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Eventi Vino

PRESENTATA IN REGIONE LIGURIA LA IV EDIZIONE DI MARE&MOSTO

 

 

 

È stata presentata a Genova la quarta edizione di Mare&Mosto   “Le Vigne Sospese”, protagonista a Sestri Levante il 13 e 14 maggio prossimi nell’ex Convento dell’Annunziata

 

 

Molti i sommelier liguri che hanno testimoniato con la propria presenza in Regione, l’impegno dell’AIS Liguria profuso per questa nuova e rinnovata edizione di Mare&Mosto.

Le giacche blu della divisa di rappresentanza dell’Associazione Italiana Sommelier si sono mescolate con i giornalisti, i fotografi e gli operatori che hanno seguito la conferenza stampa dedicata all’evento del vino e dell’olio ligure.

Al tavolo gli assessori regionali all’Agricoltura, Stefano Mai e al Turismo, Gianni Berrino, accanto alla Consigliera di Sestri Levante Elisa Bixio, Presidente di AIS Liguria, Alex Molinari, al Direttore di Mediaterraneo, Marcello Massucco e al Referente Didattico AIS Liguria, Marco Rezzano.

Vino, olio e turismo si confermano sempre più interconnessi nelle dinamiche regionali, dove Mare&Mosto rivendica a buon titolo un ruolo da protagonista nella divulgazione di realtà ormai riconosciute a livello internazionale.

Come ogni anno saranno presenti un consorzio extra regionale, rappresentato da Prosecco Conegliano Valdobbiadene DOCG e un partner tecnico, con Simonit&Sirch, preparatori d’uva. Due figure molto gradite da espositori e pubblico, sia per il valore aggiunto in termini di confronto che di aggiornamento.

Ospiti d’eccezione il vice direttore di Rai News24 Giancarlo Giojelli, profondo conoscitore della Liguria, dove è stato capo redattore della sede genovese, Filippo Radaelli, giornalista televisivo noto come “degustatore di territori” e Luigi Caricato, oleologo, scrittore e giornalista, fondatore del Festival e della rivista Olio Officina.

Confermata la collaborazione con la Camera di Commercio, Ascom e Fepag che ha permesso di realizzare l’iniziativa che coinvolge numerosi ristoranti in tutta la regione, che proporranno, nel periodo di Mare&Mosto, menù tipici regionali abbinati ai vini liguri: un esempio virtuoso e accattivante di promozione territoriale.

  

 

Ufficio Stampa AIS:

Elisa Braccia - e-mail:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - m.p.: +39 346 395 1050

 

Paolo Angelini - e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - m.p.: +39 349 239 44

MERANO WINEFESTIVAL 2018

 

 

 

Aspettando Merano WineFestival (9-13 novembre 2018)…

…è iniziata la caccia del WineHunter Helmuth Köcher

   

È ripartita la caccia alle eccellenze vitivinicole italiane e internazionali del WineHunter. Helmuth Köcher, patron di Merano WineFestival (9-13 novembre 2018) si prepara a presentare al grande pubblico una nuova selezione di prodotti di assoluta qualità. Con la sua Caccia del Mese, a partire da oggi, il WineHunter presenta alcune delle sue scoperte nel mondo del vino, sia in Italia che all’estero, celebrate alla 27ma edizione dell’esclusiva kermesse meranese. Questo mese si va in Toscana, nel Chianti. Un salto in Germania e poi in terra sudtirolese.

 

Merano, 2 maggio 2018 – In vista della 27^ edizione di Merano WineFestival è ufficialmente aperta la caccia del WineHunter Helmuth Köcher, patron dell’esclusiva kermesse, grande conoscitore e instancabile cacciatore di eccellenze nel mondo del vino. Una ricerca fatta di vini quindi, e non solo. Il WineHunter scopre ogni giorno espressioni di qualità che passano per la conoscenza e degustazione di prodotti, ma anche per la riscoperta di valori pur sempre con uno sguardo al futuro, all’innovazione. Ogni mese condividerà alcune delle sue scoperte attraverso la Caccia del Mese, un’anteprima di ciò che presenterà nella guida “The WineHunter Award”, ad agosto prima, e poi al Merano WineFestival.

