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Alla Martinenga un suggestivo matrimonio

tra piatti indiani e vini del Marchese Alberto de Grèsy.

 

Alberto di Grésy, nella Martinenga di

Barbaresco, la più importante delle sue

quattro aziende, ama realizzare, a presti-

gioso contorno della sua notevole attività,

significativi eventi culturali-enogastronomici.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alberto di Grésy, considerato l’ambasciatore

del Barbaresco nel mondo.

Ciò accompagnando alle specialità preparate dai famosi chef internazionali, italiani e stranieri, che sono chiamati a partecipare ogni volta, i vini Barbaresco della Tenuta nelle varianti Martinenga, Camp Gros e Gaiun.  La più recente proposta è stata quella che ha visto “abbracciare” virtuosamente, la cucina indiana ai vini del Marchese di Grésy. Un accostamento apparentemente azzardato, che invece non poteva non fornire esiti eccellenti: da un lato una splendida conduzione della preparazione dei piatti da parte di Usha Subrahmanyam e Swaminathan Iyer, famosi rappresentanti della cucina indiana (direttamente da….New York…………), dall’altro gli eccellenti vini di Alberto di Grésy, selezionati da Jeffrey Chilcott, cellarmaster neozelandese dell’Azienda.

 

 

Swaminathan Iyer e Usha Subrahmanyam

 

Da sin: Marti G. Subrahmanyam (consorte della signora Usha) , Usha Subrahmanyam, Alberto di Grésy e Swaminathan Iyer

 

E dopo i saluti di benvenuto del cortese Alberto di Grèsy e dei suoi validi collaboratori, sono state servite agli invitati tutte le golosità indiane realizzate, dagli antipasti ai desserts e i vini, in abbinamento. Più precisamente, con gli antipasti, sono stati portati in tavola tre freschi e ottimi Langhe Chardonnay, Sauvignon e Villa Giulia 2013. A seguire, con una prima serie di piatti speziati, Shahzada ke Jhingri, Prince’s Prawns in Rich Mughlai Sauce, South Indian Ramadan Curry - Chinese Long Aubergine and Potato Korma, Thengai Sadam Tamilnadu Coconut Rice,  Bihari Subzi Labdar, Bihari Potato and Zuchini Curry, due rossi di notevoli corpo e equilibrio: il Dolcetto d’Alba Monte Aribaldo 2012 e il Barbera d’Asti Monte Colombo 2009

 

Alberto de Grésy e alcuni degli ospiti

Alcuni dei piatti preparati dagli chef indiani

Nella seconda parte, cinque piatti, uno dei quali con carne d’agnello: Malabar Egg Curry, Nawabi Korma, Baron’s Lamb Korma, Andhra Coriander Rice, Usha, Spinach Raita, Vankai Perugu Pachadi, Aubergine Yogurt Pachadi, accompagnati da un ottimo Nan Bread, che è un pane lievitato, dell’ India del Nord.

Con queste portate sono stati offerti ai commensali dei grandi rossi: il Virtus 2005, un uvaggio di Cabernet e Barbera, Martinenga Gaiun del 2005 e 2001. Ed ancora, al termine di questa piacevolissima maratona enogastronomica: Chatrapati Kesar ka Shrikhand, Chatrapati Shivaji Saffron Yoghurt Desert e Begum ki Badami Tukda - Baroness’s Almond Delight.  Tutto ciò sposato al Moscato d’Asti La Serra del 2013 e L’Altro Moscato, un eccezionale passito.

 

Il menù

Antipasti

Pappadums e Vadams

Crackers di lenticchie – Frittelle – Croccanti (lenticchie, peperoncini rossi, foglie di curry, assafetida, coriandolo fritto in olio di girasole). Regioni : tutta l’India, specialmente Tamilnadu e Andhra

Sennagapappu Vada

South India Chickpea Flour Vada : ceci secchi spezzettati, assafetida, foglie di curry, foglie di coriandolo, crema di peperoncino rosso – versione indiana del falafel mediorientale. Regioni : Tamilnadu e Andhra

Tomato Pachadi

Tomato Chutney : Pomodori, Chana Dal (leguminosa caratteristica dell’India), peperoncino rosso. Regioni : Tamilnadu e Andhra

Shahi Tikka

Emperor’s Chicken Tikka : Yogurt greco, aglio e ginger marinati. Assortimento di spezie masala. Cotto in forno. Regioni: India del Nord, specialmente Delhi e Punjab

