NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta.

Approvo
image1 image2 image3 image3

Cantine

CANTINA BOLZANO: LA CANTINA DELLE FAMIGLIE NEL CUBO DELLA CITTA'

 

Sono 223 i soci viticoltori protagonisti di Cantina Bolzano, la cantina della città che dalla sua fondazione persegue lo stesso obiettivo: produrre e commercializzare i migliori vini della regione e, in particolar modo, gli autoctoni Lagrein e Santa Maddalena.

Storie di famiglie diverse per origine e consuetudini accomunate dalla passione per la viticoltura e dalla ricerca della miglior qualità possibile.

Produttrice di vini premiati e riconosciuti a livello nazionale e internazionale, Cantina Bolzano oggi è diventata anche un simbolo della cultura vitivinicola della città, grazie al nuovo edificio produttivo che svetta sotto la montagna nel quartiere di San Maurizio. La tradizione che si rinnova per inseguire nuovi traguardi di eccellenza

 

 

Il vino che racconta la storia delle famiglie

I loro masi, le loro tenute, i loro vigneti arrampicati su ripidi pendii o posti a dimora nei terreni che occupano il fondovalle parlano da soli e raccontano la storia di famiglie che da decenni, con passione e dedizione al lavoro, si impegnano per coltivare le quindici varietà di uve che portano alla creazione di vini dall’inconfondibile carattere regionale.
Tanto di stirpi nobili quanto di origini contadine che da generazione in generazione hanno tramandato la passione per la coltivazione di vigneti, i 223 soci viticoltori e le loro famiglie sono accomunati dalla passione per la viticoltura e da un obiettivo preciso: produrre vino di qualità nel rispetto della natura che quella qualità rende possibile. 

La cantina delle famiglie, dunque. Come quella di Hannes e Gottfried Plattner del Maso Huck am Bach. Un nome con un passato nella storia di Bolzano e una specialità: la coltivazione su viti vecchie oltre sessant’anni delle uve destinate al vino Santa Maddalena. Proprio come la famiglia Falser del Maso Moar che ha fatto del vino Santa Maddalena la sua missione.
Ci sono anche aziende gestite da giovani ragazzi, nella grande famiglia di Cantina Bolzano, come quella di Hanno Mayr che produce il suo Gewürztraminer con l’intento di convertire totalmente l’azienda al biologico. Karl e Armin Platter del maso Mock, già menzionato a partire dal 1275, invece, hanno accettato la sfida e negli anni '70 hanno impiantato un vigneto di Sauvignon su di un pendio a 500 m s.l.m. dove l’escursione termica e l’ottima esposizione regalano uve eccellenti. C’è poi la nobile famiglia degli Eyrl che a Gries produce le uve Lagrein nella tenuta dell’omonimo quartiere che circonda Bolzano. Merlot, Gewürztraminer e Sauvignon Blanc sono invece le uve coltivate dall’azienda Graf Huyn, particolarmente attenta al rispetto della natura, tanto da trasformare alcuni vecchi macchinari che oggi vengono alimentati da un impianto fotovoltaico. Tra lo Sciliar e il Catinaccio, nel Giardino delle Rose, crescono le uve del Maso Baumann, famoso non solo per il Pinot Grigio e Pinot Bianco, ma anche per gli Schlutzkrapfen che si possono gustare nella sua rinomata osteria contadina.

 

 

 

Una collaborazione di qualità

Aziende familiari, quelle di Cantina Bolzano, che producono vini premiati a livello nazionale e internazionale. Il risultato, questo, di un’idea tanto semplice quanto affascinante: valorizzare la qualità dell’uva e non la quantità. “Perché il vitigno ha le sue peculiarità ed esigenze che un buon enologo deve sapere riconoscere”, spiega l’enologo Stephan Filippi che all’interno della grande famiglia di Cantina Bolzano ha dato vita nel 1988 al “Progetto Qualità”. Tra gli innumerevoli risultati ottenuti dalla Cantina grazie all’impegno e alla tenacia dell’enologo e dei soci, spicca il traguardo raggiunto dal prestigioso Lagrein Riserva Taber che quest’anno ha ricevuto per la ventesima volta i Tre Bicchieri deI Gambero Rosso: un record assoluto per un vino dell’Alto Adige. “Essere premiati con il massimo riconoscimento per così tanti anni è davvero un risultato eccezionale”, dice Filippi. “Questa costanza è merito di una crescente e ottima collaborazione tra il nostro team di cantina e i soci viticoltori”, conclude l’enologo di Cantina Bolzano.

