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Itinerari enogastronomici

Il nostro percorso ci ha portati a conoscere molti altri appassionati, che come noi, lavorano per tenere vivo il valore di questa antica attività e per trasmetterlo nei migliore dei modi. Con entusiasmo abbiamo sviluppato il progetto del ristorante Antico Genovese ottenendo ampi riconoscimenti di critica e pubblico. Oggi continuiamo il nostro percorso alla ricerca della  qualità scoprendo e offrendo quanto di meglio offre il mercato dell'enogastronomia.

A PEDASO TUTTO IL GUSTO DELLE COZZE ADRIATICHE

 

Non solo cozze alla “pedasina”, ma anche cipolla rossa piatta di Pedaso, gastronomia marinara della tradizione locale e coinvolgenti spettacoli.

Si fa presto a dire cozze, ma a Pedaso, suggestiva località balneare della costa fermana con una forte connotazione autentica e ancora a misura d’uomo, la tradizione delle cozze è un patrimonio da custodire gelosamente e condividere orgogliosamente con ospiti e turisti.

Con queste premesse, dal 12 al 15 agosto si perpetua la tradizionale Sagra Nazionale delle cozze di Pedaso, una manifestazione che nel tempo ha saputo rinnovarsi ed adeguarsi costantemente, al punto da ricevere lo scorso anno la menzione di “sagra di qualità” da parte di UNPLI nazionale.

Come sono le cozze alla “pedasina”? Non provate a chiederlo ai “locals”: la ricetta non si svela! Riceverete la risposta che la specialità è unica e si può assaggiare solo a Pedaso: un esplicito invito ad essere protagonisti ed ospiti della quattro giorni dedicata al gusto ed alla cultura del territorio.

Tuttavia, un “segreto” si può rivelare: nell’esecuzione della ricetta non può assolutamente mancare un ingrediente esclusivo. Stiamo parlando della cipolla rossa piatta di Pedaso, altra eccellenza di questi luoghi ed oggi presidio Slow Food. La storia di questa tipicità si fonde con la vocazione marinara della cittadina, in quanto storicamente cresceva e maturava in riva al mare, nelle cosiddette “prese”, con un microclima del tutto particolare in quanto proprio qui sfocia il fiume Aso che ha dato il nome alla città di Pedaso: “ai piedi dell’Aso”. Oggi un gruppo di giovani ha rilanciato la coltivazione di questo prodotto che, altrimenti, avrebbe inevitabilmente rischiato l’estinzione.

Da lunedì 12 a giovedì 15 agosto, a partire dalle 19:00, apriranno gli stand gastronomici nell’area ex Platano Verde di via Gramsci. In degustazione la famosa ricetta alla “pedasina”, con le cozze protagoniste assolute dell’evento insieme a tante altre specialità della tradizione marinara locale.

Una festa di vera condivisione che vive e si alimenta grazie all’impegno di tantissimi volontari. Non solo locali! Una caratteristica della sagra, infatti, è la capacità di coinvolgere ogni anno anche soggetti arrivati a Pedaso da turisti, che poi si “trasformano” in disinteressati protagonisti attivi che offrono il proprio supporto per godere appieno del clima gioviale ed amichevole che si crea intorno alla sagra.

La Sagra nazionale delle cozze di Pedaso è organizzata dalla Pro Loco con il supporto del Comune. Da quest’anno la manifestazione entra nel Grand Tour delle Marche, il circuito di eventi promosso da Tipicità ed ANCI Marche. Tutte le info sulla manifestazione e sul territorio su www.tipicita.it oppure chiamando al 333 4167529.

 

 

ANGELO  SERRI

10 VIDEO RACCONTI PER 10 ECCELLENZE DEL TERRITORIO SULLA PIATTAFORMA MY TUSCANY

 

Degustare il cibo locale significa fare un'esperienza unica: “un viaggio nel viaggio”. Immagini che ci traghettano nella Toscana più autentica tra tradizione e contemporaneità, dove a dominare sono la storia, l'arte, i paesaggi e soprattutto il gusto.

 

10 territori narrati attraverso la loro storia, cultura, monumenti e sopratutto i loro piatti o prodotti iconici: unformat di divulgazione del territorio e delle eccellenze che racconta il legame con la storia delle comunità. 

 

Un ciclo di 10 video in cui dalle celebri piazze dei capoluoghi di provincia ci si catapulta nella provincia profonda alla scoperta di borghi, aneddoti, storie, tradizioni folcloristiche legati ad eccellenze enogastronomiche celebri in tutto il mondo in collaborazione con Federico Minghi e la piattaforma My Tuscany.

 

La scelta dei piatti e dei prodotti protagonisti della campagna rispecchia le forti radici identitarie del progetto che si riallaccia al claim: "Toscana Rinascimento senza fine" emblema di una Toscana dalla tradizione millenaria, ma sempre attuale. Nello spirito del progetto di marketing territoriale il cibo diventa una guida per esplorare territori anche meno noti.

 

Ecco l'elenco degli “abbinamenti”: Arezzo -  Aglione della Valdichiana, Firenze - Alchermes, Grosseto - Tortello Maremmano, Livorno - 5 e 5, Lucca - Farro della Garfagnana IGP, Massa Carrara - Miele della Lunigiana DOP, Pisa - Ciliegia di Lari IGP, Pistoia - Brigidino di Lamporecchio, Prato - Mortadella di Prato IGP, Siena - Pici.

 

I primi 5 video che sono stati lanciati hanno riscontrato da subito un notevole interesse e si trovano sulla piattaforma My Tuscany e sul sito www.vetrina.toscana.it 

 

Vetrina Toscana è il progetto della Regione, in collaborazione con Unioncamere Toscana, gestito da Toscana Promozione Turistica coadiuvata da Fondazione Sistema Toscana, che promuove coloro che offrono esperienze turistiche legate all’enogastronomia, in grado di esprimere l'identità del territorio e di valorizzare la cultura enogastronomica. 

 

Federico Minghi - attivo nella promozione della Toscana da 20 anni come videomaker, creator di importanti testate nazionali, autore di 2 libri dedicati alla sua regione e oltre 120 video, con milioni di visualizzazioni, dove racconta la storia dei borghi toscani.

