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Eventi culturali

CORTONA MIX FESTIVAL: LE PAROLE E LE LORO FORME

Chiunque si sia trovato davanti alla pagina bianca lo sa: la partita tra incanto e abisso, a volte, si gioca nello spazio di poche lettere. Ecco perché Le parole sono importanti, ecco perché scegliere quelle giuste è fondamentale. In un’epoca in cui, paradossalmente, l’ipertrofia della comunicazione rende quasi impossibile comunicare davvero, il Cortona Mix Festival recupera questo messaggio e chiama alcuni dei protagonisti della scena culturale a confrontarsi sul tema. In programma dal 18 al 22 luglio 2018, il Festival coinvolgerà il proprio pubblico nel tradizionale “mix delle arti”, fra narrativa e poesia, cinema e musica, giornalismo e teatro, alla ricerca di quell’armonia che solo il perfetto bilanciamento degli equilibri sa dare.

Ad inaugurare il ciclo Gli incontri di Cortona (tutti in programma al Centro Sant’Agostino, a ingresso libero e accompagnati da un aperitivo offerto dall’Azienda Agricola Leuta) è Goffredo Fofi, che mercoledì 18 alle 17.15 spiega in che senso Le parole sono pietre, come titola il saggio di Carlo Levi dal quale parte la sua riflessione, abbracciando tanto la parola scritta o dichiarata quanto quella agita. La stessa di cui si intende Roberto Olivi, esperto comunicatore, fermamente convinto che sarà la letteratura a salvare il marketing: La comunicazione è un posto dove ci piove dentro, recita il titolo del suo libro, e a Cortona, insieme a Giuseppe Fantasia, spiegherà perché e in quali contesti è salutare “farsi bagnare” (ore 18.15). Chiude la giornata d’apertura Laura Morante, a Cortona nella speciale veste di esordiente. Dopo una lunga carriera accanto ai più importanti registi, l’attrice si allontana per un attimo dal palcoscenico cinematografico e, insieme a Wlodek Goldkorn, accende i riflettori su quello narrativo, calcato oggi per la prima volta con Brividi immorali (ore 19.15).

Dai meccanismi dell’efficacia comunicativa si passa, giovedì 19, alle suggestioni della parola poetica grazie all’intenso reading di Valerio Magrelli, appassionante e deciso già dal titolo, Potere alla poesia (ore 17.15). Dalla melodia dei versi a quella delle note musicali, sarà Pietro Grossi a compiere un viaggio Negli abissi e ritorno (ore 18.15) intrecciando le parole di Orrore, suo ultimo romanzo, con le ipnotiche musiche dei “The Doors” suonate dal vivo da Matteo Urro (voce), Filippo Regoli(chitarra), Giacomo Bianchi (batteria) e Gianluca Caprili(tastiera). E, per continuare con le analogie canore, la chiusura del secondo giorno di incontri è un vero e proprio acuto di livello internazionale: alle 19.15 arriva a Cortona il premio Pulitzer 2018 per la narrativa Andrew Sean Greer, protagonista di un incontro insieme alla sua traduttrice italiana Elena Dal Pra sulla preziosa capacità delle parole di unire lingue, paesi e culture diverse nel comune segno del loro significato. Una curiosità caratterizza il dialogo, moderato da Anna Cherubini: Less, romanzo vincitore del prestigioso premio, inizia proprio con il protagonista Arthur in procinto di partecipare al primo di una lunga serie di festival letterari… Casualità o fortunato presagio?

Venerdì 20 luglio torniamo agli avvenimenti della nostra contemporaneità con il giornalista Sergio Rizzo che alle 18.15 fa luce su una delle inchieste più note e complesse degli ultimi anni (al centro del suo ultimo libro Il pacco), le cui tracce portano Dal “quartierino” all’Europa, sul sentiero della finanza, lasciandosi dietro una scia di famiglie e piccoli risparmiatori sul lastrico. Sul crinale di verità più o meno camuffate si muovono anche i protagonisti del primo degli incontri del weekend: sabato 21 alle 17.15, i redattori Andrea Michielotto e Augusto Rasori giocano con il verosimile e l’inversione dei luoghi comuni spiegando le ragioni che hanno portato “Lercio” ad affermarsi come uno dei più noti siti web di satira, con notizie così assurdamente sbilanciate rispetto ai canoni del reale da sembrare vere. Una professione di fede è invece quella di Annalena Benini che alle 18.15 dà voce alle storie di coloro che hanno fatto della scrittura la ragione profonda del loro stare al mondo: ad Alessandra Tedesco, la giornalista e scrittrice racconta il momento in cui gli autori da lei intervistati hanno preso consapevolezza di essere diventati scrittori, quel momento in cui, come afferma il titolo, tra La scrittura o la vita non c’è più differenza. Dai diversi spaccati di vita, a uno solo: alle 19.15 Marco Damilano chiama tutti a rievocare una storia in particolare, quella del caso Aldo Moro, ancora oggi caratterizzata da ombre: Un atomo di verità nella materia del presente è tutto ciò che possiamo trarre da quella vicenda, abbastanza però per riflettere su cosa è stato e su chi siamo oggi.

