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ENOGASTRONOMIA

IL LUSSO NEL PIATTO: I 5 CIBI TRA I PIU' CARI DEL MONDO

 

 

 

Dalle carni certificate Hida-wagyu al Miele Elvish, rinvenuto in una grotta in Turchia, quando mangiare è un vero e proprio lusso

 

Che la buona tavola sia uno dei grandi piaceri della vita, è un pensiero largamente condiviso, ma, a volta, può rappresentare un vero e proprio lusso. Esistono, infatti, alcuni cibi molto particolari ed estremamente pregiati, dai sapori e profumi unici al mondo e, per questo, dai costi altissimi, proibitivi per la maggior parte delle persone.

 

Si tratta di alimenti con una specifica provenienza geografica la cui coltivazione o produzione impone il rigido rispetto di regole e norme. Portare a tavola questi tesori – è proprio il caso di dirlo – comporta una spesa di diverse migliaia di euro.

 

Eccone qualche esempio:

 

Hida-Wagyu, il manzo giapponese da 1.000 dollari al Kg

I manzi vengono allevati nella verde regione giapponese Hida, allo stato quasi brado, alimentati a erba per i primi mesi, per poi passare al fieno di riso e altri mangimi rigorosamente vegetali autoctoni. La principale caratteristica di questa carne, riscontrabile anche a occhio nudo sui tagli ancora crudi, è la percentuale e la distribuzione di grasso interno alle fibre che forma una ragnatela, come un marmo, sempre più importante a seconda della marezzatura (marbling) di riferimento. Maggiore è la presenza di grasso tra le fibre, più è buona e pregiata la carne, ed è anche più salutare per il nostro organismo. In Italia oggi l’unico importatore ufficiale e certificato è Taki Japan International, che serve alcune macellerie e ristoranti di alto livello, come il Taki Restaurant, a Roma, a due passi da Piazza Cavour.

 

Miele Elvish, da una grotta sotterranea, il miele che fu venduto a 45.000 euro al kg

Estratta a 1800 metri di profondità, in una grotta presso la valle di Saricayir, nel nord-est della Turchia, questa è la varietà di miele più costosa al mondo. Nel 2009, alcuni apicoltori locali notarono delle api entrare nella grotta, ed ipotizzarono ci potesse essere del miele. Si tratta di un prodotto pregiatissimo, realizzato in modo completamente naturale, arricchito dai minerali della grotta da cui viene estratto. Il primo chilogrammo fu venduto a 45 mila euro, ma poi il prezzo è diminuito, fino ad arrivare ai 5.000 euro al kg di oggi.

 

Tartufo bianco di Alba, il tubero che arriva a costare 160.406 dollari per 1,51 kg

160.406 dollari, è questo il prezzo record per un tartufo di 1,51 Kg venduto all’asta. Il tartufo bianco di Alba è considerato come il re di tutti i tartufi, poiché è il più profumato, il più aromatico, ma anche il più raro. Nonostante i numerosi tentativi di coltivarlo, infatti, nessuno ci è mai riuscito. La parte esterna appare liscia, chiara, di color bianco latte o giallino, mentre la polpa all’interno è giallastra con sottili venature. Il sapore più avere delle leggere note piccanti, e ricordare vagamente quello del formaggio grana.

 

Melone Yubari King, il frutto più caro del mondo costa 20.000 euro

Questa particolare varietà di melone, è il frutto più costoso al mondo, arrivando anche a 20.000 euro il pezzo. Coltivato in Giappone, nella città di Yubari, le piante che lo producono vengono innestate su esemplari più maturi, per sfruttare le radici. Vengono coltivati pochissimi esemplari ogni anno, e i frutti vengono sollevati da terra per essere massaggiati e lavati più volte al giorno. Sembrerebbe essere proprio questo trattamento, oltre alle particolarità dell’area geografica, a garantire la superiorità del gusto di questo frutto.

 

Caviale Almas Beluga, il caviale venduto in contenitori di oro 24 carati, a 25.000 dollari al kg

Che il caviale sia un alimento di lusso, è cosa ben nota, ma alcuni tipi lo sono decisamente di più. Quello di Almas Beluga viene ricavato da storioni del Mar Caspio con almeno 100 anni di età. Per la sua rarità e particolarità, questo caviale ha un costo di 25.000 dollari al chilogrammo. Per chi volesse acquistarlo, va segnalato che da Caviar House & Prunier, a Piccadilly Circus, a Londra, viene venduto con un packaging davvero singolare: un piccolo contenitore d'oro a 24 carati.

