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Cantine

La Tenuta Alois Lageder presenta le nuove Comete

 “Remember to look up at the stars, not down at your feet. Try to make sense of what you see and wonder about what makes the universe exist. Be curious.” (Stephen Hawking)

Magrè, maggio 2020_Sono sette le nuove COMETE disponibili dall’inizio di questo mese. La Tenuta Alois Lageder presenta gli ultimi esperimenti effettuati in vigneto e in cantina. L’esclusivo progetto nasce nel 2017 e ora si arricchisce di nuovi vini unici, disponibili solo in edizione limitata.

 

Come produttori di vino solo quando si continua ad interrogare sé stessi e l’ambiente in cui si lavora - senza l’obiettivo di trovare per forza risposte concrete - si crea spazio per nuove idee. "Le COMETE hanno un qualcosa di eccitante e straordinario, risvegliano la curiosità, non seguono schemi e lasciano sempre qualcosadi più o meno visibilealle loro spalle", afferma Helena Lageder.

 

Solo se si ha il coraggio di provare nuove strade e di spingersi oltre i confini, si può sviluppare ed aumentare in modo sostenibile la qualità, tenendo conto delle circostanze che mutano in continuazione.

 

Quest'anno sul mercato saranno quindi presentate sette nuove COMETE in edizione limitata: MÙS XIX, TIK XVIII, ZIE XVIII, BLA BLA BLA, PIPO3, LE TAN XVIII, LE LA XVIII. Con LE TAN XVIII e LE LA XVIII due vini rossi più leggeri conquistano un posto in questo speciale assortimento, sono un LAgrein LEggero e un TANnat LEggero.

 

Con le edizioni di quest'anno sono inclusi anche assemblaggi di tre diverse annate. Un aspetto che distingue i vini BLA BLA BLA o PIPO3 assolutamente dai loro predecessori. MÙS XIX, TIK XVIII e ZIE XVIII completano la linea. Dal 28 maggio on air anche la campagna di lancio sui principali social.

  

A proposito del nome

Le comete lampeggiano, lasciano una scia e svaniscono. Alcune durano anni, altri solo pochi secondi. Possono illuminare un percorso che ci guida in ciò che facciamo ogni giorno. "Alcuni di questi esperimenti svaniscono, 

 

altri diventano stelle e parte integrante del nostro assortimento", spiega Alois Clemens Lageder.

 

Ogni COMETA è unica, proprio come un'impronta digitale, e le etichette su ogni singola bottiglia sono state realizzate a mano e riportano proprio la coda di una cometa dipinta con un dito.

 

Per maggiori informazioni:

https://aloislageder.eu/vini/comete

 

Lucia Boarini 

I BAROLO 2016 DI MICHELE CHIARLO

La cantina Michele Chiarlo vinifica dal 1956 l’essenza del Piemonte, amando e valorizzando il più incredibile territorio vitivinicolo al mondo, e oggi è orgogliosa di presentare l’annata 2016 dei suoi Barolo, tutti certificati VIVA Sustainable Wines.

 

E’ una grande annata quella che presenteremo sul mercato nelle prossime settimane – racconta Stefano Chiarlo, enologo e titolare insieme al padre Michele e al fratello Alberto –. Un millesimo, caratterizzato da una rara complessità e da un notevole potenziale d’invecchiamento, che stupirà per la sua eleganza. Un’annata a cui la mia famiglia è particolarmente legata perché dal 2016 tutti i nostri cru sono stati certificati VIVA Sustainable Wine”.

 

VIVA è un progetto per la sostenibilità della vitivinicoltura che raggruppa alcune delle cantine più importanti d’Italia. Michele Chiarlo, a partire dal 2011, è stata tra le prime cantine ad aderire al programma, già nella fase pilota. Obiettivo di VIVA è quello di monitorare e valutare l’intera filiera produttiva, al fine di individuare e sviluppare strumenti per un modello di cantina a basso impatto, non solo in termini di pratiche agricole, ma di contesto produttivo globale, territoriale e comunitario.

