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STORIE DI UOMINI E DI VINI: OMAGGIO DI PETRUZZELLI AI VIGNAIOLI DI LIGURIA
di Virgilio Pronzati
Pino Petruzzelli sa raccontare e trasmettere le più disparate esperienze di vita. Gesti e parole che fanno emergere ricordi, fantasie ed emozioni in ognuno di noi. Le sue impegnate interpretazioni fanno puntualmente riflettere ma anche divertire. Acuto osservatore di gente e di fatti, sa essere all’occasione, pungente, vulnerabile, diretto come un dardo, a volte istrionico ma sempre di particolare sensibilità. Geniali valori espressivi intinti di saggezza e straordinaria umanità, che solo un grande attore possiede. La sua ultima magistrale interpretazione risale a una settimana fa. Sede la Casa della Resistenza e già Centro civico di Bolzaneto, che raccoglie testimonianze e memorie della Resistenza in Valpolcevera.
La trama dello spettacolo teatrale, è incentrata su un vignaiolo e il suo vino. Un mondo fatto più di fatiche che di momenti felici. Petruzzelli impersona il vignaiolo Dionigi che, dopo anni di estenuanti lavori nel proprio vigneto e altrettante cure in cantina, ha ricevuto l’invito per ritirare un premio per il suo vino. Un’ora prima della cerimonia di premiazione rivive tutte le fasi della sua vita. Un legame con la terra sin da bambino. Prima per curiosità e poi aiutando papà, Dionigi scopre il mondo della vite e del vino. Un mosaico di fatica e inquietudini dove soddisfazione e merito sono spesso appena accennati.
L’occhio vigile a scrutare il cielo per capirne i mutamenti, lo scasso per l’impianto delle viti e dei tutori che le sosterranno, e i frequenti ripristini dei muretti a secco che, come un grembo materno trattiene la terra. Dopo tre o quattro anni, finalmente ci sarà l’uva. Ma prima, le legature dei giovani tralci, ripetuti interventi contro l’oidio e la peronospora e, se Dio vorrà finalmente la vendemmia. Una festa per tutta la famiglia. Poi il lavoro in cantina: pulizia di botti e damigiane, cernita dei grappoli e pigiatura, seguiti dalla fermentazione, svinatura, trepidi assaggi, maturazione del vino, travasi e finalmente l’imbottigliamento.
Fasi delicate eseguite con amore e scrupolo, ma non sempre ripagate dalla qualità del vino. Per fare il vino buono ci vuole vecchie vigne - rammenta Dionigi. Non solo. Spesso l’andamento climatico avverso, grandine in primis, rovina tutto il lavoro di un anno. A tutto questo c’è da aggiungere la necessaria esperienza. Per fare un buon vino ci vuole anni di lavoro. Arrivano anche dubbi e ripensamenti: non era meglio un posto fisso? Superato il momento di sconforto, c’è la gioia di aver creato un prodotto della terra che ha deliziato migliaia di passate generazioni, socializza, esalta il desco quotidiano e sigla il rito della Santa Messa. Il compianto Veronelli affermava che il Vino è il pianto della terra.
A precedere lo spettacolo, la puntuale presentazione di Petruzzelli e della sua opera da parte di Iole Murruni Presidente del Municipio V Valpolcevera, seguita dall’intervento del prof. Franco Henriquet Presidente dell’Associazione Gigi Ghirotti di Genova. Tra i presenti il Consigliere Regionale Rete a Sinistra Gianni Pastorino e Pasquale Costa, Vice Presidente e Assessore del Municipio V Valpolcevera. Degna conclusione con un brindisi di ottimo Spumante Metodo Classico Janua di Andrea Bruzzone, servito e descritto dal sommelier Giovanni de Vecchis. Quest'opera realizzata e interpretata da Pino Petruzzelli fa parte del progetto culturale Vignaioli di Liguria, voluto e finanziato dall'Assessorato Cultura e Spettacolo della Regione Liguria.
Ma chi è Pino Petruzzelli? Pugliese, 54 anni, scrittore, scenografo, attore, nonchè regista diplomato all’Accademia Silvio d’Amico di Roma. Con Paola Piacentini, sua compagna nella vita, fonda il Centro Teatro Ipotesi e da vita a spettacoli, convegni, mostre e documentari su temi importanti ma desueti sui palcoscenici dei teatri. Significative le opere scritte a due mani col giornalista Massimo Calandri e con Predrag Matvjevic, su inquietanti realtà sociali. Da due anni percorre un cammino tra culture meno conosciute e scomode, come quelle Rom e Sinta. Una ricerca intensamente vissuta che, oltre a stimolarlo a scrivere “Zingari: l’olocausto dimenticato, lo dirige e l’interpreta. Ma voglio parlare della sua opera, libraria e teatrale, “Di uomini e di vini”. Una testimonianza dei vignaioli nel loro mondo, spesso sofferta, a volte felice, ma sempre intensamente vissuta.
Petruzzelli sul palcoscenico da vita, con grande bravura, a personaggi più disparati, caratterizzandoli con gesti e frasi recitate in vari dialetti. Scene in cui si muove, ricorda o medita, rivivendo storie tristi, geniali, divertenti e di remota saggezza. La sua interpretazione che si cala nei personaggi tanto da farli temporaneamente vivere, coinvolge il pubblico per un’ora e mezza, trasmettendogliene i vari stati d’animo. Un attore con la a maiuscola, che si propone con inedita modestia e semplicità. Questo singolare spettacolo che ha raccolto significativi ed entusiasti consensi, lo ha tenuto in 14 piccoli comuni di tutto l’arco ligure; suggestive località dove vivono i vitivinicoltori mirabilmente descritti nel libro. Ma non è tutto. Al termine di ogni spettacolo, Petruzzelli offre ai presenti un brindisi con i vini del produttore del posto.
