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Ass. Donne del Vino

IL FUTURO DEL VINO È DONNA: MARKETING, COMUNICAZIONE E TURISMO DEL VINO SEMPRE PIÙ FEMMINILI

Da sinistra Laura Donadoni, Stevie Kim, Donatella Cinelli Colombini, Elena Casprini, Valentina Ellero

 

VIGNE E CANTINE RIMANGONO ROCCAFORTI MASCHILI. IL GENDER GAP SI RESTRINGE MA PERSISTE COSÌ COME GLI ABUSI

PRESENTATI A WINE2WINE I PRIMI RISULTATI DELL’INDAGINE SUL GENDER GAP NEL VINO IN ITALIA CONDOTTA DALL’UNIVERSITÀ DI SIENA, IN COLLABORAZIONE CON LE DONNE DEL VINO E UNIONE ITALIANA VINI 

 

Donne sempre più ai vertici delle aziende vitivinicole nei ruoli della comunicazione, marketing e accoglienza, ma se nasce un figlio, sono costrette a chiedere il part time perché mancano gli asili nido che consentano di conciliare il lavoro con le esigenze della famiglia. Sono ancora numerosi gli episodi di intimidazioni e abusi sul luogo di lavoro: manca una politica che aiuti le donne a denunciare. È quanto emerge da un’indagine sul gender gap nel mondo del vino, condotta dall’Università di Siena in collaborazione con Le Donne del Vino e Unione Italiana Vini, presentata a wine2wine, il forum del wine business italiano di Verona ideato da Stevie Kim, durante la sessione «Il futuro del vino è donna. Primi risultati di un'indagine sul gender gap delle aziende del vino in Italia»

«Negli ultimi anni, il settore del vino italiano registra una progressiva “femminilizzazione” dei vertici aziendali, ma volendo rispondere alla domanda se persiste in Italia un problema di “gender gap” emerge che c’è ancora molta strada da fare» ha introdotto Elena Casprini, ricercatrice dell’Università di Siena che, insieme al professor Lorenzo Zanni, ha condotto l’indagine su un panel di imprese selezionate su base nazionale che, in sintesi, fa emergere almeno tre risultati principali.

«Il primo – evidenzia Casprini - riguarda le competenze e i ruoli svolti in azienda: mentre solo il 10% delle donne è occupata nella produzione e nei vigneti, quasi l’80% è coinvolta in funzioni commerciale-comunicazione-marketing e agriturismo-ristorazione. In altre parole, le donne sono protagoniste dell’attuale fase di “terziarizzazione” del mondo del vino che oggi appare critica di fronte alle nuove sfide del mercato. Perché? Le donne sono più empatiche e collaborano di più rispetto agli uomini: sono creative e cercano di creare rapporti di fiducia, anche se non sempre è facile, specie nei confronti di dipendenti di generazioni diverse».

Il secondo risultato riguarda il rapporto vita privata-lavoro: «Negli ultimi 3 anni (2018-2020), il 7,6% delle donne ha abbandonato o ha richiesto il part-time a seguito della nascita di un figlio. Questo dato si associa a diversità nei contratti (nelle donne c’è più precariato) e a difformità salariali penalizzanti con la progressione della carriera. L’indagine rivela altresì che mancano asili nido e scuole dell’infanzia, sia pubblici che privati, nei pressi delle aziende e come il costo di tali servizi non sia compatibile coi redditi agricoli. Infine, un’ultima evidenza riguarda gli episodi di intimidazioni, abusi e violenze che hanno interessato le donne. Negli ultimi 3 anni, nel 6,9% delle aziende intervistate, si sono registrati episodi di intimidazioni e abusi: un dato sicuramente sottostimato considerando che molti episodi non vengono segnalati ai vertici dell’azienda».

Al fine di incoraggiare il cambiamento culturale all’interno delle aziende vitivinicole italiane, la presidente delle Donne del Vino Donatella Cinelli Colombini ha avanzato alcune proposte: «Mantenere gli attuali vantaggi per le aziende agricole a conduzione femminile – ha detto - introdurre delle agevolazioni e punteggi nelle graduatorie, per le imprese che hanno lo stesso salario medio e la stessa progressione di carriera per gli uomini e le donne. Infine, serve un sostegno economico per i comuni rurali che decidono di supportare la genitorialità, non solo con strutture, ma anche con servizi. Scelte costose, per le piccole amministrazioni dei distretti enologici, che salvaguardano, accanto alla sostenibilità economica e ambientale, anche quella sociale di cui le donne sono oggi protagoniste».

