Giancarlo Pizzo
IL CHIANTI DEI CHIANTI
Di Giancarlo Pizzo
Da una idea di Giovanni Busi presidente del Consorzio Chianti e
di Lucia Boarini responsabile pubbliche relazioni e marketing.
Quest’anno, nella giornata di sabato 18 febbraio 2012, ad
inaugurare la stagione di presentazione dei vini toscani è stata
l’Anteprima Chianti, che nelle splendide e sontuose sale di Palazzo
Borghese in Firenze ha per la prima volta dato nuovo brio ad uno
dei vini toscani tra i più noti ed apprezzati in Italia e nel mondo
intero.
Intento della giornata, è restituire a questo prodotto quel valore storico e culturale che merita.
A tal scopo, il Consorzio è il soggetto più idoneo alla promozione, infatti, è grazie il Consorzio medesimo, che vigila sulla qualità e sulla produzione del Chianti, dalla coltivazione all’imbottigliamento. Il Chianti, è uno tra i più famosi vini toscani. Ha ottenuto nel 1967 la denominazione di origine controllata D.O.C. e dal 1984 la denominazione di origine controllata e garantita D.O.C.G.
Il Consorzio del Chianti negli anni passati identificava le bottiglie con la fascetta raffigurante un Putto, istituito nel lontano 1927, pertanto in assoluto il più storico, aderiscono come soci oltre 2.500 produttori in un’area geografica coltivata a vigneto di circa 10.500 ettari consentendo una produzione di quasi 600.000 ettolitri di vino. Per quanto riguarda il disciplinare di produzione, il sangiovese è il vitigno principe e deve essere presente in quantità non inferiore al 70%, ammessi altri vitigni consentiti fino al raggiungimento del 30%, uve bianche in particolare non oltre il 10% ed il 15% massimo a riguardo del cabernet.
A questa prima edizione di Anteprima Chianti hanno preso parte 51 aziende produttrici associate al Consorzio con la volontà, a detta dello stesso presidente Giovanni Busi, di far conoscere il vino Chianti attraverso la conoscenza delle singole aziende, spesso ancora poco conosciute, ma anime ed espressioni autentiche del territorio.
Una gradevole ed interessante relazione inerente il mondo Vino Chianti introdotta dal dott. Busi, come sempre gentilissimo padrone di casa, e produttore di vini di eccellente qualità, ha dato luogo a testimonianze e pensieri dei relatori ospiti, Ernesto Gentili de i Vini dell’ Espresso e Marco Sabellico della Guida i vini del Gambero Rosso. Entrambi gli esperti giornalisti, hanno sottolineato quanto ancora sia importante parlare di Chianti, per migliorarlo nella collocazione del mercato, e per garantire anche ai piccoli produttori la possibilità di attività di promozione, all’estero, in Italia e nella stessa Toscana, dove sulle tavole di alcuni ristoranti capita ahinoi qualche volta di non trovarlo.
Altro argomento di dibattito, al quale a aderito la platea è stata la svalutazione che il Chianti ha subito soprattutto in questi ultimi anni. Sugli scaffali, una bottiglia di Chianti, si può trovarla anche a 3 euro, e questa immagine può comunicare al cliente una differente qualità da quella reale del vino, svilendone quindi la personalità intrinseca ed il retaggio culturale che certamente si trova in un bicchiere di Chianti.
L’Anteprima Chianti possiamo considerala quindi la nota di inizio in uno spartito un pensiero che accomuna produttori ed esperti delle vendite per ridare il giusto valore a un vino molto conosciuto e apprezzato.
Mantenendo sempre al centro l’obiettivo della qualità del prodotto, si attueranno processi ed attività al fine di rinnovare una tendenza atta a conquistare le vette del mercato.
A conclusione delle reciproche relazioni, Gentili e Sabellico elogiando l’operato del Consorzio hanno tenuto entrambi a precisare l’importanza del Chianti e della sua storia. Non si può, infatti, dimenticare che i vigneti del Chianti di vigneti adornano le colline delle province di Arezzo, Firenze, Pisa, Pistoia, Prato e Siena. Un’infinita distesa di filari che il presidente Busi definisce Chianti Valley. La promozione di questo straordinario e allo stesso tempo semplice vino, risiede proprio nella valorizzazione della sua storia e della sua cultura.
Storicamente il termine Chianti appare intorno al XII secolo a indicare una zona geografica di produzione di vino, ma sarà solo dal 1384 che il termine verrà esteso al vino. Ma la storia del Chianti che ci riguarda più da vicino ha inizio nei primi anni dell’’800, quando al vitigno Sangiovese si iniziano a mescolare varietà diverse di uve. Furono sperimentate diverse miscele, ma fu il Barone Ricasoli a indicare la composizione che sarebbe diventata la base della composizione ufficiale del Chianti: 70% Sangiovese, 15% Canaiolo e 15% Malvasia e Trebbiano, quest’ultimi a bacca bianca.