 

 

Alessandro Maola 

IL FEGATO ALLA VENEZIANA IN VERSONE “FINGER FOOD” VINCE IL CONCORSO “RICETTE IN MINIATURA” 2019

 

Il tipico piatto veneto, rivisitato in modo creativo, trionfare nell’iniziativa online di Italia in Miniatura che rivisita la cucina regionale. Alla vincitrice il tour dei parchi con tutta la famiglia, al pubblico un prezioso ricettario online, arricchito delle ricetta d’autore di 7 food-blogger

 

Il primo concorso culinario online lanciato dal parco tematico riminese, che si è concluso il 31 agosto, ha una ricetta vincitrice: il “Paté di fegato alla veneziana con polenta croccante” di Anita Rizza, di Marano Vicentino (VI).

 

Un concorso di cucina lanciato da un parco tematico potrebbe far alzare qualche sopracciglio ai puristi del marketing: eppure il cibo in Italia è uno dei valori più tutelati dagli Italiani e più ricercati dai turisti stranieri. Insieme a arte, paesaggi e lifestyle è fattori per cui l’Italia è famosa e “invidiata” nel mondo.

 

Per stimolare i partecipanti sono stati scomodati sette food-blogger da tutta Italia che, per dare il buon esempio, hanno regalato una loro ricetta d’autore a Italia in Miniatura, visibile sul sito https://ricetteinminiatura.italiainminiatura.com/

 

Si concorreva registrandosi e postando una ricetta corredata da foto, che doveva rispondere a tre requisiti: essere originale, regionale, di semplice realizzazione.

 

I Food blogger


Due arrivano da Napoli (Elena Amaducci, gnamgnam.it e Licia Sangermano, liciasangermano.it), una è veneta (Paola Scomparin, iosonopaola.it), uno arriva dalle Marche ed è il “fornostar” Francesco Saccomandi (pandispagna.net), Liguria e Tirreno sono rappresentate da Alessia Gribaudi Tramontana (casaorganizzata.com) e Francesca Vassallo (lamaggioranapersa.com), fra Puglia e Milano c’è anche Azzurra Rossi (foodiary.it). I giudici si sono divertiti molto durante tutta l’iniziativa che hanno promosso e condiviso sui propri canali, sposando in pieno lo spirito del concorso. Per Francesca Vassallo “Cibo e cultura sono strettamente connessi e un vero patrimonio, anche della memoria, della nostra Italia”, Elena Amaducci ha sottolineato che “In un periodo di eccessi in cucina, finalmente un ritorno alla nostra tradizione culinaria, strizzando l’occhio all’originalità”. Fa invece “Un applauso a tutti quelli che hanno riportato colori e originalità della nostra Italia nel piatto” Paola Scomparin, soddisfatta per la vittoria del “suo” Veneto.

 

Il Voto

A conclusione del concorso il sistema, alla presenza di un funzionario ministeriale estraeva la ricetta più votata da ciascuna regione rappresentata. Un notaio verificava lo svolgimento delle operazioni dei giurati, che dovevano, a quel punto, assegnare i loro voti alle ricette estratte.

Il primato di maggior partecipazione di pubblico va all’Emilia Romagna, regione che ha fornito il maggior numero di ricette, seguita a ruota dal Piemonte.

 

Italia in Miniatura e l’educazione alimentare

L’educazione alimentare è fra i percorsi didattici messi a punto dal Dipartimento Didattico Costa Edutainment a favore delle migliaia di studenti che ogni anno visitano Italia in Miniatura partecipando anche ai “Laboratori del gusto”. Questi spaziano dall’educazione sensoriale, alla gastronomia regionale, al viaggio in Italia attraverso il cibo. Non è mai troppo presto per diventare “gourmet” e per imparare a difendere e promuovere la cucina più amata del mondo, quella del Bel Paese.

 

La Ricetta vincitrice: Paté di fegato alla veneziana finger-food

 

Giovane mamma di Marano Vicentino (VI), Anita Rizza ha due bimbi e una passione, quella dei fornelli. La ricetta del paté di fegato alla Veneziana in versione “finger food” è stata studiata a tavolino per il concorso. “Desideravo ottenere lo sconto per i parchi – concesso a tutti quelli che si iscrivevano al sito per inviare ricette e per votare – invece mi ritrovo ospite a Italia in Miniatura, Aquafan, Oltremare e Acquario di Cattolica con tutta la mia famiglia, per il 2020. Davvero non potevo sperare di meglio!” Così ha commentato la vincitrice che ha già pianificato un bel tour in Romagna per il prossimo anno.

Ecco la ricetta che ha conquistato i giudici:


Ingredienti - 1 cipolla bianca 300 g di fegato di vitello 1/2 bicchiere di vino bianco olio evo una noce di burro sale e pepe prezzemolo 1 l d'acqua sale grosso q.b. 270 g farina di mais olio di semi per friggere.

