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Ass. Donne del Vino

DONATELLA CINELLI COLOMBINI GUIDERA’ LE DONNE DEL VINO TOSCANE

 

 

L’8 febbraio al Castello del Corno l’assemblea delle Donne del Vino Toscane ha eletto Donatella delegata per il prossimo triennio. Sarà affiancata da 3 vice-delegate. Il tema dell’intera annata “Donne e vino in un mondo unito” saràil fil rouge che sottolinea la capacità femminile di intessere legami fra culture e popoli diversi 

Donatella Cinelli Colombini, produttrice di vino a Montalcino (Si) al Casato Prime Donne e in Val d’Orcia alla Fattoria del Colle di Trequanda (Si) prende il testimone da Maria Giulia Frova che ha guidato le 83 Donne del Vino toscane nell’ultimo mandato ed ha ospitato l’assemblea nel ristorante del suo Castello del Corno a San Casciano Val di Pesa. <<Ringrazio Maria Giulia dell’impegno che ha profuso in favore della nostra delegazione regionale>> ha detto Donatella ricordando l’ultima iniziativa svolta dalla delegata uscente: la raccolta di fondi organizzata con il Lions Club Firenze Brunelleschi per comprare medicinali da mandare ai bambini disabili e oncologici ospitati in un convento di Leopoli in Ucraina. 

Nel prossimo triennio Donatella Cinelli Colombini sarà affiancata da tre vice delegate la sommelier Paola Rastelli (vicaria) Federica Cecchi di Winedesigner e Laura Carrera dell’Agricola Ludus. Il consiglio di delegazione comprenderà anche Maria Giulia Frova, Marzia Morganti, Laura Bucci e altre socie disposte a dare un contributo operativo.

 

Le Donne del Vino è un’associazione nata proprio in Toscana nel 1988 e composta da oltre mille produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier, giornaliste e esperte. La Toscana è una delle maggiori delegazioni regionali e ha iniziato il 2023 alla grande. La Sommelier Paola Rastelli ha organizzato le lezioni sul vino nell’Istituto Mattei di Rosignano Marittimo. Iniziativa inedita in Toscana che introduce i futuri manager del turismo e della ristorazione nella cultura del vino aprendo loro nuovi sbocchi professionali. 

Nel programma di attività ci sono anche appuntamenti più leggeri come quello del 16 febbraio in cui 4 Donne del Vino della Toscana serviranno le loro bottiglie alla serata di Carnevale (con raccolta a favore di AIRC) dell’Hotel Bernini Palace di Firenze. Seguirà l’8 marzo la Giornata delle Donne del Vino che unirà quelle italiane alle colleghe di 11 Paesi esteri sul tema “Donne e vino in un mondo unito”. Un tema che sarà il fil rouge dell’intera annata e sottolinea la capacità femminile di intessere legami fra culture e popoli diversi. Principale obiettivo del 2023 sarà la celebrazione del 35 anniversario dalla fondazione dell’Associazione Nazionale Donne del Vino che vedrà arrivare a Firenze la Presidente e il Consiglio nazionali.

 

Le Donne del Vino hanno come scopo la promozione della cultura del vino e del ruolo delle donne nella società e nel lavoro. Obiettivi che Donatella Cinelli Colombini ha perseguito fino allo scorso anno come presidente nazionale e ora intende mettere alla base del suo impegno di delegata regionale. <<La crescita della presenza femminile sta rafforzando il settore enologico dove è più debole: il mercato internazionale. Nelle cantine italiane le donne sono il 51% degli addetti al commerciale, il 76% di chi si occupa di enoturismo, l’80% del marketing e comunicazione. Se vogliamo che l’Italia riduca il gap con i vini francesi bisogna dar spazio alle donne>> dice Donatella Cinelli Colombini spingendo le socie a un maggior impegno.

