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Cantine

NASCE LA VIGNA DIDATTICA DELL’ISIS FORESI, IN COLLABORAZIONE CON L'AZIENDA ARRIGHI

Alle radici della Viticoltura Elbana: piantare una vigna per tramandare le tradizioni

 

 

“Le parole insegnano, gli esempi trascinano” - affermava Sant’Agostino - e delle sue parole hanno fatto tesoro all'Istituto Statale d’Istruzione Superiore “R. Foresi” Portoferraio dove è stata allestita la prima vigna didattica.

La vigna, che verrà coltivata ad alberello, omaggia la secolare storia vitivinicola elbana. Il vitigno scelto è tra i più antichi della tradizione: l’Ansonica. Sono state messe a dimora 115 barbatelle rispettando la classica distanza di 1 metro per 1 metro per creare la base del futuro impianto a capannello. La cura della vigna sarà rigorosamente in regime biologico.

Il progetto è stato fortemente voluto da Enzo Giorgio Fazio, dirigente scolastico dell’Istituto Statale d’Istruzione Superiore “R. Foresi” di Portoferraio ed è stato progettato e realizzato da Antonio Arrighi, titolare dell'omonima Azienda Agricola a Porto Azzurro e da Stefano Dini, agronomo del gruppo Matura con il contributo della Coldiretti Elba.

 

 

Un importante legame fra scuola e territorio con l’intento di far conoscere la storia della millenaria tradizione vitivinicola elbana. L’Isola d’Elba, infatti, fino alla metà dell’800 era composta da 5000 ettari vitati, perlopiù vigneti ad alberello che ricoprivano le colline elbane fino quasi al mare.

Il vino dell’Elba era amato e ben conosciuto, fino all’arrivo della fillossera, un acaro importato dall’America, che ha distrutto la maggior parte delle vigne e delle produzioni elbane. Ad oggi, la superficie vitata conta circa 300 ettari, con 14 aziende che fanno parte del Consorzio di tutela Elba DOC e una produzione di circa 800.000 bottiglie l’anno.

“I ragazzi sono il futuro dell’isola e speriamo che si possano appassionare a questa antica e importante tradizione enologica che ha le sue radici prima dell’epoca romana e, nonostante le sfide nei secoli, resiste e rappresenta l’Elba nel mondo.” - ha dichiarato Antonio Arrighi.

 

Daniela Mugnai

ARTE & VINO: UN CONNUBIO FIORENTINO VINCENTE

 

Ser Lapo, la storica Riserva della famiglia Mazzei, si rifà il look con gli studenti del Liceo Artistico di Porta Romana di Firenze

 

 Si è concluso il contest organizzato dall'azienda Marchesi Mazzei in collaborazione con il Liceo Artistico di Porta Romana di Firenze e, a partire dai prossimi mesi, sarà disponibile sul mercato italiano, oltre che sui due mercati export più importanti per la Tenuta (Canada e Stati Uniti),  una limited edition delle bottiglie di Ser Lapo, Chianti Classico Riserva,  con cui la storica famiglia del vino toscano vuole celebrare il suo illustre antenato, che dà il nome allo stesso vino.

 

I disegni selezionati sono stampati su un cartoncino che avvolge la bottiglia. L’idea è stata quella di andare a creare un connubio tra un prodotto storico e le nuove generazioni, tra vino e arte, tra eccellenze toscane. Il Liceo Artistico di Porta Romana, ha un’antica tradizione nella formazione dei giovani, e porta avanti un insegnamento che è perfettamente in linea con il clima culturale e la vocazione artigianale della città di Firenze.  

 

Da qui il progetto di coinvolgere gli studenti del Master in Arti Grafiche dello stesso Liceo lasciando libero sfogo alla loro creatività, promuovendo una collaborazione tra il settore pubblico e il settore privato. 

Sono stati presentati cinque progetti e tra questi hanno primeggiato gli studenti Leonardo Filippini e Marialuce Toninelli che meglio hanno saputo interpretare con creatività, ironia ma anche con attinenza storiografica, il rapporto d'amore e di profonda conoscenza tra il vino e Ser Lapo Mazzei.

