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CONSORZI VINO

LA DOC MAREMMA TOSCANA PREMIATA A VINITALY

 
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Sfida vinta quella della DOC Maremma Toscana che si è presentata a Vinitaly con una delegazione di 40 Aziende socie del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana.


Siamo soddisfatti, il Vinitaly è sempre un banco di prova”, spiega il Direttore del Consorzio Luca Pollini, che continua: “In questa 52° edizione l’atmosfera è stata particolarmente coinvolgente con un incalzante ritmo di incontri con operatori, buyer e giornalisti. La denominazione e il territorio continuano a riscuotere curiosità e l’interesse spazia dai vitigni autoctoni alle varietà internazionali ”. 


Un Vinitaly che ha registrato 128mila visitatori da 143 nazioni e che puntava molto sugli aspetti green della produzione e dei vini proposti sul mercato. Delle nove aziende che hanno ricevuto proprio in fiera la prima certificazione Equalitas, lo standard sulla sostenibilità nato con l'obiettivo di aggregare le imprese del settore vitivinicolo per dare una visione omogenea su questo importante tema e creare un modello unico e condiviso fra i rappresentanti di filiera, quattro sono della provincia di Grosseto e, di queste,tre sono Aziende socie del Consorzio: Tenuta Rocca di Montemassi (Roccastrada); Cantina “I Vini di Maremma” (Grosseto); Podere San Cristoforo (Bagno di Gavorrano), oltre alla Cantina di Pitigliano (Pitigliano). 


Abbiamo avuto un’ottima partecipazione al bancone istituzionale consortile e le oltre 70 etichette presentate sono state molto apprezzate”, racconta il Presidente Edoardo Donatoe continua: “Siamo inoltre molto orgogliosi dei tanti riconoscimenti ricevuti da Aziende della denominazione che si sono distinte per qualità, eccellenza e sostenibilità. Segno di una grande vitalità della nostra viticoltura che sempre più si distingue e diventa competitiva a livello nazionale e internazionale”.


Continuando con i successi, da segnalare l’inserimento nella seconda edizione della guida “5 Star Wines The Book 2018” del Vermentino Vendemmia Tardiva Vigna Fiorini selezionato da esperti (Master of Wine, Master of Sommelier, Sommelier, giornalisti, ecc.) di fama internazionale che hanno assaggiato e giudicato migliaia di vini provenienti da centinaia di cantine.


Gambero Rosso, punto di riferimento importante e autorevole, sul numero speciale dedicato alla manifestazione premia con gli ambiti “Tre Bicchieri” il DOC Maremma Toscana Alicante Oltreconfine 2015 di Cantine Bruni, che dimostra ancora una volta la grande potenzialità di un vino a marchio Maremma Toscana.
Il Consorzio rientra soddisfatto da Verona e scalda i motori per la terza edizione di Maremmachevini, evento aperto a pubblico e operatori in scena a fine maggio, il 27 e 28, all’interno delle Casette Cinquecentesche del Cassero senese di Grosseto, dove ci si aspetta un’altra grande prestazione.

 

Il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana nasce nel 2014 dopo il conferimento della DOC con l’obiettivo di promuovere la qualità dei suoi vini e garantire il rispetto delle norme di produzione previste dal disciplinare, dedicandosi, inoltre, alla tutela del marchio e all’assistenza ai soci sulle normative che regolano il settore. Oggi il Consorzio conta 304 aziende associate, di cui 220 viticoltori (per la maggior parte conferenti uve a cantine cooperative), 1 imbottigliatore e 83 aziende “verticali” - che vinificano le proprie uve e imbottigliano i propri vini - per un totale di 5,7 milioni di bottiglie prodotte all’anno. Il Consorzio opera nell’intera provincia di Grosseto, una vasta area nel sud della Toscana che si estende dalle pendici del Monte Amiata e raggiunge la costa maremmana e l’Argentario fino all’isola del Giglio. La DOC dispone di una zona di produzione di circa 8.750 ettari di vigneto, dei quali oltre 1.720 sono stati utilizzati per produrre i vini della Denominazione durante la vendemmia 2017.

