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Montecucco Sangiovese Docg. L’altro Sangiovese

 

Dalla vendemmia 2011 il vino prodotto alle pendici del monte Amiata può fregiarsi della denominazione di origine controllata e garantita. E’ cambiato anche il sistema delle Doc che oltre al Montecucco Rosso, Montecucco Bianco e Montecucco Vermentino oggi comprende nuovi gioielli enologici: il Montecucco Rosato, il Montecucco Vin Santo e il Montecucco Vin Santo Occhio di Pernice.

 

 

 

E’ il Sangiovese dell’Amiata: la nuova promessa del vino toscano. Nasce dalle uve coltivate con amore e cura nei 7 comuni della denominazione di origine controllata e garantita, la Docg in vigore da settembre 2011; e in particolare nei comuni di Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seggiano. Il Montecucco Sangiovese Docg è il gioiello enologico della Maremma toscana, un grande rosso ottenuto con una delle rese per ettaro più basse d’Italia: appena 70 quintali di uva per ogni ettaro di vigna. Vigne che sono situate tra i 150 e i 400 metri sul livello del mare, alle pendici del monte Amiata, in una zona il cui clima fresco e ventilato è influenzato dalle correnti in arrivo dalle aree interne dell’Italia centrale e dall’aria marina della costa tirrenica e dall’Argentario. Questo microclima unico, congiunto a un terroir ideale, nonché a un sapere “tecnico”, fa del Montecucco un’area di enormi potenzialità e una destinazione enoturistica di eccellenza.

 

 

 

 

Dalla vendemmia 2011 decorrono le nuove regole per i produttori che rivendicano la Docg Montecucco Sangiovese. Il disciplinare di produzione prevede l’utilizzo di almeno il 90 per cento di vitigno sangiovese, anche per la Riserva, e l’invecchiamento minimo di 12 mesi in legno e 4 in bottiglia, che passano a 24 e 6 per la tipologia Riserva. Le rese per ettaro scendono a 70 quintali per ettaro.

 

Sempre da quest’anno cambiano le regole produttive anche dei vini Doc, che si arricchiscono inoltre di nuovi gioielli. Il nuovo disciplinare del Montecucco Doc prevede le tipologie: Rosso, Bianco, Rosato, Vermentino, Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice. Il Rosso prevede un minimo di 60 per cento di uve sangiovese e nessun passaggio in legno obbligatorio. E’ pronto al consumo il primo settembre dell’anno successivo alla vendemmia. La versione Rosso Riserva fa invece 12 mesi di legno e 6 di affinamento in bottiglia e va in commercio a partire dal primo di novembre due anni dopo la vendemmia. Il Montecucco Doc Bianco è fatto con uve vermentino e/o trebbiano in quantità non inferiore al 40 per cento dell’uvaggio. Il Rosato con almeno il 70 per cento di uve sangiovese e/o ciliegiolo “vinificate in rosato”. Il Vermentino è ottenuto da almeno l’85 per cento di vitigno vermentino. Infine il Vin Santo, da malvasia bianca, grechetto e trebbiano per almeno il 70 per cento; e il Vin Santo Occhio di Pernice, fatto con le uve rosse della varietà sangiovese (almeno il 70 per cento), due tipologie quest'ultime molto legate alla tradizione vitivinicola toscana.

 

Per i produttori e i soci del Consorzio del Montecucco il cambiamento rappresenta un passo importante ma, afferma il presidente del Consorzio del Montecucco, Claudio Carmelo Tipa, “questo vuol dire anche maggiore coesione e coraggio, e un’esortazione a continuare a lavorare con passione e serietà per rendere il Sangiovese dell’Amiata, una realtà importante anche a livello internazionale”.

