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Cantine

FRANCIACORTA CUVEE BRUT NV LANTIERI CAMPIONE DEL MONDO

Franciacorta Cuvée Brut NV Lantieri Campione del mondo al prestigioso The Champagne & Sparkling Wine World Championship ideato da Tom Stevenson 

 

Il Franciacorta Cuvée Brut NV Lantieri ha conquistato il titolo di World Champion nella categoria Classic Brut Non-Vintage Blend al The Champagne & Sparkling Wine World Championship 2019 (CSWWC), il prestigioso e autorevolissimo concorso ideato da Tom Stevenson, massimo esperto mondiale di Champagne and Sparkling wines ed editore della Word Encyclopedia, la più importante a livello internazionale riguardante i vini mossi. La storica azienda franciacortina, con sede a Capriolo, aveva presentato al concorso la versione Magnum della sua Cuvée NV, a cui erano stati assegnati anche i premi Best in Class e Gold Medal.

 

La cantina della Famiglia Lantieri de Paratico è stata premiata al CSWWC anche con altri due importanti riconoscimenti, il Best in Class e la Gold Medal per il Franciacorta Arcadia Millesimato 2015 e la Silver Medal per il Franciacorta Extra Brut. Riflettori puntati, quindi, su Lantieri (e piazzamenti di assoluta importanza) alla manifestazione internazionale a cui hanno concorso le migliori bollicine del mondo e che ha visto in finale etichette di 10 paesi.

 

I premi sono stati assegnati a Londra il 4 novembre scorso nel corso di un’elegante serata. A ritirare i riconoscimenti c’erano Patrizia Lantieri de Paratico, moglie di Fabio, e la figlia Gaia.  “Il World Champion è per noi è un premio di grandissima soddisfazione, dal momento che tra le nomination per la categoria c’erano i migliori Champagne al mondo oltre ad altri Sparkling dei principali Paesi produttori di bollicine. Ed è un ulteriore stimolo a proseguire sulla strada dell’assoluta qualità che siamo impegnati a percorrere” commenta Fabio Lantieri de Paratico.

 

 

 

 

I Lantieri de Paratico, nobile ed antica famiglia bresciana, hanno radici franciacortine che risalgono a più di mille anni or sono. Nell’XI sec. fecero erigere a Paratico un imponente castello, dove la storia narra sia stato ospitato durante il suo esilio Dante Alighieri che, ispirato dal paesaggio, avrebbe scritto alcuni versi della Cantica del Purgatorio. Nel ‘500 la famiglia si trasferì a Capriolo, dove si è perpetuata la tradizione vitivinicola e ha oggi sede l’azienda. I Lantieri si distinguevano per la produzione di vini già dal XVI secolo: erano allora apprezzati fornitori dei Gonzaga, Signori di Mantova, e delle corti di Ferrara e Milano, con il “Rubino di Corte Franca”, antesignano dei vini attuali.

La Cantina Lantieri ha oggi sede nel centro storico del borgo medioevale di Capriolo. I 20 ettari di vigneti si estendono in parte intorno alla sede aziendale e in parte alle pendici del Monte Alto. La produzione è di 150.000 bottiglie annue ed è dedicata principalmente a tutta la gamma dei Franciacorta, a cui si affiancano pregiati Curtefranca.

 

Agorà di Marina Tagliaferri

ODDERO PODERI E CANTINE PRESENTA DUE RISERVE

 

 

Oddero Poderi e Cantine presenta due nuove etichette del suo iconico Barolo Vignarionda Riserva, Alla Riserva 10 anni, nata per celebrare le caratteristiche di una delle MGA più  prestigiose di Serralunga d’Alba e dell’intera denominazione Barolo DOCG, si aggiunge, nel 2019, una nuova riserva di 8 anni: il Barolo Vignarionda 2011.
Una “doppia uscita” figlia dell’intuito, della passione per i vini eleganti e del rispetto dei tempi del vino che da sempre contraddistinguono la Famiglia Oddero.

 

Dichiara infatti Mariacristina Oddero titolare insieme alla sorella Mariavittoria, alla nipote Isabella e al figlio Pietro dell’azienda vitivinicola, a proposito del Barolo Vignarionda 2011: “Durante lo scorso inverno, degustandone un campione in azienda e confrontandoci reciprocamente, abbiamo piacevolmente scoperto che l’annata 2011 mostra con precisione i tratti di una stagione colturale sufficientemente calda e anticipata. Se avessimo aspettato altri due anni, avremmo certamente impedito a  questo vino di esprimersi al meglio: un’ingiustizia senza appello".

 

Il 2009, invece si presenta, con la Riserva 10 anni, in tutta la magnificenza che gli conferisce il territorio unico da cui ha origine, sulla falsariga della prima annata di Riserva 10 anni che fu la 2006: è un Barolo opulento al naso, carnoso, con tannini complessi ma dolcemente addomesticati, profondo e lungo.

