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Marketing

RIEDEL AWARD 2018

 

 

 

È GEORGE BERRY IL VINCITORE DELLA QUINTA EDIZIONE DEL PREMIO DEDICATO ALL’ARTE DEL VETRO
 
Mercoledì 12 settembre 2018 la cerimonia di conferimento
presso l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia
 

 
È il giovane designer australiano George Berry, con il suo progetto Curve, ad aggiudicarsi la quinta edizione del Riedel Award, il concorso internazionale rivolto a designer under 30 voluto per celebrare l’arte vetraria, le cui selezioni si sono tenute lo scorso lunedì 3 settembre presso l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia. 
Berry ha conquistato la commissione tecnica composta da Rosa Barovier (storica del vetro), Giovanna Palandri (Cancelliere dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti), Chiara Squarcina (Responsabile del Museo del Vetro di Murano), Stefanie Cubane (designer tedesca presso KubanekDesign+), Michael Geldmacher (Designer) e presieduta da Georg J. Riedel, 10ª generazione dell’azienda di famiglia.
 
Il premio è stato assegnato al giovane australiano per “il dinamismo aggraziato delle forme, l'iconica eleganza, la versatilità e la maneggevolezza del manufatto che ne esaltano la funzionalità. Interessante l'ispirazione al design degli anni '50 che ne sottolinea la contemporaneità".
 
Il Riedel Award è nato nel 2014 dalla collaborazione tra Riedel, azienda austriaca con una centenaria tradizione familiare nella produzione di cristalleria pregiata, e l’Istituto Veneto e inserito nel contesto del Premio Glass in Venice, realizzato sempre dall’Istituto Veneto insieme con la Fondazione Musei Civici di Venezia.
 
La cerimonia di premiazione si svolgerà nella serata di mercoledì 12 settembre, a partire dalle ore 17.30, a Venezia presso l’Istituto Veneto nella sede di Palazzo Franchetti, in concomitanza con la consegna del Premio Glass in Venice. Oltre all’esposizione per un mese a Palazzo Loredan, sede storica dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, delle opere di George Berry (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 17.00, ingresso gratuito), il vincitore del Riedel Award riceverà anche una somma pari a 10.000 Euro e un accordo di royalty per il progetto vincitore che verrà messo in produzione.
La stessa cerimonia costituirà la chiusura delle Giornate di Studio sul Vetro Veneziano (10 - 12 settembre 2018, Palazzo Franchetti), che quest’anno hanno come tema:  Moulding and Applying Hot Glass through the Centuries.

 

Forte del successo e dell’apprezzamento ricevuto nella precedente edizione, il Riedel Award per il secondo anno consecutivo è stato inserito all’interno della prestigiosa The Venice Glass Week (9 - 16 settembre 2018) un vero e proprio festival internazionale dedicato all’arte vetraria con particolare riguardo a quella muranese, per celebrare e rilanciare l’arte del fuoco. L’iniziativa è promossa congiuntamente dal Comune di Venezia, da tre delle principali istituzioni culturali veneziane che da anni lavorano sul tema: Fondazione Musei Civici di Venezia, Fondazione Giorgio Cini e Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, e dal Consorzio Promovetro Murano, gestore del marchio della Regione del Veneto Vetro Artistico® Murano. Durante The Venice Glass week 2018 verranno proposte oltre 180 iniziative tra mostre, convegni, seminari, attività didattiche, proiezioni, feste, fornaci aperte e altre interessanti manifestazioni 
Per maggiori informazioni sul progetto Riedel Award e Glass in Venice, consultare il sito http://www.glassinvenice.it/premi/riedel-premio.

 

Valentina Fraccascia

 

QUANDO LA SOSTENIBILITÀ..."ENTRA IN TESTA" 

 

Il Club Carta e Cartoni di Comieco con l'Università Iulm di Milano mette il packaging "sotto la lente" del neuromarketing

 

 

·     I pack cellulosici a basso impatto ambientale sono in grado di "guidare" gli acquisti, generando nei consumatori un coinvolgimento emotivo: lo dimostra una nuova ricerca dell'Università Iulm di Milano promossa dal Club Carta e Cartoni di Comieco e Gifco. 

