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Marketing

LA VITA RINASCE DAL SUGHERO: ORGOGLIO AMBIENTALE ED ECCELLENZA TECNICA  

 

 

 

Dalla rigenerazione delle querce da sughero al re-impianto: un’attività secolare e allo stesso tempo futuristica ruota attorno alla produzione di tappi in sughero

 

Si apre una nuova stagione di decortica e, mai come quest’anno, un’attività così legata alle radici più profonde della cultura portoghese, affronta sfide destinate a cambiare il futuro dell’umanità. Sarà per il crescente riconoscimento del valore del sughero in termini di sostenibilità ambientale, che lo porta ad essere richiesto da sempre più svariati settori, sarà per il suo derivare da un’attività secolare spesso tramandata di generazione in generazione, che richiede precisione tecnica e tutela della pianta, sarà per la crescente preoccupazione verso l’uso indiscriminato e ormai ingestibile della plastica, il sughero è il vero ed innegabile protagonista del futuro.

 

La stessa coltivazione delle querce è sempre più strategica per il Paese di appartenenza, il Portogallo, funestato nel 2017 da poderosi incendi, diffusi anche per la presenza dell’albero non autoctono dell’eucalipto, e che ora ha deciso di investire, con partner come Amorim, a favore di una soluzione che tuteli la popolazione e la storia ambientale del suo territorio. Sono scese così in campo forze economiche e tecnologiche per accelerare i tempi di crescita degli alberi da sughero, con un avanguardistico sistema di irrigazione goccia a goccia, infatti, si riesce ad ottenere in 12 anni (a fronte dei precedenti 36) una pianta adulta. In questa maniera sarà più facile provvedere a un rimboschimento, sostituendo l’eucalipto – albero oltretutto dal potere di combustione enorme – con le ignifughe querce da sughero, innanzitutto attorno ai centri abitati, così da proteggere anche chi abita nei pressi della foreste. I progetti di sostenibilità, finanziati anche da Amorim e sempre più orientati al futuro, puntano così all’obiettivo di una densità di 600 piante a ettaro, per un ammontare stimato di 50.000 ettari di nuova foresta.

 

«Amorim è la paladina del futuro e con i suoi investimenti monitorati, precisi e costanti punta su un concetto di impresa “Slow” in un mondo “Fast” afferma Carlos Santos a.d. di Amorim Cork Italia - Significa sposare l’impegno di una filosofia di crescita sostenibile e di una visione a lungo termine, che contrasta con un mondo sempre più spinto da una cieca produzione basata sulla quantità e sulla velocità, irrispettosa dell’ambiente. Vogliamo che la scelta dei nostri prodotti sia una forma di orgoglio morale oltre che di eccellenza tecnica, dal momento che il sughero oltretutto coinvolge settori sempre più disparati».

 

La decortica, vera e propria “carezza” per l’ambiente, trova così nuovi alleati, a monte, per mantenersi nel suo ruolo di toccasana materiale ma anche morale apprezzato in primis dalle querce. Ne è testimone la secolare "Whistler Cork Oak", che prende il nome dal suono degli innumerevoli uccelli che si posano sui suoi rami. Incoronata "Albero europeo dell'anno 2018", è stata piantata nel 1783, decorticata 20 volte (la prossima, che fornirà sughero proprio ad Amorim, sarà in questa stagione), impera quale rigoglioso prodigio da 234 anni: la migliore espressione per un rituale che celebra, con pazienza, i ritmi della Natura.

 

Un periodo magico per le sugherete del Portogallo, quindi, quello della decortica da maggio a luglio, possibile quando la linfa emerge tra il fusto della pianta e la sua corteccia. È per questa precisa e ancestrale circostanza, infatti, che la si può togliere agevolmente e si permette alla quercia di rigenerarsi. Si ottengono così le plance di sughero, materia prima che, una volta lavorata negli stabilimenti Amorim, sarà trasformata nei rinomati tappi in sughero famosi in tutto il mondo.