 

La prima Caccia del Mese avviene in Toscana e precisamente a Greve in Chianti dove, dopo la manifestazione Wine&Siena, Helmuth Köcher ha fatto sosta a Castello di Querceto. Il vino degustato e selezionato qui è il Romantic, un vino particolare fatto di Petit Verdot, Merlot e Syrah. Caratterizzato da sentori balsamici e da una forte speziatura che impressiona per la sua freschezza ed eleganza, decisamente filigrane.

Dalle colline del Chianti a quelle oltre confine, ossia in Germania e precisamente a sudovest di Bonn, dove il WineHunter ha visitato Winzergenossenschaft Mayschoß Altenahr, la più antica cantina cooperativa del mondo. Tra le sue particolarità spicca quella del territorio su cui si collocano i suoi i vigneti situati su ripidissimi pendii. La zona è da sempre famosa per il Riesling ma, secondo Helmuth Köcher, attualmente tra i suoi vini migliori si distingue lo Spätburgunder. Qui ha degustato e selezionato in particolare il Waldporzheimer Kräuterberg 2015 e il Domina 2016. «Il primo è un vino molto complesso, un Blauburgunder di qualità top, caratterizzato da sentori di terra, ciliegia, pepe nero, acidi forti e retrogusto di fragole, il cui stile rispecchia il territorio dei ripidi appezzamenti attorno al fiume Ahr» racconta il WineHunter. «Il Domina 2016, invece, è un vino molto elegante, frutto di una Cuvée di Portoghese e Spätburgunder che si caratterizza per i suoi sentori di ribes nero, aromi speziati e menta».

 

Rientrando in Italia in Alto Adige, il WineHunter ha degustato lo spumante rosato Swing del 2017 prodotto dal vitigno PIWI Chambourcin; un vino molto leggero, una bollicina fruttata della produzione del Maso Zollweghof che si trova nella deliziosa località di Lana, vicino Merano, e che dal 1990 ha iniziato a produrre vini naturali, biologici e biodinamici. Qui Helmuth Köcher ha degustato il vino di una vecchia bottiglia di un Fraueler, detto anche “il vino delle donne”, ossia un antico vitigno sudtirolese purtroppo un pò caduto nell’oblio, ma “di notevole interesse” secondo il WineHunter. E infine un’anteprima che riguarda le collaborazioni: «E’ in via di definizione una cooperazione con un partner cinese per la realizzazione di un festival dedicato al vino da realizzare in Cina, uno dei paesi sempre più interessati all’importazione del vino italiano e alla conoscenza del mondo del vino in generale» conclude. Una nuova sfida quindi attende Helmuth Köcher il “WineHunter” che dal 1992, anno in cui inaugura la prima edizione del Merano WineFestival, sostiene il suo motto “Excellence is an attitude”.

 

Federica Da Col

IL MORELLINO IN DEGUSTAZIONE A MILANO FOOD CITY

 

Il 9, l’11 e il 13 maggio, in occasione di Milano Food City, il Morellino di Scansano incontra i wine lover milanesi con una selezione di etichette in assaggio e una masterclass

Dalla Maremma toscana al cuore del capoluogo lombardo: in occasione della Milano Food City, Il Consorzio di Tutela del Morellino di Scansano in collaborazione con WineMi, associazione che riunisce cinque enoteche storiche della città, dà appuntamento ai wine lover milanesi per approfondire la conoscenza della denominazione che proprio quest’anno spegne la sua quarantesima candelina. Il Sangiovese della Maremma sarà infatti protagonista di tre banchi di assaggio a ingresso gratuito e una masterclass esclusiva.

Sarà il Casello Daziario di Porta Venezia in piazza Oberdan/Corso Buenos Airesa fare da cornice agli appuntamenti. Si comincia mercoledì 9 maggio, con un banco di assaggio ad ingresso gratuito che, dalle 18.30 alle 20.30, proporrà in degustazione le etichette di cinque cantine del territorio maremmano: Morisfarms, Rocca delle Macie, Fattoria Le Pupille, Fattoria Mantellassi, Tenuta Pietramora. Alle 20.30 seguirà una masterclass a numero chiuso(prenotazione obbligatoria) sotto la guida dei produttori, che arricchiranno il racconto con aneddoti e curiosità sul Morellino.  