·     In un punto vendita si viene esposti generalmente a 300 marche differenti: il packaging diventa fondamentale perché in grado in pochi secondi di "dirottare" l'attenzione del consumatore. 

·     In base all'analisi degli atteggiamenti impliciti (IAT), davanti ad una confezione il 65% dei consumatori esprime preferenza irrazionale verso carta e cartone ondulato.

·     Il pack cellulosico sarebbe in grado di generare un coinvolgimento emotivo implicito (skin conductance) superiore del 13% ad altri materiali: carta e cartone sanno anche "emozionare".

 

In che modo un pack può suscitare un coinvolgimento emotivo, indirizzando le scelte di consumo? La risposta arriva dal Dipartimento Behavior and Brain Lab dell'Università Iulm di Milano, guidato dal professor Vincenzo Russo, che ha condotto per il Club Carta e Cartonidi Comiecouna nuova ricerca sul "potere" del neuromarketing applicato agli imballaggi. Un'analisi che testimonia quanto i pack cellulosici, sostenibili e facilmente riciclabili, siano una scelta sempre più considerata e apprezzata dai consumatori, una scelta non solo ragionata ma anche generata dall'istinto. 

 

"Un consumatore in un punto vendita è mediamente esposto a circa 300 marche differentidi conseguenza ogni brand ha pochissimi secondi per poter catturare l'attenzione, proprio per questo le confezioni dei prodotti assumono un ruolo fondamentale. - dichiara il Presidente di Comieco Amelio Cecchini Con ilClub Carta e Cartoni di Comieco abbiamo scelto di entrare direttamente nella mente dei consumatori per scoprire cosa pensano realmente degli imballaggi sostenibili, un'analisi che ha dato risultati inaspettati: il 65% dei consumatori esprime una preferenza immediata e implicita per i pack in carta e cartone, pratici e perfettamente sostenibili se pensiamo che oggi vengono immessi al consumo oltre 4,8 milioni di tonnellate di imballaggi cellulosici con un tasso di riciclo dell'80% e di recupero dell'88%. Il pack cellulosico, oltre a favorire un'economia sempre più di tipo circolare, è quindi anche un driver in grado di far leva su emozioni che non possono essere controllate razionalmente. Un'evidenza che conferma, ancora una volta, quanto la sostenibilità possa essere il vero "motore" di un acquisto". 

 

L'analisi: il potere "emozionale" di carta e cartone

 

"Non siamo macchine pensanti che si emozionano, ma macchine emotive che pensano": ecco una delle linee guida del neuromarketing. Per fare in modo che un prodotto colpisca nel segno, dunque, bisogna far leva sulla sua capacità di suscitare emozioni nel consumatore. Gli studi sul neuromarketing fanno proprio questo: valutano l'efficacia comunicativa di un prodotto, misurando reazioni emotive indipendenti dalla razionalità e da ciò che le persone dichiarano.

 

"Le tecniche di neuromarketing hanno permesso di analizzare non solo l'effetto visivo delle etichette e del pack in carta e cartone attraverso la misurazione dei movimenti oculari, ma anche la reazione emotiva che questi stimoli hanno provocato a seguito dell'osservazione della forma o del materiale della confezione - dichiara il prof. Vincenzo RussoIn base ad evidenze oggettive e quindi altamente affidabili, emerge che i pack in cartone sono in grado di catturare maggiormente l'attenzione: lo sguardo tende ad orientarsi verso un'esplorazione più completa e basata sulla visione di un numero maggiore di aree contenenti informazioni, che vengono viste da un numero superiore di soggetti e per un tempo maggiore". 

 

Parlando di numeri, il gradimento verso il pack cellulosico viene confermato dalle informazioni sugli atteggiamenti impliciti (IAT e tempi di reazione), in base a cui il 65% dei consumatori esprimono preferenza per carta e cartone rispetto ad altri materiali, e, al contempo, i soggetti impiegano meno tempo ad associare loro un significato positivo.  