 

 “Da Febbraio 2020 abbiamo incaricato gli studenti del primo e del secondo anno del corso di perfezionamento Arti Grafiche del Liceo di realizzare dei disegni che interpretassero alcune frasi sul vino scritte dal nostro antenato Lapo Mazzei - tra la fine del 1300 e l’inizio del 1400 - nella corrispondenza con l’amico Francesco Datini e raccolte poi nel libro Antiche Lettere di vino”, spiega Giovanni Mazzei - Export Director dell'azienda di famiglia - e aggiunge “l’obiettivo era di mettere alla prova i giovani artisti con un progetto contemporaneo che avesse come soggetto un pezzo di storia del mondo del vino e del Chianti Classico in particolare; i risultati sono stati eccellenti e non è stato semplice scegliere un vincitore, infatti alla fine si sono aggiudicati il primo posto in due. ”

 

Gli studenti sono stati affiancati in questa attività speciale, resa fattibile grazie al Dirigente Scolastico Laura Lozzi, dai professori Silvia Vanni e Roberto Nannicini.

Mazzei: contemporanei dal 1435 

Uno stretto legame unisce la famiglia Mazzei al mondo del vino fin dai tempi più antichi e, in particolare, vi è un connubio indissolubile con la Toscana e il Chianti Classico, denominazione dove i Mazzei spiccano da sempre per eccellenza e visione. Attenzione ai valori e continua ricerca si incontrano in tutte le Tenute di proprietà della famiglia, due delle quali si trovano in Toscana (Castello di Fonterutoli nel Chianti Classico e Belguardo in Maremma) mentre Zisola, giace a Noto, nella Sicilia sud-orientale.

 

Simonetta Gerra

AQUA DI VENUS LOOKING FOR TALENT

Ruffino lancia un’iniziativa fotografica dedicata alla linea Aqua di Venus

Aqua di Venus

 

 

 

Aqua di Venus Rosé e Bianco racchiudono la sensualità, l'eleganza e la bellezza dell'opera iconica di Botticelli: La nascita di Venere. Questi vini delicati e distintivi sono due novità all’interno della famiglia di vini Ruffino. Ogni sorso di Aqua di Venus trasporta magicamente nel suo luogo d’origine, la Maremma, nel sud della Toscana, dove l'aria è fresca e salmastra e il sole è piacevolmente caldo. Questi vini traggono ispirazione della bellezza della natura che Ruffino, con l’iniziativa Aqua di Venus Looking for Talent, si propone di interpretare attraverso l’arte della fotografia.

#sipsofbeauty #eyeofvenus #aquadivenus

Le adesioni, aperte sino al 15 maggio 2021, prevedono la registrazione dei candidati sul sito www.ruffino.it/aquadivenustalent tramite compilazione del form e caricamento di un’immagine rappresentativa del proprio stile. Gli autori dei 30 migliori scatti accederanno alla successiva fase dell’iniziativa e riceveranno un kit di prodotti Ruffino che comprende 2 bottiglie di Aqua di Venus e 2 calici di cui si dovrà trasmettere uno scatto entro il 30 giugno 2021. Entro il 30 settembre una commissione di esperti composta da: Annarita Cicciarelli – Ruffino EMEA Marketing Director, Stefano Caffarri – Scrittore e Fotografo, Matteo Fioravanti – Architetto, Andrea Varani – Fotografo di Moda e Sofie Delauw – Fotografa di Viaggi, Cibo e Lifestyle, esaminerà tutte le immagini e sceglierà l’artista cui affidare la realizzazione di alcuni still life di prodotti Ruffino per un compenso di 3.000 €. Gli scatti verranno successivamente riuniti in una monografia firmata, stampata a spese dell’Azienda.

 

Per tale progetto, il finalista prescelto, oltre al compenso e alla pubblicazione della propria monografia, riceverà una macchina fotografica professionale Sony completa di obbiettivo (macchina fotografica Sony a7 III e un obbiettivo Sony FE 24-105 F4 G OSS).