 

 

www.consorziovinimaremma.it

Simonetta Gerra _ Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Mob.+39.347.1735429

 

IL MONTECUCCO FESTEGGIA I VENT’ANNI DI DOC VINITALY 2018

 

 

 

A Vent’anni dal riconoscimento della Denominazione d’Origine, il Consorzio Tutela Vini Montecucco ha raccontato alla stampa i traguardi raggiunti dalla sua nascita a oggi e le aspettative per il futuro

 

    Aumentano la consapevolezza e l’apprezzamento della Denominazione a livello internazionale: 65% del fatturato all’estero. Cresce l’impegno verso i mercati di recente acquisizione

 

     Nel 2017 la DOC e DOCG registra il 70% di produzione biologica

 

 

Nel 2018 la DOC e DOCG celebra il ventennale del riconoscimento della Denominazione d’Origine e, in occasione delVinitaly, ha incontrato i giornalisti nel corso di una conferenza stampa tenuta dal Presidente del Consorzio Tutela Vini Montecucco Claudio Carmelo Tipa, lunedì 16 aprile alle ore 15.00 (Pad. 9 stand B16). Un rapido excursus sulla storia di questa produzione di nicchia – i vini dell’Amiata – scandita da traguardi raggiunti, successi, ma anche difficoltà che la Denominazione ha affrontato nel corso degli anni. La presentazione è stata inoltre un’occasione per assaggiare alcune annate decisamente storiche, conservate nelle cantine di quei produttori che hanno visto nascere la DOC nel 1998.  

 

E proprio alla fine degli anni Novanta inizia, ad opera di un gruppo di giovani viticoltori, l’avventura della DOC Montecucco, la storia di un Sangiovese scalpitante, “vulcanico”, che prende vita là dove la Maremma Toscana lascia il passo alle pendici del Monte Amiata, letteralmente incastonato tra le DOCG del Brunello di Montalcino e del Morellino di Scansano. Sette i comuni di produzione, che dal 2011 include anche la DOCG Montecucco Sangiovese (Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seggiano), per un totale di 66 aziende socie che si estendono su un circa 800 ettari vitati di cui 500 vocati alla DOC e DOCG, ottenute con una delle rese per ettaro più basse d’Italia. Tralasciando la poco fortunata vendemmia che ha colpito il 2017 a livello nazionale – che nel Montecucco ha registrato da un -30% a un -50% nelle zone maggiormente colpite dalle avverse condizioni metereologiche (per un totale di 7,9 mila hl) – dal 2012 la DOC e DOCG ha osservato una crescita costante delle rese: il 2016 infatti ha quasi raddoppiato la produzione (11,5 mila hl) rispetto a quella di tre anni prima.

 

Il Consorzio del Montecucco, che ha visto un aumento del 20% degli associati negli ultimi 5 anni,è da sempre molto attivo per quanto riguarda la valorizzazione e riconoscibilità del territorio – di cui il vino è senz’altro portavoce nel mondo – e in prima linea sulle iniziative che riguardano la sostenibilità, facendosi agente comunicatore di nuove linee d’azione atte ad esprimere al meglio le caratteristiche naturali della zona. Oggi, la produzione biologica del Montecucco raggiunge il 70%, con un aumento del 3% negli ultimi 2 anni: un grande risultato per una realtà consortile – nell’ambito dell’intero panorama maremmano – relativamente piccola. La domanda del “Bio” diventa sempre più importante, in particolare nei mercati del Nord Europa – notoriamente affezionati ai vini toscani in generale – che non solo strizzano l’occhio al green, ma anche al prodotto bio-certificato di qualità e all’affidabilità dei produttori e dei relativi organismi di tutela.

