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Legge di aiuto sociale

SINDACATO NAZIONALE LA BASE BALNEARE CON DONNEDAMARE

 

 

26 Giugno 2018: nasce il Sindacato Nazionale La Base Balneare con Donnedamare 

Il momento è troppo importante. E non si può delegare. La battaglia per fermare le aste previste da un'errata applicazione della direttiva Bolkestein, per impedire che oltre trentamila imprese italiane vengano messe in pericolo, deve essere portata fino in fondo in tempi brevi. E proprio questi anni di speranze tradite, di docce fredde, di incubi ci hanno convinto di quanto sia importante scendere in campo direttamente. E' con questo scopo che nasce La Base Balneare con Donnedamare

Si tratta di un nuovo sindacato di categoria, che raccoglie la voce di tantissimi concessionari balneari italiani, stanchi di essere iscritti a sindacati che in questi anni non hanno rappresentato la loro volontà, quando addirittura non l'hanno tradita sostenendo posizioni diametralmente opposte, sacrificando il destino della “base” sull'altra di accordi con governi e istituzioni ad ogni livello.
Per anni abbiamo subito il ritornello “Ce lo chiede l'Europa”, per giustificare il tentativo di dare vita a una riforma delle concessioni balneari allineata a chi voleva mandare all'asta le spiagge italiane. Quando abbiamo deciso di provare a vedere se era davvero tutto così inevitabile, abbiamo scoperchiato il calderone, abbiamo fatto gettare le maschere a tanti.

Il 18 aprile, grazie alla forza di volontà dell'Associazione Donnedamare e della sua presidentessa Bettina Bolla, siamo arrivati a contattare Fritz Bolkestein, autore della direttiva che tanta angoscia ha procurato alla categoria. Abbiamo fatto quello che nessuno aveva mai pensato o voluto fare: lo abbiamo interpellato, lo abbiamo invitato a Roma in un'aula del Parlamento italiano, e in quell'occasione dalla sua viva voce abbiamo sentito dire che le concessioni balneari non devono rientrare nell'ambito di applicazione della direttiva. Perché sono beni e non servizi, come abbiamo sostenuto, invano (e inascoltati) da anni.
Molti dei sindacati di balneari allineati al progetto delle aste, hanno attaccato o deriso questo intervento, altri hanno iniziato a sostenere questa posizione senza che per anni avessero fatto qualcosa per ottenere un parere tanto semplice quanto illuminante.
Molte forze politiche hanno aperto gli occhi, altre hanno trovato forza per sostenere l'esclusione dei balneari italiani dalla direttiva.

L'incontro con mister Bolkestein del 18 aprile scorso è stato una pietra miliare della battaglia anti aste. E c'è stato solo grazie a un'associazione che non era un sindacato, né aveva la forza e i diritti di un sindacato.
Dalla base, da tanti balneari che hanno riscoperto la speranza grazie a Donnedamare, è partita la richiesta di trasformare l'associazione in sindacato, per dargli la forza di rappresentare finalmente le loro posizioni.
Per costringere le istituzioni e gli altri “rappresentanti” della categoria ad accettare ai tavoli e ai confronti, anche chi finora ne è stato tenuto fuori.
Dalle intenzioni ai fatti, l'associazione Donnedamare si è messa al lavoro, grazie al prezioso contributo dell'avvocato Ettore Nesi, uno dei massimi esperti italiani di diritto amministrativo legato ai temi demaniali, abbiamo redatto lo statuto che riporta questo incipit 
“In un contesto di insoddisfazione generale dovuto al comportamento inerte delle Istituzioni nei confronti del turismo balneare e dei problemi ad esso inerenti, si sono spontaneamente formate aggregazioni di imprenditori balneari dislocati su tutto il territorio nazionale, che intendono dar vita ad un Sindacato autonomo di categoria. 

L’intento è quello di unire le forze al fine di tutelare tutti i lavoratori e le lavoratrici che, anche da generazioni, lavorano sul mare, dedicando la loro vita ad un impiego duro che richiede energia ed impegno dall’alba al tramonto”. 
Poi sono stati individuati consiglieri provenienti da ogni regione costiera. 
La Base Balneare con Donnedamare salpa. E' realtà. 