Un decennio di grande crescita

Poco più di dieci anni fa con il nome del Montecucco Doc venivano prodotte poche decine di migliaia di bottiglie e sul territorio si contavano una decina di cantine. Tra il 2000 e il 2010 il Montecucco Doc si fa largo nella costellazione dei grandi vini toscani, crescendo in qualità e quantità. Un passaggio fondamentale per lo sviluppo della denominazione è stata la nascita del Consorzio di Tutela, fondato da 21 produttori nel 2000, due anni dopo il riconoscimento della Doc. La capacità di essere quotidianamente al fianco dei produttori, l’attività di promozione del marchio, l’attenzione posta alla qualità del prodotto finito, sono tutti elementi che hanno permesso al Consorzio di conquistare la fiducia delle aziende locali più importanti, alle quali si sono aggiunte con il tempo alcune delle più importanti case vitivinicole nazionali. Dopo il 2000 la denominazione è cresciuta nei numeri, ma l’ultimo decennio è stato determinante anche per gli investimenti in nuovi vigneti e cantine. Un fenomeno ancora più interessante se si pensa che la Doc Montecucco è stata riconosciuta soltanto nel 1998. A distanza di tredici anni i produttori oggi vantano la Docg per la tipologia Montecucco Sangiovese.

 

Il Consorzio rappresenta 52 aziende su circa 70, oltre 500 ettari di vigneto su una superficie vitata complessiva di 750/800 ettari; e oltre di 1,2 milioni di bottiglie su una produzione complessiva di 1,8 milioni l’anno. Numeri destinati a crescere, visto che il potenziale produttivo del Montecucco, se tutti i vigneti fossero dedicati alla Doc e alla nuova Docg, sfiorerebbe i 5,5 milioni di bottiglie. Un’altra grande sfida per il futuro riguarda il potenziamento dell’offerta enoturistica. Oggi quasi tutte le cantine hanno un punto vendita aziendale e sale degustazione per eventi e tasting guidati. Il 30 per cento di queste aziende offre anche il pernottamento, con un livello di qualità medio - alta, in immobili rurali recuperati, arredati con gusto, quasi sempre con la ristorazione interna. Nell’insieme si tratta di un’offerta enoturistica di oltre 130 posti letto, in un territorio tra mare e montagna, di grande bellezza paesaggistica e interesse storico e culturali.

 

Una Vigna Museo per conservare le antiche varietà

La Vigna Museo è stata realizzata grazie a un progetto del Consorzio di Tutela Montecucco Doc, dell’Università di Pisa e della Comunità Montana dell’Amiata Grossetano all’interno del territorio di Cinigiano. Occupa un’area di 4mila metri quadrati nei pressi di Poggi del Sasso, completamente recuperata dal punto di vista naturalistico. Si tratta di una vigna a piede franco di oltre 200 anni di età, non intaccata dalla fillossera. All’interno dell’antico vigneto il dipartimento di Coltivazione e Difesa della vite dell’Università di Pisa ha condotto un’approfondita ricerca, individuando una serie di vitigni antichi e autoctoni che sono stati successivamente reimpiantati a scopi conservativi. Le varietà censite sono: il canaiolo, il ciliegiolo, il brunello, il mammolo, la foglia tonda e alcuni cloni secolari di sangiovese. Preservati dall’estinzione, si stanno studiando le potenzialità di questi vitigni. Si pensa anche di ricavarne il genoma e di realizzare cloni utili ai coltivatori amiatini che decidano di impiantare nuove vigne per valorizzarli anche dal punto di vista produttivo ed economico.

 

Il Museo della Vite e del Vino di Montenero d’Orcia

E’ ospitato in un edificio annesso all’ex fattoria di Montenero d’Orcia e fa parte del sistema museale Amiata. Il Museo della Vite e del Vino custodisce immagini descrittive della cultura vitivinicola, oggetti tradizionali, strumenti da lavoro d’epoca, vecchi utensili e macchinari per la vinificazione. Di particolare interesse è il “pigiauva”, un torchio del 1700 reperito nelle campagne di Petricci (nel comune di Semproniano), completo di scafo, leve e grate originali, impiegato per la spremitura delle uve fino al 1910. All’interno del Museo il visitatore può trovare informazioni anche su altri due importanti prodotti dell’Amiata: la castagna e l’olio extravergine di oliva. Nel Museo è presente un percorso audio-tattile per non vedenti. Il Museo della Vite e del Vino è aperto su appuntamento fino a Pasqua, il fine settimana fino a giugno e tutti i giorni in estate. Piazza Centrale 2, Montenero d’Orcia. Tel. Strada del Vino 0564.994630 e Comunità Montana 0564 969602. www.sistemamusealeamiata.it