 

LA MGA Vignarionda

Vignarionda, Menzione Geografica Aggiuntiva del Barolo a Serralunga d’Alba; ovvero Vigna Rionda, Vigna Riunda o anche Vigna Rotonda. È la conformazione che giustifica il nome, una collina rotonda, tutta impiantata a vite, un vero mito nell’immaginario degli intenditori, unico e particolare.

Il suolo è sedimentario, Miocenico Elveziano (da 10 a 4 milioni di anni fa), con marne a prevalenza calcarea e la più alta percentuale di calcare attivo di tutte le Langhe; ci sono argille fini, arenarie formate da sabbie silicee, microelementi come boro, potassio e fosforo, alternati a residui minerali di organismi fossili.

Vignarionda ha un microclima straordinario: riparata dai ritorni di freddo, poco soggetta alla grandine, è battuta da leggeri venti primaverili ed estivi che la mettono al sicuro da attacchi di crittogame. E’ un vigneto naturalmente biologico, che sa provvedere a se stesso. Perfettamente esposta, soleggiata, rotonda e minuziosamente disegnata da filari, esprime alla sola vista tutta la maestosità del Barolo, il Re dei Vini.

 

Well Com

Annalisa Chiavazza

Mandrarossa Feudo dei Fiori Terre Siciliane IGT 2018

 

 

 

L'emozione di rincontrarsi dopo 20 anni.  Dopo 20 anni, torna un’etichetta che racchiude in sè la storia e l’evoluzione di Mandrarossa.    Una release celebrativa dei traguardi raggiunti e dell’identità del brand: profondamente legato alle tradizioni e al territorio della Sicilia sud Occidentale e al tempo stesso impegnato nella ricerca e nella sperimentazione.

 

Così Feudo dei Fiori Terre Siciliane IGT, rinnovato nell’estetica e nell’uvaggio, che volge lo sguardo ai vitigni internazionali, ritrova oggi la piacevolezza e l’intensità dei suoi esordi.

 

La storia di Feudo dei Fiori

Il Feudo dei Fiori è il primo vino bianco prodotto da Cantine Settesoli dedicato al canale Horeca. Debutta sul mercato, come “vino da tavola bianco”, all’inizio degli anni 80, con un uvaggio di Inzolia in blend con altre varietà autoctone. Un vino, che prende il nome da una delle più belle contrade menfitane, dopo la nascita di Mandrarossa nel 1999 è entrato all’interno del portfolio del nuovo brand diventandone una delle punte di diamante.

 

Feudo dei Fiori, oggi

Dopo 20 anni, il Feudo dei Fiori Mandrarossa si presenta con l’annata 2018, con la denominazione Terre Siciliane IGT.

Una produzione di 20 mila bottiglie commemorativa della storia del marchio Mandrarossa.

 

Rinnovato anche l’uvaggio che vede, per l’annata 2018, un affascinante blend di vermentino, sauvignon e chardonnay.

Le uve vengono raccolte nel mese di agosto da vigneti ubicati ad un’altitudine di 80-130 mt slm. I terreni, dalla composizione prevalentemente sabbiosa, contribuiscono a delineare il profilo aromatico di questo vino che intreccia intense note floreali con sentori minerali e salmastri.

 

Al bicchiere si presenta con un brillante giallo paglierino con sfumature che virano al verde. Al naso spiccano le note di agrumi e floreali che ricordano i fiori di acacia e la melissa.

Il palato è un connubio di vibrante acidità e sentori minerali e sapidi. Eleganza e piacevolezza delineano la finezza di questo vino di buona persistenza. 

 

WellCom

Annalisa Chiavazza

 

Chianti Classico Gran Selezione DOCG Riserva Ducale Oro 2015

Per il secondo anno consecutivo l’etichetta iconica di Ruffino si aggiudica il prestigioso riconoscimento dei Tre Bicchieri
 
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L'etichetta del Chianti Classico Gran Selezione Riserva Ducale Oro nasce nel 1947 per rappresentare l’apice della piramide produttiva di Ruffino.

 

Questa etichetta ha origine dalla selezione uve provenienti dalle tenute di Gretole e Santedame situate nella zona di produzione più prestigiosa del Chianti Classico, la Conca d’Oro, nel comune di Castellina in Chianti.  

I vigneti di Ruffino si trovano in media e alta collina con altitudini che sfiorano i 400 m slm e con esposizioni che volgono prevalentemente a sud.

I terreni di quest’area si distinguono per essere ricchi in scheletro e con una tessitura argillo-limosa o argillo-sabbiosa. 

Il microclima è caratterizzato da estati mediamente calde ed asciutte e da consistenti escursioni termiche tra giorno e notte. Condizioni ottimali per la maturazione delle uve e lo sviluppo degli aromi. 

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 Vinificazione  

 

Il Chianti Classico Gran Selezione Riserva Ducale Oro nasce da un'accurata selezione delle uvedurante la vendemmia. Ogni parcella del vigneto è vinificata separatamente per rispettare la sua unicità territoriale. La fermentazione alcolica dura 10 giorni circa, in tini di acciaio inox termo condizionati alla temperatura di 28°C. La macerazione sulle bucce si svolge per altri 15 giorni circa. Al termine della fermentazione malolattica il vino viene affinato per 36 mesi, incluso un periodo di 12 mesi in grandi botti di rovere e 12 mesi in barrique e tonneaux. 

