Luigino Filippi
GOURMETFOOD
di Luigino Filippi
Nella prima metà dell’800 la principessa Paolina Bonaparte
Borghese costruì a Viareggio la sua villa e diede inizio alla
usanza dei bagni di mare.
Pochi anni dopo nacquero i primi stabilimenti balneari, i Dori
per le signore e i Nereo per gli uomini, seguiti nel tempo
da poderose strutture.
Ben presto la cittadina diventò la “Perla del Tirreno”. Citiamo dalla Guida Touring del 1932: “Viareggio - bella elegante città dalle vie ampie e diritte distesa lungo il litorale, con piazze e grandi viali. Magnifica pi-neta Reale ed altra Comunale (i for-tunati ospiti di Viareggio possono respirare, ad un tempo, le salse brez-ze marine ed i balsamici resinosi effluvi dei pini). La pulizia delle spiagge è curata dagli stabilimenti sotto la rigorosa sorveglianza degli agenti comunali. Servizio salvataggio della CRI. Stazione FF.SS. di linea – dalla stazione tram elettrico e tram a va-pore... ”. Riguardo all’Hotel de Russie, le prime informazioni, datate 1871 (il nome deriva dalla nobiltà russa che ne generò le fortune) recitano: “40 camere, 60 letti, acqua corrente calda e fredda, bagni privati 4, riscaldamento centralizzato, telefono, pensione da 25 a 45 lire”. L’odierno “ Plaza De Russie” conserva ancora la storica e splendida pensilina in ferro battuto che, proteggen-do l’ingresso da piazza D’Azeglio, troneggia fiera di condurre gli ospiti in una hall recentemente ristrutturata da mani rispettose e capaci. L’ambiente si presenta accogliente nei suoi marmi variopinti abbinati con grande gusto, appliques sempre accese, lampadari di Murano, qualche mobile d’epoca, poltrone e tappeti a profusione, fiori e piante da “pollice verde”, il tutto invitante ad una sosta, alla calma, ad un viaggio nella memoria del bel tempo che, per i più fortunati, fu.
Le 50 camere sono tutte con pavi-mento in parquet, pareti con tappezzerie tenui, mobili antichi in ciliegio, tendaggi ricchi che “difendono” per-fettamente dalla vivida luce del mare a mezzodì e da quella splendente del lungomare la notte. Il servizio sia al ricevimento (Marta è bravissima!) che ai piani è pronto e disponibile. La nostra spaziosissima 207 con terrazzini, ha più porte finestra che si aprono ad angolo sulla passeggiata e sullo spiazzo laterale del verde comunale; ha soprattutto un lettone smisurato con materasso perfetto, mobili d’epoca di tono, quattro cuscini di diversa consistenza, un bagno razionale ben fornito del necessario.
Ma in questo albergo lo scenario da “Oh!” prolungato è quello della terrazza vetrata adibita a ristorante con vista a perdita d’occhio sino alla Liguria: bellissimo il tramonto quando il sole rosso fuoco scende lentamente sull’orizzonte marino illuminando lo stupendo tendaggio di copertura, per lasciar posto al digradare della luce con i colori diurni per passare a quelli serali della vicina movida viareggina.
Vi è però anche una altra buona ragione per metter piede qui: la cucina del nuovo chèf Paolo Lavezzini, già attivo presso cuochi celebrati (da Paracucchi al Royal Monceau di Parigi, chez Ducasse, secondo chèf dal 2006 al 2008 da Pinchiorri…).
Una cucina che si attesta su titoli classici sempre più richiesti negli ultimi anni oppure, per clienti più “depravati”, capace anche di una attenta innovazione, senza voli pindarici né ghirigori d’effetto ma ben ferma sui fondamentali di ciò che si fa e ciò che non si deve fare; una cucina sana, buona e anche, ovviamente, “mediterraneizzante” pur con occhio al terragno poco lontano.
Qualche piatto? Mazzancolle locali fritte nella polenta, insalata di quinoa e salsa yogurt; risotto, calamari, menta (leggera) e lime; pescato del mercato al vapore o al sale, o al forno, o all’acqua pazza, o alla griglia con contorno adeguato alle ri-spettive cotture; girella all’amarena e gianduja, salsa al mango e vaniglia. I prezzi dei piatti vanno dai 13 ai 19 euro e il Menu Degustazione di ben sei portate costa 65 euro.
La carta vini è all’altezza dell’insieme. Una sosta che lascia il segno anche per il servizio di consumata discrezione e capacità da parte di un direttore di sala come Fosco Baroni (che ricordiamo ancora da Paracucchi). Un nuovo punto di riferimento nella buona ristorazione di questa costa.