Un secondo momento di degustazione libera è fissato per venerdì 11 maggiodalle 18 alle 22, quando le aziende Conte Guicciardini - Massi di Mandorlaia e Monterò - Monterozzino proporranno i propri vini nell’ambito della manifestazione “gioco delle essenze, degli aromi e delle spezie”, organizzato in collaborazione con UEVLA. 

Infine, la trasferta milanese della denominazione si chiuderà domenica 13 maggiodalle 12 alle 15, con un ultimo banco d’assaggio ad ingresso gratuito all’interno della manifestazione “La tartare di Manzo Irlandese” con i vini delle cinque aziende conosciute il mercoledì.

L’obiettivo di questa tornata di degustazioni è quello di avvicinare gli appassionati meneghini a una denominazione dalla lunga storia, prodotta in una zona della Toscana dotata di caratteristiche territoriali uniche, che si riflettono nel vino. “Il Morellino di Scansano proviene dalla parte costiera e collinare più a sud della regione, nota come Maremma toscana - spiega Alessio Durazzi, direttore del Consorzio – una zona che beneficia di un’ubicazione ottimale: se da un lato risulta protetta dai venti freddi del nord, dall’altro è aperta alle temperate brezze marine che permettono straordinarie escursioni termiche tra il giorno e la notte, garantendo l’esaltazione degli aromi ed un’incredibile salubrità delle uve”.

 

LA DENOMINAZIONE E IL CONSORZIO TUTELA MORELLINO DI SCANSANO.Riconosciuto denominazione di origine controllata nel 1978, il Morellino di Scansano festeggia quest’anno i suoi primi 40 anni. In questo periodo molto è stato fatto per la sua valorizzazione, in virtù delle sue qualità intrinseche e della crescente rinomanza internazionale, tanto da ottenere nel 2006 la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, a partire dalla vendemmia 2007.

Attivo in questa opera di promozione e tutela il Consorzio Tutela Morellino di Scansano, nato nel 1992 per volontà di un piccolo gruppo di produttori. Nel corso degli anni il Consorzio è andato man mano ampliando il comparto associativo, fino ad accogliere più di 200 soci, oltre 90 dei quali con almeno una propria etichetta di Morellino di Scansano sul mercato.

 

Ufficio stampa Consorzio Tutela Morellino di Scansano c/o fruitecom

Alice Camellini - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.– T. 059-7863820

Jessica Busoli – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.– T. 059-7863883

 

IL RUCHÈ LACCENTO MONTALBERA SUL PALCO DELL’EVENTO “I MIGLIORI VINI ITALIANI” DI LUCA MARONI VINCE IL PREMIO “MIGLIOR VINO ROSSO IN ASSOLUTO 2018” 

 

 

 

 

L’appuntamento è a Torino dove, il 4, 5 e 6 maggio Luca Maroni, analista sensoriale e nota firma enologica italiana, presenta l’edizione de “I Migliori Vini Italiani”, una delle più importanti manifestazioni dedicate al mondo del vino. L’evento vede la partecipazione di oltre 30 espositori e più di 150 etichette dei migliori produttori di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta presenti nell’Annuario dei Migliori Vini Italiani 2018.

 

Nella splendida cornice del Salone delle Feste dei Principi di Piemonte, venerdì 4 maggio alle ore 20.00, l’evento si apre con l’inaugurazione e la premiazione ad invito, un momento di spettacolo condotto da Luca Maroni con la grande maestria che lo contraddistingue. Alle 21.30 AROMI IN NATURA: NEL VINO, NEI PROFUMI – Laboratorio di degustazione polimaterica con le essenze di Giorgia e Ambra Martone, fondatrici del laboratorio LabSolue ed i vini selezionati da Luca Maroni tra cui il Ruchè Laccento Montalbera.

Il percorso polisensoriale sarà arricchito dalla presenza degli assaggi realizzati da MARCELLO TRENTINI, Chef stellato del MAGORABIN di Torino. 

 

I vini sono premiati secondo il metodo di degustazione scientifico creato dallo stesso Luca Maroni, basato sul principio che la qualità del vino è la piacevolezza del suo sapore e sui tre parametri di Consistenza, Equilibrio e Integrità

 

Franco Morando, produttore e proprietario dell’azienda agricola Montalbera, ritira il premio per il suo Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG Laccento 2016, riconosciuto come “Miglior vino rosso in assoluto 2018” con 99 punti, massima espressione qualitativa per Luca Maroni. 

