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Cantine

LO SPUMANTE SUBACQUEO AKÈNTA SUB OFFICIAL WINE DI VINITALY AND THE CITY

DAI FONDALI SARDI ALLE PIAZZE DI VERONA PER IL FUORI SALONE DI VINITALY

 

Dalle profondità del mare sardo alle piazze-museo a cielo aperto del centro storico di Verona. Akènta Sub della cantina Santa Maria La Palma di Alghero è l’official wine di Vinitaly and the City, il fuori salone per gli appassionati in programma dal 31 marzo al 3 aprile tra Piazza dei Signori, Cortile Mercato Vecchio e Cortile del Tribunale.

Primo Vermentino di Sardegna Doc ad essere affinato alla profondità di 30-40 metri nelle acque protette del Parco regionale di Porto Conte di Alghero, Akènta Sub - lo spumante subacqueo dal nome benaugurale (da  ‘a chent’annos’,  augurio di lunga vita in sardo) prodotto con metodo Charmat - riemergerà dai fondali in occasione del brindisi di inaugurazione di Vinitaly and the City (Piazza dei Signori - Loggia di Fra Giocondo, 31 marzo ore 18.00), per diventare il compagno di viaggio lungo tutto il percorso culturale, artistico, enogastronomico dell’evento diffuso organizzato da Veronafiere.

 

Frutto di una sperimentazione iniziata nel 2011 l’Akentà Sub è un vino simbolo dell’enologia della Sardegna prodotto dalla cantina Santa Maria La Palma, una delle più importanti aziende vitivinicole dell’isola con 800 ettari coltivati e una produzione di oltre 5 milioni di bottiglie. L’affinamento subacqueo rende questo vino unico, grazie alla particolare combinazione tra pressione, temperatura, assenza di luce e ossigeno data dai fondali marini. Inoltre, ogni bottiglia viene disegnata dal mare, che le trasforma in pezzi unici da collezione.

 

Sono quasi 50 gli appuntamenti in cartellone a Verona nel corso della quattro giorni di wine passion: dalla mostra dantesca “Disposti a salire alle stelle - Il Purgatorio cantica del perdono” a cura di Franco Nembrini (1° aprile, Loggia di Fra Giocondo alle 15.00), al debutto della wine guitar di Vinitaly and the City realizzata da Fabrizio Paoletti, il liutaio che ha firmato le chitarre di star come Bruce Springsteen, Keith Richards e Joe Walsh, dai wine talk nel Cortile Mercato Vecchio fino alle masterclass nella Sala Rossa del Palazzo scaligero sede della Provincia di Verona che, per la prima volta, ospita un calendario di degustazioni guidate.  Spazio anche alla grande Enoteca di Vivite – Alleanza delle Cooperative per scoprire la varietà enologica del Belpaese e alle proposte della Mixology (entrambe in Piazza dei Signori), mentre nel Cortile del Tribunale andranno in scena le istantanee degustative della guida Vini d’Italia del Gambero Rosso e della Regione Lazio. A Vinitaly and the City spazio anche all’innovazione con la presentazione ufficiale del ‘metodo Caporale: un nuovo modo per valutare le bollicine’: un brevetto unico e originale messo a punto da Tommaso Caporale, giornalista e volto televisivo noto come Mister Bollicine, che consente la caratterizzazione dei vini spumanti attraverso il suono delle bollicine nel calice, senza ricorrere all’assaggio (2 aprile, Loggia di Fra Giocondo in Piazza dei Signori alle 21.00). 

Vinitaly and the City è aperto con il seguente orario: venerdì 31 marzo 18:00-23:00, sabato 1° aprile 15:00-23:00, domenica 2 aprile 15:00-23:00, lunedì 3 aprile 18:00-23:00. Fino al 30 marzo è possibile acquistare il biglietto (1 calice, 4 token degustazioni, 1 token esperienza e accesso alle lounge dell’evento) in prevendita online al costo di €16,50; in sede di evento (dal 31/03 al 03/04) è possibile acquistare il biglietto sia in cassa (desk in Piazza dei Signori) che online al costo di €20.

Programma, info e shop su www.vinitalyandthecity.com

 

Vinitaly and the City è organizzato da Veronafiere in collaborazione con Comune di Verona, Provincia di Verona e Fondazione Cariverona.

 

 

Sara Faroni

GLI SVITATI: FRANZ HAAS, GRAZIANO PRÀ, JERMANN, POJER E SANDRI E WALTER MASSA

 

Cinque aziende visionarie insieme per raccontare e sostenere la scelta del tappo a vite nel mondo del vino italiano.

