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ITALIA LA SCURE DELLA CENSURA SULLE ALTERNATIVE A BASE VEGETALE

Ecco come una proposta di legge vuole limitare l’uso di termini come “cotolette” e “prosciutto” per i piatti vegani

 

Essere Animali evidenzia che un sondaggio l’88% degli italiani è invece a favore dell’uso di questi termini, Governo e Parlamento italiano devono intervenire: inaccettabile censurare prodotti richiesti da milioni di consumatori italiani .

L’ultima novità in fatto di agricoltura arriva direttamente dalla Camera dei Deputati, in particolare dalla Presidenza della Commissione Agricoltura, dove è stata presentata una proposta di legge “Disposizioni in materia di denominazione dei prodotti alimentari contenenti proteine vegetali”, che intende vietare per i prodotti a base vegetale l’utilizzo di nomi tipici dei prodotti di carne, come burger, salsiccia, würstel, cotoletta e altri.

La proposta di legge fa notare che si tratta, innanzitutto, di un tentativo di proteggere la produzione zootecnica del Paese, mostrando quindi un’ispirazione nettamente in contrasto con quanto indicato da tutte le istituzioni internazionali - Unione europea e Nazioni Unite in primis - che spingono sulla necessità di adottare una dieta sempre più vegetale e sostenibile, sulla base di numerosi studi scientifici e per via della necessità di contrastare la crisi climatica. 

L'introduzione del disegno di legge in Italia segue i tentativi delle autorità di regolamentazione e dell'industria dell'agricoltura animale in altre parti del mondo - tra cui Francia, Belgio e Repubblica Ceca - di limitare l'etichettatura della carne e dei prodotti lattiero-caseari di origine vegetale, mentre le alternative continuano a crescere in popolarità e quota di mercato.

Ma Essere Animali, che ha lanciato anche una petizione per fermare questa proposta di legge, rimarca che secondo un sondaggio pubblicato nel 2020 da Beuc (The European Consumer Organization) l’88% degli italiani si è espresso a favore dell’utilizzo di questi termini.

"I consumatori italiani stanno introducendo nella loro dieta un maggior numero di alimenti di origine vegetale, molti tra questi per motivi ambientali. Questa proposta è un tentativo di rallentare la crescita di questo mercato e di far deragliare i piani dell'UE per un sistema alimentare sostenibile", dichiara Claudio Pomo, responsabile sviluppo di Essere Animali.

Come specificato dalla Commissione Europea nel recente report sulla sicurezza alimentare il cibo contribuisce per circa il 45% dell’impatto ambientale dei consumatori UE, e includendo le emissioni relative alla produzione, trasporto e lavorazione dei mangimi, il settore zootecnico è responsabile per l’81-86% delle emissioni totali di gas serra dell’agricoltura. Passare a diete basate maggiormente sulle proteine vegetali è quindi necessario per ridurre l’impatto climatico dell’intero sistema alimentare.

La proposta di legge sostiene che quando per i prodotti vegetali vengono utilizzati nomi tipicamente associati a quelli a base di carne i consumatori potrebbero essere confusi rispetto al loro valore nutrizionale.

Si tratta di un argomento fuorviante, in parte perché vi sono differenze nutrizionali anche tra prodotti con lo stesso nome realizzati con diversi tipi di carne, in parte perché le alternative vegetali sono nutrienti, proteiche e presentano spesso anche vantaggi in termini di salute, come l’assenza di colesterolo e la minore presenza di grassi. Inoltre, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha già dichiarato nel 2015 che la carne rossa lavorata è cancerogena e che la carne rossa è probabilmente cancerogena, sulla base di oltre 800 studi.

Per questo motivo Essere Animali ha lanciato una petizione, con cui chiede al Governo di impegnarsi per bloccare questa proposta. 

 "Le alternative a base vegetale sono fondamentali per quella sostenibilità così necessaria allo sviluppo e alla tutela del nostro Pianeta, Italia compresa. Anche il nostro paese è sempre più colpito dalla crisi climatica e l’industria alimentare ha un peso ambientale importante. Per questo motivo non possiamo rimanere a guardare di fronte a un tentativo di indebolire un settore in crescita e importante per tutti noi. Coinvolgeremo e mobiliteremo i cittadini e tutti i consumatori per evitare che ciò accada", conclude Pomo.

 

Chiara Caprio

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