 Presidente del Sindacato Bettina Bolla (Liguria)
 Vice Presidente Avv. Nicolò Maellaro, Segretario Nazionale dell'UDAI (Unione degli Avvocati d'Italia)  www.udai.it (Puglia)
 Segretario Nazionale Luana Guietti (Emilia Romagna) 
 Tesoriere Patrizia De Filippo (Liguria)
Consiglieri
1. Anna Acconci (Toscana) 
2. Gabriele Boldrini da Rimini(Emilia Romagna)
3. Laura Castello (Liguria)
4. Emanuele Cola (Liguria)
5. Sabrina Crusco (Basilicata)
6. Francesco Ferrigno (Campania)
7. Fulvia Frallicciardi (Lazio)
8. Silvia Frassinelli (Toscana)
9. Patrizia Lerda (Liguria)
10. Nicolò Maellaro (Puglia)
11. Domenico Parisi(Calabria)
12. Edgardo Perino  Edi (Liguria)
13. Rita Polacci(Toscana)
14. Vicky Ratto (Liguria)
15. Maria Teresa Silenzii (Marche)

 B.B. 

INSIEME CONTRO LO SPRECO

 

 

 

Siglato in regione Toscana un protocollo di intesa per aumentare le donazioni di prodotti alimentari a persone bisognose

 

Life-FOOD.WASTE.STANDUP: il primo progetto di filiera contro lo spreco alimentare in favore delle donazioni

Firenze, 22 giugno 2018 – In Toscana, secondo elaborazioni di Federdistribuzione, si può stimare che lo spreco alimentare sia pari a circa 388 mila tonnellate, per il 45% attribuite alle famiglie e la restante parte agli operatori economici, con l’agricoltura responsabile per il 34%, il 14% a carico della distribuzione, il 5% da attribuire alla ristorazione e il 2% all’industria.    

 

Arginare il fenomeno dello spreco alimentare è una necessità sociale, ambientale ed economica. Ed è per questo che oggi è stato illustrato presso la Sede della Regione Toscana “LIFE-Food.Waste.StandUp”, il primo progetto di filiera finalizzato alla lotta allo spreco e all’aumento delle donazioni alimentari a enti caritativi e persone bisognose. 

L’evento si è tenuto alla presenza degli assessori Federica Fratoni Assessore ambiente e difesa del suolo;  Stefano Ciuoffo - Assessore alle Attività Produttive, al Credito, al Turismo e al Commercio; Stefania Saccardi - Assessore al Diritto alla Salute, al Welfare e all’Integrazione socio sanitaria. Il progetto, coordinato da Federalimentare in partenariato con Federdistribuzione, Fondazione Banco Alimentare Onlus e Unione Nazionale Consumatori, è co-finanziato dalla Commissione Europea nel quadro del programma per l’ambiente e l’azione per il clima (LIFE 2014-2020) e consiste in una campagna di comunicazione e sensibilizzazione, rivolta a tutta la filiera: partendo dall’industria, passando per la distribuzione e arrivando ai consumatori.

 

Tra le imprese distributive, presenti il Gruppo Pam e Abbondanza (Gruppo Selex) che hanno evidenziato le iniziative intraprese dalle loro aziende per ridurre lo spreco e aumentare le donazioni (i materiali presentati sono disponibili al sito www.federdistribuzione.it).  

 

Su iniziativa di Federdistribuzione, è stato sottoscritto un protocollo d’intesa con la Regione e con l’Anci, siglato dai partner di LIFE-Food.Waste.Stand.Up, finalizzato a sviluppare una serie di attività volte ad aumentare e rendere più agevoli, per le aziende che operano sul territorio, le donazioni di prodotti alimentari in favore delle persone indigenti. Il protocollo prevede attività di coinvolgimento delle Amministrazioni locali da parte della Regione e dell’Anci e di coinvolgimento dei propri associati da parte dei partner del progetto, attivando le relazioni necessarie per produrre risultati positivi. 


