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Cantine

PREMIO POESIA CANTINA VALPANTENA: PROROGATO IL TERMINE DEL BANDO

 

Sarà possibile mandare i componimenti fino al 20 giugno 2020

 

Cantina Valpantena proroga di due mesi il termine entro il quale poter mandare i componimenti per partecipare alla sesta edizione del Premio Poesia Cantina Valpantena. Visto il perdurare dell'emergenza sanitaria legata al Covid-19, il bando resterà aperto non più fino al 20 aprile 2020 ma fino al 20 giugno 2020. Il Premio Poesia, ideato e organizzato dalla Cooperativa di Quinto di Valpantena, è dedicato quest'anno alla celebrazione dei 700 anni della morte di Dante Alighieri. I componimenti dovranno infatti ispirarsi ai versi 77-78 del canto XXV del Purgatorio. È possibile partecipare inviando all'indirizzo email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. una sola poesia, inedita e mai premiata in altri concorsi, che non superi i 15 versi. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti. Per maggiori informazioni consultare il bando completo nel sito: www.cantinavalpantena.it

 

Cantina Valpantena
Cantina Valpantena Verona è nata nel 1958 e si è consolidata in breve tempo attirando a sé quasi interamente la produzione del territorio che si estende tra la Valpantena e la Val Squaranto. Oggi conta 250 aziende agricole associate e copre un’estensione di 750 ettari di vigneto. A queste, dal 2003, si sono aggiunte circa 60 aziende esclusivamente olearie con 150 ettari di oliveto, grazie alla fusione con l’Oleificio delle Colline Veronesi che ha dato origine ad un importante polo oleovinicolo con un numero complessivo di 320 aziende associate. La produzione annua supera le 9.500.000 bottiglie per un fatturato che nel 2019 è stato di 47 milioni di euro.

 

Davide Cocco

TEDESCHI: NUOVE TECNICHE IN VIGNA PER GESTIRE iL CAMBIAMENTO CLIMATICO

TEDESCHI SPERIMENTA NUOVE TECNICHE COLTURALI IN VIGNA PER GESTIRE NEL MIGLIORE DEI MODI LE CONSEGUENZE DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

 

Salgono le temperature e i fenomeni atmosferici sono sempre più intensi. Per Tedeschi ricerca e sperimentazione sono strumenti fondamentali per garantire una produzione di qualità

 

Resistere al caldo, sapersi difendere dalle scottature, maturare il più tardi possibile. Sono solo alcuni dei cambiamenti che l'andamento climatico impone alle uve della Valpolicella e non solo.

 

“Sostenere la ricerca in ambito vitivinicolo è un dovere nei confronti di chi apprezza il nostro vino e significa anche fare del bene al nostro territorio. Quando poi sono i cambiamenti climatici a far suonare il campanello d'allarme, è doveroso proteggere il territorio ed il suo patrimonio” spiega Riccardo Tedeschi alla guida dell'azienda di famiglia con le sorelle Antonietta e Sabrina. “I cambiamenti climatici sono evidenti. Oggi non possiamo evitare di confrontarci con le sfide che arrivano dal surriscaldamento e da fenomeni atmosferici sempre più intensi e proprio per questo preoccupanti”. Da sempre la famiglia Tedeschi ha ritenuto che investire risorse nello studio e nella ricerca fosse un dovere morale.

 

“Abbiamo iniziato a notare alcune criticità: tra queste la maturazione delle uve che tende a essere anticipata con il conseguente aumento del tenore alcolico dei vini a causa di un eccessivo accumulo di zuccheri; osserviamo talvolta anche un disallineamento fra la maturazione tecnologica dell'uva e quella fenolica e aromatica”, continua Riccardo Tedeschi. L’azienda ha presto compreso che era urgente prendere provvedimenti e imparare a utilizzare tecniche colturali nuove, capaci di mitigare l'impatto del riscaldamento. Lo studio si è svolto sul campo: è stata scelta un'area nella quale alcuni filari sono stati condotti tradizionalmente, mentre altri sono stati trattati con l’obiettivo di ritardare il più possibile la maturazione delle uve tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre. Spiega ancora Tedeschi: “La maturazione con temperature più fresche porta diversi vantaggi: maggior complessità e intensità aromatica delle uve e miglior colore del vino, oltre alla caratterizzazione e alla differenziazione del territorio di appartenenza delle uve, ovvero del cru”.

 

L’azienda vitivinicola, grazie anche al prezioso contributo del Prof. Giovanni Battista Tornielli dell’Università di Verona, si sta cimentando quindi in sperimentazioni applicate al lavoro in vigna: si riduce l’apparato fogliare attraverso cimature e defogliazioni in periodi differenti e nella parte mediano-apicale della chioma – al di sopra della zona fruttifera – per ritardare il più possibile la maturazione; si effettuano potature tardive e addirittura doppie che ritardano di fatto l’avvio della vegetazione della pianta; si eseguono trattamenti naturali, ad esempio con alcuni regolatori di crescita vegetali, sempre con l’obiettivo di posticipare il tempo di maturazione.