“Laccento rappresenta il coraggio mio e di Montalbera di andare oltre. E' il simbolo dell’audacia e della fermezza di voler portare la denominazione Ruchè alla sua massima espressione. Ringrazio personalmente con la mia famiglia il sensorialista Luca Maroni per l'attenzione che ogni anno pone in degustazione attenta e precisa "snasando" il nostro bicchiere. Gli importanti riconoscimenti che Luca ogni anno ci riconosce sono una valutazione qualitativa Sua personale e di grande pregio per noi. Spero vivamente che il consumatore attento ed esigente ritrovi le poetiche parole di Luca nei leggiadri sentori espressione d'unicità e piacevolezza de Laccento” dichiara Franco Morando.

 

NOTE SULL’AZIENDA

 

Da sei generazioni, la famiglia Morando crede e investe nella viticoltura piemontese. Da anni si dedica con passione alla valorizzazione dell’autoctono Ruchè. Grazie a questo impegno costante, oggi Montalbera si pone di diritto tra le grandi realtà vinicole del Piemonte. Le fondamenta di questo successo risiedono in valori solidi e riconoscibili che si traducono con grande chiarezza nei vini prodotti dall’azienda. Rigore e progettualità, interpretazione e terroir: queste sono le basi della filosofia produttiva Montalbera. 
Un pensiero che mette al centro di tutto il “vino frutto”, esaltando le grandi peculiarità dei vigneti, interpretandone le caratteristiche e declinandole in modi diversi, dall’acciaio al legno, dalla sovra-maturazione all’appassimento, così da valorizzare al meglio la sfaccettata personalità di ciascun vitigno.

 

Montalbera ha chiuso il 2017 con oltre 650.000 bottiglie prodotte, oggi esporta circa il 40% della sua produzione in trentacinque paesi, offrendo lavoro a 25 persone in continuativo tra campagna e cantina e a 120 nel periodo della vendemmia. Franco Morando, wine producer e proprietario della cantina, è riuscito definitivamente a nobilitare un antico vitigno, a lungo dimenticato, offrendogli un palcoscenico internazionale. Montalbera è stata la prima azienda a portare la denominazione Ruchè all’eccellenza dei 99 punti di Luca Maroni con Laccento e dei Tre Bicchieri del Gambero Rosso, nel 2017 con l’etichetta “La Tradizione”, replicando nel 2018 con Laccento.

 

DA PALERMO AL MONDO,  I VINI DI CUSUMANO INCANTANO SICILIA EN PRIMEUR

 

Diego e Alberto Cusumano

 

 

In assaggio alla kermesse di Assovini Sicilia, le produzioni nate dalla Tenuta Ficuzza, sulla Piana degli Albanesi, esportate in 64 Paesi


Dal 3 al 7 maggio 2018 - 
Palermo

«Sono salito sul monte Pellegrino in una splendida mattina 
e sono stato colto da tristezza al pensiero di lasciare 
così grandiosa e impareggiabile bellezza. 
Se soltanto uno potesse impadronirsene e serbarla entro di sé, 
sarebbe un Dio».
Bernard Berenson, Viaggio in Sicilia

 Angimbè, Ramusa, Jalè, Cubia. Sono solo alcuni dei vini che Cusumano, azienda vitivinicola fondata da Alberto e Diego Cusumano nel 2001 a Partinico, conosciuta in tutto il mondo per le sue straordinarie produzioni, presenterà a Sicilia en Primeur, l’annuale kermesse enologica del vino siciliano ideata dall’Associazione Viticoltori Sicilia – Assoviniche accoglie ogni anno in Sicilia una selezionata rappresentanza della stampa internazionale, presentando le etichette distribuite sul mercato e le anteprime dei vini che stanno ancora maturando in cantina, e che quest’anno, per la prima volta, sarà aperta anche al pubblico.

Una manifestazione attesissima che per la sua 15esima edizione farà tappa nella splendida città di Palermo dal 3 al 7 maggio prossimi, ospite del Museo Regionale d’Arte Contemporanea, celebrando, attraverso le eccellenze enoiche in degustazione, il capoluogo siciliano Capitale della Cultura italiana 2018. Durante la tre giorni, i partecipanti avranno la possibilità di scoprire i sapori e i luoghi e la cultura che fanno della Sicilia un continente vitivinicolo a tutto tondo e lunedì 7 maggio alle ore 17.00la kermesse aprirà le sue porte al pubblicooffrendo a tutti la possibilità di degustare le stesse etichette presentate in anteprima alla stampa.