 

Preparazione -: Preparare il fegato alla veneziana come nella ricetta originale. Stufare la cipolla tagliata a fettine con olio e burro. Sfumare con un bicchiere di vino bianco e lasciare cuocere per circa mezz'ora a fuoco lento. Infine aggiungere il fegato tagliato a pezzetti e lasciarlo cuocere per circa 10 minuti. Regolare di sale e pepe. Una volta cotto frullare con un frullatore ad immersione e mettere in una ciotola. Decorare con prezzemolo tritato. Nel frattempo prepariamo anche la polenta. Mettiamo sul fuoco una pentola con acqua, una volta raggiunto il bollore mettere il sale e sfarinare la farina di mais. Cuocere per 45 minuti. Lasciare raffreddare, tagliare a fettine di circa 1 cm e friggere in abbondante olio di semi.

 

Le ricette restano online

Il sito https://ricetteinminiatura.italiainminiatura.com/ resterà online con la gallery delle ricette. Non resta che augurare a tutta Italia “Buon Appetito!”

 

 

Antonella Bianchi

GIROGUSTANDO

Nelle Terre di Siena tornano i “gemellaggi” tra cuochi che danno vita un calendario che presenta produzioni tipiche, vini e approfondimenti sui legami tra storia e gastronomia

 

Con “Girogustando” l’Italia del gusto s’incontra in cucina

Da ottobre a novembre in programma sette serate con menù speciali realizzati a quattro mani

 

Con “Girogustando” l’Italia del gusto s’incontra in cucina. Dal prossimo ottobre nelle terre di Siena torna lo stuzzicante calendario di appuntamenti che nasce da veri e propri “gemellaggi gastronomici”.

Protagonisti 14 cuochi con esperienze e percorsi professionali differenti che saranno impegnati a mettere in dialogo la loro creatività, per costruire sette differenti menù ciascuno dei quali sarà realizzato a quattro mani.

 

Un’occasione di scambio dove la sfida è quella di saper fondere culture e usanze gastronomiche, anche molto lontane tra loro, regalando al pubblico un insolito viaggio fatto di sapori.

 

Un modo insolito anche per scoprire alcuni dei borghi e degli angoli più belli della provincia di Siena a partire da Cetona (SI), dove giovedì 3 ottobre il ristorante Nilo ospiterà il ristorante Ercole di Crotone per un incontro che unisce tradizione toscana a quella calabrese. “Girogustando” proseguirà poi martedì 22 ottobre a San Gimignano (SI) con il menù proposto a 4 mani dalla Locanda Sant’Agostino che accoglierà nella sua cucina La Vite di Bibbiena (AR). Giovedì 24 ottobre invece, nel cuore di Siena, il ristorante Particolare incontrerà il Sedicesimo Secolo di Orzinuovi (BS).

 

Mercoledì 6 novembre lo staff del Restaurant Alpage di Cervinia (AO) collaborerà con quello della Trattoria della Berardenga a Castelnuovo Berardenga (SI), mentre venerdì 15 novembre il ristorante l’Angolo di Acquaviva di Montepulciano (SI) ospiterà Bocon Divino di Camposampiero (PD).

Nuova tappa nel cuore di Siena mercoledì 20 novembre con il ristorante Gallo Nero di Siena che accoglierà il ristorante San Giorgio di Genova. “Girogustando 2019” si concluderà quindi giovedì 28 novembre a Pienza (SI) dove il ristorante Dal Falco proporrà un menù ideato con il Konnubio di Arenzano (GE).

 

E lo spirito di collaborazione tra territori, oltre che tra cuochi, non si manifesterà solo nel piatto. Partners della manifestazione, sono infatti consorzi vinicoli e organismi di tutela e valorizzazione delle produzioni tipiche che impreziosiscono l’offerta agroalimentare della Toscana. È questo un ulteriore passo avanti per l’applicazione del modello “Vetrina Toscana”, ovvero il progetto condiviso tra Regione e Unioncamere Toscana che da tempo valorizza la filiera enogastronomica regionale e i suoi soggetti attivi.

 

Non solo: in sintonia con il binomio “cucina e cultura” che da sempre caratterizza gli eventi di Girogustando, quelli dell’edizione 2019 indugeranno in più occasioni su argomenti che legano particolarmente la Toscana a storia ed attualità: i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, e in particolare il suo curioso rapporto con la cucina, saranno tema di intrattenimento in più occasioni.

 

Nata 18 anni la manifestazione ”Girogustando – I cuochi d’Italia s’incontrano”, è ideata  da Confesercenti nella volontà di stimolare l’incrocio di culture e competenze, come modello per la ulteriore crescita di un settore che è strategico per l’identità territoriale.

 

Tutti i dettagli sull’edizione 2019 di Girogustando sono reperibili sul sito www.girogustando.tv, e sui relativi social networks.