“Siamo in fase sperimentale”, conclude Tedeschi. “La nostra azienda è impegnata a portare avanti le ricerche e i risultati effettivi potranno essere valutati naturalmente solo tra alcuni anni”.

 

Tedeschi è particolarmente sensibile alle tematiche ambientali ed è una delle prime aziende in Veneto ad aver ottenuto la certificazione Equalitas, un importante riconoscimento di sostenibilità dedicato alla filiera del vino e basato sui tre pilastri sociale, ambientale ed economico. Inoltre, dal 2017, in collaborazione con il Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona e con il Professor Maurizio Ugliano, Tedeschi sostiene un importante studio dei caratteri aromatici delle uve e dei vini da singoli vigneti e sui principali fattori coinvolti nella loro espressione, con un focus particolare sull’Amarone.

 

Lucia Boarini, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., +39 349 4332333

Cantine Settesoli: Certificazione VIVA

Cantine Settesoli ottengono la certificazione  per la sostenibilità in viticoltura

 

 

Gli indicatori di sostenibilità identificati dal Ministero dell’Ambiente si sono dimostrati perfettamente rispondenti alle caratteristiche di una tra le più importanti ed estese aziende vitivinicole della regione Sicilia

 

Alla fine del mese di febbraio 2020 il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha rilasciato a Cantine Settesoli, la più grande cantina cooperativa siciliana con sede a Menfi (AG), la certificazione VIVA, etichetta che indica il rispetto e la piena adesione al programma di sostenibilità voluto dal Ministero stesso e attuato con il supporto di Opera, Centro di Ricerca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ed Osservatorio Europeo per l’Agricoltura Sostenibile.

Gli obiettivi del progetto VIVA - “La Sostenibilità della Vitivinicoltura in Italia” sono quelli di migliorare le prestazioni di sostenibilità della filiera vitivinicola attraverso l’analisi, la gestione e la divulgazione di una serie di attività, che vanno dalla misurazione (tramite la messa a punto di una metodologia di calcolo e valutazione) della sostenibilità delle aziende vitivinicole e dei loro prodotti, alla individuazione delle buone pratiche in atto per lo sviluppo ambientale, alla formazione del personale tecnico di cantina, fino ad arrivare alla divulgazione del progetto e alla trasparenza nei confronti del consumatore finale (tramite un’etichetta appositamente realizzata).

Gli indicatori utilizzati per vagliare ed approvare l’adesione di Cantine Settesoli al progetto VIVA sono tre: l’aria (riferimenti metodologici: Carbon Footprint), l’acqua (riferimenti metodologici: Water Footprint), il territorio (riferimenti metodologici: Sustainability Reporting Guidelines sulla Responsabilità Sociale d’Impresa e lo standard ISO 26000:2010 Social Responsibility per la responsabilità sociale d’impresa). Cantine Settesoli ha scelto, per la per la partecipazione al progetto, non una semplice valutazione di prodotto ma la più ampia certificazione aziendale: l’intera organizzazione produttiva è stata esaminata, la verifica è stata dichiarata positiva nel mese di gennaio 2020 e successivamente, poche settimane fa, è stata concessa l’autorizzazione ministeriale all’utilizzo dell’etichetta VIVA su tutta la produzione di Cantine Settesoli.

 

 

Gli indicatori di sostenibilità aria e acqua presi in considerazione da progetto VIVA rivestono un grande valore per i viticoltori menfitani e per l’impresa, recepiti  da tutta la comunità come elementi  tangibili della sanità ambientale dell’intera area vitivinicola.  Ma anche il terzo indicatore, il territorio, riveste per l’intera comunità Settesoli una grande importanza sociale: valutato sulla base delle ricadute delle attività aziendali sul territorio, questo indicatore prende in considerazione parametri legati alla biodiversità e paesaggio, all’economia ed etica e, nella sezione “società e cultura”, all’importanza che le Cantine Settesoli rivestono per la comunità locale sotto il profilo della valorizzazione del patrimonio enogastronomico  e culturale.

