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PIGATO METODO CLASSICO IN CAVE? NO. IN GROTTA

Di Virgilio Pronzati

 

Laura e Antonio Basso all’interno della grotta di Santa Lucia inferiore, impegnati nel riempimento dei gabbioni metallici

Se qualcuno pensa che i vitivinicoltori liguri siano poco dinamici ed ancorati alla tradizione, si sbaglia di grosso.  Dal levante al ponente ligure sono nate  iniziative  che hanno fatto e faranno parlare. Dopo l’exploit dello spumante di Pier Luigi Lugano fatto maturare in mare, ecco un'altra interessante e curiosa notizia.  Laura e Antonio Basso all'interno della grotta di Santa Lucia inferiore,  impegnati nel riempimento dei gabbioni metallici. 

Laura e Antonio Basso impegnati nel riempimento dei gabbioni metallici

Antonio Basso vigneron d’Ortovero, centro tra i più vocati per il Pigato, ha realizzato col popolare vitigno uno spumante metodo classico. A questo punto vi domanderete dove è la novità ? Sta nelle suggestive grotte di Toirano, annualmente meta di ben 100.000 visitatori.

Antonio Basso, cinquantaquattrenne e da 25 anni titolare dell’azienda Durin, fondata anni fa da nonno Dorino (Durin in ligure), ha avuto la brillante idea di fare maturare ed affinare il suo spumante all’interno delle famose grotte. Le ragioni sono molteplici, e spaziano dai motivi tecnici a quelli di marketing. Condizioni ottimali per lo spumante, in quanto la temperatura costante delle grotte è di 15°C, con un’umidità del 90%. Ma non basta. Se produrre prodotti di qualità è ovviamente un merito, venderlo è assolutamente necessario. Il valore aggiunto è dato dal carisma del prodotto ottenuto da una mirata ed originale immagine, che attiri la curiosità e soddisfi le aspettative del cliente consumatore.

 

Antonio Basso durante la vendemmia del Pigato

Un mezzo che gli porterà maggiore notorietà anche in ambito nazionale, ma che consolida quella già acquisita, esportando i vini in Giappone, Stati Uniti (California, New York ed Alaska), Canada, Malta ed in Europa, nei seguenti stati: Germania, Olanda, Inghilterra, Repubblica Ceca e Polonia. Due le partite di spumante contenute in gabbioni metallici sigillati, deposti all'interno della grotta di Santa Lucia inferiore, visibili nel percorso che compiono i visitatori all'interno delle grotte. La prima di spumante bianco dell’annata 2007 è composta di 6.665 bottiglie da 75 cl, di cui la presa di spuma è avvenuta a settembre 2010.

 

Grappolo di Pigato

 La seconda di spumante rosato dell’annata 2010 è composta di 3.406 bottiglie da 75 cl, 80 magnum e 780 bottiglie da 37,5 cl, con presa di spuma nel giugno 2010. Per lo spumante bianco, contrariamente a quanto si può pensare, Antonio Basso ha utilizzato uve pigato di vigneti dell’età media di 40 anni, situati nelle zone vocate d’Ortovero, Ranzo, Pieve di Teco e Rialto. Il vino base è ottenuto da uve pigiadiraspate lasciate in criomacerazione per 20 ore alla temperatura iniziale di 10°C e terminata a soli 2°C. E’ seguita la pressatura molto soffice delle uve, e la fermentazione del mosto con lieviti selezionati, protrattasi per non meno di venti giorni in botti d’acciaio inox a temperatura controllata.

Mentre per lo spumante rosato, Basso ha utilizzato uve rossesse, ormeasco e granaccia di vitigni dell’età media di 24 anni. Il vino base è stato ottenuto svinando il mosto delle uve pigiadiraspate quando si è alzato il cappello. E’ seguita la fermentazione con lieviti selezionati per circa 20 giorni in botti d’acciaio inox a temperatura controllata. Entrambi saranno nature, cioè senza aggiunta della liqueure. La durata di maturazione sui lieviti sarà di oltre 24 mesi sia per il bianco che per il rosato, tranne un terzo di quest’ultimo, che sarà messo in commercio in occasione della Pasqua del 2012.

 

Laura e Antonio Basso 

Al termine del periodo previsto, le bottiglie d’entrambi gli spumanti saranno trasportate in cantina e poste sulle pupitre dove subiranno il remuage. Poi ritorneranno nelle grotte per il naturale affinamento sui lieviti.  L’operazione ideata e realizzata da Basso (con l’aiuto della simpatica e dinamica moglie Laura) è globalmente positiva. Oltre il suo meritato guadagno, c’è una sicura valorizzazione ed immagine di tutto il comprensorio d’Ortovero e non solo. Un vero e proprio marketing del territorio Ingauno. Ad avvalorare ed aggiungere credito all’iniziativa, il sollecito permesso del Ministero dei Beni Archeologici per utilizzo delle Grotte di Toirano e, non meno importante, l’invio di un ispettore del Ministero per le Politiche Agricole, per il controllo delle varie fasi dello spumante.

Laura e Antonio Basso con i loro figli

  

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