Il calendario degli spettacoli del progetto Vignaioli di Liguria
28 maggio ore 21.30 a Castelnuovo Magra (SP) - Giardino Palazzo Amati
12 giugno ore 21.00 a Ceriale (SV) - Piazza della Vittoria
19 giugno ore 21.00 a Quiliano (SV) - Chiesa del Parco Archeologico San Pietro in Carpignano
26 luglio ore 21.15 a Taggia (IM) - Anfiteatro del Castello di Taggia
28 luglio ore 21.30 San Lorenzo al Mare (IM) - Rassegna Estiva del Teatro dell’Albero
30 luglio ore 21.00 a La Spezia Fraz. Biassa - Telegrafo - Palestra nel Verde - Chiesa degli Alpini
5 agosto ore 21.00 a Ne (GE) - Anfiteatro di Conscenti - Valgraveglia
17 settembre ore 21.00 a Genova Bolzaneto – Casa della Resistenza
Pesto & Solidarietà al FAVIDI di Genova
Di Virgilio Pronzati
foto di Sergio Gibellini
i concorrenti
Se si parla e si scrive spesso di fatti e iniziative pseudo sociali prive o di poco contenuto, a maggior ragione si dovrebbe scrivere e diffondere notizie sull’impegno di associazioni finalizzate al sostegno di persone disabili. Tra quest’ultime la Fa.Di.Vi …Oltre di Genova, nata nel 2000 e presieduta dal dr Roberto Bottaro. Un’associazione Onlus di famiglie disabili (iscritta al Registro regionale del Volontariato nell’ambito Socio-Sanitario), che s’impegna nell’ambito della disabilità grave e gravissima, di aiutare e curare le persone colpite da queste patologie e l’attivazione e la costruzione di una situazione di “indipendenza” dai genitori e dalla famiglia.
Sede della Fa.Di.Vi …Oltre, il Centro residenziale sanitario riabilitativo“ Nucci Novi Ceppellini” di Viale Teano, bella e funzionale struttura circondata di verde e tranquillità, creata nel 2011 da un gruppo di famiglie con persone con disabilità complesse. Oggi questa Casa Famiglia ospita sedici persone, e altre cinque nel centro diurno. Encomiabile realizzazione che ha stimolato e coinvolto il Lions Club Lions Genova Host, nel promuovere la quinta Gara di Pesto al mortaio per allietare per un giorno, adulti e ragazzi disabili ospiti del Centro residenziale sanitario riabilitativo“ Nucci Novi Ceppellini”.
La giuria
A concorrere ben trenta partecipanti tra i soci del Lions e di FAVIDI che, a son di pestello, si sono sfidati per aggiudicarsi i primi tre posti e i premi in palio. Ma aldilà dei premi, la partecipazione e il pesto di tutti i concorrenti, sono serviti per allietare per un giorno un gruppo di adulti e ragazzi disabili, ospiti del Centro residenziale sanitario riabilitativo “Nucci Novi Ceppellini”. La gara di pesto al mortaio coordinata dai soci Lions Host Ida De Mari e Noemi Venturini, ha messo in mostra la bravura e l’entusiasmo dei concorrenti, divertendo gli ospiti della struttura. A valutare i trenta pesto anonimi, una giuria presieduta da chi ha scritto e composta dallo chef del Bergese Bernasconi, dal sommelier Fisar e Onavista Danilo Zunino, e da due soci del Favidi.
Nella foto i primi tre classificati. 1° Giorgio Agostena, 2° Elena Salmoni (a destra), 3° Claudia Belfiore con Cinzia Perrone.
Dal punteggio totale delle quattro schede, è emersa la seguente classifica: 1° Giorgio Agostena; 2° Elena Salmoni; 3° Claudia Belfiore-Cinzia Perrone, premiati ognuno con Targa e medaglia. Mentre a tutti gli altri concorrenti giudicati a pari merito, è andata la medaglia della gara. A consegnare i premi ai tre finalisti tra gli applausi dei presenti, la dinamica e simpatica Ida De Mari.
Il presidente del FAVIDi Roberto Bottaro premiato con il Melvin Jones, la più alta onorificenza del Lions Club International Foundation
Raffaella Vassallo, Carlo Bellese, Felicina Pagano, Tino Dellepiane, Marco Catania, Germano Perrone, Antonella Piero, Michele Masotti, Mariella Anciolani, Filippo Riela, Licia Oddino, Emilio Robotti, Noemi Bottaro, Mino Cecilli, Silvana Nanni, Carla Pignatta, Paola De Gaetani, Emanuela Boni, Anna Calì, Mario Rau, Rita Tonelli, Antonella Sodini, Centro Magnolia, Giuliano Sessarego, Enrico Biagi, Patrizia Attolini, Laura Mezzano.
Per il video della gara cliccare su:
A VILLA SAULI PODESTA' CONVEGNO SU ENOGASTRONOMIA E RISORSE DEL TERRITORIO
Locandina del convegno
Di Virgilio Pronzati
Foto di Pietro Bellantone
L'ultima delle molte iniziative promosse dall’IPSSAR Nino Bergese di Sesti Ponente è stato un successo. Il professor Angelo Capizzi preside dell’IPSSAR Nino Bergese è stato il regista di un affollato convegno svoltosi a fine luglio nella Villa Sauli Podestà di Prà, centro d’istruzione, cultura e valorizzazione del territorio. All’iniziativa promossa in collaborazione col Consorzio “Il Cammino di Santa Limbania”, hanno partecipato ben due assessori comunali, due Dirigenti della Città metropolitana di Genova e il presidente del Municipio locale. Mentre tra il folto pubblico, c’erano produttori di basilico e ortaggi, ristoratori, enotecari e giornalisti.
Da sinistra: Paolo Fanghella, Aldo Pastorino, Angelo Capizzi, Paola Bordilli, Luigina Renzi e Paolo Sinisi
Il tema del convegno spaziava tra le eccellenze agroalimentari del territorio e le sinergie del Comune e di aziende private per promuovere al meglio non solo la gastronomia, ma anche volano per valorizzarne l’ambiente, diffonderne l’istruzione, le risorse agricole e turistiche del ponente cittadino. A sottolineare la necessità di un progetto operativo che possa poi sfociare nel campo del lavoro, il professor Angelo Capizzi preside del N. Bergese e il dr Aldo Pastorino presidente del Consorzio “Il Cammino di Santa Limbania”.
Il professor Angelo Capizzi mentre presenta l'iniziativa
Un progetto culturale nato nel 2004 in occasione di Genova capitale della cultura, poi trasformato in un consorzio dove operano istituzioni e società private di Genova e Alessandria, con le finalità di incentivare attraverso attività comuni, i prodotti e le risorse del territorio. Per concretizzare quanto emerso dal convegno, la piena disponibilità di Paola Bordilli Assessore al Turismo (Commercio e Artigianato, Deleghe Politiche per lo sviluppo del Turismo e rapporti con gli Enti e Società operanti nel settore, Rapporti con attività produttive, commerciali, artigianali, agricole e ittiche ed enti rappresentativi, Sportello Unico delle attività produttive e semplificazione della regolazione, Statistica), di Paolo Fanghella Assessore ai Lavori Pubblici (Manutenzioni e alle Politiche per lo sviluppo delle Vallate, Formulazione del Piano Triennale Opere Pubbliche, comprensivo degli interventi di sistemazione idrogeologica e di difesa del litorale, Coordinamento POR, Indirizzo e controllo di ASTER Spa, Sviluppo delle manutenzioni articolate sul territorio e riqualificazione arredo urbano, Rapporti con Enti e società operanti nel settore, Tutela e sviluppo delle vallate, Manutenzione del patrimonio comunale istituzionale e scolastico, Progettazione e realizzazione nuove opere), di Paolo Sinisi Responsabile in carica della Direzione Sviluppo economico e sociale Responsabile del Servizio Istruzione e dell'Area Edilizia.