"La crisi economica ha impoverito molte famiglie, mettendole in difficoltà anche per l'acquisto di cibo- è il commento dell'assessore Stefania Saccardi - Per combattere questo fenomeno, Regione Toscana ha già attuato dal 2015 un programma di interventi assieme alla Caritas e all'Associazione Banco Alimentare della Toscana, e un nuovo piano di interventi di contrasto alla povertà alimentare è in corso di definizione per il 2018-2020. Inoltre, sempre con Caritas e Banco alimentare, e i soggetti della grande distribuzione, abbiamo realizzato il progetto "Spesa per tutti". Questo protocollo ci consente di proseguire su questa strada virtuosa già intrapresa, combattendo lo spreco alimentare e destinando le eccedenze a chi ne ha bisogno".

 

"Tutti i soggetti coinvolti in questa iniziativa, che peraltro prosegue e rafforza quelle già in atto da vari anni- chiarisce l'assessore Stefano Ciuoffo - sono chiamati ad agire, nell'ambito delle rispettive competenze, per creare un circolo virtuoso che consente di soddisfare anzitutto un bisogno primario di tante famiglie in difficoltà. E successivamente di incidere in modo positivo sugli sprechi alimentari, sul riciclo dei materiali e su un complessivo, e potenzialmente importante, beneficio sociale collettivo. Fare squadra e agire in modo coordinato in ogni fase della catena permetterà di ottimizzare gli sforzi".

"Quello delle perdite e degli sprechi alimentari- ha detto Federica Fratoni - è un problema che interessa l' intera filiera, dalla produzione al consumo, e che genera impatti ambientali ed economici negativi, sollevando anche questioni di carattere sociale. Non solo, lo spreco alimentare ha serie ripercussioni anche sui cambiamenti climatici, basti pensare alla dispersione delle risorse idriche ed energetiche. Si tratta di una sfida di responsabilità che ci coinvolge tutti, soggetti pubblici, privati e singoli cittadini, e che inizia dalle buone pratiche quotidiane. Progetti come il LiFe.Food-Waste-StandUp sono importanti per promuovere la conoscenza e la sensibilizzare verso la lotta allo spreco e il contrasto alla povertà sociale, anche attraverso interventi di recupero e redistribuzione delle eccedenze alimentari".

 

“Oggi, insieme alla Regione, all’Anci e agli altri partner del progetto LIFE –afferma Claudio Gradara, Presidente di Federdistribuzione - abbiamo voluto proporre un momento di riflessione comune, coinvolgendo i Comuni, le Aziende della Produzione e della Distribuzione, Enti Caritativi e Università, per condividere best practices ed esperienze, al fine di avviare iniziative che possano condurre ad un effettivo incremento delle donazioni. La filiera economica ha abbracciato un principio etico con grande impegno e responsabilità e, attraverso la collaborazione con gli enti locali, possiamo effettivamente raggiungere risultati importanti in termini di riduzione dello spreco alimentare.  Un ruolo fondamentale da questo punto di vista è infatti svolto dai Comuni: se aumentano le donazioni diminuiscono i rifiuti e i relativi costi che la comunità deve sostenere per il loro smaltimento. Sarebbe auspicabile che almeno una parte di questo risparmio venisse convertito in premialità per chi dona, ad esempio diminuendo la TARI per i soggetti che attivano questo percorso virtuoso.Si riuscirebbe in questo modo a dare piena applicazione alla Legge Gadda e si innescherebbe un forte impulso a donare di più”.  

 

In Italia, secondo i dati del Politecnico di Milano, ogni anno vengono prodotte circa 5,6 milioni di tonnellate di eccedenze alimentari; di queste solo l’8,6% è recuperato attraverso donazioni alle persone bisognose mentre il resto diventa spreco: 12,6 miliardi di euro. Tra il 2012 e il 2015 l’Italia ha intrapreso un percorso virtuoso, complessivamente lo spreco è diminuito del -7,9% e le donazioni sono aumentate del +6,4%, ma molto può essere ancora fatto. 