 

Daniela Mugnai

DALL’ANELLO DEI POETI DEL CINGHIO AI “SALTI DEL DIAVOLO”

 

Fino al Prosciutto di Parma DOP: alla scoperta di Felino e dei colli parmensi tra natura ed eccellenze gastronomiche

 

 

 

Dalla collaborazione tra Citterio, storica azienda di salumi, e Terre Emerse, gruppo di guide ambientali escursionistiche locali, un focus sul territorio parmense

 Gli itinerari di Felino: Il percorso del Castello, del Gallo e della Costa

  • L’Anello dei Poeti del Cinghio
  • La Via degli Scalpellini e i cosiddetti “Salti del Diavolo”

Valorizzare il territorio emiliano alla scoperta di natura incontaminata, paesaggi inaspettati, storia millenaria e buon cibo. Da Felino ai colli parmensi, in estate, durante il weekend ma non solo, sono numerose le esperienze da provare, luoghi in cui Citterio, storica azienda di salumi, produce nei suoi due stabilimenti di Poggio Sant’Ilario, frazione di Felino, e Lesignano de Bagni una delle più famose eccellenze della gastronomia italiana, il Prosciutto di Parma DOP.

 

Per scoprire e vivere in prima persona le bellezze del parmense, di Felino e non solo, Citterio ha scelto di interpellare Roberto Piancastelli, storico fondatore di Terre Emerse, un gruppo di guide ambientali escursionistiche di Parma che opera da 20 anni sul territorio emiliano, e non solo, per approfondire e vedere da vicino quelle che sono le perle di questi luoghi.

 

“La zona dei colli parmensi è per noi un territorio ricco di spazi da esplorare, ma non solo dal punto di vista escursionistico - spiega Piancastelli -. Nei nostri percorsi ovviamente parliamo di natura ma anche di Storia, di leggende popolari e senza dubbio di enogastronomia, tutte caratteristiche imprescindibili delle nostre aree che meritano di essere valorizzate tutti i mesi dell’anno”.

 

Sono numerosi i percorsi che si possono realizzare per visitare da vicino le bellezze naturali e storiche che circondano questi luoghi. A partire da Felino, borgo ricco di storia sorto prima dell’anno mille, che con il suo castello offre ai turisti la sua accezione più medievale. Qui è possibile sfruttare la conformazione dolce e ondulata del territorio per intraprendere tre percorsi:

  • Il Percorso del Castello, un anello di 6km che parte dal centro di Felino e attraversa l’area di maggiore interesse storico di tutto il Comune.
  • Il Percorso Il Gallo, un anello di 11km che prende il via dal centro di Felino e prosegue verso sud fino a Barbiano con un percorso suggestivo che si snoda tra boschi e prati.
  • Il Percorso La Costa, un anello panoramico di 8km da San Michele Tiorre a Barbiano lungo le strade di crinale sulle prime colline di Felino.

Gli itinerari che la guida escursionistica ambientale propone non si limitano al comune di Felino, ma coprono una vasta area. In primis vi è l’Anello dei Poeti del Cinghio, ovvero un percorso che si snoda tra colline, boschi e borghi incrociando la via Longobarda e deve il suo nome ai versi dedicati al torrente Cinghio da diversi poeti nati a inizio del secolo scorso tra cui Attilio Bertolucci.

 

Ad affascinare maggiormente i turisti potrebbero anche essere la Via degli Scalpellini che porta ai cosiddetti “Salti del Diavolo”. Si tratta di un itinerario che si snoda tra i paesi di Chiastre e di Cassio attraversando il Torrente Baganza grazie alla presenza di un moderno ponte tibetano. Era il percorso che gli scalpellini seguivano tra le due sponde della valle per raggiungere le zone di estrazione della pietra. Il sentiero porta proprio ai “Salti del Diavolo”, una formazione sedimentaria dell’età cretacica (80 milioni di anni), generata da una frana sottomarina di ciottoli e sabbia. Secondo un’antica leggenda medievale queste pietre sarebbero le orme del diavolo messo in fuga da un’eremita che viveva a Cassio.

 

“La funzione della guida ambientale escursionistica è quella di essere un vero e proprio traduttore simultaneo di quello che è il linguaggio della natura - spiega Piancastelli di Terre Emerse -. Alle persone che accompagniamo, cerchiamo di mostrare i piccoli particolari che normalmente non sono visibili, come la traccia di un animale, oppure un fiore o una pianta cercando sempre di contestualizzarne la presenza proprio in quel luogo, fino a descrivere l’importanza del territorio parmense ed emiliano nel passato e nel presente”.

 

Natura, storia, leggende, ma anche ottimo cibo da abbinare lungo i vari percorsi perché Parma e i colli parmensi sono da sempre sinonimo di cultura enogastronomica di qualità data non solo dalla presenza di una enorme varietà di prodotti tipici, ma anche grazie alle numerose persone che dedicano tempo e lavoro per la valorizzazione di tutto ciò che nasce da questo territorio.

 

Citterio si inserisce in modo strategico in questa dinamica, infatti proprio in questi territori realizza il suo Prosciutto di Parma DOP, solamente con l’utilizzo di coscia suina 100% italiana e sale marino, senza nessun conservante. In questi luoghi, la vicinanza dei torrenti e il territorio collinare regalano sempre un flusso d’aria particolare, di aria salmastra che affina il prodotto donandogli un gusto e profumo unico nel suo genere. Citterio produce il Prosciutto di Parma, come da tradizione, una storia che si tramanda da generazione in generazione, scegliendo solo le migliori cosce e lavorandole con cura e passione. Gli stabilimenti sono moderni e all’avanguardia, anche avanzati tecnologicamente e qui si produce il Parma con osso, disossato e anche affettato in vaschetta in diverse linee e grammature.

 

“Inizialmente il prosciutto deve assorbire il sale e distribuirlo al suo interno - afferma il responsabile dello stabilimento Citterio di Poggio Sant’Ilario, Felino -. Poi si passa alla dissalatura e alla fase di asciugatura, mentre dopo 14 giorni avviene la toilettatura del prosciutto che permette il mantenimento di una buona asciugatura senza infiltrazioni. Successivamente al 90esimo giorno il prodotto viene trasferito in un ambiente più caldo con una temperatura dai 14 ai 16 gradi con finestre aperte regolarmente che favoriscono l’ingresso del microclima che permette di conferire un particolare gusto al prodotto. Dopodichè viene fatta la cosiddetta sugnatura, con un grasso particolare del suino che protegge la parte magra del prosciutto, un’operazione fatta ancora con la mano dell’uomo come 50-60 anni fa. Infine i prosciutti entrano nella fase “estate” con temperature più alte, per terminare la stagionatura, una fase in cui il prodotto raggiunge dai 12 ai 30/36 mesi. L’uomo è ancora parte integrante della creazione - prosegue - perché oltre a passare nelle stagionature, nelle stanze e nelle celle tutti i giorni, deve controllare da vicino l’asciugatura del prosciutto”.