Prime portate

Shahzada ke Jhingri

Prince’s Prawns in Rich Mughlai Sauce : Cipolle, peperoncino verde, ginger, spezie, pomodoro, semi di coriandolo, peperoncino rosso Kashmiri, anacardi, panna. Regioni: differenti versioni nella zona costiera dell’India, specialmente Goa, Bengala, Kerala

South Indian Ramadan Curry

Chinese Long Aubergine and Potato Korma : Salsa di cipolla e aglio, pomodorini, anacardi, salsa di semi di papavero, cocco fresco e yogurt. Regioni: India del sud (piatto musulmano), specialmente per il pasto serale che interrompe il digiuno durante il ramadan

Thengai Sadam

Tamilnadu Coconut Rice : Latte di cocco fresco con l’aggiunta di semi di senape temperati (metodo di cucina indiano nel quale l’olio viene portato a temperatura molto alta e le spezie vengono aggiunte ad esso e fritte), lenticchie “urud” (spaccate e decorticate), peperoncino rosso: Regioni: Andhra e Tamilnadu

Bihari Subzi Labdar

Bihari Potato and Zuchini Curry : Patate, zucchini, cotti lentamente per ottenere un sugo denso. Spezie: Origano indiano, Cumino nero, Cumino di Sarajevo?. Regione: Bihar

Nan Bread : pane indiano lievitato. Regione: India del Nord

 

Seconde portate

Malabar Egg Curry : Cipolle, Ginger, Aglio, Latte di cocco, Pepe nero fresco, Semi di senape, peperoncino rosso e verde, Foglie di curry. Regioni: Kerala e Sri Lanka

Nawabi Korma

Baron’s Lamb Korma : Cipolle, Misto di spezie comprendente Cumino, Coriandolo, Cardamomo, Cardamomo verde, bastoncini di Cannella, chiodi di Garofano, foglie di alloro, Yogurt Greco, brodo di Agnello, Pistacchio e Mandorle, Petto di Agnello. Regioni: Punjab (sia Lahore che Amritsar) e Uttar Pradesh (Lucknow)

 

Andhra Coriander Rice : Chutney (salsa di accompagnamento) a base di Foglie di Coriandolo, Peperoncino verde, Ginger, Aglio, Cocco fresco. Regione: Andhra

Fantasia di Usha

Spinach Raita: Spinaci saltati nello Yogurt con ingredienti temperati: Olio di girasole, Semi di Senape, Peperoncino rosso, Pomodoro, Semi di Cumino e foglie di Curry, Assafetida, Cipolle. Regioni: piatto di fantasia ispirato alla cucina di Andhra e del Punjab

Vankai Perugu Pachadi

Aubergine Yogurt Pachadi: Melanzana arrostita in Yogurt. Regione: Andhra

Nan Bread : pane indiano lievitato. Regione: India del Nord

 

Desserts

Chatrapati Kesar ka Shrikhand

Chatrapati Shivaji Saffron Yoghurt Desert : Yogurt/formaggio Labneh mescolati a zucchero e zafferano. Regione: India del Nord

Begum ki Badami Tukda

Baroness’s Almond Delight: Torta di mandorle biscottata con mandorle, zucchero, spezie. Regione: Gujarat

Brevissima storia culturale-culinaria dell'India

 

La “cucina indiana” è nella sostanza, tenendo conto di come è articolato il territorio, un insieme di tradizioni gastronomiche regionali locali.

L’India, che con circa un miliardo di abitanti rappresenta il secondo Paese del mondo come popolazione e il settimo Paese più grande del mondo, ha un patrimonio di lingue e dialetti davvero impressionante: due lingue ufficiali (Hindi ed Inglese), quindici lingue principali scritte anche con alfabeti differenti ed più di 700 dialetti. Nel corso della sua lunga storia, ha subito egemonie ed influenze diverse su zone svariate del proprio territorio. Le stesse religioni presenti che prescrivevano alimenti di differente tradizioni hanno sicuramente stabilito una varietà alimentare molto significativa. Ma anche l’architettura geografica indiana, tra differenti latitudini, prodotti della terra tropicali nel Sud, molto meno a Nord, ha una differenza nella cucina dall’uso di ingredienti

 

