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Cantine

WINE ENTHUSIAST PREMIA TRE VINI DELLA CASA MIRAFIORE

 

 

 

3 vini, 3 premi: Wine Enthusiast regala emozioni

Sul podioBarolo Lazzarito 2014, il Barolo Riserva 2010 e il Barolo 2014

  

 

94 punti Cellar Selection per il Barolo Lazzarito 2014

 

Il colore rosso rubino con riflessi granati, il profumo ricco, il gusto denso e armonioso sono i benefici principali che donano al vino una sensazione di compattezza e morbidezza.

Prende il nome di Lazzarito perché il suo vigneto è collocato in uno dei principali "cru" del comune di Serralunga d'Alba.

Facile da abbinare, e ottimo da degustare.

Vittoria eccezionale.

 

93 punti per il Barolo Riserva 2010 

 

Ideale da accostare a piatti importanti o a fine pasto, si presenta come un vino intenso che regala un'entrata dolce in bocca e un finale molto lungo.

Perfetto da gustare in compagnia. La caratteristica che dà unicità al prodotto è data dalla sua produzione, ottenuta unendo vini provenienti da diversi vigneti di proprietà.

Una garanzia agli occhi degli altri.

 

90 punti per il Barolo 2014.

 

Ricavato da un'attenta selezione di vigneti situati nei comuni di Serralunga d'Alba, i quali sono impiantati su terreni di origine elveziani, ricchi cioè di argille e marne calcaree.

E' un vino che presenta un'acidità fresca, compensata da un profumo forte e da un colore intenso.

Un DOCG nel vero senso della parola

 

 

LA VENDEMMIA 2018 IN LANGA: CE NE PARLA TINO COLLA

 

 

Una fotografia del momento e un’ipotesi per il futuro prossimo: “la stagione promette molto bene”

 

La famiglia Colla è storica in Langa, con vigneti al Bricco del Drago di San Rocco Seno d’Elvio, frazione di Alba; a Monforte, nel cru Bussia; a Barbaresco, nel cru Roncaglie;  e ha recentemente acquisito la Cascina Bompè a Madonna di Como, nel comune di Alba.

 

I proprietari, i due fratelli Beppe e Tino Colla (insieme alla figlia di Beppe, Federica, e al figlio di Tino, Pietro) hanno una grandissima e lunga esperienza vitivinicola, unita ad una memoria di ferro: la conversazione con Tino sull’andamento della vendemmia è sempre un excursus tra ricordi, paragoni, similitudini e differenze tra annate. Una straordinaria banca dati che riporta con precisione estrema (la data, addirittura l’ora) ogni particolare delle annate e delle vendemmie in Langa da metà del ‘900 ad oggi. 

Interpellato sull’andamento dell’annata 2018 e sui possibili esiti della vendemmia in corso (la raccolta del pinot nero Poderi Colla è iniziata lunedì 27 agosto), Tino Colla analizza l’evoluzione climatica e vegetativa a partire dal mese di gennaio. Afferma Tino: “L’inverno 2017/2018 e la primavera hanno portato neve e soprattutto abbondante pioggia, che hanno contribuito in buona misura a ripristinare le scorte di acqua nei terreni, provati dalla siccità del 2017. Successivamente, l’intero mese di maggio e la prima metà del mese giugno sono stati tra i periodi più piovosi degli ultimi due secoli:

 

a maggio ci sono stati infatti ben 21 giorni di pioggia (non sembra ne sia caduta così tanta addirittura dal 1810) e di conseguenza si è reso necessario un gran numero di trattamenti fitosanitari, che noi spesso siamo stati costretti a effettuare manualmente. Alcune delle nostre vigne infatti sono ripide e scoscese e mal si conciliano all’utilizzo dei macchinari, rendendo molto difficile anche il controllo dell’erba su un terreno impregnato d’acqua per le piogge.  Dopo la metà di giugno il clima si è però ristabilito e abbiamo recuperato il tempo perso, sia sul fronte dei lavori in vigneto sia per il recupero delle fasi vegetative della vite”.


Chi vive in Langa ricorda il mese di luglio 2018 come uno dei più caldi degli ultimi anni; questo come ha influito sulle viti? Risponde Tino: “Durante il mese di luglio sì, le temperature sono state alte; ma fin dai primi giorni di agosto una serie di temporali ha portato aria fresca, attenuando il caldo, soprattutto di notte, e portando la temperatura intorno al 18/20 gradi. Alcuni di questi temporali sono stati molto intensi e, limitatamente a poche aree circoscritte, grandiniferi.