  

www.daviso.com          

TERRE DEL MOSCATELLO

 

Nell'ambito della Misura 16.04 del P.S.R. Liguria 2014/2020

Moscatello di Taggia, al via la Rete di Imprese

Dieci aziende, per promuovere la vendita dei vini e degli altri prodotti agricoli

 

Presentata questa mattina in Comune a Taggia l'iniziativa della Rete d'Imprese agricole "Terre del Moscatello" che benefica di un finanziamento della Regione Liguria e della Unione Europea, nell'ambito della Misura 16.04 del P.S.R. Liguria 2014/2020. Dieci aziende agricole, tutte facente parte della Associazione dei Produttori del Moscatello, si sono unite per promuovere insieme tutti i prodotti, compresi i vini e ovviamente il Moscatello di Taggia.

 

Il Presidente della Rete Marco Risso ha spiegato il valore dell'iniziativa, con l'aiuto dell'agronomo Renato Veruggio che è stato uno degli autori del progetto che è stato finanziato al 100%, e con il supporto della vice Sindaco di Taggia Chiara Cerri che ha lodato e apprezzato l'iniziativa e i potenziali risvolti, sia per la produzione agricole che per il mercato turistico.

 

Misura PSR

Regione Liguria - PSR 2014-2020

Mis. 16.4 - Aiuti per la promozione e lo sviluppo delle filiere corte e dei mercati locali.

 

Rete d’Imprese

La Rete d’Imprese agricole Terre del Moscatello è una aggregazione di aziende del ponente ligure. 

È nata con lo scopo di promuovere la vendita dei frutti delle aziende agricole, sia il Moscatello, che gli altri vini, che gli altri prodotti.

Vi aderiscono oggi 10 produttori:

Tenutemf Srls Agricola – Imperia

Calvini Luca – Sanremo

Giannascoli Anna Maria - Bussana di Sanremo

Rovebella - Fratelli Ribul Ssa Santo Stefano al Mare

Podere Donzella di Donzella Elena – Castellaro

Lagazio Valentina – Terzorio

Da Parodi Ssa – Castellaro

Ssa Mammoliti – Ceriana

Ferrari Giacomo – Terzorio

Zunino Antonio - Taggia

Tutti gli aderenti alla Rete d’Imprese agricole Terre del Moscatello sono prima di tutto iscritti alla Associazione dei Produttori del Moscatello (www.moscatelloditaggia.it), la quale si è data l’obiettivo di garantire la qualità con un rigido disciplinare di produzione ed accurati controlli.

 

Riviera ligure di ponente DOC Moscatello di Taggia

Il Moscatello di Taggia è un vitigno aromatico a bacca bianca coltivato nella Riviera Ligure di Ponente. È un “Moscato bianco”, ha il grappolo a forma tronco conica e gli acini tondi di colore giallo dorato, che presentano una caratteristica “piga” all’estremità.

Da questo vitigno si ottengono oggi tre vini Riviera ligure di ponente DOC, sottozona Taggia: Secco, Vendemmia tardiva e Passito.

 

Riviera ligure di ponente DOC Moscatello di Taggia Secco

Colore giallo paglierino lieve e luminoso. Al naso presenta un buon ventaglio aromatico, con l’aggiunta di profumi di agrumi, mandarino in particolare, frutta a polpa bianca (pera). In bocca fresco, intenso e sapido con un finale gradevolmente ammandorlato. Ottimo come aperitivo, trova particolare abbinamento anche con prodotti a base di pesce conservato sotto sale, come salatini con acciuga, pasta alla bottarga, sardenaira con acciughe.

