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Cantine

MARCO SIMONIT VISTO DA JANCIS ROBINSON

 

La “scrittrice di vino” Jancis Robinson, fra i più influenti critici enologici al mondo, 

racconta Marco Simonit nella sua rubrica settimanale “Wine” 

 

“Incontro con l'uomo che ha trasformato la potatura della vite in una forma d’arte”: con questo titolo inizia l’articolo che la celebre Jancis Robinson, fra i più influenti critici enologici al mondo, ha dedicato a Marco Simonit nella sua rubrica settimanale “Wine” sul Financial Times del 16 settembre.

 

L’articolo è il frutto di una visita che Marco Simonit ha fatto la scorsa estate a Jancis Robinson in Linguadoca, nel sud della Francia: due giorni in cui Simonit si è raccontato alla famosissima “scrittrice del vino” (come lei ama definirsi), in una lunga ed approfondita intervista a ruota libera che spazia dalla sua storia personale a quella della SIMONIT&SIRCH VINE MASTER PRUNERS (l’unico gruppo internazionale specializzato e accreditato nel settore della formazione del personale addetto alla potatura manuale dei vigneti) di cui è CEO, dall’ideazione del metodo di potatura dolce SIMONIT&SIRCH adottato ormai da oltre 150 fra le più importanti cantine del mondo all’incontro con il  professor Denis Dubourdieu di Bordeaux (che ha aperto le porte alla sua lunga e illustre lista di clienti francesi, tra cui Chateau Latour, Chateau d'Yquem e Domaine de la Romanée-Conti), dalle nuove gravi problematiche dei vigneti legate anche al cambiamento climatico a come viene impostato il suo lavoro di consulenza nelle aziende dei vari continenti, dalla VINE MASTER PRUNERS Academy (piattaforma unica nel suo genere in italiano, inglese e spagnolo, che conta già 15.000 iscritti in 14 paesi) alle Vine Pruning Schools in Italia e  all’estero.

 

“Ma la cosa di cui sospetto che Simonit sia più orgoglioso è l’effetto sociale della sua formazione, soprattutto in California e in Sud Africa, dove i lavoratori dei vigneti sono stati sempre storicamente sottovalutati e scarsamente formati - conclude Jancis Robinson- Diventando una superstar internazionale del vino (come lo è stato l'enologo consulente Michel Rolland di Bordeaux dagli anni '80) Simonit ha elevato il lavoro in vigna e con esso i lavoratori dei vigneti.”

 

L’intervista, più dettagliata ed estesa, è pubblicata anche su pluripremiato sito www.jancisrobinson.com, da lei fondato nel 2000, di cui è caporedattrice e collaboratrice principale.

Qui il link https://www.jancisrobinson.com/articles/marco-simonit-pruning-superstar#main-menu

 

 

Marina Tagliaferri

VINCHIO & VAGLIO: ASSOCIAZIONE DI VITICOLTORI. UNA TERRA PROTETTA, LA PROMESSA DI UN VINO

 

 

 

Collina, vigna, bosco, uomo: sono questi gli elementi che compongono la storia e il paesaggio della Val Sarmassa. Qui natura e uomo si fondono, tuffandosi in armonia in quel “mare verde” descritto da Lajolo, scrittore e politico Vinchiese, e nel nostro delizioso I Tre Vescovi.

 

IL MARE VERDE DELLA VAL SARMASSA

Erano gli anni ’70 quando alcuni speculatori finanziari cercarono di sfruttare selvaggiamente questi territori boschivi. Davide Lajolo scriveva "Lo so, conosco tutte le tempeste del mondo, ci sto dentro e non mi tirerò indietro, ma in questo momento sto con l'usignolo e tremo di tenerezza”, ma anche la Cantina Vinchio Vaglio ebbe un ruolo chiave nella nascita della Riserva Naturale della Val Sarmassa.

 

Quest'anno abbiamo festeggiato i 30 anni dalla sua istituzione, te la raccontiamo qui.

 

 

I TRE VESCOVI

 

All’interno della Riserva Naturale della Val Sarmassa spicca una località chiamata I Tre Vescovi, terra di incontri segreti, ma soprattutto di grandi Barbere!

Scopri il vigneto de I Tre Vescovi

 

Settembre in Cantina? 

Con settembre riiniziano gli appuntamenti e gli incontri nel mondo!

 

- dal 18 al 20 settembre BELLAVITA MIAMI 

- 30 settembre e 1° ottobre Presentazione Guida DOCTOR WINE 2024

 

Vuoi scoprire i nostri vini e il meraviglioso territorio del Monferrato? Ti aspettiamo in cantina per accompagnarti in una degustazione guidata!