Da domenica 26 è arrivata aria fresca che ha abbassato la temperatura notturna intorno ai 15°C. , ma con giornate soleggiate e decisamente calde. Le temperature e soprattutto l’escursione termica sono molto utili per una corretta maturazione al fine di ottenere vinosità, freschezza di profumi e vivacità.


Tino non si esprime per il momento sull’esito finale della vendemmia 2018: “Attualmente la stagione promette molto bene, si prevede un raccolto quantitativamente buono che non richiederà un grande utilizzo della vendemmia in verde (per eliminare i grappoli in eccesso al momento dell’invaiatura) e con una previsione di vendemmia ritardata di almeno 10/15 giorni rispetto all’ eccezionale precocità del 2017”.

In chiusura, qualche nota sulle caratteristiche delle uve che proprio in questo momento si stanno raccogliendo da Poderi Colla: “pinot nero spettacolare: maturità, sanità e condizioni climatiche pressoché perfette”.

 

 

wellcom

Annalisa Chiavazza

VINO: AZIENDE PIU’ MUSCOLOSE E QUALITA’ TOTALE, LA SVOLTA DEL VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI AI 50 ANNI ‘DOC’

 

 

 

MAZZONI (IMT): SALTO DI QUALITA’ NEL BICCHIERE, ORA SERVE ANCHE NEL PREZZO

 

“In dieci anni è stata contingentata la produzione di Verdicchio dei Castelli di Jesi, triplicata la superficie media di ettari vitati per azienda, rinnovato oltre 1/4 del vigneto e l’imbottigliamento fuori zona è calato del 75%. Oltre a ciò, nel periodo le aziende aderenti ai nostri progetti di promozione sono aumentate del 165% e l’export è cresciuto di quasi il 50%. Queste scelte stanno pagando sul piano dell’affermazione qualitativa del prodotto, ma non si è ancora chiuso il cerchio. Ora serve lavorare di più sul valore, quindi sull’aspetto commerciale e di marketing, in Italia come all’estero”. 

 

Lo ha detto oggi a Collisioni Jesi, nel corso del convegno “Bianco come il vino” in occasione dei 50 anni della doc Verdicchio dei Catelli di Jesi, il direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini, Alberto Mazzoni. “Abbiamo il bianco fermo da 4 anni più premiato dalle guide italiane – ha proseguito – e non riusciamo a far valere sino in fondo il nostro valore reale sui mercati: in pratica vinciamo e convinciamo ma – in termini calcistici - ogni volta portiamo a casa 2 punti anziché 3”.

 

In 10 anni, ha poi ricordato il direttore del maxi-consorzio marchigiano (472 soci per 15 denominazioni), la base produttiva dell’autoctono marchigiano jesino si è rafforzata nelle superfici ed è diminuita nel numero di aziende: oggi i 2/3 delle uve sono trasformate dalle singole aziende e solo 1/3 dalle cooperative, con il 57% della rivendicazione delle uve concentrato in 38 aziende con superfici superiori ai 10 ettari. E se il sistema cooperativo nel 2006 dominava il mercato, oggi questo è appannaggio dei singoli produttori (60% a volume), a fronte di un drastico calo anche degli imbottigliatori fuori zona, passati dal 36% al 9%.

 

È di circa 18 milioni la produzione di bottiglie per la Doc Castelli di Jesi, di cui circa la metà è destinata all’estero. Sono 2.190 gli ettari coltivati e 493 le aziende produttrici per uno dei vigneti più ristrutturati delle Marche. Negli ultimi 10 anni il principale autoctono bianco delle Marche è cresciuto nell’export di quasi il 50%.

 

Marta De Carli, 393.4554270 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

IL 17 AGOSTO RICORRE IL 180° ANNIVERSARIO DALLA NASCITA DI ANTONIO CARPENE’, IL PADRE DEL PROSECCO

 

In onore del Fondatore, la Carpenè Malvolti presenterà la selezione unica e prima del "1924 Prosecco"

Un’altra data storica si appresta ad essere celebrata dalla Carpenè Malvolti; il 17 Agosto infatti ricorre il 180° Anniversario dalla nascita di Antonio Carpenè, Fondatore dell’Impresa Carpenè Malvolti nonché “Padre” del Prosecco.

Nell’anno del 150° Anniversario dell’attività d’Impresa dunque, il "visionario enoico" Antonio Carpenè acquisisce una sempre più significativa ed attuale centralità storica nella Spumantistica mondiale. 

Nato a Brugnera di Sacile il 17 Agosto 1838 da Bernardo Carpenè e Daria Zuliani, il Fondatore della Carpenè Malvolti è passato alla storia come una delle menti più illuminate e visionarie del XIX° secolo in ambito scientifico ed imprenditoriale nonché quale autore dei più autorevoli manuali e pubblicazioni sull’Enologia e sulla Viticoltura.