Basta invece il titolo di una canzone ormai famosissima per introdurre il dialogo tra Gino Paoli e Amanda Sandrelli di domenica 22 luglio (ore 17.15): Una semplice magia, colonna sonora del cartone animato La bella e la bestia interpretato dai due in un memorabile duetto. Tra parole pubbliche e confessioni private, padre e figlia si racconteranno al Cortona Mix Festival, prima del concerto del cantautore con i Tri(o)Kàla. È invece un’atmosfera davvero insolita, nella Toscana del Festival, quella portata dalla scrittrice siciliana Giuseppina Torregrossa con i profumi del Sud del suo ultimo romanzo. Insieme ad Alessandra Tedesco, due storie di passione intrecciate in una trama fitta e tutta da scoprire, con un avvertimento: Prima ‘i parari mastica i paroli (ore 18.15). A chiudere il ciclo Gli incontri di Cortona, con un deciso richiamo al problema politico e culturale del fondamentalismo, Gabriele Del Grande (ore 19.15). Con il suo reportage su Dawla, lo Stato islamico, il giornalista incarcerato lo scorso anno in Turchia spinge alla riflessione con una domanda che riporta al centro il tema del Festival: se le parole sono importanti, quanto c’è di autentico nella nostra convinzione di vivere nella Fortezza Europa?


Segreteria organizzativa Cortona Mix Festival
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Ex Libris Comunicazione
Tel. 02 45475230, ufficiostampa@

ZORZETTIG A MITTELFEST: IL VINO COME IDENTITÀ CULTURALE

 

 

 

Il 5 luglio l'azienda di Annalisa Zorzettig sarà al festival di Cividale del Friuli dedicato alla cultura mitteleuropea. In degustazione Malvasia, Friulano e Pinot Nero

 

I vini di Zorzettig tornano al Mittelfest. La cantina friulana collabora anche quest’anno con il festival di Cividale del Friuli che dà spazio alle espressioni culturali dell'area Mitteleuropea. Zorzettig porterà in degustazione tre vini dalla storia mittleuropea durante l’inaugurazione di giovedì 5 luglio in Palazzo De Nordis alle 19.00: la Malvasia, il Friulano e il Pinot Nero. La scelta dei tre vini è stata fatta pensando non solo ai paesi coinvolti, ma anche agli artisti che si esibiranno nelle varie performace. Il Malvasia Myo' – Vigneti di Spessa è stato scelto perchè questa varietà è giunta in Italia da Malta e dalla Grecia, passando dalla Croazia e dalla Slovenia attraverso confini nazionali nati, spezzati e trasformati negli anni.

 

Proprio nei paesi dell'ex Jugoslavia si possono trovare le prime tracce di impianti di Malvasia d'Istria già nel Trecento. Il Friulano, un tempo Tocai, lega il bel Paese all'Ungheria con il racconto intriso di leggenda del matrimonio tra la baronessa friulana Aurora Formentini e il conte ungherese Giovanni Batthyany. E infine il Pinot Nero, un antico vitigno che arrivò in Friuli dalla Francia nella seconda metà del XIX secolo e qui ha raggiunto espressioni tra le più rilevanti in Italia. Durante il Mittelfest i brindisi con le etichette della cantina Zorzettig diventeranno segno di ospitalità e condivisione tra i popoli.

 

“Quella del 2018 – spiega Annalisa Zorzettig, titolare dell’azienda – è la nostra quinta partecipazione a Mittelfest, evento in cui crediamo molto e a cui ci ispiriamo per Convivio Zorzettig, la rassegna che si svolge in primavera al nostro Relais La Collina a Ipplis. A Convivio ogni anno proponiamo incontri che inneschino un circuito virtuoso di sinergie tra il mondo dell'enogastronomia, della cultura e dell'informazione. Il vino è un dono della natura e della maestria dell'uomo, uno strumento per realizzare ciò che il Mittelfest si propone: creare un terreno comune per l’identità europea.”