La storia documentata del subcontinente indiano inizia nella valle dell’Indo, nel Nord-Ovest della penisola indiana, verso il 2500 a.C. Le popolazioni indigene, di razza dravidica e con una cultura già avanzata per quel tempo, vengono sottomesse ed in parte spinte a Sud verso il 1500 a.C. dagli invasori Ariani, più chiari di pelle e provenienti probabilmente dall’Asia centrale. Le tribù ariane, nei successivi 2500 anni, si evolveranno e regneranno “nell’età dell’oro indiana”, con un eccezionale sviluppo culturale, letteratura e progresso scientifico di altissima qualità. Nell’Ayurveda si studia la nutrizione da un punto di vista energetico ed anche come la scelta degli alimenti, combinati assieme, abbiano conseguenze sullo stato psico-fisico delle popolazioni. Con la dominazione ariana si viene a determinare così, inevitabilmente, con la divisione delle caste formatesi, abitudini alimentari molto diverse. Verso il 1000 d.C. i Turchi, di religione islamica, invadono l’India del nord, stabilendo un fiorente sultanato; nel frattempo il Sud del Paese si unifica sotto l’impero Vijayanager. I musulmani introducono “l’abbigliamento cucito” (camicie lunghe e pantaloni). Gli Indiani fino ad allora utilizzavano solo abiti con lunghi tessuti non cuciti ma drappeggiati. Tra i secoli 1500-1700 imperano i Mughal (Mogul), invasori musulmani persiani, che hanno regalato all’India una seconda età dell’oro. Proprio sotto il loro dominio viene fatto costruire il famoso Taj Mahal. Hanno introdotto in India la loro attitudine per la ricercatezza negli alimenti e nei fregi, nelle decorazioni, inserendo nella cucina anche i pani lievitati, i dolci a fine pasto, l’uso della frutta secca. Abitudini che sono arrivate fino ai giorni nostri.

 

Purtroppo con la decadenza dei Mogul, l’India torna ad essere un Paese diviso e l’Europa sfrutta subito il momento costruendo dei commerci. Il colonialismo portoghese, dalle Americhe, inserirà in India cibi nuovi che attecchiranno capillarmente anche in India: patate, pomodori e peperoncino. Si giunge così al periodo della dominazione inglese, terminata nel 1947. In questo evento fu risolutiva la lunga rivolta pacifica del Mahatma Gandhi. Si estende l’impiego del tè, mentre la lingua inglese viene ad essere una delle lingue ufficiali dell’India.

Qualche tempo prima dell’indipendenza dell’India, le regioni del Pakistan e del Bangladesh, sono state dichiarate Paesi indipendenti. Il fiume Indo, che dà il nome all’India ed è stato la culla della prima civiltà di questo Paese, scorre oggi in Pakistan per più di metà del suo corso (una frazione sola attraversa l’estremo nord dell’India, mentre la prima parte del corso è nel Tibet di dominio cinese……). L’intento della separazione era permettere ai Musulmani, che non andavano più d’accordo con gli Indù da molto tempo, di avere un “territorio per sé” e terminare gli scontri. Purtroppo queste lotte religiose non si sono cancellate del tutto

 

 

L'India ed il Vegetarianismo

 

L’india vanta una delle più antiche cucine vegetariane. Gli Ariani, fino al quinto-quarto secolo a.c., praticando sacrifici animali dei quali mangiavano i resti, gradivano cibarsi di carne. Successivamente l’alimentazione si modifica, influenzata dalla dottrina dell’ahimsa, o non-violenza, che, in quel periodo viene predicata dal Buddha e da Mahavira, fondatore del jainismo. Anche l’illuminato imperatore Ashoka, convertitosi al buddismo, promuove il vegetarianismo nella popolazione. I brahmini (i sacerdoti induisti, una vera e propria casta) rendono la dieta vegetariana un precetto e così l’opzione vegetariana si divulga presto nella popolazione a tal punto che la maggior parte degli Indiani contemporanei è vegetariana. Il vegetarianismo, stranamente, attecchirà più fortemente nel Sud che nel Nord dell’India da cui era partito. La cucina. Infatti, alcuni gruppi di brahmini del Nord mangiano ancora carne o pesce.

 

La Storia

L’attuale Martinenga, secondo testimonianze risalenti al periodo dell’antica Roma, era già nota con il nome di Villa Martis: era una località dove i Liguri Stazielli si adunavano per adorare Marte, il Dio della Guerra. Ivi nacque, da umile famiglia di liberti, Pertinace Publio Elvio (PHelvius Pertinax), che divenne Imperatore romano (1° gennaio - 28 marzo 193 d. C.).