 

“I numeri dello spreco in Italia sono impressionanti– Continua Gradara – Ogni anno buttiamo via l’equivalente del 15,4% dei consumi alimentari degli Italiani, una quantità di cibo che sarebbe sufficiente a nutrire tutte le famiglie ancora in condizione di povertà nel nostro Paese. Al tempo stesso le donazioni a enti caritativi rappresentano meno del 9% delle eccedenze alimentari che l’intera filiera produce. Da anni le imprese distributive sono impegnate nel ridurre le eccedenze e nell’implementare programmi per un loro recupero, ma è evidente che si può fare di più. Per questo siamo orgogliosi di partecipare a un progetto come quello presentato oggi, che si pone l’obiettivo di creare una grande campagna di sensibilizzazione e comunicazione per attivare comportamenti virtuosi da parte delle istituzioni locali, dei soggetti economici privati e dei consumatori, che portino a ridurre gli sprechi e ad aumentare le donazioni”.

 

“La legge “antisprechi” – Ha dichiarato l’On. Maria Chiara Gadda- rende possibile recuperare le eccedenze e dare nuovo valore al cibo. Con le novità introdotte in legge di bilancio 2018 sono certa che ci sarà un ulteriore slancio alle donazioni di alimenti, ma anche di altri prodotti come i farmaci, la cancelleria, i prodotti per la cura della persona e della casa. Ciò dimostra quanto ci fosse davvero bisogno di una norma nazionale. In questo contesto, il ruolo attivo di Regioni come la Toscana, contribuisce a rafforzarne l’impatto sul territorio. Sprecare non ha senso, mentre recuperare è un bene per tutti. Lo sanno bene Federdistribuzione, Banco Alimentare, Federalimentare e Unione Nazionale Consumatori, che grazie alla spinta positiva offerta dalla legge 166 del 2016, hanno creato un progetto come Life-Food.Waste.StandUp che unisce solidarietà e innovazione. Quando una legge cammina sulle scelte di chi sa guardare alle persone più fragili e ai loro bisogni, allora diventa patrimonio culturale della intera collettività”.

 

 

Federdistribuzione è espressione della Distribuzione Moderna Organizzata e riunisce e rappresenta, nelle sedi istituzionali, locali, nazionali e comunitarie le imprese distributive operanti nei settori alimentare e non alimentare che svolgono la propria attività attraverso le più innovative formule del commercio moderno. Federdistribuzione si compone di cinque associazioni nazionali che rappresentano un universo articolato di imprese e di multicanalità che si differenziano per dimensioni, forme distributive e merceologie trattate. Le imprese associate a Federdistribuzione nel 2016 hanno realizzato un giro d’affari di 64,6 miliardi di euro (di cui 9,4 miliardi di euro in franchising), con una quota pari al 49,3% del totale fatturato della Distribuzione Moderna Organizzata; hanno una rete distributiva di 14.980 punti vendita (di cui 7.640 in franchising) e danno occupazione a 217.700 addetti. Rappresentano, infine, il 29,6% del valore dei consumi commercializzabili.

 

Stefano Crippa - Relazioni Esterne

Tel. 02 89075150 Cell. 335 5641415

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Ernesto Bonetti – Ufficio Stampa

Tel. 02 89075167 Cell. 331 1866359

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CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO

Bando Internazionalizzazione: contributi fino al 50% a fondo perduto per attività  di internazionalizzazione (fiere, uffici, promozione, et al.)

 

É aperto il bando che sostiene le attività  di internazionalizzazione nei mercati extra-UE per le aziende toscane.

Il bando sostiene le attività  delle micro, piccole e medie imprese in forma singola o aggregata (RTI, RETI, CONSORZI) per l â €™ ingresso o il consolidamento in mercati esteri al di fuori dell' Unione Europea.

Le spese ammissibili saranno :

• Partecipazione a fiere e saloni internazionali

• Apertura di uffici o sale espositive allâ €™estero

• Servizi promozionali (sito web, web marketing, cataloghi, listini, workshop, incoming di operatori esteri, ecc.)

