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Degustazioni vini

CONSORZIO TUTELA LAMBRUSCO A “MODENA CHAMPAGNE EXPERIENCE”: TRE MASTERCLASS DEDICATE ALLE BOLLICINE EMILIANE

Si rinnova anche per il 2024 la partnership del Consorzio Tutela Lambrusco con la kermesse dedicata allo champagne in programma a Modena il 20 e 21 ottobre. Le degustazioni a palinsesto esploreranno il Lambrusco Metodo Classico, le sfumature delle diverse DOC in una degustazione bendata e il connubio delle bollicine del territorio con diverse stagionature di Parmigiano Reggiano.

Tre momenti di approfondimento dedicati ai vini del territorio. È con questa ricca proposta di degustazioni che il Consorzio Tutela Lambrusco si prepara a partecipare in qualità di partner a “Modena Champagne Experience”, la manifestazione dedicata alle bollicine francesi che domenica 20 e lunedì 21 ottobre porterà a ModenaFiere oltre cento Maison di Champagne.

 

Le degustazioni organizzate dal Consorzio Tutela Lambrusco avranno inizio domenica 20 ottobre alle ore 14, con il wine educator ed esperto Filippo Bartolotta che condurrà la masterclass “Lambrusco DOC: Classico Contemporaneo”. Attraverso l’assaggio di diverse espressioni di Lambrusco Metodo Classico – ottenute a partire da differenti uve della famiglia Lambrusco - sarà possibile approfondire caratteristiche e potenzialità di questa tipologia produttiva applicata ai vini del territorio.

  

Gli appuntamenti con il Consorzio Tutela Lambrusco proseguiranno poi lunedì 21 ottobre. Alle ore 12:30 sarà la volta di “Sinfonia Emilia: tra le note degli aromi e dei sentori, il Lambrusco DOC incontra il Parmigiano Reggiano” dedicata come di consueto all’abbinamento di diverse denominazioni di Lambrusco ad un prodotto di eccellenza apprezzato in tutto il mondo, proposto in diverse stagionature, per un connubio 100% emiliano. Se è vero che i vini Lambrusco comprendono una grande varietà di espressioni ed interpretazioni, immediatamente riconoscibili nel calice grazie alla loro gamma di colori, questa non è la sola modalità per approcciarle. Un’occasione per avvicinarsi al mondo del Lambrusco con una chiave di lettura differente sarà offerta dal sommelier Luca Boccoli che, alle ore 14, guiderà la masterclass “Oltre la vista: sapori e profumi del Lambrusco”: una degustazione bendata che esplorerà le differenze sensoriali tra Lambrusco di diverse denominazioni, varietà e stili produttivi.

 

Come ogni anno siamo felici di essere partner di Modena Champagne Experience, una manifestazione dedicata alle bollicine d’oltralpe organizzata in un territorio che proprio nelle bollicine ha la propria tradizione – spiega Claudio Biondi, Presidente del Consorzio Tutela Lambrusco. Quest’anno abbiamo riservato a operatori e wine lover presenti in fiera percorsi di approfondimento dedicati a diverse anime della nostra produzione. Oltre a una masterclass dedicata alle potenzialità del metodo classico - che si sta diffondendo sempre di più tra i nostri produttori – una degustazione bendata sarà dedicata all’esplorazione delle differenze sensoriali tra i vini Lambrusco. In questi anni abbiamo spesso rimarcato come le diverse sfumature di colore possano raccontare la varietà dell’universo Lambrusco, in questo caso si andrà oltre la percezione visiva per scoprire peculiarità e differenze attraverso il naso e il palato” conclude.

 

Tutte le masterclass, realizzate con il supporto del PSR Emilia-Romagna, si svolgeranno nella Sala C di ModenaFiere all’interno degli spazi dedicati a Modena Champagne Experience.

