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Cantine

Tenute Famiglia Cecchi: Villa Rosa, Chianti Classico Ribaldoni 2016

L’energia di un giovane vigneto

 

Il Chianti Classico Ribaldoni 2016 nasce nella storica tenuta di Villa Rosa nel cuore di Castellina in Chianti, una delle più prestigiose aree di produzione del Chianti Classico DOCG.  La tenuta, di proprietà della famiglia Cecchi dal 2015, si trova all’interno di una delle più grandi cipressete europee e si estende per 126 ettari, di cui 36 a vigneto e 15 a oliveto, su terreni calcarei a matrice argillosa caratterizzati da profili eterogenei che uniscono la roccia di tipo alberese ai galestri scistosi. La gestione del patrimonio vitivinicolo di Villa Rosa è basata su una filosofia produttiva tanto semplice quanto raffinata: la proprietà è votata alla coltivazione esclusiva di uve Sangiovese della migliore qualità possibile, destinate ad etichette di grande personalità e valore.

Villa Rosa Ribaldoni

Denominazione: Chianti Classico D.O.C.G. Zona di produzione: Castellina in Chianti Vendemmia annata 2016

Numero di bottiglie 13.000

Altitudine media dei vigneti: 300 metri s.l.m.

Tipologia di terreno: Villa Rosa è posizionata tra le colline di Castellina in Chianti dove si estende per 126 ettari di cui 30 a vigneto e 15 a oliveto, su terreni calcarei a matrice argillosa caratterizzati da profili eterogenei che uniscono la roccia di tipo alberese ai galestri scistosi.

La morfologia dell’azienda delimita tre aree diverse per il loro potenziale vitivinicolo all’interno della quale predomina la varietà che più si è adattata: il Sangiovese. I vigneti più giovani sono dedicati a Ribaldoni.

Resa per ettaro: 60 q

Densità di impianto: 4800

Sistema di potatura: Cordone speronato orizzontale

Vinificazione: Tradizionale in rosso con macerazione prolungata sulle bucce

Temperatura di Fermentazione: 25-28°C

Durata di Fermentazione e Macerazione: fermentazione 5 giorni, macerazione sulle bucce 15 gg in totale.

Affinamento: 12 mesi in Tonneau. Affinamento in bottiglia almeno 6 mesi.

Temperatura di Servizio: 18°C Gradazione Alcolica: 14.5 %

Note organolettiche: Ribaldoni 2016 si presenta di un colore rosso rubino abbastanza fitto. Al naso spiccano intense note fruttate che si integrano ad un lieve e delicato sentore di legno tostato e spezie. L’ingresso in bocca è avvolgente, il sorso è fresco, vibrante, sapido, con tannini morbidi e vellutati. Lungo e persistente il finale.

Abbinamenti: Arrosti, cacciagione e formaggi stagionati.

 

Annalisa Chiavazza

CANTINA MIRABELLA PRESENTA IL NUOVO PINOT BIANCO METODO CLASSICO

 

Debutta il Brut Nature della Cantina di Rodengo Saiano, che si conferma portabandiera del vitigno. L’Azienda mette a dimora due nuovi ettari di pinot bianco e pinot nero

 

È ufficialmente disponibile sul mercato il nuovo Pinot Bianco Brut Nature di Cantina Mirabella. Del vitigno in purezza ne sono state prodotte 4.000 bottiglie: una nuova interpretazione della Cantina di vino non dosato, più immediato e fresco rispetto agli altri due vini senza aggiunta zuccherina, il DØM Riserva e il DØM Riserva Rosé

Il Pinot Bianco Metodo Classico era stato realizzato in edizione limitata per il cofanetto celebrativo dei 40 anni della Cantina, festeggiati nel 2019, ma è solo nel 2020 e con la nuova bottiglia champagnotta che il Pinot Bianco Brut Nature entra definitivamente nella linea Mirabella. Per l’occasione è stato elaborato un nuovo esclusivo packaging in formato piatto, concepito per aprire la strada a tutte le future confezioni dell’Azienda, con un minor impiego di carta data l’assenza della fustella. 

