Per le aziende italiane del food & wine – afferma Nevio Boccanera, executive director di IACCSE – “Authentic Italian Food & Wine Festival” è un’ottima opportunità di entrare in contatto con qualificate controparti commerciali, esplorare un mercato in grande crescita e testare i propri prodotti durante il Grand Tasting conclusivo che sarà aperto al pubblico di consumatori locali».
Proprio la Florida si sta dimostrando un mercato sempre più interessante: con un valore di 3,89 miliardi di dollari nel 2023, le esportazioni italiane verso questo stato crescono ad un ritmo molto elevato (+12% rispetto al 2022), più della già sostenuta media dell’export Italia-Usa, cresciuto del +5,4% toccando i 72,9 miliardi di dollari complessivi.
Il programma e le informazioni per partecipare
Ecco gli eventi che caratterizzeranno la quinta edizione di “Authentic Italian Food & Wine Festival”. La prima giornata, martedì 14 maggio, sarà dedicata alle attività orientative: un primo incontro di orientamento, con l’introduzione al mercato della Florida e le testimonianze di imprese italiane già presenti in questo mercato, e a seguire una visita guidata a gourmet market e punti vendita della grande distribuzione di Miami, per concludere con una cena di networking con autorità diplomatiche e alcuni importatori e distributori selezionati che illustreranno le più recenti tendenze di mercato.
Sarà dedicata interamente alle attività promozionali e commerciali la seconda giornata, mercoledì 15 maggio: due seminari, dedicati al food & beverage sulle navi da crociera e alla ristorazione di alta qualità di Miami, saranno seguiti da una sessione Trade, con incontri tra espositori e visitatori professionali nell’area expo, per concludere poi la due giorni con il Grand Tasting, l'evento che apre le porte a un pubblico di food lover, a cui selezionati ristoranti, pasticcerie e gelaterie offriranno assaggi ai visitatori. Una straordinaria opportunità di visibilità per testare e far conoscere i propri prodotti ai consumatori finali.
Maggiori informazioni sull’evento e iscrizioni a questo link:
https://www.iaccse.com/the-authentic-italian-food-wine-festival-may-2024. Le aziende italiane interessate a partecipare possono contattare la Camera di Commercio all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
L’export food & beverage italiano negli Stati Uniti
Nelle esportazioni italiane verso gli Usa in ambito agroalimentare, a farla da padrone è il vino, che nel 2023 ha toccato un valore di 2,1 miliardi di dollari. L’olio d’oliva si conferma un sinonimo di qualità italiana con 706 milioni di export, e in terza posizione troviamo le salse e altre preparazioni alimentari, pari a 633 milioni.
La quarta tipologia merceologica più venduta oltreoceano è la pasta (597 milioni di dollari), la quinta è il formaggio (468 milioni), al sesto posto si collocano i prodotti da forno (445 milioni), al settimo le acque (309 milioni). Ottava posizione per le conserve vegetali (302 milioni), nona per i superalcolici (256 milioni) e decima per le carni lavorate (240 milioni). Un altro prodotto caratteristico del Made in Italy, il caffè, si colloca all’undicesimo posto con 137 milioni di dollari di esportazioni.
Italy-America Chamber of Commerce Southeast (IACCSE) è un’organizzazione no-profit di diritto statunitense nata dalle imprese e per le imprese, dedita alla promozione degli scambi commerciali tra l’Italia e gli Stati Uniti. La IACCSE è una delle 76 Camere nel mondo ufficialmente riconosciute dal Governo italiano e fa parte di Assocamerestero, l’Associazione delle Camere di Commercio Italiane all’Estero. Ha sede a Miami, Florida e ha una sezione distaccata ad Atlanta in Georgia.
Blum. Business as a medium
Giulio Todescan
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CARBONARA DAY (6 APRILE): COMPIE 70 ANNI IL PIATTO PIÙ AMATO E REPLICATO AL MONDO
DAL 1954 AD OGGI, ECCO LA LUNGA STORIA DI UNA RICETTA SINONIMO DI LIBERTÀ
- Nel 1954 fu pubblicata per la prima volta in Italia la ricetta della Carbonara sul mensile La Cucina Italiana. In principio furono aglio, gruviera e pancetta: partiamo da qui per raccontare la storia di un piatto simbolo dalle origini incerte.