Riviera ligure di ponente DOC Moscatello di Taggia Vendemmia tardiva

Colore giallo paglierino intenso e vivo, profumi aromatici e fruttati, frutta sotto spirito e scorza di agrumi candita, floreale con qualche leggera speziatura. Pieno ed equilibrato con un finale lungo e piacevole. Abbinabile con formaggi stagionati e dolci con poco zucchero.

Riviera ligure di ponente DOC Moscatello di Taggia Passito

Colore dorato intenso con leggeri riflessi ambrati, ampio ventaglio aromatico con fiori appassiti, frutta disidratata, scorze di agrumi candite, frutta secca, spezie. In bocca sontuoso ed equilibrato, con un residuo zuccherino che non diventa mai stucchevole. Abbinabile con formaggi erborinati e dolci strutturati (ad esempio Pandolce genovese e Stroscia di Pietrabruna).

 

 

Storia

Del Moscatello di Taggia si ha notizia per la prima volta nel 1416, ma già nei decenni precedenti, negli Statuti comunali di Taggia, veniva dato grande spazio alla tutela dell’uva in maturazione e nel periodo della vendemmia. Non esistono sino ad ora riferimenti diretti al Moscatello di Taggia per i periodi precedenti, tuttavia in alcuni documenti del 1259 si parla di grandi vigneti a Bussana e ad Arma, tra cui la cosiddetta “vigna dei monaci”. Addirittura, esiste un documento del 979, nel quale il vescovo di Genova Teodolfo concede ad alcune famiglie la possibilità di mettere a coltura le terre da tempo abbandonate tra Sanremo e Taggia, prescrivendo l’impianto della vite.

Dal Cinquecento in avanti, la fiorente trattatista enologica sottolinea sempre l’importanza di questo vino ligure, ottenuto da omonimo vitigno aromatico, nel panorama vinicolo nazionale, in cui si distingue per l’indubbia qualità e la rinomanza raggiunta grazie al felice inserimento sui mercati di Roma e del nord Europa, dove risulta uno dei più costosi e importati. 

Nel 1445, ad esempio, Simone Grillo, mercante genovese, carica a Taggia 131 botti di vino da trasportare verso i porti dell’Inghilterra e delle Fiandre. A Roma giungono 25 botti di Moscatello: le fonti doganali comprovano che tale nettare aveva un valore spesso anche superiore a quello dei vini più costosi e pregiati del Quattrocento.

Oppure, nel 1559, il Moscatello di Taggia viene celebrato tra i migliori vini d’Italia da Sante Lancerio, “bottigliere” di Papa Paolo III: Il Moscato o Moscatello “viene all’alma Roma da più provincie, e per mare e per terra, ma il meglio è quello che viene dalla Riviera di Genova da una villa nomata Taglia, e quelli non hanno del cotto come quelli di Sicilia e di Montefiascone. A volere conoscere la loro perfetta bontà, bisogna non sia di colore acceso, ma di colore dorato, non fumoso e troppo dolce, ma amabile, et abbia del cotognino e non sia agrestino”.

Ma nel gennaio del 1709 il gelo distrugge le colture. Contestualmente, la notevole e continua richiesta di olio proveniente dalla manifatture del sapone di Marsiglia stimola i contadini a tagliare le viti e a diffondere maggiormente l’olivo.

Intorno al 1820-1830, Giorgio Gallesio, noto naturalista di Finale, nella sua Pomona Italiana scrive che ormai i “Moscati sono caduti tutti”, compreso quello di Taggia, e non “ardiscono più comparire nelle mense di lusso, ove si preferiscono i Madera, i Heres, i Ximenes”.

Dal 1889 al 1891 l’epidemia di fillossera distrugge gli ultimi vigneti taggesi e riduce notevolmente quelli di Bussana; la piaga determina la pressoché definitiva scomparsa del vitigno moscatello dai filari.

Agli inizi del nuovo millennio comincia l’attività di recupero, da un’idea della Comunità Montana Argentina-Armea. Successivamente, un gruppo di produttori appassionati stimolati dal libro l'Ambrosia degli Dei del Prof. Alessandro Carassale, è andato in cerca delle piante superstiti sul territorio, le ha studiate per oltre un decennio coinvolgendo importanti istituzioni scientifiche come l'Università di Torino ed il CNR di Grugliasco, al fine di moltiplicare la varietà originale. Le nuove piante ottenute dalla ricerca sono state messe a dimora dai produttori associati per riprendere la produzione del celebre nettare.