 

 

Sonia Corsi 3351979765

 

ORECCHIETTE PER TUTTI I GUSTI A GROTTAGLIE

Mercoledì 7 e giovedì 8 agosto a Grottaglie (TA) l’ottava edizione di Orecchiette nelle ‘nchiosce – on the road nel famoso quartiere delle Ceramiche

 

Percorsi enologici e laboratori 

Orecchiette per tutti i gusti e in tutte le salse: quelle al tè nero, all’alga spirulina, con filetto di alice, al ragù di polpo e ai sapori della Valle d’Itria. 

 

Sono queste alcune ricette, tutte originali e gustosissime, che presenteranno gli chef pugliesi in occasione dell’ottava edizione di Orecchiette nelle ‘nchiosce – on the road.

Il famoso quartiere delle Ceramiche di Grottaglie, nel tarantino, con le sue numerose botteghe artigiane si trasformerà in un percorso di gusto tra tradizione e rivisitazioni. Tante le ricette invitanti create per l’evento che si potranno assaporare. 

 

Saranno poi le cantine e i birrifici artigianali ad esaltare la maestria degli chef e, quindi, con mappa in una mano e calice nell’altra, si andrà alla scoperta dei vari stand.

 

Due serate dedicate alle orecchiette e alla possibilità di poter scegliere la ricetta giusta che abbraccia tradizione e sperimentazione.

 

Per chi non si accontenta solo di mangiare ma vuole mettere le mani in pasta troverà un laboratorio per imparare a preparare manualmente le orecchiette. E persino un laboratorio di birra.

 

Immancabili saranno i gli artisti di strada e dj set che intratterranno con divertimento il grande pubblico.

 

Insomma, due serate all’insegna del gusto e del divertimento in uno dei centri storici più belli del tarantino a due passi dal mare.

 

Orecchiette nelle ‘nchiosce – on the road  è organizzato dalla società K202/M.A.O con la collaborazione di Slow Food Grottaglie Vigne e Ceramiche e il patrocinio del Comune di Grottaglie.

 

Per informazioni: www.orecchiettenellenchiosce.com; 3498789817,

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CHEF e PIATTI:

 

Orecchiette al profumo di orto 

Angela Console 

 

Orecchiette integrali con ragù di polpo e pane dei poveri

Giuseppe Panebianco 

 

Orecchiette con gamberetti affumicati, alga spirulina e colatura di alici 

Luca Caliandro

 

Orecchiette cacioricotta e pomodori

Domenico Marinelli 

 

Orecchiette al Tè nero affumicato 

Maria Carmela D'Acunto

 

Orecchiette CroccAlice

Orecchiette con mousse di ricotta e acciughe, polvere di finocchietto selvatico, pomodorini arrostiti, orecchiette fritte croccanti. 

Loredana Ballo 

 

Le orecchiette in contrano il mare

Adriano Schiena 

 

Orecchiette ai profumi della Valle d’Itria 

Cosimo Guarino

 

Orecchiette ai sapori della fattoria 

Sabrina De Felice e Annamaria Trani 

 

Daniela Fabietti

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Piadina Night

 

 

A Rimini giovedì 25 luglio grande festa dedicata al prodotto simbolo della Romagna. Degustazioni in sei diverse versioni, la musica di Mirko Casadei, il rombo dei motori con la Fondazione Simoncelli

 

Una grande festa dedicata al prodotto simbolo della Romagna. Rimini veste i panni della capitale e celebra il “pane” per eccellenza della sua terra con la prima edizione della Piadina Night. Appuntamento giovedì 25 luglio dalle ore 19.30 in piazzale Boscovich insieme a testimonial, musica, consorzi, prodotti tipici, motori e tanto altro. Organizzato dal Consorzio di Promozione e Tutela della Piadina Romagnola, con il patrocinio del Comune di Rimini, l’evento è un omaggio alla Romagna, terra di grandi imprese, capace di conquistare il mondo attraverso quattro semplici ingredienti: farina, acqua, sale, strutto o olio d’oliva. E capace di trasformare un prodotto un tempo povero nel cibo di strada preferito degli italiani, grazie al suo prezzo contenuto e alla varietà degli abbinamenti. D’altronde dove trovare un prodotto capace di unire culturalmente due estremi come Giovanni Pascoli e Samuele Bersani!