 

La giornalista, scrittrice e divulgatrice di settore Laura Donadoni ha proposto l’introduzione di corsi contro la violenza di genere presentando l’esempio americano: «Rendere obbligatorio per tutti i dipendenti un corso di educazione anti sessismo e anti violenza – ha precisato - In California per esempio è obbligatorio per tutte le aziende sopra i 5 dipendenti e si può frequentare online, dà accesso a un attestato valido per due anni. Usare un linguaggio inclusivo e promuovere azioni di flessibilità delle mansioni e degli orari di lavoro che agevolino le donne nell’avanzamento di carriera e nella cura della famiglia o dei figli: Smart working, possibilità di baby sitter on site, servizio di trasporto da e per l’asilo o la scuola, flessibilità dei turni». Sua l’idea di introdurre il premio Bicchiere Rosa per le aziende che hanno protocolli virtuosi per la parità di genere.

Valentina Ellero (Uiv) ha ricordato i dati presentati a Vinitaly Special Edition da Wine Intelligence e dall’Osservatorio Uiv-Unione Italiana Vini: «Nel 2021 per la prima volta, fra i consumatori italiani di vino, le donne hanno superato numericamente gli uomini: sono il 55% dei bevitori regolari, in netto aumento rispetto al 49% del 2020». Ha poi parlato di sostenibilità e di come un’effettiva parità di genere non può che passare da un puntuale monitoraggio di indicatori etico-sociali: «Il 16 luglio 2020 con il Decreto Rilancio è stata approvata la norma nazionale per il miglioramento della sostenibilità nelle varie fasi del pro­cesso produttivo del settore vitivinicolo, come l’insieme delle regole produttive e di buone pratiche definite con uno specifico disciplinare di produzione. In attesa dei requisiti completi e di linee guida applicative, Unione Italiana Vini, forte dell’esperienza decennale in tema di sostenibilità, presenta in anteprima le tematiche che verranno trattate nella futura normativa, consapevole che la strada verso una effettiva parità di genere non può che passare da un puntuale monitoraggio di indicatori etico-sociali, coerenti con Agenda 2030».

 

Fiammetta Mussio

«IL VINO DIVENTI MATERIA DI STUDIO NEGLI ISTITUTI TURISTICI E ALBERGHIERI ITALIANI»

 

LA PROPOSTA PARTE DALLE DONNE DEL VINO CHE SPERIMENTERANNO L’INSEGNAMENTO IN EMILIA ROMAGNA, SICILIA E PIEMONTE. L’APPELLO AI SOMMELIER: «PREPARATE CENTINAIA DI DOCENTI»

 

Introdurre il vino fra le materie di studio degli Istituti Turistici e Alberghieri di tutta Italia. È la proposta che parte dall’Associazione nazionale Le Donne del Vino, lanciata a Firenze in occasione degli eventi organizzati in preparazione al G20-Agricoltura.

«Nella logica dei grandi progetti europei come il Farm to Fork e la Next generation, crediamo nel vino come acceleratore di cambiamento sostenibile e accorciatore della distanza fra città e campagna» dice la presidente Donatella Cinelli Colombini.

Le Donne del Vino si faranno carico della sperimentazione di questi insegnamenti in tre regioni pilota: Emilia Romagna, Piemonte e Sicilia. Uno o due istituti per ogni regione, già in questo anno scolastico. La sperimentazione si allargherà in tutta Italia nell’annualità 2022/2023. Poi, tutti auspicano che la necessità della formazione sul vino diventi largamente diffusa e centinaia di Istituti Alberghieri e Turistici introducano tale insegnamento. Il Progetto D-Vino è coordinato da tre associate: Roberta Urso (Sicilia), Antonietta Mazzeo (Emilia Romagna) e Roberta Lanero (Piemonte).

«Facciamo un appello alle associazioni di sommelier, assaggiatori, diplomati WSET, dottori in scienze gastronomiche perché preparino i docenti necessari a insegnare a centinaia di classi in ogni regione italiana» aggiunge Cinelli Colombini.  

