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CANTINA ANDRIANO:IL GLORIOSO RITORNO DELLA “GRANDE DAME”
Lo Chardonnay è uno dei protagonisti indiscussi nel panorama vinicolo, una varietà che riesce ad adattarsi quasi in ogni luogo ma in alcuni territori riesce ad esprimere al meglio la sua essenza, come ad esempio in Borgogna o nell’altoatesina Val d’Adige. Lo Chardonnay Doran 2016 è la prova tangibile di questa incredibile capacità espressiva: un vero e proprio omaggio alla “Grande Dame” delle varietà.
Il piccolo paesino di Chardonnay, nome che in italiano significa “luogo dai molti cardi”, si trova nel mezzo della Borgogna e si presume sia anche il luogo di origine dell’omonima varietà di uva, nata dall’idea di alcuni monaci di creare un incrocio tra il Pinot Noir e il Gouais Blanc. A partire dagli anni ’80 lo Chardonnay ha vissuto un calo per un breve periodo, a causa della produzione di massa dei profumatissimi “Oaked Chardonnay” ma nel corso degli anni la varietà ha riconquistato il suo prestigio e ad oggi si presenta più eclettico che mai. Gli Chardonnay più rinomati ancora oggi provengono dalle zone della Côte-d’Or e dello Chablis, in Borgogna.
Oltre ai templi francesi dello Chardonnay esistono anche altre zone dove la coltivazione della varietà risulta estremamente interessante: in Alto Adige, ad esempio, lo Chardonnay trova le condizioni ideali per esprimersi al meglio e Andriano, nel cuore dell’altoatesina Val d’Adige, ne è la prova tangibile. “Sono le ottime basi a creare un grande terreno. Attraverso i sommovimenti del suolo, il porfido quarzifero dei complessi montuosi della zona di Bolzano si è amalgamato progressivamente con la dolomia e la pietra calcarea del vicino gruppo della Mendola.
Ne è derivato un cono di deiezione ricco di argilla calcarea e di dolomia: il terreno ideale per vini straordinari”, spiega Rudi Kofler, enologo di Cantina Andriano. “A questo bisogna inoltre aggiungere un altro fattore chiave: il clima. I vigneti ricevono molto sole nella prima parte della giornata, mentre nel pomeriggio i raggi del sole sono più deboli. La freschezza è assicurata grazie all’escursione termica tra il giorno e la notte”, continua Kofler.
Doran, il nuovo bianco fiore all’occhiello di Andriano
Queste particolari caratteristiche del territorio di Andriano hanno convinto la Cantina a produrre per la prima volta un vino bianco di punta: lo Chardonnay Doran 2016. Un vino che, insieme ai rossi Tor di Lupo, Gant e Anrar va a completare la rosa delle Selezioni di Cantina Andriano. “Le uve utilizzate per la produzione di Doran crescono su un terreno calcareo ad un’altitudine tra i 300 e i 450 metri. La maturazione avviene per un anno in tonneaux di rovere di media tostatura, una parte di primo passaggio e una parte di secondo passaggio. L’uso del legno è discreto e delicato e allo stesso tempo il vino mantiene una spiccata acidità e un aroma interessante di frutta esotica”, conclude Kofler.
Doran è disponibile in un’edizione limitata di sole 4.000 bottiglie.
www.daviso.com
ANTONELLA CORDA: CANTINA EMERGENTE PER IL GAMBERO ROSSO
L'azienda sarda premiata dalla guida Vini d'Italia 2019. Il Cannonau 2016 si aggiudica anche i Tre Bicchieri e l'oro di The WineHunter Award
Antonella Corda riceve il premio Cantina Emergente 2019 dalla guida Vini d'Italia del Gambero Rosso e il suo vino di punta, il Cannonau di Sardegna DOC 2016, si aggiudica gli ambiti Tre Bicchieri.
Come ogni anno la guida curata da Fabrizio, Guerini e Sabellico premia una giovane azienda in grado di distinguersi nel panorama nazionale. La scelta è caduta su Antonella Corda, cantina di Serdiana, a pochi chilometri da Cagliari, che è stata inaugurata in primavera, mentre i suoi vini Nuragus di Cagliari DOC, Vermentino DOC di Sardegna e Cannonau di Sardegna DOC sono imbottigliati dallo scorso anno.