Ed è proprio dalle colline nei dintorni di Palermo che arrivano alcune delle migliori produzioni di Cusumano esportate in 64 Paesi al mondo. Merito dei 180 ettari di vigneti adagiati sulla Piana degli Albanesi, a circa 24 km dal capoluogo, custoditi dalla Tenuta Ficuzza, una delle sei diverse tenute dell’azienda (tutte rigorosamente siciliane). Qui, grazie alla caratteristica tipologia del territorio – un altopiano incontaminato a 700 – 800 metri sul livello del mare, esposto sul versante orientale dell’imponente monte Pizzuta da cui si specchia sul lago omonimo, con notevoli escursioni termiche tra il giorno e la notte – nascono Angimbè, Ramusa, Jalè, Cubia e il Metodo Classico 700SLM 2013, uve dal profilo fine ed elegante per vini dalle identità uniche. Ogni vino è espressione del suo territorio, nato dalla conoscenza profonda di Alberto e Diego Cusumano della terra ricca e generosa di Sicilia, capace di donare, da oriente ad occidente, dalla collina al mare, produzioni diverse e sempre di elevatissimo livello.

«Quest’anno Sicilia en Primeur assume un significato speciale per noi perché si svolge a Palermo, la nostra città, nell’anno in cui è Capitale italiana della Cultura. Un riconoscimento che ci rende orgogliosi e che sottolinea una cifra che ci portiamo dentro e che, anche attraverso il vino, confermiamo ogni giorno nei 64 paesi dove siamo presenti nel mondo. Lavoriamo per valorizzare i vitigni autoctoni, per tutelare la materia prima, le uve, e la terra in cui siamo nati, così da poterne esprimere al meglio l’identità. Una mission che Sicilia En Primeur rappresenta alla perfezione riunendo tutti coloro che, come noi, amano la natura, credono nelle produzioni di qualità e nel controllo totale della filiera e che, al profondo amore per la terra l’origine, uniscono una forte visione internazionale. Per far conoscere i nostri prodotti e le nostre identità al mondo intero»- dichiara Diego Cusumano, proprietario e responsabile della promozione internazionale della cantina. 

«Accoglieremo i giornalisti di Sicilia en Primeur a Ficuzza, una tenuta unica nello scenario territoriale siciliano, per posizione (750 s.l.m.) e per uniformità, con i suoi 180 ettari compresi in un unico appezzamento coltivato a mosaico. Qui abbiamo progettato un vigneto alternato alla macchia mediterranea esistente per rispettare l'integrità dell'ambiente. Una scelta che ha sacrificato la rendita a un guadagno enorme dal punto di vista naturale e paesaggistico ottenendo il massimo sul piano della qualità. Oggi questa scelta appaga lo sguardo che gode della vista sul lago dello Scalzano, dell'onda verde intenso dei vigneti che si alternano ai toni cangianti della macchia mediterranea e regala vini unici: i bianchi ottenuti dal potente e solare Insolia, dal finissimo Chardonnay, figlio del vigneto originario e dal Pinot Nero, che a questa altitudine trova le condizioni ideali per esprimersi»- racconta Alberto Cusumano, proprietario e responsabile della parte produttiva della cantina.

In particolare, i giornalisti e i wine lovers che parteciperanno a Sicilia en Primeur l’apertura al pubblico è la grande novità dell’edizione 2018), potranno assaggiare Angimbè 2017, così chiamato per ricordare il nome del bosco che sorge vicino ai vigneti, un blend tra un vitigno autoctono e uno internazionale: uve Insolia (70%) e Chardonnay (30%). Un matrimonio tra Sicilia e Borgogna che crea un vino dalla personalità calda, minerale, seducente, con sentori di frutta esotica e un piacevole profilo fragrante e aromatico.