 

CHI È DONATELLA CINELLI COLOMBINI

Donatella Cinelli Colombini discende da uno dei casati storici del Brunello di Montalcino. È nata a Siena nel 1953, città dove si è laureata in Storia dell’arte con il massimo dei voti. Nel 1993, ha creato “Cantine aperte”, la giornata che ha portato al successo l’enoturismo in Italia. Oggi insegna turismo del vino nei Master post laurea. Nel 1998 ha lasciato l’azienda di famiglia per crearne una sua composta dal Casato Prime Donne a Montalcino e dalla Fattoria del Colle a Trequanda con cantina e centro agrituristico. Le sue sono le prime cantine in Italia con un organico interamente femminile. Nel 2003 ha pubblicato il Manuale del turismo del vino. Nel 2007 è uscito il suo secondo libro Marketing del turismo del vino seguito nel 2016 dal Marketing delle Cantine aperte. Ad essi sono seguiti testi scritti a più mani Turismo del vino in Italia (2020) e Viaggio nell’Italia del vino (2022). Dal 2001 al 2011 è stata Assessore al turismo del Comune di Siena ed in questo periodo ha ideato il “trekking urbano” nuova forma di turismo sostenibile e salutare. Dal 2013 al 2022 ha presieduto il consorzio della Doc Orcia. Dal 2016 al 2022 è stata presidente Nazionale delle Donne del Vino.

 

CHI SONO LE DONNE DEL VINO

Le Donne del Vino sono un’associazione senza scopi di lucro che promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Nata nel 1988, conta oggi oltre 1020 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste. Le Donne del Vino sono in tutte le regioni italiane coordinate in delegazioni. La Presidente Nazionale è la produttrice campana Daniela Mastroberardino. 

 

Marzia Morganti Tempestini

LE DONNE DEL VINO DEL MONDO FIRMANO UN PATTO DI ALLEANZA

 

 

Dall’Australia all’Argentina, dalla Nuova Zelanda al Perù, 11 associazioni di enologia femminile siglano un Partnership Agreement per far cresce progetti comuni e professionalità individuali.   

È un patto d’alleanza in cinque punti che impegna 11 associazione del vino al femminile nel mondo a favorire viaggi e esperienze formative delle altre, trasforma la festa delle Donne del vino italiane in un evento mondiale, organizza degustazioni scambievoli e trasferimento di informazioni al fine di incrementare i rapporti fra le socie dei vari Paesi e la conoscenza dei mercati.

È stato siglato oggi durante la IIª Convention mondiale delle Donne del Vino ospitata al Simei Milano, il salone delle macchine per l’enologia. Le Donne del Vino italiane, guidate dalla presidente Donatella Cinelli Colombini, in veste di capofila: «Le Donne del Vino con 1018 socie sono la più grande e la più attiva associazione di enologia al femminile a livello internazionale – commenta la presidente - In un mondo sempre più diviso le donne dimostrano come sia possibile collaborare facendo leva su ciò che unisce: la voglia di migliorarsi professionalmente, sconfiggere la diseguaglianza di genere e promuovere la cultura del vino».

Le altre partecipanti erano Amuva – Argentina, The Fabulous Ladies’ Wine Society-Australia, 11 Frauen und ihre Weine - Austria, Chile, Wow- Croazia,  Femmes de Vin - Francia, Baia’s Wine – Georgia, Vinissima – Germania, Women in Wine - Nuova Zelanda, Las Damas del Pisco - Perù

Il primo esito è arrivato spontaneamente: Corrina Wright premiata con il titolo Enologo dell’anno 2022 dalla Australian Society of Viticulture and Oenology ASVO ha visitato le cantine delle Donne del Vino della Campania portando il Fiano in purezza e la Falanghina metodo classico prodotti in Australia per confrontarli con quelli autoctoni in una degustazione organizzata da Valentina Carputo.  Le peruviane dopo Simei visiteranno le cantine delle Donne del Vino del Piemonte mentre le cilene stanno preparando un winery tour tra Veneto e Lazio.

Per tutte le delegate estere partecipanti al Forum è stato organizzato un bellissimo viaggio nelle provincie di Brescia e Verona per approfondire la conoscenza della denominazione Lugana e del vitigno Turbiana attraverso degustazioni e visite guidate nelle cantine Ca Lojera di Ambra Tiraboschi, Perla del Garda di Giovanna Prandini, Olivini di Giordana Olivini.                    