- Dopo la mobilitazione social dello scorso anno – ne hanno parlato 1 miliardo di pasta lovers – il 6 aprile i pastai di Unione Italiana Food tornano a celebrare il piatto di pasta più goloso con l'ottava edizione del #CarbonaraDay. Coinvolti Twitter, Facebook e Instagram per chiedere a chef, blogger ed esperti di food di condividere la propria versione della carbonara.
- La Presidente dei pastai di Unione Italiana Food, Margherita Mastromauro: "La Carbonara è un piatto che unisce, nato in tempo di guerra e diventato simbolo di libertà e convivialità: valori ancora molto attuali, che vanno celebrati”.
Ci sono ricette capaci di emozionarci anche fuori dal piatto. La Carbonara è il caso più eclatante, tanto da meritarsi una giornata tutta sua. Torna il 6 aprile il #CarbonaraDay, la spaghettata social più amata al mondo che giunge quest'anno alla sua ottava edizione.
L'evento, voluto dai pastai di Unione Italiana Food, unisce appassionati e buongustai sul piatto di pasta più amato, replicato e discusso al mondo che, quest'anno, ha un motivo in più per essere celebrato.
Pubblicata per la prima volta in Italia nel 1954 sulle pagine del periodico La Cucina Italiana, la ricetta della carbonara quest'anno compie 70 anni. Un compleanno impossibile da non festeggiare, con uno sguardo al passato, uno al futuro e, più in generale, al rapporto tra tradizione e contaminazione in cucina.
70 ANNI DI CARBONARA: IN PRINCIPIO FURONO AGLIO, GRUVIERA E PANCETTA
Si fa presto a dire Carbonara: migliaia di interpretazioni e le sue origini controverse la confermano come la ricetta più amata, interpretata e discussa in tutto il mondo. Secondo il rapporto dell'Accademia Italiana della Cucina è la ricetta più interpretata all'estero. C'è chi è fedele all'originale, chi propone variazioni sul tema e chi la stravolge con versioni irriconoscibili. Ma è possibile ricostruire l'esatta origine di uno dei piatti di pasta più famosi al mondo? Si può partire da una data o da un evento per raccontare l'avventurosa storia di un piatto simbolo della cucina italiana?
In principio furono aglio, gruviera e pancetta (vd. focus 1 per la ricetta originale). Quanto basterebbe ai giorni nostri per provocare tumulti popolari. Ma si può partire da qui, dalla prima ricetta mai pubblicata in Italia 70 anni fa, per raccontare la storia di un piatto simbolo, le cui origini sono incerte, che ha acquistato fama e successo in Italia e nel mondo e che vede nella città di Roma il suo epicentro. Per questo il tema dell'8° #CarbonaraDay è #Carbonara70. L'anno scorso ne hanno parlato oltre 1 miliardo di pasta lovers e i pastai italiani di Unione Italiana Food celebrano il piatto di pasta più goloso su Twitter, Facebook e Instagram, per chiedere a tutto il mondo di condividere la propria versione della "carbonara”.
METAFISICA DELLE ORIGINI: LE CITAZIONI PRINCIPALI DELLA STORIA DELLA CARBONARA IN SEI TAPPE
Raccontare le origini della carbonara significa raccontare la storia delle abitudini alimentari di un popolo. Lo studio cronologico ci consente di tracciare il percorso che ha portato a quella che oggi definiamo la ricetta classica (pasta, guanciale, uova, pecorino e pepe) e, sebbene la storia della carbonara sia molto più dettagliata (vd. focus 2), ecco una sintesi delle principali citazioni letterarie in sei tappe (elaborate dai libri "La Carbonara non esiste” di Alessandro Trocino e "La Carbonara perfetta” di Eleonora Cozzella):
- 1950: la prima citazione in assoluto è in un articolo del quotidiano La Stampa. Il contesto è la Festa de' Noantri di Trastevere che ospitò papa Pacelli, Pio XII. L'autore cita, tra i tanti ristoranti, "Ceseretto alla Cisterna”, il cui oste accolse per primo gli ufficiali americani giunti in Trastevere in cerca degli spaghetti alla carbonara.
