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Cantine

Viticoltori Vinchio Vaglio Serra

Vinchio Vaglio: the Nest of Barbera

The name results from both Vinchio and Vaglio Serra villages where 19 vine growers used to live and founded the cooperative in 1959.


We are located in PiedmontMonferrato, core zone of UNESCO World Heritage Patrimony, right at the foot of the Alps.

Nowadays the cooperative represents 192 family vine growers who take daily care of 450 hectares mostly planted in Barbera grapes (60% of our production) and all other indigenous grapes from Piedmont such as Nebbiolo, Dolcetto, Ruché, Albarossa, Grignolino, Arneis, Cortese, Moscato and Brachetto.

Our territory is characterized by a distinctive terroir of calcareous soils and sandy soils in Vinchio and mostly clay soils in Vaglio Serra what makes the Barbera of Vinchio Vaglio unique for the structure (white soils), elegance(sandy soils) and aromas (clay soils).

The winery mixes very traditional viticultural methods, like manual work in the vineyards including hand harvesting with modern practices, such as temperature controlled stainless steel tanks, solar panels and a high tech bottling line.

Our winery is surrounded by the path of the nests (“il sentiero dei nidi”) that opens onto the Natural Reserve of Val Sarmassa, an incredible overview of our landscape and biodiversity mixing steep slopes hills vineyards, woods, and asparagus cultivation.

Discover more on our website
or download our Company Profile.
 

Best regards, 

Tessa Donnadieu
Export Manager
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RUFFINO 20>>21

Identità. Sostenibilità. Innovazione. Futuro

 

Bagno a Ripoli - Firenze, 5 maggio 2021 – Dalla Locanda Le Tre Rane - Ruffino della Tenuta Poggio Casciano, inserita nella meravigliosa villa rinascimentale di una delle tenute gioiello di Ruffino, l'Amministratore Delegato Sandro Sartor dialoga con Francesco Sorelli, Direttore Comunicazione, e il giornalista Gioacchino Bonsignore, Caporedattore del TG 5, guidandoci in un viaggio di 4 capitoli, 4 parole chiave che racchiudono l'essenza di Ruffino: identità, sostenibilità, innovazione e futuro

 

IDENTITÀ 

Storica realtà fondata nel 1877 a Pontassieve alle porte di Firenze, l'azienda ha segnato la storia del vino in Toscana, mantenendo una solida identità nel luogo in cui è nata. Con l'acquisizione di due tenute in Veneto per la produzione di Prosecco, Ruffino ha scritto una nuova pagina nel mercato globale del vino, perseguendo l’idea di catturare nuove tendenze per includere e creare relazioni, celebrando il piacere dello stare insieme. “Vivere di Gusto”, il nuovo posizionamento di marchio firmato Ruffino, racconta al consumatore proprio questi concetti, attraverso nuove piattaforme di comunicazione: campagna tv e campagna stampa, un nuovo sito internet ruffino.it e il nuovo web magazine viveredigusto.it, che vanno ad affiancare una nuova organizzazione dei canali social.

«Anche l'enoturismo, l'ospitalità legata all'esperienza di marchio – spiega Sandro Sartor – rappresenta la sublimazione del Vivere di Gusto. È per noi una squisita sintesi di turismo rurale, culturale e gastronomico, che diversifichiamo in un ventaglio di esperienze, tutte estremamente coerenti col nostro Vivere di Gusto: tour & tasting, la locanda Le Tre Rane – Ruffino, l’enoteca Bottega del Vino, l’Agriresort Poggio Casciano con le sue colazioni e la meravigliosa piscina. Venire a Poggio Casciano significa veramente capire e beneficiare di quanto è sotteso nel sintagma Vivere di Gusto, ritrovare in questo particolare momento l’incanto dello stare insieme».

 