 Puoi prenotare direttamente qui.Vinchio Vaglio Serra 

IN ARRIVO LA SESTA EDIZIONE DI CASA CAYEGA DEDICATA A TUTTI I SENSI

 

Domenica 10 settembre il Roero Arneis Docg Cayega torna protagonista della festa di Tenuta Carretta, con un inedito programma dedicato ai cinque sensi

Piobesi d’Alba – settembre 2023. Tutto è ormai pronto per Casa Cayega, la festa di Tenuta Carretta giunta alla sua 6ª edizione in calendario a Piobesi d’Alba domenica 10 settembre, con un programma rinnovato che vedrà il coinvolgimento di tutti i sensi dei partecipanti: gusto, olfatto, tatto, udito e vista.

 

Di anno in anno, Casa Cayega riunisce centinaia di appassionati di vino, cibo, attività all’aria aperta e musica, proponendosi ormai come un evento consolidato per il territorio. Tutto nasce nel 2018 per rendere omaggio ad uno dei vini di riferimento per il Roero, vera e propria icona per la cantina.

“Il Roero Arneis Docg Cayega nasce dal desiderio di Tenuta Carretta di dare una grande interpretazione delle potenzialità di un vitigno simbolo del territorio, a cui la tenuta di Piobesi d’Alba ha dedicato gran parte dei suoi vigneti, che si estendono ad anfiteatro sulle colline intorno alla cantina. In quest’area, formata da suoli antichi emersi da un mare preistorico, l’arneis, vitigno autoctono di origini medievali, si esprime in maniera importante, dando vita a un vino ricco, piacevole e vibrante grazie alla complessità minerale e all’intensità dei profumi, un vino bianco completo e adatto ad ogni occasione. Anno dopo anno questo prodotto si è affermato come vino di riferimento per la nostra cantina e uno dei baluardi della denominazione, ed è quindi un dovere, ma soprattutto sempre un piacere celebrarlo”, commenta Giovanni Minetti, Direttore generale di Tenuta Carretta.

 

IL PROGRAMMA COMPLETO DELLA GIORNATA

 

IL GUSTO Dalle 12:30 alle 14:30

Presso l’Osteria La Via del Sale sarà possibile scoprire “Essenze, Aromi e Profumi”, il percorso di degustazione ideato dallo chef Flavio Costa per Casa Cayega. Flavio Costa, insignito della stella Michelin per il ristorante gastronomico di Tenuta Carretta, il “21.9”, guiderà i propri ospiti attraverso la sua cucina ricca di contaminazioni tra Piemonte (la sua terra adottiva) e Liguria (la sua terra natia), dove la terra incontra il mare.

Il menu, consultabile online sul sito di Tenuta Carretta, ha un costo di 42€ bevande escluse.

Posti limitati e prenotazione obbligatoria: 0173 387200 | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ore 15:00 e 16:30

 

Le degustazioni, precedute da una breve visita guidata della cantina, sono in programma in due diversi momenti della giornata. La prima, alle 15:00, avrà come filo conduttore proprio il Roero Arneis di casa. “Roero Arneis Cayega – vertical tasting” (€ 25) rappresenta un’opportunità unica per scoprire il fascino dell’evoluzione nel tempo di un vino - a torto - ritenuto da bere soltanto nell’anno successivo alla vendemmia. Un percorso articolato in cinque annate (scelte dal 2014 al 2021) che spiega nei fatti, cioè nel bicchiere, perché nell’Ottocento l’arneis venisse anche chiamato “nebbiolo bianco”.

 

Alle 16:30 sarà invece il momento di “Nebbiolando: alla scoperta dei vini a base nebbiolo di Tenuta Carretta” (€ 30), un vero e proprio percorso di formazione e promozione della conoscenza del nebbiolo in alcune delle sue sfaccettature. Tenuta Carretta è, infatti, una delle pochissime aziende piemontesi (forse l’unica?) ad avere vigneti di proprietà nelle diverse aree di Langhe e Roero atti alla produzione di vini a denominazione di origine figli del nebbiolo (Nebbiolo d’Alba, Roero, Barbaresco, Barolo).

Posti limitati (max 30 persone) e prenotazione obbligatoria.