 

La fascetta di garanzia

Per una migliore garanzia del prodotto il Consorzio di Tutela Montecucco Doc ha adottato già dal 2003 una fascetta con il proprio logo applicata sul collo delle bottiglie per garantire la qualità dei vini. Le fascette, numerate progressivamente, sono rilasciate solo dopo un severo esame organolettico e sull’origine del prodotto da parte di una commissione interna al Consorzio.

 

Montecucco, un nome, una Docg e sei Doc – Analisi sensoriale.

Montecucco Sangiovese Docg

Di colore rosso rubino di media intensità, in cui emergono riflessi granata, al naso si presenta vigoroso e sincero, con sentori di confettura di amarene e di prugne, che si accompagnano a note di vaniglia, di tabacco e di fiori secchi. In bocca si dimostra ampio, elegante, decisamente tannico, caratterizzato da note fruttate ed un intenso e lungo finale.

Montecucco Vermentino Doc

Di colore giallo paglierino intenso, con riflessi verdognoli, al naso è intenso, persistente, fresco, con sentori di frutta a polpa bianca ben amalgamati ad aromi vegetali. In bocca è morbido, sapido, dotato di una buona acidità, con sentori di pesca e di mela verde.

 

Montecucco Rosso Doc

Di colore rosso rubino intenso, al naso rivela una spiccata morbidezza, in cui si emergono ciliegie e frutti rossi come il ribes e la mora. In bocca è rotondo, sapido, complesso, di buona struttura, dove agli elementi tannici si accompagnano note di frutto e di vegetale.

Montecucco Bianco Doc

Di colore giallo paglierino, al naso si evidenziano spiccate note di fiori di campo e rose. In bocca è sapido, con note agrumate accompagnate da frutti a polpa bianca.

Montecucco Rosato Doc

Il colore varia dal rosa tenue al rosa cerasuolo, con un naso caratterizzato dalla rosa, dalla fragola ed dal melograno. In bocca è morbido, giustamente acido, di facile e piacevole beva.

Montecucco Vin Santo Doc

Di colore giallo oro, con riflessi topazio. Al naso rivela note agrumate, vaniglia e miele di acacia. In bocca è ben equilibrato con note di miele e di mandorla, ben disteso per un lungo finale.

 

Montecucco Vin Santo Occhio di Pernice Doc

Di colore ambrato carico, al naso si offre ricco e concentrato, con profumi di confetture di amarena, di prugna e canditi di frutta rossa. In bocca è pieno, quasi cremoso, armonico, complesso, di lunghissima persistenza.

DATI DI PRODUZIONE

 

Produzione 2005-2010

Campagna

vendemmiale

Ql uva Doc

Ql uva soci

Vino doc

Vino soci

Bott.

Potenzial. Doc

Bott. Potenzial. soci

2005

--

9.372,80

--

6.560,96

--

874.794

2006

--

9.805,91

--

6.864,14

--

915.218

2007

20.195,65

13.289,88

14.136,97

9.824,29

1.884.929

1.309.919

2008

19.517,18

12.322,61

13.490,03

9,016,73

1.798.669

1.202.231

2009

21.312,52

14.618,06

14.919,00

10.298,54

1.989.200

1.373.138

2010

22.598,00

14.612,10

15.818,60

10.314,91

2.109.146

1.375.321

 

 