 

Con questo progetto, Ruffino, si propone di scoprire e valorizzare talenti, dando agli appassionati l'opportunità di mostrare capacità e creatività. Il team di esperti, composto da professionisti del mondo del vino e delle arti figurative, premierà gli scatti che sapranno conciliare la qualità dell’immagine con le suggestioni dei temi della bellezza, del gusto e della sostenibilità. Parole chiave del mondo Ruffino, oggi alla ricerca di qualcuno che possa raccontare tutti questi valori attraverso l’arte della fotografia.

 

Ruffino, fondata nel 1877 a Pontassieve, vicino Firenze, è sinonimo di storia del vino in Toscana. Grandi classici toscani, vini come Chianti Classico Riserva Ducale e Riserva Ducale Oro, Chianti Ruffino e Brunello di Montalcino Greppone Mazzi, sono da sempre il cuore della produzione Ruffino. In parallelo, la voglia di confrontarsi continuamente con nuove sfide ha portato Ruffino alla creazione di imponenti Supertuscan, fra cui il pluripremiato Modus, e al lancio di vini giovani ed innovativi come la linea Aqua di Venus. A fine 2011, Ruffino è stata acquisita da Constellation Brands, la più importante azienda vinicola americana, e una elettrizzante nuova pagina dell’affascinante storia di Ruffino è pronta per essere scritta. L’attenzione alla sostenibilità  riveste un ruolo centrale nella strategia aziendale: con l’acquisizione nel 2018 di due tenute in Veneto, per la produzione di Prosecco, è cominciata la transizione al biologico che porterà  entro pochi anni ad avere tutti i vigneti Ruffino a conduzione biologica. Ruffino oggi è una realtà profondamente radicata nel suo storico territorio, la Toscana, e al contempo aperta alle complesse sfide del mercato globale: presenti in quasi 90 paesi, i vini Ruffino costituiscono un segno forte di italianità e del Vivere di Gusto

 

“TERLANER RARITY 2008”: LA STORICA CUVÈE INCONTRA LA LONGEVITÀ

È un...Terlaner! Cantina Terlano svela il nuovo vino rarità in edizione limitata, ambasciatore dell’inconfondibile unicità del terroir d’origine. “Da molti decenni realizziamo la Cuvèe ‘Terlaner’ a base di Pinot Bianco, Chardonnay e Sauvignon, da cui otteniamo vini complessi e armoniosi”, afferma l’enologo Rudi Kofler. Il nuovo “Terlaner Rarity 2008” è dunque il testimone di una lunga tradizione che si intreccia con la filosofia della straordinaria longevità di Cantina Terlano.

Dare ai vini il tempo necessario per raggiungere la loro perfetta maturazione ed esprimere il loro potenziale è da sempre una prerogativa per Cantina Terlano. Nella “camera dei tesori” sono presenti 18 cisterne d’acciaio in cui riposano diversi vini, uno dei quali risale al 1979: ogni anno l’enologo Rudi Kofler seleziona ed imbottiglia una di queste annate invecchiate, la quale verrà lanciata sul mercato come Rarity. Quest’anno, dopo una lunga assenza, è di nuovo un Terlaner il vino scelto per portare con orgoglio il nome Rarità con l’annata 2008.

L’annata 2008: inizialmente timida, dopodiché travolgente

L’annata 2008 è stata sottovalutata inizialmente: dopo un’estate molto fresca è arrivato un autunno tardivo relativamente mite. I vini di quell’annata erano alquanto timidi nella loro giovinezza eppure dopo alcuni anni è emerso tutto il loro potenziale. La 2008 viene infatti ricordata come un’annata estremamente emozionante e longeva, considerata particolarmente buona in diverse zone vitivinicole mondiali, anche nella regione dello Champagne.