"Siamo felicissimi di questi riconoscimenti – spiega la fondatrice Antonella Corda– e sicuramente non ci aspettavamo di ottenere questi risultati già con i primi vini imbottigliati. Crediamo molto anche nel Vermentino e nel Nuragus, sui quali stiamo lavorando e sperimentando, ma ad oggi è sicuramente il Cannonau che ci sta dando le maggiori soddisfazioni. Lo vinifichiamo in modo da mantenere il più possibile intatti gli aromi varietali del vitigno e questo lo rende piena espressione del nostro territorio."
Il Cannonau di Sardegna DOC 2016 è stato premiato anche con il The WineHunter Award Gold, la medaglia d'oro che Helmuth Köcher dedica ai vini che in sede di degustazione sono stati giudicati con un punteggio tra 90 e 94,99 punti su 100. Il Vermentino DOC di Sardegna e il Nuragus di Cagliari DOC 2017 hanno invece conquistato il The WineHunter Red, destinato alle bottiglie valutate tra gli 88 gli 89,99 punti. Grazie ai tre premi Antonella Corda potrà partecipare al Merano Wine Festival dove, tra il 9 e il 13 novembre 2018, porterà in degustazioni i suoi vini.
Per il Cannonau di Sardegna DOC 2016 le soddisfazioni sono arrivate anche dalla guida Vini Buoni d'Italia, che si concentra sui vini da vitigni autoctoni che valorizzano territorio e tipicità, aggiudicadosi la valutazione più alta con le quattro stelle e l'ingresso nella sezione "Vini da non perdere". Questo vino è stato inoltre inserito da Paolo Massobrio e Mauro Gatti nella Top Hundred 2018 della guida Papillon, che seleziona cento eccellenze italiane imperdibili.
Carlotta Flores Faccio
ANTONIO CARPENE’ E GIOVAN BATTISTA CERLETTI CELEBRATI DAGLI STUDENTI DELLA SCUOLA ENOLOGICA DI CONEGLIANO
Conegliano celebra Antonio Carpenè e Giovan Battista Cerletti. E lo fa con un omaggio ai due Fondatori della prima Scuola Enologica d’Italia, nell’anno del 150° Anniversario dalla fondazione della Carpenè Malvolti intervenuta proprio per mano del medesimo Antonio Carpenè, Uomo di Scienza che ha dedicato interamente la sua vita agli studi scientifici, alla ricerca empirica ed alle sperimentazioni tecniche sempre più innovative nel continuo intento di voler contribuire allo sviluppo della Viticoltura e dell'Enologia.
Fu partendo da una sua idea, unita all’esperienza maturata anche all’estero dall’Ingegnere Giovan Battista Cerletti - altresì promotore della prima Stazione Enologica Sperimentale Italiana - che prese forma nel 1873 il progetto che avrebbe poj portato nel 1876 all’istituzione della prima Scuola Enologica dell’Italia post-unitaria.
Un'unione di intenti nata sulle basi di una conoscenza approfondita e di esperienze maturate sul campo. Antonio Carpenè, passato alla storia come una delle menti più illuminate e visionarie del XIX° secolo in ambito scientifico ed imprenditoriale nonché quale autore dei più autorevoli manuali e pubblicazioni sull’Enologia e sulla Viticoltura; e Giovan Battista Cerletti, con le sue numerose esperienze di perfezionamento all’estero ed in particolare presso la Stazione Chimico-Fisiologica per l’Enologia e la Frutticoltura di Klosterneuburg, in Germania, dove altresì si trovava la Scuola Enologica diretta dal barone August Wilhelm von Babo.
Ad appoggiare il loro progetto, sospinto dalla convinzione comune che il Territorio necessitasse di tale istituzione, l’allora Segretario Generale del Ministero dell’Agricoltura Luigi Luzzati, già parte attiva nel 1868 della fondazione dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
In tale contesto, il principale obiettivo di Antonio Carpenè era quello di poter finalmente divulgare, attraverso un Istituto ad esso deputato, le nozioni teorico pratiche della Viticoltura e della Vinificazione.
Quelle nozioni che per anni erano state impartite dalle cattedre ambulanti nelle piazze, rivolgendosi ai Viticoltori del Territorio affinché assimilassero le tecniche migliori per ottenere uve di qualità, atte a divenire quel Vino Spumante oggi grande protagonista dell’enologia mondiale.
Quello dell’istituzione della Scuola Enologica è stato un passo fondamentale per lo sviluppo locale, e Carpenè Malvolti – il cui legame con il Territorio rappresenta uno degli asset principali dell’attività d’Impresa - ha inteso celebrarlo finanche in occasione di un evento tenutosi presso la stessa Scuola Enologica lo scorso 26 Ottobre.