Il preside Angelo Capizzi con due brave allieve
Formulazione del Piano Triennale Opere Pubbliche, comprensivo degli interventi di sistemazione idrogeologica e di difesa del litorale, Coordinamento POR, Indirizzo e controllo di ASTER Spa, Sviluppo delle manutenzioni articolate sul territorio e riqualificazione arredo urbano, Rapporti con Enti e società operanti nel settore, Tutela e sviluppo delle vallate, Manutenzione del patrimonio comunale istituzionale e scolastico, Progettazione e realizzazione nuove opere), Formulazione del Piano Triennale Opere Pubbliche, comprensivo degli interventi di sistemazione idrogeologica e di difesa del litorale, Coordinamento POR, Indirizzo e controllo di ASTER Spa, Sviluppo delle manutenzioni articolate sul territorio e riqualificazione arredo urbano, Rapporti con Enti e società operanti nel settore, Tutela e sviluppo delle vallate, Manutenzione del patrimonio comunale istituzionale e scolastico, Progettazione e realizzazione nuove opere), di Paolo Sinisi Responsabile in carica della Direzione Sviluppo economico e sociale Responsabile del Servizio Istruzione e dell'Area Edilizia, di Luigina Renzi Dirigente Città Metropolitana Genova e di Claudio Chiarotti Presidente del Municipio VII.
Il dr Paolo Sinisi, il preside Angelo Capizzi con tre allieve e un insegnante di cucina
Terminato l’interessante incontro, c’è stata l’apprezzata degustazione di autentiche golosità genovesi realizzate e servite, rispettivamente dagli allievi di cucina e sala dell’IPSSAR Nino Bergese, abbinate giustamente ai vini Doc Valpolcevera e Golfo del Tigullio-Portofino. Una sequenza di piatti tipici liguri, non sempre presenti nei posti di ristoro cittadini.
TERREMOTO 2016: PER SLOW FOOD LA SOLIDARIETA' RIPARTE DAL CIBO A CHEESE
Scarica qui la cartella stampa di Cheese 2017: http://bit.ly/2tEtKcz
I visual di Cheese 2017: http://bit.ly/2tEntNY
Le foto dell'edizione 2015: http://bit.ly/1OG3YbX
Richiedi il tuo accredito stampa: http://bit.ly/2tLNdsu
Terremoto 2016: per Slow Food la solidarietà riparte dal cibo a Cheese
A poco più di un anno dal sisma, a Cheese 2017 una rete di solidarietà per le comunità dell’Appennino colpite dal terremoto.
«Tutto sommato siamo stati fortunati, la stalla e il caseificio erano nuovi e hanno retto alle scosse, mentre alcuni capannoni sono crollati per il peso delle nevicate di quest’inverno. Quello che ci manca è l’afflusso di turisti che venivano a comprare direttamente in azienda e i ristoranti della zona che facevano tanti ordini. Oltre alla viabilità che è rimasta quella del 24 agosto, cioè un’unica strada percorribile». A raccontare la sua storia è Antonio, dell’Azienda agricola biologica Aureli di Amatrice, e in questo primo anniversario dal sisma del 2016 vogliamo ricordare attraverso la sua voce tutti quei contadini, allevatori e artigiani che nonostante le gravi perdite stanno restituendo la speranza al cuore dell’Italia grazie al loro lavoro.
Antonio, insieme a Paola, lavora a crudo e senza fermenti il latte di 500 pecore. Con molte pause obbligate per il terremoto, per le condizioni meteo e la perdita del latte, sono riusciti a produrre e soprattutto a vendere il loro pecorino: «C’è stata e continua a esserci molta solidarietà: gli italiani con i loro ordini, associazioni come Slow Food e la promozione fatta sui media, e poi gli inviti alle fiere, come il prossimo Cheese. Ci piacerebbe riprendere la nostra vita così come l’abbiamo lasciata lo scorso agosto» conclude Antonio speranzoso.
Il progetto delle Comunità dell’Appennino
Partecipano a Cheese, a Bra (Cn) dal 15 al 18 settembre, insieme ad altre tre aziende che Slow Food Italia ospita nello spazio dedicato al progetto delle Comunità dell’Appennino. Dal Teramano arriva l’azienda Giacomino Mastrodascio di Cerqueto, frazione di Fano Adriano, che aveva già subito danni con il terremoto del 2009, mentre con le scosse di gennaio è crollata l’azienda: a Bra presenta solo i formaggi stagionati. Sempre dal Teramano, da Cellino Attanasio, arrivano Maurizio Natilii e la moglie Maria José, lui insegnante di tai chi chuan, lei interprete e traduttrice spagnola, insieme producono latticini e mieli e tanto altro in biologico o biodinamico e gestiscono anche l’agriturismo aziendale Gioia. A testimoniare le difficoltà dei produttori umbri sono invece i fratelli Domenico e Gianni Di Porzio da Opagna di Cascia, con i loro formaggi allo zafferano e al tartufo, oltre alle immancabili lenticchie.
Tra Conferenze e Laboratori del Gusto
Ma non è tutto! Il programma di Cheese racconta storie dal cratere anche in altri tre appuntamenti.
Nella Conferenza L’Appennino che stiamo perdendo, sabato 16 settembre alle 10,30 presso lo Stand Regione Piemonte. A causa del terremoto e delle nevicate eccezionali molti paesi non rinasceranno più, molte attività produttive sono in attesa di aiuto e nel frattempo chiudono i laboratori e si vendono le greggi. Nel cuore dell’Italia pastorale è in corso un cambiamento epocale. Adesso quello ci chiediamo è se la politica e i consumatori possono fare qualcosa per invertire la rotta.
