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CONSORZI VINO

ASOLO DOCG: SUPERATE LE 10 MILIONI DI BOTTIGLIE

 

Raddoppiato in due anni il numero di bottiglie del Consorzio Vini Asolo Montello. Prosecco DOCG sempre più in linea con i gusti del mercato

Il Consorzio Vini Asolo Montello festeggia un grande traguardo. L’Assemblea dei soci ha approvato il bilancio 2017, confermando che nell’ultimo anno sono stati superati i 10 milioni di bottiglie consortili, sfiorando gli 11. Un dato che dà grande soddisfazione, se si pensa che negli ultimi due anni la produzione è più che raddoppiata, visto che che nel 2015 il dato era di poco superiore ai 5 milioni.

Durante l’assemblea è stato evidenziato inoltre come, dal 2011 ad oggi, le superfici dell’Asolo Montello siano passate da poco più di 827 ettari agli attuali 1.991. Una crescita importante, oltre il 70%, ma non invasiva: gli ettari a vigneto, (meno del 9% dell’area globale del Consorzio di oltre 23.000 ettari) non sminuiscono la sua integrità paesaggistica.

“Superare le dieci milioni di bottiglie – spiega Armando Serena, Presidente del Consorzio Vini Asolo Montello – è un obiettivo in cui abbiamo fortemente creduto e per cui abbiamo lavorato molto negli ultimi anni. Questa veloce crescita la dobbiamo in particolar modo al nostro Prosecco DOCG, un prodotto di grande qualità che sta ricevendo molti apprezzamenti anche dall’estero. Negli ultimi anni la tendenza del mercato è quella di ridurre i grammi di zucchero nell’Extra Dry, che spesso necessita di alti gradi zuccherini per esprimersi al meglio. L’Asolo Prosecco Superiore DOCG, invece, è un vino caratterizzato da grande struttura e sapidità, derivanti dal suo terroir. Questo gli permette di reggere bene in bocca anche nelle versioni più secche e di essere perfettamente in linea con le richieste dei consumatori”.

Una crescita che va di pari passo con la qualità. Quella dell’Asolo Montello, la denominazione meno estesa delle tre votate al Prosecco, è l’unica che può definire la tipologia Extra Brut nelle bottiglie prodotte con la DOCG e, grazie alla modifica del disciplinare che dovrebbe entrare in vigore nel 2018, l’Asolo Prosecco Superiore DOCG sui lieviti potrà essere prodotto nella versione Brut Nature o relativi sinonimi. Con la convalida delle modifiche i produttori potranno inoltre scegliere se applicare in etichetta la dicitura di Asolo Prosecco Superiore DOCG o la più semplice Asolo DOCG, legando ancora di più il vino alla sua zona di produzione.

 

Press info:Davide Cocco 

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Soave a Londra al Wset

 

Il Consorzio tutela vino Soave sarà protagonista di una master class con Sarah Abbot MW presso la prestigiosa sede del WSET a Londra, in apertura della nuova campagna promozionale in Inghilterra.

Il Soave ritorna in Inghilterra dopo il successo della campagna promozionale condotta nel 2017 da Sarah Abbot MW, che ha riportato i riflettori della stampa e degli operatori inglesi sulla denominazione. Il Consorzio assieme al WSET, l’ente di formazione professionale più importante nel mondo del vino, hanno infatti organizzato una master class dedicata agli operatori del settore, dove oltre alla candidatura GIAHS-FAO e alla nuova carta delle unità geografiche, verranno affrontate tematiche legate al marketing territoriale e al valore della denominazione. Un mercato, quello inglese, che si stima conti il 15% delle esportazioni della DOC e che da sempre è considerato di importanza strategica per essere conosciuti in tutto il mondo.

In degustazione vi saranno 12 aziende con i loro prodotti più rappresentativi:

Franchetto – Soave DOC La Capelina – 2017

Cantina del Castello – Soave DOC Classico Castello – 2016

Cantina di Soave/Rocca Sveva – Soave Superiore DOCG Classico Castelcerino –  2016

Vicentini – Soave Superiore DOCG Il Casale – 2016

Cantina di Monteforte – Soave Superiore DOCG Classico Monte Grande – 2016

I Stefanini – Soave Superiore DOCG Classico Monte De Fice – 2016

Fattori – Soave DOC Motto Piane – 2015

Montetondo - Soave Superiore DOCG Classico Foscarin Slavinus - 2015

Dal Cero – Soave Superiore DOCG Vigneto Runcata – 2015

Gini – Soave DOC Classico La Froscà – 2014

Inama – Soave DOC Classico – Vigneti di Foscarino 2014

Filippi – Soave DOC Colli Scaligeri Castelcerino - 2012,

Questa è la prima di una serie di iniziative che verranno portate avanti dal Consorzio e dalle aziende nell’arco del 2018 e che vedrà il culmine nel Summer of Soave, una campagna nelle enoteche più importanti del panorama inglese, alla quale lo scorso anno hanno partecipato numerosi influencer, blogger e winelovers. 