 

L’ingresso ai singoli appuntamenti è gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili, previo acquisto del biglietto di ingresso della manifestazione.   Per riservare il proprio posto in una delle tre degustazioni in programma è possibile scrivere a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

 

Per ulteriori informazioni:  www.lambrusco.net | FB: www.facebook.com/consorziolambrusco | IG: @consorziolambrusco | X: @lambruscovalley

 

Il Consorzio Tutela Lambrusco comprende circa 70 soci che, tra Modena e Reggio Emilia, coltivano uve Lambrusco su circa 10.000 ettari. Il Consorzio Tutela Lambrusco è nato nel gennaio 2021 dalla fusione di tre realtà: Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena, Consorzio Tutela e Promozione dei Vini Reggiani DOP e Consorzio Tutela Vini Reno. Il Consorzio è incaricato della tutela e della promozione di sei DOC del Lambrusco: Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC, Lambrusco di Sorbara DOC, Lambrusco Salamino di Santa Croce DOC, Modena DOC, Reggiano DOC, Colli di Scandiano e di Canossa DOC. Sono più di 35 milioni le bottiglie di Lambrusco DOC prodotte nel 2023. A queste si aggiungono oltre 100 milioni di bottiglie di Lambrusco Emilia IGT. Nel loro complesso, i vini prendono per il 60% la strada dell’export.

 

Alice Camellini

LA VAL D’ORCIA APPRODA A NEW YORK: SCOPONE WINE MONTALCINO AL JAMES SUCKLING GREAT WINES ITALY NYC 2024

 

Due etichette per presentare la Toscana: Rosso di Montalcino 2021 e Brunello di Montalcino 2019

 

Scopone Wine Montalcino, azienda vitivinicola sulle colline dell’omonimo comune che guardano il monte Amiata, sarà una delle aziende protagoniste del James Suckling Great Wines Italy NYC 2024, che si terrà nella Grande Mela il 4 e 5 settembre. Nata dalla passione dell’imprenditrice Cristina Minari e dalla volontà di un gruppo di persone di valorizzare un territorio unico, questa realtà - 12 ettari nel cuore della Val d’Orcia - si sta imponendo sulla scena enologica toscana grazie alla sua filosofia che pone al centro un attento studio dei suoli e la ricerca della tipicità. Il risultato sono vini che esprimono al meglio la complessità e l’eleganza del territorio e che ora, si preparano ad intrigare i wine lover newyorkesi.

 

Il James Suckling Great Wines of Italy NYC 2024 rappresenta infatti un’occasione importante, per gli appassionati e i professionisti del settore provenienti da tutto il mondo, per compiere un viaggio alla scoperta dei migliori vini delle regioni vinicole italiane e delle cantine più iconiche, selezionate dal famoso critico e dal suo team di esperti. Una degustazione delle 380 migliori etichette che hanno ottenuto un minimo di 92 punti. "Siamo entusiasti di partecipare a un evento di così alto livello", afferma Cristina Minari, la fondatrice di Scopone Wine Montalcino. "Essere selezionati da James Suckling è un riconoscimento importante per il nostro lavoro e un'opportunità unica per far conoscere i nostri vini a un pubblico internazionale".

 

Due i vini che verranno presentati da Scopone durante la manifestazione. Il primo, il Rosso di Montalcino 2021 introduce un naso avvolgente, dominato da un bouquet elegante di piccoli frutti a bacca rossa, marasca e mora, arricchito da piacevoli sfumature floreali di violetta e note balsamiche. Al palato, un’armonia di sensazioni vellutate e vibranti, tannini setosi e un finale persistente che lascia un piacevole ricordo.

 

Il Brunello di Montalcino 2019 sarà il secondo vino in degustazione: qui, un rosso rubino intenso e concentrato anticipa un profilo aromatico complesso e profondo, dove predominano note di frutta rossa matura e sfumature minerali di ardesia. Al palato, un corpo robusto e tannini succosi sostengono una struttura solida e promettente. Un equilibrio che promette un futuro evolutivo di grande eleganza. 

Due vini capaci di conquistare anche il palato dei più esigenti e la cui presenza, a New York, contribuirà a diffondere l’eccellenza di Montalcino davanti a un pubblico internazionale, che avrà così l’opportunità di esplorare la profondità e la complessità del territorio della Val d’Orcia attraverso calici che raccontano una storia di passione, ricerca e autenticità.