Al Laboratorio del Gusto Un futuro per le aree terremotate, sabato 16 settembre alle ore 19, partecipano i produttori che ci raccontano le loro storie proponendo in degustazione pecorino dei Monti Sibillini (Presidio Slow Food), pecorino di Amatrice, pecorino di Norcia e ricotta salata della Valnerina. L’incontro si conclude con la pasta all’amatriciana cucinata dallo chef stellato Salvatore Tassa del ristorante Le Colline Ciociare di Acuto (Fr).
Infine, protagonisti della Storia di Pizza Nel cuore dell’Italia, in programma lunedì 18 settembre alle ore 13, sono Marzia Buzzanca, dei Percorsi di gusto de L’Aquila, e Franco Cardelli di Castelnuovo Vomano (Te): un viaggio nel cuore dell’Italia per scoprire, guardandola da dentro, la grande forza della rinascita con due pizzaioli d’eccezione.
A questi eventi si aggiunge il ricco programma di Regione Lazio e Arsial, che partecipano a Cheese con più di sei appuntamenti al giorno tra degustazioni e incontri istituzionali. Non mancano qui i momenti di confronto e promozione dei territori colpiti dal sisma e dei loro prodotti, primo fra tutti il pecorino amatriciano.
Tra le aziende laziali presenti a Bra c'è anche Casale Nibbi di Amatrice.
Un futuro per Amatrice e La buona strada – Ripartiamo dal cibo
Slow Food – che ha attivato la sua rete italiana e internazionale fin dallo scorso agosto con la fortunata iniziativa Un futuro per Amatrice, raccogliendo l’adesione di oltre 1000 locali in Italia e in altri 23 Paesi – quest’anno ha deciso di fare di più, ascoltando la voce degli stessi contadini, allevatori, sindaci e abitanti del nostro Appennino che non vogliono lasciare i loro borghi: «Non servono soldi per costruire muri: ma aiuti per vendere», commenta Andrea Servili, 33 anni laureato in Agraria e ricercatore, che nel 2016 ha riavviato l’azienda agricola di famiglia ad Amandola, in provincia di Fermo, dove alleva api e coltiva alberi di mele rosa dei Monti Sibillini, zafferano e tartufi. Ma pochi mesi dopo l’apertura il terremoto e le forti nevicate lo hanno messo in ginocchio. «Ho vissuto momenti difficili ma sto ripartendo. Sono una persona ottimista: vivo in una zona bellissima, che prima o poi anche il grande pubblico scoprirà. Se continueremo a essere attenti alla qualità, se sapremo comunicare meglio, se lavoreremo insieme per il nostro territorio».
Ad aiutare Andrea la campagna La buona strada. Ripartiamo dal cibo, la raccolta fondi online, ospitata fino al 31 ottobre sulla piattaforma Produzioni dal Basso, che punta a finanziare diversi progetti. Nelle aree umbre e laziali attorno a Cittareale, Accumoli, Amatrice e Cascia servirà all’acquisto di un furgone attrezzato per la vendita di prodotti delle aziende agricole locali. In Abruzzo, nel cratere aquilano, si punta invece a dar vita a un caseificio mobile che agevoli l’attività degli allevatori che hanno perso le loro strutture produttive. La cittadina di Comunanza, nelle Marche, vedrà la creazione di un Mercato della Terra, affiancato a un altro “negozio mobile”.
Per contribuire alla campagna La buona strada – Ripartiamo dal cibo, clicca qui.
L’edizione 2017 di Cheese è possibile grazie all’impegno di aziende che credono nei valori e negli obiettivi della manifestazione, tra queste gli Official Partner: Cassa di Risparmio di Bra, Egea, Lurisia, Parmigiano Reggiano, Pastificio Di Martino, Quality Beer Academy, Velier. Official Sparkling Wine: Consorzio Alta Langa.
Visita www.slowfood.it per il programma completo e la possibilità di prenotare.
Ufficio Stampa Cheese
Slow Food Italia: Valter Musso, 335 7422962 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Elisa Virgillito, 345 2598615 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Città di Bra: Elena Martini, Erica Asselle, 0172 438278 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.slowfood.it - www.comune.bra.cn.it
24a SAGRA DEL BUGIANDU A FABBRICHE DI VOLTRI
Di Virgilio Pronzati
Bugiandu con salsa d'aglio
Da ben ventiquattro anni a Fabbriche di Voltri si tiene la Sagra del Bugiando. Una golosità del passato che, superando l’usura dei tempi e delle mode, è ancor oggi apprezzata. Una sorta di polenta fatta con farina di frumento e patate, olio extravergine di oliva e sale marino. Anche il condimento è particolare: si tratta dell’antica salsa d’aglio, oggi resa meno piccante e più morbida per la decisa aggiunta di pinoli e parmigiano reggiano. Un mangiare del passato in uso nelle genti più umili delle numerose e piccole località collinari dell’entroterra Voltrese, solcato dai torrenti Cerusa e Leira. Oggi si può trovare forse ancora sulle tavole di qualche famiglia di Fiorino e Sambugo ma soprattutto a Fabbriche (borgo sviluppatosi nel 17° secolo per l’insediamento di iutifici, filande e cartiere) durante i quattro giorni della Festa dedicata a San Bartolomeo Apostolo.
Riccardo e Giampietro Parodi con due piccole e bravissime aiutanti.
Il merito di averne salvate la ricetta e la preparazione, è dei fratelli Giampietro e Riccardo Parodi e Dino Ginogi, mentre la sagra, oltre le tre persone sopra citate, è realizzata con la collaborazione di un gruppo di amici locali. Ovviamente tutto a titolo gratuito. Nell’ultima decade di agosto, dal 25 al 28, centinaia di persone di tutte le età, provenienti dalle vicine località, Voltri e Genova, salgono a Fabbriche per gustarsi il Bugiandu. Quest’ultimo assieme all’antica farinata di zucca (oggi desueta), la focaccia con l’olio e con la salvia (diverse da quelle genovesi) e, la primogenitura della farinata “co-i gianchetti” tiene alto il vessillo della cucina Voltrese.
Preparazione del Bugiandu
Se nelle edizioni passate il Bugnando era accompagnato da vini liguri e delle vicine regioni, quest’anno si è sposato con pregiati vini dell’America del Sud. Un filo che ricorda l’esodo di molti genovesi e liguri che sono migrati in gran parte in Cile e Argentina. A celebrare il matrimonio, esperti enogastronomi e sommelier Fisar tra cui Riccardo Parodi, Giovanni Valentini, Giovanni Valle e signora, chi ha scritto e il capo area dell’azienda cilena Apaltagua di Santiago che, in anteprima, ha fatto degustare quattro pregiati vini aziendali, abbinati poi al Bugiando con varie salse.