IIL 2° Forum of the Women in Wine Worldwide ha avuto il suo momento clou con il convegno «Lo scenario del vino: evoluzioni e prospettive». 

Le relazioni sono state moderate da Alessandra Fedi, wine educator. Contributi interessanti di Carlos Santos ceo Amorim Cork Italia, Eugenio Pomarici Ordinario presso l’Università di Padova, Giuseppe Festa, dell’Università di Salerno. Roberta Garibaldi, ad di Enit, ha inviato il suo contributo video con un saluto e una considerazione sullo stato di salute dell’enoturismo. 

Nel pomeriggio il forum intitolato «Donne, Vino, Futuro», tema dell’anno dell’Associazione italiana, e condotto da Suzanne Branciforte, wine consultant. La presidente Cinelli Colombini ha presentato i progetti realizzati dall’Associazione Nazionale Le Donne del VIno e il Partnership agreement che legherà nel futuro le 11 associazioni dell’enologia al femminile del mondo. Poi Antonietta Mazzeo, Roberta Urso e Roberta Lanero hanno presentato il Progetto D-Vino sull’insegnamento del vino negli Istituti Alberghieri e Turistici.

È stata la volta delle delegazioni estere che hanno illustrato le loro attività, hanno spiegato la situazione post Covid nel loro Paese con specifico riferimento al comparto enologico.

Alla fine la firma del Partnership Agreement e la foto di gruppo a suggellare un momento importante della storia del vino. Quasi una pietra miliare di una strada verso la parità di genere che usa lo sharing per accrescere competenze e opportunità delle donne. 

 

Marina Catenacci

"AMORIM CORK ITALIA" E "LE DONNE DEL VINO": ABBINAMENTO D'ECCELLENZA

 

"Lo sguardo rivolto al futuro" dell'a.d. Carlos Veloso dos Santos lo ha reso

"Personaggio dell'anno 2022" per la prestigiosa Associazione enologica

 

"Incarna a livello più alto il tema 2022 dell'Associazione Nazionale Le Donne del Vino: Donne, Vino, Futuro". È con questa motivazione che la figura dell'a.d. Amorim Cork Italia Carlos Veloso dos Santos è stata insignita del premio "Personaggio dell'anno 2022". Un connubio prezioso già da diverso tempo, quello delle due realtà, che vede un futuro di ricchezza morale: proprio in questo 2022 l’Associazione ha aderito al progetto ETICO, iniziativa di raccolta e riciclo dei tappi in sughero usati in tutta Italia, e i fondi derivanti dall’operazione saranno destinati alle donne vittime di violenza. Amorim, dal canto suo, conta di divenire una ORG+, un’organizzazione positiva, luogo di lavoro ma anche dell’anima, in cui le persone evolvono in relazione le une con le altre. 

Il riconoscimento a Carlos Veloso dos Santos, nel dettaglio, è dovuto al suo sguardo lungimirante, rivolto sempre avanti, impegnato a costruire un futuro migliore per tutti.

Da sempre uno dei motti preferiti dell'amministratore è, infatti: “Passiamo più di 1/3 della nostra vita al lavoro. Se lo facciamo in modo positivo e felice produciamo di più e viviamo meglio. Uno dei miei obiettivi è che l’azienda diventi un luogo felice dove venire a lavorare”.

 

I pilastri della filosofia, applicata anche ad Amorim Cork Italia, sono stati particolarmente rilevanti nell'assegnazione del premio: qualità ambientale, giustizia sociale, prosperità economica, cultura. Non a caso Amorim Cork Italia è una delle poche aziende in Veneto a essere certificata Family Audit con in atto, oggi, 17 misure di conciliazione tra vita e lavoro. Carlos Santos, in particolare, ha investito molto nello sviluppo delle pari opportunità. Più del 50% del personale di Amorim Cork Italia è infatti composto da donne e metà degli incarichi di responsabilità vede ai vertici figure femminili. Un altro progetto per un futuro migliore è ETICO, non solo perché promuove una sensibilità ecologica, ma anche perché riesce a far coincidere con la raccolta una destinazione benefica del ricavato dalla vendita dei tappi usati. Un circolo virtuoso di solidarietà ed ecologia, che ora arricchisce anche culturalmente offrendo, ad esempio, percorsi come il progetto museale "SUG_HERO - Metaforme - Le mille vite di uno straordinario dono della natura, il sughero", giunto alla seconda edizione in partenza al WiMu di Barolo, il prossimo 22 maggio.