 

“All’interno delle nostre escursioni la parte enogastronomica è essenziale perché Parma e tutta la provincia non si può conoscere fino in fondo senza assaggiare i prodotti tipici locali e il Prosciutto di Parma DOP è senza dubbio uno di questi - afferma Piancastelli -. Chi normalmente sceglie di utilizzare una guida è perché vuole avere una conoscenza del territorio che va oltre la semplice camminata. Vi è infatti una vera e propria narrazione che riguarda tanti aspetti dell’intero territorio e quindi anche il tema enogastronomico. E’ questo il modo per incuriosire le persone, per rendere la loro passeggiata un cammino esperienziale e far sì che si possano affezionare ai nostri luoghi.”

 

 

Isaac Cozzi

LA RIVIERA DEL CONERO SI TINGE DI RIFLESSI DORATI CON IL BRODETTO DI PORTO RECANATI!

Nell’occasione si celebra Giovanni Velluti, estroso ideatore dell’attuale ricetta 

Porto Recanati (MC)-Domenica 30 giugno, a partire dalle 18:30, nella centralissima Piazza Brancondi è il momento di Brodetto Show, lo storico evento che rappresenta la città rivierasca nel Grand Tour delle Marche.

L’iniziativa, fortemente voluta dall’Amministrazione Comunale e dal Sindaco, Andrea Michelini, marca l’identità di una comunità legata a doppio filo a questa succulenta preparazione gastronomica, al punto da riservarle il marchio De.C.O., ossia la denominazione comunale.

Il Brodetto di Porto Recanati, infatti, è realmente unico nel variegato panorama delle zuppe da pesce, in quanto si distingue per l’assenza di pomodoro e l’aggiunta del prezioso zafferano che, per l’appunto, dona alla versione portorecanatese della più conosciuta e caratteristica specialità dell’Adriatico un’inconfondibile “aurea dorata”.

Ogni anno Brodetto Show sottolinea alcuni aspetti intorno al rinomato piatto, spettacolarizzandone la degustazione proposta dagli chef dell’Accademia del Brodetto alla portorecanatese. In questa edizione 2024 verranno proposte in degustazione due varianti. Accanto alla ricetta tradizionale ci sarà, infatti, anche un “matrimonio nel piatto” con i Maccheroncini di Campofilone, altro vanto della gastronomia marchigiana, anch’essi blasonati in quanto possono fregiarsi del marchio europeo IGP-Indicazione geografica protetta.

Brodetto Show rappresenta anche l’occasione per ripercorrere in maniera coreografica la storia di Giovanni Velluti, estroso ristoratore locale che nel primo ‘900 creò la ricetta di brodetto attualmente adottata dall’Accademia e che, già all’epoca, oltre a farlo degustare nel suo ristorante lo spediva in tutt’Italia, tant’è vero che il gustoso piatto è citato in una guida del Touring Club Italiano del 1923.

Da sempre nelle Marche la festa e la convivialità sono abbinate alla musica e all’intrattenimento, che in questa circostanza vedrà protagonista il “Duo Acefalo”, una realtà musicale intergenerazionale vincitrice di prestigiosi riconoscimenti nazionali, in grado di esprimere il “soul” marchigiano attraverso strumenti caratteristici e rime dal gusto antropologico.

I piatti di “Brodetto alla portorecanatese”, da solo o accompagnato ai Maccheroncini di Campofilone IGP, saranno abbinati dai sommeliers di AIS Marche ai frutti del vigneto di questa fantastica terra, estesa tra la catena appenninica ed il mare Adriatico, selezionati dall’Istituto Marchigiano di Tutela vini. Ad accompagnare gli assaggi i protagonisti del domani: gli allievi del prestigioso Istituto alberghiero Einstein-Nebbia di Loreto.

In programma anche un omaggio floreale a Porto Recanati dalla comunità dell’entroterra maceratese di Castelraimondo, che parteciperà “in trasferta” con la sua famosa “Infiorata”.

I posti sono limitati e la partecipazione prevede la prenotazione obbligatoria, al costo di € 5, al numero 392 699 9992.

Brodetto Show è sede di tappa del Grand Tour delle Marche, il circuito di eventi promosso dall’organizzazione di Tipicità ed ANCI Marche, in collaborazione con Banco Marchigiano nel ruolo di partner progettuale.

 

Angelo Serri

“RI-CONOSCENTI”:  DAL 18 LUGLIO AL 20 OTTOBRE 2024 LA MOSTRA ITINERANTE CON LE TESTIMONIANZE DI VITA CONTADINA IN VAL TALEGGIO 

 

Ad accompagnare l’esposizione presso la Cooperativa Sant’Antonio una mostra itinerante nella terra dello Strachítunt: 22 testimonianze di contadini per cui il territorio non è stato solo uno sfondo, ma parte integrante della vita agreste.

Inaugurazione in programma giovedì 18 luglio 2024 ore 17.30 presso la Coop. Sant’Antonio a Vedeseta.

Dal 18 luglio al 20 ottobre 2024, la Val Taleggio ospiterà la mostra itinerante "Ri-Conoscenti", un viaggio alla scoperta di 22 testimonianze di vita contadina che celebrano il territorio e il paesaggio di Blello, Taleggio, Val Brembilla e Vedeseta. La mostra verrà inaugurata giovedì 18 luglio 2024 alle ore 17.30 presso la Cooperativa Sant’Antonio a Vedeseta alla presenza dei sindaci della Valle, del Presidente dell’Ecomuseo e altre autorità locali.  Radicato nella terra dello Strachítunt, il progetto vuole rendere omaggio a quelle persone che hanno contribuito a scrivere la storia della Valle: "Ri-Conoscenti" reinterpreta infatti il lavoro svolto nel 2004 dal Centro Studi Valle Imagna, che ha pubblicato il volume "Bergamini: ventun racconti di vita contadina dalla Valle Taleggio", a cura di Antonio Carminati e Costantino Locatelli per raccontare la storia dei bergamì, gli abitanti della montagna che hanno trovato sostentamento grazie al piccolo allevamento, su misura del proprio fabbisogno familiare. Nelle pagine del libro sono racchiusi i racconti di vita dei contadini della Valle direttamente coinvolti, grazie alla testimonianza di quanti in montagna, per la montagna e con la montagna hanno vissuto. La mostra "Ri-Conoscenti" vuole riportare alla memoria questa ricerca effettuata vent’anni fa attraverso racconti sinceri, commoventi e autentici come le vite delle testimonianze che verranno esposte.