 

È una piccola rivoluzione quella del neonato gruppo de Gli Svitati. Franz Haas, Graziano Prà, Jermann, Pojer e Sandri e Walter Massa, cinque aziende d’eccellenza e pioniere del tappo a vite in Italia, si sono riunite per raccontare, tutti assieme, il loro modo di “fare vino” e, soprattutto, di tapparne le bottiglie, contro i pregiudizi che hanno spesso accompagnato questa tipologia di chiusura.

 

Le basi del gruppo sono state poste già negli anni ’80, quasi quattro decenni fa, quando le cinque cantine hanno iniziato a riflettere sul possibile utilizzo di altre tipologie di chiusure. Il loro sguardo avanguardista si è inevitabilmente spostato verso le nuove frontiere del vino, che in quel momento già si stavano facendo largo negli Stati Uniti e in Nuova Zelanda. Anni di viaggi, degustazioni, confronti e giri di vite, ognuno con la propria esperienza, da Mario Pojer che aveva pensato di “sigillare la bottiglia con la fusione del vetro come fosse una fiala per non lasciar passare l’ossigeno” a Graziano Prà che durante un viaggio in Colorado, ad Aspen, aveva avuto una rivelazione assaggiando un Sauvignon Blanc imbottigliato con tappo a vite e venduto a 30 dollari, il primo segnale che il pregiudizio stesse iniziando a tramontare.

 

Ciò che ha portato i cinque Svitati alla scelta del tappo a vite è l’obiettivo che sta dietro al suo utilizzo: il perfetto mantenimento di quelle qualità organolettiche del vino tanto ricercate e valorizzate dal lavoro in vigneto e in cantina. Grazie alle sue caratteristiche questa tipologia di tappo permette infatti una micro ossigenazione costante, preservando il vino e permettendo un’omogeneità qualitativa anche nel caso di vecchie annate, oltre ad una corretta evoluzione.

Siamo cinque aziende che cercano la precisione fin nei minimi dettagli, scegliamo i vitigni che più ci rappresentano e le uve migliori, in cantina abbiamo tutto quello che ci può aiutare a produrre un vino di un’altissima qualità. Ma soprattutto abbiamo a disposizione il tappo ideale per mantenerla. Ecco perché non possiamo non approfittarne. La precisione che abbiamo sempre ricercato oggi è anche un atto dovuto, nei confronti del pubblico e nei confronti del vino” commentano all’unisono i produttori.

 

Il professore Fulvio Mattivi, ricercatore della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, è intervenuto accanto al gruppo de Gli Svitati a sostegno dell’utilizzo del tappo a vite riportando le analisi dell’Australian Wine Research Institute che già nel 1999 ha condotto le prime interessanti sperimentazioni su quattordici diverse tipologie di chiusure del vino compreso il tappo a vite, che presenta una permeabilità all’ossigeno molto più bassa e variabile a seconda del rivestimento utilizzato all'interno del tappo. “Nelle bottiglie con questa chiusura, a distanza di anni, il vino dimostrava un colore ancora brillante e presentava delle caratteristiche organolettiche ideali. Sia per i vini rossi che per quelli bianchi, in queste degustazioni, le bottiglie con tappo a vite erano uguali alle migliori bottiglie con tappo di sughero.”

Il tappo a vite diventa quindi segno di attenzione verso coloro che se ne verseranno un calice, ma anche per tutti i professionisti coinvolti nella filiera. Gli Svitati optano inoltre per questa scelta per la sua sostenibilità: la chiusura è realizzata in alluminio, un materiale rispettoso anche verso l’ambiente.

 

L’appuntamento dei cinque produttori è stato l’occasione per analizzare come il mercato globale, in particolare negli ultimi otto anni, stia dimostrando un’attenzione sempre maggiore a questa chiusura. Dai dati riportati da Stelvin e Guala Closures oggi quattro bottiglie su dieci sono imbottigliate con tappo a vite, con una percentuale che in Europa Occidentale, storicamente più tradizionalista, è passata dal 29% nel 2015 al 34% nel 2021 (con un 22% in Italia).

 

Il lavoro di squadra de Gli Svitati vuole essere il punto di partenza di questo nuovo “movimento” del vino, un gruppo di produttori formatosi spontaneamente per rivolgersi ad un pubblico che si dimostra sempre più consapevole, ma anche ad amici produttori – sempre più numerosi – pronti per diventare altrettanto “Svitati”.

