Mirka Frigo
AMARONE : UNA STELLA CHE CONTINUA A BRILLARE
Cari lettori, benvenuti alla tredicesima Anteprima dedicata ad uno dei vini simbolo del nostro Bel Paese, l’Amarone.
L’ultimo weekend di gennaio il Palazzo della Gran Guardia nel centro di Verona ha ospitato l’evento di presentazione dell’annata 2012. Lascio un po’ di suspense sulle caratteristiche di questa annata, che dopo la 2011, giudicata eccezionale, abbiamo atteso con tante aspettative.
AMARONE : UNA STELLA CHE CONTINUA A BRILLARE
Quindi, prima di parlarVi dell’annata e delle mie degustazioni Vi racconto l’evento, che si è aperto con il convegno della mattina di sabato 30 gennaio, moderato dal giornalista Andrea Scanzi.
Il Presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, Christian Marchesini, ha spiegato il perché l’Amarone continua ad essere un vino di successo, fatto confermato anche dalla crescita del 6% del suo fatturato rispetto a quello dello scorso anno. Tanto appeal è sicuramente dovuto alla sua unicità, come unici sono il territorio da cui proviene, le uve con cui è fatto, autoctone per il 97% con eventuali, ma davvero modesti, ingressi delle uve internazionali quali Merlot e Cabernet. Originale poi il metodo di produzione. Che dire del territorio, siamo a due passi dalla città d’arte di Verona e in mezzo a ville di un fascino particolare, un territorio dove alla coltivazione della vite si affianca spesso quella dell’ulivo e delle ciliegie, con panorami che incantano.
Da non dimenticare poi, dice Marchesini, che spesso i vigneti sono caratterizzati dalla presenza dei tipici terrazzamenti, chiamati marogne e ricorda che questo territorio nel prossimo ottobre sarà al centro di un percorso, che vedrà la partecipazione di 200 esperti internazionali in occasione del terzo incontro mondiale International Terraced Landscapes.
Unico è poi il metodo di produzione dell’Amarone, a partire dalla raccolta selezionatissima di solo le migliori uve, poi poste all’appassimento in locali idonei per procedere quindi alle lente operazioni di vinificazione ed affinamento. L’Amarone è un vino che ha un’ottima riconoscibilità, un vino icona, che, pur avendo un non basso tenore alcoolico, presenta una buona capacità di beva. La possibilità poi di poterne apprezzare le differenti caratteristiche, in base alle 5 vallate, da cui provengono le uve, è sicuramente un altro dei punti forza di questo rosso. Un vino che piace e seduce.
E, per non sedersi sugli allori, i produttori puntano sempre più alla qualità e, grazie al contribuoto di una banca locale, hanno anche l’incentivo a tenere l’Amarone in cantina più a lungo. E, per soddisfare la sempre crescente domanda, la superficie vitata delle uve per l’Amarone è aumentata negli ultimi anni, si è passati dai 5500 ha del 2005 ai 6500 del 2010 per arrivare ai 7650 del 2015.
L’ANNATA 2012
Diego Tomasi, Direttore del CRAVIT (Centro di ricerca per la viticoltura) di Conegliano Veneto ci racconta come l’annata 2012 ha influito sulle caratteristiche dell’Amarone. E’ stata un’annata difficile, che ha dato il la a quel cambio climatico, che ha caratterizzato e caratterizzerà gli anni successivi. La primavera con pioggia ha consentito un buon sviluppo fogliare. Ha fatto poi seguito un’estate decisamente molto calda, che ha portato ad una minor allegagione, per poi terminare con un settembre normale. Ciononostante, e per il fatto che la minor allegagione ha dato grappoli più spargoli, adatti quindi ad un miglior appassimento, si è arrivati a questa fase cruciale per la produzione dell’Amarone, con uve sane. Di rilevanza la forma di allevamento a pergola, che ha consentito l’ombreggiatura dei grappoli, particolarmente utile per l’uva Corvina, che risente molto di scottature. Il cambiamento climatico ha fatto inoltre riscoprire uve dimenticate o quasi, quali l’Oseleta e l’uva Spigamonti, quest’ultima di origine francese e che dalla prossima vendemmia, ci dice Tomasi, sarà iscritta tra le uve, da cui si potrà ottenere l’Amarone.
La vendemmia 2012 si è svolta nell’ultima decade di settembre ed ha dato Amarone caratterizzati da alta morbidezza, poco aggressivi, poco erbacei e con un buon corpo e con ben riconoscibili le note di frutta matura, di confettura, la sapidità e la persistenza aromatica. Troveremo quindi Amarone con meno profumi di fiori e di frutta fresca e con meno note speziate e vegetali.