 

Con le parole di Giuseppe Bursi, presidente di Cantine Settesoli: “Settesoli è una comunità formata da 5000 famiglie che lavorano circa 6000 ettari di vigneto, i cui dipendenti provengono per il 95% da Menfi e dai comuni limitrofi: sentiamo forte la responsabilità sociale e l’impegno legati al sostentamento di tutti coloro che in cantina e nei vigneti quotidianamente lavorano; ma sentiamo anche l’esigenza di conservare, per chi vive in questo territorio, un ambiente sano sotto il profilo ambientale, culturale ed economico. VIVA ci aiuta a comunicare meglio, ai consumatori e anche ai cittadini di Menfi, il nostro impegno quotidiano nella conservazione dei nostri paesaggi vitivinicoli, nella valorizzazione del patrimonio enogastronomico e culturale (si pensi al Mandrarossa Vineyard Tour, vera celebrazione di tutto il meglio che il comune Menfi possa offrire a ospiti e turisti, o al grande progetto di finanziamento del parco archeologico “Settesoli sostiene Seliunnte”) e nella gestione etica di un’azienda che, fin dal 1958, è il primo motore di sostentamento e sviluppo di questa porzione della Sicilia Sud Occidentale”

 

Annalisa Chiavazza

WELL COM srl

MACULAN OTTIENE IL PASSAPORTO AMBIENTALE GRAZIE AI VITIGNI RESISTENTI

 

Sette aziende della Montagna Vicentina si impegnano a ridurre la propria impronta ambientale aderendo al progetto di MATTM e Università di Padova

 

 

Maculan è tra le sette aziende protagoniste dell’iniziativa Passaporto Ambientale per i prodotti agroalimentari della Montagna Vicentina grazie al personale progetto che pone al centro i vitigni resistenti. 

L'Azienda vitivinicola di Breganze ha stipulato l'Accordo volontario con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), che vede le realtà coinvolte impegnate nel calcolo e nella riduzione dell’impronta ambientale di uno o più prodotti sotto la guida del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova. 

“Riteniamo che l’iniziativa Passaporto Ambientale sia un’occasione per costruire le basi di lavorazioni più sostenibili per il bene delle nostre colline e delle generazioni future – dichiara Maria Vittoria Maculan, enologo – I vitigni resistenti permettono infatti di ridurre i trattamenti dai dieci/undici che si praticano generalmente nel territorio a solo uno o due.” 

Dal 2017 Maculan ha scelto di percorrere la strada dei vitigni resistenti alle malattie fungine, conosciuti anche con l’acronimo tedesco PIWI, mettendo a dimora 4000 viti di Merlot Khorus e Sauvignon Rytos, due varietà selezionate dall'Università di Udine, e in seguito 4300 viti di Cabernet Volos. Il progetto prevede la sostituzione, nel corso di un decennio, dei vigneti più vecchi con PIWI, varietà ottenute da incroci intraspecifici con il cambiamento del solo 5% dei cromosomi, ovvero di quelli responsabili degli effetti delle malattie sull’uva. 

Ciò ha riscosso l’interesse dei ricercatori dell'Università di Padova che hanno quindi deciso di certificare il procedimento nell'ambito del progetto Passaporto Ambientale, finanziato dal Programma di sviluppo rurale della Regione Veneto a seguito delle sempre più severe linee guida dell’Impronta Ambientale dell’Unione Europea. 

 

 

Giulia Tirapelle

F&P Wine Group

 

 

F&P Wine Group: premi vinti al Berliner Wein Trophy e ai Sakura Japan Women's Wine Award

 

il 2020 inizia con una serie di riconoscimenti importanti per F&P Wine Group, che con le sue eccellenze, ha conquistato ben tre medaglie d’oro al Berliner Wein Trophy e una medaglia Double Gold, una Gold e due Silver ai Sakura Japan Women’s Wine Awards. Un successo che decreta il prestigio del Gruppo nel mondo.

Alla Winter Edition del Berliner Wein Trophy, gli esperti hanno valutato tutti i campioni di bottiglie secondo le linee guida dell’OIV, prendendo in esame le tendenze produttive e di mercato del settore enologico, e hanno premiato con tre medaglie d’oro le seguenti etichette del Gruppo piacentino: 

  • Ortrugo Dei Colli Piacentini DOC Borgofulvia Impero 2019
  • Bianco Emilia IGT Borgofulvia Impero 2019
  • Vino Rosso D’italia Molto Forte 2018

Ai Sakura Japan Women’s Wine Awards, giunti quest’anno alla settima edizione, le referenze di F&P Wine Group sono state valutate dai 560 membri di una giuria tutta al femminile, composta da esperte del settore. A essere premiate, le seguenti etichette:

  • Medaglia Double Gold per l’Ortrugo Dei Colli Piacentini DOC Borgofulvia 2019
  • Medaglia Gold per lo Spumante Dolce Borgofulvia
  • Medaglia Silver per lo Spumante Chardonnay Brut Borgofulvia
  • Medaglia Silver per lo Spumante Rosato Brut Borgofulvia

I riconoscimenti internazionali ottenuti da F&P Wine Group negli anni sono la conferma che il continuo lavoro di ricerca e innovazione svolto dal Gruppo sta proseguendo sulla strada giusta e dimostrano ulteriormente la qualità dei prodotti che rappresentano il territorio piacentino.

 

Valentina Riva

 

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