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Degustazioni vini
APPUNTAMENTO SOAVE
Riflettori puntati sul grande vino bianco di Verona
Al via il 9 settembre al Circolo Ufficiali di Verona l’evento dedicato alle migliori espressioni del vino Soave. Tra masterclass, degustazioni focalizzate sul potenziale evolutivo di questo vino e una importante tavola rotonda il Soave, vino bianco tra i più rappresentativi d’Italia, ribadisce così il suo stretto legame con la città scaligera. Un evento che a partire dalla città di Verona racconti il Soave, la sua eccelsa qualità, la bellezza delle sue colline, agli operatori di settore, alla stampa specializzata, ai wine lovers e agli eno-appassionati. Uno spazio e un luogo che sappiano essere cornice ideale per raccogliere spunti importanti attorno a temi di grande attualità. Tutto questo e molto di più si propone di essere “Appuntamento Soave”, l’evento organizzato dal Consorzio di Tutela del Soave, in collaborazione con la Strada del Vino Soave e con il supporto di Banco BPM, che si terrà lunedì 9 settembre al Circolo Ufficiali di Verona, accanto alla suggestiva mole di Castelvecchio, per raccontare le migliori interpretazioni del vino Soave non solo ad operatori ed esperti di settore ma anche a semplici appassionati col gusto per la curiosità.Già nel nome, Appuntamento Soave, con un gioco di parole, si prefigge di richiamare l’attenzione con l’obbiettivo di divulgare contenuti di valore ad un pubblico trasversale, con un format dedicato al vino ma che al tempo stesso rappresenti un’occasione di confronto culturale attorno ai grandi temi contemporanei, chiaramente interconnessi al mondo della produzione vitivinicola.
Il valore dell’identità enologica del Soave, l’importanza del suo paesaggio riconosciuto patrimonio agricolo di rilevanza mondiale dalla FAO, la versatilità di un vino eccellente se degustato fresco ma in grado di stupire se lasciato evolvere qualche anno in bottiglia, saranno solo alcuni dei temi che sanno trattati nel corso di una giornata davvero intensa e che vedrà protagonisti oltre ai produttori, anche la sommelierie e il mondo della ristorazione.
Oltre 40 le aziende che hanno dato la loro adesione e che, sulla suggestiva terrazza in riva al fiume Adige, metteranno in degustazione le loro migliori interpretazioni di Soave, dal vino di annata alle selezioni più mature ed evolute.
«Appuntamento Soave si propone come un format nuovo in grado di raccogliere contenuti di valore ad iniziare proprio dalle differenti interpretazioni di vini Soave presenti - evidenzia Igor Gladich, direttore del Consorzio del Soave – ideato e voluto per la città di Verona in un momento storico come quello attuale in cui i trend di mercato, in Italia ma soprattutto all’estero, prediligono sempre di più vini bianchi freschi, sapidi e con una moderata gradazione alcolica. L’evento si terrà a Verona, in uno spazio davvero iconico, in quanto la nostra bellissima città è legata a filo doppio al racconto del vino Soave. Appuntamento Soave parlerà alla stampa e agli operatori, parlerà in maniera privilegiata al mondo della ristorazione e della sommelierie ma si rivolgerà anche al pubblico degli appassionati e dei meno esperti, perché, non dimentichiamolo, vino è prima di tutto piacere per la convivialità e gioia dello stare assieme.
Ecco le aziende che prenderanno parte all’evento:
Balestri Valda, Benini, Bertani, Bolla, Ca’ Rugate, Cadis1898, Camerani, Canoso,Carlo Alberto Negri, Casarotto, Cantina del Castello, Cantina di Monteforte. Coffele, Collis Veneto Wine Group, Corte Adami, Corte Mainente, Corte Moschina, Dal Cero, Fattori, Franchetto, Gianni Tessari, Gini, Guerrieri Rizzardi, Ilatium, Inama, La Cappuccina, Le Albare, Le Mandolare, Montetondo, Nardello, Portinari, Pra’, Roccolo Grassi, Santi, Suavia, T.E.S.S.A.R.I., Tenuta Sant’Antonio, Tirapelle, Vicentini, Villa Canestrari, Vitevis, Zambon.