 

Dunque una grande festa in piazza, che non poteva che incontrare un altro simbolo della Romagna: la musica di Casadei. Sarà Mirko Casadei con la sua Orchestra ad animare la serata con la sua verve creativa che affonda le radici nella notte dei tempi, rivisitata con un pizzico di modernità ai tempi d’oggi. Mirko Casadei da oltre 15 anni è alla guida della famosa Orchestra Casadei. La sua musica intreccia suoni e sapori di svariati generi musicali pop-folk. Il liscio di famiglia diventa trasversale. L'Orchestra Casadei con oltre 90 anni di storia non poteva che farlo nel modo migliore a Rimini, in questa terra allegra e spensierata. La serata è anche l’occasione per ascoltare il nuovo singolo “Solo per stare con te”, scritto a 4 mani con il cantautore Zibba.

 

La serata si apre alle 19.30 con il trionfo della Piadina Romagnola IGP in degustazione in versione classica e gourmet, con sei proposte diverse a testimonianza della versatilità del prodotto. Preparate in una grande area centrale piazzale Boscovich dagli chef della scuola d cucina di ICook e dagli chef dell’Istituto Alberghiero Pellegrino Artusi di Forlimpopoli e servita dai ragazzi della scuola.

Ad accompagnare le varie proposte i vini di Caviro con ben undici referenze dal Pignoletto, all’Albana, passando per il Trebbiano, il Sangiovese, lo spumante Blanc de Blanc (trebbiano e famoso) e il Lambrusco di Sorbara e Castelvetro.

I prodotti delle farciture sono proposti dai consorzi che collaborano alla serata: Consorzio di Tutela Salumi Piacentini DOP, Consorzio di Tutela della Finocchiona IGP, Consorzio del Prosciutto di Parma DOP, Consorzio Parmigiano Reggiano DOP, Consorzio Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP – Azienda Veltri, Consorzio di Tutela Pesca e Nettarina di Romagna IGP, Consorzio Patata di Bologna DOP. Consorzio Mortadella Bologna IGP. Consorzio Squacquerone di Romagna DOP - Caseificio Pascoli, Orogel.

 

A Piadina Night sarà presente un altro must della Romagna: i motori. A farli rombare è la Fondazione Marco Simoncelli onlus presente con un proprio stand, così come il Ducati Club Romagna. Di scena i giovani piloti, i campioni del futuro, nel racconto della loro grande passione per le due ruote, con un ampio spazio alla scuola di piloti con lezioni di guida responsabile e momenti di educazione alla guida.

 

Info serata

Ticket degustazione: €15,00 acquistabile in cassa, che comprende 3 assaggi di vino e la scelta tra 2 assaggi di Piadina gourmet preparata al momento ed una vuota da completare con un assaggio dei prodotti dei Consorzi presenti.

Ingresso libero nell'area e agli spettacoli.

Piadina Night è un evento promosso dal Consorzio di Tutela e Promozione della Piadina Romagnola IGP nell'ambito del PSR Emilia-Romagna.

 

Filippo Fabbri – Maurizio Magni

 

 

 ESTATE & SALUMI

 

 

Estate e salumi: ecco i 4 consigli per gustarli al meglio

 

Lo “chef architetto” Federico Quaglia, in collaborazione con Citterio, svela quattro semplici consigli per poter gustare al meglio i salumi anche durante i mesi più caldi dell’anno. Freschi da frigorifero, non richiedono alcun tipo di cottura, veloci da servire, sono inoltre ricchi di nutrienti e si possono combinare con svariati alimenti.  I salumi sono così il pasto ideale nelle torride giornate estive.

 

«Creare nuovi piatti, seguendo il naturale cambio delle stagioni, è molto più semplice di quello che sembra - commenta lo chef Quaglia - perché esistono legami che fanno da filo conduttore tra differenti ingredienti. Ad esempio il colore dipende da principi e caratteristiche organolettiche precise che influenzano anche il sapore. Di conseguenza può capitare che verdure o frutti con lo stesso colore presentino similitudini anche nel gusto. Ecco che, invece di servire il solito prosciutto e melone, si può pensare di proporre il salume con la papaya, il mango, le pesche oppure le albicocche”. 

 

Federico Quaglia che da tempo lavora con Citterio, è laureato in architettura e si avvicina al mondo della ristorazione dapprima iscrivendosi a un corso di sommelier. In seguito, intraprende un’importante esperienza presso la “Locanda S. Lorenzo” e sotto la guida dello chef stellato Renzo dal Farra, inizia il suo percorso come cuoco. Grazie alla conoscenza maturata nel corso degli anni, propone delle linee guida per rendere i propri piatti esteticamente belli ma, soprattutto, gustosi e innovativi.

 

Ecco i suoi segreti:

  1. Salse leggere dal tocco dolce

Per diminuire la sapidità dei salumi un ottimo condimento sono alcune salse leggere, come la vinaigrette e citronette, insaporite da un cucchiaio di miele. Questo permette di ‘addolcire’ il piatto senza eliminare del tutto il sale, che nel periodo estivo aiuta a reintegrare i liquidi persi.