 

L’OLFATTO Dalle 15:00 alle 18:00

È la vera novità di questa edizione, e nasce come esperienza di Casa Cayega 2023 ma probabilmente sarà destinata a essere ripetuta nel tempo diventando un punto fisso nel percorso di visita alla cantina. Si tratta di una esperienza olfattiva articolata in un percorso realizzato nella bottaia e che prevede il riconoscimento degli aromi distintivi e caratteristici di tre vini dell’azienda: il Roero Arneis Cayega, il Barolo Cannubi e il Barbera d’Alba Bric Quercia. “Le identità olfattive dei vini di Tenuta Carretta” si presenta quindi come un inedito percorso multisensoriale che evidenzia e ribadisce l’importanza dell’associazione di vini e aromi.

L' accesso è libero previa prenotazione.

 

IL TATTO Dalle 15:00 alle 18:00

Casa Cayega è una festa per tutte le età. Dalle 15:00 alle 18:00 i bambini potranno dare spazio alla loro immaginazione con giochi di intrattenimento e animazioni.

 

L’UDITO  Dalle 18:00 alle 24:

Le colline del Roero continuano ad animarsi anche all’ora del tramonto con l’Happy Cayega Hour che chiuderà la giornata. Dalle 18:00 alle 24:00 il programma prevede musica live con Noah Waldorf, accompagnato dall’immancabile Roero Arneis Cayega 2022 e dai piatti di Flavio Costa pensati per questo momento conviviale.

 

LA VISTADalle 12:30 alle 24:00

La vista sarà appagata durante l’intera giornata dall’incomparabile cornice dei vigneti, della corte e dei percorsi in cantina di Tenuta Carretta.

Per le degustazioni: https://www.tenutacarretta.it/prenota-una-visita-con-degustazione/

Per l’osteria: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – 0173.387200

 

 

Beatrice Fulcheris

LA SCOLCA LIFESTYLE: INTERVISTA A MARCO SCIARRINI

 

INTERVISTA A MARCO SCIARRINI

 

Marco Sciarrini è uno di quei personaggi che attraversano la scena con lo stile di un gentleman old style. Elegante, sempre sorridente, l’educazione come elemento imprescindibile del suo bagaglio. Nel mondo del vino è un insider di lusso che gioca su diversi tavoli, sempre con estrema competenza. Giornalista di razza, sempre più spesso in giro per il mondo in qualità

di giurato nelle principali competizioni a livello internazionale. Con lui, intraprendiamo un piacevole percorso nel Pianeta Vino, riservando una particolare attenzione, vista anche la stagione, ai Bianchi.

D: Marco, siamo in estate, normale focalizzarci sui Bianchi. Nei tuoi giri come degustatore, fai parte anche di giurie importanti, hai modo di confrontarti con territori, tipologie e stili. Come stanno evolvendo i Bianchi italiani e come si stanno posizionando, secondo te?

R: Mah, più che la posizione dei Bianchi è l’atteggiamento dei wine lover nei confronti di questa tipologia ad attirare la mia attenzione. Fino a non troppo tempo fa, erano in molti a ritenere di dover bere Bianchi soltanto freschi. Fortunatamente la tendenza sta cambiando e molti si stanno accorgendo man mano, anche attraverso la comunicazione, che i Bianchi possono avere una vita molto lunga. Sono sempre più i consumatori che scoprono come l’evoluzione in bottiglia dei Bianchi possa offrire loro un prodotto completamente diverso, molto più ricco.

  

D: Tema che ci intriga, questo. Sai che stiamo facendo questa intervista per la Newsletter de La Scolca. E qui abbiamo un esempio piuttosto emblematico di abbinamento fra vino e territorio. nel caso specifico il Gavi. Prima che la Scolca iniziasse la sua attività, soprattutto negli ultimi anni, fermo restando che chiaramente l’azienda ha una storia ultracentenaria, era un territorio poco conosciuto da quel punto di vista. Qual è il tuo primo ricordo di un vino la Scolca?

R: Ho conosciuto il territorio del Gavi ed è di una bellezza incredibile. Ogni volta che parlo di quel territorio con qualcuno consiglio sempre di andare a visitarlo, perché se uno non vede, non crede. Inutile dire quale sia stata l’importanza de La Scolca nella promozione di questo bellissimo territorio. Ma mi permetto di aggiungere che la maison guidata dal Cavaliere Chiara Soldati rappresenta e incarna al meglio l’italianità nel mondo. È una bandiera che sventola per il nostro Paese, per la qualità della materia, per la tradizione, per lo stile. Non da ultimo proprio il Gavi, tornando al discorso che facevamo prima dei vini bianchi invecchiati, ha una grande grande capacità di invecchiamento. Ho assaggiato dei Gavi di annate passate, andando anche molto dietro nel tempo, e sono davvero sorprendenti. E ovviamente le etichette La Scolca anche in questo rimangono un punto di riferimento imprescindibile.