Riserva Ducale Oro 
Chianti Classico Gran Selezione 2015 

 

Un vino che per il secondo anno consecutivo si fregia del prestigioso riconoscimento dei Tre Bicchieri del Gambero Rosso.

 

Figlio di un’annata eccellente, la 2015, caratterizzata da temperature calde e giornate terse, preziose per la raccolta di uve sane e perfettamente mature. 

Rosso rubino intenso al bicchiere. Al naso il primo impatto rivela note di spezie accompagnate da sentori fruttati di prugna e ciliegia, a cui seguono aromi di tabacco, cannella, cioccolato, chiodi di garofano e pepe nero che completano e rendono unico l’intenso bouquet. Al palato si palesa la grande struttura di questo vino, caratterizzata da tannini eleganti e ben integrati. Il finale, lungo e persistente, regala piacevoli sensazioni di tabacco dolce e rimanda a netti sentori di prugna e chiodo di garofano, nonché a note balsamiche. 

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Ruffino, fondata nel 1877 a Pontassieve, vicino Firenze, è sinonimo di storia del vino in Toscana. Grandi classici toscani, vini come Chianti Classico Riserva Ducale e Riserva Ducale Oro, Chianti Ruffino e Brunello di Montalcino Greppone Mazzi, sono da sempre il cuore della produzione Ruffino. In parallelo, la voglia di confrontarsi sempre con nuove sfide ha portato Ruffino alla creazione di imponenti Supertuscan, fra cui il pluripremiato Modus, e all’acquisizione nel 2018 di due tenute in Veneto per la produzione di Prosecco.  A fine 2011, Ruffino è stata acquisita da Constellation Brands, la più importante azienda vinicola americana, e una elettrizzante nuova pagina dell’affascinante storia di Ruffino è pronta per essere scritta. Ruffino oggi è una realtà profondamente radicata nel suo storico territorio, la Toscana, e al contempo aperta alle complesse sfide del mercato globale: presenti in quasi 90 paesi, i vini Ruffino costituiscono un segno forte di italianità e buon gusto.

COMPLESSITÀ E STILE: UN WORKSHOP ORGANIZZATO DA CANTINA TRAMIN HA ESPLORATO IL MONDO DEL GEWÜRZTRAMINER

 

 

Una masterclass con Stephan Reinhardt (Wine Advocate) e un laboratorio di abbinamento con Cantina Tramin e Domaine Albert Mann (Alsazia)

 

90 Sommelier provenienti da 13 paesi si sono dati appuntamento alla Cantina Tramin di Termeno (Bolzano) per un Workshop Internazionale sul Gewürztraminer. Ad esplorare le potenzialità del vitigno il critico enologico Stephan Reinhardt, referente di Robert Parker’s Wine Advocate in Alsazia, Valle della Loira, Germania, Austria e Svizzera, che ha condotto una masterclass di cui sono stati protagonisti Willi Stürz kellermeister di Cantina Tramin e Jacky Barthelmé titolare del Domaine Albert Mann di Wettolsheim (Alsazia).

La degustazione ha fatto emergere due interpretazioni parallele di un vitigno che in Alto Adige e Alsazia incontra climi e terreni differenti, oltre che stilistiche peculiari. Ad accomunare i due produttori la consapevolezza di essere di fronte ad una varietà estremamente complessa: difficile da gestire in fase di raccolta, data la precoce ricchezza di zuccheri rispetto ad una più tardiva maturazione fenolica. Un’uva coltivata a varie latitudini, ma in grado di esprimere l’eccellenza solo quando gli elementi del terroir trovano il giusto equilibrio. Il vino che se ne ottiene è solo apparentemente semplice, con una profondità che si rivela appieno nell’evoluzione, dove la propensione all’invecchiamento risulta sorprendente.

“Per molti versi il Gewürztraminer potrebbe essere definito il vino rosso tra i vini bianchi. Ci sono elementi della struttura e una certa tannicità di alcuni grandi Gewürztraminer che ricordano il Pinot Nero” ha dichiarato Stephan Reinhardt. Un parallelo peraltro suffragato da numerosi studi ampeleologici, secondo i quali esiste una parentela di primo grado tra il Pinot Nero e il Traminer.

Il Workshop è quindi proseguito con un laboratorio di wine&food pairing sotto la guida dei sommelier alto atesini Eros Teboni and Daniel Erlacher. Sei Gewürztraminer delle due aziende, diversi per freschezza, complessità e residuo zuccherino sono stati proposti con otto pietanze, dall’antipasto ai secondi piatti, invitando i presenti a trovare il giusto accostamento. Il Gewürztraminer ha così rivelato la propria versatilità, dimostrandosi adatto sia ad abbinamenti già in parte consolidati, come con un risotto alla zafferano e liquirizia, che con accostamenti più insoliti, come con una pancetta leggermente piccante.

 

Michele Bertuzzo

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