Nel 1797 i Marchesi de Grésy, già proprietari dal 1635 della tenuta di Monte Aribaldo, aggiunsero alle loro proprietà quella della Martinenga. In seguito acquisirono i possedimenti nel Comune di Cassine(AL), nel Monferrato.

A Monte Aribaldo agli inizi del XX° secolo Carlo di Grésy fece costruire Villa Giulia, un'elegante palazzina di caccia in stile Liberty di cui ancora oggi si apprezza l'integrità dell'impianto decorativo dell'esterno e dell'architettura originale degli interni.

E in questo contesto meraviglioso, molto suggestivo, tra queste mura e filari, Alberto di Grésy ha vissuto sino all’adolescenza, imparando ad amare quella terra e a ereditare un’enorme passione per la vite e per il vino, fino a convincerlo nel 1973 ad iniziare la propria produzione vitivinicola delle Tenute Cisa Asinari dei Marchesi di Grésy. Interrompendo così la vendita a terzi di quelle uve……… Oggi si producono bottiglie di vino che regnano sulle migliori tavole di tutto il mondo.

 

Uno spettacolare scorcio della “Martinenga”

Alberto di Grésy e i suoi collaboratori hanno cercato negli anni di rispettare il microclima e le sue caratteristiche, selezionando il giusto vigneto adatto alle diverse cultivar per ottenere vini diversi ma tutti dotati di grande personalità. In cantina vengono utilizzati metodi di vinificazione tradizionali, con macerazioni lunghe per poter estrarre tutti i caratteri nobili, in primis il tannino che conferisce ai nostri Barbaresco un'eleganza unicadistinguibile. A Martinenga, Alberto di Grésy con dedizione assoluta, ha selezionato tre sottozone per produrre tre differenti Barbaresco: il Martinenga Barbaresco D.o.c.g., il Camp Gros Martinenga Barbaresco D.o.c.g. (dal 1978) e il Gaiun Martinenga Barbaresco D.o.c.g. (dal 1982). Tre diversi modi di interpretare il Barbaresco, che assieme agli altri che vengono prodotti, completano l'offerta di ben 16 vini differenti e tutte eccellenti, in grado di conquistare i palati di tutto il mondo.

Di seguito altri scenari della “Martinenga”:

 

 

 

Le Tenute Cisa Asinari dei Marchesi di Grésy sono articolate in quattro zone produttive situate nelle Langhe e nel Monferrato. Nelle Langhe, a Barbaresco presso Alba, Martinenga, oltre a uve Barbera e Cabernet Sauvignon, produce soprattutto uve Nebbiolo da Barbaresco D.o.c.g; impianti più recenti riguardano Chardonnay e Sauvignon Blanc. I vigneti di Monte Aribaldo, nel vicino Comune di Treiso d’Alba, invece, producono eccellenti uve Dolcetto d’Alba, Chardonnay e Sauvignon Blanc. In Comune di Cassine, La Serra situata nel Monferrato produce uve Moscato d’Asti D.o.c.g., Barbera d’Asti e Merlot (Monferrato Rosso). Infine, Monte Colombo è una tenuta riservata al Merlot e alla Barbera d'Asti.

 

Una vista parziale della “cantina” della Martinenga

L’invito predisposto per l’evento

Lo staff aziendale

Lo staff delle Tenute Cisa Asinary dei Marchesi di Grésy è una squadra di persone affiatata e professionale che negli anni, sotto la guida di Alberto di Grésy, ha contribuito a rendere i vini e l'immagine dell'azienda protagoniste riconosciute nel mondo dell'enogastronomia internazionale.

 

Lo Staff aziendale

 

Tenute Cisa Asinari dei Marchesi di Grésy

Località Martinenga
Strada della Stazione, 21 - 12050 Barbaresco (Cn)

http://www.marchesidigresy.com/

Tel: + 39 0173 63.52.21
Fax: + 39 0173 63.51.87

P.Iva: 03462620042

 

 

P.S. Per un’informazione “enogastronomica” ancora più esauriente rimando i lettori all’articolo dell’amico e collega Virgilio Pronzati (giornalista, enogastronomo) pubblicato online su:

http://www.tigulliovino.it/dettaglio_articolo.php?idArticolo=12716

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