 

Francesca Motta

APPUNTAMENTO SOAVE 

 

Riflettori puntati sul grande vino bianco di Verona

Al via il 9 settembre al Circolo Ufficiali di Verona l’evento dedicato alle migliori espressioni del vino Soave. Tra masterclass, degustazioni focalizzate sul potenziale evolutivo di questo vino e una importante tavola rotonda il Soave, vino bianco tra i più rappresentativi d’Italia, ribadisce così il suo stretto legame con la città scaligera. Un evento che a partire dalla città di Verona racconti il Soave, la sua eccelsa qualità, la bellezza delle sue colline, agli operatori di settore, alla stampa specializzata, ai wine lovers e agli eno-appassionati. Uno spazio e un luogo che sappiano essere cornice ideale per raccogliere spunti importanti attorno a temi di grande attualità. Tutto questo e molto di più si propone di essere “Appuntamento Soave”, l’evento organizzato dal Consorzio di Tutela del Soave, in collaborazione con la Strada del Vino Soave e con il supporto di Banco BPM, che si terrà lunedì 9 settembre al Circolo Ufficiali di Verona, accanto alla suggestiva mole di Castelvecchio, per raccontare le migliori interpretazioni del vino Soave non solo ad operatori ed esperti di settore ma anche a semplici appassionati col gusto per la curiosità.Già nel nome, Appuntamento Soave, con un gioco di parole, si prefigge di richiamare l’attenzione con l’obbiettivo di divulgare contenuti di valore ad un pubblico trasversale, con un format dedicato al vino ma che al tempo stesso rappresenti un’occasione di confronto culturale attorno ai grandi temi contemporanei, chiaramente interconnessi al mondo della produzione vitivinicola.

Il valore dell’identità enologica del Soave, l’importanza del suo paesaggio riconosciuto patrimonio agricolo di rilevanza mondiale dalla FAO, la versatilità di un vino eccellente se degustato fresco ma in grado di stupire se lasciato evolvere qualche anno in bottiglia, saranno solo alcuni dei temi che sanno trattati nel corso di una giornata davvero intensa e che vedrà protagonisti oltre ai produttori, anche la sommelierie e il mondo della ristorazione.

 

Oltre 40 le aziende che hanno dato la loro adesione e che, sulla suggestiva terrazza in riva al fiume Adige, metteranno in degustazione le loro migliori interpretazioni di Soave, dal vino di annata alle selezioni più mature ed evolute.

«Appuntamento Soave si propone come un format nuovo in grado di raccogliere contenuti di valore ad iniziare proprio dalle differenti interpretazioni di vini Soave presenti - evidenzia Igor Gladich, direttore del Consorzio del Soave – ideato e voluto per la città di Verona in un momento storico come quello attuale in cui i trend di mercato, in Italia ma soprattutto all’estero, prediligono sempre di più vini bianchi freschi, sapidi e con una moderata gradazione alcolica. L’evento si terrà a Verona, in uno spazio davvero iconico, in quanto la nostra bellissima città è legata a filo doppio al racconto del vino Soave. Appuntamento Soave parlerà alla stampa e agli operatori, parlerà in maniera privilegiata al mondo della ristorazione e della sommelierie ma si rivolgerà anche al pubblico degli appassionati e dei meno esperti, perché, non dimentichiamolo, vino è prima di tutto piacere per la convivialità e gioia dello stare assieme.

 

Ecco le aziende che prenderanno parte all’evento:

Balestri Valda, Benini, Bertani, Bolla, Ca’ Rugate, Cadis1898, Camerani, Canoso,Carlo Alberto Negri, Casarotto, Cantina del Castello, Cantina di Monteforte. Coffele, Collis Veneto Wine Group, Corte Adami, Corte Mainente, Corte Moschina, Dal Cero, Fattori, Franchetto, Gianni Tessari, Gini, Guerrieri Rizzardi, Ilatium, Inama, La Cappuccina, Le Albare, Le Mandolare, Montetondo, Nardello, Portinari, Pra’, Roccolo Grassi, Santi, Suavia, T.E.S.S.A.R.I., Tenuta Sant’Antonio, Tirapelle, Vicentini, Villa Canestrari, Vitevis, Zambon.

