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Eventi culturali

SOCIETÀ ECONOMICA DI CHIAVARI: 230 ANNI E NON SENTIRLI

 

 

 

  PARMA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2021

Joan Miró, Le Chant de l'oiseau à la rosée de la lune, 1955, olio su cartone

Fundación MAPFRE Collections, on temporary loan

Foto Joan Ramon Bonet. Archivo Successió Miró

© Successió Miró / ADAGP, Paris, by SIAE 2021 

 

La mostra è organizzata dalla Fondazione Magnani-Roccain collaborazione con Fundación MAPFRE

 

Vernice per la Stampa: venerdì 10 settembre 2021, ore 11,30

 

 

La Fondazione Magnani-Rocca annuncia una originale mostra su Miró, curata da Stefano Roffi, direttore scientifico della Fondazione, col contributo di studiosi spagnoli e italiani. “Miró. Il colore dei sogni”, questo il titolo dell’esposizione, si potrà ammirare nella sontuosa “Villa dei Capolavori” di Mamiano di Traversetolo, presso Parma, dall’11 settembre al 12 dicembre 2021.

“Un innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni”: così il poeta Jacques Prévert descriveva Joan Miró, celeberrimo artista spagnolo vissuto in una delle epoche più fervide della storia dell’arte. Arte, la sua, fondata non tanto sull’immagine tradizionale, quanto su sensazioni, emozioni immediate e suggestioni: colori brillanti e forti contrasti, linee sottili e soggetti allucinati e onirici.

“Miró (Barcellona 1893 - Palma di Maiorca 1983) dipinge ispirandosi – annota Roffi -  alle forme della natura, ma anche alla musica; per un periodo compone inoltre poesie di stile surrealista, seguendo meccanismi psicologici simili a quelli adottati in pittura. Egli aspirava chiaramente al divino e la musica e la poesia erano le sue fonti di ispirazione. Talvolta le parole compaiono anche nei quadri, costituendo la loro chiave di lettura. Un rapporto fra pittura-musica-poesia che ben si accorda con gli interessi e la sensibilità di Luigi Magnani, fondatore della Magnani-Rocca”.

La mostra, realizzata in collaborazione con Fundación MAPFRE di Madrid, attraverso cinquanta opere fra gli anni Trenta e gli anni Settanta per la gran parte a olio su tela, propone un percorso che, orchestrato come una partitura musicale, evidenzia la sfida continua operata dall’artista nei confronti della pittura tradizionale, “con opere come Cheveaux mis en fuite par un oiseau dove Mirò letteralmente massacra – evidenzia il curatore -  la pittura comunemente intesa, con un certo parallelismo con l'Espressionismo americano nell’idea che la pittura dovesse essere un getto continuo scaturito da una profonda esplosione creativa, pur garantendo alle proprie forme una dirompente integrità individuale malgrado le metamorfosi subite”.

Ad essere particolarmente documentati in mostra sono gli ultimi decenni di attività di Miró, con tele di grande formato e poetica bellezza come Personnage et oiseaux devant le soleil e Personnage devant la lune, e i temi ricorrenti che egli reinventa con frequenza - con l'uso costante di simboli come le stelle, gli uccelli o la donna, e le fantasiose rappresentazioni di teste - nello stesso tempo sottolineando influenze così diverse come la tradizione popolare, la calligrafia asiatica o i graffiti urbani. La pittura di Miró tende all’astrazione; tuttavia nelle variopinte forme fantastiche tra loro accostate, permane quasi sempre una traccia del reale: un occhio, una mano, la luna. Alcuni quadri presenti in mostra fanno pensare a cieli stellati, come Personnage, oiseau, ètoiles del 1944 o Après les constellations del 1976.

La strepitosa attività di illustratore di Mirò è rappresentata nell’esposizione al massimo livello, grazie al libro d’artista con testi poetici di Tristan Tzara Parler seul (1950), con settantadue tavole a colori dell’artista catalano, esposte in grandi teche.

Trasgressivo e anticonformista, l’artista affianca alla sua anima più contemplativa una poetica unitaria tra sogno e colore, così da sfuggire alla banalità e al convenzionalismo, dando vita a un linguaggio artistico universale ma allo stesso tempo unico e originale. Come affermava Mirò: ‘Una semplice pennellata può dare libertà e felicità’.         