I vini del 2012 riflettono indubbiamente l’andamento climatico dell’annata, legato anche alle varie aree di produzione, non da dimenticare, ad esempio, che alle quote più elevate l’incidenza termica è stata meno avvertita e che da vallata a vallata varia la tipologia di suolo, l’altitudine e l’esposizione.
Berremo quindi Amarone 2012 dove sarà molto riconoscibile l’aspetto del terroir e saremo di fronte a vini di annata classificata da molto buona ad ottima e che si è aggiudicata un bel quattro stelle.
Ed ecco, per noi amanti del vino, un interessante confronto tra gli Amarone 2012 fatti con le con uve provenienti dalla diverse vallate della Valpolicella, fermo restando che all’interno delle singole vallate possono esserci differenze.
Marano: Amarone con evidenti note floreali, di frutta fresca e di frutta matura. Al gusto hanno forza, eleganza, ricchezza e persistenza.
Negrar : Amarone di grande espressione gustativa con elevata struttura, potenza e maturità.
Le forti note gustative sovrastano la finezza e la freschezza olfattiva. Fumane Il vino è risultato fine, delicato non potente. Data la variabilità morfologica della vallata si sono riscontrate differenti espressioni organolettiche.
S. Pietro/S. Ambrogio: Amarone eleganti e potenti, complessi e completi, omogenei, aromatici e ricchi.
Valpantena: Amarone con olfatto caratterizzato da grandi note floreali, di frutta fresca e spezie. Agile, fine, armonico ed elegante in bocca.
Cazzano/Illasi/Mezzane: Siamo in un ambiente ampio con evidenti diversità legate all’origine. Gli Amarone hanno come filo conduttore evidenti note speziate ed eleganza gustativa.
L’AMARONE E IL MERCATO
Dopo essermi inebriata, per ora solo a parole, di profumi e sapori del nostro Amarone, si è scesi, con Denis Pantini di Nomisma, nei dettagli che spiegano i motivi della crescita del fatturato e che analizzano il comportamento del mercato estero di fronte a vini importanti con un focus sul Canada, tra i più importanti acquirenti del pregiato rosso della Valpolicella.
Utile ricordare che su 10 bottiglie di Amarone, il 60%, quindi 6, finisce sulle tavole del consumatore straniero. Sarebbe tuttavia interessante verificare il suo approccio con questo vino, se come vino da consumarsi accompagnato al cibo o più prosaicamente sorseggiato come un piacevole nettare da fine pasto.
Ecco cosa ci ha detto il responsabile Nomisma :
Il “sistema” Amarone si compone di 210 imprese che, mediamente nel periodo 2010/2015, hanno annualmente imbottigliato 100.145 ettolitri con un giro d’ d’affari per il 2015 stimato attorno ai 315 milioni di euro.
L’estero rappresenta una componente fondamentale del mercato dell’Amarone. Tra i più fervidi estimatori, troviamo la Germania, la Svizzera e Canada (45% dell’export) seguiti da Stati Uniti, la Scandinavia (principalmente con Danimarca e Svezia) e il Regno Unito.
Non dobbiamo dimenticare, ci dice Pantini, che nel mondo il consumo di vino rosso è maggiore rispetto a quello delle bollicine e dei vini bianchi. In alcuni Paesi, come ad esempio la Cina, entra in gioco anche un fattore scaramantico, in quanto per il mondo cinese il bianco viene associato ad eventi poco piacevoli. Questo mercato, in particolare, il cui consumo procapite è decisamente basso, sui 2 l anno, rispetto ai 30 ca. del mercato italiano, sta avendo un trend di crescita sorprendente legato all’elevato numero di abitanti.
Per i mercati Oltreoceano, Usa e Canada in primis, si sottolinea come i vini strutturati, di cui a buon diritto l’Amarone fa parte, sono molto richiesti e che nel confronto tra export italiano e francese, il primo ha decisamente la meglio.
Parlando del mercato interno, che assorbe il 40%, la parte del leone la fanno l’Horeca con il 25% delle vendite ed i grossisti (32%) che in molti casi rivendono l’Amarone proprio a ristoranti ed enoteche. Interessante anche la vendita diretta in cantina, che con una media del 20% del fatturato dal mercato nazionale, rappresenta un vero toccasana per quelle aziende di piccole dimensioni e che conferma l’indelebile rapporto che il vino ha con il suo terroir.
Nomisma Wine Monitor ha voluto poi indagare sul successo dell’Amarone all’estero ed è risultato che, per il 35% dei produttori intervistati, è legato in primis alla denominazione addirittura più che al brand aziendale e all’origine italiana.