 

Carlotta Flores Faccio

MONTEVERRO AL PROWEIN 2023 CON L’ANNATA 2019, LA PRIMA CERTIFICATA BIOLOGICA

Julia e Georg Weber

 

 

Monteverro, cantina gioiello di Capalbio, con le sue vigne dolcemente adagiate sulle colline della Maremma autentica– sarà a Prowein, una delle più importanti piattaforme internazionali che riunisce professionisti del settore del Vino proveniente da tutto il mondo. La Cantina rinnova la sua partecipazione a questo evento strategico per il posizionamento, in primis sul mercato tedesco.

 

“Siamo entusiasti di partecipare al Prowein, una delle più grandi e prestigiose fiere internazionali del vino che vanta quest’anno oltre 6.000 espositori provenienti da circa 60 paesi”, commenta Georg Weber proprietario della Tenuta insieme alla moglie Julia. “È un'opportunità unica per presentare i nostri vini a un pubblico internazionale di appassionati ed esperti del settore. Siamo felici di condividere i nostri vini e fieri di presentare la nostra prima annata con certificazione biologica”.

 

La cantina, infatti, fin dalla sua fondazione - a inizio anni 2000 - ha seguito i dettami della sostenibilità e del regime biologico ma solo nel 2016 ha avviato le pratiche per la certificazione. “Il Prowein è il palcoscenico ideale per presentare l’annata 2019 delle nostre referenze di punta – Monteverro, Tinata, Chardonnay e Terra di Monteverro – la prima a certificazione biologica”, continua Weber. “Siamo certi che la nostra partecipazione sarà come sempre un’ottima occasione di confronto con i visitatori, che avranno l'opportunità di degustare i nostri vini e di conoscere la nostra filosofia di produzione”.

 

L’obiettivo è sempre quello di continuare a elevare la qualità dei vini, perseguendo lo stile aziendale di massima eleganza, legame con il territorio e rispetto della natura e dei suoi tempi. La cantina Monteverro è conosciuta per la sua attenzione ai dettagli e per la sua passione per la produzione di vini di alta qualità. “Da sempre usiamo tecniche di viticoltura sostenibile e lavoriamo solo con le migliori uve per creare vini che riflettano il terroir e la personalità della regione”, aggiunge Matthieu Taunay, enologo della cantina.

Appuntamento dal 19 al 21 marzo, a Düsseldorf, Pad. 16 stand D 84

 

Michela Mezzolo

Viticoltori Associati Vinchio Vaglio

 
Dal lontano 1959 la Cantina Cooperativa ha come obiettivo quello di essere sempre in equilibrio tra passato, presente e futuro. E lo facciamo ogni giorno: tutelando le nostre tradizioni e la nostra terra, ma al contempo evolvendo verso nuove prospettive. 
 
 

BAG IN BOX
La Barbera fino all'ultima goccia

- uno sguardo al futuro -

Siamo davvero sicuri che la diffidenza verso il Bag in Box abbia a che fare con la qualità del vino? E se invece si trattasse di un retaggio sociale e culturale che si scontra oggi con sensibilità ecologiche e consumi moderni? 
Nell'ormai lontano 2009 abbiamo deciso di accettare la sfida: siamo stati tra i primi a farlo e continuiamo a sostenere che “il contenitore non fa il contenuto”. L'argomento è quanto mai attuale.
Ne parliamo? Qui trovi il nostro approfondimento sul tema.

E sì, per renderlo ancora più accattivante la confezione in legno è un vero e proprio MUST HAVE!

 
 

WINE ENTHUSIAST

- uno sguardo al passato -

Queste sono le note di degustazione che Wine Enthusiast, una delle riviste di vino più influenti del mondo, ha scritto sui nostri vini.


Scopri tutti i riconoscimenti del 2022
 

MARZO 2023

- uno sguardo al futuro -

Tra i tantissimi eventi del prossimo mese saremo presenti: 
- dal 4 al 6 marzo al SALONE DEL VINO a Torino
In questa occasione Sabato 4 marzo alle ore 15 il nostro enologo Matteo Laiolo terrà una masterclass dedicata alle nostre Barbere 

- il 15 marzo all'OVC Community Dinner a Londra in occasione della Old Wine Week e dell'annuncio dei risultati dell'Old Vine Hero Award al quale Vinchio Vaglio ha partecipato 

- dal 19 al 21 marzo al ProWein a Düsseldorf 
HALL 15 STAND A41 AREA PIEMONTE LAND OF WINE


- il 28 marzo al Simpy The Best di Civiltà del bere a Milano

- dal 2 al 5 aprile al Vinitaly a Verona
PADIGLIONE 10 STAND 02

NASCE BRAVE WINE, LA HOLDING DI RENZO ROSSO INTERAMENTE DEDICATA AL VINO

Sara Vezza e Renzo Rosso

CHE ACCOGLIE NEL SUO PORTFOLIO IL BRAND “JOSETTA SAFFIRIO” DI SARA VEZZA

Una passione d’origine diventata un settore di attività e un’azienda: Brave Wine, la società che Renzo Rosso ha creato per gestire i suoi investimenti nel settore vinicolo di alta gamma, nasce dal suo amore per la terra e da una costante ricerca delle migliori realtà del settore e dei ‘terroir’ più prestigiosi.