 

"L'obiettivo di questo progetto è quello di far riscoprire la Val Taleggio attraverso le persone che in passato erano molto attive sul territorio e riconoscere la loro storia è un modo per entrare in connessione anche con il paesaggio della Valle, che non è stato solo sfondo, ma parte integrante della vita contadina di queste persone", spiega Alvaro Ravasio, Presidente del Consorzio per la Tutela dello Strachítunt.

Flaminio Locatelli, presidente della Cooperativa Agricola S. Antonio: "Un passato recente perché alcune di queste personalità sono scomparse da poco e per questo desideriamo tramandare lo scambio che c'è stato con loro, come se fossero ancora qui. È una questione di rispetto, memoria e riconoscenza affinché le loro storie possano rimanere ed essere d’ispirazione per i giovani allevatori e allevatrici del presente e del futuro".

L'esposizione permanente sarà allestita presso la Cooperativa Sant'Antonio a Vedeseta con pannelli espositivi, fotografie ed estratti dalle interviste originali dei contadini della Valle, mentre la mostra itinerante toccherà 22 diverse località sul territorio. Posizionati all’aperto in punti panoramici o di interesse legati al percorso, nei 22 luoghi della mostra itinerante saranno presenti dei pannelli espositivi con QR code che permetteranno di approfondire la testimonianza di vita contadina legata a quello specifico territorio. 

 

Il progetto gioca sulla dicotomia tra conoscente e riconoscente. Nel primo caso, si intende una persona con cui si hanno rapporti più o meno intensi di familiarità, ma senza un reale legame affettivo. Essere riconoscenti verso qualcuno, invece, indica un sentimento di consapevolezza, in memoria di un beneficio ricevuto. È proprio dal desiderio di ricambiare questo beneficio che ha origine “Ri-Conoscenti” con l’obiettivo di tramandare le testimonianze di chi ha contribuito a scrivere la storia del territorio dello Strachitunt: “i bergamì stanno scomparendo, ma senza di essi anche i pascoli su questi monti si impoveriscono” afferma Battista Chiaveri, uno dei protagonisti della mostra; “se dovessi nascere un’altra volta, ritornerei ancora a fare la contadina”, ricorda invece Luigia Angela Fantini. Altre 20 testimonianze dislocate in Val Taleggio permetteranno di scoprire più da vicino la vita rurale dei bergamini e le loro tradizioni.

Qui il link per consultare la mappa dei luoghi della mostra e per avere maggiori informazioni.

Consorzio Tutela Strachítunt DOP: consorzio di tutela del formaggio Strachitunt.

Il Consorzio per la Tutela dello Strachítunt Valtaleggio nasce all’inizio degli anni Duemila con due principali finalità: quella di tutelare un prodotto così pregiato, già oggetto di numerose imitazioni e storpiature; e quella di ottenere, al termine di un lungo percorso, la Denominazione d’Origine Protetta (DOP), massimo riconoscimento di garanzia a livello italiano ed europeo, in grado di porre questo formaggio nel Gotha dei Cru caseari del vecchio Continente. Attualmente la sede del Consorzio si trova presso il municipio di Vedeseta, ne fanno parte undici produttori-stagionatori dell’intera filiera, le cui aziende hanno tutte sede all’interno del territorio previsto dal disciplinare. Presidente del Consorzio è Alvaro Ravasio, noto imprenditore del settore caseario e grande promotore del formaggio a livello nazionale.

Sito web: www.strachitunt.it

Cooperativa Agricola Sant’Antonio: cooperativa agricola con caseificio con sede in Val Taleggio. 

Il caseificio della Cooperativa nasce agli inizi degli anni ’80 grazie agli sforzi, uniti, di alcuni allevatori della Valle e di un casaro che, sostenuti dalle amministrazioni locali hanno saputo dar vita a questa meravigliosa realtà. Ora, dopo decenni di impegno e di ottimi formaggi, la Cooperativa è in grado di organizzare il ritiro del latte da ben 5 aziende agricole della Val Taleggio e da 3 aziende agricole della Val Brembilla.

Grazie poi all’impegno dei conferenti, alla lungimiranza del suo protettore, custode dell’arte casearia della Valle, grazie all’aiuto di chi gli ha permesso di concretizzare un’idea e all’esperienza dei nostri casari, sono riusciti, qualche anno fa, ad ottenere la DOP per il nostro fiore all’occhiello: lo Strachitunt, e siamo impegnati nel compito di preservarne e custodirne l’originalità, la genuinità delle materie prime e del processo produttivo.

Sito web: www.santantoniovaltaleggio.it

Ecomuseo Val Taleggio: Ecomuseo che opera nella Valle 

Per garantire l’ottimale funzionamento dell’Ecomuseo è stata costituita nel mese di maggio 2008 l'Associazione Ecomuseo Val Taleggio – associazione non a scopo di lucro con durata illimitata- identificata dalle Amministrazioni in sede istitutiva quale Ente gestore.

L’Associazione ha lo scopo di ideare e realizzare progetti per valorizzare le risorse umane e ambientali già presenti sul territorio al fine di tutelare, promozionare e valorizzare i beni artistici, culturali, storici, ambientali attraverso la formazione, gestione e diffusione di pratiche ecomuseali partecipate. La promozione dello sviluppo sostenibile nell’Ecomuseo Val Taleggio e la valorizzazione socio-economica dell’area territoriale sono obiettivi principi dell’Associazione, raggiungibili anche attraverso l’adesione a reti nazionali ed internazionali, quali la Rete Lombarda degli Ecomusei e la Rete Mondi Locali.