  1. Semi e frutta secca la combo vincente

Abbinare ai salumi semi e frutta secca aggiunge non solo sapore e croccantezza al nostro piatto, ma anche importanti nutrienti. I semi infatti arricchiscono il cibo di proteine, acidi essenziali e fibre. La frutta secca è ricca di vitamine, calcio e minerali.

  1. Frutta e verdura colorata oltre le solite accoppiate

L’estate è la stagione più ricca di frutta e verdura, che si abbinano in un gioco di sapori e colori ai salumi. Classiche accoppiate come prosciutto e melone si possono riproporre sperimentando abbinamenti nuovi.

  1. Oltre i classici della cucina internazionale: l’Italia

Alcuni piatti stranieri, come la ceasar salad e il kebab, sono diventati dei classici anche nel nostro Paese perché il loro gusto è stato perfezionato e accettato dal palato comune. L’estate può esser un buon momento per rivisitarli utilizzando i salumi tipici della tradizione italiana.

 

 

 

Laura Zugnoni

 

Festa della Pitina

Festa della Pitina- Tramonti di Sopra - 19-21 luglio

 

50 produttori, esperienze di gusto, esplorazioni della gastronomia locale, ambiente, territorio e momenti dedicati ai bimbi 

 

Torna la festa in onore della pitina, originaria della Val Tramontina, diventata il primo presidio Slow Food friulano agli inizi degli anni 2000 e prodotto Igp nel 2018, un perfetto incontro di gusti antichi e decisi tra la carne (ovina, caprina o originariamente di camoscio e capriolo), le spezie, la farina di polenta e il giusto grado di affumicatura. 

 

Stamattina nel Municipio di Pordenone è stata presentata l’edizione 209 che si terrà da venerdì 19 a domenica 21 luglio aTramonti di Sopra (PN) che diventerà un grande mercato delle eccellenze enogastronomiche a partire dalla pitina Igp e dagli altri presìdi Slowfood regionali e nazionali, fino ad arrivare agli oltre 50 produttori presenti che arrivano dal resto dell’Italia e anche da molto più lontano come Armenia, Indonesia, Slovenia, Slovacchia, Polonia, Croazia, Austria. 

 

L’evento è organizzato dalla Condotta del Pordenonese di Slow Food in collaborazione con Promoturismo, Concentro, Cciaa di Pordenone, Proloco e Comune di Tramonti di Sopra e con il Patrocinio del Comune di Pordenone e della Fondazione Dolomiti Unesco.

 

 

La Festa della pitina, rilanciata nel 2017 da Slow Food, era nata nel 1970 su idea della Pro Loco locale che voleva salvaguardare il prodotto tipico e local: oggi è diventata un importante volano turistico per far conoscere il territorio e la Val Tramontina, solcata dal Meduna e caratterizzata da bellissimi paesaggi e sentieri e dal lago di Redona da cui affiorano i suggestivi ruderi di una antico borgo. 

 

Il Mercato della Terra dei produttori sarà allestito nelle vie centrali di Tramonti di Sopra: molti i presìdi Slow Food FVG presenti come le antiche mele dell’alto Friuli, il fagiolo di San Quirino, il radic di Mont e l’aglio di Resia, e molti altri produttori italiani ed esteri per un totale di oltre 50 espositori.

 

Dalla cucina della festa, il menù sarà quello della tradizione friulana con ovviamente tante incursioni della pitina dai blecs al frico, compreso il pitina-burger il gelato alla pitina.

 

Domenica sera la Festa della Pitina si chiude con la speciale cena “Disco Soup - Food For Change” contro lo spreco alimentare. Food for change è la campagna internazionale di Slow Food per la sensibilizzazione sul rapporto tra cibo e clima: l’obiettivo è far crescere consapevolezza sulle cause del cambiamento climatico e mostrare come ogni azione può fare la differenza. 

 

Non solo. La Festa della Pitina sarà PLASTIC FREE, con l’utilizzo di posate e bottiglie biodegradabili e compostabili.

 

 

I CONVEGNI

La festa è un momento per approfondire i temi del turismo “slow” e del turismo sociale.

Al primo, ovvero a quel turismo di chi sceglie destinazioni di nicchia, fuori dai grandi itinerari turistici che uniscono bellezza, esperienze inedite e autentiche è qualità delle proposte agroalimentari,  è dedicato il convegno di apertura della festa, 

venerdì 19 luglio alle ore 18 

“Il nostro territorio e le sue eccellenze: opportunità attuali e future” con Sergio Emilio Bini, Assessore regionale alle attività produttive e Turismo, Giacomo Urban, Sindaco di Tramonti di Sopra, Guglielmina Cucci, Assessore al Turismo Comune di Pordenone, Giampaolo Bidoli, Presidente Ecomuseo delle dolomiti Friulane, Diana Candusso - Promoturismo e Silvio Barbero, Vicepresidente università del Gusto di Pollenzo. 