Lucia Vesentini

BARBERA D’ASTI E ALTRI VITIGNI AUTOCTONI DEL MONFERRATO ALL’ESTERO

Di Luciano Scarzello 

Il Presidente del Consorzio Barbera d'Asti Filippo Mobrici 

 

EVENTO IN ESCLUSIVA PER LA PRIMA VOLTA A ZURIGO: SEMINARI SOLD OUT 

TOUR NEGLI STATI UNITI: BANCHI D’ASSAGGIO E SEMINARI

Il 4 marzo a Bruxelles con Ian D’Agata per formare gli influencer del futuro

Costigliole d’Asti, 24 febbraio 2018 – Seminari ed eventi promozionali all’estero andati sold out. Tour mondiali con partner internazionali, per portare oltreoceano le produzioni vitivinicole tutelate dal Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato. Sono i prossimi eventi, alcuni esclusivi, organizzati a febbraio e marzo a Zurigo e in America e che vedranno protagoniste le 13 denominazioni tutelate dal Consorzio che ha sede nel castello di Costigliole d’Asti. Sono oltre 300 gli operatori accreditati al primo evento promozionale dedicato in esclusiva alla Barbera d’Asti e ai vini del Monferrato, che si svolge a Zurigo, il 26 febbraio 2018, nel prestigioso palazzo Zunfthaus zur Zimmerleuten nel cuore finanziario della città elvetica. Organizzato dal Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, si avvale della collaborazione di Vinum, la più diffusa rivista di vino in Europa, leader nei Paesi di lingua tedesca con oltre 87mila copie stampate.Tre i seminari in programma per far conoscere la Barbera d’Asti docg, la Barbera d’Asti Superiore docg e i vitigni autoctoni del Monferrato a importatori, distributori, enotecari, ristoratori, sommelier, giornalisti, ma anche appassionati di vino. I seminari saranno guidati da Christian Eder, giornalista e corrispondente per l’Italia della rivista Vinum. I produttori del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato in partenza per Zurigo sono 18.

“Tra i mercati di riferimento per l’export dei vini tutelati dal Consorzio - spiega il presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, Filippo Mobrici - un ruolo importante lo riveste la Svizzera. La percentuale di Barbera d’Asti e dei vini del Monferrato esportati nel 2017 nei cantoni elvetici rappresenta circa il 5% degli oltre 11 milioni di bottiglie esportate ogni anno (il 50% all’incirca della produzione totale)”. “Il 30% dei vini promossi dal Consorzio - prosegue Mobrici - raggiunge invece l’America, con prevalenza di Canada e Stati Uniti. Per questo, tra le strategie di promozione avviate, ci sono due tour internazionali, abbinati a masterclass in collaborazione con Slow Wine e Gambero Rosso”.Il Consorzio, infatti, sarà tra i partner dello Slow Wine Tour 2018 negli Usa, per presentare le denominazioni tutelate. La prima tappa sarà il 27 febbraio ad Atlanta (Georgia), il 1° marzo New York, il 5 marzo Houston (Texas) e il 7 marzo San Francisco (California).

Ogni tappa prevede banchi d’assaggio e incontri con qualificati esperti del settore, mentre la giornata nella Grande Mela avrà anche una sezione aperta al pubblico. Due i seminari previsti invece a Chicago (28 marzo) e a Toronto (8 giugno) in occasione del Gambero Rosso World Tour 2018 che si svolgeranno in concomitanza ai Grand Tasting Tre Bicchieri del Gambero Rosso, dedicati alla storia e alle ricchezze del territorio vitivinicolo di Asti e del Monferrato. I seminari si rivolgono a un pubblico di professionisti e media e saranno condotti dai curatori della guida Vini d’Italia del Gambero Rosso.

Il 4 marzo 2018, inoltre, è prevista una tappa a Bruxelles per il lancio di un’innovativa attività di promozione delle denominazioni tutelate dal Consorzio, in collaborazione con Ian d’Agata (uno dei più influenti scrittori e professori internazionali del vino) e il progetto ‘Indigena’ di Collisioni Vino. Si tratta del primo di una serie di nuovi eventi promozionali rivolti agli operatori internazionali di domani (influencer, sommelier, master of wine). Saranno formati giovani esperti che traghetteranno nel futuro della ristorazione e del mercato internazionale le etichette dei vini da vitigni autoctoni del Monferrato.

Infine, il Consorzio ha confermato la partecipazione al Prowein di Düsseldorf dal 18 al 20 marzo 2018. Sono oltre 30 le aziende del Consorzio che partecipano.

Info: Manuela Macario

Consorzio Barbera d'Asti e Vini del Monferrato

 

Piemonte Anteprima Vendemmia 2017

Produzione in calo del 19,8%, ma crescono gli ettari vitati e bene l’export

Dati e analisi dell’annata appena conclusa presentati in Vignaioli Piemontesi

È stata la vendemmia del grande caldo con tanti eventi anomali - una germogliazione precoce della vite, una terribile gelata a fine aprile e un’estate equatoriale - che hanno messo a dura prova i viticoltori del Piemonte. Poca uva, maturata in fretta. Eppure gli esperti la classificano nel gruppo delle annate eccellenti per i rossi e molto buona-ottima per i bianchi. Anche il 2017, in Piemonte, promette vini importanti e longevi.  Questa l’analisi fatta da enologi, agronomi e giornalisti di settore in Piemonte Anteprima Vendemmia 2017, l’annuale pubblicazione (scaricabile qui) curata da Vignaioli Piemontesi e Regione Piemonte in cui si analizzano dati tecnici e valutazioni sulla vendemmia appena passata e sull’andamento economico generale del comparto vitivinicolo. È stata presentata a Castagnito, nella sede di Vignaioli Piemontesi, a metà strada tra Alba e Asti, le due province del vino. Il presidente Giulio Porzio ha invitato il comparto vino e tutti i portavoce dei principali Consorzi di tutela piemontesi per fare insieme un’analisi approfondita di quei dati. 