 

Enoturismo

L'attività della Rete di Imprese agricole “Terre del Moscatello” avrà come centro principale la sede di via Cardinal Gastaldi 15B a Taggia (IM), nell'ex Germinal, in pieno centro storico. Qui verranno proposti, su appuntamento e per piccoli gruppi, assaggi, vendita diretta, degustazioni dei prodotti delle Aziende agricole e verranno organizzati eventi promozionali indirizzati a target specifici, con l'obiettivo di posizionare il Moscatello di Taggia su livelli di eccellenza: Ristoratori, Operatori del settore turistico, Giornalisti, Appassionati (vino, gastronomia, tradizioni), Enti pubblici. Le aziende agricole sono impegnate nella creazione del piano di comunicazione e disseminazione, che verrà presentato nelle prossime settimane.

Informazioni per il pubblico:
Rete d'Imprese agricole Terre del Moscatello
Via Cardinal Gastaldi, 15B
18018 Taggia IM
+39 375 6160727
+39 0184 054200
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

www.terredelmoscatello.it


Per ulteriori informazioni stampa:
FEDERICO CRESPI & ASSOCIATI
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
+39.392.970.91.24

 

IL NATALE DEI CINQUE SENSI:I SAPORI DELLE FESTE TORNANO A CANTINA TRAMIN

 

 

 

Sabato 7 dicembre in programma degustazioni enogastronomiche e visite guidate alla cantina. Saranno presentate anche le nuove annate dei vini della linea Selezione

 

Natale come momento per scoprire nuovi o inconsueti sapori e ritrovarne alcuni sospesi nella memoria: è lo spirito che anima Il Natale dei cinque sensi, evento organizzato da Cantina Tramin in programma sabato 7 dicembre 2019. Appassionati e curiosi saranno coinvolti in degustazioni e visite guidate durante l'intero arco della giornata. I tour in cantina si terranno in tre orari: la mattina alle 11.00 e al pomeriggio alle 14.00 e alle 16.00. Un momento chiave del programma sarà la presentazione della nuova annata 2018 dei vini della Selezione: Stoan Bianco, Unterebner Pinot Grigio e Nussbaumer Gewürztraminer. Stoan, blend di chardonnay, sauvignon, pinot bianco e gewürztraminer, sarà inoltre protagonista di una verticale che vedrà in assaggio sei differenti annate, partendo dalla 2008 per concludere con la 2015. Altre degustazioni si concentreranno sui vini classici della Cantina di Termeno. 

 

I palati saranno soddisfatti anche da diverse delizie gastronomiche, come i funghi nobili Shiitake e Cardoncelli di Kirnig presentati da Andreas Kalser e Josef Obkircher del maso "im Thal" di Aldino. Per gli amanti della carne, Stefan Rottensteiner del maso Oberweidach porterà in assaggio una selezione di carni e salami Wagyu, il rinomato bovino giapponese. Infine si potranno gustare i formaggi di Degust Affineur e le specialità dolci altoatesine Zelten, Strudel e pane con frutta secca, preparati da Mataner Brot. Saranno gli stessi produttori a illustrare le loro proposte ai visitatori i quali potranno anche fare acquisti.
Il clima di festa si prolungherà nella giornata di domenica 8 dicembre con Avvento in Cortile. Dalle 10.00 alle 17.00 il tradizionale mercatino natalizio animerà il cortile dell'Ansitz Rynnhof nel centro storico di Termeno.