 

Una visione del futuro a 360° che Carlos Veloso dos Santos ha applicato con grande generosità all'azienda che conduce, non senza risultati di grande successo se pensiamo al recente bilancio Amorim Cork Italia che ha registrato il 14% di produzione di chiusure in più rispetto al 2020, con un fatturato consolidato in Italia di 70,5 milioni di euro.

 

Il Gruppo Amorim è la prima azienda al mondo nella produzione di tappi in sughero, in grado di coprire da sola il 40% del mercato mondiale di questo comparto, e il 28% del mercato globale di chiusure per vino; conta 22 filiali distribuite nei principali paesi produttori di vino dei cinque continenti.

 

Amorim Cork Italia, con sede a Conegliano (Treviso), filiale italiana del Gruppo Amorim, si è confermata nel 2021 azienda leader del mercato del Paese. Con i suoi 70 dipendenti e una forza commerciale composta da 35 agenti, nel 2021 ha registrato oltre 665.000.000 di tappi venduti per un fatturato di 70,5 milioni di euro. La crescita complessiva rispetto all'anno precedente è stata del +14,6% in volume e del +14,4% in valore La leadership di Amorim è dovuta ad una solida rete tecnico-commerciale distribuita su tutto il territorio della penisola, ad un efficace servizio di assistenza pre e post vendita ma anche all’avanguardia dei suoi sistemi produttivi e gestionali e soprattutto del suo reparto Ricerca&Sviluppo, al quale si associa una spiccata sensibilità per la tutela dell’ambiente e in particolare per la salvaguardia delle foreste da sughero. Accento vigoroso anche quello sulle risorse umane, con oltre 14 iniziative di work-life balance per una migliore armonia tra vita personale e lavorativa della grande famiglia Amorim. Tra gli ultimi grandi traguardi raggiunti, infine, il compimento perfetto dell'economia circolare grazie alla linea SUBER, arredo di design nato dalla granina dei tappi raccolti dalle onlus del progetto ETICO (di Amorim stessa) e riciclati. Un'opera di sostenibilità divenuta anche culturale grazie alla Mostra "SUG_HERO - Metaforme - Le mille vite di uno straordinario dono della natura, il sughero", esposizione nata per valorizzare e testimoniare i valori che animano l’azienda.

 

Chi sono Le Donne del Vino Le Donne del Vino sono l’associazione di enologia al femminile più grande del mondo. Nata nel 1988, conta oggi più di 950 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste. L'associazione promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Due anni fa hanno costituito un network internazionale con 10 associazioni simili in altre parti del mondo. Attualmente promuovono indagini sul Gender Gap nelle cantine e sull’uso del vetro leggero. La collaborazione con università e strutture formative ha permesso un forte incremento dell’attività didattica in favore delle socie specialmente nei settori del marketing e della comunicazione. Dall’anno scolastico 2021-2022 è partita la sperimentazione dell’insegnamento del vino negli istituti turistici e alberghieri direttamente organizzato dalle Donne del Vino. Le azioni in favore della salvaguardia dell’identità locale e del patrimonio storico del vigneto italiano comprendono anche le degustazioni sui vini da “vitigni reliquia” e da “vigneti antichi”. Le Donne del Vino promuovono il turismo del vino en plein air con il progetto Camper Friendly. Contrastano la violenza sulle donne con raccolte fondi, convegni e azioni di sensibilizzazione.