Dalla Regione Piemonte, arriva lo spunto per avviare la discussione: «Infinite potenzialità e bellezza del territorio ma anche estrema fragilità: il nostro è un territorio che deve essere preservato e tutelato. Per questo è necessario aprire una riflessione sulla sostenibilità in vigna e in agricoltura, sulla salvaguardia del territorio e sulla valorizzazione dei nostri vitigni perché il Piemonte è soprattutto terra di vitigni autoctoni; una scelta che viene da lontano, da quando i produttori hanno capito con la pratica viticola ed enologica la grandezza dei vitigni piemontesi rispetto a quelli che potevano arrivare da altri mondi».

«Patrimonio vuol dire anche reddito e reddito vuol dire giovani che restano e lavorano la terra - dice il presidente di Vignaioli Piemontesi Giulio Porzio – Negli ultimi anni abbiamo migliorato il prezzo della vendita del vino, grazie al lavoro di squadra e ad annate che ci hanno aiutato. Adesso occorre aprire una seria riflessione sulle nostre denominazioni: ha senso che ci siano 11 tipologie di Dolcetto sul mercato? Non sarebbe meglio accorpare delle doc per semplificare la comunicazione e la comprensione del consumatore?». 

Il giornalista Giancarlo Montaldo ha presentato i dati economici del Piemonte vitivinicolo 2017: in particolare si è soffermato su alcuni dati generali (superficie, produzione, vitigni autoctoni e internazionali), anche in un confronto analitico e strategico con il passato, per sottolineare l’evoluzione positiva che il comparto vitivinicolo regionale ha conseguito. Ha poi presentato le schede economiche ed evolutive relative a 4 parametri (superficie rivendicata, produzione effettiva, imbottigliamenti e giacenze) di otto tra i più importanti vini piemontesi, mettendo in evidenza i differenti stati di salute dei vari vini.

 

I DATI DELLA VENDEMMIA 2017 

Ricordiamo in sintesi quali sono i dati della vendemmia 2017: è stata una annata caldissima, con temperature altissime e scarse precipitazioni. La raccolta delle uve è stata molto precoce. Tra i vigneti del Piemonte, la produzione di vino è stata poco più di due milioni di ettolitri in calo del 19,8 % sul 2016. In Italia si stima una produzione di circa 38,9 milioni di ettolitri (-28% sul 2016). 

Una vendemmia comunque molto soddisfacente per il Piemonte: dalle analisi e valutazioni svolte costantemente dal servizio tecnico di Vignaioli Piemontesi, coordinato da Daniela Tornato e Michele Vigasio, tutti i vitigni sono collocati in vetta della classifica, ovvero le 5 stelle dell’eccellenza a Barbera, Dolcetto, Grignolino, Nebbiolo, Pelaverga, Vespolina. Gli altri vitigni stanno nella sfera dell’ottimo, con 4 stelle. 

Le aziende vitivinicole in Piemonte sono 18.000 su 67.000 totali, mentre gli ettari vitati – in crescita per la prima volta dopo tanti anni - sono circa 44.200 (potenziale 46.200). L’export si conferma attorno al miliardo di euro su un export agroalimentare complessivo di 4,5 miliardi di euro.  

Un export che interessa circa il 60% del vino prodotto in Piemonte, di cui il 70% nei paesi comunitari e il 30% nei paesi extra Ue. I principali paesi importatori sono Germania, Gran Bretagna, USA, Francia, Russia, Spagna, Svizzera, Giappone

Solo per la promozione Ocm sui mercati dei Paesi terzi per l’internazionalizzazione e l’export delle aziende vitivinicole piemontesi, la Regione ha stanziato per la campagna 2017/2018 risorse pari a 10.427.850 euro.

Il 33% della produzione vitivinicola in Piemonte arriva dal mondo della cooperazione: 37 cantine cooperative piemontesi sono associate e rappresentate da Vignaioli Piemontesi con 6.242 aziende vitivinicole.

 

DATI E VALORI DEL PIEMONTE VITIVINICOLO NEL 2017

44.200 ettari di vigneto, (circa il 7% del vigneto Italia), che comprendono i paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, riconosciuti dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.

Nel 2017 la produzione di vino è stimata a 2,043 milioni di ettolitri (-19,8% sul 2016). La produzione nazionale è di 38,9 milioni di ettolitri (-28% sul 2016).

18.000 le aziende agricole a indirizzo vitivinicolo.
280 imprese industriali produttrici di vini e distillati con circa 3.300 addetti.

54 Cantine cooperative con circa 12.000 soci (rappresentano circa 1/3 della produzione vitivinicola regionale)

Si conferma in poco meno di 1 miliardo di euro il valore dell’export di vino; tale valore rappresenta circa il 22% dell’export agroalimentare piemontese e circa il 18% dell’export vini nazionale. Il Piemonte esporta circa il 60% del vino. Il Piemonte esporta circa il 60% del vino. Il 70% viene assorbito dai Paesi UE, il restante 30% dai Paesi extra UE.

18 vini a docg (calcolando l’Asti e il Moscato d’Asti, il Roero e il Roero Arneis) e 42 doc (su 73 docg e 332 doc nazionali), il più alto numero tra le regioni, che coprono circa l’85% della produzione regionale; quasi tutta vitigni autoctoni storici. A bacca bianca: Arneis, Cortese, Erbaluce, Favorita, Moscato Bianco; a bacca rossa: Barbera, Bonarda, Brachetto, Dolcetto, Freisa, Grignolino, Malvasia, Nebbiolo, Ruché, Pelaverga

14 tra grandi e piccoli Consorzi di Tutela che coprono tutte le doc e docg. 2 grandi Associazioni produttori; un consorzio per la promozione, Piemonte Land of Perfection, costituito dai principali Consorzi di tutela dei vini.