Sito web: www.ecomuseovaltaleggio.it

Centro Studi Valle Imagna: associazione culturale con lo scopo di valorizzare la cultura del territorio 

Il Centro Studi di cultura, economia e amministrazione della montagna è una associazione culturale semplice, libera, apartitica che agisce nell'ambito del territorio della Valle Imagna. L'associazione si è formalmente costituita nel 1997, dopo alcuni anni di riflessioni e considerazioni sui temi della difesa ambientale delle aree rurali, in relazione alla tutela dell'identità dei luoghi e delle popolazioni montane e marginali. Il processo di ideazione delle nuove strategie di sviluppo e di promozione culturale del contesto ha avuto inizio con il grande convegno “Gente e Terra d'Imagna” del maggio 1993 ed è stato ufficialmente sancito attraverso il Manifesto ideologico ed operativo, voluto e sottoscritto dai partecipanti a quella assise.

Sito web: www.centrostudivalleimagna.org

 

MOSTRA RI-CONOSCENTI 

Ingresso gratuito senza prenotazione presso la Cooperativa Cooperativa Sant’Antonio, 24010 Vedeseta (BG) Frazione Regesto

Orari:

Lunedì - Venerdì: ore 09:00 - 12:00 e 14.30 - 18:00

Sabato - Domenica: ore 09:00 - 13:00 e 14.00 - 19:00 

Parcheggio:

Presso la Cooperativa Sant’Antonio è a disposizione un ampio parcheggio gratuito

 

Gli altri 22 luoghi dell’esposizione sono all’aperto e raggiungibili attraverso questa mappa.

Per maggiori informazioni:

MOSTRA RI-CONOSCENTI

LINK SITO

ROOTS OF EXCELLENCE IS BACK

 

Dal 27 al 29 luglio 2024 torna al Ciasa Salares di San Cassiano (BZ) l’iconico appuntamento dedicato all’esplorazione

delle autentiche radici del gusto.

 

Tre giorni che riuniscono in Alta Badia le eccellenze del food&wine contemporaneo per raccontare prodotti, storie e il loro patrimonio 

culturale.

 

Roots of Excellence è tornato! Il dirompente appuntamento che riunisce il meglio del food&wine contemporaneo torna dal 27 al 29 luglio a San Cassiano (BZ) in un'inedita edizione estiva. Organizzato dallo storico Ciasa Salares, hotel icona dell’Alta Badia e della tradizione culinaria locale, Roots of Excellence celebra l’essenza dell’autenticità e della sostenibilità, ricercando la qualità assoluta e senza limiti territoriali.

 

Giunto alla sua quarta edizione, l’appuntamento nasce da un’idea della famiglia Wieser, che da oltre 60 anni porta avanti al Ciasa Salares una ricerca di materie prime e prodotti di eccellenza, spaziando in tutto il mondo. Per Jan Clemens Wieser, quarta generazione, e la sua compagna Sara, l’obiettivo è portare in tavola ingredienti e prodotti genuini, privi di sofisticazione e lontani dalle logiche industriali, in modo che l’ospite possa godere di un’esperienza perfetta, gustando il meglio di ciò che l’enogastronomia nazionale e internazionale ha da offrire in questo preciso momento.

 

Siamo felici di tornare con Roots of Excellence dopo qualche anno di stop”, spiega Jan Clemens, attualmente alla guida dell’hotel Ciasa Salares. “Il panorama enogastronomico è totalmente diverso rispetto al 2019, l’anno dell’ultima edizione: oggi il vero lusso è quello attento e consapevole, l’esperienza da provare è quella che può essere data solo dai piccoli produttori meno conosciuti e blasonati, che lavorano quotidianamente sulla massima qualità possibile. Con Roots vogliamo portare ancora una volta nella nostra splendida Alta Badia un racconto attuale e contemporaneo del mondo del cibo e del vino”.

 

Roots of Excellence si svilupperà in tre giornate, ognuna con una tematica ben precisa, in cui si alterneranno degustazioni, talk e incontri con gli artigiani del gusto, che porteranno la loro idea di enogastronomia autentica in alcuni dei luoghi più rappresentativi dell’Alta Badia, circondati dal panorama delle Dolomiti.

Fil rouge della prima giornata sarà la cucina in alta quota, con l’appuntamento alle Baite del Ciasa Salares insieme alle eccellenze italiane produttrici di salumi, formaggi e carne, mentre nella seconda dominerà la brace negli spazi attrezzati del Sass Dlacia, alle porte del Parco Naturale Fanes-Senes-Braies. Come da tradizione l’evento terminerà il lunedì proprio al Ciasa Salares, nella “casa” in cui tutto ha avuto origine e che accoglierà i banchi d’assaggio con chef, produttori e vignaioli.

 

 

Per info e biglietti: www.ciasasalares.it/it/experiences

 

I primi protagonisti confermati di Roots of Excellence

Ristoranti: Ristorante l’Ostì, Gino’s BBQ, Osteria Fratelli Pavesi, Balin, Calmo Ristorante, Ahimè, Cantine Cattaneo, Bar Manuela, Cantina del Tormento, Origini Bacoli, Octavin Arezzo, BÙ Cheese Bergamo, Millenium PUB Cusano Mutri, Osteria Michiletta, Vino Vero Venezia, Cantina del Tormento. 

Artigiani: Agricola Foradori, Guffanti Formaggi, Remedio Sanchez, Bio Sing, Macelleria Oberto, Macelleria Sani, Panificio Follador, Pasticceria Olivieri, 

Diletta Zenna, Federico Orsi, Lo Speck del Ciasa Salares.

Vino - distribuzioni: Velier Triple A, Les Caves de Pyrene, Gitana Wines, Aviner, Venezian distribuzione, Vini Volanti, Consorzio Co.Vi.Bio, Wine Governo.  

Vino - produttori: Cantine Ognostro, Radikon, Tenuta Dornach, Weingut Pranzegg, Microbio Wines, Vinos al Margen, Daniel Ramos, Escoda Sanahuja, Domaine Truchetet, Vignoble de Pauline, Foradori, Cantine Iuli, Arcari Danesi, Justin Maillard. 

Acqua ufficiale dell’evento: Acqua Dolomia

 

Carlotta Flores Faccio

IN PUGLIA ARRIVA LA DECIMA EDIZIONE DI "ORECCHIETTE NELLE 'NCHIOSCE

 On the road" a Grottaglie (TA): un viaggio tra tradizione e innovazione culinaria

Undici chef

 

 

Il suggestivo centro storico di Grottaglie, nel cuore del Tarantino, si prepara ad accogliere la decima edizione di "Orecchiette nelle 'nchiosce – on the road", l’evento culinario straordinario che si terrà il 6 e 7 agosto 2024.

