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OPERA PRIMA RISERVA 2017 FERRARIS

 

 

Il Bricco della Gioia e la storicità del suo vino, nobilitate con la prima annata della nuova menzione del Ruchè di Castagnole Monferrato Docg

Una piccola DOCG che si estende su 185 ettari in sette comuni astigiani, frutto di quell’orgoglio contadino che ha ridisegnato i colli monferrini, ora patrimonio Unesco. A Castagnole Monferrato, il progetto dell'autoctono Ruchè inizia negli anni '60 con il lavoro di Don Giacomo Cauda, parroco del paese, e da allora ha visto un continuo progredire fino al marzo 2020, con la nascita della menzione Riserva.

 

Nella richiesta a livello consortile, Ferraris Agricola è stata precursore di questa nuova menzione per la denominazione Ruchè grazie alla storicità dell'Opera Prima, l'iconico Ruchè barricato prodotto per la prima volta nel 2007, vino da invecchiamento, giunto quest'anno alla decima uscita sul mercato, con il millesimo 2017.

 

Le radici della famiglia Ferraris partono dai 24 ettari di vigna nel cuore del Monferrato, dove tra i più estesi vigneti di Ruchè a corpo unico troviamo il Bricco della Gioia da cui nasce Opera Prima. Un vino nato dall’amore che lega un nonno ad un nipote, il fondatore dell’azienda al suo futuro. Un nuovo modo di interpretare il Ruchè, proiettandolo al di là del tempo, partendo in primis dal rispetto, dall'interpretazione e dal terroir della vigna.

 

BRICCO DELLA GIOIA: UN VIGNETO STORICO, NOBILITATO CON LA MENZIONE RISERVA

 

Nel versante sud della dorsale collinare che da Castagnole corre verso Asti, situato su un cocuzzolo di 285 metri di altitudine, questo piccolo appezzamento è fra i maggiori dell’intera area di produzione del Ruchè. Il terreno sciolto e magro è un mix calcareo, argilloso e marnoso in cui affondano le radici le viti di Ruchè di 20 anni, allevate a Guyot singolo. L'età del vigneto, il terreno che non porta troppo vigore alla vite, la posizione ventilata e il microclima, uniti alla massima cura e selezione in vigna, sono la splendida combinazione di fattori che concorrono alla produzione di un vino unico e inimitabile, ottenuto da rese naturalmente basse di 40 q/ha.

 

«Abbiamo scelto, su consiglio del nostro agronomo e dell’enologo, racconta Luca Ferraris, a guida dell’azienda da 20 anni - di nobilitare questo vigneto, dedicandolo esclusivamente alla produzione di un vino importante come l'Opera Prima. L’altitudine e l’esposizione a sud-ovest permettono, infatti, di catturare l’energia solare, che si ritrova in vini di grande concentrazione e struttura, dall’elevata eleganza

 

Nel 2017, l'anticipo di maturazione dovuto alla particolare asciugatura dell'uva data dal sole e dalla ventilazione, ha permesso di ottenere acini importanti, concentrati in modo naturale e dalle ottime prospettive di longevità, perfetti per essere declinati in una Riserva.

Riserva 2017: note di vinificazione

In vigna, ogni operazione colturale è eseguita a mano, con un’attenzione particolare alla protezione fogliare; dopo le iniziali prove di fermentazione in legno dell'Opera Prima, nel 2012 si introduce la rotomacerazione lunga e lenta, in cui i vinaccioli non subiscono stress. Anche la Riserva2017 svolge la fermentazione alcolica in rotofermentatori d'acciaio a temperatura controllata per 20-25 giorni, rimanendo poi a contatto con le bucce per altri 20-25 giorni a cappello sommerso, fino a quando gli zuccheri sono esauriti. Durante questa fase avviene anche la trasformazione malolattica, sulle bucce e i vinaccioli. Opera Prima Riserva 2017 riposa nella storica cantina Ferraris scavata nel tufo, per 36 mesi in tonneaux di rovere francese da 500 l, prima di un affinamento minimo di 6 mesi in bottiglia

 

Chiara Capasso

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