 

 

 

L’INTEGRAZIONE SOCIO –LAVORATIVA

A svolgere la decortica sono solo artigiani specializzati, 3000 tecnici esperti che vivono nella zona della foresta, che trovano in questa attività una preziosa opportunità di lavoro e sostentamento, dimostrandosi anche un’ottima soluzione contro la desertificazione sociale, problema che nell’area mediterranea va ad aggiungersi a quello dell'inaridimento ambientale delle foreste del nord Africa e del sud Europa. Si aggiunge il fatto che sia il lavoro agricolo meglio pagato al mondo: sono in pochi a possedere la manualità e le competenze necessarie, l’abilità di staccare le scocche di sughero dalle querce. Un rituale che si rivela delicato e sensibile anche verso l’Umanità, quindi, oltre ad essere il cuore pulsante di tutta l’attività Amorim, è l’operazione che permette di estrarre una materia prima preziosa per il mondo e sempre più anche per l’uomo.

 

L’ATTIVITÀ DI DECORTICA 

La decortica avviene solamente in questo trimestre di inizio estate, quando la linfa emerge tra il fusto della pianta e la sua corteccia, che è quindi possibile togliere agevolmente. Dalla semina della pianta alla prima operazione trascorrono 25 anni. Ma il primo sughero non è adatto alla produzione di tappi, può essere utilizzato solo per la realizzazione di articoli decorativi e prodotti granulati. Dovranno trascorrere altri 9 anni prima della seconda decortica e ancora altri 9 prima che dalla corteccia si possano realizzare tappi in sughero. 43 anni minimo per iniziare a produrre tappi in sughero: un ritmo cadenzato ogni 9 anni, un processo che può esser vissuto dalla stessa pianta per oltre 200 anni. La decortica è così un rituale che celebra, con pazienza, i ritmi della Natura. 

 

L’ECOSISTEMA

Le foreste da sughero del Mediterraneo, sviluppate in un’area di 2,2 milioni di ettari, sono inoltre un sistema ecologico unico al mondo, in grado di assorbire più di 14 milioni di tonnellate di C02 ogni anno. Da esse dipende la sopravvivenza di numerose specie di fauna autoctona (24 specie di rettili e anfibi, 160 di uccelli, 37 di mammiferi), un ecosistema che include varie specie di formiche, api, farfalle, nonché la lince iberica, il felino a maggior rischio di estinzione (solo un centinaio gli esemplari ancora in vita) che nelle foreste di querce da sughero trovano cibo, riparo e possibilità di riproduzione. A ciò si aggiunge un’ampia varietà di uccelli, tra cui alcuni in via di estinzione come l’avvoltoio monaco, la cicogna nera e l’aquila imperiale. La preservazione della biodiversità crea una sinergia unica nel sughereto mediterraneo: da un lato, contribuisce al mantenimento del suolo, aumentando la capacità idrica e agendo come efficace barriera contro l’avanzamento della siccità, dall’altro lato, la produzione di tappi di sughero per vino crea migliaia di posti di lavoro ed è stimato che più di centomila persone nel Mediterraneo dipendano direttamente o indirettamente dall’industria del sughero.

 

Un vero proprio rito per Amorim Cork: una combinazione di valori che ispirano, a seguire, l’intera filiera e filosofia aziendale, in un’ottica di investimento per il futuro dell’umanità.

 

Il Gruppo Amorim è la prima azienda al mondo nella produzione di tappi in sughero, in grado di coprire da sola il 36% del mercato mondiale di questo comparto, e il 23% del mercato globale di chiusure per vino; conta 22 filiali distribuite nei principali paesi produttori di vino dei cinque continenti.

 

Amorim Cork Italia, con sede a Conegliano (Treviso), filiale italiana del Gruppo Amorim, si è confermata nel 2016 azienda leader del mercato del Paese, in grado di soddisfare da sola oltre il 25% della richiesta nazionale. Con i suoi 42 dipendenti e una forza commerciale composta da 35 agenti, nel 2016 ha registrato oltre mezzo miliardo di tappi venduti per un fatturato, in crescita, di 53 milioni di euro (+10% rispetto al 2015). La sua leadership è dovuta ad una solida rete tecnico-commerciale distribuita su tutto il territorio della penisola, ad un efficace servizio di assistenza pre e post vendita ma anche all’avanguardia dei suoi sistemi produttivi e gestionali e soprattutto del suo reparto Ricerca&Sviluppo, al quale si associa una spiccata sensibilità per la tutela dell’ambiente e in particolare per la salvaguardia delle foreste da sughero. Lo sguardo al futuro vede una sempre più solida alleanza tra Tecnologia e Natura, con importanti risultati anche in termini di sostenibilità sociale: con il progetto Etico, Amorim Cork Italia ha infatti portato a compimento il primo circolo virtuoso di tutta la nazione, realizzando una granina per la bioedilizia generata dai tappi usati e raccolti dalle onlus che aderiscono all’iniziativa e ricevono dall’azienda un contributo per i propri.