Con i suoi vicoli bianchi - chiamati 'nchiosce - e le dimore storiche del centro, la città delle ceramiche pugliese si trasformerà in un percorso gastronomico che celebra la ricca tradizione culinaria pugliese e le sue più recenti rivisitazioni.

Undici chef prenderanno parte a questa grande kermesse enogastronomica, offrendo agli ospiti una varietà di prelibate ricette che interpretano la regina delle tavole pugliesi: l'orecchietta. Dalle versioni più tradizionali alle opzioni senza glutine, i visitatori avranno l'opportunità di deliziarsi con una vasta gamma di sapori unici.

L'edizione di quest'anno sarà resa ancora più memorabile e significativa grazie alla partecipazione dei cuochi che hanno preso parte alle edizioni precedenti. I talentuosi chef hanno dimostrato la loro straordinaria abilità e creatività culinaria su scala nazionale e internazionale. Tuttavia, ciò che renderà questa riunione così speciale è il loro profondo legame con l'evento stesso e con tutta l'atmosfera festosa che lo circonda. Oltre a portare con sé le loro eccellenti competenze culinarie, gli chef porteranno anche il loro affetto per questa celebrazione unica e per la vibrante comunità che la rende possibile. La loro presenza contribuirà sicuramente a rendere l'esperienza di quest'anno ancora più coinvolgente e indimenticabile per tutti i partecipanti.

Le cantine e i birrifici artigianali locali esalteranno ulteriormente l'esperienza culinaria, mentre ben due laboratori permetteranno ai partecipanti di imparare a preparare manualmente le orecchiette. In uno di questi laboratori ci sarà Nunzia Caputo, pastaia a Bari vecchia, famosa per le sue ‘inimitabili’ orecchiette fatte in casa. Grazie alla sua maestria, Nunzia è diventata non solo la cuoca più famosa di Bari, ma anche una celebrità sui social, sbarcando addirittura oltreoceano.

Artisti di strada, DJ set e gruppi musicali garantiranno un'atmosfera vivace e divertente per tutta la durata dell'evento. In ogni postazione sarà disponibile il servizio di prevendita per evitare lunghe code e garantire una migliore fluidità nel percorso dell'evento.

"Orecchiette nelle 'nchiosce – on the road" è organizzato dall’Associazione Le Idee non Mancano APS ed è un “Progetto realizzato con il contributo della Regione Puglia – Dipartimento Agricoltura Sviluppo Rurale ed Ambientale”
con il patrocinio di Gal Magna Grecia, del Comune di Grottaglie, di Slow Food Vigne e Ceramiche, del Salento delle Murge, della Proloco Grottagliee del Dis Education, Asset Network APS.

Quest’anno l’evento vedrà anche la collaborazione del progetto internazionale Retrogusti – Food Tales.

Per ulteriori informazioni, visita il sito www.orecchiettenellenchiosce.com o la pagina Facebook www.facebook.com/orecchiettenellenchiosce.

Tel: 327.3341089

 

 

Gli chef di “Orecchiette nelle 'nchiosce – on the road" 2024 e i piatti:

 

Bea Acquaviva – Hostaria (Mola di Bari, Bari)

Orecchiette al pomodoro molese, capocollo martinese e fonduta di caciocavallo

 

Salvatore Carlucci – 20 d’Italia (Basiglio, Milano)

A mia mamma…orecchiette, salsa di fave secche e cipolla, insalata di uva e pan fritto

 

Maria C. D’Acunto – La luna nel pozzo (Grottaglie – Taranto)

Orecchiette allo sfusato amalfitano con pesto di fagiolini dell'orto della trattoria con cacio ricotta di capra ionica

 

Palma d’Onofrio - progetto Artemide

Orecchiette con saganaki di cozze (pomodori, vino bianco, succo di limone, feta, cipolla e peperoncino)

 

Alessio Greco – Resort Rosa Marina (Ostuni, Br)

Orecchiette con pomodorino brindisino arrosto, salsa di mandorle al basilico e polvere di olive

 

Mimmo Guarino – Four Season (Martina Franca, Taranto)

Orecchiette con tolica (cicerchia), pomodorini infornati, guanciale di maiale nero pugliese e zeste di lime

 

Paola Ortesta – La Cuccagna (Crispiano, Taranto)

Orecchiette all’acquasale: tre pomodori, barattieri, cipolla rossa di Acquaviva, friggitelli, cacioricotta e pane croccante all’origano

 

Giuseppe Panebianco – Fragrante (Palo del Colle, Bari)

Orecchiette con ragout di polpo locale e polvere di tarallo

 

Antonella Ricciolo – responsabile regionale Lady Chef Puglia

Due proposte: orecchiette gluten free con cozze, pomodorini datterini gialli, stracciatella e menta; orecchiette gluten free con vellutata di cime alle acciughe con olio all’aglio nero

 

Domenico Castria – Il praedo della reale (Ginosa, Taranto)

Orecchiette con sugo di pomodoro paesano di Crispiano confit al rosmarino, melanzane a funghetto, uovo stracciato e cacioricotta di capra ionica

 

Lorenzo Lacriola – Tabula Rasa (Bari)

Orecchiette con caponata di verdura e lamelle di mandorla tostata

 

 

Ufficio stampa

Daniela Fabietti

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Gallo Rosso 2024

 
 
 
Gallo Rosso 


Vivere l'Alto Adige nella maniera più autentica
 
 
 
 
©Gallo Rosso_Frieder Blickle
 
 
Gallo Rosso: chi è e cosa fa
Gallo Rosso dal 1998 si occupa di promuovere e sostenere la cultura contadina dell’Alto Adige e di riproporla ai giorni nostri nella maniera più autentica possibile, con le sue tradizioni, usanze e peculiarità.
Gallo Rosso come associazione, infatti, nasce dall’esigenza di salvaguardare le tradizionali aziende agricole di piccole dimensioni, poiché i contadini che ne erano proprietari, spesso si trovavano costretti – per ragioni finanziarie – a dedicarsi ad altre attività più remunerative.

Aiutare i contadini a trovare una fonte alternativa di guadagno, come l’ospitalità, la ristorazione, l’artigianato o la vendita di prodotti, è diventata la mission di Gallo Rosso. Per il successo di questa operazione è stato necessario porsi un imprescindibile e solido fondamento: la garanzia di altissima qualità, sia nei servizi, sia nei prodotti.