Ha iscritti albi Montecucco

ISCRIZIONE DENOMINAZIONI

Ha

%

Bianco

15,1612

1,10%

Rosso

734,8047

53,18%

Sangiovese

608,9978

44,07%

Vermentino

22,779

1,65%

TOTALI

1381,743

100,00%

Un territorio magico e ancora integro

Una leggenda di cui ci parla Pio II nei suoi Commentari, narra che Carlo Magno diretto a Roma per essere incoronato imperatore dal Papa Leone III passando per luoghi del Monte Amiata e della Maremma, con l'esercito fiaccato dalla peste, ebbe in sonno l'apparizione di un angelo che gli disse “alzati e quando avrai salito quel giogo, scaglierai un dardo e coglierai quell'erba nella cui radice si sarà conficcata la freccia, la tosterai sul fuoco e ridotta in polvere la darai a bere insieme al vino ai malati”. La leggenda vuole che l'esercito guarì.

 

Il territorio dove è inserita la Doc Montecucco è, leggenda a parte, un territorio magico, un ambiente naturale, compreso tra la Maremma e le pendici del monte Amiata, trasformato nei secoli dagli uomini, senza alterare il vitale equilibrio naturale. Qui la vite e l’olivo, coltivati con amore e cura, sono da sempre due pilastri dell’economia locale e attraverso il lavoro dell’uomo sono diventati due elementi imprescindibili del paesaggio. Un paesaggio fatto di vigneti e colline, di borghi medievali ben conservati e di realtà agricole moderne e responsabili. Si alternano con ricchezza di sfumature la macchia mediterranea, i pascoli, i castagneti, gli oliveti le vigne e le dolci colline delle vallate dei fiumi Ombrone e Orcia. Ed è proprio quest’ultimo a segnare il confine orientale dell’area di produzione del vino Montecucco, separandola dalla zona del Brunello di Montalcino. Ma tutta l'Amiata è circondata dalle terre dei grandi vini toscani.

 

Da qualsiasi lato ci si vuole addentrare in questo territorio, subito se ne percepisce la sua immensa biodiversità, la sconfinata varietà vegetale faunistica e produttiva. Risalta in modo evidente come nel corso dei secoli questo territorio sia stato preservato, tutelato e sapientemente arricchito. Non a caso molte aziende del Consorzio di Tutela del Montecucco, ottimamente integrate nel paesaggio, hanno conservano la millenaria vocazione agricola e non solo vitivinicola, la quale gode di condizioni climatiche estremamente favorevoli visto la vicinanza con il Mar Titrreno contrapposta “al riparo“ del Monte Amiata. Questi fattori determinano un clima ideale per la vitivinicultura. Luce intensa, adeguata ventilazione, giusto apporto idrico invernale e soleggiate estati con sensibile escursione termica, sono gli eccellenti ingredienti per produrre un ottimo vino, quale è il Montecucco Doc. Naturalmente tutto ciò va sommato a un'antica tradizione vitivinicola tramandata da una generazione all'altra, in piena simbiosi con la natura.

 

L'Amiata, si sa, è un vulcano spento. A conferma basta osservare il suo profilo e la viva attività sotterranea è testimoniata dalle numerose sorgenti termali che sgorgano a temperature elevate. I suoi terreni, pertanto, sono ricchi di composti lavici, i quali donano soprattutto alla vite mineralità e sapidità. E’ grazie a questa alchimia composta da un territorio incontaminato, un clima favorevole e dalla rispettosa ed esperta mano dell'uomo, che questa area della Toscana ha potuto elevare ai migliori livelli le produzioni di vino e olio extravergine d’oliva.