Dopo i due anni della fase sperimentale le 950 Donne del Vino intendono rimanere nel progetto formativo solo come destinatarie delle visite didattiche perché hanno al loro interno produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier, comunicatrici, esperte di marketing, e sono quindi in grado di proporre agli studenti un’esperienza diretta di tutta la filiera produttiva del vino. Nel sogno di tutti c’è una nuova generazione di manager che continui la sua formazione anche dopo il ciclo scolastico facendo della conoscenza del vino e dell’agroalimentare un punto di forza del proprio profilo professionale. 

PERCHÉ INSEGNARE IL VINO NEGLI ISTITUTI TURISTICI E ALBERGHIERI

Attualmente alcuni presidi di Scuole Alberghiere hanno già attivato i corsi sul vino mentre nessun Istituto Turistico ha insegnamenti di questo tipo. Nella realtà invece, i futuri responsabili delle sale dei ristoranti così come i futuri manager di uffici turistici, agenzie di viaggio o alberghi hanno bisogno delle nozioni base sul vino e sui territori del vino.

Infatti il vino costituisce circa un terzo dei ricavi dei ristoranti. Sul fronte turistico vediamo che l’enogastronomia è la prima attrattiva dei viaggiatori stranieri diretti in Italia e anzi un visitatore su quattro è mosso principalmente da quella. Il 62% dei cataloghi dei tour operator contiene un’offerta enogastronomica. Ci sono circa 10.000 cantine attrezzate per la wine hospitality in costante ricerca di personale e circa altre 20.000 imprese del vino aperte al pubblico.

In un’Italia dove l’agroalimentare è sempre più importante per il turismo non è possibile continuare a insegnare solo arte, territori e geografia turistica (66 ore per 3 anni) ai futuri manager dell’incoming.

 

 

I VANTAGGI DELLA FORMAZIONE SUL VINO AI FUTURI MANAGER DELLA RISTORAZIONE E DEL TURISMO

Una formazione più aderente ai bisogni dei comparti produttivi in cui gli studenti si preparano a entrare avvantaggia tutti e principalmente loro aprendogli maggiori prospettive lavorative.

In generale innalza il livello dell’offerta turistica e funziona come un acceleratore per i territori del vino che hanno bisogno di personale formato nell’intera filiera che produce, commercializza e somministra il nettare di Bacco. Persone che siano in grado di accrescere la conoscenza e l’apprezzamento di vino di qualità soprattutto fra i visitatori stranieri e soprattutto relativamente alle denominazioni meno conosciute.

In ultimo ma non meno importante la formazione a cui le Donne del Vino intendono dare l’avvio, ha lo scopo di favorire il consumo responsabile fra i giovani. Intende creare degli ambasciatori della cultura enologica in grado di influenzare i coetanei in una logica di peer education. Infatti, anche se l’assaggio del vino sarà riservato solo ai maggiorenni, una parte importante della formazione sarà finalizzata al contrasto dell’abuso e del binge drinking.

 

CHI SONO LE DONNE DEL VINO

Le Donne del Vino sono l’associazione di enologia al femminile più grande del mondo. Nata nel 1988, conta oggi quasi 950 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste. Le Donne del Vino sono in tutte le regioni italiane coordinate in delegazioni.

L’associazione è senza scopi di lucro e promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Due anni fa hanno costituito un network internazionale con 10 associazioni simili in altre parti del mondo. Attualmente promuovono indagini sul Gender Gap nelle cantine e sull’uso del vetro leggero. La collaborazione con università e strutture formative ha permesso un forte incremento dell’attività didattica in favore delle socie specialmente nei settori del marketing e della comunicazione. Maggiori notizie sono nel sito e nel blog www.ledonnedelvino.com oltre che nel mensile D-News inserto del Corriere Vinicolo.

 

Fiammetta Mussio

IL VINO DEL FUTURO? È BIO, SOSTENIBILE E PARLA AL FEMMINILE

  L’incontro, promosso dalle Donne del Vino e dal Comune di Firenze, anticipa i temi delG20-AGRICOLTURA

 

 

«Vino, sostenibilità ed energia» è il titolo del convegno in programma lunedì 13 settembre, dalle 15 alle 17, in occasione della rassegna “Territori, cultura e arte del vino a Palazzo Vecchio” promossa dall’Associazione Nazionale Le Donne del Vino e dal Comune di Firenze in attesa del G20-Agricoltura che il 17 e 18 settembre metterà a confronto i rappresentanti di 35 nazioni su sostenibilità e lotta alla fame.