 

Contestualmente all’aumento della qualità del prodotto enologico del Montecucco, non solo Nord Europa, ma i cinque continenti sembrano apprezzare i vini amiatini, il cui export nel 2017 cresce fino a raggiungere il 65% dell’imbottigliato. Qualità che, come riportato in diverse note stampa dello scorso anno, “ha stregato l’ex capo della Casa Bianca Barack Obama e il primo ministro canadese Justin Trudeau”, che hanno voluto sulla celebre tavola del Liverpool House di Montreal nientemeno che un Montecucco Sangiovese DOCG.

 

E proprio USA e Canada restano i mercati principali per le Denominazione – dove la conoscenza e l’interesse da parte del consumatore sono maggiori e di conseguenza maggiore è la domanda di vino proveniente da tutto il mondo o dove è più viva la ricerca del prodotto di nicchia e della novità – oltre al sopraccitato Nord Europa e al Giappone. Altre aree di recente acquisizione, ma che promettono buoni risultati, sono Russia e Cina. Anche in Italia, con dati in crescita dal 2017, si registra un incoraggiante risveglio del mercato interno.

 

Da anni la Denominazione sta lavorando sodo per la promozione internazionale delle eccellenze vitivinicole del territorio, attività che si traduce oggi in un’inversione di tendenza che vede finalmente il Consorzio come “ruota trainante” nel panorama delle aziende amiatine e non più come realtà associata a nomi dell’enologia rinomati a livello internazionale. “È fondamentale consolidare questo approccio per dare maggiore riconoscibilità al territorio”dichiara il Presidente Claudio Carmelo Tipa, e continua “è nostro compito garantire non solo agli associati, ma anche ai consumatori stessi, un’offerta promozionale efficace. Manifestazioni di richiamo e appuntamenti fieristici come ProWein e Vinitaly rappresentano importanti occasioni di incontro e di confronto con un pubblico specializzato di buyer, stampa e professionisti del settore in cerca sì di novità nel panorama vitivinicolo nazionale e internazionale, ma anche di certezza, qualità ed affidabilità. Sono passati 20 anni dalla nascita della nostra DOC e posso affermare con orgoglio che, anno dopo anno, abbiamo acquisito con impegno e dedizione forza, affermazione, e soprattutto grande consapevolezza di poter guadagnare fiducia e terreno nel mercato italiano ed estero”.

 

Ufficio stampa Zed_Comm:

Valentina Fraccascia

Corso San Gottardo 19/B - 20136 Milano

T: +39.02.36550569 | M: +39.348 3633000

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Il Montecucco, la nuova promessa del vino toscano, nasce dalle uve coltivate con passione nei 7 comunidella denominazione di origine controllata e garantita, la DOCG in vigore da settembre 2011: Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seggiano.

Nuova frontiera del vino toscano, la Denominazione, con le sue 66 aziende associate, punta a uno sviluppo che possa coniugare gli aspetti produttivi con quelli promozionali e turistici del territorio: la zona, altamente vocata alla produzione del Sangiovese, gode di condizioni climatiche estremamente favorevoli, vicino al Mar Tirreno – da cui dista solo pochi km in linea d’aria – e all’ormai spento vulcano Amiata, che con i suoi 1.738 metri di altezza domina tutto il territorio compreso tra la Maremma, la Val d’Orcia e la Val di Chiana. Qui si sono succeduti Etruschi, Romani, Longobardi, monaci benedettini, dominio senese e la famiglia dei Medici: una stratificazione storica che ha lasciato tracce indelebili e testimonianze che ancora oggi sono visibili nei borghi, negli stupendi agriturismi e nelle dimore d’epoca, nella produzione di olio e, soprattutto, di vino. www.consorziomontecucco.it

 

CONSORZIO DI TUTELA PER L'OVADA DOCG

Alcuni produttori dell'Ovada Docg

Di Alessandra Pocaterra

 

CONSORZIO DI TUTELA OVADA DOCG 

E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, nel mese di marzo, il Decreto Ministeriale di Riconoscimento del Consorzio Tutela Ovada Docg con grande soddisfazione dei produttori.