14 Enoteche Regionali e 33 Botteghe del Vino, riconosciute con legge regionale n. 37/80, che rappresentano circa 4.300 produttori espositori; che ospitano mediamente 1.000.000 di visitatori all’anno (metà dei quali stranieri).

7 Strade del Vino riconosciute

10,4 milioni di euro le risorse assegnate dalla Regione Piemonte alla misura promozione sui mercati dei Paesi terzi dell’OCM Vino per l’internazionalizzazione e l’export delle aziende vitivinicole piemontesi 

IL VINO NEL CONTESTO INTERNAZIONALE

La pubblicazione della prima stima di produzione mondiale di vino da parte di OIV relativa al 2017 ha evidenziato una annata anomala in diversi mercati, tale da portare la quantità di vino al livello più basso da decenni pari a 247 milioni di ettolitri.

L’Europa è stata caratterizzata da fenomeni meteorologici estremi, dal gelo alla siccità, che hanno influenzato significativamente la produzione di vino 2017, che è particolarmente bassa .

Per il terzo anno consecutivo l'Italia nel 2017 si conferma il 1o produttore mondiale(39,3 Mio hl, -23% rispetto al 2016), seguita dalla Francia (36,7 Mio hl, -19% rispetto al 2016) e dalla Spagna (33,5 Mio hl, -15% rispetto al 2016). La Germania (8,1Mio hl, -10% rispetto al 2016) e la Grecia (2,5 Mio hl, -10% rispetto al 2016) si inseriscono a anch'esse in questa tendenza al ribasso.

In merito alle produzioni dei paesi extra Ue si devono rilevare le produzioni di USA (23,3 Mil hl), Australia (13,9 Mio hl), Argentina (11,8 Mio hl), Cina (11,4 Mio hl) e Sud Africa (10,8 Mio hl); da sottolineare come si mantiene costante la produzione cinese che ha superato paesi storici come il Sud Africa e il Cile.

Nel contempo però, in merito alle esportazioni di vino, l’Italia chiude il semestre con 2809 milioni, +7.3% sullo stesso periodo dello scorso anno, quando l’andamento era stato piuttosto sottotono (+3%). Questo risultato è piuttosto sorprendente e forse inatteso.

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2014

2015

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2016 provvisoria

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2017 provvisoria

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Posizione

Italia

44,2

50,0

50,9

39,3

1

Francia

46,5

47,0

45,2

36,7

2

Spagna

39,5

37,7

39,3

33,5

3

USA

23,1

21,7

23,6

23,3

4

Australia

11,9

11,9

13,1

13,9

5

Argentina

15,2

13,4

9,4

11,8

6

Cina

11,6

11,5

11,4

11,4

7

Sud Africa

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11,5

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11,2

10,5

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10,8

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8

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VALORI E PERFORMANCE DEL PIEMONTE

La superficie a vigneto complessiva si attesta a 46.200 ettari. La maggior parte del vigneto piemontese è concentrato nelle province di Asti, Cuneo e Alessandria, ma si estende anche lungo una fascia pedemontana e montana che dal Torinese risale fino alle Valli Ossolane.

La produzione vinicola piemontese del 2017 si è attestata a 2,043 milioni di ettolitri con un decremento rispetto al 2016 in linea con l’andamento nazionale. Essa, rappresenta il 5,2% della produzione nazionale ma quasi il 18% delle esportazioni complessive italiane, a dimostrazione di una sempre maggiore vocazione del Piemonte ad esportare i propri vini di pregio.

L’export interessa circa il 60% del vino prodotto in Piemonte, di cui il 70% nei paesi comunitari e il 30 % nei paesi extra Ue. I principali paesi importatori, in ordine decrescente, sono Germania, Gran Bretagna, USA, Francia, Russia, Spagna, Svizzera, Giappone.

Un ruolo fondamentale nell’internazionalizzazione del vino piemontese è stato il lavoro svolto dal consorzio Piemonte Land of Perfection che, nato nel 2011 su stimolo della Regione Piemonte, oggi è composto dalla quasi la totalità dei consorzi di tutela piemontesi e rappresenta uno strumento necessario per affrontare sistematicamente le sfide della globalizzazione, anche in sinergia con le altre produzioni agro-alimentari di eccellenza del Piemonte.

IL PIEMONTE PRODUCE QUALITÀ

Oltre l’80% della produzione enologica piemontese è costituita da vini a Denominazione d’origine (DO), di cui circa 44% rossi, oltre il 40% bianchi, e il rimanente vini da tavola, perlopiù rossi.

Abbiamo 18 vini a DOCG e 42 DOC (su 73 DOCG e 332 DOC nazionali), il più alto numero tra le Regioni, derivanti da una ventina di vitigni autoctoni storici, tra i quali, a bacca bianca: Arneis, Cortese, Erbaluce, Favorita, Moscato Bianco; a bacca rossa: Barbera, Bonarda, Brachetto, Dolcetto, Freisa, Grignolino, Malvasia, Nebbiolo, Ruchè, Pelaverga.

In totale il Piemonte è in grado di offrire, nell’ambito delle 60 denominazioni regionali, un’ampia gamma di circa 600 tipologie di vino, modulate anche su differenti livelli di prezzo.

Per scelta strategica il Piemonte non ha Indicazioni geografiche dei vini.

In Piemonte la produzione di vini a denominazione d’origine si articola su due assi: da un lato ci sono pochi vini, sui quali si concentra gran parte della produzione regionale; dall’altro molte denominazioni forniscono un contributo minimo in termini produttivi e

strutturali, con una produzione che si può considerare di nicchia, ma la cui presenza va a completare l’offerta e a integrare il tessuto produttivo regionale.