 

 

Amorim Cork Italia S.p.A.
Via Camillo Bianchi, 8

Z.I. Scomigo - 31015 Conegliano (TV)
Tel. 0438/394971 - Fax 0438/394607

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Ufficio Stampa Amorim Cork Italia:

Carry On

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ARMANDO DONAZZAN INTERVISTATO A LA 7

 

 

 

"Percorso necessario per esportare e valorizzare il Made in Italy».

 
Il presidente di Orange1 Holding, Armando Donazzan, in un’intervista di La7 dello scorso 11 maggio, si è espresso sui temi dell’internazionalizzazione delle imprese e della delocalizzazione delle produzioni. Un percorso impegnativo, volto all’esportazione e valorizzazione del Made in Italy, che Orange1 ha intrapreso vent’anni fa con la fondazione della divisione ungherese Eme KFT, premiata nel 2017 a Nagykanizsa come “azienda dell’anno”.

Arsiè (BL) 5 giugno 2018 – Internazionalizzazione delle imprese e delocalizzazione delle produzioni. Temi estremamente attuali e dibattuti sul quale si è espresso Armando Donazzan, presidente di Orange1 Holding, azienda leader nel settore elettromeccanico con sede principale ad Arsiè (BL), in un’intervista di La7 dello scorso 11 maggio a cura di Lorenzo Munegato. L’intervista si è svolta proprio nella settimana in cui Orange1 ha festeggiato i 20 anni della EME KFT, azienda del gruppo con sede in Ungheria, specializzata nella produzione di statori avvolti per motori elettrici, che l’anno scorso ha ricevuto il premio di “azienda dell’anno”.
 
Armando Donazzan ha dichiarato: «Tra le tante sfide che affronta un'azienda l’internazionalizzazione rappresenta un percorso difficile e impegnativo, ma offre la possibilità di esportare il Made in Italy e allo stesso tempo conferire ai prodotti delle imprese italiane un elevato valore e competitività. Molte grandi aziende italiane hanno raggiunto importanti risultati internazionali grazie ad un mix strategico che ha visto un forte orientamento al prodotto, al processo produttivo e un elevato grado di flessibilità grazie anche alla delocalizzazione di alcune produzioni guidate più dall'esigenza di avvicinarsi a mercati lontani che non da quella di abbattere i costi. L'internazionalizzazione e la delocalizzazione di alcuni processi produttivi quindi sono un'opportunità per ottimizzare le capacità economiche e offrire una reale possibilità di crescita del business».

Il presidente Donazzan ha spiegato come la fondazione della divisione Eme KFT in Ungheria è stato un passaggio naturale e spontaneo, in quanto un paese dove è molto facile ottimizzare la macchina produttiva e organizzativa: «Non solo. Abbiamo creato un interessante e proficuo sistema di relazioni in collaborazione con l'Ambasciatore italiano in Ungheria, Massimo Rustico, con la Camera di Commercio Italiana in Ungheria e altre istituzioni italiane presenti in Ungheria. Una scelta strategica, non speculativa, mirata alla crescita del business, del benessere, degli investimenti non solo in Ungheria ma anche degli investimenti che facciamo in Italia. Infatti, la nostra produzione, che rappresenta l’industria italiana nel mondo, è rimasta fortemente radicata sul nostro territorio anche in quest'epoca di globalizzazione selvaggia. Questo perché gran parte del cosiddetto "Made in Italy" è fabbricato in Italia, guidato da una importante leadership di nicchia nel commercio internazionale, in ambiti di elevata qualità e innovazione tecnologica».

Orange1 Holding punta da sempre sull'italianità dei propri prodotti; Donazzan ha infatti concluso: «Le filiere produttive italiane sono apprezzate in tutto il mondo per la loro unicità, il know how e la creatività. Una strategia complessa e globale necessaria per migliorare le performance di redditività e affrontare il mercato mondiale con le armi adatte».