L’entusiasmo dei produttori e una giovane e dinamica Enoteca Regionale hanno fatto grandi i vini di questa zona e hanno reso Ovada non solo un punto di riferimento per gli eno appassionati ma, una grande realtà vitivinicola.

Un paio di mesi fa ho avuto il grande piacere di essere invitata ad una degustazione alla cieca dove  ho assaggiato tantissimi  vini veramente ottimi che nulla hanno a che fare con quelli che circolavano un po’ di anni fa… (senza nulla togliere… ma erano sicuramente vini un po’ più semplici rispetto a quelli attuali).

Ho trovato alla degustazione, tanti giovani produttori con la voglia di sperimentare in vigna  e  produttori  un po’ più “tradizionali”  che portano la loro preziosa esperienza tra i filari. Vini diversi tra loro ma con un comune denominatore: la grande qualità!

Ne approfitto per ringraziare tutti della bella giornata trascorsa!

Quindi, un risultato importantissimo avere un Consorzio di Tutela;  ecco cosa mi racconta il Presidente del Consorzio Italo Danielli:

“Grande soddisfazione per un risultato non scontato, adesso finalmente ..giochiamo in un campionato di professionisti, dove il nostro grande rosso merita di competere.
Sicuramente sono aumentate le responsabilità, ma soprattutto le opportunità per fare grande il nostro vino e il territorio dove viene prodotto.
Il lavoro non mancherà ma la “nostra squadra” è fortemente motivata, come cita il Riconoscimento, a tutelare, promuovere e valorizzare l’Ovada Docg.  La condivisione del progetto, il lavoro, la fiducia e la trasparenza accompagnate alle grandi potenzialità del nostro vino farà il resto. Un ringraziamento particolare va a tutti gli associati che hanno creduto e condiviso questo percorso”

E io aggiungo …. bevete Ovada Docg !

Consorzio Tutela Ovada Docg   – Vico Madonnetta, 2-  Ovada

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IL GALLO NERO DIVENTA SEMPRE PIU' VERDE

I produttori del Chianti Classico mostrano sempre più attenzione verso l'agricoltura sostenibile e la conduzione biologica del vigneto. Un trend in crescita iniziato nei primi anni 2000 che oggi coinvolge un numero sempre più importante di aziende viticole nel territorio del Gallo Nero.

 

La prima forma di tutela nel Chianti Classico fu istituita dal Granduca Cosimo III de' Medici, che nel 1716, consapevole del valore di un territorio particolarmente vocato per la viticoltura di qualità, ne definì per la prima volta i confini, per difendere un patrimonio unico al mondo e contrastare le contraffazioni.

Oggi questa regione gode in primis della tutela dei suoi attori principali, i viticoltori, che sono i veri e propri custodi della loro terra: da un recente sondaggio effettuato dal Consorzio Vino Chianti Classico sulla propria base sociale, emerge infatti un trend in crescita verso la viticoltura biologica e le buone pratiche di un’agricoltura sostenibile.

 

Da un campione di 115 aziende (circa un terzo delle aziende socie del Consorzio che imbottigliano Chianti Classico con propria etichetta) risulta infatti che il 62%  ha già la certificazione biologica o è in conversione. Le prime certificazioni risalgono alla fine degli anni 90 e negli ultimi 5 anni sono state numerose le aziende che hanno richiesto la certificazione. 

L'utilizzo di componenti chimiche per trattare i vigneti, dichiarano i produttori, è limitato ben al di sotto le soglie limite imposte dalla UE e in alcuni casi è del tutto eliminato, a favore di metodi alternativi.

Ma il sondaggio effettuato dal Consorzio non evidenzia unicamente questo aspetto.

La sostenibilità gioca un ruolo importante: quasi il 70% delle aziende mette in atto buone pratiche di gestione del suolo come l'inerbimento e una su tre sfrutta fonti energetiche alternative come pannelli solari e impianti fotovoltaici. Non sono rari i casi in cui l'energia viene prodotta anche utilizzando le biomasse tramite appositi impianti, e frequente pratica è il compostaggio del materiale organico di scarto, per esempio della potatura, delle fecce e delle vinacce.