Far parte del circuito Gallo Rosso significa rispondere ad una serie di rigidi criteri, volti ad un’offerta di livello eccellente.

Nella pratica, Gallo Rosso per i contadini associati svolge attività di consulenza (ristrutturazioni, arredamento di interni, tipologia di colture…), di aggiornamento (utilizzo di software per le prenotazioni online, social network…) e tiene corsi per insegnare come accogliere al meglio gli ospiti; inoltre, organizza eventi, prepara cataloghi per ogni pilastro e materiale informativo cartaceo, partecipa a fiere e stabilisce partnership utili a veicolare la conoscenza del mondo rurale altoatesino.
 
 
 
©Gallo Rosso_Frieder Blickle
 
 
Agriturismo 
Il maso diventa anche agriturismo: una soluzione ideale per tutti
Il Catalogo “Agriturismo - le vacanze diverse

L’Agriturismo è la colonna più grande e importante per Gallo Rosso. Con più di 1600 masi distribuiti in tutto l’Alto Adige, l’offerta per trascorrere una vacanza in mezzo alla natura e all’insegna del relax è decisamente vasta. Masi in città o in montagna, tradizionali o moderni, con allevamento di bestiame o frutticoltura: il numero è talmente elevato che di certo chiunque può trovare il maso più adatto alle proprie esigenze.
L’obiettivo di Gallo Rosso è che gli ospiti entrino in contatto con lo stile di vita contadino altoatesino, apprezzandone l’autenticità e la genuinità. Il motto, infatti, è: “Venire come ospite, partire come amico”.

Nell'ospitalità, uno dei criteri in favore della qualità è il limite sul numero di appartamenti e di camere che un maso può offrire: massimo 5 appartamenti e massimo 8 camere. Questo limite è stato fissato perché la gestione dell’ospitalità non prenda il sopravvento sull’attività agricola – la realtà del maso va sempre tutelata – e perché sia più immediato il contatto tra la famiglia contadina e gli ospiti.

La formula dell’agriturismo, d’altra parte, rappresenta per il contadino dell’Alto Adige un guadagno ulteriore e alternativo a quello della vendita del raccolto, del latte e del bestiame.
Grazie all’agriturismo, inoltre, anche le nuove generazioni di contadini sono più motivate a portare avanti la tradizione del maso di famiglia, senza rinunciare a creare nuovi progetti per fornire servizi sempre migliori.
I fiori. I masi che offrono ospitalità sono classificati dalla Provincia di Bolzano in “fiori”, da 1 a 5. Il numero di fiori indica la qualità del servizio e la vivibilità del maso, intese come capacità di accogliere ed intrattenere gli ospiti in un ambiente bello e con tante opportunità per trascorrere il tempo libero.
Per garantire un certo livello di qualità, i masi Gallo Rosso devono avere un minimo di due fiori.
 
 
 
©Gallo Rosso_Frieder Blickle
 
 
Soggiornare in un maso: una vacanza davvero diversa
Trascorrere una vacanza in un maso è un’esperienza unica ed indimenticabile, preziosa come un tesoro, perché dà la possibilità di rigenerarsi attraverso la genuinità, la semplicità e l’autenticità delle piccole cose. Recuperare i propri ritmi, stare a contatto diretto con la natura, i suoi profumi e i suoi colori, gustare sapori “veri”, essere lontani dal traffico e dallo stress, respirare aria fresca e pulita, concedersi il tempo di una lettura sul prato o in balcone, avere contatto con gli animali sono fattori che riempiono di gioia assoluta chiunque, sia adulti che bambini.
 
 
 
©Gallo Rosso_Frieder Blickle
 
 
Parole chiave per una vacanza al maso
ACCOGLIENZA

L’accoglienza dei contadini consente agli ospiti di sentirsi come in famiglia. I contadini sono sempre disponibili a condividere suggerimenti sui luoghi più incantevoli e nascosti da vedere, informazioni sulle attività nel territorio, servizi e anche momenti conviviali e, allo stesso tempo, sono molto rispettosi dell’intimità dei loro ospiti.
ESPERIENZA NELLA NATURA
I contadini coinvolgono con piacere gli ospiti, qualora lo desiderino, a partecipare alle quotidiane attività che si svolgono al maso. Foraggiare gli animali, pulire la stalla, raccogliere il fieno, sistemare l’orto, mungere diventano per gli ospiti, abituati alla vita, di città momenti magici, perché ristabiliscono il contatto originario tra l’uomo e la natura.
L’offerta nei masi Gallo Rosso include anche escursioni guidate con i contadini, a piedi, in bicicletta o con le ciaspole d’inverno.
VIVERE LE TRADIZIONI
I contadini dei masi mettono in campo le loro competenze per gli ospiti. Insieme si preparano il burro e le marmellate, l’impasto per il pane per cuocerlo poi nel forno a legna, oppure si impara ad intagliare il legno o anche a fare piccoli lavoretti di bricolage con materiali naturali come la paglia. Spesso si torna da una vacanza al maso conoscendo le proprietà benefiche delle erbe selvatiche e il loro uso in medicina e in cucina o avendo la capacità di preparare un balsamo o una crema in autonomia grazie ad un corso di cosmesi naturale.
STARE IN FAMIGLIA
Una vacanza al maso favorisce anche il rafforzamento delle relazioni. Grazie ai tempi rilassati e alla natura, le occasioni per chiacchierare, giocare, gustare e scoprire insieme sono molteplici.
COLAZIONE AL MASO
La vacanza in un maso inizia al mattino, dopo una ricca e abbondante colazione preparata con amore e passione dalle mani della contadina. Gli ospiti del maso, infatti, possono richiedere la colazione in appartamento, oppure farla nella stanza comune, la Stube. Ciò che viene offerto ha la garanzia di freschezza e di genuinità e proviene per la maggior parte, se non tutto, dal maso: torte fatte in casa, uova di gallina, yogurt, marmellate, latte appena munto, pane fresco fatto in casa, succhi di frutta, speck e salumi, formaggi, burro del contadino, frutta fresca e tanto altro. Il modo migliore per cominciare la giornata.
 