Infatti i primi tre vini (Asti Docg, Piemonte Doc, Barbera d’Asti Docg) raccolgono oltre il 50% della produzione effettiva, e se si aggiungono i cinque successivi (Barbera del Monferrato Doc, Barbera d’Alba Doc, Langhe Doc, Barolo Docg, Dolcetto d’Alba Doc) si arriva a oltre il 75%. Nonostante ciò la viticoltura piemontese di qualità è caratterizzata anche dai tantissimi vini di limitata dimensione produttiva: molte denominazioni non raggiungono le 100 aziende o i 100 ettari di superficie iscritta ed addirittura in alcuni casi la produzione effettiva non supera i 1.000 ettolitri.

In Piemonte la gestione delle denominazioni avviene, ormai dal 2011, attraverso il sistema della regolazione delle iscrizioni a schedario viticolo ai fini della rivendicazione delle DO. Si tratta di una modalità prevista dalla norma nazionale che ha consentito di aumentare, in modo controllato e sostenibile, la superficie rivendicabile e quindi la produzione di uve e vini a DO onde evitare tensioni di mercato e squilibri nei prezzi.

Le DO interessate sono state finora Barolo, Barbaresco, Roero Arneis, Langhe Arneis, Alta Langa, Gavi, Piemonte Moscato e Asti.

IL SOSTEGNO DEL COMPARTO

Gli strumenti di sostegno al comparto sono:

-l’OCM (Organizzazione di mercato vitivinicolo) ai sensi del Reg. CE n. 1308/13, attraverso le misure: Investimenti; Ristrutturazione e Promozione dei vini nei mercati dei paesi terzi.

-il PSR 2014-2020 ai sensi del Reg. CE n. 1305/13, attraverso la misura 4 di cui 4.1.1. miglioramento rendimento e sostenibilità delle aziende agricole; 4.1.2 investimenti giovani agricoltori e 4.2.1 investimenti a favore della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli e la misura 3 regimi di qualità in particolare la sottomisura 3.2 sostegno per le attività di informazione e promozione svolte da associazioni di produttori nel mercato interno.

La misura Investimenti nel corso del 2017 ha consentito a 9 aziende vitivinicole piemontesi di dotarsi di punti vendita extra-aziendali al fine di migliorare le proprie capacità di penetrazione del mercato e di recupero del valore aggiunto. L’attività condotta ha utilizzato gran parte delle risorse disponibili e soddisfatto le effettive necessità del comparto con un aiuto concesso pari ad 566.006,67 euro.

La misura Ristrutturazione continua a consentire il rinnovamento del patrimonio viticolo regionale. Anche questo bando ha visto una ampia partecipazione delle aziende viticole (oltre 700) che hanno richiesto importi di contributo superiori a quelli preventivamente per un importo complessivo di contributo pari a € 8.406.605,22. La superficie vitata complessiva ristrutturabile ammonta a circa 860 ettari.

La misura promozione sui mercati dei paesi terzi sostiene l’internazionalizzazione e l’export delle aziende vitivinicole piemontesi, permettendo alle aziende (prevalentemente micro/piccole aziende) di competere in un mercato globalizzato ed agguerrito. Anche questo bando (come tutte le annualità passate) ha visto una ampia partecipazione delle aziende viticole (tutti i consorzi di tutela e oltre 500 aziende associate in associazioni di

impresa o società consortili) dislocate su tutto il territorio regionale, che hanno richiesto importi di contributo complessivamente superiore alla dotazione prevista con l’approvazione provvisoria, da definire a seguito dei controlli da parte di Agea, di n. 19 progetti regionali e n. 8 progetti multiregionali con capofila Piemonte; per un importo di contributo pari a euro 10.642.388 euro.

Il rilancio degli investimenti in cantina è avvenuta mediante i fondi stanziati dalla misura 4 che ha attivato, per tutti i comparti agricoli, nel 2016 oltre 64 milioni per la 4.1.1 e 38 milioni per la 4.2.1.

La Regione Piemonte ha sostenuto nel 2017, attraverso la su citata misura promozione sui mercati dei paesi terzi e la misura 3 sottomisura 3.2 del PSR, il comparto vitivinicolo valorizzandone la qualità e stimolando le esportazione e perseguendo le seguenti priorità:

1) valorizzare e promuovere i vini tutelati dai sistemi di qualità riconosciuti;

2) promuovere le attività sui mercati internazionali in modo favorire la successiva penetrazione commerciale delle singole aziende al fine di:

-presidiare e consolidare le quote di mercato già acquisite in considerazione delle strategie aggressive attuate da parte dei nuovi paesi esportatori;

-trovare nuovi sbocchi di mercato intercettando le potenzialità di business nelle economie contraddistinte da prospettive di sviluppo o mercati nuovi per i vini piemontesi;

3) promuovere il Sistema Vino Piemonte favorendo azioni sinergiche e collettive;

La Misura 3 sottomisura 3.2 Sostegno per le attività di informazione e promozione svolte da associazioni di produttori nel mercato interno del PSR ha infatti attivato nel corso del 2017 bandi per quasi 6 milioni di euro finanziando progetti di promozione che riguardano la prevalenza dei vini di qualità piemontesi insieme ai prodotti dop/igp del nostro territorio e sostenendo l’attività promozionale di quasi tutti i consorzi di tutela vitivinicoli e dei prodotti agroalimentari dop/igp; inoltre sono state sostenute le principali manifestazioni fieristiche del comparto quali il Vinitaly di Verona e il Prowein di Dusseldorf.