  


Martina Tormen
Tel +39 388 8705163
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ZORZETTIG A CONVIVIO: TUTTO IL BUONO DEL VINO

La cantina di Spessa porta due etichette alla mostra mercato a sostegno dell’associazione ANLAIDS. Appuntamento dal 6 al 10 giugno al The Mall di Milano

 

Quattro giorni all’insegna della beneficenza per i vini di Zorzettig. Dal 6 al 10 giugno 2018 la cantina sarà infatti presente a Convivio, mostra mercato nata dall’idea di quattro grandi stilisti italiani come Gianni Versace, Gianfranco Ferré, Giorgio Armani e Valentino e ospitata quest’anno dallo spazio polifunzionale The Mall in zona Porta Nuova Varesine a Milano. I vini in vendita saranno Pinot Bianco e Pinot Grigio, acquistabili a un prezzo speciale nell’area della mostra mercato dedicata al food, il cui ricavato sarà interamente devoluto in beneficenza ad ANLAIDS, associazione no profit lombarda che opera da quasi 30 anni a favore della ricerca sull’Aids.

 

Entrambe le etichette Zorzettig acquistabili a Convivio sono dei vini vinificati in purezza, con uve 100% Pinot Bianco e Pinot Grigio, che appartengono alla linea Classica della cantina friulana.
Per Zorzettig non è il primo appuntamento con la manifestazione milanese a cadenza biennale; l'azienda di Spessa di Cividale ha partecipato all’edizione 2014 e a quella 2016 di Convivio, la prima a comprendere anche un’area interamente dedicata al food, con alcuni vini della linea Classica e della selezione Myò.
“Ci riempie di orgoglio – spiega Annalisa Zorzettig, titolare dell’azienda – partecipare ad un evento come quello di Convivio, mettendo le nostre etichette in vendita a scopo benefico. Secondo noi il vino è un prodotto che ha la rara capacità di unire le persone, ecco perché pensiamo sia importante sostenere iniziative come questa. Ogni bottiglia venduta non è solo un momento di gioia e convivialità per chi l’ha acquistata, ma anche un aiuto concreto per tutti coloro che ogni giorno lottano contro l’AIDS.”

 

La mostra mercato nasce nel 1992 con lo scopo di raccogliere fondi a sostegno della lotta contro l’AIDS e per aiutare le persone sieropositive e le loro famiglie, coinvolgendo i più importanti brand del mondo della moda, del design e dei servizi, affiancati di anno in anno da realtà emergenti del panorama italiano, gli artefici del futuro del Made in Italy destinati a lasciare il segno. La scorsa edizione ha registrato oltre 65 mila presenze e la raccolta di 2 milioni e 400 mila euro in cinque giorni.

 

Carlotta Faccio

Rete Qualità Toscana

 

 

RQT a Montepulciano: evento di Rete Qualità Toscana in una delle capitali enologiche. Qualità e territorialità. Il Vino Igt Toscana ambasciatore di eccellenza e passione vitivinicola nel mondo. La ‘Rete’ valorizza le produzioni di qualità regionali, e con il progetto Agr-Eat cofinanziato dal Psr Regione Toscana

Grandi denominazioni, territori ad alta vocazione vitivinicola, strade e turismo del vino. Il vino IGT Toscana rappresenta un carnet di produzioni di alta qualità e di spiccata territorialità, dove rigore produttivo e passione dei vitivinicoltori toscani si intrecciano indissolubilmente. Vini prodotti in ogni angolo della Toscana; diverse tipologie, uvaggi e caratteristiche che sono espressione dei singoli territori toscani. Vini che presentano una grande varietà ma anche una qualità assoluta, basti pensare ai SuperTuscan o alle produzioni enologiche delle singole cantine che già producono vini a Denominazione. 

Il Vino Igt Toscana, insieme ai prodotti da agricoltura biologica e l’Olio Igp Toscano, fa parte delle produzioni certificate toscane promosse da Rete Qualità Toscana, una rete di imprese agricole toscane nata con l’obiettivo di promuovere l’aggregazione della filiera agroalimentare per valorizzare le produzioni di qualità regionali, attraverso le azioni della Misura 3.2 del PSR (Piano di sviluppo rurale). Oggi a Montepulciano, patria del Vino Nobile, Rete Qualità Toscana (info su www.retequalitatoscana.it), ha organizzato un tour fra alcune importanti realtà vitivinicole del territorio (Fattoria del Cerro e Vecchia Cantina di Montepulciano) per promuovere la filiera del Vino Igt Toscana e presentare alla stampa le attività della rete d’impresa.    