 

Lorella Casagrande

IL FUTURO DEL VINO È DONNA: MARKETING, COMUNICAZIONE E TURISMO DEL VINO SEMPRE PIÙ FEMMINILI

Da sinistra Laura Donadoni, Stevie Kim, Donatella Cinelli Colombini, Elena Casprini, Valentina Ellero

 

VIGNE E CANTINE RIMANGONO ROCCAFORTI MASCHILI. IL GENDER GAP SI RESTRINGE MA PERSISTE COSÌ COME GLI ABUSI

PRESENTATI A WINE2WINE I PRIMI RISULTATI DELL’INDAGINE SUL GENDER GAP NEL VINO IN ITALIA CONDOTTA DALL’UNIVERSITÀ DI SIENA, IN COLLABORAZIONE CON LE DONNE DEL VINO E UNIONE ITALIANA VINI 

 

Donne sempre più ai vertici delle aziende vitivinicole nei ruoli della comunicazione, marketing e accoglienza, ma se nasce un figlio, sono costrette a chiedere il part time perché mancano gli asili nido che consentano di conciliare il lavoro con le esigenze della famiglia. Sono ancora numerosi gli episodi di intimidazioni e abusi sul luogo di lavoro: manca una politica che aiuti le donne a denunciare. È quanto emerge da un’indagine sul gender gap nel mondo del vino, condotta dall’Università di Siena in collaborazione con Le Donne del Vino e Unione Italiana Vini, presentata a wine2wine, il forum del wine business italiano di Verona ideato da Stevie Kim, durante la sessione «Il futuro del vino è donna. Primi risultati di un'indagine sul gender gap delle aziende del vino in Italia»

«Negli ultimi anni, il settore del vino italiano registra una progressiva “femminilizzazione” dei vertici aziendali, ma volendo rispondere alla domanda se persiste in Italia un problema di “gender gap” emerge che c’è ancora molta strada da fare» ha introdotto Elena Casprini, ricercatrice dell’Università di Siena che, insieme al professor Lorenzo Zanni, ha condotto l’indagine su un panel di imprese selezionate su base nazionale che, in sintesi, fa emergere almeno tre risultati principali.

«Il primo – evidenzia Casprini - riguarda le competenze e i ruoli svolti in azienda: mentre solo il 10% delle donne è occupata nella produzione e nei vigneti, quasi l’80% è coinvolta in funzioni commerciale-comunicazione-marketing e agriturismo-ristorazione. In altre parole, le donne sono protagoniste dell’attuale fase di “terziarizzazione” del mondo del vino che oggi appare critica di fronte alle nuove sfide del mercato. Perché? Le donne sono più empatiche e collaborano di più rispetto agli uomini: sono creative e cercano di creare rapporti di fiducia, anche se non sempre è facile, specie nei confronti di dipendenti di generazioni diverse».

Il secondo risultato riguarda il rapporto vita privata-lavoro: «Negli ultimi 3 anni (2018-2020), il 7,6% delle donne ha abbandonato o ha richiesto il part-time a seguito della nascita di un figlio. Questo dato si associa a diversità nei contratti (nelle donne c’è più precariato) e a difformità salariali penalizzanti con la progressione della carriera. L’indagine rivela altresì che mancano asili nido e scuole dell’infanzia, sia pubblici che privati, nei pressi delle aziende e come il costo di tali servizi non sia compatibile coi redditi agricoli. Infine, un’ultima evidenza riguarda gli episodi di intimidazioni, abusi e violenze che hanno interessato le donne. Negli ultimi 3 anni, nel 6,9% delle aziende intervistate, si sono registrati episodi di intimidazioni e abusi: un dato sicuramente sottostimato considerando che molti episodi non vengono segnalati ai vertici dell’azienda».

Al fine di incoraggiare il cambiamento culturale all’interno delle aziende vitivinicole italiane, la presidente delle Donne del Vino Donatella Cinelli Colombini ha avanzato alcune proposte: «Mantenere gli attuali vantaggi per le aziende agricole a conduzione femminile – ha detto - introdurre delle agevolazioni e punteggi nelle graduatorie, per le imprese che hanno lo stesso salario medio e la stessa progressione di carriera per gli uomini e le donne. Infine, serve un sostegno economico per i comuni rurali che decidono di supportare la genitorialità, non solo con strutture, ma anche con servizi. Scelte costose, per le piccole amministrazioni dei distretti enologici, che salvaguardano, accanto alla sostenibilità economica e ambientale, anche quella sociale di cui le donne sono oggi protagoniste».