- 1951: si parla di film italiano, "Cameriera bella presenza offresi” (che tra gli autori porta firme del calibro di Fellini, Age&Scarpelli, De Benedetti). Aldo Fabrizi fa un colloquio di lavoro con Maria (Elsa Merlini) e le chiede: "Scusi un momento, senta un po', ma lei li sa fare gli spaghetti alla carbonara?”. Maria scuote la testa sconsolata ma è la prova che gli spaghetti alla carbonara sono già un piatto d'eccellenza.
- 1952: è l'anno che consacra il piatto, con la pubblicazione della ricetta, non in Italia, su una guida gastronomica di Chicago. L'autrice, Patricia Bronte, parla della carbonara di Armando's, ristorante di due italiani, fatta con "tagliarini (thin wide noodles), mezzina (italian bacon) e Parmesan cheese”. Sempre nello stesso anno, le cronache del Corriere della Sera raccontano della passione per questo piatto di Gregory Peck, stabilitosi ad Anzio per le riprese di "Vacanze romane”.
- 1954: la rivista "La Cucina Italiana” pubblica la ricetta numero 288, "Spaghetti alla carbonara”, all'interno della rubrica "Ricetta richiesta”, sollecitata da un lettore. C'è l'aglio (che va schiacciato e tolto), c'è il formaggio "gruviera” e c'è la pancetta. E nello stesso anno se ne occupa il New York Times e l'Ente italiano del turismo.
- 1960: Luigi Carnacina, primo grande gastronomo e autore di ricette, consacra la carbonara nel libro "La grande cucina”, per la prima volta viene introdotto il guanciale al posto della pancetta. Ma c'è un'altra novità: l'introduzione della panna per aumentare la cremosità del piatto.
- 1966: Carlo Santi e Rosino Brera citano ne "Il grande libro di cucina” la ricetta, che somiglia in tutto e per tutto a quella più utilizzata ai giorni nostri, consigliando di usare solo tuorli e non uova intere.
CLASSICA, TRADIZIONALE O ALTERNATIVA? PER IL NEW YORK TIMES SONO 400 LE VARIANTI NEL MONDO
Per i puristi esiste solo una maniera per farla e 5 ingredienti canonici: pasta, guanciale, pecorino, uovo, pepe. Gli innovatori invece credono che non debbano esserci limiti alle reinterpretazioni di questa ricetta. La verità sta nel mezzo. La carbonara è il piatto che vanta più imitazioni nella storia della gastronomia recente: il New York Times cita in un articolo di Ian Fisher "Pasta Carbonara, an Unlikely Stand-In” un anonimo storico secondo il quale ci sarebbero 400 versioni di carbonara in giro per il mondo.
E, sempre più spesso, l'ispirazione arriva dal web. Ad oggi oltre 1 milione sono i contenuti su Instagram dell'hashtag #Carbonara. Secondo Unione Italiana Food, la Carbonara risulta il laboratorio della pasta che intercetta nuovi stili di vita alimentare e modalità di consumo, tra rielaborazioni e improvvisazioni dell'ultimo minuto e ingredienti nuovi e non convenzionali. Tolte le varianti e le eccezioni, ci siamo attestati oggi su una ricetta che in questo secondo decennio del XXI secolo si può considerare quella più diffusa per la carbonara. Non la migliore, non la tradizionale, non la "perfetta” ma quella più diffusa e apprezzata, la "classica” in contrapposizione alla "tradizionale”, quella del '54, per intenderci.
Da un'indagine condotta da AstraRicerche su un campione di 1.000 italiani (18-65enni) emerge che 7 su 10 conoscono gli ingredienti necessari, considerando come imprescindibili guanciale (e, con una discreta tolleranza, pancetta), uova, pecorino o parmigiano e pepe.
Ma se 6 italiani su 10 si dichiarano fedeli alla ricetta classica, non manca un certo estro interpretativo: 1 italiano su 5 (soprattutto uomini) si avventura nelle "diversamente carbonare” con un ingrediente fuori dagli schemi: panna (6.5%) o latte (3.1%), peperoncino (5.2%), prezzemolo (4.4%), pomodoro (3.8%).
Non solo: c'è chi utilizza il prosciutto al posto del guanciale (3.5%) o componenti 'veg' (funghi 2.5%, pisellini 2.2%, zucchine 2.1%). Non mancano, infine, le declinazioni regionali di (non) Carbonara, utilizzando le eccellenze del territorio.