Il Bugiandu tornito e pronto per essere tagliato col filo
Eccone le schede: Rosè Spumante Metodo Classico (da uve Carmenere)- Alla vista: colore rosa tenue con nuances ramate e perlage fini, fitto e continuo. Al naso: intenso e fine con sentori di piccoli frutti rossi boschivi. In bocca: secco, molto fresco e sapido, di equilibrata struttura e molto persistente.
Bianco Collecion Limited edition (da uve Marsanne, Roussanne e Viognier) - Alla vista: colore paglierino scarico con riflessi verdolini. Al naso: intenso e ampio, fine, con netti sentori di glicine, pesca e albicocca e umori boschivi. In bocca: secco, fresco e sapido, un po’ minerale, caldo, di buon corpo e persistenza.
Riesling Reserva - Alla vista: paglierino molto scarico. Al naso: intenso, ampio e fine, con netti sentori di fiori d’acacia, limone e pompelmo, mela e albicocca quasi mature. In bocca: secco, fresco e sapido, minerale, di buona struttura e persistenza.
Grial Carmenere Icona - Alla vista: colore rubino intenso e vivo. Al naso: intenso, ampio e fine, con netti sentori di prugna, mora e mirtillo maturi, tostato e boisé. In bocca: secco, sapido, caldo, pieno ma snello, giustamente tannico, di grande persistenza.
Fabbriche di Voltri: la frazione dove è nata la Sagra del Bugiandu
La ricetta del Bugiandu (circa 7 chili e mezzo)
4 kg di patate a pasta bianca possibilmente delle montagne genovesi; 2 kg di farina di grano tenero; 4 litri d’acqua; 150 g di sale grosso marino; 120 gr di olio extravergine di oliva ligure.
In un grande pentolone cilindrico e alto, fare bollire le patate nell’acqua col sale. Togliere metà dell’acqua, aggiungere la farina, e continuare a far cuocere a lungo pestando al centro, con un bastone (simile a una mazza da baseball più piccola e con testa piatta) per eliminare i grumi e amalgamarle gli ingredienti. Aggiungere l’olio e continuare al far cuocere pestando e mescolando. Se il composto è poco morbido, aggiungere una parte dell’acqua rimasta. Raggiunta la cottura ottimale, senza più pestare e mescolare, lasciare ancora 5-6 minuti sul fuoco per farlo asciugare. Togliere dal fuoco e, ancor caldo, versarlo su una madia.
Con le mani bagnate d’acqua fresca, tornire subito il Bugiandu, dandogli la forma del formaggio Grana Padano. Tagliarlo col filo a fette spesse un centimetro, porle nel piatto e condirle col sugo preferito. Se con salsa all’aglio e il pesto, abbinarci il Riviera Ligure di Ponente Pigato 2015 servito a 11°C in calici con stelo alto. Con salsa di noci abbinare il Golfo del Tigullio-Portofino Vermentino della medesima annata e servito alle stesse modalità. Con sugo di funghi (in rosso) sposarci il Golfo del Tigullio-Portofino Ciliegiolo e il Valpolcevera Rosso 2013-2014, serviti entrambi a 16°C in calici con stelo medio. Con salsicce al sugo accompagnarlo con Pornassio 2013-2014 servito a 16-17°C nei calici prima citati.
Salsa all’aglio (per 5 preparazioni di Bugiandu).
2 kg di Grana Padano grattugiato; 1 kg di pinoli di Pisa o nazionali; una testa d’aglio di Vessalico, dell’Astigiano o del Piacentino; 15 centilitri di olio extravergine di oliva ligure; un po’ d’acqua di cottura delle patate.
Per piccole quantità si può usare al meglio il mortaio. Mentre nel cutter si sminuzza finemente l’aglio con pinoli e olio. Sempre rimestando, aggiungere il formaggio e di seguito, un po’d’acqua di cottura delle patate. La salsa dovrà essere giustamente densa e cremosa. Oltre alla salsa d’aglio, col tocco, sugo di salsicce, sugo di funghi, di noci e, interessante, col pesto. Quest’ultimo è sicuramente tra i condimenti più congeniali, in quanto il Bugiandu è simile alla pasta delle trofie (gnocchi in genovese).
Concorso Enologico Internazionale “Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme” 2016
Di Virgilio Pronzati
Il Concorso
Che il Concorso Enologico Internazionale Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme sia unico nel suo genere è ormai noto a tutti. Un evento di grande successo, costruito e consolidato nel tempo, organizzato dal Consorzio Tutela Valcalepio e Vignaioli Bergamaschi. Non solo, per la sua autorevolezza, il Concorso ha ricevuto il patrocinio dell’O.I.V., l’Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino, e il consenso del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali della Repubblica Italiana, col sostegno di enti e aziende. Quest’anno l’edizione tenutasi dal 13 al 15 ottobre nei fastosi saloni dello storico Palazzo Maestri di Cenate Sopra, è stata da record: ben 236 vini provenienti da 21 nazioni valutati da 83 giurati di cui 42 stranieri di 27 diversi Paesi.
Il Medagliere
Una vetrina internazionale dove spiccano vini di ogni nazione prodotti con i due vitigni più diffusi sul nostro pianeta. Qualità e sorprese nell'assegnazione delle medaglie. L’Italia si conferma, come nel passato, al primo posto, conquistando 38 delle 71 medaglie d’oro assegnate a 15 dei 21 paesi in concorso, così distribuite: 17 alla Lombardia, di cui 7 in bergamasca, 10 al Veneto, 3 rispettivamente a Friuli e Trentino Alto Adige, 2 alla Toscana e una a Lazio, Puglia e Abruzzo. Veniamo alle conferme dall’estero. Croazia premiata con 6 medaglie, Israele con 5,’Argentina e Turchia premiate con tre medaglie ciascuna. Di rilievo i risultati di Ungheria e Slovenia con due medaglie ciascuna, e buoni per Serbia, Germania, Repubblica Ceca, Sud Africa, Slovacchia e Georgia. Ma le sorprese vengono dall’Asia con Russia e Cina, che si aggiudicano tre medaglie ciascuna. Qualità, aromi varietali e struttura hanno contraddistinto i vini in concorso. Caratteristiche che in gran parte, sono state riconosciute dai giudici delle sette commissioni.