RICERCA, SPERIMENTAZIONE E INNOVAZIONE

Su tale attività, in campo vitivinicolo, un ruolo cardine è ricoperto dalla “Fondazione per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese” nota come AGRION che opera nel settore tramite l’attività svolta dal Centro sperimentale per la vitivinicoltura Tenuta Cannona di Carpeneto. La Fondazione Agrion mantiene un costante confronto con il mondo produttivo per coglierne le richieste e focalizzare le aree di indagine su cui possa lavorare produttivamente il mondo scientifico.

Attualmente, Agrion, ha individuato 3 macro aree su cui sta concentrando le proprie attività:

  1. Flavescenza dorata della vite

  2. Selezioni di nuovi cloni interessanti per l’ampliamento del patrimonio genetico varietale e per orientare la scelta delle barbatelle al momento dell’impianto del vigneto.

3. Gestione dell’inerbimento in vigneto.

SISTEMA ENOTECHE REGIONALI, BOTTEGHE DEL VINO, CANTINE COMUNALI

Le Enoteche regionali del Piemonte rappresentano una rete di luoghi affascinanti per la loro bellezza storico-artistica ma soprattutto per il loro valore sociale ed economico. Nate con la Legge regionale n. 37 del 1980, rappresentano forme di aggregazione dei produttori e di altri soggetti professionali e istituzionali, con funzioni di accoglienza, animazione turistica e di promozione del territorio e con compiti di proposta e vendita delle specialità eno-gastronomiche delle aziende agricole socie. Tali strutture, nate per il prodotto vino, hanno ampliato la loro attività alle altre produzioni agroalimentari del territorio, tanto da poter assumere oggi la nuova funzione di agroteche regionali.

Attualmente sono 14 le Enoteche regionali e le 33 Botteghe del vino-Cantine comunali che rappresentano la base istituzionale di un sistema del turismo del gusto che è molto di più di una prospettiva per l’economia regionale. Ogni Enoteca esprime la propria realtà territoriale, ma i territori regionali sono assai diversi e viaggiano a velocità differenti. Però ognuno ha cose buone da proporre e lo sforzo comune è quello di svolgere una promozione in forma integrata e professionale, finalizzata ad un obbiettivo economico: vendere in maniera turisticamente piacevole il nostro territorio rurale ed i suoi prodotti tradizionali.

IL RICONOSCIMENTO UNESCO DEI PAESAGGI VITIVINICOLI DI LANGHE-ROERO E MONFERRATO

I vini piemontesi, famosi e apprezzati in tutto il mondo, per il loro gusto unico, per le loro qualità intrinseche, ma anche per il valore aggiunto che deriva dal loro profondo legame con i rispettivi territori che li producono e li propongono; quei luoghi persino mitici di Langhe, Roero, Monferrato, ed anche delle colline e fasce pedemontane e montane del torinese, biellese, vercellese, novarese e persino del VCO. Luoghi dove la vite e il vino modellano e ispirano il paesaggio agrario e rurale, esaltano l’enogastronomia, sono elementi fondamentali delle bellezze artistiche, letterarie, culturali, storiche di questi territori, che ogni anno accolgono milioni di visitatori e di turisti del vino e della enogastronomia, attratti anche dalle pagine letterarie di grandi scrittori come Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Mario Soldati, Davide Lajolo che di queste colline, di questi vigneti, di questo mondo contadino ne hanno fatto sublime letteratura.

Anche da tutto questo è scaturita la candidatura dei paesaggi vitivinicoli del Piemonte nella lista dell’Unesco come patrimonio dell’umanità, culminato nel suo riconoscimento ufficiale, avvenuto nel mese di Giugno del 2014.

Il sito è composto da una serie di 6 aree di particolare pregio (dette core zone, circa 10.000 ha), circondata da un area di rispetto (detta buffer zone) anch’essa ridotta a 76.000 ha. I 6 nuclei (core zone) individuati erano:

a) la Langa di Barolo;

 

  1. b)  le colline del Barbaresco

  2. c)  Nizza Monferrato e Barbera

  3. d)  Canelli e Asti Spumante

per i quali si evidenzia lo stretto legame del paesaggio con il vitigno autoctono prevalente, con le tecniche tradizionali di vinificazione, con la produzione di vini di valore elevato e riconosciuto a livello mondiale,

e) Il Castello di Grinzane Cavour, quale testimone fondamentale della storia e dello sviluppo della viticoltura e dell’enologia piemontese

f) Il Monferrato degli Infernot, storici ambienti sotterranei usati anche come cantine, scavati nella pietra da cantoni e rappresentativi non solamente dell’architettura vernacolare ma anche della particolare geologia dell’area.

Il sito offre un proficuo compromesso tra elementi ambientali, produttivi, culturali e architettonici che devono esprimere al meglio le diverse sfaccettature del Piemonte vitivinicolo.

L’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, costituita da Regione Piemonte con le Province di Alessandria, Asti e Cuneo nel gennaio 2011, svolge una funzione di gestione del sito, con il contributo tecnico di un Tavolo di lavoro interdirezionale composto dalle tre Direzioni regionali competenti, “Ambiente, Governo e Tutela del Territorio”, “Agricoltura” e “Promozione della Cultura, del Turismo e dello Sport”. 