Tre sono le etichette "VIVA" che nascono dai vigneti storici di Cerequio e Cannubi e che interpretano in modo impeccabile la filosofia produttiva di Michele, Alberto e Stefano:

 

  • Barolo Tortoniano
  • Barolo Cerequio 
  • Barolo Cannubi
  • L'ANNATA 2016

 

 

 

Note sull'andamento climatico

Il mese di gennaio e i primi quindici giorni di febbraio sono stati caratterizzati da temperature miti e scarse precipitazioni. Da metà febbraio a tutto marzo le temperature sono state decisamente inferiori alla media del periodo e sono arrivate abbondanti precipitazioni: condizioni climatiche che hanno determinato un ritardo nella ripresa vegetativa di almeno 10 giorni.

 

 

 

 

La primavera è proseguita con abbondanti piogge, che non hanno creato danni fitopatologici, ma determinato un’ottima riserva idrica nel suolo che si è rivelata preziosa durante la lunga estate. La maturazione è avvenuta in maniera graduale con giornate luminose e secche con temperature abbastanza elevate - che però non hanno mai superato i 35 C° - mantenendo i ritardi accumulati in primavera. Nel periodo della maturazione non ci sono state precipitazioni consistenti ma solo sporadici temporali. Da metà agosto a fine settembre escursioni termiche notte/giorno di 15-18 C° hanno favorito lo sviluppo di aromi importanti in uve perfettamente sane con bucce particolarmente spesse.

 

La vendemmia è stata particolarmente lunga. Iniziata la prima settimana di settembre con il Moscato è terminata a metà ottobre con il Nebbiolo da Barolo.

 

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WELL COM srl

Marta Sobrino

 

 

PINOT BIANCO RARITY 2007: L'EREDITA' DURATURA DI UNA LEGGENDA DEL VINO

 

Chi fa tutto come è sempre stato fatto, non si fa nemici, ma non scrive la storia. Sebastian Stocker, lo storico enologo di Cantina Terlano, scomparso nel 2017, era uno di questi, capace di aprire nuovi orizzonti. “Ho sempre sospettato che il terroir di Terlano potesse produrre qualcosa di straordinario. Tuttavia, questo potenziale non è stato compreso immediatamente”, disse una volta. Infatti, Stocker non ha lasciato le cose come stavano. In un periodo in cui quasi nessuno in Alto Adige pensava alla qualità, lui sperimentava, scambiava idee e dalla mattina presto fino a tarda notte si abbandonava alla sua grande passione: il vino. Il Pinot Bianco Rarity 2007 si riferisce non da ultimo all’incontenibile spirito di sperimentazione di Stocker.

 

 

 

 

 

Il vecchio enologo era un ingegnoso sperimentatore, anche perché più di mezzo secolo fa non era possibile fare altrimenti. Nonostante la mancanza di conoscenze professionali, da subito Stocker ha proceduto in uno studio meticoloso, registrando in un taccuino ogni sua osservazione in vigna e in cantina. Già nei primi anni '60, Stocker esaminava e confrontava vitigni posizionati in diverse zone. “Alle degustazioni ho notato che faceva la differenza dove cresceva l’uva e l’età delle viti”, spiegava. Da questo studio decennale si è sviluppata una tecnica, ovvero la vinificazione di piccole quantità in autoclavi, che Stocker aveva originariamente acquistato per la produzione di vini spumanti. Tuttavia, all’epoca, nel lontano 1967, i tempi non erano ancora maturi per questo. 

 

Così, Stocker decise di trasformarli in serbatoi di stoccaggio per le sue selezioni di uva che in questo modo avevano la possibilità di riposare più a lungo sul lievito fine. “È stato come un processo a porte aperte”, ha spiegato una volta. Dopo alcuni anni si è scoperto che questa lunga conservazione dei lieviti era molto efficace per lo sviluppo e la struttura dei vini. Quindi, impressionati dalle tecniche di produzione del vino di Stocker - imbottigliato come rarità dal 1979 in poi - due importanti personalità del mondo del vino dell'epoca, ovvero Giorgio Grai e André Tchelistcheff, hanno iniziato a partecipare alle sue degustazioni. Quello è stato l’inizio di una tradizione che Cantina Terlano ancora oggi mantiene. Dopotutto, i vini rarità sono un argomento convincente per spiegare la longevità dei vini bianchi di Terlano.   