• Consulenze qualificate per lâ €™internazionalizzazione

• Innovazione commerciale per nuovi mercati

Il bando è continuativo fino ad esaurimento fondi

Per saperne di più sui nostri servizi per l'innovazione contattateci allo 0575/354444 o sul nostro sito

 

Fino a 20 milioni di euro sino al 2020 per le aziende che investono in Ricerca & Sviluppo

Le imprese che effettuano investimenti in ricerca e sviluppo avranno la possibilità - per gli anni 2015, 2016, 2017, 2018, 2019 e 2020 - di ottenere un'agevolazione fiscale, sotto forma di credito d'imposta (fondo perduto) fino al 50% dei costi ammissibili

Il bonus é riconosciuto a tutte le imprese, indipendentemente dalle dimensioni aziendali, dalla forma giuridica, dal settore di attività e dal regime contabile adottato.

Il meccanismo di calcolo del credito d'imposta é di tipo incrementale: spetta sulle spese sostenute in ciascun periodo di imposta agevolato in eccedenza rispetto alla media dei medesimi investimenti realizzati nei 3 periodi imposta , con riferimento ad una media “fissaâ € relativa al 2012, 2013 e 2014 per i †œsolari â €, ovvero dalla costituzione se questa é avvenuta da meno di tre anni.

Il credito d'imposta spetta fino a un importo massimo annuale di 5 milioni per ciascun beneficiario ed é riconosciuto a condizione che la spesa complessiva per investimenti in ricerca e sviluppo effettuata in ciascun periodo d'imposta in relazione al quale si intende fruire dell'agevolazione ammonti almeno a 30.000 euro.

L'agevolazione ha carattere automatico: per ottenerla non occorre un'autorizzazione, ma é sufficiente indicarla nella dichiarazione dei redditi.

é però fondamentale preparare con attenzione tutta la documentazione probatoria da mettere a disposizione dell'Agenzia delle Entrate in caso di controllo in loco. Per questo é indispensabili rivolgersi a professionisti preparati in grado di seguire tutto l'iter agevolativo con attenzione.

Per saperne di più contattaci allo 0575/354444

 

Fondo rotativo con finanziamento a tasso zero per macchinari e impianti

Finanziamento a tasso zero per le Micro, Piccole e Medie Imprese toscane che investono nella loro attività . I settori interessati saranno artigianato, industria, turismo, commercio e terziario.

Investimento minimo previsto € 10.000,00 e massimo € 200.000,00.

Non sono richieste garanzie e la durata del rimborso è prevista in 7 anni con preammortamento di 18 mesi.

Per saperne di più¹ contattaci allo 0575/354444

 

Info

BRT Consulting

Ingegneria & Finanza

Via Vittorio Veneto, 39

52100 Arezzo

 

Tel: +39 0575 354444

DIRETTIVA BOLKESTEIN: DONNEDAMARE, “GIORNATA STORICA"

 

 

 

Bolkestein: spiagge sono beni e non servizi. La direttiva non va applicata a balneari 

 

 

 

Roma, 18 aprile 2018 - È stata accolta con l’ovazione di tutte le imprese balneari, che da anni vivono con l’incubo della Direttiva Bolkestein, vista come una tagliola, la notizia data dal padre della direttiva in persona. 

 

Lo stesso ha infatti dichiarato che le concessioni balneari non sono servizi ma beni, e che pertanto la direttiva sulla libera circolazione dei servizi non va applicata alle concessioni delle spiagge.

 

La buona notizia è stata data nel corso del convegno “L'EURO, L'EUROPA E LA BOLKESTEIN SPIEGATI DA FRITS BOLKESTEIN”, organizzata oggi alla Camera dei Deputati dall’Associazione Donnedamare, capitanata da Bettina Bolla. 

 

“Questa è non è solo una vittoria di Donnedamare ma di tutte le 30000 aziende balneari, delle associazioni e dei politici che ci hanno sostenuto. Una battaglia iniziata nel 2007, fatta senza mai arrendersi, anche quando tutti dicevano che le scelte le aveva fatte per noi l’Europa. È al nuovo Governo che si formerà che chiediamo l’impegno di recepire la direttiva nel modo corretto, dopo che si è finalmente fatta luce sull’incresciosa vicenda - ha dichiarato la Bolla. 