 

Ma non è solo vigneto. Tratto distintivo del territorio del Chianti Classico è anche la sua ricchezza boschiva: meno di un ettaro su cinque è dedicato all'agricoltura, e i restanti sono coperti da boschi. La gestione delle foreste è un tema di grande attualità e insieme una tradizione antica: la pratica di mantenere il bosco "sano" (rinnovamento della vegetazione, contenimento di malattie) concorre alla conservazione della biodiversità e dell'equilibrio dell'ecosistema Chianti Classico.

“Vinitaly è la vetrina per eccellenza del vino italiano, – afferma Carlotta Gori, direttore del Consorzio Vino Chianti Classico - e il fatto che il Salone dedichi una sua sezione alle produzioni biologiche, è la riprova che esiste un forte interesse del pubblico per questa tipologia di prodotto. Ma per il Chianti Classico il rispetto e la tutela del territorio sono qualcosa di più. Il vino è frutto della fusione di due elementi quello naturale e quello umano; la viticoltura biologica e quella sostenibile non sono solo scelte produttive ma atteggiamenti verso la terra che costudiamo.”

 

Ufficio Stampa
Consorzio Vino Chianti Classico
Tel. 055 8228522-58

VINITALY: IL CONSORZIO DEL CHIANTI SARA' PRESENTE CON 142 AZIENDE

 

 

Il presidente Busi: “Tantissime richieste di partecipazione, l’obiettivo è valorizzare la qualità delle nostre etichette”

 

142 aziende presenti, di cui 52 con un proprio stand, un'area espositiva di ben 300 metri quadri e un desk istituzionale ad hoc dedicato al Vin Santo del Chianti, con 60 etichette,  per il terzo anno consecutivo. Con questi numeri il Consorzio Vino Chianti si presenta alla 52° edizione di Vinitaly, in programma a Verona dal 15 al 18 aprile.

L’appuntamento più atteso dai produttori italiani si conferma essere una vetrina importante, anche a livello internazionale. Lo scorso anno l’edizione del Vinitaly si è chiusa con oltre 128 mila visitatori e un aumento deciso dei buyer stranieri. Pronte le aziende del Consorzio, forti del successo dell’ultimo evento all’estero, il Prowein di Dusseldorf. Ci saranno i prodotti di tutte le sette zone della Docg Chianti a rappres Galli Torrini ufficio stampa <Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.>entare quasi tutto il territorio toscano con le provincie di Firenze, Siena, Arezzo, Pisa, Prato e Pistoia. L’anno scorso, si sono registrate ben 8mila degustazioni nella sola giornata inaugurale

“Anche quest’anno abbiamo ricevuto tantissime richieste di partecipazione - commenta  Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti - Le aziende toscane credono e investono in questi canali di promozione, come dimostra la presenza continua di tante realtà di eccellenza negli eventi più importanti a livello internazionale. Vetrine come quella offerta dal Vinitaly sono importantissime per il settore perché valorizzano la qualità delle etichette e danno alle aziende segnali e tendenze importanti su come si muove il mercato. Portare la Denominazione sui mercati di tutto il mondo è diventata una missione per il Consorzio e la risposta delle aziende e dei buyer è quanto mai incoraggiante e tangibile”

Lunedì 16 aprile, dalle ore 15.30, all’interno dello stand del Consorzio si terrà un incontro promosso dall’associazione “Le Donne del Vino della Toscana” dedicato al Vin Santo a cui seguirà una degustazione. Interverranno la delegata toscana Maria Giulia Frova, il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi, e il wine advisor del Consorzio, Lorenzo Tersi. Sarà un’occasione anche per fare il punto sulla presenza femminile nel settore vitivinicolo:  ad oggi su quasi 1.700 produttori, il 25% sono donne e il trend è in crescita.

 

Clara D'Acuto

Cel. +39 338-4706653

 

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