 

UVA DA VINO - SUPERFICIE E PRODUZIONI 2017 E CONFRONTI CON L'ANNO PRECEDENTE

page1image1864

PROVINCIA

SUPERFICIE DEGLI IMPIANTI - HA

PRODUZIONE DI UVA - Q.LI

UVA DESTINATA ALLA VINIFICAZIONE Q.LI

PRODUZIONE DI VINO

TOTALE

NON
IN PRODUZIONE

page1image8752

VARIAZIONE IN SUPERFICIE TOTALE SU

PRODUZIONE ANNO PRECEDENTE

page1image10288

RESA PER HA DI

SUPERFICE TOTALE IN

PRODUZIONE

V AR. SU ANNO 2016 Q.LI

VINO PRODOTTO PER Q.LE DI UVA VINIFICATA

TOTALE VINO PRODOTTO

HL

V AR. SU ANNO 2016 HL

V AR. SU ANNO 2016 %

ALESSANDRIA 11.433
ASTI 14.875
BIELLA 241
CUNEO 15.821
NOV ARA 534
TORINO 1.037
VERBANO C.O. 51 1 50

VERCELLI 210

15 195

515 10.918 675 14.200 7 234 655 15.166 513 21 1.008 29

36 62,83 685.980 -56 75,25 1.068.500 12 68,46 16.020 331 70,35 1.067.000 -14 1.392,43 29.241 -27 2.606,90 75.600 0 80,00 4.000 20 42,00 8.190

-210.020 -253.216 -5.980 -228.000 -1.557 -7.520 500 -2.810

685.780 70,00 1.068.500 68,28 16.020 59,98 1.067.000 70,00 29.241 70,00 75.600 64,79 4.000 65,00 8.190 60,01

480.040 -147.020 729.625 -195.576 9.609 -6.391 746.900 -145.300 20.469 -1.090 48.978 -9.206 2.600 325 4.915 -1.685

-23,4 -21,1 -39,9 -16,3

-5,1 -15,8 14,3 -25,5

PIEMONTE 17 44.202 3.389 40.813 302 72,39 2.954.531 -708.603 2.954.331 69,16 2.043.136 -505.943 -19,8

(46.200 vigneto potenziale complessivo)

PIEMONTE 16 43.900 1.776 42.124 -285 86,96 3.663.134 140.376 3.662.934 69,59 2.549.079 82.160 3,3

VARIAZIONI % 0,7 90,8 -3,1 === -16,8 -19,3 === -19,3 === -19,8 === ===

Dati Regione Piemonte - Elaborazione stime Ambiti Territoriali Provinciali a cura del Settore Programmazione, Coordinamento Sviluppo Rurale e Agricoltura sostenibile - DATI PROVVISORI Con la collaborazione di Assoenologi, Vignaioli Piemontesi, Consorzio Tutela Asti Spumante, Federazione Reg.le Coltivatori Diretti, Confagricoltura Piemonte, Unione Italiana Vini, ISMEA

 