 

La giornalista, scrittrice e divulgatrice di settore Laura Donadoni ha proposto l’introduzione di corsi contro la violenza di genere presentando l’esempio americano: «Rendere obbligatorio per tutti i dipendenti un corso di educazione anti sessismo e anti violenza – ha precisato - In California per esempio è obbligatorio per tutte le aziende sopra i 5 dipendenti e si può frequentare online, dà accesso a un attestato valido per due anni. Usare un linguaggio inclusivo e promuovere azioni di flessibilità delle mansioni e degli orari di lavoro che agevolino le donne nell’avanzamento di carriera e nella cura della famiglia o dei figli: Smart working, possibilità di baby sitter on site, servizio di trasporto da e per l’asilo o la scuola, flessibilità dei turni». Sua l’idea di introdurre il premio Bicchiere Rosa per le aziende che hanno protocolli virtuosi per la parità di genere.

Valentina Ellero (Uiv) ha ricordato i dati presentati a Vinitaly Special Edition da Wine Intelligence e dall’Osservatorio Uiv-Unione Italiana Vini: «Nel 2021 per la prima volta, fra i consumatori italiani di vino, le donne hanno superato numericamente gli uomini: sono il 55% dei bevitori regolari, in netto aumento rispetto al 49% del 2020». Ha poi parlato di sostenibilità e di come un’effettiva parità di genere non può che passare da un puntuale monitoraggio di indicatori etico-sociali: «Il 16 luglio 2020 con il Decreto Rilancio è stata approvata la norma nazionale per il miglioramento della sostenibilità nelle varie fasi del pro­cesso produttivo del settore vitivinicolo, come l’insieme delle regole produttive e di buone pratiche definite con uno specifico disciplinare di produzione. In attesa dei requisiti completi e di linee guida applicative, Unione Italiana Vini, forte dell’esperienza decennale in tema di sostenibilità, presenta in anteprima le tematiche che verranno trattate nella futura normativa, consapevole che la strada verso una effettiva parità di genere non può che passare da un puntuale monitoraggio di indicatori etico-sociali, coerenti con Agenda 2030».

 

Fiammetta Mussio

«IL VINO DIVENTI MATERIA DI STUDIO NEGLI ISTITUTI TURISTICI E ALBERGHIERI ITALIANI»

 

LA PROPOSTA PARTE DALLE DONNE DEL VINO CHE SPERIMENTERANNO L’INSEGNAMENTO IN EMILIA ROMAGNA, SICILIA E PIEMONTE. L’APPELLO AI SOMMELIER: «PREPARATE CENTINAIA DI DOCENTI»

 

Introdurre il vino fra le materie di studio degli Istituti Turistici e Alberghieri di tutta Italia. È la proposta che parte dall’Associazione nazionale Le Donne del Vino, lanciata a Firenze in occasione degli eventi organizzati in preparazione al G20-Agricoltura.

«Nella logica dei grandi progetti europei come il Farm to Fork e la Next generation, crediamo nel vino come acceleratore di cambiamento sostenibile e accorciatore della distanza fra città e campagna» dice la presidente Donatella Cinelli Colombini.

Le Donne del Vino si faranno carico della sperimentazione di questi insegnamenti in tre regioni pilota: Emilia Romagna, Piemonte e Sicilia. Uno o due istituti per ogni regione, già in questo anno scolastico. La sperimentazione si allargherà in tutta Italia nell’annualità 2022/2023. Poi, tutti auspicano che la necessità della formazione sul vino diventi largamente diffusa e centinaia di Istituti Alberghieri e Turistici introducano tale insegnamento. Il Progetto D-Vino è coordinato da tre associate: Roberta Urso (Sicilia), Antonietta Mazzeo (Emilia Romagna) e Roberta Lanero (Piemonte).

