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5° THE WINE REVOLUTION

di Virgilio Pronzati

Tasting di Vini Naturali a Sestri Levante

Per la legge il termine vino naturale non è consentito. Chi l’ha usato in etichetta è staso condannato a pesanti pene pecuniarie.  E’ vero che anche i vini prodotti con tecnologie e additivi diversi sono anch’essi naturali e non di sintesi. Ma la differenza è sostanziale. In particolare sulla salute dell’uomo e dell’ambiente.  I vini cosiddetti vini naturali contengono poca anidride solforosa e sono esenti da altri additivi e trattamenti chimici. Lo stesso nel vigneto. Condizioni che ovviamente rendono maggiormente difficoltoso il lavoro di chi li produce.  Ossia produrre vini naturali significa agire nel pieno rispetto del territorio, della vite e dei cicli naturali, limitando attraverso la sperimentazione, l’utilizzo di agenti invasivi e tossici di natura chimica e tecnologica in genere, dapprima in vigna e successivamente in cantina. Non solo.  Questo sistema produttivo permette al vino di mantenere le caratteristiche varietali del vitigno e del suo terroir.

Egle Pagano, il produttore Trinci e Beppe Faravelli

Dopo questo prologo, sorge una domanda spontanea. Se i vini naturali sono più digeribili e incontrano via via il consenso dei consumatori, quali sono le differenze organolettiche che li contraddistinguono da quelli convenzionali?  Per la parte visiva si equivalgono, benché spesso siano di sufficiente limpidezza rispetto agli altri. Più netta la differenza olfattiva: i vini tecnicamente realizzati da enologi e tecnici hanno la stessa intensità e persistenza, ma complessivamente sono più compositi e complessi. I vini naturali hanno si profumi piacevoli ma più semplici, immediati e varietali.  Inoltre, dato il sistema con cui sono prodotti, in generale si presentano con un’acidità volatile “mascherata” ma superiore rispetto agli altri vini.  Al sapore sono piacevoli e invitanti, pieni e continui con retrogusto fruttato-varietale e leggermente speziati.

Due giovani e valenti produttori sardi 

Quelli altri vini in generale sono omologati o di maggiore complessità.  Molteplici motivi d’interesse che hanno convogliato il 13 e 14 novembre 2022, all’ex Convento dell’Annunziata della Baia del Silenzio di Sestri Levante alcune migliaia di visitatori per la quinta edizione di The Wine Revolution. Una due giorni all’insegna dei vini “naturali” prodotti con la medesima filosofia.  Ben 83 produttori per oltre 500 vini provenienti da quindici regioni italiane e alcuni esteri, arrivati dalla Slovenia.  Vini di tutte le tipologie derivati da numerosi vitigni autoctoni. Non solo: tra tanti vini non potevano mancare autentiche ghiottonerie regionali,  anch’esse  quanto mai gradite.  Nell’arco di questo lustro, c’è stato un continuo miglioramento, in particolare nei bianchi secchi e nei rossi affinati in barrique e tonneaux. Un doveroso plauso agli organizzatori Paolo Cogorno e Nicoletta Zattone.

 Gli organizzatori Paolo Cogorno e Nicoletta Zattone

 

Le aziende presenti a questa quinta edizione

Sala 1

Le Sette Aje (Sicilia), Tenuta Lenzini (Lenzini), Falzari (Toscana), Ronco Severo (Friuli), Renato Keber (Friuli), Terrazzi Alti (Lombardia), Il Viticcio (Toscana), Poderi Costantini Antonio (Abruzzo), Umaia (Piemonte), Roberto Rondelli (Liguria), Progetto Centrale (Toscana), Rocche del Gatto (Liguria), Sarfati, Terre della Luna (Liguria), Nove Lune (Lombardia), Robb de Matt (Campania), Le Driadi (Lombardia), La Morella (Piemonte), Daniele Ricci Cascina San Leto (Piemonte), Podere Cervarola (Emilia-Romagna), Ilenia Spagnoli (Liguria), Vinglou, Marco Verona (Toscana), Castelsimoni, Cantina Bosco Sant’Agnese (Campania), Maison Maurice Cretaz (Valle d’Aosta), Caccianemici 

(Emilia-Romagna), Altura (Isola del Giglio), Sette (Piemonte), Barone Beneventano (Sicilia), Luna Mater (Liguria), Cantina Ferracci (Lazio), Ucci Cantina Vinicola Urbana (Piemonte), McCalin-Federico Nardi (Abruzzo), Fognano (Emilia-Romagna), Denavolo (Emilia-Romagna), Daniele Parma (Liguria), I Mandorli (Toscana), Collettivo Manfredi Franco, Terrazze Singhie (Liguria), Wine Indipendent, Tracce di Vino, La Felce (Liguria), Tenuta Grillo 

(Piemonte). 

 

 Egle Pagano e Virgilio Pronzati con il mitico Fausto De Andreis 

Sala 2 

Cascina Barban (Piemonte), Fabio Gea (Piemonte), Tenuta Maraveja  (Veneto), Casa del Diavolo (Liguria), I Cangianti By Stoppini (Umbria). Birrificio Taverna del Vara, Bar Rico, Il Poggio (Emilia-Romagna), Montepascolo (Emilia-Romagna), Podere Trinci (Toscana). 

Sala 4

Manuel Pulcini (Toscana), Giorgia Grande (Liguria), Le Cantine di Hesperia (Campania), Vite Sparse (Universo), Garage Wine, Insolente (Veneto), Filarole (Emilia-Romagna), Podere Casaccia (Toscana), Possa (Liguria), Daglio Giovanni (Piemonte), Terraquilia  (Emilia-Romagna).

 

Rossella Dasso del noto pastificio artigianale e una sua collaboratrice

Sala 5

Agricola Sassu (Sardegna), Davitha( Sardegna), Silvia Barbaglia (Piemonte), Malga Ribelle (Veneto), Castel del Piano (Toscana), Lusenti Vini (Emilia-Romagna). Castello di Stefanago (Lombardia), 

Aquila del Torre (Friuli), Shun Minowa (Emilia-Romagna), Emeran Reya (Slovenia),  Tenuta Borri (Emilia-Romagna), Deperu Holler (Sardegna), Sa Defenza (Sardegna), Cantina Carta Silet (Sardegna), Cantine di Neoneli (Sardegna), Antichi Vigneti Manca (Sardegna), Dissociazioni Enologiche, Tenuta Volpare (Trentino). 

Sala 3 Food

L’Ancia, Parlacomemangi, Binni Panedellanno 1000, Pastificio Dasso, Uncle Jack BBQ. 

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