Il Pinot Bianco Brut Nature prevede una vendemmia manuale di soli grappoli perfettamente maturi e sani, i primi ad essere raccolti per la maturazione precoce e rapida del vitigno. Per la vinificazione si procede con una pigiatura soffice e una prima fermentazione con lievito selezionato a una temperatura controllata di 16-18°C in vasche di cemento. L’affinamento è di almeno 24 mesi sui lieviti in bottiglia e 3 mesi dopo la sboccatura. “Frutta bianca sopra una nuvola di talco, dove si rincorrono petali di biancospino. La morbidezza di un tiepido Pan di Spagna che in bocca gioca con granelli di sale”, ne descrive così il profilo sensoriale Alessandro Schiavi, enologo dell’Azienda.

In Franciacorta si coltivano 88 ettari di pinot bianco che corrispondono al 2,9% dell’intera superficie vitata. Di questi, Mirabella possiede il 10% dei terreni, attestandosi come una delle prime realtà per la coltivazione del vitigno nell’area. Una nicchia produttiva che costituisce una rappresentanza identitaria del territorio, nonostante il Pinot Bianco in purezza non rientri nel disciplinare Franciacorta.

La Cantina bresciana percorre con sempre maggiore decisione la strada del pinot, con la volontà di rafforzare il legame con le origini: alla fine degli anni ‘60, infatti, la denominazione si chiamava Pinot di Franciacorta DOC, ottenuto da uve pinot bianco con la possibilità di aggiunte di pinot grigio e pinot nero. Ad aprile 2020 Mirabella ha messo a dimora due nuovi ettari di vigneto, uno vitato a pinot bianco e uno a pinot nero. Una decisione che rientra in un disegno più ampio, che vedrà il lancio sul mercato di due nuovi vini fermi a partire da fine giugno 2020, un Pinot Bianco in purezza e un Pinot Nero in purezza, caratterizzati da freschezza, immediatezza e tipicità. Annata 2019 per entrambi che ha segnato grandi performance dei pinot, tanto che la cantina ha deciso di millesimare i Franciacorta.

 

Giulia Tirapelle

IL PIACERE DI UN CALICE DI TIMORASSO

Fotoservizio di Claudia Paracchini 

 

La storia della nascita dei vitigni è lunga quanto quella della vigna. Questa liana viaggiatrice incapace di mantenersi dritta come un albero fin dall’antichità si piantava insieme ad ortaggi e alberi da frutta di varie specie, e i contadini coltivavano cereali e verdura fra i filari di viti. I viticoltori di un tempo piantavano vitigni diversi nella stessa vigna forse per selezionare quelli più adatti al clima ed al terreno del posto. Fra gli infiniti vitigni autoctoni del tempo in provincia di Alessandria era coltivato il Timorasso, fin da tempi antichi con testimonianze già nel XIV secolo. 

Il Bollettino Ampelografico del Di Rovasenda del 1885 lo segnala come il maggior coltivato nel Tortonese. Ma le mode e le esigenze di mercato, si sa, si evolvono. Alcuni vitigni scompaiono altri tornano in voga. Fatto sta che data la sua scarsa adattabilità a condizioni climatiche diverse da quelle della regione di origine, nel corso dei secoli é stato lentamente abbandonato a favore di uve a bacca rossa piu produttive e meno delicate come la Barbera e la Croatina. 

In realtà negli anni ‘80 alcuni vignaioli del tortonese, in primis Walter Massa, hanno deciso di riportarlo in vita scommettendo sulle sue potenzialità, non con intenti nostalgici ma perchè la sua biodiversità conferisce sapori insoliti. Rustico, vigoroso il vitigno, corposo e di buona struttura il suo vino bianco, con la notevole caratteristica di essere adatto all’invecchiamento. 

Il Timorasso che si riconosce come prodotto legato alla cultura é quello della Cantina di Claudio Mariotto. Azienda che nasce nel 1920 e che quest’anno festeggia il centenario, dal bisnonno Bepi poi con Salvatore, Oreste a seguire fino a oggi, i fratelli Claudio e Mauro danno continuità ed espressione alla filosofia dell’azienda unite alla tradizione tramandate dalla famiglia. 

Con una superficie vitata di 45,00 ha in varie località dei colli tortonesi, la cantina ha deciso di puntare su 20 ha di Barbera e 20 ha di Croatina i principali, e qualche ettaro di Cortese, Freisa, Dolcetto e Moscato dalla quale ci si aspetta grande soddisfazione. La concentrazione della produzione punta molto sulla ricerca della qualità del prodotto, grazie allo sguardo attento di Claudio Mariotto. 

La cantina produce dei Timorasso differenti tra loro fin dal 1999 partendo quasi per gioco e diventando poi vera e propria passione tanto che, nel 2000, fu il primo a mettere l’etichetta  Derthona (con o senza acca ? Vinse la acca…!!).