 

Il programma della giornata:

ore 11.00 – “Il Soave, dalla freschezza alla longevità” – seminario formativo a cura di AIS.

Oltre quaranta sommelier provenienti da tutto il Veneto saranno gli indiscussi protagonisti di questo appuntamento, curato da AIS e fortemente voluto dal Consorzio del Soave, nella convinzione che costate aggiornamento e formazione siano essenziali per essere dei buoni conoscitori del vino Soave, in grado così di divulgare il patrimonio che sta dietro ogni singolo calice. 

 

Ore 14.00 – “Soave Seven, dalla freschezza alla longevità” – Masterclass condotta da Filippo Bartolotta

In questo appuntamento, su invito, ci si propone di raccontare le differenti anime del Soave in una sorta di viaggio trasversale prima da ovest, suolo calcareo, ad est, suolo vulcanico, e poi dalle annate più fresche fino a quelle più evolute, a dimostrazione di come il Soave sia un vino dotato di una forte capacità di evoluzione nel tempo. Una fotografia istantanea del livello qualitativo che oggi la denominazione presenta nel suo complesso.

 

Ore 16.00 – “Identità Soave, tra paesaggio, freschezza e longevità” 

Partecipano alla tavola rotonda:

Andrea Lonardi, Master of Wine: “Il futuro del Soave nel mondo”

Mons. Bruno Fasani, Prefetto della Biblioteca Capitolare di Verona: “La vite come dono di Dio”

Clelia Maria Puzzo, FAO: “Il Soave: patrimonio agricolo di rilevanza mondiale”

Lorenzo Pasquini - Directeur d'Exploitation - Estate Manager at Château d'Yquem 

Cercare (e mantenere) l’eccellenza nel vino

Maurizio Ugliano - Università di Verona 

Soave e Garganega: un rapporto esclusivo tra terroir e vitigno

Cristian Ridolfi, Presidente Consorzio del Soave 

Riflessioni conclusive

 

Modera l’incontro Luciano Ferraro, vicedirettore del Corriere della Sera

Ore 18.30 – Apertura dell’evento al pubblico

A partire dalle ore 18.30 appassionati e curiosi potranno varcare l’ingresso e partecipare ad Appuntamento Soave, un elegante banco d’assaggio in riva all’Adige, sulla terrazza più bella di Verona. Con oltre quaranta aziende che metteranno in degustazione le loro migliori interpretazioni di Soave, il pubblico avrà la possibilità di spaziare tra annate differenti e di deliziarsi alla scoperta delle numerose sfumature proprie delle Unità Geografiche Aggiuntive. Non mancheranno poi piccoli assaggi di prodotti tipici del territorio a cura della Strada del Vino Soave.

La denominazione del Soave – 13 comuni dell’Est Veronese appartenenti alla doc, quasi 7000 ettari vitati – produce in media ogni anno 40 milioni di bottiglie. I mercati di riferimento sono principalmente Germania, Gran Bretagna e Nord Europa in genere, seguiti da Giappone e Stati Uniti e Canada. Crescente l’interesse da parte del mercato domestico.

 

Lucia Vesentini

TASTING DI VINI GOLFO DEL TIGULLIO-PORTOFINO A TIGULLIO EXPO

di Virgilio Pronzati

 

La d.ssa Olga Sofia Schiaffino mentre presenta la degustazione dei 4 vini

 

Sempre nell’ambito del 23° Tigullio Expo, da alcuni anni è presente il vino.  Interessante incontro ideato e condotto  da Olga Sofia Schiaffino, blogger e miglior sommelier della Liguria 2019 e autrice della prima guida social “I Vini del Cuore”.  Conclusa la Gara di Pesto al Mortaio, nello stesso suggestivo gazebo di piazza Venezia, un folto gruppo di enoappasionati ha partecipato alla degustazione di quattro vini delle Cantine Levante di Sestri Levante, condotta in modo professionale ma fruibile anche ai neofiti dalla brava Olga Sofia Schiaffino. Di ogni vino ne ha puntualmente fatto un approfondito esame organolettico, descrivendone l’aspetto suddiviso in limpidezza e colore.