«Già dal 2012, con qualitoscana.net – sottolinea Marco Failoni, coordinatore di Rete Qualità Toscana -  RQT ha partecipato ai progetti sviluppando 3,5 milioni e mezzo di euro di investimenti. Oggi con Agr-Eat il progetto di RQT va avanti: abbiamo inserito nel progetto complessivamente 51 beneficiari e 18 partecipanti indiretti investimenti per 7,5 milioni di euro sempre con il contributo della Regione Toscana

Vino e Toscana, un binomio indissolubile. Vigneti a perdita d’occhio che disegnano colline, cantine nel segno della tradizione e dell’innovazione tecnologica, sapienza enologica e professionalità antiche, etichette apprezzate nel mondo. Il vino per la Toscana è un biglietto da visita di eccellenza, un brand apprezzato nei mercati internazionali.

«RQT - aggiunge Failoni - è promotore del progetto integrato di filiera Agr-Eat, co-finanziato dal PSR della Regione Toscana, che opera per sviluppare una efficiente filiera corta dei prodotti dell’agricoltura toscana, incentrata sulla vendita diretta e l’agri-ristorazione, e per promuovere alcuni dei sistemi di qualità che rappresentano un valore fondamentale nel panorama agroalimentare toscano. In questi mesi sono stati svolti oltre 120 eventi di promozione in tutta la Toscana». 

I numeri del Vino Igt Toscana - La Toscana è una terra di vini rossi, pari, infatti, a circa l'88 per cento dei vini toscani. Nell’ultima vendemmia (anno 2017), ha portato in cantina circa 2 milioni 300 mila quintali di uve, e di queste 391 mila ettolitri di vino Igt. In Toscana il numero di aziende con vite è di oltre 22 mila unità, delle quali poco più di 15 mila con vite da vino Docg e Doc. Si tratta di aziende contrassegnate da dimensioni piccole o medio-piccole, anche se non mancano alcune aziende di ampiezza rilevante. Venti sono le cantine sociali, la cui produzione è stata pari al 13 per cento del totale regionale.

Il vitigno più rappresentativo è il Sangiovese, con il 62 per cento dell'intera superficie iscritta allo schedario viticolo, seguito dal Merlot e dal Cabernet Sauvignon rispettivamente con l'8 e il 6 per cento. Per quanto riguarda le Igt, sono stati oltre 12 mila gli ettari interessati nel 2017, con la quasi totalità della produzione afferente all'Igt Toscana. Il valore ex fabrica generato dalla filiera dei vini Dop e Igp imbottigliati toscani è stimata nell'ordine del miliardo di euro, circa 850 milioni di euro per i Dop cui si aggiungono 148 milioni per le Igt, pari al 12 per cento sul totale di 8 miliardi 200 milioni di euro stimato da Ismea per l'Italia.

Per quanto riguarda l’export le produzioni Igt Toscana sono in linea con i dati generali del vino toscano. Quasi il 60 per cento della produzione certificata regionale, considerando un'annata produttiva normale, prende la via dei mercati esteri. Ogni anno circa 900 mila ettolitri di vino toscano trovano spazio sui mercati internazionali, in un rapporto fino a oggi piuttosto stabile tra paesi extracomunitari e comunitari, circa 57 e 43 per cento, per un fatturato di oltre 560 milioni di euro, evidenziando una capacità di proiezione verso mercati lontani tutt'altro che tipica del food & beverage italiano, ancora prevalentemente orientato verso i mercati più vicini.

Il Vino Igt Toscana - Il Rosso e Rosso novello si presentano nelle varie tonalità violetto o rubino (così come il Rosso abboccato). Il Rosato o Rosato abboccato ha un’intensità tenue, con una tonalità che può variare in funzione dei vitigni utilizzati e della vinificazione, mentre il Rosato frizzante è di colore rosato tenue, brillante per un equilibrato perlage. Il Bianco IGT Toscana ha un colore tenue con riflessi sul verde oppure giallo paglierino da leggero a più carico così come il Bianco abboccato; mentre il Bianco frizzante è giallo paglierino con perlage fine e persistente. Particolari sono le caratteristiche del Passito (da uve appassite), di colore da giallo paglierino carico a dorato per il vino prodotto da uve bianche e tendente al bruno nei vini provenienti da uve rosse; e la Vendemmia tardiva (da uve stramature) è di colore da paglierino carico al dorato.