MERCATI ESTERI SU CUI PUNTARE : secondo lo studio di Nomisma sono Stati Uniti, Cina, Russia Canada. Lo confermano anche le statistiche che vedono Stati Uniti, Cina e Canada tra i primi mercati al mondo per valore di consumo di vini rossi e che negli ultimi cinque anni hanno registrato le crescite più alte di tali valori.
Proprio alla luce della rilevanza che questi mercati detengono, l’Osservatorio sui Vini della Valpolicella ha dedicato un approfondimento sul consumatore canadese e sulle sue abitudini di comportamento nei confronti dell’Amarone. Dall’indagine svolta su un campione di circa 1.200 responsabili di acquisto delle famiglie è emerso come il tasso di penetrazione (misurato dal numero di persone che nell’ultimo anno ha bevuto vino rispetto al totale della popolazione) dei vini rossi italiani sia pari al 44%, con i rossi della Valpolicella a quota 25%. Dall’identikit del consumatore canadese di Amarone emerge che ha un reddito medio – alto (con oltre 75.000 dollari canadesi annui), alto titolo di studio e soprattutto che, per diversi motivi, ha viaggiato in Italia o è o ha parenti di origine italiana. Si riconferma quindi come il territorio i produzione sia un trade d’union vincente anche per lo sviluppo della domanda estera di vini e della valorizzazione in chiave turistica. Infatti il consumatore canadese vede come punto forza, su cui basare il successo futuro dell’Amarone, quello legato alla valorizzazione della Valpolicella e delle sue caratteristiche, quali l’italianità, la capacità di abbinarsi con i cibi locali e il peculiare processo di produzione.
E FINALMENTE ALL’ASSAGGIO
il colore
Dopo il convegno mi sono dedicata alle degustazioni degli Amarone dell’annata 2012.
Era possibile assaggiarli sia a bottiglia scoperta che alla cieca ed ho scelto quest’ultima possibilità così da non lasciarmi suggestionare dal nome del produttore. Potevo poi scegliere tra campioni di botte, quindi non ancora in bottiglia, e campioni in bottiglia. Ne ho degustati allora 12 da e 12 in bottiglia su un totale di 77 campioni presenti.
Come sappiamo l’assaggio dell’Amarone, pur non deglutendo il vino, è abbastanza impegnativo. Questo uno dei motivi, oltre al tempo non lunghissimo, che avevo a disposizione, che mi ha frenato nel non assaggiare più vini.
Inoltre volevo lasciarmi dello spazio per provarne qualcuno presso gli stand dei ben 74 produttori presenti.
...e i colori
Non scendo nel dettaglio di tutti i campioni che ho assaggiato, ma mi soffermo nel dire che dei 12 di botte solo tre mi sono sembrati già pronti, quello della cantina Tezza-Viticolturi in Valpentena-Amarone Brolo delle Giare, un vino dal colore rosso rubino con media luminosità, con profumi di ciliegia, di frutta rossa, di marmellata e poi cioccolato, per poi sfumare verso il balsamico. Al gusto era caldo, tannico ma con buona morbidezza.
Già interessante anche l’Amarone Classico Monte Danili di Corte Rugolin, che aveva colore rosso granato con buona luminosità con un naso con evidente sensazione speziata, che lasciava poi trapelare copriva i profumi di piccole bacche rosse. Presentava una buona scorrevolezza al palato con giusta tannicità e giusta freschezza.
Mi è poi piaciuto l’Amarone Classico della cantina Corte San Benedetto, dal colore rosso granato con media luminosità. Aveva eleganti profumi di viola, di frutti rossi e di spezie. Al palato presentava una discreta masticabilità, l’ho trovato suadente.
Per quanto riguarda i 12 campioni già in bottiglia segnalo quelli che mi sono piaciuti di più (gli asterischi indicano quanto li ho apprezzati) :
Vigneti di Ettore, Amarone Classico : dal colore rosso rubino con profumo di bacche rosse che diventava poi etereo. Al palato aveva tanto tannino, ma un tannino già morbido. **
Ca’ Botta, Amarone Tenuta Cajò : dal colore rosso rubino con profumi di frutta rossa, viola, spezie e cioccolato. Al palato presentava una buona fusione tra durezze e morbidezze. ***
Pasqua Vigneti e Cantine. Amarone dal colore rosso granato con buona luminosità. Presentava profumi di spezie ed era gradevole al palato. **
Fratelli Recchia, Amarone Classico Masua de Jago. Dal colore rosso granato non tanto luminoso. Aveva profumo di marmellata, di spezie dolci, di tabacco e di pepe. Piacevole morbidezza al palato ***
Fratelli Degani,. Amarone Classico. Dal colore rosso granato con buona luminosità. Ho sentito profumi di frutta rossa, di prugna, di marmellata e di tabacco e al palato aveva una buona fusione tra durezze e morbidezze. **
Ed ora eccomi a tu per tu con i produttori nelle gremite sale dove erano presenti con il loro stand. Mea culpa non essere andata prima da loro, ovvero prima delle 16, quando l’evento che si è aperto al pubblico, ha visto un numero di partecipanti davvero molto elevato.