 

Dal 1991 questo evento esplora la storia e le identità dei popoli Mitteleuropei, proponendo al pubblico le tradizioni e l’eredità culturale di quest’area geografica di cui anche Zorzettig è parte integrante, valorizzando l'Alpe Adria come crocevia di popoli e culture. “Il nostro lavoro è imprescindibile dal territorio, dalle passioni, dalla natura, dall'arte, dalla cultura e dalle emozioni che ci circondano – prosegue Annalisa – e mai come in questa edizione del festival, dedicata ai Millennials, ritroviamo espressi questi elementi con una semplicità che sa coinvolgere ogni età. Il calendario di quest'anno prevede spettacoli adatti ai bambini di oggi come ai Ragazzi del 99”.

 

I Millennials, sono la generazione nata tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo, cresciuta insieme all’Unione Europea e che si muove disinvolta oltre i confini degli stati, ed è già proiettata verso il futuro. Il festival porterà in città concerti, spettacoli di teatro e balletti di alcuni brillanti giovani talenti europei, con artisti da 20 paesi diversi. 31 i progetti artistici in totale.

Il programma completo su www.mittelfest.org.

 

 

Anna Sperotto

349 8434778

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ARTE&VINO 2018 ELENA SARACINO “TORNA” DA MONTEVERRO 

 

 

 

L’artista friulana firma l’opera Hic et Nunc, esposta anche quest’anno presso la Cantina gioiello di Capalbio

 

Un itinerario d’arte che si snoda tra le cantine del territorio, una realtà giovane e illuminata come Monteverro e un’artista poliedrica: ecco gli ingredienti di un connubio speciale tra arte e vino. Elena Saracino torna a Monteverro nell’ambito della kermesse Arte & Vino, curata dalla locale associazione culturale Il Frantoio (http://www.frantoiocapalbio.com) che ha l’obiettivo di creare un percorso enoartistico che tocchi arte, cultura, cibo, vino e ambiente - giunta quest’anno alla sua sesta edizione che prenderà il via sabato 30 giugno -  e firma l’opera Hic et Nunc, “Qui e ora” ovvero vivere l'istante come un eterno presente. 

 

“Vivo l’arte in maniera sensoriale: materiali, forme, sensazioni visive e tattili, percezione dello spazio e del tempo coinvolgono emozioni e processi cognitivi”, spiega Elena. “Sono espressione di un forte significato”.

 

Da qui nasce Hic et Nunc, un’opera in marmo dalle due anime: una trottola – più piccola e dalle forme morbide – e una clessidra, - che si sviluppa in altezza.  “La prima rappresenta lo spazio e la seconda il tempo, pensate e realizzate per il luogo che doveva ospitarle: la campagna maremmana con quel suo fascino metafisico”, illustra la Saracino. Una natura che ammalia, una storia ricca di tradizioni, un qualcosa che “è” ma che racconta anche altro. “Mi sono fatta incantare dal luogo che le avrebbe ospitate, rapita da queste atmosfere ho dato vita a un’opera, lasciando parlare anche la materia – un marmo di Carrara senza venature –“, continua Elena. “Il progetto iniziale si è poi arricchito delle suggestioni del momento”. Per me è fondamentale l’integrazione dell’opera con il paesaggio: le mie creazioni devono essere in “connessione” con l’ambiente che le ospita”. 

 

I due elementi possono essere ammirati fino al 30 settembre all’ingresso della tenuta Monteverro, una cantina gioiello adagiata sulle colline a metà strada tra il mare e la piccola Atene, ovvero Capalbio, in quella nota ai più come la Costa d’Argento, un territorio ricco di storia e tradizioni oltre che di grandissime potenzialità enoiche. 

 

Le scultura di Elena Saracino e i vini Monteverro rappresentano due forme d’arte che si incontrano in questo contesto unico, splendido scenario dei vigneti della tenuta capalbiese. 

 

Monteverro – è una realtà giovane e dinamica, attenta all’ambiente e alla valorizzazione del territorio. Per questo motivo ormai da tempo è coinvolta nel progetto Arte & Vino. Per la sesta volta la manifestazione si ripete, chiamando a raccolta diversi artisti. Capalbio cerca così di conquistare un pubblico che, alla passione per il vino, unisce anche quella per l’arte. 