SOSTENIBILITÀ

Una realtà di grandi dimensioni, costituita da diverse piccole aziende agricole che curano ogni minimo dettaglio come fanno gli artigiani, unite per una visione comune: la sostenibilità.  Entro il 2025 Ruffino sarà certificata interamente sostenibile e tutte le tenute saranno a conduzione biologica, diventando così la più grande realtà vinicola toscana bio. Intanto, già a fine 2021, più del 40% dei vigneti di proprietà di Ruffino sarà a conduzione biologica. Dal 2018 tutte le Tenute Ruffino hanno ottenuto la certificazione “Biodiversity Friends” dalla World Biodiversity Association: una certificazione che premia la capacità di aver ripristinato e mantenuto la biodiversità nelle tenute. L'impegno di Ruffino verso la costante attenzione agli sprechi e all'impatto ambientale si concretizza anche nel riciclo di oltre il 75% dei rifiuti prodotti, di cui ne sono un esempio virtuoso la gestione delle acque con impianti di depurazione all'avanguardia e la fitodepurazione, che permette di trattare in modo naturale le acque di scarico delle cantine grazie all'uso delle piante palustri e del filtraggio naturale dell'acqua con sabbia e ghiaia, convogliando l'acqua purificata nelle operazioni di irrigazione e pulizia.  Conduzione organica in vigna per favorire la biodiversità e una produzione sostenibile rientrano nell'alveo del progetto “Ruffino Cares”. To care è un verbo inglese la cui traduzione significa “prendersi cura, impegnarsi per qualcosa di positivo.  «Ruffino Cares - prosegue Sandro Sartor- è un ampio progetto di responsabilità sociale, che in queste ore più che mai esprime il nostro sentimento, il nostro cuore battente e la nostra volontà di fare. Sostenibilità è anche educazione al consumo responsabile di vino che si incarna nell'idea di educare a gustare il vino ancorandolo ai sistemi relazionali tipici di noi italiani: la convivialità e la condivisione. Bere attraverso il piacere di stare insieme, quindi, non per isolarsi negli eccessi».  Fra i pilastri di Ruffino Cares, il supporto agli svantaggiati esprime l'impegno verso gli altri e la responsabilità nel sostenere le eccellenze del territorio nell’ambito dell’assistenza e del volontariato come Dynamo Camp e l'associazione MiaDi, mentre Diversity & Inclusion si pone l’obiettivo di costruire un clima aziendale aperto e inclusivo.  «Ruffino Cares – spiega Sandro Sartor - è un progetto a lungo termine, ambizioso, che ha l'aspirazione di rappresentare quello che l'azienda desidera far vivere nella sua essenza di marchio: la bellezza buona e sociale. Il tutto è certificato in un Bilancio di Sostenibilità che presentiamo di anno in anno».

 

INNOVAZIONE

L’innovazione è possibile tanto più sono chiare, definite e rispettate le proprie radici. In questo modo sarà possibile che l’innovazione di oggi divenga la tradizione di domani.

Nell'aprile dell'anno scorso nasceva Aqua di Venus Toscana IGT, un rosato omaggio all’arte e alla femminilità. A marzo di quest’anno la linea Aqua di Venus si arricchisce di un’espressione in bianco che racconta un’altra anima della costa maremmana, dagli aromi intensi con un carattere deciso e seducente. 

Un'altra nuova etichetta nata dall’esperienza maturata nelle tenute venete dei Poderi Ducali è il Prosecco Rosé Doc, uno spumante metodo Martinotti prodotto da uve Glera e Pinot Nero, caratterizzato da un perlage fine, aromi fruttati, immediatezza e piacevolezza.

Fra gli obiettivi dell'azienda c’è la valorizzazione dei suoi vini rossi di fascia più alta, espressione della storia di Ruffino e del territorio toscano, attraverso la definizione di una famiglia che li racchiuda.

 

FUTURO 

Ruffino guarda con ottimismo al domani, conscia che si intersecheranno opportunità e sfide. L’azienda ha chiuso il suo bilancio fiscale con circa il 20% in meno del fatturato, rispetto allo scorso anno, chiudendo a 106 milioni di euro circa. La causa è soprattutto imputabile alla forte contrazione del canale ho.re.ca. L’Ebitda si attesta al 16% sul fatturato. Uno scenario non semplice, la normalità non è ancora vicina e a tutto ciò si aggiungono i cambiamenti climatici che ogni anno creano nuove complessità.

Tuttavia, non è retorico dire che la pandemia ha creato anche delle opportunità. In giapponese la parola crisi è composta dagli ideogrammi di paura e opportunità. Ruffino ritiene che ci sia una grande voglia di ritorno alla normalità, ancora più partecipata e vissuta, e che quindi il canale dell’ho. re.ca. possa tornare a rivestire il ruolo che aveva prima, e forse ancora di più. 

Ci saranno nuove forme di socialità, che premieranno ancor di più l’enoturismo, i piccoli gruppi rispetto alle grandi aggregazioni, le visite alle nostre tenute, che offrono naturalmente scenari belli e in sicurezza.

E Ruffino, anche in questo biennio dai toni chiaroscurali, ha continuato a investire: sui vigneti, sulle cantine (i più significativi investimenti sono arrivati per l’ampliamento della capacità produttiva de La Duchessa, la nostra tenuta in Veneto), sui propri vini e, soprattutto, sulle persone, asset imprescindibile su cui costruire il proprio futuro sostenibile

 

Paola Chiapasco

 

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TEDESCHI: MATERNIGO VALPOLICELLA SUPERIORE DOC

 

UN REGALO SPECIALE  PER BRINDARE ALLA FESTA DELLA MAMMA

 

Il significato del suo nome - Terra della Madre - rende il Valpolicella Superiore Doc la scelta perfetta per onorare questa ricorrenza. Ci sono tanti modi per rendere omaggio alla mamma, per festeggiarla e renderla felice. Magari con una bottiglia di vino, un’etichetta che già nel suo nome, Maternigo - ovvero Terra della Madre - celebra questa giornata particolare.