 

Infatti, se a "Madre Natura" attiene il fondamentale contributo di aver "donato" alla Marca Trevigiana un Territorio così unico e ricco, ad Antonio Carpenè va certamente ascritto il merito di aver trasformato un vitigno quale la Glera nel più innovativo e performante Vino Spumante Italiano su scala internazionale, le cui benefiche ricadute economiche, culturali e sociali oggi più di sempre lo attestano.

Ed Antonio Carpenè fu anche un grande "Uomo di Scienza", che ha dedicato interamente la sua vita agli studi scientifici, alla ricerca empirica ed alle sperimentazioni tecniche sempre più innovative nel continuo intento di voler contribuire allo sviluppo della Viticoltura e dell'Enologia.

Fu così che nel 1868 vennero gettate le basi di quella che – nascendo prima come la "Società Enologica Trevigiana" – rendono l'odierna Carpenè Malvolti la più longeva Casa Spumantistica Italiana, da cinque

 

Generazioni sempre in mano alla medesima Famiglia.

Antonio Carpenè, oggi sarebbe solo che fiero per aver dato avvio allo sviluppo del Territorio, che nel 1853 vantava solo 1 vigneto in Provincia di Treviso  mentre oggi i terreni vitati occupano una superficie pari a circa 30.000 ettari, dalle cui uve si producono attualmente 92 milioni di bottiglie del Prosecco Superiore D.O.C.G. e 450 milioni di bottiglie del Prosecco D.O.C.. 

Il Prosecco, in quanto Territorio ed in quanto Vino Spumante, oggi è divenuto la prima realtà della Spumantistica a livello mondiale. 

Per brindare a siffatta storica ricorrenza, la Cantina 1868 della Carpenè Malvolti nel prossimo mese di Settembre presenterà al Mercato la selezione unica e prima del "1924 Prosecco", che rappresenta una particolare declinazione del Prosecco Superiore D.O.C.G. con cui la Famiglia Carpenè intende celebrare, contestualmente al 150° Anniversario dalla fondazione dell'Impresa, il "180° Compleanno" del Fondatore Antonio Carpenè.



Marte Comunicazione snc 
Cell. 3356130800 Marzia Morganti Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

BORGOGNO: DAL NEBBIOLO AL NERELLO MASCALESE

Nuova avventura enoica per Borgogno: dopo oltre 250 anni di attività nel cuore di Barolo che hanno reso la cantina un’icona di questo vino, è ufficiale lo sbarco in Sicilia. Proprio ieri, infatti, è stata perfezionata la joint venture con Francesco Tornatore, imprenditore etneo molto noto.

Ed è così che la Sicilia arriva con “Villa dei Baroni”, in contrada Carranco a Pietramarina, la frazione di Castiglione di Sicilia, provincia di Catania, sul versante nord dell’Etna, ritenuto tra i più pregiati e prestigiosi di tutto il vulcano. In totale una ventina di ettari, tra vigne e uliveti con al centro la splendida Villa dei Baroni.

La scelta di Borgogno di andare al di fuori dei confini delle Langhe è cominciata nel 2015 con l’acquisizione di 3 ettari nella zona dei Colli Tortonesi per la produzione del Derthona e di 15 ettari a San Marzano Oliveto, sulle colline dell’astigiano, per la produzione di Barbera d’Asti con Cascina Valle Asinari.

Borgogno, cantina della famiglia Farinetti, è orgogliosa di entrare in società con Tornatore. Oscar Farinetti stesso ha espresso grande soddisfazione: “Da tempo Borgogno ha iniziato a guardare oltre i confini della zona del Barolo e questa volta ci siamo spinti lontano e abbiamo deciso di investire in Sicilia, sull’Etna, territorio distante ma accomunato alle Langhe per la produzione di vini di grande potenza e struttura. Siamo onorati di avere Francesco come socio, esperto ed intenditore del territorio, stimato da tutti. Lui è la persona giusta: insieme, progettiamo di realizzare non solo grandi vini ma anche olio dagli splendidi uliveti di Nocellara dell’Etna”

Anche Tornatore si è mostrato entusiasta. Dopo i successi inanellati negli ultimi anni, appena chiusa la trattativa, ha dichiarato: "Dar vita ad una società con Oscar Farinetti per produrre insieme vino dell'Etna è un risultato grandioso per me e la mia famiglia che da sempre crede alle potenzialità del Vulcano. La nostra conoscenza del territorio e la sua bravura di imprenditore nel portare nel mondo il made in Italy più buono, unita alla capacità di entrambi di amare il vino, potrà portare solo del bene all'Etna".

 

Chiara Destefanis – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - +39 342/6696519

 

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