 

Rudi Kofler, sulle orme di Stocker

Dal 2020, l’enologo Rudi Kofler porta avanti l’eredità del pioniere del vino Stocker. In questo modo, Kofler è anche responsabile di tutti i vini rarità che sono stati prodotti da allora, seguendo l’insegnamento di Stocker: “Stiamo parlando di una personalità notevole”, ricorda Kofler. “Era ossessionato dal concetto della lunga conservazione del lievito. Ora sappiamo che, oltre al terroir di Terlano, anche questo contribuisce in modo decisivo alla longevità di un vino. Infatti, i vini acquistano freschezza e complessità nonostante o forse proprio a causa dei lunghi tempi di maturazione”, spiega Kofler.  

“Grazie all’era Stocker, ovvero l’inizio della produzione di vini rarità, ora c’è un’intelligente gestione della qualità che Kofler spiega prendendo come esempio il nuovo Pinot Bianco Rarity 2007: “Nel caso del Pinot Bianco Rarity 2007, le uve arrivano da appezzamenti di terreno selezionati provenienti da tre aziende agricole ai piedi delle montagne, ad un’altitudine compresa tra i 500 e i 600 metri slm. 

 

I terreni che vi si trovano sono leggeri e costituiti da porfido di quarzo sub-vulcanico”, spiega Kofler. “Questi vigneti hanno dai 40 ai 50 anni e producono con una resa per ettaro molto bassa. Il Pinot Bianco Rarity 2007 è stato affinato prima in botti di legno per un anno, dopodiché in una botte d'acciaio nella cantina delle rarità per ulteriori 11 anni. Durante questo lungo processo di invecchiamento, i lieviti subiscono una cosiddetta autolisi che conferisce al vino una particolare complessità aromatica e gustativa. Inoltre, si realizza una stabilizzazione naturale che ha un effetto estremamente positivo sulla capacità di invecchiamento”, conclude Kofler.  

 

2007, un’annata interessante

Non è un caso che il Pinot Bianco sia diventato quasi un punto di partenza fisso nella selezione dei vini rarità: “Da decenni osserviamo che la qualità e il potenziale di maturazione del nostro Pinot Bianco risulta particolarmente elevato. L’annata 2007 è stata caratterizzata da piogge sufficienti in estate e da un autunno molto mite e soleggiato che ha portato ad un inizio precoce della vendemmia. Il vino è fine, leggero, dotato di un’elevata complessità e una freschezza quasi giovanile”, dice Kofler.   

Il vino rarità è disponibile in una linea rigorosamente limitata di 3.300 bottiglie in ristoranti di lusso e negozi specializzati selezionati. 

 

www.daviso.com      

ALTO ADIGE TERRA DI VINI

di Alessandra Pocaterra 

 

Kaltern, una delle cantine più importanti e produttive dell'Alto Adige, nel 2016 iniziò un progetto di riconversione con la fusione con Erste+Neue, due cantine sociali nate nel 1986. Oggi il Gruppo continua quel progetto dando vita ad un ammodernamento delle Cantine. Alcune delle parti storiche sono state lasciate intatte come ad esempio la cantina storica del 1908 (dice la leggenda che sia  stata  costruita da più di mille soci in un solo anno, con l'aiuto finanziario dell'Impero Austro-Ungarico), procedendo con il restyling in alcune zone per renderle più funzionali con nuovi macchinari e tecnologie all'avanguardia e, oggi tutte le vasche sono a temperatura controllata  cosa che prima non era possibile inoltre l'impianto di imbottigliamento e la zona di vinificazione sono nuove. Una attenzione particolare è stata dedicata all'impatto estetico infatti, la grande struttura metallica con foglie di vite che decorano la struttura  è decisamente scenografica. 

 

 

Kellerei Kaltern annovera 650 soci con circa 450 ettari di vigneti ad una altitudine che varia da 200 a 700 mt e  con una produzione di circa 4 milioni di bottiglie. 