«L’incontro prenderà in esame due aspetti importanti ma poco conosciuti dell’impatto ambientale del vino: il vetro leggero delle bottiglie e l’efficientamento energetico con il premio ENEA-Federesco» dice la presidente delle Donne del Vino Donatella Cinelli Colombini. «Emerge con chiarezza dalla ricerca come, per le Donne del Vino, il rispetto ambientale sia un “prerequisito” e che l’associazione sia percepita come un aggregatore virtuoso degli sforzi individuali. Sforzi che sono ben visibili, continua la Presidente: il 51% ha la certificazione BIO o sta per ottenerla. Il 33% usa bottiglie leggere (sotto i 500 grammi per i vini fermi e gli 830 grammi per gli spumanti) sull’intera gamma e il 40% su almeno la metà dei vini. Incrociando i dati è quindi emerso un approccio alla sostenibilità a 360°, dal vigneto al confezionamento del prodotto finito sia per le aziende biologiche che convenzionali».

La crescita della sensibilità è evidente nel 20% che ha introdotto il vetro leggero sui vini fini (sopra i 10 euro franco cantina) negli ultimi 3 anni. Altro dato incoraggiante è la reazione positiva, di fronte a questa scelta, del 37% degli importatori esteri e soprattutto in Canada e Scandinavia. Se consideriamo che il 40% dei rispondenti esporta oltre la metà del suo vino si tratta di un dato decisamente incoraggiante. Meno buona la risposta dei buyer italiani che per il 28% hanno reagito negativamente con solo il 14% (sale al 16% per gli enotecari) che hanno approvato la decisione su bottiglie più “ambientaliste” ma meno appariscenti. Infine uno sguardo sui combustibili più usati: nell’ordine sono metano 35,7%, GPL 25,5% e gasolio 13,3%.

Ad aprire l’incontro l’Assessore all’Ambiente del Comune di Firenze Cecilia Del Re in veste di padrona di casa.

Interverranno Gennaro Giliberti, dirigente responsabile Giunta Regionale della Regione Toscana, Direzione Agricoltura e sviluppo rurale, e Federico Rossi Ferrini, responsabile area vitivinicola e agricoltura di Chiantibanca, da sempre vicina al mondo agricolo, che parlerà del ruolo del credito nella transizione ecologica.

Conduce Barbara Amoroso

IL PROGETTO VETRO LEGGERO

Il progetto sul vetro leggero è stato ideato Paola Rastelli, sommelier e Donna del Vino e si è sviluppato con un sondaggio a cui hanno risposto 108 Donne del Vino produttrici. Mira a fotografare la situazione attuale e ad accrescere la sensibilità sul peso delle bottiglie visto che la produzione di ogni chilogrammo di vetro equivale a un’emissione di 2,7 chilogrammi di CO2. Le risposte al questionario e a precedenti interviste con le socie sono state analizzate da Marta Galli, della celebre famiglia dell’Amarone Le Ragose e dottoranda all’Università del Sacro Cuore di Milano.

IL PREMIO

Il tema dell’efficientamento energetico sarà al centro del Premio Enea Federesco «Donne di Classe A» alle 6 cantine guidate da imprenditrici italiane, che hanno scelto di investire in efficienza energetica per aumentare la loro competitività, risparmiando energia e creando le condizioni per una crescita sostenibile della loro impresa, in linea con le sfide dell’Agenda 2030. Ilaria Bertini – Direttore del Dipartimento Unità Efficienza Energetica dell’ENEA, consegnerà la targa «Cantina dell’anno» a José Rallo dell’Azienda Donnafugata. La scelta di ENEA afferma Ilaria Bertini «Vuole premiare la capacità e l’impegno, tutto femminile, di guardare al futuro non solo con un’attenzione al profitto ma soprattutto con una cura all’ambiente e alla qualità dei prodotti, introducendo l’efficienza energetica in un settore prioritario per quanto riguarda la sostenibilità». Il premio «Donne di Classe A» nasce dalla campagna per l’efficientamento energetico promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico. È stato istituito da Enea in collaborazione con Federesco rappresentato dal presidente Claudio Ferrari e dalla fondatrice delle Donne del Vino Elisabetta Tognana. Le altre Donne del Vino premiate sono: Elena Fucci, Azienda Elena Fucci, Ilaria D’Eusanio, Chiusa Grande, Vincenza Alessio Librandi, Librandi, Anna Brisotto, San Simone, Laura Angelini, La Pietra del Focolare.