 

È dal vigneto Impervio, così chiamato per l’importante pendenza del terreno, che nasce questo cru di Valpolicella Superiore Doc della famiglia Tedeschi, da una terra caratterizzata dalla presenza di marne bianche e gialle che donano grande freschezza ed equilibrio a questo vino. Il suo colore è un rosso rubino intenso, limpido e trasparente. Al naso è molto fruttato (note di ribes rosso, amarena, ciliegia, lamponi) che si amalgamano alle note di pepe e spezie dolci. In bocca la sua trama è ricca, persistente e molto elegante.

 

È proprio grazie al costante impegno sulla ricerca di caratterizzazione su ogni singola parcella che la vigna viene seguita momento dopo momento fino alla selezione delle uve: questo lavoro dà vita ad un prodotto dalla struttura e dalla concentrazione ben equilibrate, con una singolare acidità che regala bevibilità e longevità a questo perfetto interprete del territorio della Valpolicella.

 

Alziamo i calici e brindiamo a tutte le mamme del mondo!

 

Lucia Boarini

 

FERRARIS AGRICOLA COMPIE CENT'ANNI

Il centenario di Ferraris Agricola: un anniversario che porta con sé i 20 anni di Luca Ferraris a guida dell’azienda di famiglia. La storia di una cantina, tre identità espressione di un territorio e un ambasciatore del Ruchè nel mondo

 

Ferraris Agricola deve la sua nascita alla bisnonna di Luca, Teresa, che nel 1921 acquista la casa più grande di Castagnole Monferrato, dove nacque poi l’azienda e dove tutt’ora si trovano le cantine storiche e il Museo del Ruchè Ferraris.

 

Da allora, nei cento anni a seguire, il filo che lega il genius loci di Ferraris a Castagnole Monferrato non si è mai spezzato. Son passate tre generazioni, dalla piccola produzione iniziale venduta all’ingrosso ai commercianti e ai consumatori privati, al conferimento delle uve alla Cooperativa Sociale del paese, sino all’arrivo del giovane e appassionato Luca Ferraris che nel 2001 segna l’inizio di un cammino dedicato alla crescita di una denominazione, di pari passo con l’azienda: ricerca e innovazione nel pieno rispetto di un microcosmo vitivinicolo e del suo unico terroir.

 

«Nel 2001, il 27 aprile, sono entrato in azienda, dopo due anni trascorsi a fare esperienze in altre realtà e a lottare con mio papà che per me si immaginava un futuro diverso – racconta Luca Ferraris. ‘La terra è bassa’ - mi ripeteva spesso, pensando che non fosse quello il mio destino. Quando poi ho finalmente preso le redini di Ferraris Agricola è stata una grande soddisfazione personale, oltre che vera e propria rivincita generazionale. Dopo due decadi ora posso dire di essere il più grande orgoglio di mio padre, continua Luca. Gli ultimi vent’anni mi hanno visto crescere in competenze e investimenti, senza mai perdere la passione e l’agire di impulso, che sono rimasti gli stessi del primo giorno».

 

LE TAPPE PIÙ IMPORTANTI

 

Ricominciando a vinificare in proprio le uve provenienti dai vigneti di famiglia, Luca segna la svolta per l’azienda e, senza dubbio, per tutto il mondo del Ruchè: fu infatti il primo in zona ad effettuare i diradamenti delle uve per aumentarne la qualità, impostando la conduzione esclusivamente per la produzione di vino in bottiglia e di alto livello. La produzione crebbe rapidamente: si passò dalle 5.000 bottiglie dell’annata 2000 alle 60.000 del 2003, grazie anche all’incontro fortuito nel 2002 con Randal Graham, enologo californiano, fondatore dell’azienda Bonny Doon Vineyard nelle Santa Cruz Mountains, wine blogger di successo e appassionato di vitigni autoctoni da riscoprire.

 

Successivamente l’arrivo di 7 ettari, nel 2008, portati dall’acquisizione di un’azienda e dei suoi terreni, tutti coltivati a Ruchè, sancisce la trasformazione di Ferraris da realtà commerciale-agricola ad azienda completamente agricola.

È la telefonata ricevuta da Francesco Borgognone nel 2016, che porta all’acquisizione, in un simbolico passaggio di testimone, della Vigna del Parroco, unico Cru di Ruchè, a cambiare per sempre il destino di un vigneto e di Luca Ferraris.