Presentazione del convegno tecnico-scientifico
Giudizi concordi
Indicativa la coesione tra le giurie che, citando il caso dell’Italia, hanno scelto di premiare lo stesso vino. Un vino bergamasco che ha messo d’accordo tutti. I tecnici che gli hanno assegnato una medaglia d’oro, i giornalisti che l'hanno scelto come Premio Stampa per l’Italia, e i bloggers che l’hanno selezionato per il Web Award. I 15 premi della stampa che sono assegnati da una giuria di giornalisti in numero di uno per nazione posto il superamento della soglia degli 85 punti. 15 su 21 paesi partecipanti, dato che testimonia l’altissimo livello dei campioni in concorso.
I Paesi partecipanti
Argentina, Bosnia Erzegovina, Cina, Croazia, Francia, Georgia, Germania, Israele, Italia, Malta, Perù, Repubblica Ceca, Russia, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Sud Africa, Svizzera, Turchia e Ungheria.
Al centro il prof. Mario Fregoni conduttore del convegno
I Paesi degli 83 Commissari delle sette commissioni
Argentina, Bulgaria, Cina, Colombia, Croazia, Francia, Giappone, Israele, Italia, Lettonia, Malta, Moldavia, Perù, Polonia, Russia, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Sud Corea, Spagna, Stati Uniti (USA), Svezia, Svizzera, Regno Unito, Repubblica Ceca, Turchia e Ungheria);
i giornalisti degustatori Andrea Briano, Rocco Lettieri e Giorgio Colli
Punteggi per l'attribuzione delle medaglie:
Gran medaglia d'oro: per punteggi di almeno 92/100
Medaglia d'oro: per punteggi di almeno 85/100
Medaglia d'argento: per punteggi di almeno 82/100
Il numero delle medaglie è subordinato al non superamento del 30% dei partecipanti.
La Cantina Sociale Bergamasca
Le menzioni del Premio della Stampa sono state attribuite da commissioni di giornalisti. Le menzioni sono ex-aequo e sono state attribuite una per nazione al vino con il punteggio più alto in quella nazione e comunque superiore a 85/100. La quantità minima di vino in concorso è di 1.000 bottiglie.
Il Convegno tecnico
Di estremo interesse il convegno tecnico-scientifico “Il futuro della viticoltura ed enologia dal punto di vista della sostenibilità ambientale, svoltosi nell’ampia Sala Mosaico della Camera di Commercio di Bergamo. A illustrare ai numerosi presenti le varie tematiche, sono intervenuti sei relatori di vaglia.
Al microfono il Presidente della Cantina Soc. Bergamasca Emanuele Medolago Albani con Sergio e Sara Cantoni, rispettivamente, Direttore e PR della medesima cantina
Enrico Peterlunger, Docente di Viticoltura e presidente del Corso di Laurea Magistrale dell’Università di Udine, ha dimostrato come ridurre notevolmente l’uso dei pesticidi nei vigneti, incrociando varietà vinifere con vitigni resistenti alle maggiori malattie.
Vittorio Veronelli Vicepresidente IBMA Global CEO CBC, ha enunciato come con il biocontrollo degli insetti dannosi per la vite, si riducono in gran parte l’uso di fitofarmaci.
Valerio Mazzoni Entomologo della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige ha presentato un innovativo sistema di controllo degli insetti dannosi alle vite, creando confusione sessuale per mezzo di particolari vibrazioni effettuate sulle foglie.
i giornalisti degustatori Pier Luigi Nanni e Inga Vaisla
Francesco Anaclerio Responsabile Centro Sperimentale Vivai Cooperativi Rauscedo ha minuziosamente illustrato che si possono ottenere notevoli risultati contro le malattie, utilizzando nuovi e resistenti vitigni.
Vladimir Tsapelik Presidente dell’indipendente Wine Club (Russia), ha tracciato l’aspetto storico e ampelografico dei vitigni, e la selezione di ibridi per utilizzare in Russia nei moderni vigneti.
Claudia Quini Chemical Engineer dell’Instituto Nacional de Vitivinicoltura de Mendoza, ha sostenuto che sono necessari controlli pratici nei vigneti con sistemi bio e biodinamici, sugli effetti dei cambi di clima sul sistema produttivo. Degna conclusione del professor Mario Fregoni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza che, oltre alla magistrale conduzione del convegno, ha posto ulteriori quesiti da affrontare e risolvere nei prossimi anni.
Terminati gli interessanti interventi, l’enologo Sergio Cantoni e la signora Suzana Zivic, rispettivamente, direttore e segretaria del Consorzio di Tutela Valcalepio, hanno comunicato al folto pubblico, l’atteso elenco dei vincitori del 12° Concorso Internazionale Emozioni dal Mondo 2016 .I Vini che saranno messi in degustazione nello stand del Pad. Regione Lombardia al Vinitaly di Verona, che si terrà dal 9 al 12 aprile 2017. Infine, due parole sugli itinerari turistici-culturali e tecnici: il primo dedicato al Tiepolo e, nel mio caso, quello tecnico, visitando la Viticoltori Bergamaschi. La più grande e importante realtà produttiva del Bergamasco. Ottimali l’ospitalità, i pranzi e le cene.
I VINCITORI 2016 Clicca qui
4° Festival dello Sciacchetrà a Corniglia
di Virgilio Pronzati
Foto di Mara Musante
Il nostro Pronzati con Heydi Bonanini Presidente del Consorzio Produttori Sciacchetrà
Quarta edizione e tappa del Festival dello Sciacchetrà a Corniglia. La prossima si terrà a Riomaggiore, quinta località delle Cinque Terre. Corniglia, frazione di Vernazza affacciata sul mare, possiede come le consorelle un fascino particolare. Meta di turisti provenienti da tutto il mondo ha conservato gran parte dell’assetto originale risalente al Quattrocento. La sua economia deriva dal turismo e dal vino. Per quest’ultimo è citata anche nel Decamerone di Boccaccio. L’abate di Cluny fatto prigioniero da Ghino di Tacco e sofferente di mal di stomaco, fu curato dal suo carceriere con fette di pane abbrustolito e Vernaccia di Corniglia.
Sebbene milioni di persone abbiano visitato e conoscono le Cinque Terre, dei due vini Doc che vi sono prodotti, la maggior parte dei turisti beve il tipo secco e, in piccola parte, il dolce Sciacchetrà. Un vino mito di limitata produzione e dall’alto prezzo. Da qui la realizzazione del Festival dello Sciacchetrà. In sintesi, benché sia considerato uno dei più famosi vini passiti italiani, in realtà è conosciuto solo da una limitata parte d’intenditori o del settore. I più ne hanno solo sentito parlare, poiché il vino è omonimo della celebrata zona turistica. Due valori complementari. Senza i vigneti terrazzati non potrebbero esistere le Cinque Terre, insignite dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità.