 

 Il folto gruppo di enoappassionati mentre  degusta con tanto interesse i vari vini

 

Dell’olfatto, ne ha valutato la persistenza, la qualità, la complessità e, cosa non certo facile, la minuziosa descrizione del profumo e aroma, precisandone l’origine vegetale dividendola tra varietale, floreale e fruttata e speziata. Passando al sapore e al retrogusto, ha perfettamente centrato le percezioni passando dal secco al semi secco, dal fresco al sapido, dal iodato  al minerale, dal morbido al caldo (per l’alcolicità),  se appena o sensibilmente tannico, se di leggera o decisa struttura, di poca o grande persistenza ed infine, se armonico o no. A compendio di questo, Olga Sofia Schiaffino ha raccontato la storia del vitigno e del vino, il sistema di allevamento, la vinificazione, il corretto  servizio, il tempo ottimale di consumo e il giusto abbinamento con i piatti. 

 

 

I quattro vini Golfo del Tigullio-Portofino Doc 2023 degustati:

Bianchetta Genovese: L’unico vitigno con nome e cognome, nato nella Val Polcevera e componente dello storico Coronata 

Cimixà: Originario della Val Fontanabuona, è migrato in Corsica dove ha preso il nome di Uva Genovese. Conferisce al vino struttura e tenuta.

Vermentino: Il miglior vitigno ligure a bacca bianca assiema al Pigato.  Esprime vini sapidi, floreali e fruttati, pieni e di buona armonia. 

Ciliegiolo: Vitigno d’origine toscana che ha trovato il suo habitat nel levante del Genovesato. Da i migliori chiaretti e rosati dell’intero territorio della propria Doc. 

"BENVENUTO VERMENTINO” 2024

di Virgilio Pronzati

 

L’enologo Giorgio Baccigalupi  mentre  descrive la zona di produzione  della Doc Colli di Luni

L’importante e seguita manifestazione dedicata al Vermentino di Liguria, Toscana, Sardegna e Corsica ha richiamato il pubblico delle grandi occasioni. Oltre seimila visitatori tra cui enoappassionati, sommelier, enotecari, ristoratori,  giornalisti e turisti hanno raggiunto il centro storico di Castelnuovo Magra per degustare il vino principe dei Colli di Luni Doc.

 

 Il sommelier Enzo Giorgi  mentre parla della storicità dei vini di Luni 

Una due giorni, sabato 22 e domenica 23 giugno 2024, non solo enoica, con protagonista il Vermentino prodotto da ben trentacinque cantine con oltre 150 etichette di vini provenienti da Liguria, Toscana, Sardegna e Corsica.  Fiore all’occhiello dell’iniziativa enoica, la masterclass sul Vermentino riservata a giornalisti e operatori del settore, presentata da Filippo Zangani presidente del Consorzio di tutela dei vini SOP e IGP della Provincia di La Spezia, e condotta dall’Enologo dr Giorgio Baccigalupi punto di riferimento per tutta la zona di produzione dei vini del Levante ligure.

 

Uno dei molti banchi d’assaggio della Masterclass sul Vermentino. Dietro i campioni anonimi  degustati 

L’interessante tasting comprendeva trentanove  campioni anonimi di Vermentino.  Dalle mie personali valutazioni il livello qualitativo globale è stato molto buono. Nove ottimi, dieci molto buoni, tredici buoni, cinque discreti e due comuni. Inoltre la buona evoluzione dei campioni delle annate più vecchie, in particolare del 2017.  Interessante l’esito dei due Colline di Levanto: entrambi hanno espresso un buon varietale e armonia.   