Nel corso della cerimonia, che è stata introdotta dall’esibizione del Coro dell’Enologia diretto dal Professor Renato Gava, gli eredi dei due fondatori - Antonio Carpenè e Giovan Battista Cerletti - si sono incontrati per ripercorrere, attraverso una serie di relazioni curate dagli Allievi della Scuola e moderate dal Professor Giorgio Milani, le tappe decisive della nascita e dello sviluppo della medesima Scuola Enologica. Dal contesto storico della fondazione, allo scambio epistolare tra Cerletti e Carpenè in fase embrionale del progetto, fino alla ricostruzione storica della vita dell’Istituto, dal 1876 ad oggi.
L'evento si è poi concluso con una visita al Museo Manzoni ed un momento conviviale tra tutti i partecipanti alla Bottega del Vino.
Marte Comunicazione snc
NASCE QUOR, IL NUOVO FRANCIACORTA DE LA MONTINA
Un vino pensato per 2910 giorni“A tutto Quor” perché per far vino ci vogliono tempo e passione
Si presenta così al pubblico, con tratti d’eleganza di altri tempi, il nuovo Franciacorta La Montina. Il nome è emblematico, evocativo ma contemporaneamente immediato: Quor è cuore. E’ scritto così perché nasce da un errore ortografico di nonno Fiore, padre dei tre fratelli Vittorio, Gian Carlo e Alberto Bozza, fondatori de La Montina.
“Quando si decide di fare ordine nei cassetti quasi sempre si scova qualcosa di dimenticato da tempo – racconta Michele Bozza, Marketing & export manager dell’azienda- Così è successo quando abbiamo svuotato i profondi cassetti della vecchia scrivania di nonno Fiore. Abbiamo trovato delle fotografie, dei documenti, ma soprattutto abbiamo trovato delle lettere che ci hanno mostrato un lato diverso del nonno. Il lato più intimo e sensibile di un uomo, che ricordiamo sempre come gran lavoratore e mai come uomo innamorato. Le lettere infatti sono tutte indirizzate a nonna Gina, compagna di vita e madre dei suoi 7 figli. I messaggi sono semplici, scritti in un italiano profondamente influenzato dal dialetto bresciano, ecco perché Quor”.
Scrive infatti Fiore nelle ultime battute della lettera: “Ho tanta voglia di abbracciarti. Te e i nostri amati figli, siete sempre nel mio quor”.
Dal ritrovamento di queste lettere nasce la voglia di creare un prodotto che racchiuda in sé la stessa emozione degli innamorati, dei vignaioli convinti, degli amanti della vita e della famiglia.
Un pensiero dedicato e da dedicare a chi sa apprezzare il fascino dell’attesa, per godere della piena soddisfazione. Quor è la passione, l’amore che cresce e muta nel tempo.
2910 sono i giorni che questo vino ha passato sui lieviti, sotto lo sguardo attento degli operatori, nella penombra della cantina.
Cadenzati e minuziosi assaggi hanno portato al risultato finale, un Franciacorta Extra Brut di struttura e complessità avvolgente. È un vino che stupisce ad ogni sorso per il bouquet di profumi intensi e persistenti che regala.
La bottiglia è vestita di un bianco perlato, caratterizzato da una trama scritta a mano, a ricordare la calligrafia delle lettere di nonno Fiore.
Protagonista al centro dell’etichetta, in un rosso intenso, è semplicemente Quor 2910.
A completare il packaging del nuovo prodotto, una scatola litografata coordinata alla bottiglia.
Un’idea regalo perfetta per chi cerca pensieri autentici da donare a chi gli sta a Quor.
Quor 2910, prodotto in tiratura limitata, sarà disponibile a partire da dicembre 2018.
Le Tenute La Montina di Monticelli Brusati sono fra le aziende storiche della Franciacorta. Le vigne aziendali sviluppano su di una superficie vitata di circa 72 ettari, dislocati in 7 Comuni della Franciacorta. Vigneti, con giacitura preminentemente collinare, impiantati su terreni calcarei e limo-argillosi con una resa circa di 100 quintali per ettaro con densità di 5.400/7.000 ceppi per ettaro. La cantina si estende per 7.450 m² sotterranei, il che garantisce tutto l’anno la minore escursione termica possibile (attorno ai 13°- 16°) e condizione ottimale per la giusta maturazione dei Franciacorta. La produzione media è di 380.000 bottiglie annue.