Convegno: parte dei relatori con al centro l’Onorevole Andrea Olivero
I vini che vi sono prodotti hanno caratteristiche uniche: secchi o dolci spiccano per il bouquet e sapore esclusivi, accomunati da note iodate uniche. Non solo. Si possono definirli “ecologici”, poiché i muretti a secco che contengono i vigneti, evitano in gran parte il dissesto idrogeologico del comprensorio delle Cinque Terre. Lo Sciacchetrà è un vino mitico e d’indubbia qualità che, come per tutto, presenta luci e ombre. A favore: un ricco bagaglio storico, una buona qualità globale, una discreta notorietà in Italia. A sfavore: l’esigua superficie vitata di soli 100 ettari, la limitata produzione, la poca o scarsa notorietà all’estero e l’alto costo.
Vernazza e Corniglia viste da mare
Importanti quesiti di non facile soluzione che il Consorzio Cinque Terre Sciacchetrà presieduto da Heydi Bonanini, l’Associazione Amici delle Cinque Terre presieduta dall’ex senatore Luigi Grillo, il Parco Nazionale delle Cinque Terre diretto da Vittorio Alessandro, hanno messo all’ordine del giorno nel convegno del 6 agosto svoltosi nell’Oratorio dei Disciplinati sito nel centro storico di Corniglia, dal tema “I produttori dello Sciacchetrà a difesa del territorio: recupero e valorizzazione delle terre incolte nelle Cinque Terre”. Per rafforzare intenti e progetti, sono intervenuti Vincenzo Resasco sindaco di Vernazza, Luca Fontana Direttore Dipartimento Agricoltura, Protezione Civile e Turismo della Regione Liguria, Fabrizio Capellini Presidente Fondazione Manarola, Andrea Costa Consigliere e Presidente Commissione Ambiente e Territorio della Regione Liguria, Don Luca Palei Direttore Caritas diocesana di La Spezia, Marco Piombo Presidente WWF Liguria e l’esperto Massimo Comparini.
Conclusioni dell’Onorevole Andrea Olivero, Vice al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Molteplici interventi, moderati abilmente dalla nota giornalista Egle Pagano. Riguardo al tema dell’incontro, l’approvazione e la prossima realizzazione d’impianti di vigneti di circa un ettaro di aree abbandonate. Un progetto che sarà realizzato dal Consorzio Produttori Sciacchetrà e la Caritas diocesana di La Spezia. Produttori e migranti richiedenti asilo, impianteranno i vigneti di Bosco e ne seguiranno la conduzione. Un concreto aiuto per incrementare la produzione di Cinque Terre Schiacchetrà. Non solo. Forme di collaborazione tra produttori e migranti, sono già attive e funzionanti: ai ragazzi arrivati in Italia, gli viene insegnato a ricostruire i tradizioni muretti a secco delle Cinque Terre. Heydi Bonanini, presidente del Consorzio Produttori Sciacchetrà: <I giovani migranti stanno già seguendo dei corsi di formazione per la coltivazione della vigna. Crediamo in questo progetto per il recupero dei terreni abbandonati e per un possibile ampliamento delle produzioni>.
Vernazza e Corniglia viste da mare
Tra i vari interventi per migliorare la diffusione e vendita dello Sciacchetrà sono da segnalare quelli Luigi Grillo che ha proposto di invitare a spese dei comuni del territorio, tre noti pittori, rispettivamente da Stati Uniti, Cina e Australia, per ritrarre i luoghi più suggestivi delle Cinque. Le opere realizzate saranno messe all’asta. La somma derivata dalla loro vendita, sarà utilizzata per ripristino e miglioramento delle attività produttive locali. Patrizio Scarpellini direttore del Parco Nazionale delle Cinque Terre, ha ribadito il rilevante apporto economico conferito al territorio, tutelando e salvaguardando l’ampia zona del Parco. Luca Fontana ha illustrato minuziosamente come sono e utilizzare al meglio, i piani di sviluppo rurale.
Dopo la visita alle cantine di Corniglia, funzionari del settore, produttori e giornalisti sono stati deliziati dai piatti di mare del ristorante La Posada di Corniglia. Nel tardo pomeriggio nella suggestiva piazzetta sita sopra le sede del convegno, l’attesa apertura dei banchi d’assaggio con i Cinque Terre Sciacchetrà e del bianco Doc dei seguenti produttori: Begasti e Buranco di Monterosso al Mare; Forlini Cappellini di Manarola; La Polenza di Corniglia; Possa e Litan di Riomaggiore. A chi può interessare, gli assaggi con il mio personale giudizio.
Heydi Bonanini 2014 - Paglierino carico con nuances dorate. Abbastanza intenso e persistente, con sentori di confettura di pesca, erbe balsamiche, mandorla secca e zabaglione. Dolce ma di molta sapidità, con vena iodata e tannica, caldo, discretamente pieno e continuo, di buona persistenza aromatica. Giovane. Malgrado l’annata si presenta mediamente equilibrato.
Buranco 2013 - Paglierino carico tendente al dorato. Intenso, persistente e ampio con netti sentori d’erbe aromatiche, confettura d’albicocca, buccia di cedro candita e arancia amara. Dolce ma sapido, con nota iodata, caldo, pieno ma snello, di buona persistenza aromatica. Ancora molto giovane.
Begasti 2011 - Ambrato intenso. Intenso e persistente, discretamente complesso, con sentori di confettura di pesca bianca, cioccolato, erbe aromatiche e lieve d’eucalipto. Molto dolce ma con riequilibranti note iodate e tannica, molto caldo, pieno e di molta persistenza aromatica. Giovane già molto invitante.
Forlini Cappellini Riserva 2011 - Topazio fumé. Intenso e ampio, persistente, con netti sentori di gelatina d’albicocca e pesca, miele millefiori, erbe aromatiche e confetto. Dolce ma non stucchevole per sapidità, nota iodata e lieve vena tannica, caldo, di equilibrata pienezza e di grande persistenza aromatica. Giovane ma invitante.
La Polenza 2012 - Ambrato vivo. Intenso e persistente, ampio, con netti sentori di gelatina d’albicocca, erbe aromatiche e balsamiche, miele, dattero e confetto. Dolce ma sapido, piacevolmente iodato, caldo, pieno e continuo, di grande persistenza aromatica. Giovane ma già di buon equilibrio.