MARTEDI 14 SETTEMBRE

Chiude il ciclo di incontri, martedì 14 settembre, il dibattito «Enoturismo come difensore delle diversità e biodiversità». Dopo il saluto del Sindaco di Firenze Dario Nardella, dell’Assessore all’ambiente, all’agricoltura e ai progetti Recovery plan del Comune di Firenze Cecilia Del Re e della vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi, interverrà il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli. Si terrà la presentazione del libro del Senatore Dario Stefano e di Donatella Cinelli Colombini “Turismo del Vino in Italia. Storia, normativa e buone pratiche” (Ed. Edagricole – News Business Media, nella collana Strategia & management, pag. 198), dei dati dell’Osservatorio del Turismo del Vino delle Città del Vino a cura del professor Giuseppe Festa Università di Salerno. Contributi del Comune di Firenze (Firenze come wine destination) e della Regione Toscana pioniere in Italia dell’enoturismo.  Tre esempi di buone pratiche di turismo del vino in Toscana: Alberto Tirelli Comune di Siena “Cantine bike friendly”; Emanuela Tamburini Movimento Turismo del vino “Vigneti aperti” ed Elena Roppa Donne del vino/Touring Club Italiano “Camper friendly”.

Prosegue la mostra personale della pittrice Elisabetta Rogai che, con la sua Enoarte dipinge con il vino, creando un collegamento fra la cultura, di cui la capitale toscana è tanto ricca.

CHI SONO LE DONNE DEL VINO Le Donne del vino è un’associazione senza scopi di lucro che promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Nata nel 1988, conta oggi oltre 940 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste. Le Donne del vino sono in tutte le regioni italiane coordinate in delegazioni. Si tratta dell’associazione del vino al femminile più grande e attiva del mondo. Altre info sul sito e sul blog: www.ledonnedelvino.com

FEDERESCO È la Federazione nazionale delle Energy Service Company, nasce nel 2006 ed è un’associazione senza fini di lucro che persegue lo scopo di promuovere, fra gli operatori pubblici e privati, la cultura dell’efficienza e del risparmio energetico e le best practice più appropriate al fine del raggiungimento degli obiettivi previsti dal Protocollo di Kyoto e dalla Politica Energetica Europea.

 

 

Fiammetta Mussio

FESTA DONNE DEL VINO 2021: LA VITE COME SIMBOLO DI RINASCITA E DI SOSTENIBILITÀ | 8-16 MARZO 2021

LA VITE SIMBOLO DI RINASCITA E DI SOSTENIBILITÀ PER LA FESTA DELLE DONNE DEL VINO 2021 

DALL’8 AL 16 MARZO APPUNTAMENTO ONLINE A TEMA «DONNE, VINO E AMBIENTE» PER LE 900 SOCIE DELL’ASSOCIAZIONE GUIDATA DA DONATELLA CINELLI COLOMBINI

 

La vite come simbolo di rinascita, di sostenibilità, di rispetto della terra: le 900 associate alle Donne del Vino hanno scelto questa immagine come filo conduttore della Festa nazionale delle Donne del Vino, la 5ª edizione dell’evento organizzato dall’Associazione nazionale presieduta da Donatella Cinelli Colombini in occasione dell’8 marzo.  

Si rinnova anche per il 2021 un tema molto sentito: «Donne, Vino, Ambiente». Uno sguardo tutto femminile sulle tematiche legate a sostenibilità, risparmio energetico, riduzione degli sprechi, razionalizzazione dell’utilizzo dell’acqua. L’emergenza pandemica, come già accaduto nel 2020, ha spostato le iniziative online e sui social: ogni associata manderà la sua testimonianza attraverso una fotografia che la vede accanto a un filare della vigna, dove un palo di legno è dipinto di verde, o accanto a una barbatella in vaso verde che simboleggiano l’impegno delle Donne del Vino per l’ambiente e il loro amore per le viti. Centinaia di fotografie «green» invaderanno la rete dall’8 marzo con un messaggio di speranza. L’iniziativa vedrà coinvolte non solo le italiane, ma le Donne del Vino di tutto il mondo, con cui l’Associazione italiana ha creato dal 2019 una rete internazionale che continua a lavorare e a crescere anche in epoca Covid.