 

Per prenotare una visita contattare: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure telefonare allo 0564 890937. Per informazioni visitare il sito www.monteverro.com oppure il profilo Facebook

Michela Mezzolo

Corso San Gottardo 19 - 20136 Milano

Tel: +39.02.36550569

 

 

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L’ARTE DEL MAESTRO BURRI ALLA 32^ MOSTRA DELL'ARTIGIANATO DI FELTRE

  

Alla Mostra dell’Artigianato Artistico e Tradizionale di Feltre (29 giugno – 1 luglio) l’arte diventa protagonista grazie ad una mostra dedicata alle incisioni e acqueforti di Alberto Burri
 

L’Arte entra alla Mostra dell’Artigianato di Feltre grazie al Maestro Alberto Burri. Nello Studio 28, in via Mezzaterra, saranno infatti presenti alcune serigrafie e litografie, messe in mostra grazie alla collaborazione con l’artista feltrina Marula Tarricone. 

Burri, considerato uno dei maggiori esponenti della corrente Informale italiana di tendenza materica, realizza delle opere che mirano a infrangere qualsiasi schema figurativo, formale o geometrico, rivolgendo l’urgenza espressiva in un’esplosione di segni e materia cromatica. Dal 1957 in poi, con la serie delle «combustioni», compie una svolta significativa nella sua arte, introducendo il fuoco tra i suoi strumenti artistici

In questo caso l’usura che segna i materiali non è più quella della «vita» ma di un’energia che ha un valore quasi metaforico primordiale - il fuoco - che accelera la corrosione della materia. Il simbolo del primordiale istinto naturale, quel fuoco che brucia e che attira a sé inesorabilmente l’animo umano, lo porta a considerare la combustione una delle tecniche onnipresenti nel suo fare artistico. 

Nel 1973 Burri riceve dall'Accademia Nazionale dei Lincei il Premio Feltrinelli per la Grafica, con la seguente motivazione: “per la qualità e l'invenzione pur nell'apparente semplicità, di una grafica realizzata con mezzi modernissimi, che si integra perfettamente alla pittura dell'artista, di cui costituisce non già un aspetto collaterale, ma quasi una vivificazione che accoppia il rigore estremo ad una purezza espressiva incomparabile”.

L’arte di Burri ha anticipato di vent’anni quei processi artistici che, con lentezza ma con caparbietà, si sono fatti strada nel panorama artistico internazionale. A tal proposito nel 2015 il Guggenheim di New York in collaborazione con la Fondazione Alberto Burri di Città di Castello accoglie la più importante retrospettiva sull’artista. Le sue opere sono esposte in alcuni fra i più importanti musei del mondo: il Centro Georges Pompidou a Parigi, il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, MoMa di New York, la Tate Gallery di Londra, la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, Il Castello di Rivoli di Torino, il Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, nonché nelle più raffinate ed esclusive collezioni del mondo.

Nello Studio 28 sarà possibile ammirare la serie delle 6 incisioni, acquaforte, acquatinta, “Combustioni 1965” - Carta Fabriano Rosaspina, cm 64x48. Tiratura 1/80. - Edizione Stamperia 2RC e Galleria Marlborough, Roma Trittico B (1973/1976) - Trittico E (1979/1981) Carta Fabriano Rosaspina - cm 43x35 - Tiratura 1/90 - Stamperia 2RC Roma. La mostra continua ad essere visitabile fino al 28 agosto.
 

Federica Da Col

 

MATISSE AL FORTE DI BARD

 

L’esposizione Henri Matisse sulla scena dell'Arte, presenta e sviluppa una tematica centrale all’interno della vasta vita artistica di Henri Matisse: il rapporto con il teatro e la produzione di opere legate alla drammaturgia. Una mostra inedita che porta al Forte di Bard, in Valle d’Aosta, dal 7 luglio al 14 ottobre 2018, oltre 90 opere realizzate in un arco temporale di 35 anni, dal 1919 fino alla morte dell’artista, avvenuta nel 1954. Si tratta principalmente della cosiddetta période Niçoise: Matisse, infatti, nel 1917 scelse Nizza come luogo principale della sua creazione artistica.

Il percorso espositivo, curato da Markus Müller, direttore del Kunstmuseum Pablo Picasso di Münster, è suddiviso in quattro grandi sezioni: Costumi di scena; Matisse e le sue modelle; Le odalische; Jazz. Una selezione di opere illustra il rapporto tra l’artista e le sue modelle, “attrici” della sua arte, mentre l’esposizione di oggetti, collezionati dall’artista dà conto dell’interesse di Matisse per il decorativismo di influenza orientaleggiante. Negli anni Quaranta, infine, Matisse sviluppa la tecnica dei “papiers découpés”, di cui le opere della serie “Jazz” sono la testimonianza più importante.