 

Per quanto riguarda l'analisi dell'attenzione visiva determinata tramite Eye Tracker, emerge nettamente che le informazioni riportate sulla confezione ricevono maggiore attenzione se stampate sui pack in cartone rispetto ad altri materiali. Ad esempio, a parità di denominazione, il nome di un brand riportato su un pack in cartone ondulato è in grado di "performare" meglio rispetto allo stesso nome riportato su pack di altri materiali, in particolare si riscontra: 

 

·     +48% di "tempo di osservazione" da parte dei soggetti.

·     +31%di "osservanti", inteso come incremento del numero di soggetti che hanno osservato una specifica area.

 

Considerando il coinvolgimento emotivo implicito (verificato tramite l'analisi della microsudorazione cutanea), emerge che i pack in carta e cartone coinvolgono emotivamente il consumatore, con una percentuale che supera del 13%altre tipologie di confezione. 

 

L'analisi considera poi l'attenzione visiva a scaffale: quando al campione è stato chiesto di individuare i prodotti a loro parere più sostenibili, l'attenzione si è principalmente concentrata nei confronti dei prodotti con pack in carta e cartone (+45%nella parte alta dello scaffale, +7%in quella intermedia e fino a +70% nella parte bassa). Un dato che denota ancora una volta il ruolo determinante dell'imballaggio cellulosico nell'orientare immediatamente i consumatori su prodotti che vengono percepiti come maggiormente ecosostenibili. 

 

L'ultima fase del lavoro è infine stata incentrata su interviste per cogliere cosa pensano razionalmente i consumatori del packaging in carta e cartone, in termini di sostenibilità, gradimento e propensione all'acquisto. I dati confermano una performance complessiva decisamente ottimale: i prodotti confezionati in carta e cartone piacciono anche a livello razionale perché in grado di comunicare qualità, ecosostenibilità e senso di freschezza. Risultati in linea con un'indagine condotta precedentemente per il Club Carta e Cartoni di Comieco da Astra Ricerche, in base a cui il 75% dei consumatoridichiara di apprezzare un pack sostenibile come quello cellulosico, mentre un terzo degli italianiinclude tra i principali criteri di scelta di un prodotto le caratteristiche della sua confezione. 

 

 

Deborah Moleri, 3929020133 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

LA NUOVA FRONTIERA DEL BIODEGRADABILE IN CUCINA: NASCE LA LINEA BIOFRIGO VIROSAC

L’azienda trevigiana supera l’innovazione presentando una nuova gamma di prodotti per la conservazione dei cibi in frigo e freezer, completamente biodegradabile e compostabile. La Linea Biofrigo definisce un passo in avanti nella consapevolezza delle mutate esigenze dei consumatori

Virosac volge lo sguardo ad un futuro sempre più green. Da oggi sarà possibile acquistare nelle migliori insegne della grande distribuzione italiana la nuova Linea Biofrigo, una gamma di prodotti che prosegue il percorso intrapreso dall’azienda sin dal1991, volto al pieno rispetto per l’ambiente e che definisce unachiara risposta alle mutate esigenze dei consumatori.

Si tratta di un innovativo assortimento di 2 astucci contenenti sacchi per la conservazione degli alimenti in frigo e freezer, nelle pratiche misure da 23x32 cm (2,5 litri  30 pezzi) e28x40 cm (4 litri  20 pezzi), completamente biodegradabili e compostabili, per rispettare pienamente l’equilibrio ambientale. A caratterizzare come sempre la tecnologia del marchio Virosac, i sacchetti sono costituiti da tre strati per una tripla impermeabilità e freschezza, oltre a riportare una doppia saldatura sul fondo per assicurare la massima tenuta ed evitare spiacevoli strappi. Si aggiungono inoltre piccoli ma utili dettagli, come i laccetti di chiusura e un’etichetta stampata con inchiostri ad acqua, per agevolare la categorizzazione degli alimenti da conservare.