Litan 2012 - Ambrato carico. Molto intenso e persistente, con netti sentori di confettura d’albicocca, miele di castagno, erbe secche aromatiche, un po’ iodato e balsamico. Dolce ma sapido, con piacevole vena iodata e tannica, caldo, pieno ma snello, di buona persistenza aromatica. Giovane ma abbastanza equilibrato.
Due parole sui vini. Il Cinque Terre Doc è ottenuto dai vitigni Bosco (minimo 40%), Vermentino e Albarola da soli o congiuntamente (non più del 40%) e massimo 20% di altri vitigni raccomandati-autorizzati per la provincia spezzina, sono unici nel suo genere. Il primo, Cinque Terre è un vino bianco dal colore paglierino con riflessi verdolini, dal profumo delicatamente floreale- vegetale e fruttato (vi si colgono sentori di fiori di d’acacia leggermente essiccati, erbe montane e aromatiche, agrumi verdi come limone e cedro, e netta e inconfondibile nota iodata. In bocca è secco, molto sapido e iodato, caldo, di buon corpo, persistenza e carattere.
Il secondo, Cinque Terre Sciacchetrà è ottenuto quasi esclusivamente dal vitigno Bosco. Un passito di buona longevità, che si esprime al meglio, evolvendosi nel tempo. Di colore paglierino carico a giallo dorato da giovane (2-3 anni), si fa dorato carico con riflessi ambrati se mediamente affinato (5-6 anni), assume un colore ambrato con nuances rossicce se molto affinato (10-15 anni). Dopo un lunghissimo affinamento in bottiglia (dai 20 ai 30 anni) si presenta ambrato molto carico con netti riflessi rossicci tendenti al marroncino. Da giovane, al naso si presenta intenso, persistente e ampio con sentori d’albicocca e pesca e mature, e lieve di semi d’anice. Se mediamente affinato, si fa più composito e ampio, dove spicca la confettura d’albicocca e pesca, erbe secche aromatiche e lieve di vaniglia. Se lungamente affinato in bottiglia, si presenta con netti sentori di pesca gialla e albicocca mature e un po’ essiccate, fico secco, prugna secca cotta, miele di castagno, e sempre di molta finezza e personalità. Dal sapore dolce ma non stucchevole, molto sapido, caldo, pieno, vellutato e suadente, di buona persistenza aromatica se mediamente affinato. Se molto affinato, diventa delicatamente dolce, sapido, caldo, vellutato ma nervoso per la piacevolissima vena tannica e iodata, di gran corpo e continuità, di estrema persistenza aromatica.
I produttori consorziati
Azienda Albana La Torre di Campiglia
Azienda Agricola Arrigoni Riccardo di La Spezia
Azienda Agricola Begasti di Monterosso al Mare
Azienda Agricola Buranco di Monterosso al Mare
Azienda Burasca di Manarola
Azienda Cantina Sassarini di Monterosso al Mare
Azienda Cantine Litan di Riomaggiore
Azienda Agricola Cheo di Vernazza
Azienda Agricola Forlini Cappellini di Manarola
Azienda Cantina La Polenza di Corniglia
Azienda Agricola Luciano De Battè di Manarola
Azienda Agricola Possa di Riomaggiore
Azienda Agricola Riccardo Fino di Riomaggiore
Azienda Agricola Walter De Battè di Riomaggiore
Sottocategorie
Virgilio Pronzati
Da oltre 40 anni mi occupo d’enogastronomia come giornalista specializzato, docente in vari istituti di Stato liguri e in corsi promossi da vari Enti. Faccio parte della Commissione di degustazione vini Doc Golfo del Tigullio e Valpolcevera, nonché in quella delle Docg. Autore e coautore di vari libri sull’argomento.
Virgilio Pronzati
Luigino Filippi
Dal 1992, ha scritto per una decina di testate e Guide di ristoranti italiani ed esteri. Numerosi i reportages anche su alberghi. Profonda conoscenza Liguria e Costa Azzurra.
Giancarlo Pizzo
Enogastronomo e Gourmet,
Dal 1980 impegnato nella realizzazione e gestione di attività turistico ricettive,
Patron del ristorante Antico Genovese dal 1994 al 2010,
coordinatore di grandi eventi nazionali ed esteri per la promozione del patrimonio agroalimentare Italiano.
Docente dal 1995 presso vari Istituti Professionali per la formazione di giovani ed adulti.
Relatore in convegni aventi a tema l’enogastronomia e le tradizioni alimentari.
Mara Musante
MARA MUSANTE
Giornalista specializzata in enogastronomia e turismo, traduttrice laureata in lingue portoghese e francese, consulente di tour operator e addetta ufficio stampa del Cioccolato Liguria Club.
Pietro Bellantone
E' il PR di EventidAmare, un'associazione turistica, culturale ed enogastronomica che si propone la realizzazione di eventi che concorrano alla valorizzazione e rivalutazione del patrimonio ligure, sia in contesti nazionali che internazionali
Alessia Cotta Ramusino
Giampiero Fasoli
Giampiero Fasoli,
rappresentante di prodotti biologici.
Nato a Genova, diplomato agrotecnico e laureato in sociologia (indirizzo territorio ambiente).
Appassionato di musica, antropologia, viaggi e gastronomia.
Partecipato e ottenuto l'idoneità nei corsi di degustazione vini AIS e ONAV, di Assaggiatore di Pesto Genovese
indetto dalla Provincia di Genova (Istituto Trucco) e sulla Focaccia Genovese indetto dall'ISCOT di Genova.
Mirka Frigo
Appassionata del vino e del suo mondo, è Sommelier dal 2000 e dal 2002 collabora con il Movimento Turismo del Vino Lombardo. E’ docente di corsi presso diverse Associazioni della Lombardia. Crede nel fattore terra come parte essenziale di ogni vino che, insieme all’uomo, lo rendono affascinante ed unico. Partecipa sovente a Concorsi in veste di giudice.
Alessandra Pocaterra
nata a Genova, sommelier, già Delegata AIS di Genova, wine and food blogger e organizzatrice di eventi. Membro dell'associazione Nazionale Donne del Vino. Grande appassionata del mondo del vino da più di 20 anni, ho fatto tutti i corsi possibili: Anag, Onaf, Ais e master su: acqueviti, vini francesi e persino un corso sul caffè. Faccio parte della commissione di degustazione vini Doc Golfo del Tigullio e Valpolcevera. Ho studiato lingue: inglese, francese, tedesco e spagnolo.