Il programma della giornata:
ore 11.00 – “Il Soave, dalla freschezza alla longevità” – seminario formativo a cura di AIS.
Oltre quaranta sommelier provenienti da tutto il Veneto saranno gli indiscussi protagonisti di questo appuntamento, curato da AIS e fortemente voluto dal Consorzio del Soave, nella convinzione che costate aggiornamento e formazione siano essenziali per essere dei buoni conoscitori del vino Soave, in grado così di divulgare il patrimonio che sta dietro ogni singolo calice.
Ore 14.00 – “Soave Seven, dalla freschezza alla longevità” – Masterclass condotta da Filippo Bartolotta
In questo appuntamento, su invito, ci si propone di raccontare le differenti anime del Soave in una sorta di viaggio trasversale prima da ovest, suolo calcareo, ad est, suolo vulcanico, e poi dalle annate più fresche fino a quelle più evolute, a dimostrazione di come il Soave sia un vino dotato di una forte capacità di evoluzione nel tempo. Una fotografia istantanea del livello qualitativo che oggi la denominazione presenta nel suo complesso.
Ore 16.00 – “Identità Soave, tra paesaggio, freschezza e longevità”
Partecipano alla tavola rotonda:
Andrea Lonardi, Master of Wine: “Il futuro del Soave nel mondo”
Mons. Bruno Fasani, Prefetto della Biblioteca Capitolare di Verona: “La vite come dono di Dio”
Clelia Maria Puzzo, FAO: “Il Soave: patrimonio agricolo di rilevanza mondiale”
Lorenzo Pasquini - Directeur d'Exploitation - Estate Manager at Château d'Yquem
Cercare (e mantenere) l’eccellenza nel vino
Maurizio Ugliano - Università di Verona
Soave e Garganega: un rapporto esclusivo tra terroir e vitigno
Cristian Ridolfi, Presidente Consorzio del Soave
Riflessioni conclusive
Modera l’incontro Luciano Ferraro, vicedirettore del Corriere della Sera
Ore 18.30 – Apertura dell’evento al pubblico
A partire dalle ore 18.30 appassionati e curiosi potranno varcare l’ingresso e partecipare ad Appuntamento Soave, un elegante banco d’assaggio in riva all’Adige, sulla terrazza più bella di Verona. Con oltre quaranta aziende che metteranno in degustazione le loro migliori interpretazioni di Soave, il pubblico avrà la possibilità di spaziare tra annate differenti e di deliziarsi alla scoperta delle numerose sfumature proprie delle Unità Geografiche Aggiuntive. Non mancheranno poi piccoli assaggi di prodotti tipici del territorio a cura della Strada del Vino Soave.
La denominazione del Soave – 13 comuni dell’Est Veronese appartenenti alla doc, quasi 7000 ettari vitati – produce in media ogni anno 40 milioni di bottiglie. I mercati di riferimento sono principalmente Germania, Gran Bretagna e Nord Europa in genere, seguiti da Giappone e Stati Uniti e Canada. Crescente l’interesse da parte del mercato domestico.
Lucia Vesentini
TASTING DI VINI GOLFO DEL TIGULLIO-PORTOFINO A TIGULLIO EXPO
di Virgilio Pronzati
La d.ssa Olga Sofia Schiaffino mentre presenta la degustazione dei 4 vini
Sempre nell’ambito del 23° Tigullio Expo, da alcuni anni è presente il vino. Interessante incontro ideato e condotto da Olga Sofia Schiaffino, blogger e miglior sommelier della Liguria 2019 e autrice della prima guida social “I Vini del Cuore”. Conclusa la Gara di Pesto al Mortaio, nello stesso suggestivo gazebo di piazza Venezia, un folto gruppo di enoappasionati ha partecipato alla degustazione di quattro vini delle Cantine Levante di Sestri Levante, condotta in modo professionale ma fruibile anche ai neofiti dalla brava Olga Sofia Schiaffino. Di ogni vino ne ha puntualmente fatto un approfondito esame organolettico, descrivendone l’aspetto suddiviso in limpidezza e colore.