“Visitare la mostra significa – conclude Stefano Roffi - viaggiare dentro i sogni di Miró perché questa è la trama della sua arte”.

 

Il catalogo della mostra (Silvana editoriale) presenta saggi di studiosi spagnoli, tedeschi e italiani; si segnalano quelli sul rapporto fra Miró e la musica, e fra Miró e l’Italia, entrambi a firma di Joan Punyet Miró, nipote dell’artista, oltre al saggio del curatore e a una particolare intervista che Miró rilasciò a Walter Erben nel 1959; inoltre, nella tradizione delle mostre e dei cataloghi della Fondazione Magnani-Rocca, Mauro Carrera indaga l’attività dell’artista come illustratore.

 

La mostra è realizzata grazie al contributo di:

FONDAZIONE CARIPARMA, CRÉDIT AGRICOLE ITALIA

Media partner: Gazzetta di Parma. 

Con la collaborazione di: Angeli Cornici, Bstrò, Cavazzoni Associati, Società per la Mobilità e il Trasporto Pubblico.

 

Info e prenotazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.   Tel. 0521 848327 / 848148

www.magnanirocca.it

 

Ufficio Stampa:

Studio ESSECI – Sergio Campagnolo,  ref. Simone Raddi  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

tel. 049.663499

MOSTRA “GIANNI CARREA E ENRICO MERLI – DIPINTI” AL GALATA MUSEO DEL MARE

 Pietro Bellantone, Laura Repetto e Nicoletta Viziano

La mostra inaugurata giovedì 1° luglio alle 17.30 nell’Auditorium del Galata Museo del Mare ha ottenuto un grande successo per pubblico e critica. L’ennesimo evento ideato e organizzato dal presidente di EventidAmare Pietro Bellantone in collaborazione con Mu.MA, con all’attivo circa sessanta iniziative di livello nazionale.

 Il folto pubblico durante la presentazione dell’evento 

Dopo la presentazione di Pietro Bellantone, sono seguiti gli interventi della presidente del Mu.Ma Nicoletta Viziano, di Laura Repetto consigliera metropolitana con delega alle Relazioni Istituzionali e il curatore della mostra Stefano Bigazzi, critico d’arte che presenta “Gianni Carrea e Enrico Merli – Dipinti”. Allestita nella Galleria delle Esposizioni e curata da Stefano Bigazzi, la mostra era composta da cinquanta pitture dei due artisti figurativi liguri tra i colori della Savana e l’incanto dei paesaggi marini e collinari di Genova.

Il critico d’Arte Stefano Biagazzi

«La pittura di Gianni Carrea – racconta Pietro Bellantone, presidente di EventidAmare – obbliga a meditare sui dubbi che riesce a sollevare, evidenziando virtuosamente un approfondimento delle differenti culture presenti in Africa. Enrico Merli, invece, ritrae soprattutto la Liguria, il suo mare e volti, persone da prospettive differenti, creando dei momenti di assoluta emozione». Stefano Bigazzi, curatore dell’esposizione, racconta “Luminosa e profonda, la pittura di Gianni Carrea muove le emozioni e i sentimenti che si adagiano sui fondali della coscienza.

 Gianni Carrea con Nicoletta Viziano 

È arte che fa pensare, induce alla riflessione, pone interrogativi, religiosa e umanistica nel contempo e che si esprime in una esplorazione culturale e antropologica dell’Africa”.

Enrico Merli descrive il mare ligure visto dalla costa, bello e difficile, cosi come è nascosto a tratti dai pini o dagli arbusti e i monti spelacchiati, i paesi disabitati, il porto dalle gru svettanti come croci di un cimitero di mercanti e navigatori. Paesaggi umani, naturali e antropizzati avvolti nel silenzio.”   