 

Dell'Azienda ho assaggiato :

Pinot Bianco Quintessenz 2017 

(Quintessenz è la linea  CRU che comprende vini che provengono da vigneti situati negli appezzamenti migliori sopra alla città di Caldaro) 

Ho trovato questo vino molto complesso al naso,  ricco di  profumi di frutti bianchi  ed erbaceo,  con una bella  acidità. Un vino molto salino ed elegante. Questo vino matura in legno grande  per  circa 1 anno.  

Abbinamento perfetto con dei primi piatti, con  il pesce ma anche con la carne bianca .

Della stessa linea fanno parte anche: Sauvignon- Cabernet sauvignon – Lago di Caldaro e Moscato giallo dolce.

 

 

Lago di Caldaro classico superiore Doc 2018

Da uve Schiava provenienti da viti di 20-50 anni. 

Un vino piacevole con profumi di frutti di bosco, abbastanza fruttato, fresco e leggero da abbinare agli antipasti e perchè no anche ad una bella pizza o a  merenda con un panino con il salame!

Della linea Classica fanno parte tutta la serie di vini provenienti da vitigni autoctoni situati intorno al Lago di Caldaro. 

Kellerei Kaltern comprende anche  la linea Erste + Neue  legata alle due cantine che hanno mantenuto il loro marchio originale con  la produzione di vini da  vitigni tipici altoatesini. 

Della produzione di Kellerei Kaltern fanno inoltre parte anche tre vini le cui etichette vengono disegnate da famosi artisti.: Kunst.Stuck Pinot bianco; Kunst.Stuck lago di Caldaro classico superiore e Kunst.Stuck Cabernet Sauvignon Riserva. 

Qualche cenno sul territorio:

la zona del Lago di Caldaro (Oltradige) fa parte delle sette zone vitivinicole dell'Alto Adige. 

Oltradige,  la zona del Lago di Caldaro,  sulla strada del vino più antica d'Italia dove la schiava la  fa da padrona.

Bassa Atesina: le località Mazzon e Montagna sono considerate le roccaforti del Pinot Nero, Termeno, la patria del Gewurztraminer  originario di questa zona.

Bolzano con due vini prestigiosi: il Santa Maddalena e con la sua schiava più particolare e il Lagrein più complesso. 

 

 

Val d'Adige dove il terreno diventa improvvisamente rossastro (arenaria di porfido) e conferisce ai vini  bianchi una caratteristica mineralità.

Merano che con i paesi circostanti forma il cosidetto “Burgraviato”, con il suo clima mite e temperato è terreno perfetto per tutti i vini a base di Schiava.

 

Valle Isarco zona dove oggi si producono eccellenti vini bianchi e rarità rosse come il Blauer Portugieser o lo Zweigelt.  Una zona dove si trovano degli ottimi Kerner e Riesling. 

Val Venosta la terra delle mele. Qui si hanno delle ottime espressioni di Pinot Bianco e Muller Thurgau e nei rossi il Pinot Nero. L'antica varietà a bacca bianca chiamata “Fraueler” viene coltivata solo in questa zona, e dà origine a vini estremamente secchi. 

I prodotti tipici che potete trovare in questa terra meravigliosa sono tantissimi a partire dallo “Schuttelbrot”ossia il pane scosso con farina di segale e spezie; lo speck,  i canederli, i finferli, i kaminwurzen (salamini affumicati)  lo strudel e molto molto altro ancora. 

Vi auguro un buon giro in Alto Adige ! 

 

Prost und viele schöne Dinge.  Salute e tante cose belle!

 

KELLEREI KALTERN 

Via Cantine 12
39052 Caldaro . Alto Adige
Tel. +39 0471 963 149 Per visite.

 

Barolo DOCG Scarrone Vigna Mandorlo Riserva 2012

 

L’azienda vitivinicola Giacosa Fratelli presenta la sua prima “Riserva

 

Debutta, dopo un affinamento di 7 anni e con una produzione di sole 3000 bottiglie, la prima Riserva di Barolo della Giacosa Fratelli, azienda vitivinicola di Neive con oltre 100 anni di storia.