E ancora:Ramusa 2017, il cui nome deriva dalla Fonte Ramusa, sorgente situata nel Bosco di Ficuzza, nato da un’attenta selezione delle migliori uve di Pinot nero al 100%, varietà che in questa particolare zona della Sicilia ha trovato un habitat perfetto per arrivare a completa maturazione.  Vinificato in bianco e lasciato maturare in sole vasche di acciaio con affinamento sulle fecce nobili per 6 mesi, è rosato nel bicchiere, agrumato al naso, fresco e persistente all’assaggio.

Nato al 100% da uve Chardonnay, Jalè 2015è un’altra eccellenza della Tenuta Ficuzza di Cusumano: ha una piccola produzione che identifica un cru della Tenuta e deve il suo nome alle caratteristiche contrade dall’aspetto biancastro che costeggiano i vigneti. Le uve fermentano in carati di rovere da 225 litri dove restano per circa 6 mesi prima di essere affinate in bottiglia. A caratterizzare questo vino è, infatti, il grande equilibrio gustativo regalato dal legno che si fonde alla perfezione con il frutto. Dal colore giallo paglierino con riflessi dorati, emana profumi di rara complessità (burro fuso e vaniglia, frutta tropicale matura, cannelle e spezie dolci) e consente assaggi lunghi, vibranti e morbidi.

Dalla voglia di creare un grande bianco siciliano in botte come la tradizione vuole e da un’attenta selezione delle migliori uve di Insolia, una delle più importanti varietà di tutta la Sicilia, nasce Cubia 2014, dal nome delle sorgenti naturali di cui è ricco il territorio circostante. Nel bicchiere, si presenta bianco, spicca per freschezza mediterranea, per finezza e per eleganza, esprimendo note di fieno, agrumi e pesca e rivelandosi fresco al palato, con una certa acidità e profondità.

Infine, il Brut 700 s.l.m., una cuveè di uve Pinot Nero e Chardonnay il cui nome evoca l’altitudine e il terroir siciliano inaspettato. La vinificazione avviene con pressatura delle uve intere e utilizzo solo del primo mosto fiore per evitare i tannini e conservare l’acidità, decantazione statica e fermentazione a bassa temperatura. Dopo circa 5 mesi sulle fecce fini, filtrazione e tiraggio, rifermentazione in bottiglia a 13°C, le bottiglie riposano in cantina per 36 mesi al termine dei quali avviene la sboccatura. Il Metodo Classico Cusumano regala un perlage finissimo e persistente, mostrando al palato un’armonia eccezionale, con note di frutti rossi tipiche del Pinot Nero e sentori floreali propri dello Chardonnay.

E per chi volesse assaggiare anche le altre produzioni di Cusumano, l’azienda presenterà in assaggio durante la kermesse di Assovini, oltre alle degustazioni «palermitane», il grillo in purezza Shamaris 2017prodotto sulle colline di Monreale nelle Tenute Monte PietrosoeMarchesa, i grandi rossi Benuara 2016(70% Nero d’Avola e 30% Syrah) e Noà 2015(un blend di Nero d’Avola, Merlot e Cabernet Sauvignon) prodotti nella Tenuta di Presti e Pegni, 70 ettari sulle colline di Monreale, il Nero d’Avola in purezza Sàgana 2014, nato dalla Tenuta di San Giacomoa Butera, 140 ettari in provincia di Caltanissetta con un vigneto di 21 anni esposto a sud a 350 mt sul livello del mare, il Moscato dello Zucco 2011, il “vino perduto” emblema della passione e del profondo rispetto per la tradizione dei fratelli Cusumano che, con un progetto di ricerca durato sette anni, hanno riportato alla luce lo storico vino nei 3 ettari della TenutaMilioto, a Partinico. E per concludere, i vini di Alta Mora, la Tenuta sull’Etna di Cusumano: l’Alta Mora Etna Bianco 2017, l’Alta Mora Etna Rosso 2016, l’Alta Mora Guardiola 2014 e l’Alta Mora Feudo di Mezzo 2014.

***

Cusumano. Fondata da Alberto e Diego Cusumano nel 2001 a Partinico dove ha sede, la cantina Cusumano produce vini eleganti e identitari in sei tenute: Ficuzza a Piana degli Albanesi in provincia di Palermo, San Giacomo a Butera (Caltanissetta), Presti e Pegni sulle colline di Monreale, Monte Pietroso a Monreale, Castelluzzo a Calatafimi e Alta Mora sull’Etna.

www.cusumano.it 

 

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