 

 I  trentanove vivi  della Masterclass. Dietro Giorgio Baccigalupi, Francesco Petacco e Enzo  Giorgi 

Durante la degustazione l’enologo Francesco Petacco ha vivacizzato il convegno chiedendo ai numerosi presenti le loro impressioni e valutazione sui vini degustati.  Di seguito, i graditi ed eruditi racconti sul vino del sommelier Enzo Giorgi.  Dopo una piacevole e golosa sosta nello stand di Arci Wave. Alle quindici, accolti dal sindaco di Castelnuovo Magra Katia Cecchinelli, appuntamento all’Oratorio dei Bianchi per il convegno “Sulle tracce del Vermentino tra passato e futuro” (organizzato dal Consorzio di Tutela dei vini DOP della Provincia della Spezia ed Enoteca Regionale della Liguria) presentato da Filippo Zangani (Presidente del Consorzio di Tutela dei vini DOP della Provincia della Spezia) coadiuvato dalla sua Consigliere Linda Salvetti.

 

La sindaco di Castelnuovo Magra Katia Cecchinelli  mentre  presenta il convegno all’Oratorio dei Bianchi 

Un inedito ed interessante convegno sull’origine dei principali vitigni italiani tra cui il Vermentino, condotto dal professor Claudio D’Onofrio, professore al Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell'Università di Pisa, con interventi di chi ha scritto e Egle Pagano, giornalista e critico gastronomico.

Infine, l’intervento di Simona Geri, wine blogger e media partner Merano Wine Festival di come migliorare e rendere efficace la comunicazione del vino e social media. Tra i molteplici motivi d’interesse un mini corso sulla degustazione dell’olio extravergine di oliva, laboratori sulla cucina e sul pesto genovese al mortaio, trekking tra le vigne,  piatti tipici del territorio, concerti e tanta musica.

 

 In primo piano da six  Filippo Zangani, Giorgio Baccigalupi, Claudio D’Onofrio e Simona Geri  

Benvenuto Vermentino è organizzata dal Comune di Castelnuovo Magra, in collaborazione con Enoteca Regionale della Liguria, Consorzio di Tutela dei vini DOP e IGP della Provincia della Spezia, Pro Loco Castelnuovo Magra, Arci Castelnuovo Magra, Agriservice, con il patrocinio di Regione Liguria e della C.C.I.A.A. Riviere di Liguria Imperia La Spezia Savona.

Produzione vini Doc Vermentino 2023: Colli di Luni 9.500 hl, Colline di Levanto 192 hl.

 

Da Elisabetta Morescalchi: Produttori e vini partecipanti alla Masterclass 

 Restando in tema Vermentino, ecco quello che scrissi ventidue anni fa. 