I capolavori – tra tele, disegni e opere grafiche – provengono dal Kunstmuseum Pablo Picasso di Münster che possiede nella sua collezione permanente anche la più ampia raccolta di opere di Matisse in Germania. Oltre al museo di Münster, figurano tra i prestatori gli stessi eredi di Matisse, il Musée Matisse di Nizza, che ha concesso in prestito oggetti della collezione privata dell’artista, come fonti di ispirazione e testimonianza dei suoi viaggi, il Musée Matisse di Le Cateau-Cambrésis, città natale di Matisse, i Ballets di Monte-Carlo e la Collection Lambert di Avignone. 

Costumi di scena. Dalla composizione immobile al “tableau vivant”
Nel 1919 Matisse riceve la commissione di concepire i costumi e le scenografie per il balletto “Il canto dell’usignolo”. Per la prima volta nella sua vita d’artista Matisse deve – per così dire – realizzare apparati scenografici, ovvero creare una sorta di ‘pittura in movimento’. Il suo più grande antagonista, Pablo Picasso, nel 1917, aveva già dipinto con gran successo le scene per “Parade”. Anche forse per spirito di emulazione, Matisse accetta questo incarico in cui darà prova di aver assimilato anche l’influsso dell’arte orientale, dal momento che l’azione teatrale si svolge alla corte dell’Imperatore della Cina. Nel 1939 Matisse rinnova questa esperienza, preparando le scenografie del balletto “Rouge et Noir.” 
Al di là dell’aspetto ornamentale ed esotico, l’interesse di Matisse per il teatro diventa centrale nella sua estetica: si pone di fronte alla creazione pittorica come un regista o un drammaturgo, come accade durante la preparazione della decorazione della Chapelle du Rosaire a Vence, che realizza come se fosse ‘un decoro di scena’. I disegni preparatori della Chapelle di Vence saranno esposti insieme ai costumi per i balletti.

L’artista come drammaturgo. Matisse e le sue modelle
Matisse ha bisogno della presenza fisica di un modello. L’artista francese lavora sempre come un drammaturgo o come un regista. Matisse inizia una collezione di abiti per le sue modelle, si interessa alla “alta moda” (Haute couture) e fa la selezione del vestito secondo il modello o la composizione. Esiste une specie di interazione tra l’artista e le sue modelle, Matisse parla delle sue modelle come “attrici” della sua arte. 
Nel 1939 Matisse affermava: “l miei modelli, esseri umani, non sono mai solo un elemento secondario in un ambiente. Sono il tema principale del mio lavoro. Dipendo interamente dal mio modello”.
L’artista ha rapporti professionali lunghi con i suoi modelli e lavora per anni sempre con gli stessi. Una selezione di opere illustra il rapporto tra l’artista e i suoi modelli, con particolare attenzione alla sua assistente Lydia Delectorskaya, che ricoprirà un ruolo centrale per Matisse dagli anni Trenta sino alla sua morte, nel novembre 1954.

Le odalische. Viaggi immaginari
L’interesse di Matisse per il decorativismo di stampo arabeggiante e orientalista è un fatto noto. Il tema delle odalische rappresenta per l’artista la sintesi ideale tra la rappresentazione della donna e il proliferare dell’ornamento vegetale o geometrico. 
Nel biennio 1912-1913 aveva effettuato numerosi viaggi soprattutto in Algeria e in Marocco, fedele al concetto romantico dell’artista viaggiatore, sulle orme di Ingres e Delacroix. Da questi viaggi nascono le sue collezioni di oggetti di cui sarà esposta una selezione. 

Jazz. L’artista e il suo pubblico
All’inizio degli anni Quaranta Matisse sviluppa una tecnica particolare denominata papiers découpés, carte ritagliate, sintesi perfetta, secondo Matisse, tra colore e precisione della linea. Il suo capolavoro di questo periodo è indubbiamente “Jazz”, una serie di 40 opere realizzate con questa tecnica. Come un musicista jazz, ha creato una sorta di “tema con variazioni”. I temi di queste opere sono il circo e i suoi attori, la mitologia e le memorie dei suoi viaggi. Lo stile di queste opere in colori dissonanti ha ispirato per esempio Andy Warhol e la “pop art” americana. 
L’iconografia popolare del circo cela l’aspetto ‘tragico’ del rapporto dell’artista con il suo pubblico.