 

Il Barolo Scarrone Vigna Mandorlo Riserva 2012 nasce da una selezione dell’omonimo vigneto situato all’interno della sottozona Scarrone del comune di Castiglione Falletto. Qui la famiglia Giacosa possiede un appezzamento di 3 ettari che si sviluppa ai piedi del castello, con esposizione a pieno sud, in tre “turne” contigue. Le uve destinate alla produzione della Riserva sono quelle che crescono, per circa 1 ettaro, nella parte più alta della collina con un’altitudine di 380 m slm. La cura di questo prezioso vigneto, dove risiedono viti di oltre 40 anni, si fonda su un regime sostenibile, che prevede un inerbimento permanente e una gestione del verde e della vendemmia a mano.

 

I terreni sono di natura argilloso-calcarea e ricchi in microelementi; geologicamente di origine marina e risalenti al Miocene inferiore (Oligocene), con marne grigio-azzurre di epoca elveziana, alternate con strati di arenaria che permette alle viti di sviluppare radici profonde, utili a prevenire lo stress idrico nelle annate siccitose. Caratteristiche che rendono la Vigna Mandorlo particolarmente adatta a produrre grandi Barolo, da qui la decisione della famiglia di realizzare una Riserva che fosse simbolo di longevità, possenza e piacevolezza. 

 

Il Barolo Scarrone Vigna Mandorlo è un vino che negli anni ci ha sempre regalato grandi soddisfazioni, affascinandoci per la sua capacità di essere potente, austero, complesso ed al tempo stesso piacevole, morbido e sorprendentemente sapidodichiara Maurizio Giacosa, titolare della cantina insieme al cugino Paolo -. Il modo in cui lo abbiamo visto evolvere nel tempo ci ha convinto a condividere e celebrare questo suo potenziale di invecchiamento con un’etichetta dedicata in tiratura limitata.”

 

Questa Riserva è nata in un’annata particolarmente felice per la varietà nebbiolo – prosegue l’enologo Giuseppe Zatti, che dal 2004 collabora con Giacosa Fratelli -. Calda ma con l’alternarsi di precipitazioni che hanno permesso di non anticipare la vendemmia, portando le uve a una perfetta maturazione all’inizio di ottobre. Il nebbiolo ha così beneficiato delle escursioni termiche notturne, preziose per lo sviluppo delle sue caratteristiche varietali

 

Il lancio sul mercato del Barolo Scarrone Vigna Mandorlo Riserva 2012 è previsto per il mese di maggio e lo vedrà debuttare con una nuova veste grafica.

 

“Vista l’importanza di questo vino per la nostra azienda – dichiarano Alessandro e Mauro figli di Maurizio e Chiara Giacosa –, abbiamo deciso di ideare un’etichetta dedicata e diversa dalle altre che simboleggiasse il concetto di evoluzione nel tempo. Abbiamo ripreso l’etichetta realizzata da nostro nonno negli anni 50, in cui lo stemma della nostra famiglia si accompagnava al logo della città di Neive, dove ancora oggi sorge la nostra sede aziendale, rendendolo più attuale. Un modo per celebrare le nostre radici e quella tradizione famigliare che continuano ad essere fonte d’ispirazione per la nostra generazione e per i nostri progetti.”

 

 

Fratelli Giacosa è un'azienda vitivinicola familiare con oltre 100 anni di storia con sede a Neive, uno dei comuni d'elezione per la produzione di Barbaresco. Oggi l'azienda guidata dalla terza generazione, rappresentata da Maurizio e Paolo, conta un patrimonio viticolo di proprietà che si estende per 50 ettari tra Monforte d'Alba (località Bussia), Castiglione Falletto (in località Scarrone), Neive (Basarin e Cascina Bordini), Trezzo Tinella e Madonna di Como. Da questi appezzamenti, gestiti con un impronta sostenibile, seguendo procedure cicliche basate su risorse rinnovabili e prediligendo fattori di produzione interni all’azienda, Giacosa Fratelli realizza una gamma di vini che contemplano oltre alle grandi DOCG di Langa, Barolo e Barbaresco, ben 11 etichette dedicate ai vitigni autoctoni piemontesi dolcetto, barbera, nebbiolo, grignolino, cortese e arneis per una produzione totale di 600.000 bottiglie

 

WELL COM

Marta Sobrino

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