Il “Terlaner Rarity 2008” sorprende con la sua incredibile freschezza e complessità. “Questo è un vino estremamente affascinante, che ammalia con il suo carattere avvincente. Oltre ad una straordinaria struttura, caratterizzata da una texture delineata, il Terlaner Rarity 2008 conquista il palato con la sua freschezza e il finale sapido e vivace. Il Terlaner Rarity 2008 rappresenta la prova tangibile dell’unicità del terroir d’origine”, afferma Rudi Kofler.

Un lungo affinamento sui lieviti: la chiave per l’invecchiamento

Il Terlaner è un armonico assemblaggio di Pinot Bianco, Chardonnay e Sauvignon ed è una delle storiche Cuvèe realizzate da Cantina Terlano, la cui fondazione risale al 1893. “Prima di essere lanciato sul mercato il Terlaner Rarity 2008 ha maturato per 12 mesi sui lieviti in grandi botti di legno e ha continuato l'affinamento per altri 11 anni sui lieviti fini in piccoli serbatoi d’acciaio. Il suo lungo percorso di maturazione è terminato dopo un ulteriore anno di invecchiamento in bottiglia”, conclude Kofler. Il metodo d’invecchiamento utilizzato per queste rarità è noto anche come “metodo Stocker”, in onore dello storico enologo Sebastian Stocker scomparso qualche anno fa.

Il “Terlaner Rarity 2008” è disponibile in una linea rigorosamente limitata di 3.300 bottiglie in ristoranti di lusso e negozi specializzati selezionati.

 

Daviso 

 

BRAIDA DÀ IL BENVENUTO ALLA PRIMAVERA 2021 PIANTANDO UN BOSCO DI ROVERI A ROCCHETTA TANARO

 

Braida ha dato il benvenuto alla primavera 2021 piantando un bosco di querce a Rocchetta Tanaro (Asti). 146 piante di Quercus Sessilis, provenienti dal dipartimento francese dell’Allier, nella regione dell’Alvernia Rodano-Alpi, che daranno vita, negli anni, ad alberi di forma slanciata e ampia, i cui fusti sono perfetti per essere trasformati un domani in barrique. I legni di quella zona del Massiccio Centrale, tra le foreste di Tronçais, Gros Bois e Dreuille, sono infatti famosi in tutto il mondo perché contengono le sostanze nobili per la migliore e più equilibrata cessione al vino.

Le piante di rovere sono state collocate dalla squadra Braida in località Montebruna, appena sotto la vigna, in un appezzamento di terra di un ettaro e mezzo di estensione. Gli alberi impiegheranno tra i 100 e i 150 anni a crescere.

 

Dicono Raffaella e Giuseppe Bologna, proprietari dell’azienda di Rocchetta Tanaro, che ai 60 ettari vitati di proprietà alterna altri 15 ettari di bosco: “L’anno scorso, in questo periodo, piantavamo una vigna sulla collina dell’Asinara. Un gesto che, in pieno lockdown, mentre tutti erano immobilizzati, tra paura e incertezza, stupì molto per il messaggio di speranza che portava con sé. 

Quest’anno rilanciamo e mettiamo a dimora le querce: saranno i nostri figli e i nostri nipoti a godere a pieno del risultato di questo lavoro.  È un sogno che accarezzavamo da molto tempo.  

 

Foto credits: Simone Martinengo - Il Grandangolo di Nizza Monferrato

 

Da un lato, questo progetto si intreccia coerentemente alla storia aziendale di Braida, perché proprio sull’uso sapiente della barrique si basò nel 1982 l’intuizione di Giacomo Bologna che, modellando quel vino così carico di polifenoli e acidità, riuscì a rivoluzionare la percezione della Barbera, valorizzandola. Dall’altro, mette l’accento sulla grande importanza che ha per noi il distretto enologico astigiano e piemontese: in una filiera realmente corta, si producono non solo ottime uve ma anche le migliori botti (proprio il mastro bottaio Gamba di Castell’Alfero ci ha assistiti nella scelta delle piante di Quercus Sessilis) e i principali impianti dell’enomeccanica. E chissà, perché no, adesso anche i legni”.

 

 

Marianna Natale 

 

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