 

Momenti importanti che hanno segnato gli anni più recenti di questa cantina e delle sue tre identità espressione di un unico territorio: Ferraris Agricola, Vigna del Parroco e Cà Mongròss. Una sola realtà che da 100 anni nutre, preserva e riscrive la storia, fortunata, di un vitigno, il Ruchè di cui Luca Ferraris continua a farsi portavoce ed ambasciatore nel mondo.

 

IL FUTURO

 

 

 

Il disegno del futuro vede i tratti di nuovi e interessanti progetti, legati da un minimo comune denominatore: il territorio astigiano. Le ultime recenti acquisizioni vanno in questa direzione: i 6 ettari di Ca’ Mongròss a Montegrosso d’Asti da cui nascono le Barbere e i 2 ettari a Monastero Bormida con Tenuta Santa Chiara dedicati alla produzione di Alta Langa.

 

I prossimi passi saranno mossi sempre più verso la valorizzazione del territorio anche attraverso un importante e continuo lavoro sui single vineyards. Al centro c’è l’essere umano e il suo desiderio di nuove sfide, con la capacità di ascoltare la natura, interpretarla nel segno del terroir, avendo bene a mente il valore di quest’ultimo, inteso come incontro e sintesi unica di microclima, qualità del suolo e lavoro umano.

 

In occasione del centenario verrà inaugurato un WineClub, il Salotto del Ruchè, che ospiterà alcuni appuntamenti dedicati all’anniversario dell’azienda, ai quali potranno partecipare clienti privati e wine lovers. Verranno proposte occasioni di confronto e degustazioni dedicate non solo a Ferraris Agricola, ma a tutta la denominazione del Ruchè. Stay tuned!

 

Ferraris Agricola è Luca Ferraris, un vigneron del Monferrato a guida dell’azienda di famiglia costruita e fatta crescere con determinazione nel nome della sua grande passione per il Ruchè. 34 ettari di vigneti di proprietà il cui nucleo originario nasce nel comune di Castagnole Monferrato per poi ampliarsi con altre tre importanti acquisizioni: Vigna del Parroco, Cà Mongròss a Montegrosso d’Asti e l’ultima, Tenuta Santa Chiara, a Monastero Bormida. 250mila le bottiglie prodotte di cui più della metà rappresentate dal Ruchè, distribuite nei principali mercati internazionali.

Oggi Ferraris è l’indubbio punto di riferimento del Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG nel mondo, fiore all’occhiello di una denominazione riscoperta, frutto di quell’orgoglio contadino che ha ridisegnato le colline del Monferrato.

 

 

Paola Chiapasco

IL SAGRANTINO OMAGGIA DANTE

 

#CAPRAI4LOVE CELEBRA 

IL 700° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DEL SOMMO POETA

 

A FOLIGNO L’11 APRILE 1472 FU STAMPATA 

L’EDITIO PRINCEPS DELLA DIVINA COMMEDIA

 

Tra i tanti primati dell’Umbria ce n'è uno di rilevanza mondiale che forse non tutti conoscono: l'11 aprile del 1472, infatti, viene stampata a Foligno, antica città in provincia di Perugia, l'editio princeps della Divina Commedia di Dante Alighieri.

Nel 1472 Foligno era una città dove si produceva carta e questa produzione ha resistito fino al terremoto del 1997. L’incontro tra Giovanni Numeister prototipografo di Mainz allievo di Gutenberg con lo zecchiere folignate Emiliano Orfini ed Evangelista Angelini di Trevi regalò al mondo la stampa del primo libro della storia.

 

Per celebrare Dante, innovatore della lingua e icona della cultura italiana, di cui quest’anno ricorre il 700º Anniversario della morte, la cantina Arnaldo Caprai presenta un Montefalco Sagrantino d’artista, in edizione limitata, per valorizzare l’arte del territorio. L’etichetta è opera dell'artista canadese Rick Rojnic, reinterpretazione del ritratto di Dante visibile al Museo di Montefalco, parte del ciclo di affreschi “Storie della vita di San Francesco” dipinto da Benozzo Gozzoli nel 1452. Dante apparteneva all’Ordine francescano secolare e, raffigurandolo, Benozzo Gozzoli valorizza la Regola Francescana come elemento della civiltà del suo tempo. La spiritualità francescana viene così assunta a valore capace di essere colto da tanti pubblici.

 

La Divina Commedia, specchio dell’Italia di ieri e di oggi, viene celebrata da questa bottiglia anche attraverso i versi “E quindi uscimmo a riveder le stelle” (Inferno XXXIV, 139) riportati sulla velina: un messaggio di buon auspicio che indichi la via verso un futuro finalmente di libertà, prospero e sereno.

 

 

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