 

Sabato 20 luglio alle 11 si parlerà di Turismo Sociale che si fonda sui principi della sostenibilità ambientale ed economica, privilegia i servizi alla persona e promuove il rispetto delle diversità culturali dei paesi di accoglienza e dell’ambiente. Appuntamento con la tavola rotonda “Il Turismo Sociale in Regione FVG: situazioni, esperienze e opportunità” per fare il punto sulle potenzialità e le azioni del Turismo Sociale, in particolare riferimento con i territori montani e pedemontani con Roberto Orlich, Direttore Servizio Sociosanitario Azienda per l’Assistenza Sanitaria n. 5 PN, Luigi Piccoli, Presidente Confcooperative PN, Alessandro Menegatti, Presidente della Cooperativa dei Marinati del Comacchio (Work & Service), produttori di presidio Slow Food, Andrea Caboni referente progetto “Anche a noi Piace Viaggiare” realizzato dalla coop farfalle nella testa in collaborazione con il piccolo principe Soc Coop ONLUS a Resia (UD), Serena Mizzan, Presidente di Federcultura FVG e presidente di Laboratorio dell’Immaginario Scientifico (LIS), Alberto Grizzo, Rappresentante del forum Nazionale agricoltura Sociale, Presidente del Consorzio delle valli e dolomiti Friulane.

La pitina Igp. 

Alla regina delle festa sarà dedicato l’evento di domenica pomeriggio alle 16 “L’officina della Pitina”: come è nata, come si prepara, come viene affumicata, con una dimostrazione in diretta a cura di Manuel Gambon della Tana delle Pitine.

 

La pitina nasce nel 1800 nella zona di Frassaneit, una delle borgate del comune di Tramonti di Sotto (PN), dall’esigenza di non sprecare nulla e di conservare la carne di camoscio e capriolo: tagliata a coltello, la carne veniva impastata con sale, pepe nero, aglio e erbe, lavorata a forma di polpetta, ricoperta di farina di polenta per chiudere i pori e messa sul caminetto ad affumicare in modo da preservarla più a lungo possibile. 

Oggi
La pitina si mangia cruda tagliata a fette sottili dopo almeno 30 giorni di stagionatura, ma è ottima anche cucinata: può essere scottata nell’aceto e servita con la polenta, rosolata nel burro e cipolla e aggiunta nel minestrone di patate, o ancora fatta al cao, cioè cotta nel latte di vacca appena munto. 

 

Le Dolomiti Friulane: Sito Unesco dal 2009

La Val Tramontina fa parte delle Dolomiti friulane Sito Unesco: queste cime costituiscono l’area più occidentale della montagna del Friuli Venezia Giulia e abbracciano anche la Valcellina e la Valle del Tagliamento. Sono considerate la parte più incontaminata e selvaggia dell’intero gruppo dolomitico, Patrimonio dell’Umanità UNESCO da 10 anni.

 

Sono il paradiso di escursionisti e scialpinisti, di appassionati di nordic walking, free climbing e ice climbing. Le loro guglie, paragonate a chiese e campanili, restituiscono i colori del tramonto e sono le preferite dai fotografi. Sentieri e percorsi sempre curati consentono di attraversare completamente l’omonimo Parco naturale o di seguire itinerari ad anello da rifugio a rifugio. Il campanile di Val Montanaia sfida i trekker più allenati, mentre gli amanti del nordic walking trovano percorsi attrezzati con una specifica segnaletica.

Anche l’ambito pedemontano è tutto da esplorare, con le sue valli scavate dai fiumi tra rocce spettacolari, dove si scoprono grotte e laghi verde smeraldo, si incontrano piccoli borghi tipici tra i più belli d’Italia.

 

Francesca Gatti

VEUVE CLICQUOT E BOMBA NIKO ROMITO @ VANITY FAIR SOCIAL GARDEN

 

 

Ripensare l’innovazione promuovendo la contaminazione tra mondi diversi e attivare sinergie, questa è la liason che ha visto Veuve Clicquot e Bomba Niko Romito partner dell’evento di inaugurazione del Vanity Fair Social Garden @ Milano Studio Digital, Via Tortona 35, il 10 aprile.

 

Veuve Clicquot, la Maison de Champagne più audace e innovativa, creata oltre due secoli fa, rappresenta ancora oggi l’originaria ambizione della sua emblematica fondatrice, Barbe-Nicole Ponsardin, e Bomba, il nuovo cibo da strada tutto italiano, che affonda le sue radici nella tradizione popolare per diventare cibo gourmet, semplice nella modalità di fruizione ma ricercato nel gusto e nella lavorazione: ispirati dall’innovazione e dall’eccellenza, i due brand viaggiano attraverso mondi diversi, mixandosi e contaminandosi durante l’evento di Vanity Fair.