«La Festa nazionale delle Donne del Vino mette sotto i riflettori l’apporto di creatività, rinnovamento e qualificazione fornito dalle donne al proprio comparto produttivo – dice la presidente Donatella Cinelli Colombini - Ancora una volta le Donne del Vino saranno attive e unite, e invitano a guardare al futuro con fiducia e in modo costruttivo perché le scelte di oggi, in tema di ambiente, avranno effetti sul futuro dell’agricoltura italiana».

Hashtag dell’evento: #festadonnedelvino2021 #donnevinoambiente #donnedelvino #womenofwine

 

PROGETTO #TUNONSEISOLA: UN NUOVO SPAZIO VIRTUALE DI ASCOLTO

Oltre alle iniziative in rete, in occasione dell’8 marzo, parte anche il progetto #tunonseisola con un nuovo spazio virtuale di ascolto. Il pensiero dell’Associazione è rivolto anche a tutte quelle donne che in questo momento si trovano in una situazione di forte disagio. I dati Istat rivelano che in dicembre 2020, di 101mila posti di lavoro persi, 99mila erano donne. Un fenomeno che sta toccando tutto il mondo e che la situazione Covid-19 ha portato prepotentemente alla luce. Tristemente anche le violenze domestiche sono più che raddoppiate, i femminicidi sono aumentati.  Il dato, segnalato in un report dell'Istat sulle violenze alle donne, spiega che nei primi 6 mesi del 2020 la situazione si è aggravata con un numero di delitti pari al 45% del totale degli omicidi, contro il 35% dei primi sei mesi del 2019. Dati allarmanti che non ci possono lasciare indifferenti. #tunonseisola sarà uno spazio virtuale sul sito delle Donne del Vino (www.ledonnedelvino.com) per tutte le donne che hanno bisogno di aiuto. Chiunque abbia necessità di supporto potrà scrivere spiegando il problema, tutto in forma strettamente riservata e sarà messa in contatto con socie che potranno aiutarla.

 

CHI SONO LE DONNE DEL VINO

Le Donne del Vino sono un’associazione senza scopi di lucro che promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Nata nel 1988, conta oggi oltre 900 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste. Le Donne del vino sono in tutte le regioni italiane coordinate in delegazioni. Altre info sul sito e sul blog: www.ledonnedelvino.com

 

Fiammetta Mussio

«ENOGASTRONOMIA, TURISMO DEL VINO E IMPRESE FEMMINILI FONDAMENTALI PER LA RIPRESA»

 

LE PROPOSTE DELLE DONNE DEL VINO PORTATE ALLA CAMERA DA DONATELLA CINELLI COLOMBINI E PAOLA LOGO PER ARRICCHIRE IL CAPITOLO AGRICOLTURA DEL RECOVERY FUND

 

La XIII Commissione – Agricoltura della Camera dei Deputati ha ascoltato l’Associazione Nazionale Le Donne del Vino oggi, lunedì 1° febbraio, nell’ambito dello studio delle proposte sul piano nazionale di ripresa e resilienza (Doc. XXVII, n. 18). La presidente Donatella Cinelli Colombini e la sua vice Paola Longo hanno ringraziato la vicepresidente della Commissione Onorevole Susanna Cenni per averle indicate come interlocutrici utili alla Commissione e hanno portato la voce di 900 produttrici, enotecarie, ristoratrici, giornaliste ed esperte di tutta Italia che sono state interpellate attraverso un sondaggio online.  

I punti segnalati come più critici sono 4 a cui si aggiunge un forte appello alle politiche di genere e al settore turistico che ha nell’enogastronomia uno dei punti di forza a cui il Recovery Fund deve dare ripartenza e consolidamento.

L’appello è affinché l’agricoltura non venga presa in esame solo per l’impatto ambientale ma anche in termini economici e occupazionali all’interno di una filiera produttiva e commerciale che arriva sulla tavola dei consumatori e coinvolge quindi anche altri comparti nella logica Farm to Fork e di salvaguardia della salute dei consumatori.