Ma la famiglia Biofrigo si estende anche alla Pellicola Bio: trasparente, anch’essa è biodegradabile e compostabile poiché prodotta con materie prime provenienti da fonti rinnovabili ed è facilmente smaltibile nella frazione umida della raccoltadifferenziata. Adatta alla conservazione degli alimenti infrigorifero, inclusi quelli contenenti grassi, è costituita da una lunghezza di 12 metri ed assicura una piena resistenza. Pellicola Bio si caratterizza inoltre per l’astuccio compreso di seghetto in carta riciclabile al 100%, garantito da fonti gestite in maniera responsabile.

La qualità controllata e certificata della Linea Biofrigo è riconosciuta dalla normativa UNI EN 13432 che sancisce la completa biodegradabilità e compostabilità dei prodotti. Si aggiunge inoltre laconformità al Dec. Min. San. Del 21/3/1973e successivi aggiornamenti, per l’idoneità al contattoalimentare.

Il nuovo packaging dai colori tenui e naturali, studiato nei minimi particolari, trasferisce al primo sguardo la filosofia produttiva di Virosac, che con questa novità di prodotto imprime ulteriormente un passo in avanti nella consapevolezza del rispetto per l’ecosistema, dando valore ai numerosi investimenti attuati recentemente, in termini di innovazione, ricerca, strutture organizzative e tecnologia.

Chiara Russo

Fattoria del Colle: wine destination

 

 

 

Alla Fattoria del Colle per partecipare a 5 esperienze al giorno: vera Toscana, grandi vini e 7 secoli di storia da toccare, annusare, assaggiare e scoprire
 

Nasce la “Fattoria con animazioni” dove degustazioni, visite, lezioni di cucina diventano permanenti e non più solo su richiesta. Chi arriva alla Fattoria del Colle trova una wine destination in cui,  quasi ogni ora, c’è la possibilità di vivere un’esperienza che lo arricchisce all’interno di una contesto dove tutto è vero, proposto in modo divertente ma con grande professionalità. Anche nei due ristoranti arrivano in tavola, insieme a grandi vini,  le verdure antiche dell’orto monumentale e le ricette della tradizione che  diventano scoperta di sapori e saperi  grazie al racconto di aneddoti della loro storia centenaria. 

 

Non solo un luogo da vedere perché la Fattoria del Colle coinvolge e fa vivere esperienze che rimandano alla tradizione della campagna senese. Ecco che la visita guidata con assaggio itinerante entra nella villa cinquecentesca in cui abita Donatella e diverte con i racconti di nobili e contadini.

 

Nei vigneti del Chianti e  della Doc Orcia c’è un trekking con cartelli didattici.
Nell’orto monumentale ci sono varietà alimentari antiche e rare come l’aglione, la liquirizia, il rabarbaro e i pomodori gialli e neri. C’è il giardino delle tartarughe di terra che rivela la vita di rettili con 200 milioni di anni di storia, nella scuola di cucina le massaie insegnano semplicissime ma gustosissime ricette tradizionali.  Per i più piccoli c’è anche il fantabosco e il giovedì, il tiro con l’arco.

 

Il protagonista assoluto è il grande vino con la visita delle cantine e le degustazioni verticali di Brunello e, una volta la settimana, la possibilità di  diventare “enologo per un giorno” producendo il proprio Super Tuscan.

 

La Fattoria del Colle è un luogo della memoria con sette secoli di storia, un angolo di Toscana intatto e fuori dei grandi circuiti turistici  (a 18 km dall’uscita Val di Chiana dell’Autosole  2 ore da Roma e una da Firenze) dove ogni visitatore si sente un esploratore alla scoperta della civiltà dei grandi vini toscani. Una wine destination dove è possibile assaggiare bottiglie premiate da punteggi stellari nei principali giornali specializzati del mondo e assorbire la passione che fa nascere ogni grande vino.  

 

Ovviamente nella Fattoria del Colle è possibile anche soggiornare: ci sono ville, camere con bagno e appartamenti agrituristici in cui i mobili di piccolo antiquariato danno l’impressione di abitare nelle case dei nonni toscani. Ci sono inoltre, una scuola di cucina e  una zona relax attrezzata con sauna, bagno turco, 2 vasche jacuzzi e una vasca di ginepro per la vinoterapia oltre alla sala per i massaggi di coppia.


