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Copador: dalla bucce nasce un nuovo futuro

In Emilia grazie a Copador, acronimo di Consorzio

Padano Ortofrutticolo, è stato sviluppato un in-

novativo progetto di riutilizzo delle bucce, meto-

do che fornirà al processo di trasformazione del

pomodoro sia ulteriori sostanze probiotiche sia

buona quantità di fibra.

 

 

 

Copador, azienda di trasformazione del pomodoro situata a Collecchio in provincia di Parma, sorge in un contesto ambientale privilegiato: confina con il Parco Regionale del Taro ed è nel cuore della food valley.

Copador, sebbene sia una delle più importanti realtà mondiali  di trasformazione e nello stabilimento si lavorino circa 300.000 tonnellate di pomodoro fresco, ha salde radici sociali e un forte legame con una terra curata da 160 soci: tanti imprenditori agricoli che ogni anno coltivano e conferiscono l’oro rosso.  Oggi Copador è un’azienda modello dotata delle più innovative tecnologie con un fatturato consolidato di 69 milioni di euro.

Un meticoloso processo di filiera permette di avere un controllo qualitativo dal campo al magazzino. Uno staff di tecnici specializzati controlla tutti i processi: dal seme ai trapianti; dalle semine al ciclo di produzione. Nei campi dei soci conferenti i pomodori sono coltivati con il sistema della lotta integrata seguendo i disciplinari di produzione della regione Emilia Romagna.

Qualità e rispetto dell’ambiente è la missione: filosofia estesa anche alle aziende socie per mezzo di attenti processi di rintracciabilità di filiera e il protocollo Eurep-Gap.  Per la trasformazione industriale e  ambientale è adottata la certificazione Emas. E seguendo queste tracce i tecnici hanno elaborato il progetto “Sottoprodotti zero” finanziato con la misura 124 del Piano di Sviluppo Rurale, in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e la supervisione del professor  Adrian Marocco. L’obiettivo del progetto è di valorizzare in tutte le sue componenti il pomodoro coltivato dai soci, utilizzando anche i cosiddetti sottoprodotti della lavorazione industriale. E lo studio si è concentrato sulle bucce in quanto ricche  di sostanze naturali e di fibre.

E “Sottoprodotti zero” diventa oltremodo importante perché  tende a diminuire gli oneri economici  e abbattere l’inquinamento ambientale dovuto allo smaltimento delle bucce. La ricerca condotta dal professor Marocco ha permesso di identificare quelle sostanze utili al processo alimentare e metabolico per l’uomo. Per estrarre le sostanze probiotiche è stato realizzato un prototipo  che consente la separazione delle bucce dai semi.  Una volta messo a punto il processo definitivo di trasformazione industriale sarà possibile, per la prima volta, produrre una “pasta di bucce” ideale per arricchire la polpa fine con un maggior contenuto percentuale  di sostanze naturali e fibra solubile: prodotto dal grande valore salutistico.

Questa progetto innovativo permetterà all’azienda di Collecchio di abbattere i costi di smaltimento e, soprattutto, di ridurre notevolmente l’inquinamento atmosferico dovuto al minor utilizzo di trasporto su gomma. Oggi Copador compie un  fondamentale passo verso un futuro sempre più sano, buono e pulito.

 

Consorzio Padano Ortofrutticolo

Società Agricola Cooperativa

Strada

dei Notari 36

Collecchio - Parma

www.copador.it

 

Marco Epifani

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