Le donne dirigono circa un terzo delle imprese agricole italiane ma sono esempi virtuosi: infatti pur gestendo solo il 21% della SAU- superficie agricola utilizzabile, producono il 28% del PIL agricolo. Sono un’enorme risorsa per l’agricoltura italiana perché spesso sono più scolarizzate e più aperte all’innovazione e all’internazionalizzazione dei colleghi uomini. Per questo la richiesta che arriva dalla consultazione delle 900 Donne del Vino italiane ha puntato soprattutto su 4 argomenti oltre il riequilibrio fra i generi, il sostegno al credito e all’esportazione:

 

DIGITALIZZAZIONE DELLE AREE RURALI - La mancanza di una buona connettività e di banda larga nelle campagne - fino alle imprese e alle case -, la scarsità di strumentazione elettronica, sono considerati il maggiore ostacolo allo sviluppo economico e turistico delle zone rurali. La mancanza di copertura del segnale rende invisibili le imprese ai fini turistici e commerciali, rallenta il lavoro e l’accesso alle informazioni, impedisce il ricambio generazionale e l’introduzione dell’economia verde. 

 

AGRICOLTURA DI PRECISIONE - Green deal – farm to fork – next generation: il processo di qualificazione dell’agricoltura e di produzioni eco sostenibili passa attraverso un processo di formazione e di digitalizzazione che richiede infrastrutture e connettività. Attuarla innesca un processo virtuoso sotto il profilo ambientale, economico e sociale con maggiori prospettive per i giovani.

TRASPORTI E VIABILITÀ - La carenza di collegamenti favorisce la marginalizzazione culturale ed economica delle popolazioni rurali e danneggia particolarmente i giovani in età scolare, le donne e gli anziani. Potenziare trasporti e viabilità nelle zone rurali significa anche favorire il turismo e renderlo più capillare.

 

SERVIZI PER LA MATERNITÀ - La carenza di asili nido e di scuole materne nelle zone agricole e nei piccoli centri oltre al loro costo eccessivo in rapporto ai redditi della popolazione rurale, sono di grave impedimento alle possibilità di lavoro e carriera delle donne

 

POLITICHE DI PARITÀ DI GENERE IN TUTTE LE IMPRESE E SPECIFICAMENTE NELLA FILIERA DEL VINO Cantine, ristoranti, rivendite, agenzie di consulenza: agevolazioni fiscali e di punteggio nelle graduatorie per le imprese dove si rispettano la parità di salario di progressione di carriera fra i generi ed è offerta la flessibilità nell’orario di lavoro.

 

 

POLITICHE PER IL TURISMO ENOGASTRONOMICO E LA FILIERA DELL’AGROALIMENTARE DI ECCELLENZA - Le Donne del Vino, che sono alla guida di aziende agricole caratterizzate da grande diversificazione produttiva, forte internazionalizzazione e maggiore orientamento al BIO-Biodinamico rispetto a quelle maschili, chiedono che fra gli obiettivi del settore turismo sia inserito l’agroalimentare italiano di eccellenza e specificamente il vino. Sottolineando come l’enogastronomia costituisca, secondo gli studi più recenti, la prima attrattiva per i turisti stranieri verso il nostro Paese, superando la cultura e collocandosi, nell’immaginario mondiale, come un aspetto integrante della civiltà e dello stile di vita italiano.  Infatti i pizzaioli napoletani, la Val d’Orcia con il Brunello, le viti ad alberello di Pantelleria, i vigneti delle Langhe Roero e Monferrato, le colline del Prosecco sono parte del patrimonio dell’Umanità Unesco. Cantine, laboratori di produzioni alimentari tipiche, ristoranti, enoteche costituiscono una rete produttiva e distributiva da salvaguardare anche in termini di occupazione, di accorciamento della catena alimentare oltre che in una logica di sopravvivenza delle biodiversità, dei mestieri tradizionali e delle produzioni ad alta manualità che trovano nel turismo il primo mercato. La filiera agroalimentare con particolare riferimento alla ristorazione è fra i più colpiti dalla crisi innescata dalla pandemia e ha bisogno di interventi diretti e indiretti per ripartire. In particolare sono da realizzare un portale nazionale di promo-commercializzazione turistica collegata alla digitalizzazione delle destinazioni, centri espositivi, didattici e di coordinamento turistico in ogni denominazione DOCG o un grande distretto produttivo alimentare, un programma nazionale di formazione per gli addetti e un osservatorio in grado di monitorare e indirizzare l’intera offerta italiana.

 

CHI SONO LE DONNE DEL VINO

Le Donne del Vino sono un’associazione senza scopi di lucro che promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Nata nel 1988, conta oggi oltre 900 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste. Le Donne del Vino sono in tutte le regioni italiane coordinate in delegazioni. Altre info sul sito e sul blog: www.ledonnedelvino.com

 

Fiammetta Mussio

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