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Il MOSCATO RESTA PATRIMONIO DEI PIEMONTESI.

Il MOSCATO RESTA PATRIMONIO ESCLUSIVO DEI PIEMONTESI.

RESPINTA  DAI GIUDICI AMMINISTRATIVI  DEL LAZIO LA

RICHIESTA DI DOCG CHE AVREBBE FAVORITO LA VENETA “ZONIN”


I  viticoltori del Moscato d'Asti hanno vinto la loro battaglia nella

difesa dell'integrità del territorio sottoposto al disciplinare che

regola anche la produzione dell'Asti spumante.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, in accoglimento

dei ricorsi presentati dalle Associazioni Produttori Moscato D'Asti

Associati, dalla Federazione Regionale Coldiretti, dai Comuni del

Moscato e Muscatellum,ha recentemente annullato il D.M. 16.5.12

che aveva incluso nell’area DOCG parte del territorio del comune di

Asti, tra cui i terreni ci sono quelli che appartengono all'azienda agr-

icola “Castello del Poggio” di cui è proprietaria la “Zonin” la nota

grande azienda veneta.


In virtu’ della sentenza i comuni del disciplinare dell’Asti e Moscato

d’Asti tornano ad essere solamente 52.   Sempre  il TAR ha anche

dichiarato cessata la materia del contendere con riferimento al pro-

cedimento originato dal ricorso della “Castello del Poggio”  contro il

DM 21.11.2011 che non includeva nella DOCG il territorio del Comune

di Asti e i terreni di Castello del Poggio. Il ricorso ha visto protagonista

in prima linea la Produttori Moscato d'Asti Associati, il sodalizio che rap-

presenta la stragrande maggioranza degli agricoltori del moscato.

Per effetto di tali decisioni, il Disciplinare di produzione della Denominazione

di Origine Controllata e Garantita dei vini “Asti” come    regolato    dal

D.M. 21.11.2011 torna in vigore. Verrà quindi rimossa anche l'iscrizione alla

ùdocg dei vigneti nel territorio del comune di Asti oggetto della contesa.

Della  vicenda si è discusso anche durante il convegno-conferenza svoltosi

nei giorni scorsi a Canelli sempre organizzato dalla Produttori Moscato d'Asti

Associati presenti  gli avvocati Lodovico e Luigi Isolabella e Nicola Pietrantoni

di Milano cui si è aggiunto l'avv. Roberto Colagrande dell'Aquila che hanno

seguito la vertenza legale.

Già le perizie tecniche avevano reso evidente come i vigneti nel territorio di

Asti non siano idonei a fregiare della docg il moscato che rimarrà quindi sem-

plicemente “Moscato Piemonte”. “Ci riteniamo  molto soddisfatti dell'obbiet-

tivo raggiunto – spiega il presidente della “Produttori” Giovanni Satragno –

perchè , sostanzialmente ,con un provvedimento “anomalo” qual'è stato il de-

creto dell'ex ministro dell'Agricoltura De Castro nel maggio del 2008 si attribuiva

la docg al territorio del comune di Asti dove, guarda caso, si trovano anche i

terreni della “Castello del Poggio”.  “E' passato così il principio – aggiunge – che

i nostri viticoltori sono gli unici ed esclusivi detentori della docg e che la proposta

di variazioni deve essere avvallata da almeno il 51 per cento dei viticoltori stessi i

quali devono possedere non meno del 66 per cento dei terreni. Cosa che non è

mai avvenuta”.

In un comunicato la “Produttori” precisa però che la parola fine forse non è ancora

calata sulla vicenda e difficilmente la “Zonin” si fermerà.  Al convegno di  Canelli erano

presenti anche i vertici del Consorzio di tutela dell'Asti. “Osserviamo con attenzione

l'evolversi della querelle- spiega il direttore Giorgio Bosticco – e nostro compito prin-

cipale è la tutela della denominazione e delle disposizioni che la regolano.

Certo il momento non è dei migliori per il mercato del Moscato con cali nelle vendite

un po' dovunque anche se cerchiamo di sbloccare la situazione. Ora stiamo puntando

anche sulla Cina dove siamo stati in missione recentemente”.

Luciano Scarzello

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