 

Il territorio della Strada del Vino Montecucco abbraccia antichi e suggestivi borghi, gelosamente e sapientemente preservati dal tempo, avvolti in un paesaggio suggestivo e affascinante, tipico dell'entroterra collinare maremmano. Case affastellate una sull'altra, splendidi palazzi nobiliari, castelli, viuzze, antiche cantine e chiese piene di opere d'arte. Borghi che, con le loro pietre, sono i testimoni attenti di una millenaria storia che parte da lontanissimo. I primi a dimorare da queste parti furono gli Etruschi (le prime testimonianze del territorio ci sono offerte da un dipinto primitivo ritrovato nella cosiddetta grotta dell’Arciere, databile tra il 5000 ed il 3000 a.C.) per poi proseguire con i Romani, i Longobardi, i monaci Benedettini, fino ad arrivare alle famiglie nobiliari come i Medici. Tutti consapevoli dell’importanza strategica che questa zona ha rivestito nel tempo. Ogni epoca e ogni colonizzazione hanno lasciato segni, tracce distintive della propria cultura, evidenti ancora oggi. Sapori, odori e colori rivivono tra i vicoli di questi borghi oggi come in passato, il tempo non ha scalfito la bellezza e l'autenticità dei luoghi.

 

Uno scrigno di sapori e di cultura per il turismo enogastronomico

Perdersi e girare a zonzo tra i vigneti e i borghi del Montecucco Doc sarebbe una gita ideale per qualsiasi viaggiatore alla ricerca del bello e del genuino. La Strada del Vino del Montecucco, la più recente delle 3 Strade nella provincia di Grosseto, attraversa le zone più importanti della Docg regalando metro dopo metro paesaggi suggestivi e borghi rurali meravigliosi. Partendo da Paganico, centro vitale e moderno con un'interessante cinta muraria a quattro porte del IV secolo, si prosegue verso Sasso d'Ombrone. Pochi ma suggestivi chilometri dividono i due paesi. Lungo il piacevole percorso, in leggera salita, si resta affascinati dalla bellezza del paesaggio e da un antico ponte medioevale, il ponte sull'Ombrone. Proseguendo ancora si arriva fino a Poggi del Sasso, borgo rurale e sede del Consorzio di Tutela Montecucco.

E' questa l'area più vitata, ricca di cantine e aziende, ma anche interessante per i bellissimi castelli di Vicarello e Colle Massari. Poco distante da Poggi del Sasso ecco la splendida Fattoria di Montecucco che ha dato il nome alla denominazione di origine.

 

Da Montecucco si arriva facilmente a Cinigiano, borgo medioevale che ospita il centro informazioni sulla Strada del Vino. A Cinigiano ci sono da visitare le cantine del Cassero aperte durante la festa dell'uva di ottobre, una delle tante manifestazioni enogastronomiche che il paese offre. Poco distante, il Castello di Porrona, incantevole borgo, punto di rappresentanza e di immagine per la Doc Montecucco. Altra importante tappa è il borgo di Montenero con il suo pozzo seicentesco e la porta della cinta muraria. Questo borgo fa parte del Comune di Castel del Piano ed è l'altra capitale del Montecucco. E' presente e vale la pena visitare il Museo della Vite e del Vino. Ottimo sarebbe capitarci d'estate dove all'interno di un parco è allestita un’enoteca all'aperto per la degustazione dei vini Montecucco.

 

Montelaterone è il paese che si incontra prima di arrivare a Castel del Piano, merita una sosta e una foto al suo centro storico, conservato in eccellenti condizioni. Come anche il centro di Montegiovi, dove in settembre si organizza una caratteristica sagra della bruschetta. Castel del Piano è uno dei centri abitati più importanti del Monte Amiata. Ci sono molti luoghi da visitare, eccone alcuni: Palazzo Nerucci, la porta dell'orologio, la Porta Castiglionese, Corso Nasini, Palazzo Monaci, Cantucci, Bruni, Alluigi, Cerboni, il Teatrino e la Loggia della Mercanzia.

 

Il viaggio si conclude a Seggiano, caratteristico centro storico ricco di cantine scavate nella roccia, famoso, oltre che per il vino anche per il suo ottimo olio extravergine d'oliva. Da vedere le Logge del Mercato e il Castello del Potentino, oltre al famosissimo Giardino d'Arte dell'artista Daniel Spoerri. Molte sono le aziende agrituristiche, con buona ricettività e naturalmente in ogni Comune sono presenti ottimi ristoranti e trattorie tipiche, dove assaporare una delle cucine tradizionali più apprezzate. Con un territorio ricco di fauna, materie prime eccellenti, prodotti tipici tutelati e una forte cultura agro-alientare non poteva essere altrimenti.