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CONSORZIO DI TUTELA E PROMOZIONE DEL CRUDO DI CUNEO

 

A Lagnasco un workshop alla scoperta dei segreti del Prosciutto Crudo di Cuneo Dop

Lunedì 4 giugno, dalle ore 18, porte aperte al prosciuttificioCarni Dock a cui seguirà un momento di approfondimento ed una degustazione guidata presso il Castello

 

Lunedì 4 giugno 2018, a partire dalle ore 18, il Prosciutto Crudo di Cuneo Dop sarà protagonista del workshop “Porte aperte del Prosciutto Crudo di Cuneo Dop” che ha l’obiettivo di farne conoscere ed apprezzare le innumerevoli qualità. Il prosciuttificio Carni Dock di Lagnasco (strada Manta 5/a) aprirà le sue porte per svelare i segreti del prelibato salume cuneese, poi, tutti al Castello per un momento di approfondimento sul prodotto, cui seguirà una degustazione guidata del Prosciutto Crudo di Cuneo Dop e di altre prelibatezze del territorio. 

 

“La tradizione della lavorazione e della conservazione delle carni suine nell’area cuneese risale a parecchi secoli fa – dichiara Chiara Astesana, presidente del Consorzio di Tutela e Promozione del Crudo di Cuneo - Già i romani, insediati nei primi secoli d.C. in provincia presso le città di Pollenzo, Alba, Benevagienna, erano noti per aver sviluppato l’attività dell’allevamento di maiali e per la conoscenza delle tecniche per la conservazione delle loro carni con l’uso del sale. Anche perchè giova ricordare che il sale, elemento fondamentale per la conservazione delle carni, non è mai mancato nell’area cuneese in quanto terra attraversata da numerose “vie del sale”, utilizzate per trasportare la pregiata merce dalle saline della Costa Azzurra verso le città di Torino e Milano”. 

 

“Oggi il Prosciutto Crudo di Cuneo – prosegue la presidente Astesana – può essere prodotto in provincia di Cuneo, in quella di Asti ed in 54 comuni della zona Sud della provincia di Torino, un’area all’interno della quale sussiste un microclima ottimale per la stagionatura dei salumi. La salagione viene eseguita a mano, allo scopo di dosare in modo razionale il sale ed utilizzarne dunque il meno possibile”.

Il programma dell’evento prevede l’arrivo degli invitati e la loro registrazione alle ore 18. A seguire, inizierà la visita del reparto salumeria ‘Grandock’ della Carni Dock con dimostrazione delle lavorazioni di salatura delle cosce e di sugnatura e spillatura dei prosciutti. Alle 19.30 avverrà il trasferimento presso il Castello di Lagnasco dove andrà in scena “Ti presento il Crudo di Cuneo Dop”: dopo il saluto delle autorità, si parlerà de “Il legame con il territorio, valore che sta alla base della registrazione della denominazione Crudo di Cuneo” e de “La strategia di marketing del prosciutto Crudo di Cuneo Dop” con interventi di rappresentanti del Consorzio e dell’azienda Carni Dock.

 

“Il workshop – aggiunge Giovanni Battista Testa, segretario del Consorzio di Tutela e Promozione del Crudo di Cuneo - è parte integrante del progetto di promozione che il Consorzio del Prosciutto Crudo di Cuneo sta portando avanti con i Consorzi di Tutela dei formaggi Bra Dop e Raschera Dop. L’evento fa seguito infatti all’incontro tra i formaggi Bra e Raschera che si svolse a Scarnafigi lo scorso 24 marzo”. 

Infine, dopo tanta teoria, un po’ di pratica per la gioia dei palati dei presenti, che avranno la possibilità di effettuare una degustazione guidata del Prosciutto Crudo di Cuneo Dop, dei formaggi Bra e Raschera Dop insieme ad altre specialità del territorio. Per maggiori informazioni è possibile telefonare al numero 335/5694937 o scrivere un’email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Autorivari studio associato - Corso IV Novembre, 8 12100 – Cuneo

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