SERIE STORICA PRODUZIONE VINO - REGIONE PIEMONTE

ANNO

SUPERFICIE TOTALE IMPIANTI ettari

SUPERFICIE IN PRODUZIONE ettari

PRODUZIONE UVA quintali

RESA q.li/ha

UVA VINIFICATA quintali

PRODUZIONE VINO Ettolitri

RESA VINO hl per q.le di uva

1984

73.933

71.005

4.948.706

69,70

4.945.441

3.406.356

68,88

1985

72.029

69.856

5.540.768

79,32

5.528.253

3.929.315

71,08

1986

70.442

68.750

5.648.519

82,16

5.639.429

3.998.844

70,91

1987

69.885

68.152

5.758.792

84,50

5.746.792

4.075.564

70,92

1988

69.110

67.434

4.648.463

68,93

4.642.083

3.297.960

71,04

1989

68.547

66.859

4.496.639

67,26

4.491.784

3.203.224

71,31

1990

68.009

66.133

4.535.285

68,58

4.530.228

3.310.121

73,07

1991

62.089

59.569

4.752.544

79,78

4.748.002

3.496.262

73,64

1992

61.814

59.303

4.645.495

78,33

4.624.805

3.305.955

71,48

1993

61.472

59.103

4.532.278

76,68

4.527.830

3.224.883

71,22

1994

61.009

58.787

4.520.048

76,89

4.518.403

3.219.807

71,26

1995

60.545

58.265

3.828.439

65,71

3.815.800

2.708.700

70,99

1996

59.805

57.647

4.393.730

76,22

4.391.049

3.106.918

70,76

1997

59.735

57.487

4.840.403

84,20

4.838.597

3.405.160

70,37

1998

59.368

56.778

4.522.698

79,66

4.521.019

3.171.101

70,14

1999

59.565

56.574

4.659.025

82,35

4.654.525

3.266.852

70,19

2000

56.407

53.573

4.201.556

78,43

4.200.318

2.937.710

69,94

2001

54.325

52.850

4.568.235

86,44

4.536.710

3.324.335

73,28

2002

53.593

51.735

3.346.053

64,68

3.345.208

2.328.675

69,61

2003

53.554

51.951

3.280.893

63,15

3.280.163

2.281.511

69,55

2004

53.273

51.679

4.587.005

88,76

4.586.055

3.263.162

71,15

2005

53.196

51.856

4.289.433

82,72

4.288.283

3.054.426

71,23

2006

53.075

51.802

4.520.006

87,26

4.518.956

3.228.961

71,45

2007

52.720

51.266

3.908.749

76,24

3.907.699

2.723.946

69,71

2008

51.463

50.155

3.558.248

70,95

3.557.318

2.479.633

69,71

2009

50.737

49.586

3.998.084

80,63

3.997.144

2.858.154

71,50

2010

49.698

48.554

4.158.015

85,64

4.156.765

2.995.599

72,07

2011

47.042

46.066

3.673.949

79,75

3.672.799

2.682.701

73,04

2012

45.527

44.364

3.278.333

73,90

3.277.133

2.365.548

72,18

2013

45.343

44.169

3.658.640

82,83

3.656.940

2.579.534

70,54

2014

44.754

43.497

3.416.008

78,53

3.414.308

2.401.988

70,35

2015

44.185

42.825

3.522.758

82,26

3.521.358

2.466.919

70,06

2016

43.900

42.124

3.663.134

86,96

3.662.934

2.549.079

69,59

2017

44.202

40.813

2.954.531

72,39

2.954.331

2.043.136

69,16 

NELLA PAGINA SUCCESSIVA SI RIPORTA UN GRAFICO DELL'ANDAMENTO DELLA PRODUZIONE DI VINO

Fonte : Regione Piemonte - Assessorato Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca
a cura del Settore Programmazione, Coordinamento dello Sviluppo Rurale e Agrcoltura sostenibile

serie storica 1984 - 2017 pagina 2 

 

Fiammetta Mussio

 

 

 

10 PRODUTTORI SI SONO UNITI NELL’ASSOCIAZIONE “TerraNobile Montepulciano” PERCHÉ E QUALI SONO LE CARATTERISTICHE

Ci si incontra casualmente lungo le salite di Montepulciano, a vari eventi, nelle riunioni del Consorzio e così via, si scopre di avere idee comuni, obiettivi analoghi, un’idea produttiva e culturale che coincide. Qualcuno propone di incontrarsi e confrontarsi sui temi che tutti quotidianamente si affronta. Ci si accorge che il confronto è il miglior metodo per crescere, che si possono scambiare preziose informazioni e si ha una visione del Nobile di Montepulciano molto simile. Allora si comincia ad ipotizzare di poter condividere un percorso organico verso obiettivi comuni. 

Nasce così “TerraNobile Montepulciano”.

I produttori che attualmente vi aderiscono si sono dati una serie di regole e di discipline tecnico-produttive che si impegnano a rispettare. Chiunque vorrà entrare nell’Associazione dovrà sottoscrivere tali regole e impegnarsi a rispettarle.

Di seguito i punti fondamentali che accomunano le 10 aziende di oggi, che speriamo cresceranno di numero nel comune interesse a seguire uno stile produttivo rispettoso del terroir di Montepulciano. 

 

I PRODUTTORI ADERENTI ALL’ASSOCIAZIONE SI IMPEGNANO A:

 

·         Rispettare e valorizzare il terroir unico di Montepulciano attenendosi ad una metodologia produttiva specifica come previsto dal Regolamento interno. 

·         Dedicarsi ad una graduale, ma sostanziale, riduzione del ricorso alle molecole di sintesi, necessaria per il raggiungimento di una viticultura sostenibile, moderna e di basso impatto ambientale.

·         Produrre, in aggiunta al Nobile di Montepulciano rosso e rosso Riserva, così come previsto dall’attuale Disciplinare di produzione, due tipologie aggiuntive che hanno caratteristiche peculiari definite dal Regolamento interno: “Nobile di Montepulciano Tradizione” e “Nobile di Montepulciano Vigne vecchie”

·         Promuovere insieme corsi, incontri, eventi e tavole rotonde finalizzati alla crescita professionale, alla formazione e all’aggiornamento del personale 

·         Non utilizzare le seguenti pratiche enologiche: dealcolizzazione, trattamenti termici shock, concentrazione ad osmosi, elettrodialisi, scambiatori di cationi e l’eliminazione della solforosa attraverso procedimenti fisici.

·         Promuovere azioni di comunicazione sinergiche che consentano di divulgare i vini dei terroirs di Montepulciano

·         Partecipare in modo attivo e propositivo all’organigramma e all’attività del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano riconosciuto dal proprio Statuto come interlocutore privilegiato per il perseguimento degli scopi societari. 

 

DAL PUNTO DI VISTA TECNICO-PRODUTTIVO SI AUTODISCIPLINANO ACCETTANDO LE SEGUENTI REGOLE PRODUTTIVE

PER LE TIPOLOGIE “NOBILE DI MONTEPULCIANO TRADIZIONE” E “NOBILE DI MONTEPULCIANO VIGNE VECCHIE” *

 

1.       Nobile di Montepulciano «Tradizione» e «Vigne Vecchie» devono essere ottenuti da vigneti aventi la seguente composizione ampelografica: Sangiovese e/o Prugnolo Gentile: minimo 85%. Possono inoltre concorrere fino al 15% vitigni complementari come definiti nella pubblicazione “Germoplasma viticolo della Toscana 1 (vitigni a bacca nera)” – edito da ARSIA nel settembre 2005 volume 9 (Cioè solo alcuni vitigni autoctoni a bacca rossa).

2.      Per la menzione Nobile di Montepulciano «Tradizione» la resa di vino non deve essere superiore a Hl 50 per ettaro.  Non è consentito in nessun caso superare detto limite. 

3.      Per la menzione Nobile di Montepulciano «Vigne Vecchie» la resa di vino non deve essere superiore a Hl 35 per ettaro. Non è consentito in nessun caso superare detto limite. I vigneti devono avere un’età superiore a 40 anni

4.      Il periodo minimo di maturazione in legno deve essere di 12 mesi ed il periodo minimo di affinamento in bottiglia deve essere di 6 mesi

5.      Le operazioni di imbottigliamento devono essere effettuate all'interno della zona di produzione

 

MADDALENA MAZZESCHI

 

 

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