Luoghi, eventi, gastronomia (suddivisi per Comune.)

 

Arcidosso:

Rocca Aldobrandesca

Pieve di Santa Maria ad Lamulas

Torre giusdavidica (Monte Labbro)

Tempio tibetano Merigar

Museo delle miniere (Sito a Santa Fiora)

Riserva naturale Monte Labro (al cui interno è compresa la riserva faunistica del Monte Amiata)

Sagra Castagna (ottobre)

Scrittori da Bere (luglio)

 

Campagnatico:

Santuario Mariano, c’è una madonna della scuola di Duccio e presenta importanti affreschi.

Pieve di San Giovanni Battista

Rocca aldobrandesca

Pieve Vecchia, ovvero ruderi di una villa romana

Castello di Stertignano

Nave di Montorsaio, vecchio convento immerso nel bosco.

Colonne della Sabatina, ruderi romani

Chiesa di S.Antonio

È presente un agriturismo (Gli Albori) che ha ricreato un villaggio di stampo paleolitico.

Sagra delle Lumache (luglio-agosto)

Palio dei Ciuchi (settembre), con corteo storico e sbandieratori

 

Castel del Piano:

SS. Maria delle Grazie

Chiesa della Propositura

Palazzo Nerucci, sede del comune di Castel del Piano (lo stesso presenta interessanti cantine interrate)

Riserva naturale Poggio all’Olmo

Palio delle Contrade (settembre)

Raccolta d’arte Palazzo Nerucci

Museo della Vite e del Vino (Montenero d’Orcia)

Civitella Paganico:

Chiesa di San Michele Arcangelo

Badia Ardenghesca

Castello di Pari

Castello di Monte Antico

Castello di Casenovole

Sagra della Granocchia (settembre)

Bagni di Petriolo, impianto termale al confine con la provincia di Siena

 

 

Cinigiano:

Castel Porrona

Castello di Collemassari

Castello di Vicarello

Tenuta di Montecucco

Monastero di Siloe, una volta concluso sarà il primo monastero eretto nel nuovo millennio.

Sagra del Capitone (settembre)

Sagra dell’uva (ottobre)

Sagra della castagna (ottobre)

Calici di stelle (agosto)

 

Seggiano:

Chiesa di San Bernardino: contiene le reliquie del santo.

Convento del Colombaio: primo monastero in provincia di Grosseto

Chiesa di San Bartolomeo

Giardino di Daniel Spoerri

Castello di Potentino

Sagra dei Pici

 

Roccalbegna

Chiesa dei Santi Paolo e Pietro

Castello di Triana

 

Prodotti e piatti locali

Montecucco Doc

Castagna amiatina Igp

Formaggio Pecorino Toscano Dop

Biscotto salato di Roccalbegna (in fase di riconoscimento Dop)

Olivo extravergine “Olivastra Seggianese” (in fase di riconoscimento Dop)

Castagna del Monte Amiata (in fase di riconoscimento Dop)

Miele

Zafferano

Tartufo

Fungo porcino dell’Amiata

Bruschetta (pane e olio, alcune volte con aggiunta di aglio); tipicamente locale, vista la diffusione degli olivi.

Pinci, Pici o Strozzapreti, pasta fatta in casa, tipicamente condita con ragù di vitella o di selvaggina.

Polenta di Castagne

Acquacotta ai funghi porcini: una sorta di zuppa di pane, con aggiunta di funghi porcini, prodotto diffuso su tutto il territorio

Zuppa di funghi

Zuppa di lumache

Piatti a base di carne di cinghiale e cacciagione

Castagnaccio

 

 

Ufficio Stampa Consorzio Montecucco Doc

Massimiliano Rella,   cell 347 8872490 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Vittorio Introcaso,     cell 333 4760082 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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