Distributore commerciale Italia: Fratelli Rinaldi Importatori S.p.a. - Viale Masini 34 - 40126 Bologna (Italia) Tel. 051-4217811 – www.rinaldi.biz
Jessica Giovanessi
NUOVA CANTINA BOLZANO: L'INIZIO DI UNA NUOVA ERA
E’ iniziata una nuova era per Cantina Bolzano: ieri infatti sono state raccolte e conferite le ultime uve dell'eccezionale vendemmia 2018 che nel corso dei prossimi si trasformeranno in vino per la prima volta nella nuova sede della Cantina. Il nuovo edificio produttivo è il simbolo della produzione vinicola del capoluogo altoatesino ed è allo stesso tempo espressione di una costante ricerca della qualità in tutta la filiera.
In questi giorni i viticoltori di Cantina Bolzano hanno consegnato le ultime uve della vendemmia 2018, una raccolta destinata ad entrare nella storia perché è la prima avvenuta interamente nella nuova sede. "Si può certamente parlare dell'alba di una nuova era. Con il nuovo edificio facciamo un ulteriore passo in avanti verso la qualità e la sostenibilità", afferma l‘enologo Stephan Filippi. Su una superficie di 20.000 metri quadrati, le uve raccolte con cura e rigorosamente a mano, possono essere lavorate nel modo più delicato e naturale possibile.
Ciò è in parte dovuto al nuovo processo di produzione: "Consegnata nel punto più alto dell'edificio, l'uva segue un percorso dall’alto verso il basso nelle varie fasi di lavorazione, arrivando fino al magazzino per lo stoccaggio. Questo sistema riduce le movimentazioni meccaniche e garantisce una qualità del vino costantemente elevata". D'altra parte, il nuovo edificio è stato ottimizzato dal punto di vista energetico ed è stato costruito seguendo i rigidi standard CasaClimaWine®. "Sfruttiamo la temperatura stabile del terreno del pendio in cui è stata costruita la cantina per raffreddare naturalmente i locali sotterranei, in questo modo si risparmiano risorse preziose per noi e per l‘ambiente", afferma Filippi.
Vini emozionanti e in continua evoluzione
I vini matureranno per tutto l’autunno e l’inverno e, a partire dai primi mesi del 2019, sarà possibile trovare in commercio i primi vini nati nella nuova cantina. “Considerando il peso e l’aspetto degli acini al momento della raccolta, possiamo aspettarci un’annata ricca ed interessante, molto simile a quella di tre anni fa. La concentrazione di zuccheri è alta e i livelli di acidità sono ottimali, questo è possibile perché le nostre uve sono coltivate in aree di produzione oltre i 600 metri s.l.m.”, afferma Filippi. “Rispetto allo scorso anno, la quantità di uva conferita è aumentata circa del 10%, ma le rese rimangono inferiori alla media italiana per preservare l’alta qualità della produzione”, conclude Filippi. Gli appassionati di vino possono quindi aspettarsi dei vini davvero intriganti.
Qualità autentica
Con l’assegnazione della medaglia di platino ai "Decanter World Wine Awards" 2018 e l’ottenimento dei migliori punteggi nelle principali guide europee di settore, Cantina Bolzano è internazionalmente riconosciuta come produttrice di vini di alta qualità. Tra i più recenti riconoscimenti troviamo il conferimento dei “3 bicchieri” del Gambero Rosso al Lagrein Riserva Taber, che per 19 anni dal 1996 compare nel Gotha dei migliori vini d’Italia. L‘eccezionalità dei vini è il risultato di una cura costante in tutte le fasi della produzione, a partire dal lavoro in vigna. "Ogni giorno i 220 viticoltori soci della cantina, lavorano con grande dedizione e precisione sui ripidi pendii di Bolzano e dintorni. Hanno sempre a mente un obiettivo ben preciso: la massima qualità dell'uva", spiega Michael Bradlwarter, presidente di Cantina Bolzano.
L'inaugurazione ufficiale della nuova Cantina Bolzano è prevista per la primavera 2019 in concomitanza di una delle più importanti fiere del vino mondiali, il "Vinitaly" di Verona. Le visite guidate alla struttura saranno effettuate dall'inizio del 2019 mentre è già possibile degustare ed acquistare i vini nell’enoteca della cantina, aperta tutti i giorni tranne la domenica.
Daviso
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