Tanto che i suoi distinguo oggi sono il Cavallina, il Pitasso, il Derthona e dal vigneto Bricco San Michele, l’Imbevibile macerato in anfora e altri due marchi depositati pronti per essere messi in bottiglia. 

Non a caso la grande personalità di questi vini proviene dalla cura costante della vigna, dall’elevato standard qualitativo e i tipi di affinamento delle migliori partite.  Tanto che nel bicchiere abbiamo la sua variabile “giovane” che ne fa un ottimo aperitivo dai profumi fruttati e floreali, nella sua variabile “matura” con i suoi profumi di pietra focaia, polvere da sparo e spezie si adatta a carni bianche, pesce, formaggi fresche e stagionati e a primi piatti a base di tartufo. Questo vino insolito con una produzione ancora limitata ne fa un vino di nicchia molto ricercato dagli intenditori.

Agriturismo Corte Lantieri

Vacanze nel verde della Franciacorta all’Agriturismo Corte Lantieri di Capriolo.

Una splendida tenuta per assaporare in totale relax e privacy, una raffinata ospitalità fra le vigne

 

Vacanze lontano dalla folla, nel verde della Franciacorta, fra le più pregiate zone vinicole italiane. In una cornice che coniuga naturalezza a raffinata ospitalità, dove riprendersi il proprio tempo e trascorrere giornate di vero relax, ritempranti per corpo e spirito. Immerso fra i vigneti da cui provengono i pregiati Franciacorta aziendali, con grandi terrazze, giardini fioriti, una stupenda piscina affacciata sui filari e - all’interno - sale ampie e  camere ariose con vista sulle colline, Corte Lantieri di Capriolo è l’agriturismo di classe ideale per un’estate all’insegna della staycation, perfetto per vacanze tutte italiane in cui scoprire con occhi nuovi e diversi le meraviglie della nostra straordinaria penisola ed apprezzare l’inconfondibile stile dell’ospitalità Made in Italy. Una vacanza all’insegna della massima sicurezza, nel completo rispetto delle regole igienico sanitarie e delle norme di distanziamento, assolutamente connaturate alla struttura stessa, dato che ha solo 7 camere e quindi può garantire ai suoi ospiti la massima privacy, siti appartati dove godere il relax, percorsi fra le vigne lungo cui fare passeggiate e pedalate solitarie, angoli nel verde per praticare indisturbati yoga e movimento en plein air. Gli appassionati di cavalli, poco lontano trovano anche un maneggio attrezzato. Un luogo, Corte Lantieri, dove le famiglie possono far trascorrere ai bambini divertenti giornate a contato con la natura e gourmet e wine lovers trovano cucina e vini eccellenti.

 

Raffinata ospitalità fra le vigne

L’agriturismo è inserito nella tenuta della storica Cantina Lantieri (fra le più note della zona), ed è addossato al centro storico dell’affascinante borgo medioevale di Capriolo, in uno dei luoghi paesaggisticamente più suggestivi e incontaminati della Franciacorta. Ricavato dall’accurata ristrutturazione dell’antico palazzo nobiliare della famiglia Lantieri de Paratico, si raggiunge tramite una strada che si snoda tra lunghi filari di vite. Dalla sua suggestiva terrazza merlata si gode una magnifica vista sull’anfiteatro delle colline.  Ciascuna delle sue 7 camere è arredata con uno stile unico, con mobili eleganti e cura dei particolari, e gode di uno splendido panorama.

 

Una cucina di terra e di lago

Corte Lantieri è rinomata anche per il suo ristorante, aperto anche a chi non alloggia all’agriturismo. I piatti rispecchiano la tradizione franciacortina, con ispirazioni dal vicino Sebino, che offre alla tavola pesci delicati. Grande attenzione è dedicata all’impiego di verdure e frutti di stagione e a prodotti del territorio. I gustosi antipasti prevedono salumi e formaggi, tra cui spiccano la Ret (il salame tipico di Capriolo, tutelato dal marchio De.Co. di Denominazione Comunale), il Salame Montisola, il Silter Camuno e il Selvino di Grotta, serviti con sfiziose confetture e mieli locali. Per l’estate, lo Chef Paolo Zanardi ha elaborato nuovi e freschi piatti, ispirati come sempre alla tradizione. E così, nel menu dove hanno sempre un posto di rilievo le verdure e gli aromi dell’orto, ecco Sarde essicata del Sebino con polenta abbrustolita, Tartare di Trota Salmonata all’aneto con mela verde e panna acida, Risotto al Franciacorta Millesimato mantecato alla robiola due latti, Casoncelli della Corte con burro spumeggiante e salvia, Coscia di coniglio disossata e ripiena al forno con polenta bresciana, Manzo della tradizione di Rovato all’olio extra vergine, crostatine, semifreddi, dolci al cucchiaio che si possono gustare sulle terrazze affacciate sulle vigne o nell’affascinante cornice delle antiche sale dagli alti soffitti e dai grandi spazi, che permettono di disporre i tavoli molto distanziati fra loro. Ciascun piatto, presentato con cura e raffinatezza, viene accompagnato dai pregiati Franciacorta DOCG e DOC della Cantina Lantieri.