Alessia Bianchi, Fattoria del Colle – Trequanda (Si) tel. 0577 662108. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Marzia Morganti Tempestini cell. 3356130800; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
 

SERENA WINES 1881 CRESCE A DOPPIA CIFRA

 

 

Luca Serena

 

 

Confermato il trend positivo per l’azienda di Conegliano 

 

 

La storica realtà, quinta per produzione di Prosecco, chiude il 2017 a + 12 per cento. Un successo ottenuto grazie alla forte politica di internazionalizzazione degli ultimi cinque anni e all’introduzione sul mercato estero dei nuovi fusti monouso ONE Way Keg. Il direttore generale Luca Serena: “Importanti progetti per proseguire con il nostro sviluppo. Pronti a spingere su Canada, Cina e Sud Africa”

 

Annata positiva per Serena Wines 1881, azienda vinicola tra le prime cinque produttrici di Prosecco, che ha chiuso il 2017 a 77 milioni di euro. Una crescita del 12 per cento rispetto all’anno precedente, che conferma l’andamento positivo registrato nell’ultimo lustro dalla società con sede a Conegliano.

 

Negli ultimi anni l’azienda ha adottato una politica di forte internazionalizzazione, ottenendo una crescita netta del fatturato generato dal mercato estero, che oggi rappresenta il 50 per cento del totale: Germania in primis, seguita da Gran Bretagna e Stati Uniti. Questi ultimi, insieme al Canada sono obiettivo di un progetto di sviluppo recentemente avviato. Decollano le vendite anche in Russia, così come nei paesi dell’Est Europa, tra cui Polonia e in Romania, dove Serena Wines 1881 è considerata leader del mercato degli spumanti. Serena Wines 1881 distribuisce i propri vini anche in Scandinavia, Irlanda, Belgio, Olanda, Austria, Svizzera, Francia e Spagna.

 

Stabile il mercato italiano, in cui l’azienda è presente capillarmente nel settore HoReCa grazie a oltre 500 distributori con le etichette Terra Serena, Ville d’Arfanta, Corte delle Calli, Costaross, Vigne Verdi, che includono vini bianchi e rossi IGT del Veneto, spumanti e frizzanti DOCG e DOC. Una scelta ampia e di prima qualità con la quale la realtà di Conegliano Veneto soddisfa le richieste del mercato.

 

Ottima la performance di vendita del vino in fusto, che nel 2017 è valsa 25 milioni di euro. Si tratta di un mercato in cui Serena Wines 1881, già negli anni Ottanta, è stata pioniera. Infatti, l’innovazione applicata alla conservazione e al trasporto dei vini è da sempre uno dei cardini dell’azienda: dal commercio di vino in botti, sul quale Pietro Serena fondò l’attività quasi centoquaranta anni fa, attraverso il fusto d’acciaio si è arrivati oggi al ONE Way Keg, fusto da 24 litri in PET, 100 per cento riciclabile. Una novità che ha contribuito alla crescita all’estero, mercato a cui è dedicato. Resistente, monouso, pratico e maneggevole il nuovo contenitore ha risolto brillantemente le tematiche legate al trasporto e al reso dei vuoti – necessario nel caso del fusto in acciaio – permettendo così di soddisfare la crescente richiesta di vino frizzante proveniente dai paesi stranieri.

 

“Siamo molto soddisfatti della nostra performance – ha commentato Luca Serena, direttore generale e quinta generazione della famiglia a capo dell’azienda – negli ultimi anni abbiamo saputo interpretare tendenze e cogliere opportunità, come ad esempio l’aumento della richiesta del prosecco proveniente dal mercato estero, business su cui ci siamo concentrati e che ci dà grandi risultati. 