Ho incontrato il produttore Boscaini, una piccola azienda, la cui produzione di Amarone San Giorgio si aggira sulle 15 mila bottiglie all’anno. Il signor Boscaini mi dice che, per la sua cantina fa da sempre la selezione delle uve, l’impatto dell’annata 2012 non è stato così avvertito. Era in assaggio il vino dell’annata 2011, perché il 2012 sarà disponibile in bottiglia da quest’estate. Questo 2011 aveva le caratteristiche che mi aspetto in un Amarone, la morbidezza, la rotondità la pienezza. E’ messo in vendita in cantina sui 25 euro a bottiglia.
Ero poi curiosa di assaggiare i vini dei produttori che operano secondo criteri biologici, quali l’Amarone dell’Azienda Agricola Lorenzo Fidora. Qui ho assaggiato l’Amarone 2010 “Monte Tabor”, il 2012 sarà in commercio dalla seconda metà del 2017. Il 2010, che è messo in vendita a 40 euro, aveva profumi di piccoli frutti rossi sotto spirito, di tabacco, di pepe nero, cannella e liquirizia. Deciso al gusto con buon alcool e buon tannino e con piacevola freschezza con anche note di mineralità.
Mi sono poi recata da Valentina Cubi, azienda che crede fermamente nel biologico e che ha ottenuto la certificazione nel 2014. La personalità decisa di Valentina Cubi si riflette nell’Amarone, annata 2005 “Morar”, che ho assaggiato. Il 2012 sarà in bottiglia dall’aprile 2017.
Ho trovato nel “Morar” 2005 un ottimo equilibrio gustativo e con profumi che mi hanno ricordato la ciliegia sottospirito, note speziate e finale etereo. Costa 40 euro.
Sfogliando l’utile Carnet di Degustazione, dove erano descritte le aziende presenti all’Anteprima e le loro annata storiche poste in assaggio, mi aveva incuriosito la descrizione dell’Amarone 2009 della Tenuta Cantina Valverde, “chiudete gli occhi, aprite la vostra mente e pensate intensamene a un Ferrero Mon Cheri”. Eccomi allora a tu per tu con l’istrionico produttore, che mi ha detto che le annate possono essere gestite quando si fa qualità. Nel suo vigneto a Marano coltiva le uve Corvina, Corvinone, Rondinella e Oseleta con una scrupolosa selezione manuale. L’appassimento (riposo) delle uve viene fatto in fruttai naturali a 400 m s.l.m. sfruttando anche in questa fase le condizioni climatiche. L’annata 2009, che ho assaggiato, è un Amarone filiforme, elegante come una ballerina e non muscolare come un culturista. Davvero interessante, godibile un sorso dietro l’altro. Viene venduto in bottiglie numerate ad euro 40 a bottiglia.
Ultima tappa all’Azienda Fratelli Recchia. Qui ho riassaggiato l’Amarone 2012, che avevo già apprezzato nella degustazione alla cieca e che mi era piaciuto per la sua piacevole voluttuosità, nota che amo in vini di questo tipo. Ottimo anche l’elegante 2009. Apprezzo particolarmente questa azienda di tipo familiare, gestita da persone cordiali. Non ultimo il discorso prezzo. Basti pensare che il vino dell’annata 2012 è in vendita a ca. 15 euro a bottiglia. Davvero un buon Amarone ad un prezzo del tutto avvicinabile.
CONCLUDENDO
Ottimo evento, con la possibilità per gli addetti ai lavori di poter degustare diversi vini in tutta tranquillità nelle accoglienti sale di degustazione. Dal mio punto di vista c’era un po’ troppo affollamento nelle sale con gli stand dei produttori, quando sono state aperte al pubblico, anche se i vari produttori mi hanno accolto con gentilezza, dandomi tutte le spiegazioni che chiedevo.
E’ stata una manifestazione di grande successo e richiamo, come confermato anche dalle circa 3000 presenze tra operatori, stampa ed appassionati che vi hanno preso parte. Una conferma dell’appeal di questo grande rosso, che unisce alle sue caratteristiche organolettiche il fondamentale legame con il territorio, che come abbiamo visto è stato uno dei punti maggiori messi in rilievo durante il convegno. Un vino che merita tutte le sue quattro stelle di quest’annata 2012.
Alla prossima !
Mirka Frigo per il racconto
Giorgio Luppi per le foto