Il folto gruppo di enoappassionati mentre degusta con tanto interesse i vari vini
Dell’olfatto, ne ha valutato la persistenza, la qualità, la complessità e, cosa non certo facile, la minuziosa descrizione del profumo e aroma, precisandone l’origine vegetale dividendola tra varietale, floreale e fruttata e speziata. Passando al sapore e al retrogusto, ha perfettamente centrato le percezioni passando dal secco al semi secco, dal fresco al sapido, dal iodato al minerale, dal morbido al caldo (per l’alcolicità), se appena o sensibilmente tannico, se di leggera o decisa struttura, di poca o grande persistenza ed infine, se armonico o no. A compendio di questo, Olga Sofia Schiaffino ha raccontato la storia del vitigno e del vino, il sistema di allevamento, la vinificazione, il corretto servizio, il tempo ottimale di consumo e il giusto abbinamento con i piatti.
I quattro vini Golfo del Tigullio-Portofino Doc 2023 degustati:
Bianchetta Genovese: L’unico vitigno con nome e cognome, nato nella Val Polcevera e componente dello storico Coronata
Cimixà: Originario della Val Fontanabuona, è migrato in Corsica dove ha preso il nome di Uva Genovese. Conferisce al vino struttura e tenuta.
Vermentino: Il miglior vitigno ligure a bacca bianca assiema al Pigato. Esprime vini sapidi, floreali e fruttati, pieni e di buona armonia.
Ciliegiolo: Vitigno d’origine toscana che ha trovato il suo habitat nel levante del Genovesato. Da i migliori chiaretti e rosati dell’intero territorio della propria Doc.
"BENVENUTO VERMENTINO” 2024
di Virgilio Pronzati
L’enologo Giorgio Baccigalupi mentre descrive la zona di produzione della Doc Colli di Luni
L’importante e seguita manifestazione dedicata al Vermentino di Liguria, Toscana, Sardegna e Corsica ha richiamato il pubblico delle grandi occasioni. Oltre seimila visitatori tra cui enoappassionati, sommelier, enotecari, ristoratori, giornalisti e turisti hanno raggiunto il centro storico di Castelnuovo Magra per degustare il vino principe dei Colli di Luni Doc.
Il sommelier Enzo Giorgi mentre parla della storicità dei vini di Luni
Una due giorni, sabato 22 e domenica 23 giugno 2024, non solo enoica, con protagonista il Vermentino prodotto da ben trentacinque cantine con oltre 150 etichette di vini provenienti da Liguria, Toscana, Sardegna e Corsica. Fiore all’occhiello dell’iniziativa enoica, la masterclass sul Vermentino riservata a giornalisti e operatori del settore, presentata da Filippo Zangani presidente del Consorzio di tutela dei vini SOP e IGP della Provincia di La Spezia, e condotta dall’Enologo dr Giorgio Baccigalupi punto di riferimento per tutta la zona di produzione dei vini del Levante ligure.
Uno dei molti banchi d’assaggio della Masterclass sul Vermentino. Dietro i campioni anonimi degustati
L’interessante tasting comprendeva trentanove campioni anonimi di Vermentino. Dalle mie personali valutazioni il livello qualitativo globale è stato molto buono. Nove ottimi, dieci molto buoni, tredici buoni, cinque discreti e due comuni. Inoltre la buona evoluzione dei campioni delle annate più vecchie, in particolare del 2017. Interessante l’esito dei due Colline di Levanto: entrambi hanno espresso un buon varietale e armonia.