 Enrico Merli con Giusi Petra Panico

«Per il Mu.MA è un gran piacere ospitare le pitture di Gianni Carrea e Enrico Merli – continua Nicoletta Viziano, presidente Mu.MA, Istituzione Musei del Mare e delle Migrazioni – un’arte che emoziona e che induce alla riflessione, cinquanta pitture realistiche, persone, animali, paesaggi e mare. Un mare ligure nascosto dai pini e un mare di gru nel porto industriale».Gianni Carrea è un pittore figurativo iperrealista che vive e lavora a Genova, particolarmente interessato a immagini di persone e animali della Savana, dove si è recato oltre cento volte, valorizzando con grande realismo le esplorazioni e il rapporto con le altre culture e civiltà. Invece, «lo sguardo realista e figurativo di Enrico Merli – aggiunge Ilaria Cavo, assessore alla Cultura di Regione Liguria – è puntato, principalmente, su Genova e sulla Liguria, sui tanti affascinanti scorci paesaggistici, di cui sa ben cogliere le luci ed i colori, creando suggestioni ed emozioni in cui la presenza delle persone non è di facciata, ma realtà viva, testimonianza».

 Pietro Bellantone e Stefano Biagazzi

Due interpretazioni del mondo e della sua diversità che coinvolgono, fanno riflettere e invitano ad approfondirne la conoscenza. «“Gianni Carrea e Enrico Merli – Dipinti” è una rassegna di arte contemporanea di grande interesse – evidenzia Barbara Grosso, assessore alle Politiche culturali del Comune di Genova – che unisce la rappresentazione dettagliata di persone e animali del continente africano alla tavolozza di colori mediterranei, che dipinge e colora la nostra Genova, la nostra Liguria”. A tutti i visitatori, il completo è gratuito catalogo curato da Erga Edizioni.

ARTE AL GALATA: ESPONGONO CARREA E MERLI

MODIGLIANI: SERATA FRA CINEMA E PITTURA

 

 

 

Venerdì 18 giugno 2021 – Cinema Astra d’Essai, Parma

 

Finalmente riaperti, i cinema si restituiscono alla città non solo come spazi di intrattenimento e cultura, ma anche come luoghi di incontro: tra le persone e, talvolta, tra le arti.

Venerdì 18 giugno alle ore 21.30, grazie alla complicità tra Cinema Astra d'Essai di Parma e Fondazione Magnani-Rocca, presso l'arena estiva della sala verrà proposto al pubblico il docu-film Maledetto Modigliani (2020) di Valeria Parisi distribuito da Nexodigital. Il racconto dell'inquieto artista livornese è accompagnato dalle parole immaginarie della sua ultima musa Jeanne Hébuterne, delicata pittrice suicida il giorno dopo la morte di Amedeo Modigliani avvenuta all’Hôpital de la Charité di Parigi il 24 gennaio del 1920. È proprio a partire dalla sua figura e dalla lettura di un passo dai Canti di Maldoror, il libro che Modigliani teneva sempre con sé, che si apre il film, arricchito anche dalle immagini di alcune delle più importanti mostre realizzate in Europa per le celebrazioni del centenario della sua morte tra Vienna, Washington, Parigi e naturalmente Livorno.

Anche la Fondazione Magnani-Rocca ha voluto ricordare il grande Modì (che in francese suona maudit, maledetto) attraverso una esposizione di sei opere organizzata in collaborazione con il Musée de Grenoble presso la Villa dei Capolavori di Mamiano di Traversetolo, presso Parma, fino al 18 luglio. L'allestimento consente di analizzare il rapporto fra disegno e pittura e di cogliere i principali riferimenti culturali nel suo lavoro di ritrattista: sono infatti esposti il dipinto Femme au col blanc, olio su tela del 1917, raffigurante Lunia Czechowska, la modella preferita, moglie dell’amico d’infanzia di Léopold Zborowski, mercante d’arte e mecenate di Modigliani, e cinque ritratti a matita di personaggi della capitale francese degli anni Dieci, dove egli fu al centro della scena artistica, al tempo all’avanguardia internazionale.

Grazie alla collaborazione tra cinema Astra e Fondazione Magnani-Rocca presentando all'ingresso del museo il biglietto della proiezione di Maledetto Modigliani sarà possibile accedere alla mostra, alla collezione permanente e al giardino a prezzo ridotto fino al termine della mostra. 

Per la serata del 18 giugno è consigliata la prenotazione scrivendo un sms o WhatsApp al numero 3662376453. 

L'evento è organizzato con la collaborazione dell’Associazione 24FPS - obiettivo cinema.

Introducono la serata, Milo Adami, regista e presidente dell'associazione 24FPS, e Stefano Roffi, direttore scientifico della Fondazione Magnani-Rocca.

www.magnanirocca.it

 

Studio Esseci

 

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