«Facciamo un appello alle associazioni di sommelier, assaggiatori, diplomati WSET, dottori in scienze gastronomiche perché preparino i docenti necessari a insegnare a centinaia di classi in ogni regione italiana» aggiunge Cinelli Colombini.  

Dopo i due anni della fase sperimentale le 950 Donne del Vino intendono rimanere nel progetto formativo solo come destinatarie delle visite didattiche perché hanno al loro interno produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier, comunicatrici, esperte di marketing, e sono quindi in grado di proporre agli studenti un’esperienza diretta di tutta la filiera produttiva del vino. Nel sogno di tutti c’è una nuova generazione di manager che continui la sua formazione anche dopo il ciclo scolastico facendo della conoscenza del vino e dell’agroalimentare un punto di forza del proprio profilo professionale. 

PERCHÉ INSEGNARE IL VINO NEGLI ISTITUTI TURISTICI E ALBERGHIERI

Attualmente alcuni presidi di Scuole Alberghiere hanno già attivato i corsi sul vino mentre nessun Istituto Turistico ha insegnamenti di questo tipo. Nella realtà invece, i futuri responsabili delle sale dei ristoranti così come i futuri manager di uffici turistici, agenzie di viaggio o alberghi hanno bisogno delle nozioni base sul vino e sui territori del vino.

Infatti il vino costituisce circa un terzo dei ricavi dei ristoranti. Sul fronte turistico vediamo che l’enogastronomia è la prima attrattiva dei viaggiatori stranieri diretti in Italia e anzi un visitatore su quattro è mosso principalmente da quella. Il 62% dei cataloghi dei tour operator contiene un’offerta enogastronomica. Ci sono circa 10.000 cantine attrezzate per la wine hospitality in costante ricerca di personale e circa altre 20.000 imprese del vino aperte al pubblico.

In un’Italia dove l’agroalimentare è sempre più importante per il turismo non è possibile continuare a insegnare solo arte, territori e geografia turistica (66 ore per 3 anni) ai futuri manager dell’incoming.

 

 

I VANTAGGI DELLA FORMAZIONE SUL VINO AI FUTURI MANAGER DELLA RISTORAZIONE E DEL TURISMO

Una formazione più aderente ai bisogni dei comparti produttivi in cui gli studenti si preparano a entrare avvantaggia tutti e principalmente loro aprendogli maggiori prospettive lavorative.

In generale innalza il livello dell’offerta turistica e funziona come un acceleratore per i territori del vino che hanno bisogno di personale formato nell’intera filiera che produce, commercializza e somministra il nettare di Bacco. Persone che siano in grado di accrescere la conoscenza e l’apprezzamento di vino di qualità soprattutto fra i visitatori stranieri e soprattutto relativamente alle denominazioni meno conosciute.

In ultimo ma non meno importante la formazione a cui le Donne del Vino intendono dare l’avvio, ha lo scopo di favorire il consumo responsabile fra i giovani. Intende creare degli ambasciatori della cultura enologica in grado di influenzare i coetanei in una logica di peer education. Infatti, anche se l’assaggio del vino sarà riservato solo ai maggiorenni, una parte importante della formazione sarà finalizzata al contrasto dell’abuso e del binge drinking.

 

CHI SONO LE DONNE DEL VINO

Le Donne del Vino sono l’associazione di enologia al femminile più grande del mondo. Nata nel 1988, conta oggi quasi 950 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste. Le Donne del Vino sono in tutte le regioni italiane coordinate in delegazioni.

L’associazione è senza scopi di lucro e promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Due anni fa hanno costituito un network internazionale con 10 associazioni simili in altre parti del mondo. Attualmente promuovono indagini sul Gender Gap nelle cantine e sull’uso del vetro leggero. La collaborazione con università e strutture formative ha permesso un forte incremento dell’attività didattica in favore delle socie specialmente nei settori del marketing e della comunicazione. Maggiori notizie sono nel sito e nel blog www.ledonnedelvino.com oltre che nel mensile D-News inserto del Corriere Vinicolo.

 

Fiammetta Mussio

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