I trentanove vivi della Masterclass. Dietro Giorgio Baccigalupi, Francesco Petacco e Enzo Giorgi
Durante la degustazione l’enologo Francesco Petacco ha vivacizzato il convegno chiedendo ai numerosi presenti le loro impressioni e valutazione sui vini degustati. Di seguito, i graditi ed eruditi racconti sul vino del sommelier Enzo Giorgi. Dopo una piacevole e golosa sosta nello stand di Arci Wave. Alle quindici, accolti dal sindaco di Castelnuovo Magra Katia Cecchinelli, appuntamento all’Oratorio dei Bianchi per il convegno “Sulle tracce del Vermentino tra passato e futuro” (organizzato dal Consorzio di Tutela dei vini DOP della Provincia della Spezia ed Enoteca Regionale della Liguria) presentato da Filippo Zangani (Presidente del Consorzio di Tutela dei vini DOP della Provincia della Spezia) coadiuvato dalla sua Consigliere Linda Salvetti.
La sindaco di Castelnuovo Magra Katia Cecchinelli mentre presenta il convegno all’Oratorio dei Bianchi
Un inedito ed interessante convegno sull’origine dei principali vitigni italiani tra cui il Vermentino, condotto dal professor Claudio D’Onofrio, professore al Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell'Università di Pisa, con interventi di chi ha scritto e Egle Pagano, giornalista e critico gastronomico.
Infine, l’intervento di Simona Geri, wine blogger e media partner Merano Wine Festival di come migliorare e rendere efficace la comunicazione del vino e social media. Tra i molteplici motivi d’interesse un mini corso sulla degustazione dell’olio extravergine di oliva, laboratori sulla cucina e sul pesto genovese al mortaio, trekking tra le vigne, piatti tipici del territorio, concerti e tanta musica.
In primo piano da six Filippo Zangani, Giorgio Baccigalupi, Claudio D’Onofrio e Simona Geri
Benvenuto Vermentino è organizzata dal Comune di Castelnuovo Magra, in collaborazione con Enoteca Regionale della Liguria, Consorzio di Tutela dei vini DOP e IGP della Provincia della Spezia, Pro Loco Castelnuovo Magra, Arci Castelnuovo Magra, Agriservice, con il patrocinio di Regione Liguria e della C.C.I.A.A. Riviere di Liguria Imperia La Spezia Savona.
Produzione vini Doc Vermentino 2023: Colli di Luni 9.500 hl, Colline di Levanto 192 hl.
Da Elisabetta Morescalchi: Produttori e vini partecipanti alla Masterclass
Restando in tema Vermentino, ecco quello che scrissi ventidue anni fa.
I Vermentino di Liguria
Osservando attentamente lo scenario vitivinicolo ligure, il posto di primo attore lo occupa a pieno diritto il - vitigno/vino - Vermentino.
Originario della Spagna, il vermentino migrò dapprima in Corsica, da dove, verso la fine del XIII secolo, approdò in Liguria e, in parte, nella Lunigiana toscana. Il suo massimo sviluppo lo ebbe tra il XV ed il XVIII secolo nel tratto che va da Bussana a Dolceacqua, con già allora ottime produzioni a Pietra Ligure, Perti di Finale e in particolare a Diano Castello.
Località che vantano ancor oggi - tranne Bussana e Pietra Ligure - sensibili produzioni di vino di pregio.
L'orografia e le particolari condizioni pedoclimatiche della nostra regione, sono da sempre un habitat ideale per questo vitigno, tanto che dal 1970 è l'unico vitigno a frutto bianco raccomandato dalla Cee, per tutte le quattro province. Confluenze che, a seconda del caso, danno vini abbastanza similari ma mai uguali.
Ampelograficamente, deriva certamente dal malvasia o da un clone di esso. Le sue mutate caratteristiche varietali rispetto a quelle originali, sono dovute appunto al suolo e al clima, che hanno creato così un ecotipo; ossia una convarietà. In parole semplici le sue uve hanno perso l'aromaticità, ma hanno acquisito maggiore acidità fissa, che dona al vino freschezza e sapidità. Quest'ultima, dote peculiare dei vini liguri.