NEL 2023 QUASI 23 MILA KG DI CARBONARA ORDINATI A DOMICILIO (JUST EAT)
La querelle sulla sua preparazione coinvolge da sempre milioni di food lovers ed esponenti dell'alta ristorazione. Anche chef e esperti si cimentano in versioni che ne rispecchiano la tradizione o addirittura ne rompono gli schemi. Perché, si sa, non hanno bisogno del permesso per deviare dalle regole. Anzi, si sentono stretti nelle vesti dei piatti tradizionali. Non stupisce, dunque, che le varianti dei "carbonara master” brillino per originalità e fantasia. La piccola rassegna delle carbonare d'autore attraversa la penisola*: da Norbert Niederkofler con la sua carbonara "tirolese” a quella salutare dello chef nipponico trapiantato a Roma, Kotaro Noda, passando per quella di mare di Mauro Uliassi fino a quella di Arcangelo Dandini e Heinz Beck (vedi focus 3). Negli anni è diventata gourmet, amata da foodie e Millennials, tra i piatti più richiesti nel food delivery.
L'Osservatorio di Just Eat, app leader mondiale nel mercato del digital food delivery, ha analizzato l'andamento degli ordini della carbonara ed è emerso che è apprezzata e ordinata tutto l'anno, da Nord a Sud, con un picco nel mese di gennaio, soprattutto nel week end. Nel 2023 sono stati ordinati a domicilio quasi 23 mila kg di carbonara, tra ricetta classica e varianti. Sul podio dei piatti a base di carbonara più ordinati, si piazzano al primo posto gli spaghetti (o rigatoni e tonnarelli), seguiti dalla pizza e dal supplì. Una curiosità legata alle abitudini locali delle principali città italiane: a Roma domina il supplì alla carbonara; a Bologna gli spaghetti alla carbonara; i genovesi preferiscono la pizza alla carbonara; a Napoli vince un mix napoletano e romano con la frittatina di pasta alla carbonara, mentre a Milano, Torino, Trieste e Palermo amano la tradizione e il piatto più ordinato sono gli spaghetti alla carbonara;
LA PRESIDENTE DEI PASTAI: "LA CARBONARA È SINONIMO DI RINASCITA E LIBERTÀ, VALORI ATTUALI”
Secondo Margherita Mastromauro, Presidente dei pastai di Unione Italiana Food, "La carbonara rappresenta il piatto della Rinascita, che segna l'uscita dalla guerra e l'inizio del boom economico. È sinonimo di libertà e le tante versioni in tutto il mondo di questo piatto ne sono la prova. L'equazione della Carbonara perfetta è una sfida che appassiona milioni di foodies e chef di tutto il mondo. Abbiamo voluto organizzare questa ricorrenza per andare oltre l'idea di ricetta ideale. La pasta ha così successo nel mondo perché è buona e versatile ed esistono ottime Carbonare che includono anche ingredienti 'alternativi'. Così come il mondo, questa ricetta è bella perché è varia: l'importante è godersi il piatto, meglio se in compagnia”. Perché il piatto di pasta più social è anche quello che condividiamo con più piacere con i nostri cari: una ricerca commissionata dai pastai di Unione Italiana Food all'Istituto Piepoli ha rivelato che per 9 italiani su 10 (95%) la Carbonara si mangia sempre in compagnia, soprattutto in famiglia.
CARBONARA STORY, UN PIATTO DELLA NECESSITÀ NATO (FORSE) IN TEMPO DI GUERRA
Forse la Carbonara è così amata e replicata perché le sue origini sono incerte e nessuno, neanche in Italia, può ancora appropriarsene al 100%. Secondo diverse fonti letterarie, questo piatto della tradizione avrebbe origini più recenti di quanto si creda. La prima ipotesi è che l'avrebbero inventata gli americani. Sarebbe nata nel 1944 dall'incontro fra la pasta italiana e gli ingredienti della 'Razione K' dei soldati americani (tuorlo d'uovo in polvere e bacon). Risalendo la Penisola, i militari americani accompagnavano la 'Razione K' agli spaghetti per integrare la dose di carboidrati. Una curiosità: l'inventore della Razione K è proprio quell'Ancel Keys, che, anni dopo, avrebbe "scoperto” la dieta mediterranea! Questa tesi è supportata anche da Marco Guarnaschelli Gotti, autore della Grande Enciclopedia della Gastronomia. La seconda ipotesi è che il piatto sarebbe stato 'inventato' dai carbonai appenninici (carbonari in romanesco), che lo preparavano usando ingredienti di facile reperibilità e conservazione. La carbonara in questo caso sarebbe l'evoluzione del piatto detto 'cacio e ova', di origini laziali e abruzzesi. Un'altra ipotesi ricondurrebbe l'origine della ricetta alla cucina napoletana. Questa tesi individua in alcune ricette presenti nel trattato del 1837 Cucina teorico-pratica di Ippolito Cavalcanti una possibile origine della pietanza.