Renzo Rosso e’ presente nel settore del vino da quasi trent’anni con Diesel Farm, sulle colline di Marostica (VI) dove nascono il Rosso di Rosso, il Bianco di Rosso, il Nero di Rosso che ricevono costantemente prestigiosi riconoscimenti internazionali. Dal 2021 con Red Circle Investments, società di investimenti privata che opera in diversi settori, Rosso ha acquisito una partecipazione rilevante in Masi, la rinomata azienda produttrice di amarone d’eccellenza. 

Oltre a Diesel Farm, Brave Wine gestirà una partecipazione significativa rilevata a fine 2022 in Benanti, una delle più pregiate cantine siciliane dell’area etnea, che solo lo scorso anno ha ricevuto i Tre Bicchieri Gambero Rosso e le Tre Stelle Oro della Guida Veronelli.

Con l’operazione odierna, Brave Wine entra nel mercato dell’Alta Langa con il marchio Josetta Saffirio di Sara Vezza, che produce a Monforte D’Alba (Cuneo), area di assoluta eccellenza, Barolo e Nebbiolo tra i più pregiati del nostro Paese.

L’azienda Josetta Saffirio è nata alla fine dell’Ottocento con Giovanni Battista Saffirio. Ai primi del Novecento, il padre di Josetta, Ernesto, inizia a coltivare i vigneti, e nel 1975 Josetta inizia ad occuparsene. Laureata in agraria e affiancata dal marito Roberto, enologo, inizia a coltivare le vigne piantate dai nonni subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Dopo pochi anni, Josetta e Roberto riescono a produrre un Nebbiolo di riconosciuta qualità. Nel 1985 viene presentato il primo Barolo, frutto di una passione e di un impegno costanti. Dopo un periodo di pausa negli anni ‘90, Sara Vezza, figlia di Josetta e Roberto, decide di dedicarsi ai vigneti di famiglia, diventando la quinta generazione che con la stessa dedizione si impegna a perpetrare una tradizione lunga oltre duecento anni. L’azienda produce oggi circa 100.000 bottiglie l’anno in regime agricolo biologico certificato, con massima attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale. Dal 2020, al fianco della linea storica Josetta Saffirio, dedicata alla produzione di Barolo, è stata introdotta la linea Sara Vezza, focalizzata principalmente sulla produzione di Metodo Classico Alta Langa e Nebbiolo.

Così Renzo Rosso: “Ho creato la holding Brave Wine per gestire in toto il mio progetto vino. L‘idea è quella di essere presenti nei territori d’eccellenza in Italia e nel mondo. Abbiamo già integrato due eccellenze come Benanti e Josetta Saffirio di Sara Vezza, ma continueremo nella nostra ricerca per avere un portfolio rappresentativo della ricchezza e della qualità di questo settore a livello internazionale”.

Nella primavera 2022 ho dato avvio a un ambizioso progetto esercitando la prelazione sulle vigne di Barolo che affittavo da mia madre, e riuscendo così - dopo quasi 20 anni di duro lavoro e passione – a unire l’azienda e i vigneti da me coltivati. Il 2023 segna l’inizio di una nuova avventura. L’ingresso di Brave Wine nel capitale dell’azienda ci consentirà di concretizzare più velocemente e con maggiore efficacia il progetto di consolidare i nostri marchi nel mercato del Nebbiolo e del Barolo, nonché lo sviluppo della produzione di Alta Langa. Sono davvero felice di aver trovato un investitore come Renzo Rosso che apprezza il nostro lavoro nelle vigne e condivide la visione a lungo termine dell’azienda e della sua crescita”, ha dichiarato Sara Vezza, Amministratore di Sara Vezza SS.

Renzo Rosso è il fondatore del marchio Diesel e presidente del gruppo di moda e lusso OTB (con i marchi Diesel, Jil Sander, Maison Margiela, Marni, Viktor&Rolf, e le aziende Staff International e Brave Kid). E’ anche presidente di Red Circle e Red Circle Investments che gestiscono rispettivamente le proprietà immobiliari che gli fanno capo (incluso il polo hotellerie), e un portfolio di partecipazioni in società ad alto contenuto di innovazione e sostenibilità, che spaziano dall’innovazione tech ad ambiente e salute, passando per food e food tech. 

 

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