Come recita il titolo, non i Vermentini ma i Vermentino.
Dall'omonimo vitigno, solo in Liguria (dove è stato maggiormente valorizzato), si hanno ben cinque Vermentino appartenenti alle rispettive Doc, Riviera ligure di ponente, Colli di Luni, Colline di Levanto, Golfo del Tigullio e Valpolcevera. Ma non solo. Le sue uve compongono anche i mitici Cinque Terre e Cinque terre Sciacchetrà, e il tipo Bianco delle Doc Colline di Levanto, Colli di Luni, Golfo del Tigullio e Valpolcevera. In passato era il "padre" anonimo dei numerosissimi "nostralini".
Ovviamente, a seconda delle zone di produzioni dei vini Doc, i Vermentino acquisiscono maggiori o minori profumi (sentori varietali), strutture e persistenze.
Da una mia personale (e lunga) esperienza, e quindi opinabile, i vertici qualitativi dei Vermentino sono nelle due zone Doc poste, la prima nelle province di Savona ed Imperia, la seconda in quella Spezzina.
Oltre la vocazione, il Savonese vantava già prima e dopo l'inizio del secolo, aziende di rinomata fama dalle tecnologie enologiche razionali, come nel caso dell'Azienda Vinicola Accame (fondata dall'avv. Cav. Cristoforo Accame nella metà dell'800) di Pietra Ligure che esportava il Vermentino di Pietra sin nell'America Latina, e vincendo con il suo vino una medaglia d'argento all'Esposizione Mondiale di Parigi del 1878.
Oggi i vari Riviera ligure di ponente Vermentino di ottima qualità, provengono non a caso dal Finalese e, in parte, dall'Albenganese, patria dell'aureo Pigato.
Mentre l'Imperiese, accomunato dalla stessa Doc, ha punte qualitative nel Dianese (a Diano Castello è nato 31 anni fa il Premio Vermentino) ed in altri comuni della Riviera dei Fiori.
Le differenze sono sostanziali: dai sentori fruttato-floreali, sapido, discretamente pieno e continuo e di molta armonia il Vermentino del Savonese; dal profumo ampio e fruttato, con note di erbe aromatiche, caldo ma sapido, pieno e persistente il Vermentino dell'Imperiese.
La seconda zona, lo Spezzino con i Colli di Luni, pur possedendo un bagaglio viticolo storico più importante (Sarticola, cru del Vermentino, era già nota ai Romani col toponimo di Sartucola, da cui provenivano i vini migliori), in un passato recente, le conoscenze e le pratiche enologiche lasciavano a desiderare, dando vini grossolani; oggi (da almeno tre decenni) non solo ha pareggiato i conti col Ponente, ma si avvia al sorpasso.
Le zone vitate e collinari e ben esposte di vari comuni, in particolare Arcola, Ortonovo e Castelnuovo Magra, producono dei Vermentino dagli ampi e persistenti sentori floreali e fruttati, caldi ma freschi e sapidi, pieni e di molta continuità, che mietono allori ovunque. Da 13 anni a Castelnuovo Magra si tiene Benvenuto Vermentino, dedicato all’omonimo vino di Liguria, Sardegna, Toscana e Corsica. Con una struttura minore ma di buon varietale, il Colline di Levanto Vermentino.
Di minore importanza i Vermentino delle Doc Golfo del Tigullio e Valpolcevera, non solo per la limitata quantità, in particolare Valpolcevera, ma per le attenuate caratteristiche varietali conferite dalle uve al vino. Le ragioni spaziano dalle condizioni pedoclimatiche alle selezioni clonali e, non ultime, all'effettiva presenza del vitigno vermentino nelle due zone.
Comunque, si possono maggiormente accentuare le caratteristiche varietali di questi due vini, impiantando i vitigni selezionati (col giusto portinnesto) in zone di elevata vocazione viticola; mentre per la parte tecnico-enologica, i produttori locali sono già sulla buona strada.