 

 

Visite e degustazioni nella cantina dove viene prodotto il Franciacorta Campione del mondo

Nella tenuta, accanto all’agriturismo, tutte da visitare sono le cantine, dove vengono organizzate degustazioni guidate. Passando dalla parte storica, dove le bottiglie riposano nella penombra sotto i volti seicenteschi, a quella moderna dove hanno luogo le fasi della vinificazione secondo le più avanzate tecnologie, si scopre come nascono i pregiati Franciacorta, prodotti esclusivamente mediante l’utilizzo delle uve raccolte manualmente nei vigneti di proprietà dell’azienda, che si estendono in parte intorno alla cantina e in parte alle pendici del Monte Alto. Vini che si distinguono per freschezza e mineralità ed esprimono i profumi e la polposità del frutto nella sua integrità. A rappresentarli al meglio è il Franciacorta Cuvée Brut NV Lantieri, che ha conquistato il titolo di World Champion nella categoria Classic Brut Non-Vintage Blend al The Champagne & Sparkling Wine World Championship 2019 (CSWWC), il prestigioso concorso ideato da Tom Stevenson, massimo esperto mondiale di Champagne and Sparkling wines.

 

Gli splendidi dintorni

Corte Lantieri è un ottimo punto di partenza per esplorare la Franciacorta, con i suoi caratteristici borghi, le antiche pievi ed abbazie, le aree naturalistiche. Li si può raggiungere anche in sella alle biciclette a disposizione degli ospiti. Partendo a piedi, ci si può incamminare lungo la fitta rete di sentieri che da Capriolo si inoltrano fra vigne e boschi. In un quarto d’ora d’auto si arriva sulle spiagge del lago d’Iseo, per trascorrere giornate di sole e nuoto, oppure raggiungere in battello Monte Isola, la più grande isola lacustre d’Europa, che spicca verdissima al centro del lago: un mondo a sé, da esplorare senza fretta, a piedi, dato che vi sono bandite le auto.

 

 

Un po’ di storia

I Lantieri de Paratico, nobile e antica famiglia bresciana, hanno radici franciacortine che risalgono a più di mille anni or sono, posto che la prima data certa che le documenta risale all’anno 930 d. C.

Antenati illustri ornano il loro albero genealogico, da una Beata Lucia Lantieri ad uno studioso di tattiche militari per giungere infine al famoso ingegnere e matematico Giacomo Lantieri che trascorse una vita tanto avventurosa da ispirare addirittura un libro: Servitore vostro umilissimo et devotissimo (Storia di Giacomo Lantieri, Bonanno Editore, 1994). Il suffisso nobiliare “de Paratico” sta a significare il loro precedente insediamento nel paese omonimo in provincia di Brescia, al confine con il lago d’Iseo, in Franciacorta. Qui, i Lantieri fecero erigere nell’XI sec. il loro magnifico castello. La storia narra che vi sia stato ospitato l’esule Dante Alighieri che, ispirato dal paesaggio, avrebbe scritto alcuni versi della Cantica del Purgatorio.

Nel ‘500 la famiglia si trasferì a Capriolo, dove si è perpetuata la tradizione vitivinicola e ha oggi sede l’azienda. I Lantieri si distinguevano per la produzione di vini già dal XVI secolo; erano allora apprezzati fornitori alla corte dei Signori Gonzaga di Mantova, ed alle corti di Ferrara e Milano, con il “Rubino di Corte Franca”, antesignano dei vini attuali.

 

Agriturismo Corte Lantieri 

Via Videtti 3, Capriolo (BS)

Tel. 030 7364071

www.cortelantieri.it 

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Marina Tagliaferri

Fontanafredda

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