I Vermentino di Liguria

Osservando attentamente lo scenario vitivinicolo ligure, il posto di primo attore lo occupa a pieno diritto il - vitigno/vino - Vermentino.
Originario della Spagna, il vermentino migrò dapprima in Corsica, da dove, verso la fine del XIII secolo, approdò in Liguria e, in parte, nella Lunigiana toscana. Il suo massimo sviluppo lo ebbe tra il XV ed il XVIII secolo nel tratto che va da Bussana a Dolceacqua, con già allora ottime produzioni a Pietra Ligure, Perti di Finale e in particolare a Diano Castello. 
Località che vantano ancor oggi - tranne Bussana e Pietra Ligure - sensibili produzioni di vino di pregio. 
L'orografia e le particolari condizioni pedoclimatiche della nostra regione, sono da sempre un habitat ideale per questo vitigno, tanto che dal 1970 è l'unico vitigno a frutto bianco raccomandato dalla Cee, per tutte le quattro province. Confluenze che, a seconda del caso, danno vini abbastanza similari ma mai uguali. 
Ampelograficamente, deriva certamente dal malvasia o da un clone di esso. Le sue mutate caratteristiche varietali rispetto a quelle originali, sono dovute appunto al suolo e al clima, che hanno creato così un ecotipo; ossia una convarietà. In parole semplici le sue uve hanno perso l'aromaticità, ma hanno acquisito maggiore acidità fissa, che dona al vino freschezza e sapidità.  Quest'ultima, dote peculiare dei vini liguri. 
Come recita il titolo, non i Vermentini ma i Vermentino. 
Dall'omonimo vitigno, solo in Liguria (dove è stato maggiormente valorizzato), si hanno ben cinque Vermentino appartenenti alle rispettive Doc, Riviera ligure di ponente, Colli di Luni, Colline di Levanto, Golfo del Tigullio e Valpolcevera. Ma non solo. Le sue uve compongono anche i mitici Cinque Terre e Cinque terre Sciacchetrà, e il tipo Bianco delle Doc Colline di Levanto, Colli di Luni, Golfo del Tigullio e Valpolcevera. In passato era il "padre" anonimo dei numerosissimi "nostralini". 
Ovviamente, a seconda delle zone di produzioni dei vini Doc, i Vermentino acquisiscono maggiori o minori profumi (sentori varietali), strutture e persistenze. 
Da una mia personale (e lunga) esperienza, e quindi opinabile, i vertici qualitativi dei Vermentino sono nelle due zone Doc poste, la prima nelle province di Savona ed Imperia, la seconda in quella Spezzina. 
Oltre la vocazione, il Savonese vantava già prima e dopo l'inizio del secolo, aziende di rinomata fama dalle tecnologie enologiche razionali, come nel caso dell'Azienda Vinicola Accame (fondata dall'avv. Cav. Cristoforo Accame nella metà dell'800) di Pietra Ligure che esportava il Vermentino di Pietra sin nell'America Latina, e vincendo con il suo vino una medaglia d'argento all'Esposizione Mondiale di Parigi del 1878. 
Oggi i vari Riviera ligure di ponente Vermentino di ottima qualità, provengono non a caso dal Finalese e, in parte, dall'Albenganese, patria dell'aureo Pigato. 
Mentre l'Imperiese, accomunato dalla stessa Doc, ha punte qualitative nel Dianese (a Diano Castello è nato 31 anni fa il Premio Vermentino) ed in altri comuni della Riviera dei Fiori. 
Le differenze sono sostanziali: dai sentori fruttato-floreali, sapido, discretamente pieno e continuo e di molta armonia il Vermentino del Savonese; dal profumo ampio e fruttato,  con note di erbe aromatiche, caldo ma sapido, pieno e persistente il Vermentino dell'Imperiese. 
La seconda zona, lo Spezzino con i Colli di Luni, pur possedendo un bagaglio viticolo storico più importante (Sarticola, cru del Vermentino, era già nota ai Romani col toponimo di Sartucola, da cui provenivano i vini migliori), in un passato recente, le conoscenze e le pratiche enologiche lasciavano a desiderare, dando vini grossolani; oggi (da almeno tre decenni) non solo ha pareggiato i conti col Ponente, ma si avvia al sorpasso. 
Le zone vitate e collinari e ben esposte di vari comuni, in particolare Arcola, Ortonovo e Castelnuovo Magra, producono dei Vermentino dagli ampi e persistenti sentori floreali e fruttati, caldi ma freschi e sapidi, pieni e di molta continuità, che mietono allori ovunque. Da 13 anni a Castelnuovo Magra si tiene Benvenuto Vermentino, dedicato all’omonimo vino di Liguria, Sardegna, Toscana e Corsica.  Con una struttura minore ma di buon varietale, il Colline di Levanto Vermentino.
Di minore importanza i Vermentino delle Doc Golfo del Tigullio e Valpolcevera, non solo per la limitata quantità, in particolare Valpolcevera, ma per le attenuate caratteristiche varietali conferite dalle uve al vino. Le ragioni spaziano dalle condizioni pedoclimatiche alle selezioni clonali e, non ultime, all'effettiva presenza del vitigno vermentino nelle due zone. 
Comunque, si possono maggiormente accentuare le caratteristiche varietali di questi due vini, impiantando i vitigni selezionati (col giusto portinnesto) in zone di elevata vocazione viticola; mentre per la parte tecnico-enologica, i produttori locali sono già sulla buona strada.

Virgilio Pronzati 

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