D: Secondo te, da questo punto di vista, anche il mondo della ristorazione sta facendo passi in avanti?

R: Il mondo della ristorazione, almeno da quello che vedo girando l’Italia, si basa molto sulla formazione dei ristoratori che devono poter e saper anche promuovere questo tipo di Bianchi. Purtroppo su questo versante, in questo particolare momento, c’è ancora parecchio da lavorare. Ripeto, la formazione del personale di sala è fondamentale sotto tutti i punti di vista.

D: Assolutamente d’accordo. A tuo giudizio, è ipotizzabile che le nuove generazioni crescano già con questa idea, vale a dire, che il Bianco non debba essere necessariamente quello dell’ultima annata o al massimo della penultima?

 

 

R: Ho sensazioni contrastanti, Da una parte ho come l’impressione che le nuove generazioni, purtroppo, siano un po’ lontano dal mondo del vino, forse perché lo trovano troppo difficile da capire. D’altro canto, è anche vero che in tutte le associazioni di sommelier hanno i corsi pieni, soprattutto di giovani. Quindi l’interesse c’è. Sarebbe utile promuoverlo, anche mettendo al centro del discorso il concetto, basilare, del consumo consapevole del vino.

D: Ultimamente ti è capitato di andare spesso all’estero. Il Made in Italy, il fatto di essere un vino prodotto in Italia, è veramente questo valore aggiunto di cui molti parlano?

R: Il prodotto italiano è molto ricercato all’estero e anche molto apprezzato. Devo dire che probabilmente anche la comunicazione ha fatto la sua parte perché quando si parla di vino italiano si parla anche di territorio. Tutti i turisti che vengono nel nostro Paese hanno ormai preso la sana abitudine di abbinare il vino al suo territorio di produzione.

NUOVO CORSO PER PELLEGRINO 1880, A PANTELLERIA

 

Acquisita una tenuta con 8 ettari di vigne per sviluppare il futuro dello Zibibbo e il sostegno alla viticoltura eroica della “perla nera” del Mediterraneo. Da oltre 30 anni, Pellegrino rappresenta il più importante riferimento per i piccoli produttori dell’isola pantesca con i quali ha costituito – nel tempo - una sorta di “Patto per lo Zibibbo” sostenendo le produzioni, prendendone in carico le uve e producendo vini di Pantelleria DOC di qualità (vini bianchi, moscati e passiti), oggi apprezzati in tutto il mondo. 

Alla sua azione sociale svolta in questi anni, Pellegrino ha deciso di affiancare oggi una presenza diretta sull’isola, con l’acquisto di una grande Tenuta di 8 ettari di vigneti in contrada Sibà, sulle alture occidentali dell’isola che guardano il Mediterraneo ed i suoi tramonti. 

“Dopo tanti anni, ci tenevamo a ribadire il sostegno alle produzioni isolane ed avere una presenza diretta che ci aiutasse ad approfondire ulteriormente le potenzialità enologiche di questa isola unica” - dichiara Benedetto Renda, Presidente di Pellegrino. “Una decisione a lungo ponderata, come è stile della nostra azienda, pur di operare una scelta ottimale anche in termini di prospettiva enologica. Le vigne si trovano in una tra le zone più alte dell’isola, che beneficia delle escursioni termiche, fondamentali per garantire l’aromaticità delle uve prodotte, e particolarmente vocata perla produzione di vini bianchi secchi, sempre più richiesti da un mercato di appassionati educati ed in ricerca di nuove sperimentazioni enologiche”. 

La tenuta, incastonata in un angolo di rara bellezza, ricade all’interno dell’area naturale protetta dal Parco nazionale di Pantelleria. Si estende per 8 ettari dislocati su un altitudine che parte da 300 metri sul livello del mare fino a toccare i 450 metri, con vigne coltivate ad alberello pantesco Patrimonio dell’Umanità UNESCO, bosco e maggese in fase di riconversione a vigneto. I suoli sono di origine vulcanica, ferrosi e leggermente argillosi. 

Alle vigne si affianca uno stabile - che custodisce al suo interno un giardino pantesco - su cui la storica cantina siciliana ha in progetto un nuovo punto di incontro dell’ospitalità Pellegrino sull’isola. 

Isabella Giglia

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