 
 
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Prodotti di qualità
Il Catalogo “I Sapori del maso
Dei prodotti di qualità a marchio Gallo Rosso si conoscono la provenienza delle materie prime – che vengono dal maso -, il modo in cui sono cresciute e soprattutto i metodi di produzione. I frutti e le verdure sono raccolti quando la loro maturazione è giunta a compimento, in modo tale che mantengano le loro proprietà organolettiche.
Gallo Rosso, inoltre, sostiene anche una produzione limitata all’entità del raccolto. La vendita diretta al maso dei prodotti, o in alcuni negozi selezionati di alimentari in Alto Adige o nei mercati contadini, fa parte della scelta di privilegiare la qualità al posto della quantità.
Il sigillo di qualità "Gallo Rosso" contrassegna l'eccellente qualità dei suoi prodotti.
Questi alcuni criteri da soddisfare:
direttamente dal maso: almeno il 75% delle materie prime lavorate proviene direttamente dal maso. solo il 25% può essere acquistato da un altro maso altoatesino;
100% Alto Adige: la lavorazione dei prodotti avviene direttamente presso il maso;
prodotti di qualità controllata: ogni prodotto a marchio "Gallo Rosso" ha superato con successo una degustazione alla cieca da parte di una commissione esterna di esperti;
 
 
 
©Gallo Rosso_Frieder Blickle
 
 
Osterie contadine
Il Catalogo “Masi con Gusto
Il cibo fa parte dell’identità culturale di ogni paese. Mangiando si scopre profondamente un territorio e in una delle osterie contadine a marchio Gallo Rosso si può senza dubbio gustare la tradizione culinaria altoatesina in maniera autentica e genuina. I criteri per appartenere alle osterie contadine Gallo Rosso sono diversi, tra cui l’obbligo di servire piatti fatti a mano al momento e non precotti, di utilizzare ingredienti provenienti dall’Alto Adige e rigorosamente di stagione e il divieto assoluto di vendere bevande industriali.
Delle 25 osterie contadine a marchio Gallo Rosso, 17 sono Buschenschank, cioè masi che servono vino di produzione propria e 8 Hofschank, cioè masi che offrono carne di produzione propria.
La garanzia di qualità di Gallo Rosso:
 - oltre l'80% dei prodotti proviene dal maso o da un'azienda agricola altoatesina;
 - oltre il 30% dei prodotti proviene dai campi del maso;
 - non sono ammessi piatti precotti. Sul menu si trovano solo piatti fatti al 100% in casa;
 - gli ospiti possono scegliere tra minimo 3 succhi di produzione propria.
 
 
 
©Gallo Rosso_Frieder Blickle
 
 
Artigianato
Il Catalogo “Artigianato contadino
I contadini si sono sempre dedicati all’intaglio o all’intreccio nel periodo invernale, quando i campi non potevano essere lavorati. Le varie tecniche dell’artigianato venivano tramandate dai vecchi ai giovani. Con il tempo, questa attività si è quasi perduta. Per questo motivo Gallo Rosso ha fatto un lavoro di ricerca in tutto l’Alto Adige per trovare quei contadini, che ancora custodiscono questo patrimonio prezioso. Sono 5 gli artigiani contadini che vendono le loro opere con il marchio di Gallo Rosso; 4 lavorano il legno e 1 la lana. I criteri di qualità stabiliti per loro sono che la materia prima deve provenire al 100% dall’Alto Adige, deve essere lavorata rigorosamente a mano, deve rappresentare un esemplare unico.
Gli oggetti di artigianato contadino di Gallo Rosso sono delle vere e proprie opere d’arte, alcune con design di grande modernità.
La garanzia di qualità di Gallo Rosso:
 - tutte le materie prime provengono dall'Alto Adige e in parte direttamente dal maso del contadino artigiano;
 - la trasformazione dei prodotti avviene direttamente presso il maso.
 
 
 
©Gallo Rosso_Frieder Blickle
 
 
La Scuola di cucina di Gallo Rosso
La Scuola di cucina di Gallo Rosso è il pilastro più recente e ha l’obiettivo di far conoscere la cucina altoatesina attraverso l’apprendimento e la convivialità (si impara a cucinare insieme a cuochi e si mangia poi tutti insieme quanto si è cucinato). Si tratta di un’esperienza, un momento in cui imparare, provare, ascoltare, ma soprattutto condividere. Il fulcro è la cucina contadina dell’Alto Adige: usando prodotti stagionali e al 100% altoatesini, vengono reinterpretate ricette autentiche in modo innovativo. Una serie di appuntamenti culinari a temi diversi, aperti a tutti, nella splendida location del maso Föhrnerhof di Bolzano. Una full immersion di 5 ore nella tradizione culinaria sudtirolese.
Ecco la Scuola di cucina di Gallo Rosso in breve:
 - più che genuina: alla scoperta della cucina contadina, quella vera;
 - più che locale: freschezza garantita, direttamente dai masi altoatesini;
 - più di una cena: tutti a tavola, un'esperienza indimenticabile.
 
 
 
©Gallo Rosso_Frieder Blickle
 
 
Per informazioni su Gallo Rosso: gallorosso.it
 
 
Gallo Rosso è il nome del marchio che dal 1998 promuove e favorisce l’attività di ormai 1.600 agriturismi in Alto Adige e che appartiene all’Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti Sudtirolesi (Südtiroler Bauernbund). Sin dalle origini lo scopo principale di Gallo Rosso è sostenere i contadini dei masi nello sviluppo di attività da affiancare all’agricoltura. La filosofia dell’Associazione Gallo Rosso è “Avvicinare le persone allo stile di vita degli agricoltori altoatesini”. L’obiettivo di questo progetto è da un lato aprire agli agricoltori altoatesini nuove fonti di reddito e dall’altro dare ai consumatori la possibilità di conoscere il mondo contadino dell’Alto Adige. La classificazione dei masi che offrono alloggio (Agriturismo in Alto Adige) è organizzata in fiori, da 2 a 5; più alto è il numero dei fiori, più numerosi sono i criteri soddisfatti dalla struttura. Inoltre, attraverso standard qualitativi elevati e criteri severissimi, l’Associazione sostiene il lavoro di oltre 120 masi che si dedicano alla produzione di prodotti gastronomici genuini (Sapori del maso), alla ristorazione contadina, o all’artigianato autentico (Artigianato contadino). Ultimo pilastro nato nel 2023 è la Scuola di cucina di Gallo Rosso.
 
 
Per ulteriori informazioni

Gallo Rosso
Tel.: (0039) 0471 999 371
Sonja Kaserer
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Nadia Scioni Mob. 348 0901496

 

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