Per maggiori informazioni visitare il sito: www.cantinatramin.it

 

Michele Bertuzzo

 

SPRECO ALIMENTARE, FIPE PREMIATA A ROMA PER IL PROGETTO RIMPIATTINO

 

 

 

Il consigliere Citterio: “Abbiamo evitato che il cibo di 15mila pasti 

finisse tra i rifiuti”

 

“La battaglia contro lo spreco alimentare è prima di tutto culturale e gli oltre 110mila ristoratori italiani sono pronti a diventare dei formidabili educatori sul territorio. Grazie al progetto Rimpiattino, realizzato insieme a Comieco, siamo riusciti a evitare che la quantità di cibo di circa 15mila pasti ordinati e non consumati venisse gettata tra i rifiuti, come purtroppo accade troppo spesso. Le cosiddette doggy bag, molto diffuse specie nei paesi anglosassoni, finora hanno faticato a prendere piede in Italia, ma grazie a questa iniziativa speriamo di aver messo in moto un processo virtuoso. Essere stati premiati da un'eccellenza quale è l'associazione Last Minute Market, la prima a sollevare in Italia il problema dello spreco alimentare, è per noi motivo di grande orgoglio e ci spinge a diffondere in maniera sempre più capillare il Rimpiattino”.

 

Così Rodolfo Citterio, consigliere di Fipe - Federazione italiana dei Pubblici esercizi, commenta il riconoscimento ricevuto oggi pomeriggio a Roma, presso il ministero dell'Ambiente, nell'ambito della 7° edizione del premio Vivere a Spreco Zero.

Il progetto Rimpiattino è stato ritenuto il migliore nella categoria “Imprese”. Un progetto cui la Fipe ha cominciato a lavorare in seguito all'entrata in vigore della legge 166, la prima sullo spreco alimentare, che ha visto come prima firmataria l'on. Maria Chiara Gadda e che è divenuto realtà nel corso del 2019, prima a Firenze e poi nel resto d'Italia. 

 

Gli ultimi dati testimoniano che non sono i ristoranti il luogo in cui si spreca la maggior quantità di cibo – sottolinea Citterio –, ma questo non significa che anche i ristoratori non debbano dare il loro contributo. Nel corso dell'anno abbiamo distribuito 35mila rimpiattini in 875 ristoranti di 22 città e la risposta dei clienti è stata straordinaria. A questo progetto si accompagna il manifesto per una cucina a spreco zero e un lavoro per rendere sempre più sostenibile la ristorazione italiana, che è un'eccellenza che tutto il mondo ci invidia. Ora anche di più”.

 

 

Andrea Pascale – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - 3938138965

VINO: IMT, VERDICCHIO MIGLIOR BIANCO ITALIANO NELLA TOP 100 2019 DI WINE SPECTATOR

 

 

 

È un Verdicchio il miglior bianco italiano nella top 100 dei più grandi vini del mondo, stilata ogni anno dalla rivista americana Wine Spectator. Dopo il Podium 2014 di Garofoli (selezionato nel 2017), nel 2019 fa il suo ingresso al 72° posto della classifica più ambita del panorama enoico internazionale il Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore 2017 Luzano dell’azienda Marotti Campi, premiato con 90 punti.

 

Per Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt): “Si tratta di un risultato importante, non solo per la singola azienda ma anche per tutta la denominazione, a conferma del fatto che gli investimenti in qualità sono una scelta vincente. Solo per il Verdicchio dei Castelli di Jesi negli ultimi dieci anni è stata contingentata la produzione e rinnovato oltre 1/4 del vigneto.

 

I produttori sono tornati a scommettere sui punti di forza del vitigno, a partire dalla grande struttura e mineralità fino alla forte capacità di invecchiamento e alla versatilità. Scelte queste, che stanno pagando sul piano dell’affermazione qualitativa del prodotto – ha aggiunto Mazzoni - e che non possono prescindere da un impegno anche sul fronte del valore, sull’aspetto commerciale e di marketing, in Italia come all’estero”.

 

Il Luzano 2017 di Marotti Campi è un vino dai profumi freschi di acacia, ginestra, fiori di campo e camomilla con note di mandorla amara. Asciutto, sapido e minerale al palato, esprime sul finale note fruttate di mela verde e ricordi del sentore mandorlato avvertito al naso.

 

Ulteriori immagini del vino e dell’azienda sono scaricabili al link: https://we.tl/t-nW9FUtODZg (valido fino al 27.11.2019).

 

 

Eugenia Torelli

2024 © Enocibario P.I. 01074300094    Yandex.Metrica