 

Un incontro disruptive tra lo Champagne e lo street food, che hanno trovato un punto di incontro, un perfetto equilibrio, accomunati dall’alta qualità e dalla continua ricerca per migliorarsi e innovarsi, dando vita a un format che conquista e diverte.

 

Il mood dell’evento Vanity Fair Social Garden, un giardino sbocciato in Via Tortona dove godere della bellezza della natura, è stato d’ispirazione per le Bombe servite durante l’inaugurazione e per la scelta dello Champagne Veuve Clicquot.

Due bombe vegetali - una con mozzarella di bufala, pomodorino confit e basilico, la seconda con stracchino, rucola e mela - un’esplosione di gusto data dalla qualità unica dell’impasto e dalle materie prime altamente selezionate, dagli accostamenti degli ingredienti e dall’abbinamento con Veuve Clicquot Rosé, Champagne dai toni ramati, molto corposo e piacevolmente fruttato, con intensi aromi di succose fragole e ciliegie mature, un’esplosione di aromi di frutti rossi e l’espressione dello spirito creativo e audace di Madame Clicquot.

La serata si è conclusa in dolcezza con le Bombe con crema pasticcera, versione tradizionale della Bomba e dolce di famiglia dei Romito, da cui lo chef è partito per elaborare la sua versione salata in chiave gourmet. 

 

Veuve Clicquot

Nel 1805 Barbe-Nicole Ponsardin, Madame Clicquot, vedova a soli 27 anni, prende le redini della Maison de Champagne fondata nel 1772 dal suocero. Audace, determinata e creativa, riesce a portare il suo prezioso vino in tutte le corti d’Europa, conquistando un posto d’onore nella storia. Grande successo commerciale dell’epoca, lo Champagne Veuve Clicquot diviene presto un mito, “le vin roi” celebrato da letterati e poeti. Non a caso, Madame Clicquot, creatrice del primo Champagne Millesimato al mondo, della table de remuage (l’attuale pupitre) e del primo Champagne Rosé per assemblaggio, una delle prime donne d’affari della storia, è ricordata come La Grande Dame de la Champagne.

Il suo motto “Una sola qualità, la migliore” continua a rinnovarsi nelle Cuvée elaborate dalla Maison, tutte contraddistinte dalla predominanza del Pinot Noir, ma ognuna resa unica da una nota particolare, adatta a un certo istante e a una certa occasione. Perché lo Champagne Veuve Clicquot nasce, ancora oggi, dal lavoro di uomini e donne uniti dall’amore per la propria terra e dalla volontà di creare un vino espressione dell’art de vivre contemporanea: audace, determinata e creativa. Da oltre 240 anni, la Maison Veuve Clicquot si fa ambasciatrice di un piacere raffinato, sempre con un tocco originale ed inatteso.

 

Bomba

Bomba nasce negli anni ’70 a Rivisondoli nella pasticceria di Antonio Romito, padre dello chef Niko Romito. Prodotto tipico dell’arte dolciaria popolare italiana, era la specialità di papà Antonio, particolarmente amata dai numerosi turisti stagionali che giungendo da Napoli e dintorni affollavano le piste da sci del comprensorio di Roccaraso. Un dolce di famiglia per Niko e le sue sorelle. Per anni la tradizione della Bomba è stata celebrata da Spazio a Rivisondoli con una colazione molto speciale: nel mese di agosto, e solo per un giorno, oltre 1000 bombe dolci venivano servite espresse a turisti, curiosi e gourmet che si ritrovano al centro del paese per un appuntamento divenuto cult.

 

Negli anni Romito riprende in mano la ricetta con l’intento di elaborare una sua versione della Bomba. Inizia così un lavoro di ricerca importante sulle tecniche di impasto, lievitazione e frittura, che lo porta a una nuova versione del dolce di famiglia golosa quanto l’originale, se non di più. Il lancio della nuova Bomba avviene nel 2015 a Napoli con un corner temporaneo in pieno centro cittadino: qui in collaborazione con la scuola di cucina dello chef Accademia Niko Romito Bomba si offre per la prima volta al pubblico ottenendo un grande successo. L’esperimento si conclude nel 2016 ma lo chef prosegue il suo lavoro di ricerca fino a quando, a giugno 2018, Bomba arriva a Milano in piazza XXV Aprile, a due passi da Corso Como: qui tra ripieni salati e farciture dolci Bomba si presenta in tutta la sua versatilità e gusto, nuovo street food italiano firmato Niko Romito.

 

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