 

All’evento, moderato da Vittorio Macioce, caporedattore de “Il Giornale”, hanno parteciperanno i rappresentanti di tutti gli schieramenti politici tra i quali: Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Maria Stella Gelmini, Gian Marco Centinaio, Maurizio Gasparri, Carlo Fidanza, Deborah Bergamini,  Massimo Mallegni, Giorgio Mulé, Vittorio Sgarbi, Riccardo Zucconi, Sandra Lonardo, Edoardo Rixi, Roberto Bagnasco, Roberto Cassinelli, Lorenzo Viviani, Gianni Alemanno, Paolo Ripamonti, Stefania Pucciarelli, Sara Foscolo, Manuela Gagliardi, Franco Vazio, Sergio Battelli, Gregorio De Falco, Luciano Monticelli, Marco Scajola e Angelo Vaccarezza e tanti politici che si sono battuti sul tema.

 

Bettina Bolla

DONNE DAMARE: SALVARE L'IMPRESA BALNEARE

 

 

Mentre l'Italia è in alto mare, mentre la riforma delle concessioni demaniali divide gli schieramenti e mette a rischio 30.000 imprese balneari, l'economista olandese Frits Bolkestein, l'estensore della direttiva da cui nasce tutto, si stupisce che la categoria dei balneari possa essere stata inserita della norma.
L'occasione di chiedere un’interpretazione autentica direttamente al «papà» della direttiva lo offre l'evento L'EURO, L'EUROPA E LA BOLKESTEIN SPIEGATI DA FRITS BOLKESTEIN, che si terrà mercoledì 18 aprile alle ore 15:00 a Roma presso l'aula del Palazzo dei Gruppi Parlamentari in via di Campo Marzio 78 — Camera dei Deputati
Un evento a numero chiuso, che prevede già una folta rappresentanza di politici di tutti gli schieramenti, moderato da Vittorio Macioce, caporedattore de “Il Giornale”; nato dall'iniziativa dell'Associazione Donnedamare e della sua presidente Bettina Bolla, che aveva già incontrato il noto economista olandese in un convegno nel 2014. E fu allora che le disse ”Non capisco perché le spiagge siano state inserite nella Direttiva Servizi”. Come è noto, infatti, pur avendo ricoperto l’alta carica di commissario al mercato interno dal ’99 al 2004, Bolkestein ha in seguito criticato la deriva fallimentare presa dall’unione monetaria europea. Anche la direttiva che da lui prende il nome è stata radicalmente modificata rispetto alla stesura originaria.
La disponibilità di Frits Bolkestein di venire a spiegare pubblicamente e in una sede istituzionale e prestigiosa, la propria autorevole posizione è un'occasione importantissima e unica. Un'occasione che potrebbe azzerare tante diatribe.
La cosa probabilmente più logica, quella che non hanno saputo fare per molti anni i governi italiani, incorrendo in procedure d'infrazione europee e puntando esclusivamente alla messa all'asta di 30.000 piccole aziende e di altrettante famiglie, è stata fatta dall'associazione Donnedamare, nel solo interesse della categoria, senza guardare a colori e interessi politici Solo per arrivare all'obiettivo unico e definitivo: uscire dalla Bolkestein ed evitare le aste.
Infatti, loro le Donnedamare - si definiscono in una nota – “un gruppo eterogeneo di donne provenienti da diverse zone d'Italia, assolutamente non accumunate da nessun orientamento politico o sindacale”.
La cosa che le accomuna invece è la determinazione a difendere la loro dignità di lavoratrici sul mare.

“Per quello amiamo – dicono - definirci Bagnine e per questo siamo abituate ad affrontare i marosi e a non indietreggiare davanti alle difficoltà”

“Invitando il padre della Direttiva in Italia – aggiunge Bettina Bolla  - vogliamo ribadire nostra assoluta estraneità alla normativa Bolkestein, che vorrebbe privarci delle nostre aziende e cancellarci con un colpo di spugna: siamo parte di oltre 30 mila aziende, quasi tutte imprese familiari prive di qualsiasi tipo di ammortizzatore sociale, che danno lavoro a 150.000 persone, ed un indotto, compresi i nostri fornitori, pari a 1 milione di persone, oltre a coinvolgere un numero incalcolabile di ditte nel terziario e professionisti collegati alle nostre attività, incidendo per oltre il 10% sul Pil nazionale”.

 

Bettina Bolla

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