 

Questo trend positivo ci ha permesso di avviare importanti progetti per crescere ulteriormente. Con i fusti ONE Way, rafforzeremo la nostra presenza negli Stati Uniti d’America, in Cina, in Australia e in Sud Africa. Per fare ciò, amplieremo la capacità produttiva che oggi è di 400 mila ettolitri lavorati, di cui 180 mila destinati al commercio in fusto. Espansione anche per il magazzino: abbiamo acquisito un nuovo spazio di 6.500 metri quadrati, accanto alla nostra sede. I collaboratori oggi sono 15 in più rispetto a tre anni fa. L’azienda impiega in totale 78 persone, è ad ognuna di loro che va la nostra riconoscenza per i risultati ottenuti.”

 

Chi è Serena Wines 1881

Fondata nel 1881 a Crocetta Trevigiana da Pietro Serena e giunta oggi alla quinta generazione, Vinicola Serena si distingue da sempre per la capacità di coniugare la migliore tradizione vinicola italiana con l’innovazione applicata alla conservazione e al trasporto dei vini. I due fattori costituiscono il DNA dell’azienda insieme a una visione strategica di respiro internazionale che, nel 2018, ha portato l’azienda a rinnovare la propria identità e il proprio marchio, divenuto Serena Wines 1881.

 

Grazie a ingegno e capacità imprenditoriali innati, l’azienda si è focalizzata sul settore HoReCa in Italia, analizzandone dinamiche e specifiche esigenze alle quali risponde con soluzioni mirate, come il vino in fusto d’acciaio. Questo accorgimento garantisce la perfetta conservazione del prodotto e risolve brillantemente le necessità gestionali e logistiche della ristorazione. 

Nel 2015, Serena Wines 1881 ha introdotto per i mercati esteri ONE Way Keg, il fusto da 24 litri in PET, 100 per cento riciclabile, durevole, pratico e maneggevole.

Autentica innovazione, questa, grazie alla quale oggi i vini di Serena Wines 1881 sono apprezzati in Europa, così come in Sud Africa, negli Stati Uniti, in Cina e in Australia.

 

All’offerta in fusto, l’azienda affianca un ampio assortimento di vini in bottiglia: dagli spumanti e frizzanti, D.O.C.G. e D.O.C., fino ai vini bianchi e rossi I.G.T. del Veneto. 

Le etichette dell’azienda, Terra Serena, Ville d’Arfanta, Corte delle Calli, Costaross, Serenello, Vigne Verdi sono tutte caratterizzate da identità forti e distintive, per raggiungere differenti target commerciali.

 

Per impreziosire l’offerta con un vino universalmente riconosciuto e apprezzato per il suo prestigio, nel 2006 Serena Wines 1881 acquisisce una maison de champagne a Reims: nasce così lo Champagne De Vilmont firmato dalla famiglia Serena. Attualmente è venduto nel canale Ho.Re.Ca., in Italia e all’estero.

 

Nel 2003 l’azienda sceglie Conegliano, patria del Prosecco, per erigere la sua nuova sede, uno stabilimento produttivo di oltre 35.000 metri quadri concepito secondo le più avanzate tecnologie, per raggiungere i più alti canoni di sostenibilità e di efficiente organizzazione delle attività produttive.

 

La valorizzazione del territorio, l’impegno e la promozione dell’eccellenza sono per Serena Wines 1881 valori fondanti che essa si impegna a trasmettere anche attraverso il sostegno di molteplici eventi sportivi di diverse discipline come pallavolo, hockey, rugby, vela e tennis.

 

Serena Wines 1881 è stata ufficialmente riconosciuta, nel 2011, Azienda Storica d’Italia dalla Camera di Commercio di Treviso.

 

Grazie al prezioso contributo di 78 collaboratori l’azienda, negli ultimi 3 anni, ha raggiunto risultati importanti con crescita costante nei due settori principali, vini spumanti e vini in fusto, attestandosi, nel 2017, su un fatturato di 77 milioni di euro, con una prospettiva di ulteriore crescita del 11% nel 2018.

 

Serena Wines 1881 è oggigiorno bilanciata perfettamente tra vendite nel mercato nazionale ed estero, il quale continua a regalare grandi soddisfazioni con performance di crescita importanti.

 

www.serenawines.it

Francesca Marchesi

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