LO CHEF MAX MARIOLA: "DA ESALTARE LE VERSIONI REGIONALI CON INGREDIENTI A KM ZERO”
Non può mancare il commento di uno chef romano che della Carbonara ne ha fatto un cavallo di battaglia: "La Carbonara incarna lo spirito di creatività e innovazione – afferma Max Mariola, cuoco, conduttore televisivo e youtuber italiano sbarcato da poco anche a Milano con il suo ristorante – è un piatto che si distingue per la sua capacità di adattarsi alle preferenze personali e regionali. Ogni città ha la sua versione, con la presenza di ingredienti a Km zero e ne è la prova anche la primissima ricetta scritta nel '54, con l'utilizzo del gruviera, il cui consumo era molto frequente al nord. Questa scelta, probabilmente, ha risentito dell'influenza del dopoguerra, quando reperire ingredienti al di fuori delle proprie regioni era estremamente difficile, se non impossibile. Da qui l'importanza di utilizzare ciò che era a disposizione. Poi, la popolarità della carbonara romana può essere attribuita a diversi fattori. Circa quindici anni fa, la cucina romana, con i suoi piatti, ha conosciuto un enorme successo a livello internazionale. Guardando al futuro me la immagino come un ponte tra tradizione e innovazione, capace di accogliere e rispecchiare la diversità culturale e alimentare del mondo moderno”.
MARATONA SOCIAL IL 6 APRILE: COME PARTECIPARE
Per partecipare all'evento virtuale le regole sono semplici: il 6 aprile, a partire dalle ore 12 (CET) basterà seguire gli hashtag #CarbonaraDay e #Carbonara70 e cimentarsi nella propria versione in dirette video, condividere opinioni, foto e consigli su Instagram, Facebook e Twitter. In qualità di eccellenza italiana celebre nel mondo, il Carbonara Day anticipa la Giornata Nazionale del Made in Italy (15 aprile), istituita quest'anno dal MIMIT e dedicata alla promozione della creatività e dell'eccellenza italiana, coinvolgendo Istituzioni, scuole e imprese, con eventi dedicati. Unione Italiana Food aderisce alla Giornata e sono numerose le iniziative sul territorio che le aziende associate hanno attivato nella settimana dal 15 al 21 aprile.
UNIONE ITALIANA FOOD
Roberta Russo 06 80910724 - 342 3418400 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
GRANA PADANO DOC, CRESCONO PRODUZIONE (+⯑,⯑⯑%) E EXPORT GERMANIA, ⯑RANCIA E STATI UNITI, MERCATI DA PODIO
Grana Padano DOP è molto più di una denominazione: è la storia di un formaggio eccezionale, di secoli di tradizioni, passione e maestria.
Un prodotto unico. Non esiste Immagini e linknessun’altra classificazione casearia che può utilizzare il termine “grana”. Ed è per questa ragione che il nome di questo formaggio italiano va sempre pronunciato per intero: Grana Padano.
Grana Padano DOP è molto più di una denominazione: è la storia di un formaggio eccezionale, di secoli di tradizioni, passione e maestria.
Un prodotto unico. Non esiste nessun’altra classificazione casearia che può utilizzare il termine “grana”. Ed è per questa ragione che il nome di questo formaggio italiano va sempre pronunciato per intero: Grana Padano.
Se il 2023 del Consorzio Grana Padano si è chiuso con un aumento di produzione del 4,69% rispetto all’anno precedente – con una produzione di 5.465.500 forme pari a 211.830,742 tonnellate (+4,84%) -, il 2024 è iniziato consolidando il trend di crescita, con le 518.660 forme prodotte a gennaio (+2,69% rispetto al 2023).