Negli anni, inevitabilmente, si è continuato a sperimentare per ottenere un vino dai sapori sempre più morbidi, freschi, quasi croccanti, così ...il dott. Sabellico esperto critico enogastronomico ha definito il Chianti .
Si è giunti così ad un progetto dove la percentuale di Sangiovese si è alzata, a scapito delle uve a bacca bianca, dando al vino la sua inconfondibile personalità e quella tipica colorazione rosso-rubino.
Per esaltare un vino con questa spiccata personalità e con la storia e la cultura che lo compongono, la location di Palazzo Borghese in Firenze, non poteva che essere la più adatta. Le sue sontuose sale, adornate da marmi, pregiati dipinti e sfarzosi lampadari, hanno dato nuova luce al Chianti, definito dal Presidente Busi ...seta, che merita tutta l’attenzione dedicatagli in questa importante giornata.
Il Chianti, un must a tavola, una prossima tendenza che durerà nel tempo.
LA DEGUSTAZIONE
Le oltre 50 aziende produttrici partecipi all’Anteprima Chianti hanno presentato campioni, non ancora sul mercato dell’annata 2011, che entreranno in commercio da marzo, ed alcune testimonianze in bottiglia delle migliori annate precedenti, quali il 2010, il 2007 e il 2006.
L’ annata in valutazione, il 2011 è stata caratterizzata da un clima piuttosto instabile, con ondate di calore e siccità in agosto e settembre che hanno accelerato e stimolato la maturazione delle uve, dando luogo ai processi di aumento del titolo in grado zuccherino.
Nonostante le particolari condizioni climatiche, il quadro complessivo dell’ultima vendemmia appare buono, anche se solo i produttori più accorti nella cura del vigneto sono riusciti ad ottenere risultati di eccellenza.
Serviti come sempre dagli amici sommeliers AIS con i quali da alcuni anni abbiamo un piacevole nuovo incontro, i Chianti che abbiamo valutato, si sono distinti per differenze reciproche.
Alcuni produttori hanno evitato la surmaturazione e l’eccesso di tannini verdi, in alcuni casi abbiamo constatato processi di fermentazione non ancora terminati.
Un’annata che non rientrerà in quelle memorabili; i vini hanno certamente preservato la bevibilità, la freschezza che caratterizza il Chianti, sentori di frutta fresca, in particolare la tipicità della ciliegia e la viola che distinguono il Chianti, le leggere speziature di tabacco e pepe, e la sapidità.
Sono Chianti che possiamo definire di pronta e facile beva, gradevoli al palato, non pesanti in grado di attirare anche un pubblico giovane, onde consentire di effettuare una controtendenza al mercato della birra.
Ma è con una evoluzione nel tempo, medio e lungo, come tiene a precisare il Presidente Busi, che il Chianti matura ed evolve, il colore diviene tendente al granato, gli aroma si fanno secondari e terziari, il sapore inconfondibile.
Il Chianti si presenta come un vino nervoso, che stimola la beva, è fresco, piacevole, è un vino in grado di mettere in moto le papille gustative, ed ecco un’ottima motivazione per portarlo in tavola.
I vini presenti e degustati
( in ordine di servizio )
Az. Agr. Buccia Nera; Az. Agr. Fratelli Bini; Az. Agr. Castelvecchio; Az. Agr. Corbucci; Az. Agr. Fontanelle; Az. Agr. La Cignozza; Az. Agr. La Collina; Az. Agr. La Querce; Az. Agr. Lanciola; Az. Agr. Malenchini; Az. Agr. Manetti Paolo & Raimondo; Az. Agr. Melini; Az. Agr. Petriolo; Az. Agr. Pietralta; Az. Agr. Pietro Beconcini; Az. Agr. Poggiotondo; Az. Agr San Giorsolé; Badia di Morrona; Cantina Sociale Certaldo; Cantina Sociale Colli Fiorentini; Cantina Sociale VICAS; Cantine Ravazzi; Castello di Gabbiano; Castello di Oliveto; Castello di Poppiano; Chianti Trambusti; Fattoria di Fiano; Fattoria di Poggiopiano; Fattoria di Sammontana; Fattoria Dianella; Fattoria La Gigliola; Fattoria Lavacchio; Fattoria Le Sorgenti; Fattoria Pagnana; Fattoria Poggio Capponi; Fattoria San Fabiano; Fattoria San Leolino ssa; Fattoria Sant’Andrea; Le Chiantigiane; Pieve de’ Pitti; Podere Volpaio di Angioli Patrizia; Poggio Benelli; Ruffino; Sensi Vigne e Vini; Tenuta di Morzano-Agrinico; Tenuta Il Corno; Tenute Piccini; Terre di San Gorgone; Vecchia Cantina Montepulciano; Villa Ilangi; Vino Sorelli.