Biografia

Henri Matisse è considerato uno dei grandi maestri dell’arte del Novecento, eclettico e sperimentatore, amico e rivale di Pablo Picasso.
Nato a Cateau-Cambrésis nel 1869, abbandona ben presto gli studi di legge e una carriera di futuro avvocato per dedicarsi alla pittura. Frequenta a Parigi l’atelier di Gustave Moreau, ma guardando alle opere di Paul Cézanne, soprattutto nel trattamento del colore, che diventerà il fine stesso della creazione dell’immagine.
Nel 1905, al Salon d’Automne di Parigi, solleva uno scandalo presentando, insieme a Marquet, de Vlaminck, Derain e Van Dongen, alcune tele dai colori puri e violenti, stesi uniformemente sulla tela. 
Il critico Louis Vauxcelles conia per questi artisti il termine fauves, presto adottato dal gruppo in segno di sfida.
Del 1910 è la prima mostra importante alla galleria Bernheim-Jeune a Parigi, seguita dalle personali a Londra e a New York. 
A partire dal 1919 decide di trascorrere gran parte dell’anno in Costa Azzurra, che considera un ‘paradiso’. La sua attività espositiva è in continua crescita e le sue opere incontrano un grande interesse da parte dell’intera comunità artistica. 
Nel 1920 lavora alle scene e ai costumi per Le chant du rossignol, l’opera di Stravinsky rappresentata da Diaghilev con i Ballets Russes, e la coreografia di Massine.
Il decennio 1920-1930 segna un ritorno a composizioni di tipo più tradizionale e all’interesse per il tema delle Odalische.
Dopo numerosi viaggi in Italia, Spagna, Germania, Gran Bretagna e Russia, nel 1931, e dopo un soggiorno di tre mesi a Tahiti, Matisse si reca negli Stati Uniti, dove ha l'incarico di una grandiosa decorazione sul tema della danza per la Fondazione Barnes a Merion.
Del 1938 è l’esposizione ‘Picasso-Matisse’ al Museum of Modern Art di Boston.
Stabilitosi a Vence nel 1939, si dedica con particolare interesse alla grafica: illustra, tra l'altro, Pasiphaé di H. de Montherlant (1944) e Les Fleurs du Mal di Ch. Baudelaire (1947) e produce illustrazioni in bianco e nero per diversi libri, tra cui l'Ulisse di James Joyce. 
Del 1945 è la grande retrospettiva al Salon d’Automne di Parigi, seguita da una doppia personale al Victoria and Albert Museum di Londra, insieme a Picasso. L’anno successivo viene realizzato un film sul suo lavoro.
Del 1947 l’editore parigino Tériade pubblica Jazz: in quest’opera appaiono i primi risultati della tecnica dei papiers découpés, alle quale si dedica con passione negli ultimi anni della sua vita. nel 1948 viene nominato Commendatore della Legione Onore; di questo periodo sono anche i primi contatti con il frate domenicano Rayssiguier in vista della decorazione della Cappella del Rosario a Vence, che sarà terminata e inaugurata nel 1951.
Del 1950 è il Primo Premio della Pittura alla XXV Biennale di Venezia.
Nel 1952 apre nella sua città natale, Cateau-Cambrésis, il Musée Matisse.
Muore il 3 novembre 1954 a Nizza. 


Informazioni
Associazione Forte di Bard
T. + 39 0125 833811 | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. | www.fortedibard.it
Prenotazione visite 
T. + 39 0125 833818
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Orari martedì-venerdì: 10.00-18.00
Sabato, domenica e festivi: 10.00-19.00
Lunedì chiuso.
Aperta tutti i giorni (lunedì inclusi) dal 23 luglio al 2 settembre 10.00-19.30
La Biglietteria chiude 45 minuti prima.

Tariffe
Intero: 9,00 euro
Ridotto: 7,00 euro
Ragazzi 6-18 anni: 5,00 euro
0-5 anni: gratuito

Cumulativo con mostra Henri Cartier-Bresson. Landscapes
Intero: 14,00 euro
Ridotto: 12,00 euro
Ridotto ragazzi: 10,00 euro 

Un progetto
Forte di Bard
Kunstmuseum Pablo Picasso

Partner istituzionali
Regione autonoma Valle d’Aosta
Compagnia San Paolo
Fondazione Crt
Finaosta spa

MediaPartner
RMC Radio Montecarlo

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Ufficio Stampa Forte di Bard 
Studio ESSECI, di Sergio Campagnolo, tel. 049.663499

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