Sono alcuni dei dati forniti dal Consorzio Grana Padano. Nel 2023 è aumentato anche il peso medio delle forme di Grana Padano, 38,82 kg nel 2023 contro i 38,77 kg del 2022.
In crescita il valore della produzione. Il 2022 aveva chiuso con 3 miliardi e 200 milioni di euro (51,56% estero e 48,44% Italia); mentre la proiezione sul 2023 è di 3 mld e 700 mln di euro (PLV) con il 52,70% estero e 47,30% Italia.
L’export 2023 registra il +6,55% con 2.482.891 forme esportate, poco meno del 50% del totale consumato nel 2023. La Germania, con il 24,2%, rappresenta il primo Paese estero per consumo di Grana Padano. Seguono la Francia, gli USA e la Spagna.
Tali risultati evidenziano che ormai il 50% del Grana Padano è consumato fuori dall’Italia grazie all’appeal del Grana Padano, al dinamismo degli esportatori e agli ingenti e mirati investimenti promo-pubblicitari esteri del Consorzio di Tutela. Dopo Germania, Francia e Stati Uniti, i maggiori importatori di Grana Padano solo la Spagna, il Regno Unito, quindi Svizzera, Belgio e Olanda, Austria e Svezia al decimo posto.
Una produzione che ha visto crescere anche Grana Padano DOP Riserva: nel 2023 sono state marchiate 694.486 forme (+3,51% sul 2022). Nel 2023 crescita anche del grattugiato, con oltre 2 milioni di forme
Un lavoro fondamentale ed insostituibile quello del Consorzio, al vertice di un sistema Grana Padano che riunisce 127 aziende produttrici, 137 caseifici, 148 stagionatori e 200 preconfezionatori (fra porzionato, grattugiato, e cet). Mentre sono 3.835 le aziende zootecniche che hanno conferito il latte nel 2023 (per 2.858.093 tonnellate di latte trasformato in Grana Padano nel 2023, +3,85%), per un comparto che coinvolge 50 mila addetti.
Consorzio Tutela Grana Padano
FLAVESCENZA DORATA: INCONTRO POSITIVO AL MASAF PER CITTÀ DEL VINO
Il professor Carlo Duso ha illustrato il progetto triennale realizzato nell’area della denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG
“Incontro positivo, in cui è emerso interesse e che pone le basi per una collaborazione futura, su un tema quanto mai centrale come la Flavescenza dorata”.
A sottolinearlo è Benedetto De Pizzol, coordinatore regionale delle Città del Vino del Veneto, dopo l’incontro avuto al Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, che ha visto la presenza per il Masaf, del responsabile Segreteria tecnica ministro, Sergio Marchi; con Alberto Bertucci, vicepresidente Città del Vino e sindaco di Nemi, oltre a Stefano Crosariol, Vicecoordinatore regionale Città del Vino del Veneto; Floriano Zambon, ex presidente Città del Vino e il professor Carlo Duso, Università di Padova.
Proprio il professor Duso ha illustrato il progetto triennale di ricerche nell’area della denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, dedicato alla Flavescenza dorata e alla gestione dei vettori.
“Il progetto – ha spiegato Duso - è iniziato nel 2021 in seguito alle sollecitazioni di un gruppo di aziende vitivinicole del Comune di San Pietro di Feletto (Treviso), preoccupate per la recente recrudescenza di Flavescenza dorata nel territorio della denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG. L’attività progettuale è stata finanziata dal Consorzio di Tutela, da Banca Prealpi San Biagio, dal Comune di San Pietro di Feletto e, in parte, dalle aziende proponenti ed è arrivata alla fine del terzo anno di attività”.
Fra i risultati ottenuti e illustrati al Masaf, le tecniche di monitoraggio, le relazioni tra vegetazione boschiva e vigneti, gli effetti principali e collaterali degli insetticidi; i rapporti tra acari fitofagi e acari predatori e lo studio sui ceppi di fitoplasmi.
“L’incontro al Ministero è stato interessante, il dirigente Masaf ha apprezzato i risultati ottenuti dal progetto e intende promuovere un tavolo di discussione per avviare una collaborazione più ampia, con il mondo della ricerca, le istituzioni, le aziende” commenta il professor Duso.
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