Virgilio Pronzati
DEGUSTAZIONE VINI PER ENOCIBARIO COLLI DI LUNI VERMENTINO
di Virgilio Pronzati
Azienda Agricola Federici–La Baia del Sole -Via Forlino, 3 -19034 Luni (SP) Italia Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. • www.cantinefederici.com Facebook: Cantine Federici La Baia del Sole Tel. 0187/661821 Fax.0187698598
Colli di Luni Vermentino Doc 2023 Oro d’Isée
Categoria: Bianco secco. Vitigno: Vermentino. Bottiglia: 75 cl. Alcol: 13,5%. Lotto :980. Prezzo medio in enoteca: € 16,50
Caratteristiche organolettiche
Alla vista è cristallino, di colore paglierino con riflessi dorati. Al naso si presenta intenso, persistente, fine ed ampio, varietale, con sentori floreali e fruttati di fiori d’acacia, pompelmo rosa, mela golden, frutto della passione e lieve di umori boschivi. In bocca è secco, abbastanza fresco, sapido, leggermente caldo, di buona struttura e persistenza. Retrogusto: vena sapida e note floreali, fruttate e vegetali.
Considerazioni: Molto buono. Ottenuto da scelte uve Vermentino mature e raccolte a mano. Vinificazione: le uve diraspate sono state fatte macerare a freddo per circa 18 ore. Il mosto fiore ottenuto dalla pressatura soffice delle uve ha fermentato lentamente a temperatura controllata.in botti d’acciaio inox. Dopo la fermentazione alcolica e la svinatura, il vino matura per alcuni mesi in botti d’acciaio inox e, altrettanti, di affinamento in bottiglia. Evoluzione: Giovane ma già invitante e di buon equilibrio.
Valutazione: 89/100
I PROFESSIONISTI ITALIANI CONFERMANO, I VINI D’ALSAZIA SONO ROCKS!
I vini alsaziani si sono svelati ai professionisti italiani lunedì 1° luglio a Milano durante l’incontro Alsace Rocks! che ha accolto presso Villa Mirabello più di 100 professionisti tra ristoratori, enotecari e chef. L’evento è stato ideato e promosso dal CIVA - Comitato Interprofessionale dei vini d’Alsazia.
Tre i momenti principali che si sono alternati nel corso della giornata: due Masterclass guidate dalla maestria di Filippo Bartolotta, giornalista e sommelier, che ha condotto i professionisti del settore Ho.Re.Ca. alla scoperta della regione Alsazia, dei suoi 15.500 ettari di superficie coltivata a vigna, dei paesaggi unici contraddistinti da una cultura secolare. Le degustazioni guidate hanno dimostrato che i vini d'Alsazia sono al crocevia delle tendenze e hanno messo in mostra l'incredibile mosaico di terreni che compongono la ricchezza della regione.
La giornata si è conclusa con il walk around tasting che ha visto la partecipazione di 12 produttori alsaziani: Gustave Lorentz, Domaine Georges Klein, Domaine Maurice Schueller, Les Frères Engel, Domaine Frédéric Mochel, Domaine Ginglinger, Paul Gaschy, Domaine Gresser, Ginglinger-Fix, Domaine Sick-Dreyer, Alsace Willm.
La parte golosa è stata curata dallo chef Danilo Angè, che ha dato modo di abbinare e gustare i vini d’Alsazia sia durante le degustazioni guidate sia durante i banchi d’assaggio nel corso del pomeriggio.
Alsace Rocks! è un’iniziativa internazionale nata nel 2018: “L'Italia è un mercato molto dinamico per i vini alsaziani, con una crescita del 15% in volume nel 2023 rispetto al 2022. Stiamo assistendo a una crescita costante dell'interesse da parte del settore Ho.Re.Ca.” afferma la Responsabile Export EU Margaux Bruckert e continua: “È essenziale continuare ad accrescerne la reputazione attraverso attività che possano aumentare il percepito e sottolineare come i nostri vini corrispondono alle tendenze e alle esigenze attuali”.
Martina Ropa